View Full Version : Il ballo dell'indebitato
Oggi si parla di.. debito pubblico.
Gentile telespettatore, La informiamo che domani 14 ottobre alle ore 20.50 su Raitre andrà in onda una nuova puntata di Report dal titolo:
"IL BALLO DELL'INDEBITATO"
DI STEFANIA RIMINI
www.report.rai.it
A giugno il debito delle Pubbliche amministrazioni è arrivato a 1.390 miliardi di euro. Finché ci portiamo dietro un peso del genere, è difficile essere padroni del nostro destino: basta che i tassi d'interesse internazionali riprendano a salire e siamo nei guai.
Oggi è difficile fare delle previsioni, dopo 15 anni di crescita
ininterrotta c'è incertezza, metà paesi sono in recessione o stagnazione. Bisognerebbe essere pessimisti, sarebbe più serio, ma il fatto è che non conviene a chi governa chiedere sacrifici agli elettori, tanto più se questi hanno l'abitudine di evadere le tasse in una misura pari all'ammontare del debito stesso.
Fatto sta che il debito pubblico di Francia e Germania è quasi la metà del nostro. Perchè? Se guardiamo la nostra storia, si può dire che siamo stati sfortunati?
Semplificando, si può dire che ogni volta che c'è uno sbilancio il debito pubblico aumenta, ossia quanti più deficit ci sono stati nel tempo, tanto più il debito sale. Allora vediamo: dov'è la falla che produce il deficit? Nelle spese della pubblica amministrazione o nella spesa sanitaria? Sono le infrastrutture che ci mandano in rosso o sono le pensioni? Quanto incidono gli sprechi? E se è vero che nello Stato c 'è molto da vendere, come lo stanno vendendo e chi se lo compra?
majin mixxi
13-10-2003, 11:29
mi avvalgo della facoltà di non rispondere :O
Veniamo da 40 anni di tangentopoli e magna magna generalizzato a tutti i livelli, mi sembra il minimo avere il debito pubblico doppio di Francia e Germania.
E' demagogia ma è anche la realtà dei fatti, il debito pubblico non si è creato in 5 anni ma è un cancro che ci portiamo dietro da decenni.
majin mixxi
13-10-2003, 11:35
sì ma ci sarà pure stato un momento in cui eravamo a +0 no?
da quando è cominciato l'indebitamento? dal dopoguerra?
ALBIZZIE
13-10-2003, 11:36
SaMu, ho visto che hai tralasciato una interessante parte dell'email, dove si accennava ad una storia di dimissioni annunciate ma non mantenute...
non mi dire che ci tieni al tuo nick...:D
Originariamente inviato da ALBIZZIE
SaMu, ho visto che hai tralasciato una interessante parte dell'email, dove si accennava ad una storia di dimissioni annunciate ma non mantenute...
non mi dire che ci tieni al tuo nick...:D
Ci tengo al nick :D e poi la risposta è scontata, con Germania e Francia al 3,5-4% di deficit e fuori dai parametri di Mastricht, la nostra al 2-2,5% è una situazione ancora virtuosa. ;)
Tanto più triste il pensiero che, senza gli interessi sul debito pubblico, il nostro bilancio pubblico sarebbe persino in forte attivo.. dopo tante manovre finanziarie per riassestarlo.
Le nostre attuali ristrettezze dipendono in forte misura dai comportamenti passati dei nostri genitori. In questo senso, il debito pubblico è una "tassa intergenerazionale", nel senso che i nostri genitori han speso più di quanto potevano permettersi, e ci hanno lasciato con un pesante conto da pagare (30.000€ circa a testa, neonati compresi).
Una breve nota per rendere la discussione più accessibile a tutti, far capire meglio di cosa stiamo parlando.
"Deficit pubblico" si riferisce ad un certo anno, ed è la differenza tra quanto lo stato ricava e quanto lo stato spende in quell'anno. Se lo stato nel 2002 ha ricavato 100 e ha speso 120, allora il deficit pubblico nel 2002 è di 20.
