Mvzk
04-12-2003, 07:06
Aggaway! Ammericano Kanssas city...
Non lo so.. avranno ragione loro....
Geuda Spring, paese sperduto nella prateria del Midwest. Un'impone a ogni cittadino di munirsi di armi da fuoco
In Kansas il paese dei pistoleri
"Multato chi non ha un'arma"
dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS
GEUDA SPRINGS - "Dia retta a me, non è la pistola che spara è l'uomo che preme il grilletto". Dietro il bancone del bar Jerry Hills sorride beffardo al "forestiero" e tira fuori un fucile con le canne corte: "Questo ce l'ho da venti anni e non ho mai ammazzato nessuno. Se ha una macchina mi può fare una bella foto e poi ci scrive sopra: il cowboy di Geuda Springs". Jerry è un uomo come tanti, la faccia segnata dal sole e dagli anni, un normale cittadino americano del Midwest; e Geuda Springs è un paesetto come tanti, sperduto in mezzo alla più sperduta prateria del Kansas.
Jerry è un po' seccato per tutto questo baccano. Nel suo bar, ricavato in un largo capannone industriale, ultimamente si sono visti più giornalisti che avventori, tutti lì a fare le solite domande "about the guns", su questa storia delle pistole. Tutta colpa di un anonimo foglietto di carta, trenta righe e sei capoversi, l'ordinanza numero 342 del consiglio comunale, che recita: ogni cittadino dovrà munirsi di un'arma da fuoco e di munizioni, chi non lo fa verrà multato.
Il "paese dei pistoleri" è un borgo rurale di duecento anime (210 per l'esattezza), giù nel sudest del Kansas, quasi ai confini con l'Oklahoma. Un puntino quasi invisibile nella mappa stradale, circondato da "ghostown", città-fantasma che un tempo fecero l'epopea del West, e da villaggi di tre case dai nomi altisonanti: Rome, Oxford, Milan, Cicero.
Da queste parti le battaglie in technicolor tra indiani e cow boy le hanno vissute in diretta, tra queste strade non sono mancati banditi e rapine al treno, saloon e morti per poker, sceriffi e fuggitivi. Lungo la ferrovia che portava a Santa Fe un tempo scendevano a rincorrere sogni, fortuna e soldi coloni di ogni genere: costruttori e avvocati, commercianti e prostitute, ciarlatani e medici. Tanti medici. Perché a quei tempi a Geuda Springs la ricchezza era di casa ed aveva il nome di "acque termali curative". Quelle sette diverse sorgenti, scoperte dagli indiani Ponca, che 150 anni fa spadroneggiavano nella zona, diedero il nome alla città: ge-u-da-ne (le prime tre sillabe in lingua Ponca significano qualcosa a metà tra termale e minerale, la quarta vuol dire sorgente). Quelle acque curavano (così si dice) tutto, ma proprio tutto, compresi i disturbi mentali.
Il padrino dell'ordinanza 342 si chiama John Brewer ed è uno dei cinque consiglieri comunali di Gueda. John è un "libertarian", seguace di quell'ideologia (e partito) che non sopporta la più minima interferenza del governo federale (e a seguire anche di quello statale e locale) nella vita dei cittadini. Spesso di ultra destra (il fondatore del partito in Kansas era lo "speechwriter" di Barry Goldwater, il governatore razzista sconfitto da Lyndon Johnson nelle presidenziali del 1964), i "libertarians" raccolgono simpatie anche tra quelli che in Italia potrebbero essere definiti anarchici e da chi vuole farsi gli affari suoi. John, con capelli e barba bianchi, stempiato e un lungo codino, jeans e camicia a scacchi potrebbe essere l'icona di un reduce del ?68 o di un veterano del Vietnam (che in America spesso coincidono).
"Perché l'ho fatta? Semplice, la nostra è una "incorporated city" e come tale noi abbiamo doveri e responsabilità verso i nostri cittadini. Uno è la sicurezza. Visto che lo sceriffo della contea non ha abbastanza uomini per il nostro paese, ci dobbiamo difendere da soli. Le armi? servono a tenere lontani i "bad boys". E comunque non mi piacciono i giornalisti, questi sono affari nostri".
