View Full Version : Schwarzenegger firma la prima condanna a morte
majin mixxi
10-02-2004, 19:40
Stavolta il soprannome di “Terminator” non sarà soltanto legato ad un personaggio cinematografico per Arnold Schwarzenegger. Il neogovernatore della California ha per la prima volta nelle mani la vita di un uomo e ha deciso di “terminarla”. Ma la storia non finisce qui.
Arnold si è infatti rifiutato di graziare l’assassino di quattro persone - di cui due bambini - che però si è sempre dichiarato innocente.
Ma la Corte Suprema degli Stati Uniti ha fermato la sentenza che doveva avere luogo a mezzanotte, dando una settimana di tempo a 11 giudici per decidere se il caso debba essere riaperto.
Il condannato si chiama Kevin Cooper e il suo caso è tra quelli più seguiti dalle associazioni per i diritti civili, che accusano la polizia e la corte di averlo perseguitato perché nero e povero, arrivando a falsificare le prove e a non tenere conto degli elementi che potevano scagionarlo.
Ma malgrado le proteste e gli stessi dubbi della Corte Suprema, Schwarzy si è mostrato irremovibile, ordinando agli avvocati dello Stato di combattere contro ogni decisione che possa impedire l’esecuzione di Cooper.
Un vero Terminator.
Sul serio, questa volta.
:nonsifa:
Sinclair63
10-02-2004, 19:41
A quando uno swarzenegger in Italia?:rolleyes:
bluelake
10-02-2004, 19:42
Originariamente inviato da Sinclair63
A quando uno swarzenegger in Italia?:rolleyes:
spero mai
Originariamente inviato da Sinclair63
A quando uno swarzenegger in Italia?:rolleyes:
Spero mai!
simone17
10-02-2004, 19:44
Originariamente inviato da bluelake
spero mai
Giammai.
Dio ce ne scampi e liberi.
Ragazzi non è il vero Schwarzenegger, è stato riprogrammato come in Terminator 3! Ma lui riuscirà a tornare in sé... speriamo... :muro: :muro: :muro:
lnessuno
10-02-2004, 19:47
non conosco la vicenda... ma quello è uno dei tanti motivi per cui sono contro la pena di morte...
secondo me forse sarebbe più giusta se, in caso si scoprisse che è stata giustiziata la persona sbagliata, venisse ammazzato quello che ha firmato la condanna... magari si andrebbe più cauti con queste cose :rolleyes:
ClauDeus
10-02-2004, 19:49
Originariamente inviato da lnessuno
non conosco la vicenda... ma quello è uno dei tanti motivi per cui sono contro la pena di morte...
secondo me forse sarebbe più giusta se, in caso si scoprisse che è stata giustiziata la persona sbagliata, venisse ammazzato quello che ha firmato la condanna... magari si andrebbe più cauti con queste cose :rolleyes:
Bush sarebbe già in putrefazione....
Blindman
10-02-2004, 19:52
Tristissima la cosa in se, non che sia Schwarzenegger a firmarla la condanna...
Non è il primo e temo non sarà l'ultimo poveraccio che giustizieranno per sbaglio....
Sinclair63
10-02-2004, 19:55
Originariamente inviato da Sinclair63
A quando uno swarzenegger in Italia?:rolleyes:
Mi autoquoto non per questo caso specifico ma perchè almeno per i delitti più efferati e aberranti per me è l'unica cosa che può fare da deterrente ecco tutto non fraintendetemi!
bluelake
10-02-2004, 19:58
Originariamente inviato da Sinclair63
Mi autoquoto non per questo caso specifico ma perchè almeno per i delitti più efferati e aberranti per me è l'unica cosa che può fare da deterrente ecco tutto non fraintendetemi!
Credo che l'unica cosa che si può rispondere è che nonostante l'esistenza della pena di morte negli USA delitti efferati e aberranti vengono commessi comunque, ogni giorno, senza soluzione di continuità. Quindi l'utilità di tale pena è decisamente effimera ;)
Sinclair63
10-02-2004, 20:00
Originariamente inviato da bluelake
Credo che l'unica cosa che si può rispondere è che nonostante l'esistenza della pena di morte negli USA delitti efferati e aberranti vengono commessi comunque, ogni giorno, senza soluzione di continuità. Quindi l'utilità di tale pena è decisamente effimera ;)
Beh se consideri che gli italiani non sono gli americani...:rolleyes: ;)
alimatteo86
10-02-2004, 20:01
Originariamente inviato da ClauDeus
Bush sarebbe già in putrefazione....
...e non solo lui.....
bluelake
10-02-2004, 20:05
Originariamente inviato da Sinclair63
Beh se consideri che gli italiani non sono gli americani...:rolleyes: ;)
appunto, in Italia anche chi viene condannato all'ergastolo difficilmente poi sconta realmente tutta la pena... da noi basterebbe applicare sul serio e indistintamente le pene previste già adesso come deterrente ;)
pozzy666
10-02-2004, 20:08
Deluso da Arnold....mi dispiace parecchio!
Il governatore non firma nessuna condanna.
Sono i giudici a condannare e stabilire le pene con regolari processi.
Il governatore ha la possibilità di concedere la grazia (credo commutando la condanna a morte in ergastolo).
majin mixxi
10-02-2004, 20:13
Originariamente inviato da SaMu
Il governatore non firma nessuna condanna.
Sono i giudici a condannare e stabilire le pene con regolari processi.
Il governatore ha la possibilità di concedere la grazia (credo commutando la condanna a morte in ergastolo).
ehm...credo si capisse :D
Originariamente inviato da Blindman
Non è il primo e temo non sarà l'ultimo poveraccio che giustizieranno per sbaglio....
??
Scusa ma cme fai a dire che lo giustizieranno per sbaglio ?
Io non sò la storia ma secondo l'iter processuale quel tizio, prima di arrivare alla condanna a morte è sicuramente stato processato e deve sicuramente aver passato tutti i gradi di processo (processo, appello etc..) previsti nell'ordinamento.
Se è stato riconosciuto colpevole di aver ammazzato 2 uomini e 2 bambini non mi pare che sia poi uno "stinco di santo" e la pena la merita tutta.
Ovviamente se si hanno prove certe che possono far riaprire il caso è un'altra storia ma se la condanna è stata firmata queste prove tanto certe non debbono essere...
Burlindo
10-02-2004, 20:14
Se tu per far capire a uno che ha sbagliato lo uccidi.... Chissà se è innocente o no, tanto che importanza ha adesso?
Originariamente inviato da bluelake
Credo che l'unica cosa che si può rispondere è che nonostante l'esistenza della pena di morte negli USA delitti efferati e aberranti vengono commessi comunque, ogni giorno, senza soluzione di continuità. Quindi l'utilità di tale pena è decisamente effimera ;)
no... non è effimera! si giustiziano i negri per far fare bella figura ai (governatori) bianchi.
Originariamente inviato da Burlindo
Se tu per far capire a uno che ha sbagliato lo uccidi.... Chissà se è innocente o no, tanto che importanza ha adesso?
Ti stai riferendo a me ?
Non ho capito a causa del salto pagina.
Originariamente inviato da evelon
Se è stato riconosciuto colpevole di aver ammazzato 2 uomini e 2 bambini non mi pare che sia poi uno "stinco di santo" e la pena la merita tutta.
questa cosa è piuttosto opinabile...
Ma quelli che mi fanno veramente ridere sono coloro che dicono 'non va ELIMINATO (evitiamo di dire 'giustiziato'..visto che di giustizia ce n'è davvero poca..) perchè ci sono dubbi sulla sua colpevolezza'...
La pena di mortenon è un gioco: Se si è contro si è contro sempre, anche se si ha davanti il cannibale di Milwaakee che ha confessato....
jokervero
10-02-2004, 20:22
Giammai la pena di morte in Italia. Pena di morte simbolo d'inciviltà assoluta. Crimine ancor più grave perchè commesso dallo Stato che invece dovrebbe impedirli gli omicidi. Anche se fatto dallo Stato rimane un omicidio.
Noi europei ci dimostriamo superiori per civilità, gli americani hanno ancora tanto da imparare.... :rolleyes:
Originariamente inviato da majin mixxi
ehm...credo si capisse :D
No, non credo..
Leggi i commenti degli utenti: pare che Schwarzenegger si sia svegliato una mattina e abbia condannato a morte uno.
Originariamente inviato da Valo
questa cosa è piuttosto opinabile...
Ripeto che non conosco la storia e quindi parlo più per impressioni che per conoscenza del caso specifico.
Per quanto mi riguarda una persona che ammazza (per qualsiasi motivo) due uomini e due bambini ha tutto il diritto alla sedia elettrica.
Jaguar64bit
10-02-2004, 20:26
Originariamente inviato da majin mixxi
Stavolta il soprannome di “Terminator” non sarà soltanto legato ad un personaggio cinematografico per Arnold Schwarzenegger. Il neogovernatore della California ha per la prima volta nelle mani la vita di un uomo e ha deciso di “terminarla”. Ma la storia non finisce qui.
Arnold si è infatti rifiutato di graziare l’assassino di quattro persone - di cui due bambini - che però si è sempre dichiarato innocente.
Ma la Corte Suprema degli Stati Uniti ha fermato la sentenza che doveva avere luogo a mezzanotte, dando una settimana di tempo a 11 giudici per decidere se il caso debba essere riaperto.
Il condannato si chiama Kevin Cooper e il suo caso è tra quelli più seguiti dalle associazioni per i diritti civili, che accusano la polizia e la corte di averlo perseguitato perché nero e povero, arrivando a falsificare le prove e a non tenere conto degli elementi che potevano scagionarlo.