"Debito pubblico" è la somma di tutti i deficit accumulati dallo stato nei vari anni. Deficit di 20 nel 2002, 30 nel 2001, 10 nel 2000, e così via.. fanno il debito pubblico.
...tanto per rendere la discussione + piccante, CON CHI ABBIAMO QUESTO ENORME DEBITO PUBBLICO???? Chi è che avanza tutti 'sti soldi???
Il debito pubblico ce l'ha lo Stato italiano nei confronti di chi ha acquistato i suoi titoli di debito.. BOT, CCT, CTZ e così via.
I creditori dello Stato sono tutti quelli che hanno titoli di stato. Circa il 90% del suo debito, lo Stato ce l'ha nei confronti di cittadini, imprese e banche italiane.
Originariamente inviato da SaMu
Il debito pubblico ce l'ha lo Stato italiano nei confronti di chi ha acquistato i suoi titoli di debito.. BOT, CCT, CTZ e così via.
I creditori dello Stato sono tutti quelli che hanno titoli di stato. Circa il 90% del suo debito, lo Stato ce l'ha nei confronti di cittadini, imprese e banche italiane.
mah, 2 milioni e settecentomila miliardi di vecchie lire mi sembrano trooooppe per essere rappresentate solo in titoli di debito...
E soprattutto il 90% solo nei confronti di cittadini, imprese e banche italiane.... Sicuri che qualcuno all'estero non avanzi qualcosa??;)
Perchè devo pagare i debiti dei miei antenati? Perchè chi ha ideato la nostra costituzione e fondato la nostra repubblica non ha pensato che forse chi viene democraticamente eletto a rappresentare il paese POTREBBE avere "pressioni" , più o meno velate, da questi "creditori"?? Mi rendo conto che questi sono un pozzo di soldi (2 milioni e settecentomila miliardi)... Il prezzo della democrazia??
Originariamente inviato da SaMu
Le nostre attuali ristrettezze dipendono in forte misura dai comportamenti passati dei nostri genitori. In questo senso, il debito pubblico è una "tassa intergenerazionale", nel senso che i nostri genitori han speso più di quanto potevano permettersi, e ci hanno lasciato con un pesante conto da pagare (30.000€ circa a testa, neonati compresi).
:confused:
Scusa, avrei bisogno di qualche chiarimento prima di andare a riempire di botte i miei genitori.
Posso riconoscergli delle attenuanti se:
1) non hanno mai approvato la politica dei superappalti che ha prodotto meraviglie come Gioia Tauro e Vibo Valentia.
2) hanno avuto una pessima impressione dalle politiche di industrializzazione pompata a cui dobbiamo Bagnoli e Porto Marghera.
3) hanno protestato verso la politica delle spese "doppiate" che presentava, ad esempio, un certo bilancio per spese militari e poi, con Decreti e Regolamenti stanziava cifre pari a quelle inserite nella programmazione finanziaria.
4) hanno cercato con il lumicino politici che fossero disposti a dimettersi al primo sospetto di corruzione, piuttosto che far finta di niente.
5) hanno sostenuto silenziosamente il lavoro dei magistrati, e continuano a sostenerlo, invece di atteggiarsi a Robespierre e finire come tanti Talleyrand.
6) hanno privilegiato l'usato e i piccoli piaceri o i beni durevoli e VOMITANO ogni volta che vedono la pubblicità delle "borse gialle".
Insomma, prima di massacrarli all'urlo di "mi avete rovinato maledetti", vorrei sapere fino a che punto posso infierire.
Il debito pubblico è costituito "per definizione" dai titoli di stato.. che sono appunto titoli di debito emessi dallo stato, per farsi prestare soldi quando le spese superavano le entrate.
In realtà ci sono alcune altre forme tecniche di debito, un po' più sofisticate.. debiti commerciali (molte pubbliche amministrazioni pagano i fornitori a 90-120-150-180 giorni), anticipazioni d'imposta, anticipazioni di tesoreria, ed altre.. ma sono poco rilevanti in percentuale sul debito.. forse l'1-2%, non di più credo.