Nella sua officina dove ripara motociclette (unico posto pubblico di Geuda insieme al bar di Jerry, al Post Office e a un piccolo caffè vicino ai granai) Phillip Russell è un po' meno rude. "Qui siamo gente pacifica, religiosa, non creda che solo perché abbiamo le pistole siamo dei sanguinari. A molti le armi servono per andare a caccia". A Geuda Springs, spiega con pazienza, le armi sono sempre state di casa, "fanno parte del nostro modo di vivere". Tra l'Ottocento e il Novecento i tre hotel allora esistenti e i bagni termali richiamavano frotte di turisti e di malati illusi e, visto che ci troviamo nel selvaggio west, anche noti banditi.
Cento e passa anni fa Geuda era una città dieci volte più grande di adesso, il censimento dell'epoca l'accredita di quasi tremila abitanti, professionisti rispettabili ma anche tanti "bad boys". Qui è venuto a morire Luke Short, sodale del più famoso Wyatt Earp, qui la "Dalton Gang" attaccava e rapinava i treni che correvano verso il Far West, qui negli anni Trenta la premiata ditta Bonnie & Clyde veniva a cercare rifugio tra un assalto a una banca e un altro. "Per chi viene dalle grandi città della East Coast o dall'Europa è difficile capire, ma da queste parti la vita è sempre stata così, una vita con una pistola per amica". Phillip non vuole dire se è d'accordo o meno con l'ordinanza, ma la spiega così: "In realtà nessuno è obbligato, se la legge bene vedrà che sono esclusi quelli che hanno problemi fisici e mentali, i poveri e chi non vuole usare armi da fuoco per motivi religiosi o personali. E del resto il 90 per cento dei cittadini di Geuda già possiede un fucile o una pistola".
Le stesse cose ma per arrivare a conclusioni opposte le butta lì Nathan Cook ("mi chiami pure Nate"), presidente del City Council: "Quell'ordinanza non ha senso, questo è un paese tranquillo, ci sono state sei chiamate per la polizia in un anno e tutte per litigi domestici". Allora i poliziotti ci sono? "Non qui, ma se li chiami arrivano in un quarto d'ora". Nate non vuole che l'immagine del suo paese sia "rovinata", si affanna a spiegare come "tutti aiutano tutti", come i giovani si offrano volontari per ogni bisogna, come Geuda abbia il "miglior gruppo di pompieri volontari" dell'intera contea, se non dell'intero Kansas.
In paese le "volontarie" per eccellenza sono Peggy Terry a Diane Kelly, due simpatiche signore che accolgono i visitatori nel City Building, una stanza con un paio di scrivanie, due computer e un fax, per metà adibita a "museo" locale. "Abbiamo raccolto tutto quello che abbiamo trovato sulla storia di questo paese, guardi quelle foto, questi giornali vecchi di cento anni", spiegano orgogliose. E le pistole? Peggy e Diane scoppiano a ridere: "Wow, siamo diventati celebri in tutta l'America. Ci telefonano dallo Utah, c'è gente che vuole venire qui a passare le vacanze. Noi non possiamo parlare, ma venga stasera al consiglio comunale, si divertirà". Uscendo, Peggy prende una serie di assegni dentro una improbabile cassetta postale: "C'è bisogno di armarsi in un posto dove puoi lasciare gli assegni all'aria aperta?". Il consiglio comunale è stato convocato perché il "city attorney" (l'avvocato del comune) e lo "sheriff" della contea di Sumner hanno contestato la legalità dell'ordinanza. Non perché non gli piacciano le pistole ma per il timore che prima o poi ci scappi il morto e che qualcuno possa fare causa al comune o alla contea. Lo sceriffo, Gerald Gilkey, è amichevole e sorridente: "Guardi quanta gente, ma non si preoccupi, è tutto sotto controllo". Per l'occasione il consiglio comunale ha traslocato dal "city building" in una sala più grande, che possa tenere giornalisti, televisioni e gli abitanti di Geuda. Tutto il paese è presente, fatta eccezione per Shawn McGrew, che ha una ditta per ricambi aerei ("ma io vengo dalle cascate del Niagara, sono finito qui solo per mia moglie e lei, stia sicuro, ci sarà") che ha paura di perdersi la partita di football del lunedì sera.
