View Full Version : Figli più poveri dei genitori: la paura dell'Italia
Leggete questo articolo; ci trovate riscontri con la realtà?
A parte SaMu, ovviamente! :D:D:D
Indagine Osservatorio sul capitale sociale: famiglie in difficoltà
Per la maggioranza le nuove generazioni vivranno peggio
Figli più poveri dei genitori la paura dell'Italia
di LUIGI CECCARINI
È UNA società che continua a vedersi in difficoltà. L'ottimismo verso il futuro dell'economia resta basso. Si risparmia e si consuma di meno. La gente prova un senso di disorientamento e cala la fiducia negli altri. È più preoccupata per il futuro, in particolare per quello dei giovani, che secondo la gran parte degli italiani vivranno una situazione peggiore di quella dei loro genitori. Inoltre, è diffusa l'idea che le condizioni di vita di alcune categorie sociali - pensionati e operai anzitutto - siano scivolate verso il basso. Migliora, invece, quella dei professionisti e degli imprenditori. I commercianti suscitano giudizi contrapposti. Questo, in sintesi, quanto emerge dalla 3? indagine dell'Osservatorio sul capitale sociale curato da Demos in collaborazione con Coop.
Grafici 1 - 2 - 3
(clicca per le schede)
L'ottimismo economico sembra stabilizzarsi: era il 21% lo scorso luglio, il 13% ad ottobre, il 14% a febbraio. Oggi s'osserva una visione meno negativa circa il futuro dell'economia nazionale. Ma la preoccupazione si concentra, principalmente, sull'economia personale e della famiglia. V'è il calo di consumi come andare fuori a cena, pratica che peraltro rafforza il legame con gli "altri". Delude la capacità di risparmio. Stare insieme e metter soldi da parte rappresentano un tratto peculiare della nostra società. Le reti di solidarietà, che con lo scambio di piccoli favori e aiuti facilitano le pratiche della vita quotidiana, restano diffuse. La metà degl'italiani (55%) è stabilmente inserito in questo circuito. Il 20%, inoltre, afferma che familiari, parenti e amici forniscono un aiuto del quale difficilmente si potrebbe far a meno. Segno delle difficoltà, ma anche di forti legami. S'osserva anche un calo della fiducia che gli italiani hanno verso gli "altri". Si tratta d'una risorsa fondamentale per sentirsi "protetto" nel contesto in cui si vive. Da luglio a oggi l'indice è sceso dal 33 al 26%. Non è drammatico, ma è un segnale; le recenti tensioni nella sfera del capitale finanziario sembrano trovare terreno anche nel "capitale sociale".
Questo quadro generale si riflette su altri aspetti della vita degli italiani.
Il futuro appare bigio. In relazione ai giovani - che per definizione rappresentano il domani, quindi l'evoluzione (e il miglioramento) rispetto al passato ? vien dipinto uno scenario poco rassicurante. Quasi il 60% degl'italiani ritiene che i giovani d'oggi vivranno una condizione sociale ed economica peggiore di quella dei loro genitori. Si tratta d'una percezione sul futuro che certo riflette e amplifica le preoccupazioni del presente. Ma è un dato che suscita comunque inquietudine. Non son tanto i giovani a vedere nero nel loro avvenire, ma soprattutto i loro genitori (45-64 anni, 66% vs. 58% della media); chi vive nei piccoli centri e ha un basso grado di scolarizzazione. Meno gli studenti (che sono giovani, appunto), di più gli operai, gl'impiegati e i pensionati. Ma anche chi percepisce la propria posizione sociale bassa o medio bassa: gli "ultimi" e i "penultimi".
Infatti, chiedendo agli italiani a quale classe sociale pensano di appartenere dicono bassa il 9%, medio-bassa il 22%. Oltre la metà si sente classe media (58%). Più contenute le posizioni di maggior prestigio: medio-alta 10% e alta meno dell'1%. L'idea della appartenenza di classe riflette, grossomodo, quelle che tradizionalmente son le categorie socio-professionali associate alle classi sociali. In quella medio-alta e alta si collocano professionisti e dirigenti. I lavoratori autonomi: media e medio-alta. Impiegati e funzionari coprono lo spettro dal medio basso al medio-alto. Gli operai dalla posizione media a quella bassa. I pensionati - il cui trascorso professionale è eterogeneo - coprono un po' tutte le posizioni con una certa tendenza, però, verso quelle più basse. I cittadini che si collocano sulle posizioni medio-basse e basse appaiono meno soddisfatti rispetto al lavoro, alla propria sicurezza economica futura e all'andamento del paese. Risparmiano meno. Sono più pessimisti rispetto all'avvenire dei giovani. Sono meno inclusi nelle reti di solidarietà e più disorientati rispetto al mondo che cambia, e verso il quale si percepiscono marginali.
È la paura di scivolare, più che la possibilità di salire nella scala sociale, che ci viene offerta dalle opinioni sulla condizione di vita delle categorie professionali. Tutte o quasi hanno perso terreno, prestigio sociale e tenore di vita. Stanno peggio che in passato. Anzitutto pensionati e operai (lo dice il 75% degli italiani). Ma 4 su 10 vedono la stessa sorte per coloro che "erano" il ceto medio: artigiani, piccoli imprenditori, professori, impiegati del privato. Verso i commercianti l'idea dello "scivolamento" viene bilanciata da quella di miglioramento. Ma chi sta meglio in questo quadro di generale declino? I liberi professionisti e gl'imprenditori delle grandi aziende: lavori per pochi italiani.