Per quanto riguarda il rapporto tra debito in mano a italiani ed esteri, è quello.. lo stato italiano è indebitato soprattutto con italiani, un po' per mancanza di fiducia degli esteri, un po' per le rigidità del sistema con cui collocava il debito in passato.
Quella di "pagare i debiti degli antenati" è un concetto fondamentale che dovremmo diffondere.. qui siamo tutti chi più chi meno abbastanza giovani, e dovremmo abituarci a pensare al debito pubblico come ad un'eredità, piuttosto pesante, che ci lasciano i nostri genitori.
Quindi quando i vostri vi dicono "sei un mantenuto, 25 anni e ancora a casa a scroccar soldi, va' a lavurà!" voi potete rispondergli "mantenuti siete voi :D dovrò pagare io i debiti che avete fatto voi negli anni 70-80-90" ;)
Originariamente inviato da cerbert
:confused:
Scusa, avrei bisogno di qualche chiarimento prima di andare a riempire di botte i miei genitori.
Posso riconoscergli delle attenuanti se:
1) non hanno mai approvato la politica dei superappalti che ha prodotto meraviglie come Gioia Tauro e Vibo Valentia.
2) hanno avuto una pessima impressione dalle politiche di industrializzazione pompata a cui dobbiamo Bagnoli e Porto Marghera.
3) hanno protestato verso la politica delle spese "doppiate" che presentava, ad esempio, un certo bilancio per spese militari e poi, con Decreti e Regolamenti stanziava cifre pari a quelle inserite nella programmazione finanziaria.
4) hanno cercato con il lumicino politici che fossero disposti a dimettersi al primo sospetto di corruzione, piuttosto che far finta di niente.
5) hanno sostenuto silenziosamente il lavoro dei magistrati, e continuano a sostenerlo, invece di atteggiarsi a Robespierre e finire come tanti Talleyrand.
6) hanno privilegiato l'usato e i piccoli piaceri o i beni durevoli e VOMITANO ogni volta che vedono la pubblicità delle "borse gialle".
Insomma, prima di massacrarli all'urlo di "mi avete rovinato maledetti", vorrei sapere fino a che punto posso infierire.
Puoi concedere ai tuoi tutte le attenuanti generiche :)
Lo stesso farò io con i miei, in quanto il mio capofamiglia ha iniziato a lavorare a 18 anni, ora a 59 ha 41 anni di contributi e da già da 1 anno il 32% del suo stipendio finisce invece che nella sua pensione nella fiscalità generale alla voce entrate a fini assistenziali.. la mia capafamiglia al contrario si ostina ad insegnare per 2 lire in una scuola pubblica, e non essendo ne' molto furba ne' appartenente a settori ultrasindacalizzati, non è diventata pensionata baby a 39 anni e ora a 50 continua a versar contributi sapendo che non otterrà mai una pensione.. 2 lavoratori dipendenti quindi 0 evasione, abitanti in Brianza quindi ben lontani da abusi edilizi, canoni RAI e multe non pagate, estranei a sovvenzioni a fondo perso, assegni di invalidità vere o presunte, ed anzi costretti a pagare di tasca propria alcuna sanità già pagata con le tasse, perchè l'arrivo di degenti da altre parti d'Italia sovraccarica le strutture pubbliche della regione.
Epperò in quanto adulti negli anni della moltiplicazione del debito, ci metto dentro pure loro perchè nessuno si può sottrarre ad un discorso di iniquità generazionale.. non i miei, non i tuoi, ne' quelli di alcun altro.
Al limite, possiamo concedere ad alcuni come detto le attenuanti generiche :D
Originariamente inviato da SaMu
Puoi concedere ai tuoi tutte le attenuanti generiche :)
Lo stesso farò io con i miei, in quanto il mio capofamiglia ha iniziato a lavorare a 18 anni, ora a 59 ha 41 anni di contributi e da già da 1 anno il 32% del suo stipendio finisce invece che nella sua pensione nella fiscalità generale alla voce entrate a fini assistenziali.. la mia capafamiglia al contrario si ostina ad insegnare per 2 lire in una scuola pubblica, e non essendo ne' molto furba ne' appartenente a settori ultrasindacalizzati, non è diventata pensionata baby a 39 anni e ora a 50 continua a versar contributi sapendo che non otterrà mai una pensione.. 2 lavoratori dipendenti quindi 0 evasione, abitanti in Brianza quindi ben lontani da abusi edilizi, canoni RAI e multe non pagate, estranei a sovvenzioni a fondo perso, assegni di invalidità vere o presunte, ed anzi costretti a pagare di tasca propria alcuna sanità già pagata con le tasse, perchè l'arrivo di degenti da altre parti d'Italia sovraccarica le strutture pubbliche della regione.