Nella stanza c'è chi fuma (a Geuda i fumatori sono in larga maggioranza) e l'aria è quella di un'assemblea scolastica. Il clima si fa acceso solo dopo che il "city attorney" Thomas Herlocker (l'unico vestito in giacca e cravatta tra decine di jeans e stivali) dice che sì, lui capisce tutto, che le pistole gli piacciono pure ma che questa storia va regolata dalla contea, "mica potete fare tutto da soli". Il paese è diviso, come diviso è il consiglio comunale dove su cinque membri tre sono a favore e due contro. A Geuda Springs "Bowling for Columbine" nessuna sa che è un film, il "politically correct" è una parola priva di senso, qui non contano molto neanche le differenze di partito. Democratici o repubblicani - ma la maggioranza si dichiara indipendente - tutti sono d'accordo su quanto sia sacrosanto il Secondo Emendamento, quello che garantisce a tutti i cittadini americani il diritto di comprarsi una pistola.
Il sindaco Edward "Ed" Lacey, un quarantenne dalla barba rossa con in testa un cappellino da baseball a stelle e strisce, fa fatica a tenere l'ordine e finisce per prendersela con una incolpevole giornalista di una tv locale. I toni salgono ancora quando si affronta la questione delle multe: questa storia di dover pagare dieci dollari ("non più di dieci dollari" dice con pignoleria l'ordinanza) se uno non vuole tenersi in casa "armi da fuoco e munizioni", "averne cura e tenerle al sicuro" a qualcuno non va proprio giù. John Brewer borbotta che sulla multa si può ridiscutere, ma difende il principio dell'ordinanza e il "diritto dei cittadini" a decidere cosa fare "entro i confini della loro città". Nate risponde per le rime. A cosa serve imporre una cosa che già tutti hanno? Che benefici ne vengono al comune? E difende a sua volta il "diritto dei cittadini" a "non avere una pistola".
Il duello continua in sala, in particolare tra due donne, stessa età, stessi capelli biondi corti, così simili tra loro che potrebbero essere sorelle. Si danno sulla voce, urlano una contro l'altra. Quando quella pro-armi dice all'altra "se sei contro le armi da fuoco dillo ad alta voce", la seconda risponde inferocita: "Guarda che io ho una pistola da quando avevo diciotto anni, anzi adesso ne ho due". Scoppiano grandi applausi e il sindaco ha buon gioco a imporre una proposta che scontenterà tutti: l'ordinanza è congelata (ma in vigore) fino a febbraio: nel frattempo tutto il paese voterà. Le multe? Per ora si sorvola.
(4 dicembre 2003)
Non lo so.. avranno ragione loro....
Geuda Spring, paese sperduto nella prateria del Midwest. Un'impone a ogni cittadino di munirsi di armi da fuoco
In Kansas il paese dei pistoleri
"Multato chi non ha un'arma"
dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS
GEUDA SPRINGS - "Dia retta a me, non è la pistola che spara è l'uomo che preme il grilletto". Dietro il bancone del bar Jerry Hills sorride beffardo al "forestiero" e tira fuori un fucile con le canne corte: "Questo ce l'ho da venti anni e non ho mai ammazzato nessuno. Se ha una macchina mi può fare una bella foto e poi ci scrive sopra: il cowboy di Geuda Springs". Jerry è un uomo come tanti, la faccia segnata dal sole e dagli anni, un normale cittadino americano del Midwest; e Geuda Springs è un paesetto come tanti, sperduto in mezzo alla più sperduta prateria del Kansas.
Jerry è un po' seccato per tutto questo baccano. Nel suo bar, ricavato in un largo capannone industriale, ultimamente si sono visti più giornalisti che avventori, tutti lì a fare le solite domande "about the guns", su questa storia delle pistole. Tutta colpa di un anonimo foglietto di carta, trenta righe e sei capoversi, l'ordinanza numero 342 del consiglio comunale, che recita: ogni cittadino dovrà munirsi di un'arma da fuoco e di munizioni, chi non lo fa verrà multato.
Il "paese dei pistoleri" è un borgo rurale di duecento anime (210 per l'esattezza), giù nel sudest del Kansas, quasi ai confini con l'Oklahoma. Un puntino quasi invisibile nella mappa stradale, circondato da "ghostown", città-fantasma che un tempo fecero l'epopea del West, e da villaggi di tre case dai nomi altisonanti: Rome, Oxford, Milan, Cicero.