(22 febbraio 2004)
Alla mia età, i miei genitori avevano versato molti più contributi previdenziali di me, guadagnavano più di me, in termini assoluti e rivalutati ma, come me, non avevano ancora una casa di proprietà.
nemorino
22-02-2004, 16:16
non si può che essere d'accordo..
è la cruda e triste realtà
~ZeRO sTrEsS~
22-02-2004, 16:21
lavoro all'estero :P
Ma che volete, i nostri genitori hanno vissuto nel periodo di boom economico dell'Italia, il lavoro col posto fisso era un qualcosa alla portata di tutti e il titolo di studi aveva un valore.
Ora tutti devono avere la laurea, dal diritto allo studio si e' passato al diritto di terminare gli studi, e quindi non vale piu' nulla; l'economia e' quella che e' e il posto sotto casa non e' facile trovarlo, pero' nessuno vuole muoversi o accettare lavori non corrispondenti alla loro "preparazione universitaria".
Tanto gli italiani stanno in casa con i genitori fino a 30 e passa anni...
Originariamente inviato da gpc
Ma che volete, i nostri genitori hanno vissuto nel periodo di boom economico dell'Italia, il lavoro col posto fisso era un qualcosa alla portata di tutti e il titolo di studi aveva un valore.
Ora tutti devono avere la laurea, dal diritto allo studio si e' passato al diritto di terminare gli studi, e quindi non vale piu' nulla; l'economia e' quella che e' e il posto sotto casa non e' facile trovarlo, pero' nessuno vuole muoversi o accettare lavori non corrispondenti alla loro "preparazione universitaria".
Tanto gli italiani stanno in casa con i genitori fino a 30 e passa anni...
Scusa, senza offesa, ma hai fatto un po un guazzabuglio di cose. ;)
Comunque si, certo, c'era il "boom" economico... eravamo di meno, su questo piccolo Pianeta... ma, pur guadagnando in istruzione, in salute, ci siamo ritrovati mediamente più poveri.
Originariamente inviato da affi
Scusa, senza offesa, ma hai fatto un po un guazzabuglio di cose. ;)
Comunque si, certo, c'era il "boom" economico... eravamo di meno, su questo piccolo Pianeta... ma, pur guadagnando in istruzione, in salute, ci siamo ritrovati mediamente più poveri.
Guadagnato in salute ci sta anche, ma in istruzione? Ma dove? Ma quando? Perche' ci vanno tutti credi di aver guadagnato qualcosa? Tutte le riforme fatte, adesso e negli ultimi anni, sono state rivolte ad abbassare il livello degli studi.
Gli italiani sono un popolo di viziati e ne paga le conseguenze, e non sa fare altro che lamentarsi. Per la maggior parte delle altre nazioni europee e' impensabile che uno stia in casa fino a 30 e passa anni, o che voglia il lavoro solo nella sua citta'. Solo parlando con degli spagnoli ho trovato una mentalita' simile, ma loro sono in forte ripresa e possono permetterselo, a mio avviso.
nemorino
22-02-2004, 17:49
se smettessimo di pensare che gli italiani stanno a casa fino a 30 anni x comodità e capissimo che è per necessità e (aggiungo) spesso disperazione, faremmo già un passo in avanti...
Originariamente inviato da nemorino
se smettessimo di pensare che gli italiani stanno a casa fino a 30 anni x comodità e capissimo che è per necessità e (aggiungo) spesso disperazione, faremmo già un passo in avanti...
Appunto. ;)
Originariamente inviato da nemorino
se smettessimo di pensare che gli italiani stanno a casa fino a 30 anni x comodità e capissimo che è per necessità e (aggiungo) spesso disperazione, faremmo già un passo in avanti...
Necessita' e disperazione? Non lo escludo, ma non la faccio nemmeno cosi' tragica.
Che trovare lavoro sia difficile non lo nego assolutamente, anzi, ma tanto per dire, per un tedesco (giusto perche' uno dei miei amici qui con cui esco e' tedesco e parliamo spesso di queste cose) stare in casa fino a trent'anni perche' non si trova lavoro nella propria citta' e' impensabile (tantomeno perche' non si ha finito di studiare), piuttosto vanno a lavorare all'estero.
Ma sono l'unico che sente al telegiornale dei paesi del meridione con il 40% di disoccupazione in cui non si presenta nessuno ai concorsi pubblici per qualche carica per cui non e' richiesta la laurea perche' la gente piuttosto sta a casa in famiglia che fare un lavoro non "da laureato"? O che quando va in campagna si sente dire dai proprietari dei campi, "meno male che ci sono gli immigrati perche' nessun italiano vuole venire a lavorare qui", o che e' nei guai perche' non trova gente per la raccolta della frutta?
Va la' che il lavoro ci sarebbe... ovvio, se uno puo' scegliere un lavoro comodo che gli piace lo fa, ma quando lavorare diventa una necessita' allora ci si tira su le maniche invece che lamentarsi all'infinito.
Originariamente inviato da gpc
Necessita' e disperazione? Non lo escludo, ma non la faccio nemmeno cosi' tragica.
Che trovare lavoro sia difficile non lo nego assolutamente, anzi, ma tanto per dire, per un tedesco (giusto perche' uno dei miei amici qui con cui esco e' tedesco e parliamo spesso di queste cose) stare in casa fino a trent'anni perche' non si trova lavoro nella propria citta' e' impensabile (tantomeno perche' non si ha finito di studiare), piuttosto vanno a lavorare all'estero.
Mi sa che o la fai molto semplicistica o non sai di cosa parli.
