max1123
18-10-2003, 12:22
Svolta al processo sulla strage: Don Mullan ne fu testimone
oggi ha scritto un libro che chiarisce molte cose
Bloody Sunday, quello scatto che ha inchiodato il soldato "F"
Quel giorno un soldato uccise Barney McGuigan
Trent'anni dopo lo ammette e lo riconosce in una foto
DON MULLAN
Ho ancora nelle orecchie il rantolo di Michael Kelly nel momento in cui il proiettile del soldato F gli perforò l'addome. Riempì l'aria di violenta emozione e di incredulità. Cadde ad appena mezzo metro da me, alla mia sinistra, e i gemiti della sua agonia si fecero di secondo in secondo più deboli. Insieme ad un gruppetto di altri accanto alla barricata di calcinacci guardai a nord lungo Rossville Street verso la direzione da cui proveniva lo sparo. Il soldato F era in mezzo ad un gruppo di paracadutisti che si ammassavano dietro il muro di un vicolo, i fucili puntati nella nostra direzione.
Rossville Street, arteria principale nel cuore del famoso quartiere di Bogside a Derry, risuonò dei colpi secchi di armi ad alta velocità. Dalla barricata sbuffò polvere e le urla di altri alla mia destra mi riempirono di terrore. Sapevo che anche loro erano stati colpiti.
All'improvviso un proiettile spaccò un mattone in alto sul timpano di Glenfada Park. Esplose come un petardo schizzando schegge di muro in tutte le direzioni. Mi fece tornare in me. Ero in pericolo di vita e mi misi a correre. Ero un ragazzo di 15 anni e quella la mia prima marcia per i diritti civili.
Dopo aver lasciato la barricata mi si fece il vuoto nella mente. Ci sono tre o quattro minuti, forse più, di cui tutto è stato cancellato. Non ho la minima idea di come riuscii a fuggire.
Quella sera, pigiati in famiglia intorno ai nostri teleschermi in bianco e nero apprendemmo che tredici persone erano state uccise da colpi d'arma da fuoco e quattordici ferite. Il reggimento paracadutisti, fiore all'occhiello dell'esercito britannico, era stato sguinzagliato contro dimostranti per i diritti civili disarmati e in maggioranza cattolici con conseguenze inumane e letali. I testimoni oculari, me incluso, non avevano dubbi: quelli che avevamo visto cadere sotto i colpi, come Michael Kelly, erano disarmati ed erano stati uccisi o feriti senza motivo.
I più vennero colpiti mentre cercavano di scappare, molti alle spalle. Ma senza dubbio una delle morti più toccanti fu l'omicidio del quarantunenne padre di sei figli Bernard McGuigan. Si era rifugiato all'estremità meridionale del blocco 1 dei Rossville Flats con un gruppetto di dimostranti. Non seppe resistere alle invocazioni d'aiuto di un uomo ferito e morente, Patrick Doherty. Incurante del rischio, McGuigan lentamente si fece strada verso Doherty, agitando un fazzoletto. Non lo raggiunse mai. Una forte detonazione proveniente dall'estremità sudorientale di Glenfada Park lo fece cadere. Per l'orrore degli astanti già atterriti il sangue sgorgava come da un rubinetto aperto da un raccapricciante foro sopra il suo occhio destro.
Il giorno seguente non dimenticherò mai di aver trovato il nostro striscione blu e bianco trasformato nei colori dell'Union Jack dal sangue di McGuigan. Sopra lo striscione macchiato di sangue c'era un mattone e sopra il mattone una scatola aperta di fiammiferi con l'effigie della pastorella Bo-Peep. Qualcuno ci aveva messo dentro una palpebra umana con tanto di ciglia. Era orgogliosa opera del soldato F. Quella scena, più di ogni altra nella mia vita, pose fine per sempre a qualunque possibile rivendicazione che i britannici possano avanzare sulla mia anima. Io sono irlandese.
All'epoca del Bloody Sunday vivevamo la nostra infanzia politica e non capivamo ancora il potere della prima pagina. I media locali nazionali e internazionali ricevettero l'informazione che al loro ingresso nel Bogside i paracadutisti si erano trovati sotto una grandinata di bombe e proiettili. I soldati, secondo la tesi sostenuta dal governo e dall'esercito britannico, avevano risposto al fuoco per legittima difesa, mirando a uomini armati di fucili e bombe. Un tribunale d'inchiesta convocato su due piedi e presieduto dal Lord Widgery, Presidente della Corte Suprema di Inghilterra e Galles, confermò la versione dei fatti fornita dall'esercito. In realtà nel giro di dieci settimane Lord Widgery dichiarò gli innocenti colpevoli e i colpevoli innocenti.