Epperò in quanto adulti negli anni della moltiplicazione del debito, ci metto dentro pure loro perchè nessuno si può sottrarre ad un discorso di iniquità generazionale.. non i miei, non i tuoi, ne' quelli di alcun altro.
Al limite, possiamo concedere ad alcuni come detto le attenuanti generiche :D
Il discorso mi pare un minimo fallato (fossi nei tuoi genitori ti riempirei di scapaccioni :sofico: ).
La "moltiplicazione del debito" fu, innanzitutto, un fenomeno indotto.
Si usa la famosa frase "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità" ma con questo si fa piazza pulita di due importanti considerazioni.
1) QUALCUNO visse un po' più al di sopra di altri (un po' tanto, direi) avocando a sè molta parte della ricchezza prodotta dagli incrementi produttivi dovuti al progresso tecnologico. Tutt'ora sarebbe interessante vedere se tale accentramento fosse indispensabile o se un regime fiscale maggiormente progressivo non sarebbe stato consigliabile.
2) Mentre si viveva "al di sopra", tutto un apparato mediatico continuava a convincere che ciò fosse perfettamente giusto. Dalla retorica del "Miracolo Italiano", alla "Quinta Potenza Economica", alla "Locomotiva italia", non mi ricordo inviti alla calma, alla moderazione dei consumi, alla moralizzazione dei servizi pubblici, alla sobrietà. E con un messaggio tanto martellante (ed invitante, lo ammetto), ben pochi potevano conservare sufficiente senso critico da sottrarsi alla percezione che "tutto fosse a posto".
Naturalmente, la seminfermità mentale o "temporanea incapacità di intendere e di volere", è solo un'attenuante e non aiuta certo a ripagare i debiti ma... ed è qui che volevo in realtà arrivare, se la situazione descritta ai punti (1 & 2) persiste intoccata, ha senso considerare il debito cronico come un dato originato unicamente nel passato?
Ed è corretto risolverlo con una generale "amnistia al contrario" per cui si paga tutti (e ci sarebbe da discutere sul "tutti") nella medesima guisa, in totale assenza di una pianificazione sul futuro?
Tradotto papale papale:
1) se ci sono delle attenuanti, CI SARANNO ANCHE delle aggravanti?
2) paghiamo la stangata e andiamo avanti a ingozzarci, oppure dilazioniamo e ci moderiamo?
Sapevo che si sarebbe finiti sulle pensioni...io di economia ne capisco pochino, ma credo che buona parte del deficit sia dovuto al magna magna e al sistema clientelare e tangentistico durato più di mezzo secolo di cui a me non son giunte nemmeno le briciole,
e non imho delle pensioni o dell'età sempre più matura degli italiani...ho trovato alcune considerazioni che mi sembrano interessanti dato che c'è gente che "ha giocato altre volte all'economista" magari avrò qualche delucidazione:
la spesa italiana per le pensioni non è in crescita esponenziale come si dice, anzi le stime di crescita
sino al 2030 prevedono che l'Italia con il suo + 1,9% (confermato dalla commissione Brambilla) sarà il Paese che rispetto a Francia (+3,9%) a Germania (+4,3%) e Spagna (+3,8%) sarà il paese in cui crescerà di meno.
Noi abbiamo già fatto una riforma, contrariamente a quanto dicono in tv siamo avanti non dietro.
La scusa delle pensioni diventate "la rovina dell'Italia e la causa dell'indebitamento" è appunto una scusa per infilarci un'altra mano in tasca, e non a chi vuole riposarsi a 50 anni, ma a noi che la pensione non la vedremo proprio, se non dando i soldi d un fondo privato e sperando nel Dio della Borsa e facendo le corna al demone Enron.