Da queste parti le battaglie in technicolor tra indiani e cow boy le hanno vissute in diretta, tra queste strade non sono mancati banditi e rapine al treno, saloon e morti per poker, sceriffi e fuggitivi. Lungo la ferrovia che portava a Santa Fe un tempo scendevano a rincorrere sogni, fortuna e soldi coloni di ogni genere: costruttori e avvocati, commercianti e prostitute, ciarlatani e medici. Tanti medici. Perché a quei tempi a Geuda Springs la ricchezza era di casa ed aveva il nome di "acque termali curative". Quelle sette diverse sorgenti, scoperte dagli indiani Ponca, che 150 anni fa spadroneggiavano nella zona, diedero il nome alla città: ge-u-da-ne (le prime tre sillabe in lingua Ponca significano qualcosa a metà tra termale e minerale, la quarta vuol dire sorgente). Quelle acque curavano (così si dice) tutto, ma proprio tutto, compresi i disturbi mentali.
Il padrino dell'ordinanza 342 si chiama John Brewer ed è uno dei cinque consiglieri comunali di Gueda. John è un "libertarian", seguace di quell'ideologia (e partito) che non sopporta la più minima interferenza del governo federale (e a seguire anche di quello statale e locale) nella vita dei cittadini. Spesso di ultra destra (il fondatore del partito in Kansas era lo "speechwriter" di Barry Goldwater, il governatore razzista sconfitto da Lyndon Johnson nelle presidenziali del 1964), i "libertarians" raccolgono simpatie anche tra quelli che in Italia potrebbero essere definiti anarchici e da chi vuole farsi gli affari suoi. John, con capelli e barba bianchi, stempiato e un lungo codino, jeans e camicia a scacchi potrebbe essere l'icona di un reduce del ?68 o di un veterano del Vietnam (che in America spesso coincidono).
"Perché l'ho fatta? Semplice, la nostra è una "incorporated city" e come tale noi abbiamo doveri e responsabilità verso i nostri cittadini. Uno è la sicurezza. Visto che lo sceriffo della contea non ha abbastanza uomini per il nostro paese, ci dobbiamo difendere da soli. Le armi? servono a tenere lontani i "bad boys". E comunque non mi piacciono i giornalisti, questi sono affari nostri".
Nella sua officina dove ripara motociclette (unico posto pubblico di Geuda insieme al bar di Jerry, al Post Office e a un piccolo caffè vicino ai granai) Phillip Russell è un po' meno rude. "Qui siamo gente pacifica, religiosa, non creda che solo perché abbiamo le pistole siamo dei sanguinari. A molti le armi servono per andare a caccia". A Geuda Springs, spiega con pazienza, le armi sono sempre state di casa, "fanno parte del nostro modo di vivere". Tra l'Ottocento e il Novecento i tre hotel allora esistenti e i bagni termali richiamavano frotte di turisti e di malati illusi e, visto che ci troviamo nel selvaggio west, anche noti banditi.
Cento e passa anni fa Geuda era una città dieci volte più grande di adesso, il censimento dell'epoca l'accredita di quasi tremila abitanti, professionisti rispettabili ma anche tanti "bad boys". Qui è venuto a morire Luke Short, sodale del più famoso Wyatt Earp, qui la "Dalton Gang" attaccava e rapinava i treni che correvano verso il Far West, qui negli anni Trenta la premiata ditta Bonnie & Clyde veniva a cercare rifugio tra un assalto a una banca e un altro. "Per chi viene dalle grandi città della East Coast o dall'Europa è difficile capire, ma da queste parti la vita è sempre stata così, una vita con una pistola per amica". Phillip non vuole dire se è d'accordo o meno con l'ordinanza, ma la spiega così: "In realtà nessuno è obbligato, se la legge bene vedrà che sono esclusi quelli che hanno problemi fisici e mentali, i poveri e chi non vuole usare armi da fuoco per motivi religiosi o personali. E del resto il 90 per cento dei cittadini di Geuda già possiede un fucile o una pistola".
Le stesse cose ma per arrivare a conclusioni opposte le butta lì Nathan Cook ("mi chiami pure Nate"), presidente del City Council: "Quell'ordinanza non ha senso, questo è un paese tranquillo, ci sono state sei chiamate per la polizia in un anno e tutte per litigi domestici". Allora i poliziotti ci sono? "Non qui, ma se li chiami arrivano in un quarto d'ora". Nate non vuole che l'immagine del suo paese sia "rovinata", si affanna a spiegare come "tutti aiutano tutti", come i giovani si offrano volontari per ogni bisogna, come Geuda abbia il "miglior gruppo di pompieri volontari" dell'intera contea, se non dell'intero Kansas.