Ma malgrado le proteste e gli stessi dubbi della Corte Suprema, Schwarzy si è mostrato irremovibile, ordinando agli avvocati dello Stato di combattere contro ogni decisione che possa impedire l’esecuzione di Cooper.
Un vero Terminator.
Sul serio, questa volta.
:nonsifa:
Mi era simpatico come attore , ma dopo aver letto questa decisione che ha preso , mi e' scaduto , e' una cosa triste.
majin mixxi
10-02-2004, 20:30
Originariamente inviato da SaMu
No, non credo..
Leggi i commenti degli utenti: pare che Schwarzenegger si sia svegliato una mattina e abbia condannato a morte uno.
dal momento in cui non firma la grazia in pratica lo condanna
Originariamente inviato da SaMu
No, non credo..
Leggi i commenti degli utenti: pare che Schwarzenegger si sia svegliato una mattina e abbia condannato a morte uno.
Ha deciso di non salvarlo evitando di firmare la grazia, quindi è ciome se lo avesse condannato.
Blindman
10-02-2004, 20:30
Originariamente inviato da evelon
??
Scusa ma cme fai a dire che lo giustizieranno per sbaglio ?
Io non sò la storia ma secondo l'iter processuale quel tizio, prima di arrivare alla condanna a morte è sicuramente stato processato e deve sicuramente aver passato tutti i gradi di processo (processo, appello etc..) previsti nell'ordinamento.
Se è stato riconosciuto colpevole di aver ammazzato 2 uomini e 2 bambini non mi pare che sia poi uno "stinco di santo" e la pena la merita tutta.
Ovviamente se si hanno prove certe che possono far riaprire il caso è un'altra storia ma se la condanna è stata firmata queste prove tanto certe non debbono essere...
Scusa, in effetti mi sono espresso male.....
Volevo dire nell'ipotesi in cui fosse innocente, non sarebbe il primo caso di persona mandata al patibolo con prove quanto meno "discutibili"
Effettivamente da come l'ho scritta sembrava scontata l'innocenza del tipo in questione, ma sulla vicenda non so assolutamente nulla ;)
Originariamente inviato da jokervero
Giammai la pena di morte in Italia. Pena di morte simbolo d'inciviltà assoluta.
La pena di morte non è un simbolo.
Chi ha detto che è un simbolo ?
Originariamente inviato da jokervero
Crimine ancor più grave perchè commesso dallo Stato che invece dovrebbe impedirli gli omicidi. Anche se fatto dallo Stato rimane un omicidio.
Scusa ma questo è falso.
I poteri dello stato (qualunque stato, dagli USA alla Tanzania) prevedono e contemplano delle prerogative che al singolo sono negate.
Rifiutare l'accettazione di questo (ovvero pensare alla pena capitale come ad un omicidio) equivale a negare allo stato le prerogative di..stato...
Infatti se il metro di giudizio è lo stesso per lo stato che per il singolo allora la detenzione non è altro che un sequestro di persona, una cauzione non è altro che un riscatto, un sequestro è un furto, una multa un'estorsione etc...
Il che ovviamente non è vero.
Si può essere anche contro la pena capitale ma definirla un "omicidio" è errato concettualmente
Originariamente inviato da jokervero
Noi europei ci dimostriamo superiori per civilità, gli americani hanno ancora tanto da imparare.... :rolleyes:
Non sono d'accordo
Dei delitti e delle pene
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§ XXVIII
DELLA PENA DI MORTE
Questa inutile prodigalità di supplicii, che non ha mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo bene organizzato. Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse rappresentano la volontà generale, che è l'aggregato delle particolari. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita? E se ciò fu fatto, come si accorda un tal principio coll'altro, che l'uomo non è padrone di uccidersi, e doveva esserlo se ha potuto dare altrui questo diritto o alla società intera?
Non è dunque la pena di morte un diritto, mentre ho dimostrato che tale essere non può, ma è una guerra della nazione con un cittadino, perché giudica necessaria o utile la distruzione del suo essere. Ma se dimostrerò non essere la morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell'umanità.
La morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi. Il primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. La morte di qualche cittadino divien dunque necessaria quando la nazione ricupera o perde la sua libertà, o nel tempo dell'anarchia, quando i disordini stessi tengon luogo di leggi; ma durante il tranquillo regno delle leggi, in una forma di governo per la quale i voti della nazione siano riuniti, ben munita al di fuori e al di dentro dalla forza e dalla opinione, forse piú efficace della forza medesima, dove il comando non è che presso il vero sovrano, dove le ricchezze comprano piaceri e non autorità, io non veggo necessità alcuna di distruggere un cittadino, se non quando la di lui morte fosse il vero ed unico freno per distogliere gli altri dal commettere delitti, secondo motivo per cui può credersi giusta e necessaria la pena di morte.
Quando la sperienza di tutt'i secoli, nei quali l'ultimo supplicio non ha mai distolti gli uomini determinati dall'offendere la società, quando l'esempio dei cittadini romani, e vent'anni di regno dell'imperatrice Elisabetta di Moscovia, nei quali diede ai padri dei popoli quest'illustre esempio, che equivale almeno a molte conquiste comprate col sangue dei figli della patria, non persuadessero gli uomini, a cui il linguaggio della ragione è sempre sospetto ed efficace quello dell'autorità, basta consultare la natura dell'uomo per sentire la verità della mia assersione.
Non è l'intensione della pena che fa il maggior effetto sull'animo umano, ma l'estensione di essa; perché la nostra sensibilità è piú facilmente e stabilmente mossa da minime ma replicate impressioni che da un forte ma passeggiero movimento. L'impero dell'abitudine è universale sopra ogni essere che sente, e come l'uomo parla e cammina e procacciasi i suoi bisogni col di lei aiuto, cosí l'idee morali non si stampano nella mente che per durevoli ed iterate percosse. Non è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio, ricompensa colle sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno piú forte contro i delitti. Quell'efficace, perché spessissimo ripetuto ritorno sopra di noi medesimi, io stesso sarò ridotto a cosí lunga e misera condizione se commetterò simili misfatti, è assai piú possente che non l'idea della morte, che gli uomini veggon sempre in una oscura lontananza.
La pena di morte fa un'impressione che colla sua forza non supplisce alla pronta dimenticanza, naturale all'uomo anche nelle cose piú essenziali, ed accelerata dalle passioni. Regola generale: le passioni violenti sorprendono gli uomini, ma non per lungo tempo, e però sono atte a fare quelle rivoluzioni che di uomini comuni ne fanno o dei Persiani o dei Lacedemoni; ma in un libero e tranquillo governo le impressioni debbono essere piú frequenti che forti. La pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano piú l'animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare. Ma nelle pene moderate e continue il sentimento dominante è l'ultimo perché è il solo. Il limite che fissar dovrebbe il legislatore al rigore delle pene sembra consistere nel sentimento di compassione, quando comincia a prevalere su di ogni altro nell'animo degli spettatori d'un supplicio piú fatto per essi che per il reo.
Perché una pena sia giusta non deve avere che quei soli gradi d'intensione che bastano a rimuovere gli uomini dai delitti; ora non vi è alcuno che, riflettendovi, scieglier possa la totale e perpetua perdita della propria libertà per quanto avvantaggioso possa essere un delitto: dunque l'intensione della pena di schiavitù perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato; aggiungo che ha di piú: moltissimi risguardano la morte con viso tranquillo e fermo, chi per fanatismo, chi per vanità, che quasi sempre accompagna l'uomo al di là dalla tomba, chi per un ultimo e disperato tentativo o di non vivere o di sortir di miseria; ma né il fanatismo né la vanità stanno fra i ceppi o le catene, sotto il bastone, sotto il giogo, in una gabbia di ferro, e il disperato non finisce i suoi mali, ma gli comincia. L'animo nostro resiste piú alla violenza ed agli estremi ma passeggieri dolori che al tempo ed all'incessante noia; perché egli può per dir cosí condensar tutto se stesso per un momento per respinger i primi, ma la vigorosa di lui elasticità non basta a resistere alla lunga e ripetuta azione dei secondi. Colla pena di morte ogni esempio che si dà alla nazione suppone un delitto; nella pena di schiavitù perpetua un sol delitto dà moltissimi e durevoli esempi, e se egli è importante che gli uomini veggano spesso il poter delle leggi, le pene di morte non debbono essere molto distanti fra di loro: dunque suppongono la frequenza dei delitti, dunque perché questo supplicio sia utile bisogna che non faccia su gli uomini tutta l'impressione che far dovrebbe, cioè che sia utile e non utile nel medesimo tempo. Chi dicesse che la schiavitù perpetua è dolorosa quanto la morte, e perciò egualmente crudele, io risponderò che sommando tutti i momenti infelici della schiavitù lo sarà forse anche di piú, ma questi sono stesi sopra tutta la vita, e quella esercita tutta la sua forza in un momento; ed è questo il vantaggio della pena di schiavitù, che spaventa piú chi la vede che chi la soffre; perché il primo considera tutta la somma dei momenti infelici, ed il secondo è dall'infelicità del momento presente distratto dalla futura. Tutti i mali s'ingrandiscono nell'immaginazione, e chi soffre trova delle risorse e delle consolazioni non conosciute e non credute dagli spettatori, che sostituiscono la propria sensibilità all'animo incallito dell'infelice.