Cmq, i conti Inps prima del 2000 erano in sostanziale pareggio, salvo alcune gestioni di fondi di lavoratori autonomi e di professionisti che presentavano disavanzi. Ora per le spese pensionistiche escono 156 miliardi di euro, mentre le entrate contributive ammontano a 145 miliardi, il disavanzo quindi è di 11 miliardi. Disastro? :confused:
Ma ecco il vero problema: le uscite totali dell'Inps sono molte di più, cioè 175 miliardi di euro: i circa 30 miliardi (che si sommano agli 11 del disavanzo contributivo) non sono imputabili alla previdenza ma all'assistenza sociale.
Con il deficit dell'Inps, non c'entrano l'età pensionabile,le pensioni di anzianità, il sistema retributivo e via discorrendo, ma c'entra
soltanto il robusto sistema di erogazioni assistenziali per le quali l'Inps funge da sportello pagatore.
Sono prestazioni che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale e non a carico della previdenza e fino a quando questa separazione non avviene
è una panzana sostenere (come fanno certi economisti dell'ultima ora) che esse creano un ulteriore onere per tutta la collettività.
Fino a quando a pagarle è l'Inps e non il Tesoro esse sono a carico solamente di chi paga
i contributi previdenziali e basta. Se i conti della Previdenza fossero computati alla luce di ciò, la loro incidenza sul Pil sarebbe dell'11,4%
e non del 13,8 % come è strumentalmente computata ora.
Poi non è vero che in Italia si va in pensione troppo giovani: l'età media di ritiro dal lavoro è di 59,4 anni contro i 59,9 della Unione Europea. Altra cosa è l'età pensionabile, cioè l'età legale per il pensionamento di vecchiaia.
Ciò che conta è il pensionamento effettivo nel quale sono compresi tutti i casi in cui è possibile ritirarsi prima con l'anzianità o l'invalidità.
Ebbene, anche con queste possibilità l'Italia ha una età media in linea con la media europea e non rappresenta alcuna "anomalia".
(fonte GINO DORIGO, segretario generale Spi-Cgil Udine)
...non mi ricordo di chi è questo stralcio, sorry...
La decontribuzione fino a cinque punti degli oneri pensionistici è dunque un tassello centrale di una politica economica che, tuttavia, ci declassa
a dover competere sui prezzi (e non sulla qualità) con i paesi in via di sviluppo e, per di più, a chiedere misure protettive contro economie emergenti come quella cinese con la quale sarebbe molto più utile intessere relazioni. Per cercare di compensare il consistente taglio della copertura pensionistica del sistema pubblico già operato con le riforme degli anni `90 e quello
che si progetta con le nuove, viene proposto di sviluppare la previdenza privata a capitalizzazione cui però si affiderebbe un ruolo sostitutivo e non integrativo.
In Italia i suoi effetti negativi sono ancora più accentuati dalla specifica incapacità delle imprese di fare investimenti innovativi e di puntare alla competitività fondata sulla qualità. Venuta meno, con l'adozione dell'euro la pratica delle svalutazioni competitive, nelle scelte aziendali e in quelle di politica economica ha prevalso la politica di ridurre i costi salariali...
infine dopo aver applicato la ricetta n.l (tagli salariali o cmq deprezzamento degli stessi, tagli alla pubblica amministrazione e ai servizi, vendite del patrimonio dello stato o millantate vendite (hanno effetto anch'esse) condoni o millantati condoni (hanno mooolto effetto anch0'essi), tagli alle tasse delle imprese e tariffe favorevoli ai grandi intrioiti, gli effetti sono:
corriere della sera
ECONOMIA
I dati della Banca d'Italia si riferiscono al mese di ottobre 2002
Debito pubblico record, 1.396 miliardi di euro
Il debito delle amministrazioni pubbliche è salito del 4,07% mentre le entrate
tributarie sono calate del 4,76%
ROMA - Nuovo record assoluto per il debito pubblico italiano che nel mese
di ottobre ha toccato i 1.395,9 miliardi di euro. Secondo il dato contenuto
nel supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia, il debito
delle amministrazioni pubbliche è cresciuto in un anno del 4,07%, rispetto
ai 1.341,3 miliardi di euro dell'ottobre 2001 e mostra un lieve incremento
(+0,6%) rispetto al dato di settembre (1.387,4 miliardi) che aveva segnato
il valore storico più alto. Il debito delle amministrazioni centrali è pari
a 1.352.178 milioni di euro (1.302.825 milioni nell'ottobre 2001), quello
delle amministrazioni locali a 43.462 milioni.