Una persona che è qui, con una mano davanti e una di dietro, non può imbarcarsi sul primo cargo che lo porti in "lamerica", come poteva fare ai primi del '900.
Se non hai le risorse per farlo, ti scordi anche l'immigrazione lavorativa, oggi come oggi.
Tutti a dire:"Ah..quasi quasi me ne vado all'estero".. a far che? Bassa manovalanza in un Mac?
Un mio amico, nel 1985, è partito per gli USA in cerca di fortuna, con un paio di milioni regalatigli dalla nonna.
E' campato 3-4 mesi, facendo qualsiasi cosa, ed ha rischiato seriamente di rimanere li e di non tornare più.
nemorino
22-02-2004, 18:01
Originariamente inviato da gpc
Necessita' e disperazione? Non lo escludo, ma non la faccio nemmeno cosi' tragica.
Che trovare lavoro sia difficile non lo nego assolutamente, anzi, ma tanto per dire, per un tedesco (giusto perche' uno dei miei amici qui con cui esco e' tedesco e parliamo spesso di queste cose) stare in casa fino a trent'anni perche' non si trova lavoro nella propria citta' e' impensabile (tantomeno perche' non si ha finito di studiare), piuttosto vanno a lavorare all'estero.
guarda che lavoro si trova... è che con un lavoro da 800 euro al mese non ti compri la casa e non ti paghi l'affitto e riesci a mantenerti
Originariamente inviato da affi
Mi sa che o la fai molto semplicistica o non sai di cosa parli.
Una persona che è qui, con una mano davanti e una di dietro, non può imbarcarsi sul primo cargo che lo porti in "lamerica", come poteva fare ai primi del '900.
Se non hai le risorse per farlo, ti scordi anche l'immigrazione lavorativa, oggi come oggi.
Tutti a dire:"Ah..quasi quasi me ne vado all'estero".. a far che? Bassa manovalanza in un Mac?
Un mio amico, nel 1985, è partito per gli USA in cerca di fortuna, con un paio di milioni regalatigli dalla nonna.
E' campato 3-4 mesi, facendo qualsiasi cosa, ed ha rischiato seriamente di rimanere li e di non tornare più.
Ma come? Ma l'italiano non e' quello ricercato in tutto il mondo? Eppure io conosco gente che ha fatto fortuna in america vendendo gelati... com'e' vario il mondo!
Comunque, se leggi, io non parlavo di andare con un cargo in america, io parlo anche di schiodarsi dal posto dove uno vive e muoversi dove c'e' piu' lavoro, adattandosi se necessario.
Originariamente inviato da nemorino
guarda che lavoro si trova... è che con un lavoro da 800 euro al mese non ti compri la casa e non ti paghi l'affitto e riesci a mantenerti
Vero.
Ma fino a pochissimi anni fa 1 milione e 600 al mese non era proprio poco... o mi ricordo male io?
nemorino
22-02-2004, 18:07
Originariamente inviato da gpc
Vero.
Ma fino a pochissimi anni fa 1 milione e 600 al mese non era proprio poco... o mi ricordo male io?
bhè non era molto comunque... diciamoc he una decina di anni fa poteva considerarsi decente come stipendio....
ora è da fame, vista l'impennata dei prezzi
Originariamente inviato da gpc
Vero.
Ma fino a pochissimi anni fa 1 milione e 600 al mese non era proprio poco... o mi ricordo male io?
Stai confermando che i prezzi sono aumentati ed il potere d'acquisto salariale è crollato? No, perchè abbiamo un attore al governo che giurerebbe il contrario. :D
Originariamente inviato da nemorino
bhè non era molto comunque... diciamoc he una decina di anni fa poteva considerarsi decente come stipendio....
ora è da fame, vista l'impennata dei prezzi
Esattamente.
Io direi che un 800 euro al mese e' un problema solo negli ultimi due/tre anni, prima ovvio che uno non si comprasse la Ferrari ma non era nemmeno da fame.
Mentre invece le lamentele del primo post si sentono da ben piu' anni.
Diciamo che la situazione attuale ha aggravato una situazione gia' endemica di suo.
Originariamente inviato da affi
Stai confermando che i prezzi sono aumentati ed il potere d'acquisto salariale è crollato? No, perchè abbiamo un attore al governo che giurerebbe il contrario. :D
E chi ha mai detto di no? Ma la colpa e' degli italiani (di cui fanno parte anche i commercianti, fino a prova contraria) e non del governo che ben poco poteva fare. (riguardo alla Germania, tanto per dire, di cui si era parlato anche poco tempo fa per le contromisure per gli aumenti dell'euro, posso dire che il mio amico qui mi dice che tutto e' raddoppiato anche da loro, a parte poche eccezioni)
Come vedi anche qui gli italiani sono solo capaci di lamentarsi senza far nulla.
Originariamente inviato da gpc
Tanto gli italiani stanno in casa con i genitori fino a 30 e passa anni...
Se uno se ne vuole andare ma non se lo può permettere mi pare anche ovvio...
/\/\@®¢Ø
22-02-2004, 18:15
Originariamente inviato da nemorino
guarda che lavoro si trova... è che con un lavoro da 800 euro al mese non ti compri la casa e non ti paghi l'affitto e riesci a mantenerti
Ci sono lavori che sono ricercati e ben pagati nonostante non richiedano una laurea (panettiere ad esempio, ma mi sembra anche pizzaiolo), ma molti non vogliono neanche pensare all'idea di farsi parecchie ore al giorno e "rovinarsi" i fine settimana.
