bluelake
05-02-2004, 10:05
beh, se credevate ancora che in Italia fare qualcosa di illegale comportasse conseguenze serie, allora mi spiace dirvi che vi sbagliate di grosso.
"Il vero business di Ben Ammar è il nuovo multiplex D-Free. Codignoni: "E' già a break even". Restano attive intanto altre due frequenze analogiche di Prima Tv, sulle quali si intende lanciare un altro canale analogico. (Il Sole 24 Ore, pag 19)"
Ciò significa che con la stessa concessione (Prima Tv), Ben Ammar usa alcune frequenze per il digitale (D-Free) ed altre frequenze (della stessa concessione) per un'altra tv (la "Prima" apparsa in alcune città, tra cui Torino e Rimini -> vedi www.daxmedia.net/losservatorioradiotv sezione TV).
Certo poi che se trasmette solo in alcune città, deve essere considerata come una tv locale...
il tutto mentre Prima Tv ha un'autorizzazione provvisoria per trasmettere pay quindi non potrebbe neanche trasmettere in digitale!!!
Insomma, una situazione di illegalità bella e buona... che a nessuno interessa di bloccare... e intanto a Roma viene spenta un'altra emittente radiofonica locale...
Mercoledi 28/01/2004
Ieri l'emittente non profit romana ha ricevuto un'ordinanza che impone di disattivare il proprio unico trasmettitore entro due giorni. Ma già da tempo alla piccola emittente non profit toccava contendersi la propria unica frequenza con Radio Subasio, che su Roma ne ha altre 9
Il conto alla rovescia è cominciato e di tempo loro ne hanno davvero poco. E' passato poco più di un mese da quando Radio Bbs Popolare Network (sui 94.2 mhz di Roma e Lazio) è riapparsa nell'etere romano, dopo il distacco da Radio Città Futura, e già l'emittente comunitaria - una delle 5 a oggi sopravvissute nella Capitale - rischia di essere messa a tacere.
Lo scorso 3 dicembre Radio Bbs aveva infatti stretto un accordo di collaborazione con la nota Radio Popolare di Milano ed era partito il rilancio dell'emittente a Roma, ma domani o dopodomani potrebbe essere disattivato l'unico trasmettitore che irradia sulla Capitale. Perché? La loro storia è quella di Davide contro Golia. La piccola emittente non profit, senza grandi mezzi economici e che si regge sul lavoro di un gruppo di volontari, si trova a fronteggiare, in una diatriba che va avanti fin dai tempi in cui la frequenza era di proprietà del partito Umanista, uno dei più potenti network commerciali d'Italia, Radio Subasio.
Insomma, con 'Golia' il piccolo Davide capitolino si contende una frequenza, una sola delle dieci di cui Subasio dispone nell'area di Roma. Il network umbro, col suo segnale, schiaccia letteralmente quello della radio locale, ridotta a una condizione di inascoltabilità assoluta.
Ma il Ministero delle Telecomunicazioni non è intervenuto per risolvere il contenzioso: entrambi i trasmettitori, al momento, si trovano a Montegennaro, a poca distanza l'uno dall'altro. Entrambi non sono esattamente in regola, ma a quanto si riesce a sapere la sola Bbs ha ricevuto ieri un'ordinanza del Ministero che impone di disattivare il trasmettitore, per di più a proprie spese ed entro due giorni. La stessa ordinanza è arrivata anche a Radio Subasio? Se sì anche il ripetitore dell'emittente umbra dovrebbe essere disattivato entro poche ore, ma ovviamente con un danno marginale per il mega-network.
Le ore passano e intanto - mentre cercano una via legale per opporsi al provvedimento che mira ad oscurarli - quelli di Radio Bbs Popolare Network continuano a lavorare e a far sentire la propria voce ogni mattina con i gr, la rassegna stampa, i notiziari, gli approfondimenti e i programmi musicali prodotti a Roma.
Loro vanno avanti, forse fino a domani sera. Poi potrebbe tacere un'altra voce nel panorama dell'informazione romana. Un'altra, perché domani sarà anche l'ultimo giorno di vita per la redazione romana de Il Nuovo.it. Mentre a Vivacity restano solo 60 giorni.