Ecco presso a poco il ragionamento che fa un ladro o un assassino, i quali non hanno altro contrappeso per non violare le leggi che la forca o la ruota. So che lo sviluppare i sentimenti del proprio animo è un'arte che s'apprende colla educazione; ma perché un ladro non renderebbe bene i suoi principii, non per ciò essi agiscon meno. Quali sono queste leggi ch'io debbo rispettare, che lasciano un cosí grande intervallo tra me e il ricco? Egli mi nega un soldo che li cerco, e si scusa col comandarmi un travaglio che non conosce. Chi ha fatte queste leggi? Uomini ricchi e potenti, che non si sono mai degnati visitare le squallide capanne del povero, che non hanno mai diviso un ammuffito pane fralle innocenti grida degli affamati figliuoli e le lagrime della moglie. Rompiamo questi legami fatali alla maggior parte ed utili ad alcuni pochi ed indolenti tiranni, attacchiamo l'ingiustizia nella sua sorgente. Ritornerò nel mio stato d'indipendenza naturale, vivrò libero e felice per qualche tempo coi frutti del mio coraggio e della mia industria, verrà forse il giorno del dolore e del pentimento, ma sarà breve questo tempo, ed avrò un giorno di stento per molti anni di libertà e di piaceri. Re di un piccol numero, correggerò gli errori della fortuna, e vedrò questi tiranni impallidire e palpitare alla presenza di colui che con un insultante fasto posponevano ai loro cavalli, ai loro cani. Allora la religione si affaccia alla mente dello scellerato, che abusa di tutto, e presentandogli un facile pentimento ed una quasi certezza di eterna felicità, diminuisce di molto l'orrore di quell'ultima tragedia.
Ma colui che si vede avanti agli occhi un gran numero d'anni, o anche tutto il corso della vita che passerebbe nella schiavitù e nel dolore in faccia a' suoi concittadini, co' quali vive libero e sociabile, schiavo di quelle leggi dalle quali era protetto, fa un utile paragone di tutto ciò coll'incertezza dell'esito de' suoi delitti, colla brevità del tempo di cui ne goderebbe i frutti. L'esempio continuo di quelli che attualmente vede vittime della propria inavvedutezza, gli fa una impressione assai piú forte che non lo spettacolo di un supplicio che lo indurisce piú che non lo corregge.
Non è utile la pena di morte per l'esempio di atrocità che dà agli uomini. Se le passioni o la necessità della guerra hanno insegnato a spargere il sangue umano, le leggi moderatrici della condotta degli uomini non dovrebbono aumentare il fiero esempio, tanto piú funesto quanto la morte legale è data con istudio e con formalità. Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio. Quali sono le vere e le piú utili leggi? Quei patti e quelle condizioni che tutti vorrebbero osservare e proporre, mentre tace la voce sempre ascoltata dell'interesse privato o si combina con quello del pubblico. Quali sono i sentimenti di ciascuno sulla pena di morte? Leggiamoli negli atti d'indegnazione e di disprezzo con cui ciascuno guarda il carnefice, che è pure un innocente esecutore della pubblica volontà, un buon cittadino che contribuisce al ben pubblico, lo stromento necessario alla pubblica sicurezza al di dentro, come i valorosi soldati al di fuori. Qual è dunque l'origine di questa contradizione? E perché è indelebile negli uomini questo sentimento ad onta della ragione? Perché gli uomini nel piú secreto dei loro animi, parte che piú d'ogn'altra conserva ancor la forma originale della vecchia natura, hanno sempre creduto non essere la vita propria in potestà di alcuno fuori che della necessità, che col suo scettro di ferro regge l'universo.
Che debbon pensare gli uomini nel vedere i savi magistrati e i gravi sacerdoti della giustizia, che con indifferente tranquillità fanno strascinare con lento apparato un reo alla morte, e mentre un misero spasima nelle ultime angosce, aspettando il colpo fatale, passa il giudice con insensibile freddezza, e fors'anche con segreta compiacenza della propria autorità, a gustare i comodi e i piaceri della vita? Ah!, diranno essi, queste leggi non sono che i pretesti della forza e le meditate e crudeli formalità della giustizia; non sono che un linguaggio di convenzione per immolarci con maggiore sicurezza, come vittime destinate in sacrificio, all'idolo insaziabile del dispotismo.
L'assassinio, che ci vien predicato come un terribile misfatto, lo veggiamo pure senza ripugnanza e senza furore adoperato. Prevalghiamoci dell'esempio. Ci pareva la morte violenta una scena terribile nelle descrizioni che ci venivan fatte, ma lo veggiamo un affare di momento. Quanto lo sarà meno in chi, non aspettandola, ne risparmia quasi tutto ciò che ha di doloroso! Tali sono i funesti paralogismi che, se non con chiarezza, confusamente almeno, fanno gli uomini disposti a' delitti, ne' quali, come abbiam veduto, l'abuso della religione può piú che la religione medesima. Se mi si opponesse l'esempio di quasi tutt'i secoli e di quasi tutte le nazioni, che hanno data pena di morte ad alcuni delitti, io risponderò che egli si annienta in faccia alla verità, contro della quale non vi ha prescrizione; che la storia degli uomini ci dà l'idea di un immenso pelago di errori, fra i quali poche e confuse, e a grandi intervalli distanti, verità soprannuotano. Gli umani sacrifici furon comuni a quasi tutte le nazioni, e chi oserà scusargli? Che alcune poche società, e per poco tempo solamente, si sieno astenute dal dare la morte, ciò mi è piuttosto favorevole che contrario, perché ciò è conforme alla fortuna delle grandi verità, la durata delle quali non è che un lampo, in paragone della lunga e tenebrosa notte che involge gli uomini. Non è ancor giunta l'epoca fortunata, in cui la verità, come finora l'errore, appartenga al piú gran numero, e da questa legge universale non ne sono andate esenti fin ora che le sole verità che la Sapienza infinita ha voluto divider dalle altre col rivelarle.
La voce di un filosofo è troppo debole contro i tumulti e le grida di tanti che son guidati dalla cieca consuetudine, ma i pochi saggi che sono sparsi sulla faccia della terra mi faranno eco nell'intimo de' loro cuori; e se la verità potesse, fra gl'infiniti ostacoli che l'allontanano da un monarca, mal grado suo, giungere fino al suo trono, sappia che ella vi arriva co' voti segreti di tutti gli uomini, sappia che tacerà in faccia a lui la sanguinosa fama dei conquistatori e che la giusta posterità gli assegna il primo luogo fra i pacifici trofei dei Titi, degli Antonini e dei Traiani.
Felice l'umanità, se per la prima volta le si dettassero leggi, ora che veggiamo riposti su i troni di Europa monarchi benefici, animatori delle pacifiche virtú, delle scienze, delle arti, padri de' loro popoli, cittadini coronati, l'aumento dell'autorità de' quali forma la felicità de' sudditi perché toglie quell'intermediario dispotismo piú crudele, perché men sicuro, da cui venivano soffogati i voti sempre sinceri del popolo e sempre fausti quando posson giungere al trono! Se essi, dico, lascian sussistere le antiche leggi, ciò nasce dalla difficoltà infinita di togliere dagli errori la venerata ruggine di molti secoli, ciò è un motivo per i cittadini illuminati di desiderare con maggiore ardore il continuo accrescimento della loro autorità.
Ciaozzz
davidirro
10-02-2004, 20:48
Originariamente inviato da evelon
I poteri dello stato (qualunque stato, dagli USA alla Tanzania) prevedono e contemplano delle prerogative che al singolo sono negate.
Rifiutare l'accettazione di questo (ovvero pensare alla pena capitale come ad un omicidio) equivale a negare allo stato le prerogative di..stato...
Infatti se il metro di giudizio è lo stesso per lo stato che per il singolo allora la detenzione non è altro che un sequestro di persona, una cauzione non è altro che un riscatto, un sequestro è un furto, una multa un'estorsione etc...
Il che ovviamente non è vero.
Si può essere anche contro la pena capitale ma definirla un "omicidio" è errato concettualmente
Sono perfettamente d'accordo, al di là delle valutazioni su una utilità/giustizia di questo provvedimento.
jokervero
10-02-2004, 21:02
Originariamente inviato da evelon
Non sono d'accordo
Io invece non sono d'accordo con te. Anche se la discussione qui sarebbe troppo lunga.
Io non paragono un sequestro ad un omicidio.....mi sembra che siano 2 cose molto diverse e se non capisci le differenze credo che tu non capisca fino in fondo il valore della vita e i principi della nostra Costituzione.
Io posso riconoscere ad uno Stato tutti i poteri di questo mondo purchè non vadano a ledere il diritto alla vita di nessuno.
Io non posso tollerare che lo Stato si sporchi le mani di sangue....
A parte che secondo me dovresti riflettere sul fatto che passare tutta la propria esistenza in cella essendo privati della propria libertà è una pena assai più grave e più pesante da sopportare della morte tanto è vero che molti ergastolani si suicidano. Molte volte noi non ragioniamo a cosa vuol dire la parola libertà e a cosa significhi stare in carcere, non credere alla demagogia che in carcere ci si diverta.....io sono stato in carcer per lavoro (fare manutenzione ad un impanto anti-incendio) e posso dirti che ho avuto pena per i detenuti e per le loro condizioni di vita....e rifletti che i nostri carceri sono niente in confronto a quelli americani.
Ora il discorso sarebbe troppo lungo da affrontare qui e io non voglio criticare nessuna idea ma quel che voglio dirti è che non è uccidendo una persona che risolvi il problema tanto è vero che in america il tasso di criminilità è ben più alto che da noi....
Considera poi un ultima cosa: lo stato di diritto americano per quanto concerne l'applicazione della giustizia è profondamente diverso dal nostro (secondo me in peggio). Basterà che ti dica una cosa:in america sei colpevole fino a prova contraria mentre in Italia sei innocente fino a prova contraria. Può sembra una sottile differenza ma in questa piccola differenza ci sono secoli di civiltà europea che agli americani ancora manca.