Originariamente inviato da gpc
Necessita' e disperazione? Non lo escludo, ma non la faccio nemmeno cosi' tragica.
Che trovare lavoro sia difficile non lo nego assolutamente, anzi, ma tanto per dire, per un tedesco (giusto perche' uno dei miei amici qui con cui esco e' tedesco e parliamo spesso di queste cose) stare in casa fino a trent'anni perche' non si trova lavoro nella propria citta' e' impensabile (tantomeno perche' non si ha finito di studiare), piuttosto vanno a lavorare all'estero.
Andare a vivere all'estero o in un'altra città secondo te è possibile se non hai soldi e/o appigli li?
Se trovi lavoro lontano devi avere i mezzi economici per trasferirti, una casa (gli affitti sono troppo elevati) e anche possibilmente dei fondi per sostenere le prime spese in attesa che arrivino dei guadagni.
Originariamente inviato da gpc
E chi ha mai detto di no? Ma la colpa e' degli italiani (di cui fanno parte anche i commercianti, fino a prova contraria) e non del governo che ben poco poteva fare. (riguardo alla Germania, tanto per dire, di cui si era parlato anche poco tempo fa per le contromisure per gli aumenti dell'euro, posso dire che il mio amico qui mi dice che tutto e' raddoppiato anche da loro, a parte poche eccezioni)
Come vedi anche qui gli italiani sono solo capaci di lamentarsi senza far nulla.
Va bene, ma ricordatene quando appoggerai questo governo che nega l'evidenza.
Questo governo, inoltre, ha le sue responsabilità in quanto è successo; tutte le sue azioni sono state mirate a favorire la categoria di cittadino che è maggiormente responsabile del carovita.
Ok, hai un mucchio di amici internazionali che dice che in Italia si sta meglio. Archived. :D
Ecco qui un Italiano che si lamenta, me medesimo, e fa, qualcosa.
Faccio molto, ogni giorno.
Originariamente inviato da gpc
Esattamente.
Io direi che un 800 euro al mese e' un problema solo negli ultimi due/tre anni, prima ovvio che uno non si comprasse la Ferrari ma non era nemmeno da fame.
Mentre invece le lamentele del primo post si sentono da ben piu' anni.
Diciamo che la situazione attuale ha aggravato una situazione gia' endemica di suo.
Guarda che gli affitti sono alti da molti più anni...
La sorella di una mia amica 4/5 anni fa pagava ben 1.200.000 per un monolocale. :confused:
nemorino
22-02-2004, 18:22
Originariamente inviato da /\/\@®¢Ø
Ci sono lavori che sono ricercati e ben pagati nonostante non richiedano una laurea (panettiere ad esempio, ma mi sembra anche pizzaiolo), ma molti non vogliono neanche pensare all'idea di farsi parecchie ore al giorno e "rovinarsi" i fine settimana.
a parte che se per sopravvivere (e non per comprarsi la ferrari) bisogna fare turni assurdi e sacrificare il week end, vuol dire che qualcosa non va
ad ogni modo io ho amici che fanno due lavori per risucire a pagarsi la casa....
impiegati in settimana e operai turnisti in una fabbrica di stampaggio di materie plastiche nel week end....
vedi un po' te... e ripeto, per garantirsi una vita minimamente dignitosa.... non per pasteggiare ad ostriche e champagne
Originariamente inviato da gpc
E chi ha mai detto di no? Ma la colpa e' degli italiani (di cui fanno parte anche i commercianti, fino a prova contraria) e non del governo che ben poco poteva fare..
Che colpa hanno gli italiani nell'aumento dei prezzi? :what:
Originariamente inviato da Nicky
Che colpa hanno gli italiani nell'aumento dei prezzi? :what:
No, no, su questo ha ragione. I commercianti sono Italiani, e sono sempre di più.
/\/\@®¢Ø
22-02-2004, 18:34
Originariamente inviato da nemorino
a parte che se per sopravvivere (e non per comprarsi la ferrari) bisogna fare turni assurdi e sacrificare il week end, vuol dire che qualcosa non va
Che dicevo ? "Toglietemi tutto, ma non il week-end" :D
Io l'ho fatto l'anno scorso di avere il giorno libero al lunedi', e non mi sembra di essere morto :confused
E' il fatto che non si possa vivere senza la domenica libera il sintomo che qualcosa non va (anzi, che va piu' che bene se ce lo possiamo permettere !)
ad ogni modo io ho amici che fanno due lavori per risucire a pagarsi la casa....
impiegati in settimana e operai turnisti in una fabbrica di stampaggio di materie plastiche nel week end....
vedi un po' te... e ripeto, per garantirsi una vita minimamente dignitosa.... non per pasteggiare ad ostriche e champagne
Infatti io non parlavo di chi lavora, ma di chi piuttosto che fare un sacrificio e lavorare, se ne sta a casa in attesa del lavoro.
Originariamente inviato da affi
No, no, su questo ha ragione. I commercianti sono Italiani, e sono sempre di più.
I commercianti hanno anche le loro belle spese...
Non credo sia colpa loro...magari c'è qualcuno che ha esagerato o ne ha approffitato, ma vedo che molti con delle attività fanno fatica a mandarle avanti.
Originariamente inviato da /\/\@®¢Ø
Che dicevo ? "Toglietemi tutto, ma non il week-end" :D
Io l'ho fatto l'anno scorso di avere il giorno libero al lunedi', e non mi sembra di essere morto :confused
Penso che nemorino intendesse: se ti devi ritrovare a lavorare 7 giorni su 7, la cosa diventa un po' preoccupante e direi che non gli si può dare torto.