Il Bloody Sunday e il Tribunale Widgery erano destinati a proiettare una lunga ombra sull'attuale conflitto irlandese. Molti giovani uomini e donne giunsero alla conclusione che la Giustizia Britannica era un'illusione. Dopo essere stati testimoni di un omicidio "un omicidio puro e semplice" per dirla con le parole del coroner, assistettero all'omicidio della verità per mano di Lord Widgery. Era troppo da digerire. Così per vent'anni il Bloody Sunday contribuì a reclutare volontari motivati per l'Ira.
Quello che l'establishment britannico non si aspettava fu la forza di carattere e l'insaziabile determinazione delle famiglie dei morti e dei feriti. Questi comuni cittadini non desistettero mai dalla convinzione che un giorno la memoria dei loro cari sarebbe stata assolta da ogni colpa e la loro innocenza dichiarata al mondo intero.
La settimana scorsa in seno al Tribunale d'inchiesta sul Bloody Sunday a Londra le famiglie dei defunti, i feriti e i testimoni come me si sono trovati faccia a faccia con il soldato F per la prima volta dopo trent'anni. Era tozzo, stempiato niente a che vedere col feroce bulldog del Bloody Sunday.
Alla fine ha confessato di aver sparato e ucciso Barney McGuigan oltre ad almeno altri tre civili disarmati. Ferì inoltre almeno altre tre persone. Ha mentito, dichiarando che erano armati con bombe molotov e armi. Clarke, pubblica accusa, ha informato il Soldato F che per le deposizioni rese avrebbe potuto essere considerato colpevole del reato di falsa testimonianza. Il presidente Lord Saville lo ha congedato con freddezza. Il soldato F ha lasciato l'aula tremebondo e angustiato. Come il fantasma di Banco nel Machbeth di Shakespeare, le anime inquiete dei morti del Bloody Sunday sono tornate a tormentarlo. "Via, maledetta macchia!" Ma la macchia è indelebile e il soldato F potrebbe ancora affrontare il carcere.
Traduzione di Emilia Benghi
(18 ottobre 2003)
http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/esteri/bloody/bloody/bloody.html
oggi ha scritto un libro che chiarisce molte cose
Bloody Sunday, quello scatto che ha inchiodato il soldato "F"
Quel giorno un soldato uccise Barney McGuigan
Trent'anni dopo lo ammette e lo riconosce in una foto
DON MULLAN
Ho ancora nelle orecchie il rantolo di Michael Kelly nel momento in cui il proiettile del soldato F gli perforò l'addome. Riempì l'aria di violenta emozione e di incredulità. Cadde ad appena mezzo metro da me, alla mia sinistra, e i gemiti della sua agonia si fecero di secondo in secondo più deboli. Insieme ad un gruppetto di altri accanto alla barricata di calcinacci guardai a nord lungo Rossville Street verso la direzione da cui proveniva lo sparo. Il soldato F era in mezzo ad un gruppo di paracadutisti che si ammassavano dietro il muro di un vicolo, i fucili puntati nella nostra direzione.
Rossville Street, arteria principale nel cuore del famoso quartiere di Bogside a Derry, risuonò dei colpi secchi di armi ad alta velocità. Dalla barricata sbuffò polvere e le urla di altri alla mia destra mi riempirono di terrore. Sapevo che anche loro erano stati colpiti.
All'improvviso un proiettile spaccò un mattone in alto sul timpano di Glenfada Park. Esplose come un petardo schizzando schegge di muro in tutte le direzioni. Mi fece tornare in me. Ero in pericolo di vita e mi misi a correre. Ero un ragazzo di 15 anni e quella la mia prima marcia per i diritti civili.
Dopo aver lasciato la barricata mi si fece il vuoto nella mente. Ci sono tre o quattro minuti, forse più, di cui tutto è stato cancellato. Non ho la minima idea di come riuscii a fuggire.
Quella sera, pigiati in famiglia intorno ai nostri teleschermi in bianco e nero apprendemmo che tredici persone erano state uccise da colpi d'arma da fuoco e quattordici ferite. Il reggimento paracadutisti, fiore all'occhiello dell'esercito britannico, era stato sguinzagliato contro dimostranti per i diritti civili disarmati e in maggioranza cattolici con conseguenze inumane e letali. I testimoni oculari, me incluso, non avevano dubbi: quelli che avevamo visto cadere sotto i colpi, come Michael Kelly, erano disarmati ed erano stati uccisi o feriti senza motivo.