Il tutto ovviamente secondo me.
Sono totalmente contrario alla pena di morte. Ma majin, dall'articolo che hai postato e soprattutto dal titolo della discussione (su cui penso si siano basati la maggior parte degli interventi) sembra che il giudizio sia stato emesso da Schwarzenegger.
Immagino che anche per gli Usa la grazia sia un atto di natura eccezionale; in ogni caso la grazia in quanto tale presume che ci sia stato un regolare processo in cui l'imputato sia stato riconosciuto colpevole.
jumpermax
10-02-2004, 22:06
Originariamente inviato da bluelake
Credo che l'unica cosa che si può rispondere è che nonostante l'esistenza della pena di morte negli USA delitti efferati e aberranti vengono commessi comunque, ogni giorno, senza soluzione di continuità. Quindi l'utilità di tale pena è decisamente effimera ;)
se per questo i delitti li fanno anche qua da noi dove è previsto l'ergastolo. Dovremmo giungere alla conclusione che come utilità tale pena è effimera?
jumpermax
10-02-2004, 22:11
Originariamente inviato da Nicky
Ha deciso di non salvarlo evitando di firmare la grazia, quindi è ciome se lo avesse condannato.
veramente no. La grazia non è una prassi consolidata del sistema giudiziario, ma una extrema ratio da usare solo in casi eccezionali, dato non è lui ad amministrare la legge, ma i giudici. Per cui a meno che non ci siano prove schiaccianti a favore dell'innocenza del condannato il governatore di solito non firma. Se il governatore è contro la pena di morte in genere può benissimo modificare la legge dello stato.
jumpermax
10-02-2004, 22:12
Originariamente inviato da jokervero
Basterà che ti dica una cosa:in america sei colpevole fino a prova contraria mentre in Italia sei innocente fino a prova contraria. Può sembra una sottile differenza ma in questa piccola differenza ci sono secoli di civiltà europea che agli americani ancora manca.
Il tutto ovviamente secondo me.
Speraci... davvero speraci che qua da noi tu sia innocente fino a prova contraria...
"Reso noto un rapporto del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti Usa: 12% dei giovani afroamericani è in carcere
I detenuti bianchi della stessa fascia d'età rappresentano l'1,6% del totale, che ha superato la soglia dei due milioni
Detenuti afroamericani in un carcere Usa
WASHINGTON - Il 12 per cento degli afroamericani di età compresa tra i 20 e i 34 anni è in prigione. Ne ha dato notizia il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti in un rapporto dal quale risulta che i detenuti bianchi compresi nella stessa fascia d'età raggiungono l'1,6 per cento del Paese e l'intera popolazione carceraria supera i due milioni. Lo scorso anno, per la prima volta, ha oltrepassato la soglia dei due milioni, arrivando a 2.019.234 di detenuti, su un totale di una popolazione di 280 milioni di persone. In Italia, tanto per fare un raffronto, i detenuti sono 56.000 su una popolazione totale di 57 milioni di abitanti.
DAGLI ANNI '70 QUADRUPLICATO IL NUMERO DEI DETENUTI - Dalla metà degli anni Settanta a oggi, il numero di carcerati negli Stati Uniti è quadruplicato. La percentuale di giovani uomini neri nei penitenziari statunitensi raggiunge oggi la cifra più alta mai toccata ha detto al «New York Times» Allen J. Beck, esperto di studi statistici sui penitenziari presso il Dipartimento di giustizia.
Alfred Blumstein, criminologo presso la Carnegie Mellon University, ha definito «drammatica» la percentuale di afroamericani detenuti nelle carceri statunitensi.
Articoli su carcere e neri negli USA
www.informationguerrilla.org/carceri_usa.htm
www.informationguerrilla.org/la_liberta_vigilata_del_ghetto.htm
www.malcolmx.it/prison/mater/contro/contro1.htm
www.amnesty.it/pubblicazioni/rapporto1999/amr/amr51.html
www.freehomepages.com/giono/indexpdm.html#Inizio
www.google.it/search?q=cache:98RVEohF2EoJ:www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/carf.htm+neri+carceri&hl=it&ie=UTF-8
http://www.ristretti.it/areestudio/estero/generale/loic.htm
http://www.prclombardia.it/lavorogruppo/carceri/wacquant.html
http://www.disinformazione.it/carceri.htm
Si discute tanto della pena di morte qui in Europa, quando in realta' il problema sono le armi, la polizia e il carcere. La pena di morte e' solo l'ultimo anello di una folle spirale di controlo sociale
:mad:
nicovent
10-02-2004, 23:38
A chi fosse interessato ad approfondire l'argomento suggerisco l'attenta lettura di:
Punizione Suprema di Turow Scott
Personalmente ero favore della Pena Capitale (anche se con alcune fondamentali correzioni) e dopo la lettura la mia posizione non è cambiata anche se ora analizzo la questione da altri punti di vista.
Nico
davidirro
11-02-2004, 00:08
Originariamente inviato da jokervero
Io non paragono un sequestro ad un omicidio.....mi sembra che siano 2 cose molto diverse e se non capisci le differenze credo che tu non capisca fino in fondo il valore della vita e i principi della nostra Costituzione.
Io posso riconoscere ad uno Stato tutti i poteri di questo mondo purchè non vadano a ledere il diritto alla vita di nessuno.
Io non posso tollerare che lo Stato si sporchi le mani di sangue....
A parte che secondo me dovresti riflettere sul fatto che passare tutta la propria esistenza in cella essendo privati della propria libertà è una pena assai più grave e più pesante da sopportare della morte tanto è vero che molti ergastolani si suicidano. Molte volte noi non ragioniamo a cosa vuol dire la parola libertà e a cosa significhi stare in carcere, non credere alla demagogia che in carcere ci si diverta.....io sono stato in carcer per lavoro (fare manutenzione ad un impanto anti-incendio) e posso dirti che ho avuto pena per i detenuti e per le loro condizioni di vita....e rifletti che i nostri carceri sono niente in confronto a quelli americani.
Beh, ma la carcerazione non ha, in teoria, lo scopo di "correggere" il detenuto? Lo scopo non è punire, ma aiutare, almeno in teoria. Quindi se facciamo discorsi di principi non mi importa che il carcere a vita sia peggio, mi importa se sia o meno in grado di correggere certe indoli, se una persona che si macchia di certi crimini abbia ancora il diritto a questa correzione oppure no, questo mi importa. E la risposta, a mio parere, è no; ci sono cose per cui non si merita il rispetto, perchè l'uomo è responsabile delle proprie azioni, e ha dei diritti finchè li merita. Secondo me c'è un limite oltre il quale la persona perde la dignità di uomo. E con questo i suoi diritti. Io la penso così, ma in Italia non sono certo in maggioranza. Ma in una nazione come gli Stati Uniti, in cui la maggior parte della popolazione la pensa (anche troppo) così, allora è giusto che lo stato rappresenti il volere dei cittadini. Qui si va al principio primo della costituzione, che non è la sacralità della vita, ma la democraticità dello stato (art. 1). Dimostrazione: la pena di morte, sotto legge marziale, per i reati più gravi (altro tradimento, diserzione,...) è stata abrogata solo pochi anni fa per uniformarsi alle norme della comunità europea, a dispetto della costituzione, assai più vecchia. Sul fatto che la pena di morte sia giusta, utile,... si può discutere quanto si vuole, ma non sul fatto che lo stato abbia il diritto e dovere di rappresentare la volontà del proprio popolo al meglio.
Originariamente inviato da Adric
WASHINGTON - Il 12 per cento degli afroamericani di età compresa tra i 20 e i 34 anni è in prigione
:eek: :eek: :eek:
ma quante carceri hanno? si parla di cifre elevatissime...
Originariamente inviato da Sinclair63
A quando uno swarzenegger in Italia?:rolleyes:
beh noi abbiamo Berluska & Bossi
Originariamente inviato da jumpermax
veramente no. La grazia non è una prassi consolidata del sistema giudiziario, ma una extrema ratio da usare solo in casi eccezionali, dato non è lui ad amministrare la legge, ma i giudici. Per cui a meno che non ci siano prove schiaccianti a favore dell'innocenza del condannato il governatore di solito non firma. Se il governatore è contro la pena di morte in genere può benissimo modificare la legge dello stato.
Che la legge l'amministrano i giudici l'ho capito da sola senza il tuo parere illuminante.
Non sto dicendo che la colpa è del governatore se è questo quello che hai inteso.
Semplicemente a quanto pare c'è un sacco di gente che è convinta che sto tizio sia innocente e la grazia lo avrebbe salvato.
Se la grazie non c'è lui muore.
Mi pare che questo pensiero abbia un senso logico.
...considerato che il Granducato di Toscana ha abolito la pena di morte(primo esempio del mondo conosciuto), come strumento incivile dal 1700 circa.........è tutto dire vedere che ancora qualcuno da noi la agogna........e che nei civilissimi USA, come in tante altre parti del mondo, viene applicata.