/\/\@®¢Ø
22-02-2004, 18:53
Originariamente inviato da Nicky
Penso che nemorino intendesse: se ti devi ritrovare a lavorare 7 giorni su 7, la cosa diventa un po' preoccupante e direi che non gli si può dare torto.
Ma io non parlavo di lavorare 7 giorni su 7. Dicevo che per molta gente anche solo dover spostare il giorno libero o dover fare i turni con orari diversi e' un motivo per rifiutare il lavoro. Se trovo di meglio bene, ma se i soldi non bastano...
tommy781
22-02-2004, 19:19
mio padre operaio prossimo alla pensione: 980 euro al mese netti
io operaio da cinque anni: 1200 euro al mese più 400 di trasferta
le paghe non sono più basse, sono cambiate le condizioni che vanno ad incidere sul salario, un operaio che fa le sue 8 ore al giorno 5 giorni su sette prende la paga minima, chi accetta i turni prende di più, chi accetta di spostarsi (io faccio 160 km al giorno) prende molto di più. diciamo anche che oggi il tenore di vita che vogliamo tenere è più alto rispetto a qualche anno fa, tutti vogliono farsi una vacanza all'anno, vogliono la macchina figa, il vestito bello per non parlare di cellulari e cazzate varie in cui vengono buttati i soldi.
dite che una volta eravamo più ricchi? io ricordo che andavamo in ferie un anno si ed uno no per non più di 5 giorni, non spendevamo in ricariche per cellulari, componenti di pc ed ammenicoli vari per la macchina, avevamo un televisore in casa ecc... non eravamo più ricchi, avanzavano più soldi perchè si sperperava meno.
ho degli amici che guadagnano 900 euro al mese eppure vivono da soli, in affitto in appartamenti piccolissimi, non hanno vizi e fanno una vita regolare e moderata in tutto senza eccessi, col cavolo che non si può fare, bisogna essere abbastanza maturi da sapersi regolare in tutto però.
prima di dire che i soldi a fine mese non bastano fate la somma di tutto ciò che spendete ed in cosa spendete, date un'occhiata a quante cose sono superflue, non essenziali per vivere, poi fate la stessa cosa ripensando a cosa prendevate 10 anni fa e guardate come le spese superflue sono cresciute in modo enorme.
pub, pizzerie, discoteche, cellulari e ricariche, adsl, programmi e componenti per pc, macchine fotografiche digitali e chi più ne a più ne metta, tutte cose che sono semplicemente degli sfizi di cui si può fare a meno, purtroppo molti non lo capiscono e poi si lamentano se restano senza soldi.
bananarama
22-02-2004, 19:37
figli piu' poveri dei genitori? se e' cosi' visto come sto combinato dovrei diventare piu' o meno un barbone, ma sti cazzi, io c'ho piani a nove zeri, altro che piu' povero dei miei! so io che devo far diventare ricchi i miei, figuriamoci!:O
Originariamente inviato da tommy781
mio padre operaio prossimo alla pensione: 980 euro al mese netti
io operaio da cinque anni: 1200 euro al mese più 400 di trasferta
le paghe non sono più basse, sono cambiate le condizioni che vanno ad incidere sul salario, un operaio che fa le sue 8 ore al giorno 5 giorni su sette prende la paga minima, chi accetta i turni prende di più, chi accetta di spostarsi (io faccio 160 km al giorno) prende molto di più. diciamo anche che oggi il tenore di vita che vogliamo tenere è più alto rispetto a qualche anno fa, tutti vogliono farsi una vacanza all'anno, vogliono la macchina figa, il vestito bello per non parlare di cellulari e cazzate varie in cui vengono buttati i soldi.
dite che una volta eravamo più ricchi? io ricordo che andavamo in ferie un anno si ed uno no per non più di 5 giorni, non spendevamo in ricariche per cellulari, componenti di pc ed ammenicoli vari per la macchina, avevamo un televisore in casa ecc... non eravamo più ricchi, avanzavano più soldi perchè si sperperava meno.
ho degli amici che guadagnano 900 euro al mese eppure vivono da soli, in affitto in appartamenti piccolissimi, non hanno vizi e fanno una vita regolare e moderata in tutto senza eccessi, col cavolo che non si può fare, bisogna essere abbastanza maturi da sapersi regolare in tutto però.
prima di dire che i soldi a fine mese non bastano fate la somma di tutto ciò che spendete ed in cosa spendete, date un'occhiata a quante cose sono superflue, non essenziali per vivere, poi fate la stessa cosa ripensando a cosa prendevate 10 anni fa e guardate come le spese superflue sono cresciute in modo enorme.
pub, pizzerie, discoteche, cellulari e ricariche, adsl, programmi e componenti per pc, macchine fotografiche digitali e chi più ne a più ne metta, tutte cose che sono semplicemente degli sfizi di cui si può fare a meno, purtroppo molti non lo capiscono e poi si lamentano se restano senza soldi.
Concordo pienamente.
Fino a non tanto tempo fa non era una abitudine avere il cellulare, l'adsl, la tv via satellite, la discoteca, le sere con gli amici (almeno a fare quello che si fa adesso), etc...
Mi permetto di quotare Cerbert in un altro thread in cui risponde a domande poste anche qui:
Originariamente inviato da cerbert
La risposta alla tua domanda, la troverai in fonti abbastanza diverse.