CALO DELLE ENTRATE TRIBUTARIE - Entrate tributarie in calo nei primi undici
mesi del 2002. Secondo gli ultimi dati forniti nel Bollettino di BankItalia,
il gettito tributario ha registrato - senza tener conto dei fondi speciali
per la riscossione - una contrazione del 4,76% passando dai 272.357 milioni
di euro del 2001 ai 259.391 milioni di euro del gennaio-novembre dell'anno
appena trascorso. Sul dato complessivo ha pesato anche il risultato negativo
di novembre (-5,7%), ma bisogna tener conto che l'ultimo giorno per l'autotassazione
scadeva il 2 dicembre: le entrate del mese sono scese di 1.444 milioni di
euro, passando da 25.167 milioni di euro del novembre 2001 a 23.723 del
novembre scorso.
10 gennaio 2003
soluzione: tagliare ancora le pensioni.
C'è anche un altra cosa che non quaglia...se quelli che sono al lavoro ci restano fino a settantacinque anni, come si fà a pretendere che i giovini trovino lavoro?
E in quel caso chi spende?E chi paga le tasse?
E perchè si fà contiunuo uso del prepensionamento? E in quest'ultimo caso, prima li prepensoniamo poi li bastoniamo? (seee seee i diritti acquisiti un par di ** io ho iniziato a lavorare dieci anni fà e non sò se quello che ho versato mi servirà in futuro a qualcosa...)
Er Paulus
13-10-2003, 17:49
Originariamente inviato da ALBIZZIE
SaMu, ho visto che hai tralasciato una interessante parte dell'email, dove si accennava ad una storia di dimissioni annunciate ma non mantenute...
BASTA!:D :mc:
Ni.jo chi è che è finito sulle pensioni? A me pare che già ci siano fin troppi argomenti sul debito pubblico, magari di pensioni ne parliamo in un altro thread, è più ordinato no? :p
Recentemente "qualcuno" ha messo nello stesso discorso debito e pensioni, ma in realtà sono argomenti che è meglio tener distinti per non fare confusione. Anche se in quel discorso il legame (cioè che l'Italia dev'essere particolarmente accorta nella gestione della spesa pensionistica, perchè ha già un elevato debito pubblico) era reale, in quanto debito pubblico e spesa pensionistica sono in ultima analisi entrambe passività dello stato nei confronti di creditori e pensionati. Ma come detto, meglio tenere le discussioni separate, sono già abbastanza imponenti così.
Cerbert come al solito :p non so se volutamente o meno, mischia un po' le carte in tavola. In questi discorsi è molto importante essere precisi per fare chiarezza e non alimentare confusione.
I consumi delle famiglie e la progressione fiscale non hanno nulla a che vedere con il debito pubblico. Quello che ha vissuto sopra le sue possibilità non è il signor Rossi, ma lo stato.
Il debito pubblico è la somma dei deficit che lo stato ha accumulato di anno in anno, spendendo troppo nei suoi vari capitoli di spesa (sanità, scuola, infrastrutture, difesa, assistenza, pubblica amministrazione, forze dell'ordine, etc.) oppure viceversa raccogliendo troppo poco con la tassazione. Decidete voi in quale misura abbia speso troppo o incassato troppo poco, ma il sunto è che lo stato ha speso più di quanto incassava e invece di correggere il disavanzo ha continuato a farlo, facendosi prestare i soldi ed emettendo in cambio i titoli del debito pubblico.