Morale: in teoria la tecnologia odierna dovrebbe èssere accompagnata da un livello civile e culturale di altissimo livello. In pratica tra l'uomo moderno e l'uomo medioevale l'unica cosa ad èssere evoluta sono gli strumenti.........ovviamente il cervello è stato lasciato in uno scrigno chiuso a chiave e con allarme anti-intrusione:D
jokervero
11-02-2004, 08:53
Originariamente inviato da davidirro
Beh, ma la carcerazione non ha, in teoria, lo scopo di "correggere" il detenuto? Lo scopo non è punire, ma aiutare, almeno in teoria. Quindi se facciamo discorsi di principi non mi importa che il carcere a vita sia peggio, mi importa se sia o meno in grado di correggere certe indoli, se una persona che si macchia di certi crimini abbia ancora il diritto a questa correzione oppure no, questo mi importa. E la risposta, a mio parere, è no; ci sono cose per cui non si merita il rispetto, perchè l'uomo è responsabile delle proprie azioni, e ha dei diritti finchè li merita. Secondo me c'è un limite oltre il quale la persona perde la dignità di uomo. E con questo i suoi diritti. Io la penso così, ma in Italia non sono certo in maggioranza. Ma in una nazione come gli Stati Uniti, in cui la maggior parte della popolazione la pensa (anche troppo) così, allora è giusto che lo stato rappresenti il volere dei cittadini. Qui si va al principio primo della costituzione, che non è la sacralità della vita, ma la democraticità dello stato (art. 1). Dimostrazione: la pena di morte, sotto legge marziale, per i reati più gravi (altro tradimento, diserzione,...) è stata abrogata solo pochi anni fa per uniformarsi alle norme della comunità europea, a dispetto della costituzione, assai più vecchia. Sul fatto che la pena di morte sia giusta, utile,... si può discutere quanto si vuole, ma non sul fatto che lo stato abbia il diritto e dovere di rappresentare la volontà del proprio popolo al meglio.
La carcerazione ha ANCHE lo scopo di correzione di un individuo che ha sbagliato. Non puoi fare un discorso generalista perchè ci sono reati e REATI. E' ovvio che una persona che viene condannata all'ergastolo è una persona sulla quale non si ripone quasi più nessuna speranza, da però a dire che questa persona deve essere TERMINATA ce ne passa....
Chi sono io per decidere della vita o della morte di una persona ? Non sono nessuno e come lui ha sbagliato ad uccidere qualcuno io sbaglierei ad uccidere lui allo stesso modo.
Non ci riteniamo forse assai più civili di paesi in via di sviluppo che ancora applicano la tortura e la pena di morte ?
Un ultima cosa, lascia perdere quel che decide il popolo perchè quasi tutte le volte che è stato il popolo a decidere su qualche evento importante dello Stato la scelta si è rivelata devastante. E' la storia che ce lo insegna, il popolo è volubile e troppo spesso le persone sento il desiderio di vendetta. Perchè alla fine la pena di morte questo è: una vendetta. Ma con la vendetta e la violenza non si sono mai risolti i problemi e il tasso di criminalità americano lo dimostra. Piuttosto che giustiziare gli umani in america si farebbe bene a cercare di colmare il divario che divide chi non ha niente (disperati) con chi invece ha tanto. In america la divisione in classi della società è molto più netta che dai noi ed essendo il paese così grande le differenze sociali si sentono molto più che da noi. Ma questo è un altro discorso....
P.S. In Italia si viene assolti per insufficienza di prove.....in America secondo te questo avviene ? :rolleyes:
Blue Spirit
11-02-2004, 09:03
Originariamente inviato da SaMu
Sono i giudici a condannare e stabilire le pene con regolari processi.
già, regolarissimi...chi ha i soldoni per pagare i migliori avvocati la fa franca anche se colpevole, i poveracci invece vanno sulla sedia elettrica anche quando sono innocenti...
io sono contro la pena di morte, in tutti i casi, e secondo me la massima pena dovrebbe essere la condanna a vita ai lavori forzati.
SOPRATTUTTO in quei casi in cui esiste anche il MINIMO, e sottolineo MINIMO, dubbio.
a chi spala m€rd@ su bush, ricordo anche che clinton, per avere una speranza di essere eletto presidente, ha dovuto introdurre la pena di morte nello stato in cui era governatore (la virginia se non ricordo male...), altrimenti col c@xxo che diventava presidente......
ergo, se avete qualcosa contro bush, direttamente accusate anche l'elettorato americano (visto che quest'ultimo vota solamente i candidati che accettano la pena di morte......), non che io sia contrario a questo, sia chiaro ;)
ah, ricordo anche che IN ITALIA c'è ancora la pena di morte, anche se è applicabile solo in caso di diserzione durante un periodo di guerra ;)
Phoenix68
11-02-2004, 09:19
Originariamente inviato da Nicky
Che la legge l'amministrano i giudici l'ho capito da sola senza il tuo parere illuminante.
Non sto dicendo che la colpa è del governatore se è questo quello che hai inteso.
Semplicemente a quanto pare c'è un sacco di gente che è convinta che sto tizio sia innocente e la grazia lo avrebbe salvato.
Se la grazie non c'è lui muore.
Mi pare che questo pensiero abbia un senso logico.
E' vero ma non del tutto,molti fuori stanno chiedendo la grazia non perchè lo ritengano inocente ma perchè sono contro(parere opinabile) la pena di morte.
Io personalmente rimango indignato quando sento di persone che hanno ucciso ( e non in un attimo d'ira) e sono state rimesse in libertà.
Non mi piace pensare che un giorno potrei trovarmele come vicino di casa (non è demagogia,molti omicidi degli ultimi anni sono stati fatti da persone con dei precedenti simili).
So che molti mi giudicheranno male ,ma non riesco a pensare al perdono in un caso di omicidio.
Mi piacerebbe vedere in un referendum se siamo davvero così "buoni" come traspare in questi messaggi.
p.s. Per adesso mi accontenterei di un reale ergastolo,e far smettere i vari psicologi di decidere .
,vedi giudizio
Originariamente inviato da Phoenix68
E' vero ma non del tutto,molti fuori stanno chiedendo la grazia non perchè lo ritengano inocente ma perchè sono contro(parere opinabile) la pena di morte.
A me non pare visto che l'articolo diceva:
Il condannato si chiama Kevin Cooper e il suo caso è tra quelli più seguiti dalle associazioni per i diritti civili, che accusano la polizia e la corte di averlo perseguitato perché nero e povero, arrivando a falsificare le prove e a non tenere conto degli elementi che potevano scagionarlo.
Phoenix68
11-02-2004, 10:01
Originariamente inviato da Nicky
A me non pare visto che l'articolo diceva:
Il condannato si chiama Kevin Cooper e il suo caso è tra quelli più seguiti dalle associazioni per i diritti civili, che accusano la polizia e la corte di averlo perseguitato perché nero e povero, arrivando a falsificare le prove e a non tenere conto degli elementi che potevano scagionarlo.
Ho alcuni parenti in America,e mi hanno confermato che il problema dell'integrazione è effettivamente un problema mai risolto (e chissa se lo sarà mai).
questo problema però è diventato il terreno di scontro su cui si basano moltissimi processi e non solo questo.
Forse (e sia chiaro ,con questo non sto facendo un passo indietro,cioè per alcune persone la pena di morte per me sarebbe giusta),la delusione di come viene amministrata la giustizia in Italia porta automaticamente a credere che l'estremo sia giuso.
Ciao
davidirro
11-02-2004, 10:07
Originariamente inviato da jokervero
La carcerazione ha ANCHE lo scopo di correzione di un individuo che ha sbagliato. Non puoi fare un discorso generalista perchè ci sono reati e REATI. E' ovvio che una persona che viene condannata all'ergastolo è una persona sulla quale non si ripone quasi più nessuna speranza, da però a dire che questa persona deve essere TERMINATA ce ne passa....
Chi sono io per decidere della vita o della morte di una persona ? Non sono nessuno e come lui ha sbagliato ad uccidere qualcuno io sbaglierei ad uccidere lui allo stesso modo.
Non ci riteniamo forse assai più civili di paesi in via di sviluppo che ancora applicano la tortura e la pena di morte ?
Un ultima cosa, lascia perdere quel che decide il popolo perchè quasi tutte le volte che è stato il popolo a decidere su qualche evento importante dello Stato la scelta si è rivelata devastante. E' la storia che ce lo insegna, il popolo è volubile e troppo spesso le persone sento il desiderio di vendetta. Perchè alla fine la pena di morte questo è: una vendetta. Ma con la vendetta e la violenza non si sono mai risolti i problemi e il tasso di criminalità americano lo dimostra. Piuttosto che giustiziare gli umani in america si farebbe bene a cercare di colmare il divario che divide chi non ha niente (disperati) con chi invece ha tanto. In america la divisione in classi della società è molto più netta che dai noi ed essendo il paese così grande le differenze sociali si sentono molto più che da noi. Ma questo è un altro discorso....
P.S. In Italia si viene assolti per insufficienza di prove.....in America secondo te questo avviene ? :rolleyes:
E' questo il punto del mio discorso: chi sono io per decidere della morte di qualcuno? nessuno! Chi può farlo? la collettività! Il singolo vieno dopo la collettività, e questo per fortuna anche in Italia ed in ogni paese che si possa definire democratico.
Che il popolo possa sbagliare la storia lo dimostra, ma il principio della democrazia è proprio questo, che il popolo tutto decida, e non pochi illuminati. Poi sono d'accordo con te che la pena di morte non risolve niente, e non fa diminuire il crimine (vedasi usa), ma trovo che certe persone si siano macchiate di crimini per i quali non meritino di stare al mondo. Forse è vendetta, per me è solo giustizia.
Originariamente inviato da Phoenix68
Ho alcuni parenti in America,e mi hanno confermato che il problema dell'integrazione è effettivamente un problema mai risolto (e chissa se lo sarà mai).
questo problema però è diventato il terreno di scontro su cui si basano moltissimi processi e non solo questo.