La prima sono le documentazioni e le proiezioni raccolte dall'UNDP (United Nation Development Program) le quali, interpretate da diverse istituzioni tra cui, non ultima, la "Social Watch" hanno inequivocabilmente dimostrato che, dall'inizio degli anni '70 ad oggi, la forbice tra i più ricchi ed i più poveri si è andata accrescendo i due sensi.
1) i più ricchi del mondo hanno aumentato il loro possesso proporzionale rispetto ai più poveri del mondo. Non mi ricordo la percentuale esatta ma, ammettendo che nel 1970 un appartenente alla massima fascia di reddito possedeva (ipoteticamente) 10 volte tanto l'appartemente alla minima fascia di reddito, alle ultime proiezioni possedeva 100 volte tanto (sempre in via ipotetica, non ricordo le esatte proporzioni). Ne consegue che, relativamente i ricchi SONO più ricchi e i poveri SONO più poveri.
2) la percentuale di risorse controllate ha subito un processo di verticalizzazione così se la famosa proporzione paretiana (80/20) era negli anni '70 intorno al 32/68 (ovvero il 35% della popolazione controllava l'80% delle risorse e il 65% controllava il restante 20%) ora la proporzione è scesa a 18/82. Ne consegue che PIU' popolazione controlla MENO risorse.
La seconda fonte possono essere le misurazioni della Banca Mondiale sulle soglie di Miseria e Povertà Assoluta. Anche qui due considerazioni.
1) le misurazioni della Banca Mondiale hanno rilevato che, da decenni a questa parte, il numero di persone sotto le due soglie ha continuato ad aumentare, quindi i poveri sono aumentati.
2) il famoso "dollaro al giorno" che segna la soglia della sopravvivenza impossibile (Povertà Assoluta) è ormai vecchio di almeno un decennio. D'altra parte il costo della vita è aumentato praticamente ovunque (legge elementare della globalizzazione: i prezzi vengono influenzati a livello globale), questo significa che non solo i poveri ed i miseri "Assoluti" sono aumentati ma che, essendo rimasta invariata la soglia di reddito sotto la quale vengono misurati, sono, effettivamente, più poveri: essendo il loro reddito praticamente invariato e il potere d'acquisto diminuito.
Una ricerca molto interessante degli anni '90, se non erro dell'Università di Roma, tentava una prima verifica del luogo comune secondo cui "la globalizzazione ha portato più ricchezza". Confrontando dati istituzionali si cercava di vedere se, in proporzione, erano aumentate in aree campione dei PVS le persone che potevano permettersi di acquistare una Coca-Cola, fare una telefonata, fare un'operazione bancaria entro un certo periodo di tempo ovvero le persone che potevano comprare un "bene globalizzato", accedere ad un terminale di informazione "globalizzato" ed utilizzare servizi finanziari.
La risposta fu che, dagli anni '70 ai '90, la proporzione di persone che potevano permettersi questi accessi alla "globalizzazione" era DIMINUITA. Ovvero erano aumentate le persone "non globalizzate"
A questo punto, doverose precisazioni:
1) quanto ho scritto risente delle imprecisioni inevitabili di quando si va a memoria. Per informazioni maggiormente precise consiglio le annate del "Social Watch" i rapporti UNDP e le pubblicazioni da essi derivate, i rapporti Banca Mondiale sulla Povertà e la Misurazione della Povertà.
2) un approccio puramente monetario alla povertà viene ritenuto sempre meno corretto. La povertà è sempre più considerata come una misura "percepita" o "contestuale" che si costruisce sulle "aspettative di accesso". Mi spiego meglio: nonostante il dollaro al giorno sia concepito come la "soglia di sopravvivenza" è ampiamente possibile che una persona sopravviva comunque, d'altra parte, sotto quella soglia, la persona diventa "economicamente inesistente": il suo accesso a beni e servizi "di mercato" è semplicemente impossibile. D'altro canto una persona (nell'occidente industrializzato, ad esempio) può essere tagliata fuori dall'accesso a beni e servizi di mercato anche con redditi ben superiori al dollaro al giorno. Nonostante quei beni e servizi SIANO disponibili e alcuni siano necessari ad uno standard minimo di qualità della vita, la persona non può accedervi: essa quindi si percepisce ed è a tutti gli effetti, povera. Chiaramente, più aumentano questi beni e servizi non acessibili, più aumenta la "povertà".
3) qualunque metodo di misurazione consideriamo (quantitativo o monetario o qualitativo o di aspettative) la risposta che otterremo sarà comunque concorde: a livello mondiale i poveri sono più poveri sia nel numero che nelle loro possibilità rispetto a decenni fa. Il luogo comune, quindi, per quanto superficiale e di effetto è comunque vero e la sua riproposizione da decenni a questa parte (oltre il dopoguerra diventa un po' difficile andare per me) sostanzialmente esatta.
:)
Originariamente inviato da tommy781
mio padre operaio prossimo alla pensione: 980 euro al mese netti
io operaio da cinque anni: 1200 euro al mese più 400 di trasferta
le paghe non sono più basse, sono cambiate le condizioni che vanno ad incidere sul salario, un operaio che fa le sue 8 ore al giorno 5 giorni su sette prende la paga minima, chi accetta i turni prende di più, chi accetta di spostarsi (io faccio 160 km al giorno) prende molto di più. diciamo anche che oggi il tenore di vita che vogliamo tenere è più alto rispetto a qualche anno fa, tutti vogliono farsi una vacanza all'anno, vogliono la macchina figa, il vestito bello per non parlare di cellulari e cazzate varie in cui vengono buttati i soldi.
