SaMu
31-10-2003, 12:22
Delitto Pecorelli, la Cassazione assolve Andreotti
La sentenza annulla la condanna a 24 anni come mandante dell'omicidio. Oggi la telefonata di Ciampi al senatore a vita
Il senatore a vita Giulio Andreotti (Ap)
ROMA - Il presidente della Repubblica Ciampi ha telefonato questa mattina al senatore a vita Giulio Andreotti assolto ieri in via definitiva dall'accusa di essere stato il mandante dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Una sentenza che ha messo fine a una vicenda giudiziaria durata 10 anni e che incide sulla storia politica italiana. Secondo quanto si è appreso da fonti del Quirinale, Ciampi ha parlato con Andreotti dopo che il senatore a vita è rientrato dalla messa.
ASSOLUZIONE PIENA - Quella della Corte di Cassazione è un'assoluzione piena, «per non aver commesso il fatto». Andreotti, che era stato condannato in novembre a 24 anni come «mandante» dell'omicidio del giornalista, è stato considerato innocente e la sentenza della Corte d'Assise è stata annullata. Non ci saranno quindi nuovi processi per il senatore a vita nè per Tano Badalamenti, condannato come Andreotti dalla precedente sentenza. «Sapevo che finiva così. Non ho rancori per nessuno»: è il primo commento di Giulio Andreotti, informato della sentenza assolutoria della Cassazione dall'avvocato Giulia Bongiorno.
CASINI: RESA GIUSTIZIA ALLA STORIA DELLA DC - Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, non appena appreso della sentenza della Corte di Cassazione, ha telefonato al senatore a vita Giulio Andreotti per rallegrarsi. «Finalmente - ha detto Casini dopo aver parlato con Andreotti - anche la magistratura italiana ha reso onore alla storia di milioni di democratici cristiani».
MANCINO: A TESTA ALTA - «Pur dopo comprensibili amarezze, il senatore Andreotti esce a testa alta da un'accusa infamante». Così l'ex presidente del Senato Nicola Mancino (Margherita) commenta la sentenza sul processo Pecorelli. «L'assoluzione demolisce un teorema - aggiunge Mancino - costruito intorno alla morte del giornalista Pecorelli e dà credibilità alla giustizia. Felicitandomi con il senatore a vita, osservo che tre gradi di giudizio sono stati lunghi ma sono anche serviti per smentire coloro che alimentano sfiducia nei confronti della magistratura».
La sentenza annulla la condanna a 24 anni come mandante dell'omicidio. Oggi la telefonata di Ciampi al senatore a vita
Il senatore a vita Giulio Andreotti (Ap)
ROMA - Il presidente della Repubblica Ciampi ha telefonato questa mattina al senatore a vita Giulio Andreotti assolto ieri in via definitiva dall'accusa di essere stato il mandante dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Una sentenza che ha messo fine a una vicenda giudiziaria durata 10 anni e che incide sulla storia politica italiana. Secondo quanto si è appreso da fonti del Quirinale, Ciampi ha parlato con Andreotti dopo che il senatore a vita è rientrato dalla messa.
ASSOLUZIONE PIENA - Quella della Corte di Cassazione è un'assoluzione piena, «per non aver commesso il fatto». Andreotti, che era stato condannato in novembre a 24 anni come «mandante» dell'omicidio del giornalista, è stato considerato innocente e la sentenza della Corte d'Assise è stata annullata. Non ci saranno quindi nuovi processi per il senatore a vita nè per Tano Badalamenti, condannato come Andreotti dalla precedente sentenza. «Sapevo che finiva così. Non ho rancori per nessuno»: è il primo commento di Giulio Andreotti, informato della sentenza assolutoria della Cassazione dall'avvocato Giulia Bongiorno.
CASINI: RESA GIUSTIZIA ALLA STORIA DELLA DC - Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, non appena appreso della sentenza della Corte di Cassazione, ha telefonato al senatore a vita Giulio Andreotti per rallegrarsi. «Finalmente - ha detto Casini dopo aver parlato con Andreotti - anche la magistratura italiana ha reso onore alla storia di milioni di democratici cristiani».
MANCINO: A TESTA ALTA - «Pur dopo comprensibili amarezze, il senatore Andreotti esce a testa alta da un'accusa infamante». Così l'ex presidente del Senato Nicola Mancino (Margherita) commenta la sentenza sul processo Pecorelli. «L'assoluzione demolisce un teorema - aggiunge Mancino - costruito intorno alla morte del giornalista Pecorelli e dà credibilità alla giustizia. Felicitandomi con il senatore a vita, osservo che tre gradi di giudizio sono stati lunghi ma sono anche serviti per smentire coloro che alimentano sfiducia nei confronti della magistratura».