"Il vero business di Ben Ammar è il nuovo multiplex D-Free. Codignoni: "E' già a break even". Restano attive intanto altre due frequenze analogiche di Prima Tv, sulle quali si intende lanciare un altro canale analogico. (Il Sole 24 Ore, pag 19)"
Ciò significa che con la stessa concessione (Prima Tv), Ben Ammar usa alcune frequenze per il digitale (D-Free) ed altre frequenze (della stessa concessione) per un'altra tv (la "Prima" apparsa in alcune città, tra cui Torino e Rimini -> vedi www.daxmedia.net/losservatorioradiotv sezione TV).
Certo poi che se trasmette solo in alcune città, deve essere considerata come una tv locale...
il tutto mentre Prima Tv ha un'autorizzazione provvisoria per trasmettere pay quindi non potrebbe neanche trasmettere in digitale!!!
Insomma, una situazione di illegalità bella e buona... che a nessuno interessa di bloccare... e intanto a Roma viene spenta un'altra emittente radiofonica locale...
Mercoledi 28/01/2004
Ieri l'emittente non profit romana ha ricevuto un'ordinanza che impone di disattivare il proprio unico trasmettitore entro due giorni. Ma già da tempo alla piccola emittente non profit toccava contendersi la propria unica frequenza con Radio Subasio, che su Roma ne ha altre 9
Il conto alla rovescia è cominciato e di tempo loro ne hanno davvero poco. E' passato poco più di un mese da quando Radio Bbs Popolare Network (sui 94.2 mhz di Roma e Lazio) è riapparsa nell'etere romano, dopo il distacco da Radio Città Futura, e già l'emittente comunitaria - una delle 5 a oggi sopravvissute nella Capitale - rischia di essere messa a tacere.
Lo scorso 3 dicembre Radio Bbs aveva infatti stretto un accordo di collaborazione con la nota Radio Popolare di Milano ed era partito il rilancio dell'emittente a Roma, ma domani o dopodomani potrebbe essere disattivato l'unico trasmettitore che irradia sulla Capitale. Perché? La loro storia è quella di Davide contro Golia. La piccola emittente non profit, senza grandi mezzi economici e che si regge sul lavoro di un gruppo di volontari, si trova a fronteggiare, in una diatriba che va avanti fin dai tempi in cui la frequenza era di proprietà del partito Umanista, uno dei più potenti network commerciali d'Italia, Radio Subasio.
Insomma, con 'Golia' il piccolo Davide capitolino si contende una frequenza, una sola delle dieci di cui Subasio dispone nell'area di Roma. Il network umbro, col suo segnale, schiaccia letteralmente quello della radio locale, ridotta a una condizione di inascoltabilità assoluta.
Ma il Ministero delle Telecomunicazioni non è intervenuto per risolvere il contenzioso: entrambi i trasmettitori, al momento, si trovano a Montegennaro, a poca distanza l'uno dall'altro. Entrambi non sono esattamente in regola, ma a quanto si riesce a sapere la sola Bbs ha ricevuto ieri un'ordinanza del Ministero che impone di disattivare il trasmettitore, per di più a proprie spese ed entro due giorni. La stessa ordinanza è arrivata anche a Radio Subasio? Se sì anche il ripetitore dell'emittente umbra dovrebbe essere disattivato entro poche ore, ma ovviamente con un danno marginale per il mega-network.
Le ore passano e intanto - mentre cercano una via legale per opporsi al provvedimento che mira ad oscurarli - quelli di Radio Bbs Popolare Network continuano a lavorare e a far sentire la propria voce ogni mattina con i gr, la rassegna stampa, i notiziari, gli approfondimenti e i programmi musicali prodotti a Roma.
Loro vanno avanti, forse fino a domani sera. Poi potrebbe tacere un'altra voce nel panorama dell'informazione romana. Un'altra, perché domani sarà anche l'ultimo giorno di vita per la redazione romana de Il Nuovo.it. Mentre a Vivacity restano solo 60 giorni.