cerbert
25-11-2003, 08:02
Questa è l'intervista fatta a Marco Calamai, membro italiano del CPA (Consiglio di Amministrazione Provvisoria) di Nassiriya, dimessosi di recente in dissenso con le politiche attuate in Iraq.
Non penso abbia bisogno di ulteriori commenti.
"Il governo delle città verso il fallimento"
Il consigliere italiano dell'Amministrazione di Nassiriya: la coalizione ostacola il passaggio alla democrazia
"Qui a Nassiriya siamo vicini al fallimento della missione. La Cpa
(amministrazione provvisoria della coalizione) non riesce né ad avviare la ricostruzione né a sviluppare la transizione alla democrazia. E cosi' di riflesso questo provoca una involuzione a livello sociale civile e politico.
I nuovi organismi di governo locale non vengono adeguatamente supportati finanziariamente e politicamente. E cio' li fa apparire inutili agli occhi della popolazione. Stiamo facendo esattamente l'opposto di quello che avvenne in Kosovo. Gli unici risultati concreti li hanno ottenuti i nostri soldati e carabinieri con attività di cooperazione civile-militare"
A tracciare questo quadro desolante é Marco Calamai, consigliere speciale della Cpa a Nassiriya. Avrebbe dovuto essere il vice del "governatore" John Bourne, ma gli inglesi non hanno voluto un italiano come numero due. Calamai risponde alle domande dell'Unità.
Dottor Calamai, a che punto é il lavoro della Cpa qui a Nassiriya?
"Posso dire che occupandomi specificamente dei progetti di ricostruzione ho constatato l'impossibilità di realizzarli. Qui non c'é né ricostruzione né transizione alla democrazia. La mia idea era di coinvolgere nei progetti di ricostruzione i consigli municipali della zona. Ce ne sono venti, metà dei quali nominati dagli angloamericani nella prima fase post bellica, e gli altri eletti. Purtroppo ci siamo scontrati con questa realtà: non esiste un
processo di rinascita civile e politica che sia gestito secondo regole
precise in tutto il paese, come avvenne ad esempio in Kosovo. Qua tutto avviene piuttosto caoticamente. Convivono, e non armonicamente, tre strutture. Una é diretta eredità del vecchio regime. Si tratta dei dipartimenti provinciali che sono filiali decentrate dei ministeri, e vengono finanziati da Baghdad. Poi ci sono i Consigli Comunali, che vedono nei dipartimenti dei rivali che sottraggono poteri, competenze e risorse.
Gli uni e gli altri sono di fatto poi by-passati dalla Cpa, di cui sono in sostanza strumenti passivi. Cosi' finisce che l'attenzione generale dei cittadini si rivolge verso la Cpa, considerata l'unico organismo che conti.Tutti vengono da noi a chiedere lavori e contributi. E noi poco possiamo fare anche perché poi i finanziamenti incanalati perifericamente dal Cpa di Baghdad, l'amministraziopne di Paul Bremer, non sono cospicui.
L'insieme di queste istituzioni, anziché realizzare fatti concreti,
finiscono per essere quasi paralizzate, a guardarsi l'una con l'altra.
Ma se il Cpa é il vero detentore del potere, perché non agisce?
"Proprio perché ha voluto accollarsi tutto l'onere della ricostruzione senza coinvolgere gli organismi locali. Perché inglesi e americani continuano a voler comandare loro.Perché arrivano imprese USA che vogliono accaparrarsi gli affari piu' interessanti e non conoscono affatto la situazione. Perché é una struttura minata dal burocraticismo. Dalla nascita di un progetto al suo
finanziamento passano tre o quattro mesi. Faccio un esempio. A settembre fu proposto un piano di sistemazione fognaria in un villaggio vicino Suk al Shuq. Solo pochi giorni fa é arrivata l'approvazione. In una situazione drammatica come quella che si vive qua, sono ritardi inspiegabili e pericolosi. Somme già stanziate per investimenti non vengono usate. In
questo il Cpa non fa meglio dei dipartimenti provinciali che qui a Nassiriya hanno ricevuto quindici milioni di dollari e non li hanno spesi."