Forse (e sia chiaro ,con questo non sto facendo un passo indietro,cioè per alcune persone la pena di morte per me sarebbe giusta),la delusione di come viene amministrata la giustizia in Italia porta automaticamente a credere che l'estremo sia giuso.
Ciao
Io parlavo del caso specifico non in generale ;)
davidirro
11-02-2004, 10:10
Originariamente inviato da riaw
ah, ricordo anche che IN ITALIA c'è ancora la pena di morte, anche se è applicabile solo in caso di diserzione durante un periodo di guerra ;)
Ormai non più, l'Italia con l'ingresso in Europa ha dovuto uniformarsi ed eliminarla. :O
Originariamente inviato da davidirro
E' questo il punto del mio discorso: chi sono io per decidere della morte di qualcuno? nessuno! Chi può farlo? la collettività! Il singolo vieno dopo la collettività, e questo per fortuna anche in Italia ed in ogni paese che si possa definire democratico.
A me non sembra proprio.
La carta dei Diritti Umani sancisce i diritti INALIENABILI di ciascun individuo , non ledibili da nessuna collettività.
Se parliamo di esproprio di terreno , è una cosa , ma la libertà personale e la vita , è un diritto che nessuna collettività puà ledere ad un individuo
Altrimenti si parla di regime e non di stato democratico.
Il carcere è il compromesso trovato dalla civiltà umana , per coniugare rispetto dell'individuo e della collettività.
Le carceri di un paese civile , infatti , dovrebbero garantire una vita " dignitosa" a chi vi è carcerato e nel contempo far scontare la pena .
La pena di morte , invece , viola platealmente uno dei diritti umani inalienabili per definizione : il diritto alla vita.
Ciaozzz
Originariamente inviato da davidirro
Ormai non più, l'Italia con l'ingresso in Europa ha dovuto uniformarsi ed eliminarla. :O
questo non lo sapevo ma mi fa piacere :)
Phoenix68
11-02-2004, 10:37
Originariamente inviato da Nicky
Io parlavo del caso specifico non in generale ;)
Lo avevo capito,ma forse non mi sono spiegato io.
Penso che anche in questo caso si tenti di cavalcare l'onda ,per questo dicevo "questo problema però è diventato il terreno di scontro su cui si basano moltissimi processi ".
Ciao
Phoenix68
11-02-2004, 10:41
Originariamente inviato da CYRANO
A me non sembra proprio.
La carta dei Diritti Umani sancisce i diritti INALIENABILI di ciascun individuo , non ledibili da nessuna collettività.
Se parliamo di esproprio di terreno , è una cosa , ma la libertà personale e la vita , è un diritto che nessuna collettività puà ledere ad un individuo
Altrimenti si parla di regime e non di stato democratico.
Ciaozzz
Io rimango dell'idea che chi Lede il diritto INALIENABILE di ciascun individuo merita lo stesso trattamento,non posso pensare che una persona possa uccidere mia figlia (cronaca di questi giorni,e io ho una bambina di 4 anni) e mi debba preoccupare se lui vivrà "dignitosamente2 in carcere.
Mi ripeto,in questi casi non conosco la parola perdono.
Originariamente inviato da Phoenix68
Io rimango dell'idea che chi Lede il diritto INALIENABILE di ciascun individuo merita lo stesso trattamento,non posso pensare che una persona possa uccidere mia figlia (cronaca di questi giorni,e io ho una bambina di 4 anni) e mi debba preoccupare se lui vivrà "dignitosamente2 in carcere.
Mi ripeto,in questi casi non conosco la parola perdono.
dipende se stai cercando giustizia o vendetta.
ma in questi casi chi è coinvolto direttamente secondo me non pensa alla giustizia....
nicovent
11-02-2004, 11:09
Originariamente inviato da Phoenix68
Io rimango dell'idea che chi Lede il diritto INALIENABILE di ciascun individuo merita lo stesso trattamento,non posso pensare che una persona possa uccidere mia figlia (cronaca di questi giorni,e io ho una bambina di 4 anni) e mi debba preoccupare se lui vivrà "dignitosamente2 in carcere.
Mi ripeto,in questi casi non conosco la parola perdono.
Stra-quoto
nicovent
11-02-2004, 11:13
Originariamente inviato da riaw
dipende se stai cercando giustizia o vendetta.
ma in questi casi chi è coinvolto direttamente secondo me non pensa alla giustizia....
Dal mio punto di vista, la considerazione guistizia/vendetta non è il giusto approccio alla pena di morte.
Molti dei tentativi di riformare la pena di morte negli USA hanno come principale obbiettivo la volontà di impedire che chi ha commesso un omicidio lo possa ri-commettere.
Non si tratta di Pena di Morte come deterrente, nè tantomeno come forma di vendetta, si tratta semplicemente di avere la certezza di tutelare eventuali altre "potenziali" vittime dell'omicida.
Con questa visione della pena capitale viene ovviamente stilata una lista di "casistiche" potenzialmente soggette.
Originariamente inviato da Phoenix68
Io rimango dell'idea che chi Lede il diritto INALIENABILE di ciascun individuo merita lo stesso trattamento,non posso pensare che una persona possa uccidere mia figlia (cronaca di questi giorni,e io ho una bambina di 4 anni) e mi debba preoccupare se lui vivrà "dignitosamente2 in carcere.
Mi ripeto,in questi casi non conosco la parola perdono.
Anche io ho un bimbo di 2 anni e poco +, ma non è uccidendo un'altra persona che riavrei il mio bambino.......
Il perdono è un'altra cosa, non potrei mai e poi mai perdonare chi volontariamente toglie la vita ad un'altro essere umano.
Certezza della pena è quello che ci vuole, non la pena di morte, alla morte come si dice non c'è rimedio perciò meglio un assassino vivo che 1 innocente morto.
Originariamente inviato da nicovent
Dal mio punto di vista, la considerazione guistizia/vendetta non è il giusto approccio alla pena di morte.
Molti dei tentativi di riformare la pena di morte negli USA hanno come principale obbiettivo la volontà di impedire che chi ha commesso un omicidio lo possa ri-commettere.
Non si tratta di Pena di Morte come deterrente, nè tantomeno come forma di vendetta, si tratta semplicemente di avere la certezza di tutelare eventuali altre "potenziali" vittime dell'omicida.
Con questa visione della pena capitale viene ovviamente stilata una lista di "casistiche" potenzialmente soggette.
Se i motivi fossera davvero questi basterebbe l'ergastolo. ;)
Second Reality
11-02-2004, 11:28
Io c'ero..
quando ha condotto la campagna elettorale.
E devo dire che come personaggio mi è molto piaciuto.
Ho letto solo le prime risposte.
Sempre a contestare l'operato della giustizia.
Sono contro la pena di morte ma se la legge c'e' va applicata.
Originariamente inviato da parax
Se i motivi fossera davvero questi basterebbe l'ergastolo. ;)
Quoto.
Ciaozzz
andreamarra
11-02-2004, 11:38
Purtroppo in America per tenere il potere bisogna dimostrare di essere cinici. E con le condanne a morte, in America, il prestigio aumenta e molto.
Phoenix68
11-02-2004, 11:50
Originariamente inviato da nicovent
Dal mio punto di vista, la considerazione guistizia/vendetta non è il giusto approccio alla pena di morte.
Molti dei tentativi di riformare la pena di morte negli USA hanno come principale obbiettivo la volontà di impedire che chi ha commesso un omicidio lo possa ri-commettere.
Non si tratta di Pena di Morte come deterrente, nè tantomeno come forma di vendetta, si tratta semplicemente di avere la certezza di tutelare eventuali altre "potenziali" vittime dell'omicida.
Con questa visione della pena capitale viene ovviamente stilata una lista di "casistiche" potenzialmente soggette.
Stra quoto io ora
Phoenix68
11-02-2004, 11:57
Originariamente inviato da riaw
dipende se stai cercando giustizia o vendetta.
ma in questi casi chi è coinvolto direttamente secondo me non pensa alla giustizia....
Giustizia deriva da giusto,ed ovviamente è purtroppo opinabile perchè ciò che è giusto per me può non esserlo per te ,io ad esempio non ritengo Giusto che una persona che ha ucciso "consapevolmente e deliberatamente" possa essere giudicata "riscattabile" in qualche maniera.
Per cui ,secondo me cerco Giustizia.
Esempi concreti:Nella vicenda Scattone/Ferraro non proporrei mai la pena di morte perchè non è Sicuro che siano colpevoli,così per Cogne,ma se ci dovessero essere prove piu che inconfutabili non avrei remore a fare il pollice verso.
davidirro
11-02-2004, 12:10
Originariamente inviato da CYRANO
A me non sembra proprio.
La carta dei Diritti Umani sancisce i diritti INALIENABILI di ciascun individuo , non ledibili da nessuna collettività.
Se parliamo di esproprio di terreno , è una cosa , ma la libertà personale e la vita , è un diritto che nessuna collettività puà ledere ad un individuo
Altrimenti si parla di regime e non di stato democratico.
Il carcere è il compromesso trovato dalla civiltà umana , per coniugare rispetto dell'individuo e della collettività.
Le carceri di un paese civile , infatti , dovrebbero garantire una vita " dignitosa" a chi vi è carcerato e nel contempo far scontare la pena .
La pena di morte , invece , viola platealmente uno dei diritti umani inalienabili per definizione : il diritto alla vita.
Ciaozzz
Scusa, ma la carta dei diritti dell'uomo non è una legge, è un insieme di principi etico/morali che è stata riconosciuta come linea di principio da alcuni stati. Ma è una linea di principio, non la linea di principio. Io la rispetto e la approvo, ma penso che nel momento in cui una persona si arroga il diritto di violarla, allora la stessa linea viene messa in discussione anche per lui. Se uno ruba non può pretendere che le cose rubate non gli vengano tolte...