In paese le "volontarie" per eccellenza sono Peggy Terry a Diane Kelly, due simpatiche signore che accolgono i visitatori nel City Building, una stanza con un paio di scrivanie, due computer e un fax, per metà adibita a "museo" locale. "Abbiamo raccolto tutto quello che abbiamo trovato sulla storia di questo paese, guardi quelle foto, questi giornali vecchi di cento anni", spiegano orgogliose. E le pistole? Peggy e Diane scoppiano a ridere: "Wow, siamo diventati celebri in tutta l'America. Ci telefonano dallo Utah, c'è gente che vuole venire qui a passare le vacanze. Noi non possiamo parlare, ma venga stasera al consiglio comunale, si divertirà". Uscendo, Peggy prende una serie di assegni dentro una improbabile cassetta postale: "C'è bisogno di armarsi in un posto dove puoi lasciare gli assegni all'aria aperta?". Il consiglio comunale è stato convocato perché il "city attorney" (l'avvocato del comune) e lo "sheriff" della contea di Sumner hanno contestato la legalità dell'ordinanza. Non perché non gli piacciano le pistole ma per il timore che prima o poi ci scappi il morto e che qualcuno possa fare causa al comune o alla contea. Lo sceriffo, Gerald Gilkey, è amichevole e sorridente: "Guardi quanta gente, ma non si preoccupi, è tutto sotto controllo". Per l'occasione il consiglio comunale ha traslocato dal "city building" in una sala più grande, che possa tenere giornalisti, televisioni e gli abitanti di Geuda. Tutto il paese è presente, fatta eccezione per Shawn McGrew, che ha una ditta per ricambi aerei ("ma io vengo dalle cascate del Niagara, sono finito qui solo per mia moglie e lei, stia sicuro, ci sarà") che ha paura di perdersi la partita di football del lunedì sera.
Nella stanza c'è chi fuma (a Geuda i fumatori sono in larga maggioranza) e l'aria è quella di un'assemblea scolastica. Il clima si fa acceso solo dopo che il "city attorney" Thomas Herlocker (l'unico vestito in giacca e cravatta tra decine di jeans e stivali) dice che sì, lui capisce tutto, che le pistole gli piacciono pure ma che questa storia va regolata dalla contea, "mica potete fare tutto da soli". Il paese è diviso, come diviso è il consiglio comunale dove su cinque membri tre sono a favore e due contro. A Geuda Springs "Bowling for Columbine" nessuna sa che è un film, il "politically correct" è una parola priva di senso, qui non contano molto neanche le differenze di partito. Democratici o repubblicani - ma la maggioranza si dichiara indipendente - tutti sono d'accordo su quanto sia sacrosanto il Secondo Emendamento, quello che garantisce a tutti i cittadini americani il diritto di comprarsi una pistola.
Il sindaco Edward "Ed" Lacey, un quarantenne dalla barba rossa con in testa un cappellino da baseball a stelle e strisce, fa fatica a tenere l'ordine e finisce per prendersela con una incolpevole giornalista di una tv locale. I toni salgono ancora quando si affronta la questione delle multe: questa storia di dover pagare dieci dollari ("non più di dieci dollari" dice con pignoleria l'ordinanza) se uno non vuole tenersi in casa "armi da fuoco e munizioni", "averne cura e tenerle al sicuro" a qualcuno non va proprio giù. John Brewer borbotta che sulla multa si può ridiscutere, ma difende il principio dell'ordinanza e il "diritto dei cittadini" a decidere cosa fare "entro i confini della loro città". Nate risponde per le rime. A cosa serve imporre una cosa che già tutti hanno? Che benefici ne vengono al comune? E difende a sua volta il "diritto dei cittadini" a "non avere una pistola".
Il duello continua in sala, in particolare tra due donne, stessa età, stessi capelli biondi corti, così simili tra loro che potrebbero essere sorelle. Si danno sulla voce, urlano una contro l'altra. Quando quella pro-armi dice all'altra "se sei contro le armi da fuoco dillo ad alta voce", la seconda risponde inferocita: "Guarda che io ho una pistola da quando avevo diciotto anni, anzi adesso ne ho due". Scoppiano grandi applausi e il sindaco ha buon gioco a imporre una proposta che scontenterà tutti: l'ordinanza è congelata (ma in vigore) fino a febbraio: nel frattempo tutto il paese voterà. Le multe? Per ora si sorvola.
(4 dicembre 2003)