Lei parlava anche di un fallimento nella ricostruzione democratica
"Esatto. Pensiamo all'esperienza del Kosovo. Là le Nazioni Unite per prima cosa organizzarono la registrazione dei cittadini in vista di elezioni democratiche. Qua non é stato fatto nulla del genere. Anche laddove i consigli comunali sono stati eletti e non scelti dall'alto hanno votato solo i capi famiglia, cioé coloro che erano in possesso della tessera per ritirare le razioni alimentari distribuite all'epoca delle sanzioni. La rinascita democratica dovrebbe essere un'esigenza prioritaria, ed é incredibile che non lo capiscano gli americani la cui terra é patria della democrazia.Mi sembrano dei folli. Sono arrivato alla conclusione che l'esperienza svolta sinora sia fallimentare. L'unica via d'uscita sta in un nuovo quadro internazionale dell'intervento in Iraq"
Ma a Nassiriya non ci sono solo inglesi ed americani
"Si ma gli italiani sono emarginati. Gli inglesi non hanno voluto che un italiano fosse il numero due. La Cpa é in mano loro, con gli americani di supporto. I britannici non riescono ad emanciparsi dal complesso del protettorato. Non si vogliono coinvolgere nelle scelte i dipartimenti provinciali ed i consigli comunali. Ed il risultato qual é? La tensione cresce ed i vari gruppi legati alle autorità religiose o di clan, gli imam e gli sceicchi, e in misura minore ai nuovi partiti fioriti dopo la caduta della dittatura, sono in lotta fra loro. A volte si sparano addosso, come una decina di giorni fa quando migliaia di persone si sono presentate sul luogo in cui dovevano essere assunti quattro agenti della difesa civile. E'
finita in lite. La lite é degenerata in scontri armati. Alla fine un gruppo di gente esasperata ha assaltato la vicina fabbrica di ghiaccio e le ha dato fuoco. In un villaggio fuori Nassiriya la brama di ottenere commesse per un progetto idraulico ha provocato una battaglia fra bande locali. A colpi di mortaio".
Fonte:
L'Unità
16 novembre 2003
Non penso abbia bisogno di ulteriori commenti.
"Il governo delle città verso il fallimento"
Il consigliere italiano dell'Amministrazione di Nassiriya: la coalizione ostacola il passaggio alla democrazia
"Qui a Nassiriya siamo vicini al fallimento della missione. La Cpa
(amministrazione provvisoria della coalizione) non riesce né ad avviare la ricostruzione né a sviluppare la transizione alla democrazia. E cosi' di riflesso questo provoca una involuzione a livello sociale civile e politico.
I nuovi organismi di governo locale non vengono adeguatamente supportati finanziariamente e politicamente. E cio' li fa apparire inutili agli occhi della popolazione. Stiamo facendo esattamente l'opposto di quello che avvenne in Kosovo. Gli unici risultati concreti li hanno ottenuti i nostri soldati e carabinieri con attività di cooperazione civile-militare"
A tracciare questo quadro desolante é Marco Calamai, consigliere speciale della Cpa a Nassiriya. Avrebbe dovuto essere il vice del "governatore" John Bourne, ma gli inglesi non hanno voluto un italiano come numero due. Calamai risponde alle domande dell'Unità.
Dottor Calamai, a che punto é il lavoro della Cpa qui a Nassiriya?
"Posso dire che occupandomi specificamente dei progetti di ricostruzione ho constatato l'impossibilità di realizzarli. Qui non c'é né ricostruzione né transizione alla democrazia. La mia idea era di coinvolgere nei progetti di ricostruzione i consigli municipali della zona. Ce ne sono venti, metà dei quali nominati dagli angloamericani nella prima fase post bellica, e gli altri eletti. Purtroppo ci siamo scontrati con questa realtà: non esiste un
processo di rinascita civile e politica che sia gestito secondo regole
precise in tutto il paese, come avvenne ad esempio in Kosovo. Qua tutto avviene piuttosto caoticamente. Convivono, e non armonicamente, tre strutture. Una é diretta eredità del vecchio regime. Si tratta dei dipartimenti provinciali che sono filiali decentrate dei ministeri, e vengono finanziati da Baghdad. Poi ci sono i Consigli Comunali, che vedono nei dipartimenti dei rivali che sottraggono poteri, competenze e risorse.