"Diritti umani inalienabili per definizione"... ma chi è che sancisce i diritti e i doveri di un cittadino, per definizione, se non lo stato?
Originariamente inviato da Blue Spirit
già, regolarissimi...chi ha i soldoni per pagare i migliori avvocati la fa franca anche se colpevole, i poveracci invece vanno sulla sedia elettrica anche quando sono innocenti...
Ovvio.. si è mai visto un processo regolare? I processi sono -per definizione- irregolari.
Nevermind
11-02-2004, 12:32
Chissà perchè a finire condannati a morte ci finiscono sempre i poveretti :rolleyes: :rolleyes:
Avete mai sentito di un Rockefeller "terminato"?
Comunque io non sono totalmente contrario alla pena di morte in se ma sono contrario ad applicarla in un mondo nel quale a giustizia non è uguale per tutti.
Poi ovviamente se si parla di un pluriomicida colto in fragrante che ammette le sue stragi...... la "voglia" di vederlo arrosto ci sarebbe.
Saluti.
Originariamente inviato da davidirro
"Diritti umani inalienabili per definizione"... ma chi è che sancisce i diritti e i doveri di un cittadino, per definizione, se non lo stato?
Un gruppo sovranazionale.
Il fatto che l'europa abbia più volta ridarguito l'italia perchè non rispetta i diritti umani nelle carceri.
Il fatto che gli usa abbiano redarguito la cina per lo stesso motivo.
Fa chiarezza sul fatto che i diritti umani ( quelli inalienabili ) sono sovranazionali , e non sanciti da uno stato.
Se lo stato X permette l'esecuzione a morte di una persona , anche solo per il fatto che venga denunciata e quindi senza necessità di processo , penso che tutti possiamo dire " in quello stato non vige il diritto ".
Ciaozzz
Phoenix68
11-02-2004, 12:59
Originariamente inviato da the_joe
Anche io ho un bimbo di 2 anni e poco +, ma non è uccidendo un'altra persona che riavrei il mio bambino.......
Il perdono è un'altra cosa, non potrei mai e poi mai perdonare chi volontariamente toglie la vita ad un'altro essere umano.
Certezza della pena è quello che ci vuole, non la pena di morte, alla morte come si dice non c'è rimedio perciò meglio un assassino vivo che 1 innocente morto.
Scusa ma non avevo letto il tuo messaggio,lo comprendo ma non lo condivido.
Non ruiscirei a pensare vivo chi ha ucciso deliberatamente.
Il discorso dell'innocente morto è pura demagogia,nessuno in questo Forum o nella vita reale chiede la pena di morte se non ci sono delle PROVE ben distinte.
vedi i miei post precedenti.
Ciao
Solo la questione razziale fa rabbrividire.
Le statistiche (fonte Amnesty International): il 42% dei condannati a morte negli Stati Uniti sono neri, nonostante il fatto che essi costituiscano solo il 12% della popolazione; l’82% dei giustiziati erano colpevoli di aver ucciso un bianco, nonostante il fatto che bianchi e neri vengano uccisi in ugual misura; un imputato afro-americano ha 4 probabilità in più di un imputato bianco di ricevere una condanna a morte, e le probabilità salgono a 11 se la vittima è un bianco. Nel 1998 Bacre Waly Ndiaye, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie scrive nel proprio rapporto che la discriminazione razziale nell’imposizione delle condanne a morte è particolarmente grave negli Stati meridionali, come Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississipi e Texas (il Texas è lo Stato che conta più esecuzioni).
Questo significa pena di morte negli USA, dimenticate la parola giustizia associata a pena di morte.
Phoenix68
11-02-2004, 13:12
Originariamente inviato da parax
Solo la questione razziale fa rabbrividire.
Le statistiche (fonte Amnesty International): il 42% dei condannati a morte negli Stati Uniti sono neri, nonostante il fatto che essi costituiscano solo il 12% della popolazione; l’82% dei giustiziati erano colpevoli di aver ucciso un bianco, nonostante il fatto che bianchi e neri vengano uccisi in ugual misura; un imputato afro-americano ha 4 probabilità in più di un imputato bianco di ricevere una condanna a morte, e le probabilità salgono a 11 se la vittima è un bianco. Nel 1998 Bacre Waly Ndiaye, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie scrive nel proprio rapporto che la discriminazione razziale nell’imposizione delle condanne a morte è particolarmente grave negli Stati meridionali, come Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississipi e Texas (il Texas è lo Stato che conta più esecuzioni).
Questo significa pena di morte negli USA, dimenticate la parola giustizia associata a pena di morte.
Il fatto che un mezzo sia utilizzato in maniera sbagliata non comporta che anche il mezzo lo sia,qualunque automobile è pericolosa se è pericoloso chi guida.
se si discute la pena di morte è una cosa,se si discute come viene utilizzata è un'altra.
Non mi riferisco a nessuno in particolare in questo thread , ma e' troppo facile ragionare da bianchi negli Usa.
D'accordissimo con parax (guardate i link che ho messo nel primo post).
scusate ma a che PRO tenere tutta sta gente in carcere?
cosa ci guadagnamo noi cittadini a pagare un servizio per mantenere questi rifiuti?
abbiamo i carceri in sovraffollamento, se non li volete uccidere metteteli in un isola a coltivarsi qualcosa per loro o mandateli in africa e portate quà chi muore di fame e non ha fatto niente.
scusate se ho scritto veramente male ma ho scritto di fretta:)
Masamune
11-02-2004, 13:29
d'altronde è abituato a far saltare il culo ai cattivi!!!
VAI SKWARZY FALLI SECCHI!!!!
:hic: bevo per dimenticare
x Adric e parax
vi manca un dato. cioè la morte violenta (leggesi assasinio) è la principale causa di mortalità fra i giovani neri di età compresa fra i 20 e i 30 anni, ad opera principalmente di altri neri
se non dite questo dato cioè che la criminalità violenta è molto più diffusa (per un insieme di ragioni che non starò ad elencare, anche perchè potrei fare solo ipotesi in proposito, ma che non voglio assolutamente attribuire a tipologie razziali) fra i giovani neri che non fra i giovani bianchi le vostre statistiche non hanno assolutamente senso
insan!ty
11-02-2004, 13:34
pena di morte o no, mi sembra che TUTTI questi personaggi appena viene firmata la condanna diventino SEMPRE dei santi...mai fatto niente, mai ucciso una mosca, una persona squisita, il prototipo vivente di san pietro...
...sbaglierà sempre la legge allora...:rolleyes:
bha...
davidirro
11-02-2004, 13:38
Originariamente inviato da CYRANO
Un gruppo sovranazionale.
Il fatto che l'europa abbia più volta ridarguito l'italia perchè non rispetta i diritti umani nelle carceri.
Il fatto che gli usa abbiano redarguito la cina per lo stesso motivo.
Fa chiarezza sul fatto che i diritti umani ( quelli inalienabili ) sono sovranazionali , e non sanciti da uno stato.
Se lo stato X permette l'esecuzione a morte di una persona , anche solo per il fatto che venga denunciata e quindi senza necessità di processo , penso che tutti possiamo dire " in quello stato non vige il diritto ".
Ciaozzz
Certamente! Ma un gruppo sovranazionale ha potere solo nel momento in cui viene sottoscritto da stati che il potere già lo hanno! (e quindi da chi per un ideale rinuncia ad un diritto.) Un gruppo sovranazionale è solo un tentativo di estendere il concetto di democrazia anche a più stati! Ma ancora una volta, se la maggior parte degli stati fosse concorde con la pena di morte, nessuno verrebbe redarguito per questo! E' la volontà comune a decidere cosa è lecito e cosa no, di cosa hai diritto e di cosa no! Gli stati uniti non hanno aderito a nessun accordo che vieti la pena di morte, e quindi hanno tutto il diritto di applicarla nel rispetto della propria volontà popolare. Purtoppo democrazia non sempre significa giustizia, ma se non ci fosse nemmeno questo sarebbe peggio.
Originariamente inviato da fabio69
x Adric e parax
vi manca un dato. cioè la morte violenta (leggesi assasinio) è la principale causa di mortalità fra i giovani neri di età compresa fra i 20 e i 30 anni, ad opera principalmente di altri neri
se non dite questo dato cioè che la criminalità violenta è molto più diffusa (per un insieme di ragioni che non starò ad elencare, anche perchè potrei fare solo ipotesi in proposito, ma che non voglio assolutamente attribuire a tipologie razziali) fra i giovani neri che non fra i giovani bianchi le vostre statistiche non hanno assolutamente senso
quoto!
è troppo facile trovare la scusa che sono NERI!
sono criminali punto e basta...
la violenza è notoriamente più radicata in certi ambienti...bianchi o neri che siano.
se ha ucciso quelle 4 persone è giusto che paghi con la propria vita.
se lo hanno condannato è giusto che paghi!
ma siete contro la pena di morte solo quando bush o schwarzy non firmano la grazia??
ci sono altri governatori che non firmano...ma nessuno ne parla mai...perchè?