dite che una volta eravamo più ricchi? io ricordo che andavamo in ferie un anno si ed uno no per non più di 5 giorni, non spendevamo in ricariche per cellulari, componenti di pc ed ammenicoli vari per la macchina, avevamo un televisore in casa ecc... non eravamo più ricchi, avanzavano più soldi perchè si sperperava meno.
ho degli amici che guadagnano 900 euro al mese eppure vivono da soli, in affitto in appartamenti piccolissimi, non hanno vizi e fanno una vita regolare e moderata in tutto senza eccessi, col cavolo che non si può fare, bisogna essere abbastanza maturi da sapersi regolare in tutto però.
prima di dire che i soldi a fine mese non bastano fate la somma di tutto ciò che spendete ed in cosa spendete, date un'occhiata a quante cose sono superflue, non essenziali per vivere, poi fate la stessa cosa ripensando a cosa prendevate 10 anni fa e guardate come le spese superflue sono cresciute in modo enorme.
pub, pizzerie, discoteche, cellulari e ricariche, adsl, programmi e componenti per pc, macchine fotografiche digitali e chi più ne a più ne metta, tutte cose che sono semplicemente degli sfizi di cui si può fare a meno, purtroppo molti non lo capiscono e poi si lamentano se restano senza soldi.
Quindi la ricetta che proponi tu qual'é, rinunciare a tutto come un eremita? ;) Naturalmente scherzo, ma se uno dovesse fare come dici te cioé rinunciare a tutto quello che chiami superfluo beh, diciamo che più che "vivere" lo chiamerei "sopravvivere" (parere del tutto personale eh!)
Originariamente inviato da nemorino
guarda che lavoro si trova... è che con un lavoro da 800 euro al mese non ti compri la casa e non ti paghi l'affitto e riesci a mantenerti
il discorso è sempre quello.
Originariamente inviato da tommy781
mio padre operaio prossimo alla pensione: 980 euro al mese netti
io operaio da cinque anni: 1200 euro al mese più 400 di trasferta
bene
mia madre prossima alla pensione (beh quasi): 1700 euro al mese
io impiegato statale da 3 anni: 800 euro al mese e una manciata di ticket
quindi?
[B]CUT
a questo punto sarebbe vivere per lavorare, e non mi sembra una grande aspettativa di vita se me lo lasci dire...
The Mighty Gex
24-02-2004, 15:57
io non sono più povero dei miei genitori,
sono loro più ricchi di me...
ma mi sembra normale, loro hanno avuto una vita per accumulare i soldi, io sto iniziando la mia vita, il mio stipendio mi basta solo per arrivare al 31.
Originariamente inviato da /\/\@®¢Ø
Ci sono lavori che sono ricercati e ben pagati nonostante non richiedano una laurea (panettiere ad esempio, ma mi sembra anche pizzaiolo), ma molti non vogliono neanche pensare all'idea di farsi parecchie ore al giorno e "rovinarsi" i fine settimana.
Io sto proprio facendo il pizzaiolo come secondo lavoro (in tutto sono sulle 11-12 ore di media al dì); e se non faccio così altro che in casa fino a 30 anni, ci rimango finchè crepo.
Proprio stasera devo discutere con il titolare dei dindini. Ne ho già sentito uno di locale, mi aveva fatto un'offerta talmente ridicola che gli ho riso in faccia. :O
Ci sono tantissimi locali-ditte-imprenditori ecc, che pur di risparmiare sono disposti ad assumere un ragazzo con esperienza pari a zero e di insegnargli tutto, tanto poi lo pagano come apprendista. :rolleyes:
Originariamente inviato da Graffio
Io sto proprio facendo il pizzaiolo come secondo lavoro (in tutto sono sulle 11-12 ore di media al dì); e se non faccio così altro che in casa fino a 30 anni, ci rimango finchè crepo.
Proprio stasera devo discutere con il titolare dei dindini. Ne ho già sentito uno di locale, mi aveva fatto un'offerta talmente ridicola che gli ho riso in faccia. :O
Ci sono tantissimi locali-ditte-imprenditori ecc, che pur di risparmiare sono disposti ad assumere un ragazzo con esperienza pari a zero e di insegnargli tutto, tanto poi lo pagano come apprendista. :rolleyes:
Lascia perdere.. difficile convincere i "teorici", che vanno avanti grazie alle famiglie di origine ed ai proclama politici.
Hai portato una esperienza vera, reale... altro che "i lavori ci sono è che non li volete fare" :rolleyes:
Originariamente inviato da affi
...altro che "i lavori ci sono è che non li volete fare"
Credo che la verità sia nel mezzo.
/\/\@®¢Ø
24-02-2004, 18:55
Originariamente inviato da Graffio
Io sto proprio facendo il pizzaiolo come secondo lavoro (in tutto sono sulle 11-12 ore di media al dì); e se non faccio così altro che in casa fino a 30 anni, ci rimango finchè crepo.
Proprio stasera devo discutere con il titolare dei dindini. Ne ho già sentito uno di locale, mi aveva fatto un'offerta talmente ridicola che gli ho riso in faccia. :O
:confused:, un mio amico ancora 3-4 anni fa prendeva sui 3 milioni di lire e le ore erano ragionevoli (lavorava in una pizzeria da asporto che apriva nel pomeriggio).
A proposito... verresti alla cena dei veneti? cosi' abbiamo chi ci fa le pizze :D :sofico:.
boom economico e posto fisso ????
forse per alcuni......
i miei erano operai ora pensionati, addirittura pre-pensionati, altro che boom economico.....
non hanno una casa loro e sono in affitto.....
i giovani d'oggi ?
staranno come i giovani di ieri, con pochi soldi in tasca e molti sogni nella testa.....
vuoi i soldi ?
lavora
Originariamente inviato da evelon
Credo che la verità sia nel mezzo.