Gli uni e gli altri sono di fatto poi by-passati dalla Cpa, di cui sono in sostanza strumenti passivi. Cosi' finisce che l'attenzione generale dei cittadini si rivolge verso la Cpa, considerata l'unico organismo che conti.Tutti vengono da noi a chiedere lavori e contributi. E noi poco possiamo fare anche perché poi i finanziamenti incanalati perifericamente dal Cpa di Baghdad, l'amministraziopne di Paul Bremer, non sono cospicui.
L'insieme di queste istituzioni, anziché realizzare fatti concreti,
finiscono per essere quasi paralizzate, a guardarsi l'una con l'altra.
Ma se il Cpa é il vero detentore del potere, perché non agisce?
"Proprio perché ha voluto accollarsi tutto l'onere della ricostruzione senza coinvolgere gli organismi locali. Perché inglesi e americani continuano a voler comandare loro.Perché arrivano imprese USA che vogliono accaparrarsi gli affari piu' interessanti e non conoscono affatto la situazione. Perché é una struttura minata dal burocraticismo. Dalla nascita di un progetto al suo
finanziamento passano tre o quattro mesi. Faccio un esempio. A settembre fu proposto un piano di sistemazione fognaria in un villaggio vicino Suk al Shuq. Solo pochi giorni fa é arrivata l'approvazione. In una situazione drammatica come quella che si vive qua, sono ritardi inspiegabili e pericolosi. Somme già stanziate per investimenti non vengono usate. In
questo il Cpa non fa meglio dei dipartimenti provinciali che qui a Nassiriya hanno ricevuto quindici milioni di dollari e non li hanno spesi."
Lei parlava anche di un fallimento nella ricostruzione democratica
"Esatto. Pensiamo all'esperienza del Kosovo. Là le Nazioni Unite per prima cosa organizzarono la registrazione dei cittadini in vista di elezioni democratiche. Qua non é stato fatto nulla del genere. Anche laddove i consigli comunali sono stati eletti e non scelti dall'alto hanno votato solo i capi famiglia, cioé coloro che erano in possesso della tessera per ritirare le razioni alimentari distribuite all'epoca delle sanzioni. La rinascita democratica dovrebbe essere un'esigenza prioritaria, ed é incredibile che non lo capiscano gli americani la cui terra é patria della democrazia.Mi sembrano dei folli. Sono arrivato alla conclusione che l'esperienza svolta sinora sia fallimentare. L'unica via d'uscita sta in un nuovo quadro internazionale dell'intervento in Iraq"
Ma a Nassiriya non ci sono solo inglesi ed americani
"Si ma gli italiani sono emarginati. Gli inglesi non hanno voluto che un italiano fosse il numero due. La Cpa é in mano loro, con gli americani di supporto. I britannici non riescono ad emanciparsi dal complesso del protettorato. Non si vogliono coinvolgere nelle scelte i dipartimenti provinciali ed i consigli comunali. Ed il risultato qual é? La tensione cresce ed i vari gruppi legati alle autorità religiose o di clan, gli imam e gli sceicchi, e in misura minore ai nuovi partiti fioriti dopo la caduta della dittatura, sono in lotta fra loro. A volte si sparano addosso, come una decina di giorni fa quando migliaia di persone si sono presentate sul luogo in cui dovevano essere assunti quattro agenti della difesa civile. E'
finita in lite. La lite é degenerata in scontri armati. Alla fine un gruppo di gente esasperata ha assaltato la vicina fabbrica di ghiaccio e le ha dato fuoco. In un villaggio fuori Nassiriya la brama di ottenere commesse per un progetto idraulico ha provocato una battaglia fra bande locali. A colpi di mortaio".
Fonte:
L'Unità
16 novembre 2003