I più vennero colpiti mentre cercavano di scappare, molti alle spalle. Ma senza dubbio una delle morti più toccanti fu l'omicidio del quarantunenne padre di sei figli Bernard McGuigan. Si era rifugiato all'estremità meridionale del blocco 1 dei Rossville Flats con un gruppetto di dimostranti. Non seppe resistere alle invocazioni d'aiuto di un uomo ferito e morente, Patrick Doherty. Incurante del rischio, McGuigan lentamente si fece strada verso Doherty, agitando un fazzoletto. Non lo raggiunse mai. Una forte detonazione proveniente dall'estremità sudorientale di Glenfada Park lo fece cadere. Per l'orrore degli astanti già atterriti il sangue sgorgava come da un rubinetto aperto da un raccapricciante foro sopra il suo occhio destro.
Il giorno seguente non dimenticherò mai di aver trovato il nostro striscione blu e bianco trasformato nei colori dell'Union Jack dal sangue di McGuigan. Sopra lo striscione macchiato di sangue c'era un mattone e sopra il mattone una scatola aperta di fiammiferi con l'effigie della pastorella Bo-Peep. Qualcuno ci aveva messo dentro una palpebra umana con tanto di ciglia. Era orgogliosa opera del soldato F. Quella scena, più di ogni altra nella mia vita, pose fine per sempre a qualunque possibile rivendicazione che i britannici possano avanzare sulla mia anima. Io sono irlandese.
All'epoca del Bloody Sunday vivevamo la nostra infanzia politica e non capivamo ancora il potere della prima pagina. I media locali nazionali e internazionali ricevettero l'informazione che al loro ingresso nel Bogside i paracadutisti si erano trovati sotto una grandinata di bombe e proiettili. I soldati, secondo la tesi sostenuta dal governo e dall'esercito britannico, avevano risposto al fuoco per legittima difesa, mirando a uomini armati di fucili e bombe. Un tribunale d'inchiesta convocato su due piedi e presieduto dal Lord Widgery, Presidente della Corte Suprema di Inghilterra e Galles, confermò la versione dei fatti fornita dall'esercito. In realtà nel giro di dieci settimane Lord Widgery dichiarò gli innocenti colpevoli e i colpevoli innocenti.
Il Bloody Sunday e il Tribunale Widgery erano destinati a proiettare una lunga ombra sull'attuale conflitto irlandese. Molti giovani uomini e donne giunsero alla conclusione che la Giustizia Britannica era un'illusione. Dopo essere stati testimoni di un omicidio "un omicidio puro e semplice" per dirla con le parole del coroner, assistettero all'omicidio della verità per mano di Lord Widgery. Era troppo da digerire. Così per vent'anni il Bloody Sunday contribuì a reclutare volontari motivati per l'Ira.
Quello che l'establishment britannico non si aspettava fu la forza di carattere e l'insaziabile determinazione delle famiglie dei morti e dei feriti. Questi comuni cittadini non desistettero mai dalla convinzione che un giorno la memoria dei loro cari sarebbe stata assolta da ogni colpa e la loro innocenza dichiarata al mondo intero.
La settimana scorsa in seno al Tribunale d'inchiesta sul Bloody Sunday a Londra le famiglie dei defunti, i feriti e i testimoni come me si sono trovati faccia a faccia con il soldato F per la prima volta dopo trent'anni. Era tozzo, stempiato niente a che vedere col feroce bulldog del Bloody Sunday.
Alla fine ha confessato di aver sparato e ucciso Barney McGuigan oltre ad almeno altri tre civili disarmati. Ferì inoltre almeno altre tre persone. Ha mentito, dichiarando che erano armati con bombe molotov e armi. Clarke, pubblica accusa, ha informato il Soldato F che per le deposizioni rese avrebbe potuto essere considerato colpevole del reato di falsa testimonianza. Il presidente Lord Saville lo ha congedato con freddezza. Il soldato F ha lasciato l'aula tremebondo e angustiato. Come il fantasma di Banco nel Machbeth di Shakespeare, le anime inquiete dei morti del Bloody Sunday sono tornate a tormentarlo. "Via, maledetta macchia!" Ma la macchia è indelebile e il soldato F potrebbe ancora affrontare il carcere.
Traduzione di Emilia Benghi
(18 ottobre 2003)
http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/esteri/bloody/bloody/bloody.html