Originariamente inviato da fabio69
x Adric e parax
vi manca un dato. cioè la morte violenta (leggesi assasinio) è la principale causa di mortalità fra i giovani neri di età compresa fra i 20 e i 30 anni, ad opera principalmente di altri neri
se non dite questo dato cioè che la criminalità violenta è molto più diffusa (per un insieme di ragioni che non starò ad elencare, anche perchè potrei fare solo ipotesi in proposito, ma che non voglio assolutamente attribuire a tipologie razziali) fra i giovani neri che non fra i giovani bianchi le vostre statistiche non hanno assolutamente senso
rileggi meglio la statistica, Amnesty si chiede come mai l’82% dei giustiziati erano colpevoli di aver ucciso un bianco, nonostante come ritieni tu siano i neri a scannarsi tra loro,
a conferma di ciò amnesty aggiunge "nonostante il fatto che bianchi e neri vengano uccisi in ugual misura; un imputato afro-americano ha 44 probabilità in più di un imputato bianco di ricevere una condanna a morte, e le probabilità salgono a 11 se la vittima è un bianco"
Originariamente inviato da parax
rileggi meglio la statistica, Amnesty si chiede come mai l’82% dei giustiziati erano colpevoli di aver ucciso un bianco, nonostante come ritieni tu siano i neri a scannarsi tra loro,
a conferma di ciò amnesty aggiunge "nonostante il fatto che bianchi e neri vengano uccisi in ugual misura; un imputato afro-americano ha 44 probabilità in più di un imputato bianco di ricevere una condanna a morte, e le probabilità salgono a 11 se la vittima è un bianco"
se mi fai le statistiche di trilussa va bene qualcosa che non va si potrebbe riscontrare
le statistiche però andrebbero interpretate
è chiaro ad esempio è più facile trovare i colpevoli di un omicidio isolato di un bianco che non le vittime di regolamenti di conti fra gang di neri
sto solo facendo un esempio
la tua statistica cmq conferma la mia considerazione
se i neri costituiscono il 12% della popolazione, come mai vengono uccisi in un numero uguale ai bianchi che costituiscono l'85%?
se le statistiche degli uccisi rispecchiassero la percentuale della composizione della popolazione, i morti fra i neri dovrebbero essere appunto il 12% e non il 50%
come vedi le statistiche andrebbero interpretate
e naturalmente ogni caso, fa caso a se
Sia ben chiaro che io sono a priori contro la pena di morte, bianchi, neri, gialli, poveri o ricchi che siano.
Sostengo che con la pena di morte di fatto si riconosca l'omicidio come un mezzo di risoluzione delle controversie.
Se lo stato può uccidere figurarsi io.
fabio69 e zuper:
www.informationguerrilla.org/carceri_usa.htm
www.informationguerrilla.org/la_liberta_vigilata_del_ghetto.htm
www.malcolmx.it/prison/mater/contro/contro1.htm
www.amnesty.it/pubblicazioni/rapporto1999/amr/amr51.html
www.freehomepages.com/giono/indexpdm.html#Inizio
www.google.it/search?q=cache:98RVEohF2EoJ:www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/carf.htm+neri+carceri&hl=it&ie=UTF-8
http://www.ristretti.it/areestudio/estero/generale/loic.htm
http://www.prclombardia.it/lavorogruppo/carceri/wacquant.html
http://www.disinformazione.it/carceri.htm
forse non sono stato chiaro....
x parax
è chiaro
anch'io non sono convinto su questa pena estrema
ma allora invece di fare battaglie di retroguardia adombrando l'innocenza di questo o quello, anche quando questa innocenza è improbabile, perchè non si fa una battaglia più onesta contro la pena di morte touto court, senza tirar in ballo innocenze anche quando parlarne sarebbe fuori luogo?
non sto parlando di questa condanna, anche perè come dicevo ogni caso, fa caso a se
mi tornano in mente invece le campagne in italia a favore di un tale Dell o di quell'italoamericano (anche se aveva la cittadinanza) di cui non ricordo il nome che a rileggere le cronache storne riportate dai nostri giornali erano non dico colpevoli, ma stracolpevoli
ed erano bianchi
tutti qui in italia (politici e certi giornali) invece ad adombrare un innocenza quanto mai improbabile, per non dire campata in aria
Originariamente inviato da Adric
fabio69 e zuper:
www.informationguerrilla.org/carceri_usa.htm
www.informationguerrilla.org/la_liberta_vigilata_del_ghetto.htm
www.malcolmx.it/prison/mater/contro/contro1.htm
www.amnesty.it/pubblicazioni/rapporto1999/amr/amr51.html
www.freehomepages.com/giono/indexpdm.html#Inizio
www.google.it/search?q=cache:98RVEohF2EoJ:www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/carf.htm+neri+carceri&hl=it&ie=UTF-8
http://www.ristretti.it/areestudio/estero/generale/loic.htm
http://www.prclombardia.it/lavorogruppo/carceri/wacquant.html
http://www.disinformazione.it/carceri.htm
forse non sono stato chiaro....
sei stato chiaro
ma come ti ho detto le statistiche andrebbero interpretate
anzi forse non avrebbe senso neanche questo approccio, dato come ho detto ogni caso fa caso a se appunto
soprattutto non ha senso parlare di controllo sociale come hai fatto tu
Originariamente inviato da Phoenix68
Scusa ma non avevo letto il tuo messaggio,lo comprendo ma non lo condivido.
Non ruiscirei a pensare vivo chi ha ucciso deliberatamente.
Il discorso dell'innocente morto è pura demagogia,nessuno in questo Forum o nella vita reale chiede la pena di morte se non ci sono delle PROVE ben distinte.
vedi i miei post precedenti.
Ciao
Ed io ti rispondo tranquillamente: che cosa ti fa propendere per la pena di morte piuttosto che il carcere a VITA certo e assicurato, non come oggi che se uccidi in Italia, 21 anni massimo della pena + sconti vari per buona condotta ecc e dopo 8/10 anni sei fuori, questo intendo quando dico certezza della pena, alla morte non c'è rimedio, se dopo tot anni un condannato si scopre innocente perchè il vero omicida salta fuori, con la pena di morte non si torna indietro, con l'ergastolo c'è la possibilità di rimediare.
Cmq ritornando in Topic, se c'è la pena di morte ed il soggetto è stato condannato, la pena deve essere applicata altrimenti va a farsi benedire il concetto di certezza della pena sopra indicato.
Per il discorso della prova certa, purtroppo in molti casi non è possibile averla o è possibile che ne siano fabbricate ad oc quindi occhio quando si dice "di fronte a prove certe".
Originariamente inviato da riaw
io sono contro la pena di morte, in tutti i casi, e secondo me la massima pena dovrebbe essere la condanna a vita ai lavori forzati.
SOPRATTUTTO in quei casi in cui esiste anche il MINIMO, e sottolineo MINIMO, dubbio.
a chi spala m€rd@ su bush, ricordo anche che clinton, per avere una speranza di essere eletto presidente, ha dovuto introdurre la pena di morte nello stato in cui era governatore (la virginia se non ricordo male...), altrimenti col c@xxo che diventava presidente......
ergo, se avete qualcosa contro bush, direttamente accusate anche l'elettorato americano (visto che quest'ultimo vota solamente i candidati che accettano la pena di morte......), non che io sia contrario a questo, sia chiaro ;)
Quoto in toto.
Burlindo
11-02-2004, 19:40
Originariamente inviato da evelon
Ti stai riferendo a me ?
Non ho capito a causa del salto pagina.
No. Ho scritto quello che mi è venuto in mente leggendo il titolo del 3d.
nicovent
12-02-2004, 11:46
Originariamente inviato da parax
Se i motivi fossera davvero questi basterebbe l'ergastolo. ;)
Originariamente inviato da CYRANO
Quoto.
Putroppo non è cosi facile.
Negli USA ci sono molti casi di condannati che hanno compiuto altri delititti in carcere a danno di altri carcerati o ancor peggio di a danno delle guardie carcerarie.
L'ergastolo purtroppo oggi è una parola svuotata da ogni significato.
Parliamo di pena di morte ma non sappiamo che le modifiche a CP hanno portato ad un esistanza "solo teorica" dell'ergastolo in quando alla resa dei conti non viene MAI REALMENTE applicato.
Billabong
13-02-2004, 07:49
Originariamente inviato da bluelake
appunto, in Italia anche chi viene condannato all'ergastolo difficilmente poi sconta realmente tutta la pena... da noi basterebbe applicare sul serio e indistintamente le pene previste già adesso come deterrente ;)
Nessuno, a partire dagli Americani, ha mai detto che la pna di morte abbia una qualche pratica utilità e funzioni da deterrente.
La pena di morte deriva dal concetto di prederteminazione proprio della dottrina protestante, mentre in europa c'è il concetto di rieducazione.
Entrambi hanno delle ragioni, non ce n'è uno migliore e in questa ottica la pena di morte ha una logica, anche se è certamente da condannare il fatto che uno Stato, incarnato da persone possa esercitare il dirittto di togliere la vita.
Riguardo il caso particolare, mi sembra che ci sia qualche disorsione: non credo che schwarzenegger tenga a far fuori questo tipo e di certo non gliene importa nulla. Quello che fa è solo un adempimento burocratico. La grazia esiste, ma è piuttosto difficile da esercitare per il vincoi e propri e per il fatto che si rischia di creare un precedente.
Inoltre neli Stati Uniti sono molto sensibili, quando uno ammazza dei bambini crea un putiferio, è fuori di dubbio che non ci guadagnerebbe in popolarità a graziarlo.
Riguardo la colpevolezza non giurerei sull'innocenza...
Il fatto che sia nero e indigente non depone a suo favore, anzi, la quasi totalità dei crimini più efferati (e accertati) viene compiuta da disperati.
Certo fa riflettere il fatto che persone lo stesso Stato che permette che alcuni suoi cittadini siano ridotti in condizioni disastrose e quindi senz'altro inclini a compiere certi atti (il che non giustifica assolutamente i loro atti, cmq) poi li condani a morte.
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