Come sempre, del resto.
Originariamente inviato da affi
Lascia perdere.. difficile convincere i "teorici", che vanno avanti grazie alle famiglie di origine ed ai proclama politici.
[...]
Mi vien da dire, da che pulpito!
Visto che quello che infilerebbe le colpe di berlusconi anche in thread sul mal tempo sei tu... :D
/\/\@®¢Ø
25-02-2004, 11:44
Originariamente inviato da gpc
Mi vien da dire, da che pulpito!
Visto che quello che infilerebbe le colpe di berlusconi anche in thread sul mal tempo sei tu... :D
Vedi che sei in malafede :O, in realta' e' un thread sulle ripercussioni sulle condizioni climatiche dell'operato del nostro Presidente del Consiglio :D.
Originariamente inviato da /\/\@®¢Ø
Vedi che sei in malafede :O, in realta' e' un thread sulle ripercussioni sulle condizioni climatiche dell'operato del nostro Presidente del Consiglio :D.
Attento alle pale del mulino al prossimo giro dopo questa... :D
/\/\@®¢Ø
25-02-2004, 12:41
Originariamente inviato da gpc
Attento alle pale del mulino al prossimo giro dopo questa... :D
Sono pronto :O :D
majin mixxi
25-02-2004, 18:25
:rolleyes:
Per favore, cerchiamo di non polemizzare sul personale, ho anche segnalato questo comportamento.
Torniamo In Topic; come si evince da questo articolo, http://www.repubblica.it/2004/a/speciale/altri/przcons/altroconsumo/altroconsumo.html , siamo il fanalino di coda dell'Europa, per quanto riguarda il controllo dei prezzi post-euro.
C'è ancora qualcuno che ha in mente di affermare il contrario?
Lo riporto qui sotto:
Inchiesta dell'associazione indipendente su 346 prodotti
Spagna e Germania sono diventate più economiche
Altroconsumo boccia l'Italia: "Paese più caro di Eurolandia"
Sorpresa: la moneta unica rende Londra conveniente
ROMA - E' il paese più caro tra quelli che hanno adottato l'euro. L'Italia guadagna la medaglia del disonore sul fronte prezzi. Stavolta è un'inchiesta-guida di Altroconsumo a rivelare come alcuni paesi prima più cari dell'Italia, ora sono più competitivi per acquistare un paniere di 346 prodotti tra abbigliamento, cd e dvd, cura del corpo, video, foto, informatica e altri. In Germania, ad esempio, tre anni fa la spesa per acquistare tale paniere era uguale a quella italiana: ora, invece, si spende il 3,8% in meno che in Italia.
Per Altroconsumo, gli ultimi due anni trascorsi all'insegna dell'euro hanno tolto all'Italia il primato della convenienza in Europa emerso dall'inchiesta prezzi del 2001, sempre condotta da Altroconsumo.
Per l'associazione indipendente di consumatori le cause non sono da ricercarsi nell'introduzione della moneta unica, che, come ha mostrato l'indagine, non ha prodotto simili effetti in Germania, per esempio, dove oggi il tasso d'inflazione è circa un terzo di quello italiano. Gli imputati per l'impennata dei prezzi in Italia dal 2001 a oggi sono per Altroconsumo la "mancanza di trasparenza nel mercato, la debolezza dei controlli fiscali sugli aumenti dei prezzi, insomma la politica di controllo e monitoraggio dei prezzi, sia nella fase di passaggio alla nuova moneta, che successivamente".
Tra le otto maggiori città italiane coinvolte nell'indagine, la palma dello shopping più conveniente va a Genova.
A livello europeo, la regina del risparmio è Aquisgrana, la città tedesca che già nel 2001 aveva ottenuto il primo posto nella classifica delle città con i prezzi più competitivi rispetto ai paesi dell'area euro.
Ma tra le 11 capitali europee coinvolte nell'inchiesta, un dato è sorprendente: a Londra, città-simbolo fino a qualche tempo fa di prezzi vertiginosi, è possibile fare ottimi affari sugli articoli compresi nel paniere. Merito dell'euro che dal 2001 a oggi ha visto la moneta europea crescere del 17% sulla sterlina.
(25 febbraio 2004)
Originariamente inviato da affi
Per favore, cerchiamo di non polemizzare sul personale, ho anche segnalato questo comportamento.
Torniamo In Topic; come si evince da questo articolo, http://www.repubblica.it/2004/a/speciale/altri/przcons/altroconsumo/altroconsumo.html , siamo il fanalino di coda dell'Europa, per quanto riguarda il controllo dei prezzi post-euro.
C'è ancora qualcuno che ha in mente di affermare il contrario?
[...]
Mi quoti per favore dove è stato detto il contrario?
Quello che sosteniamo è che la colpa dell'impennata dei prezzi è SOLO ed ESCLUSIVAMENTE dei consumatori (ovvero il mercato) che hanno continuato a comprare senza preoccuparsi dei posti dove costava di più o di meno.
E visto che non siamo nella Russia comunista, il governo poteva controllare ben poco.
Come dicevo (prima? in un altro thread?) una cosa utile sarebbe stata lasciare più tempo i doppi prezzi, ma questi non sarebbero stati controlli, sarebbero stati palliativi e in ogni caso l'ultima parola spettava ai cittadini.
Tutto qui.
Ora dimmi che ci vedi di proclami politici o baggianate simili.
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