Quindi che le famiglie consumino di meno e investano di più o viceversa, che la tassazione sia poco o molto progressiva, può cambiare il benessere delle singole famiglie o delle singole categorie di reddito, ma dal punto di vista del bilancio dello stato, del suo deficit annuale e dell'accumulazione del debito questi sono fattori neutri.
Se proprio dobbiamo fare un discorso sul "messaggio trasmesso" quindi non è ai consumi delle famiglie che dobbiamo guardare (dopo che ho pagato le mie tasse allo stato, come voglio usare il mio reddito netto è affar mio, e non muta il bilancio dello stato).
Semmai, come già da tempo si sta facendo (ma in questo non ti vedo sul mio stesso carro :p) sulla sensibilizzazione della gente a far capire che i servizi statali non sono a costo zero, e sono stati a costo zero finora solamente perchè le perdite erano finanziate a debito.
Dico "non ti vedo sullo stesso carro" perchè quando leggo o sento dire "ora che hanno privatizzato i mezzi pubblici, il biglietto costa di più" ci vedo una polemica miope. Miope perchè non vede (ed è scritto nei bilanci ATM ad esempio) che il costo del servizio in realtà è diminuito, ma poichè le società (che nel caso di ATM è ancora pubblica, 100% Comune di Milano) non contano più sui trasferimenti statali di un tempo (che lo stato finanziava emettendo debito, perchè quei soldi non li aveva) devono contare sul biglietto. Dunque il cittadino in realtà paga meno un servizio, dove meno significa che paga di più subito ma non alimenta debito pubblico, mentre una volta pagava meno subito e il resto lo pagava lo stato, indebitandosi.
Dunque se vogliamo fare un discorso di "messaggi", dovremmo farlo sulla mancanza di sensibilizzazione e trasparenza in tutti i campi della spesa pubblica. E' quello che vado dicendo da tempo, e cioè che per ogni servizio pubblico il cittadino dovrebbe ricevere a casa una "bolletta simbolica", per meglio capire le reali risorse in gioco.
A fine mese ad esempio, ogni cittadino dovrebbe ricevere una bolletta per:
-scuola statale: questo mese ti è costata 250€
-forze dell'ordine: questo mese ti sono costate 80€
-sanità statale: questo mese ti è costata 300€
-interessi sui debiti: questo mese ti sono costati 180€
e così via. Questo nell'ottica di far capire alla gente che tutte le prestazioni statali hanno un costo, e dato che il nostro stato è in deficit regolarmente da 30 esercizi contabili/anni, in ognuno di questi anni il deficit è stato finanziato emettendo un'altra tranche di debito pubblico.
Forse se questa trasparenza e sensibilizzazione fosse stata fatta 30 anni fa, la gente vedendo le bollette simboliche salire di mese in mese in maniera incontrollata, avrebbe avuto una maggiore attenzione al problema. Al contrario, abituata a pensare che i servizi statali non avessero un costo (perchè nessuno glielo imponeva direttamente) la gente ne ha abusato e permesso l'abuso senza sentirlo come un danno economico diretto per se' e i propri familiari.
Introduco altri argomenti per rendere la discussione più interessante:
-dal 1994 in poi tutto il ricavato delle privatizzazioni (cioè vendite sul mercato di società statali) è utilizzato obbligatoriamente per ridurre il debito pubblico, cioè quello che lo stato incassa dalla vendita delle sue attività è tenuto ad usarlo per diminuire il debito
-più che il debito pubblico in valore assoluto, conta il valore debito pubblico/PIL che per l'Italia è poco sotto il 130%.. il problema debito pubblico si aggrava se il PIL cresce meno del debito pubblico, e in questa fase proprio questo è il maggior problema dato che il PIL cresce pochissimo (meno dell'1%)
-il problema debito pubblico dipende dai tassi di interesse, se i tassi di interesse sul mercato internazionale crescono (ora siamo a livelli bassissimi, i più bassi da 40 anni a questa parte) lo stato sarà costretto a pagare maggiori interessi sul debito che ha, e a quel punto o aumentano le tasse oppure aumenterà il deficit annuale, e quindi il debito aumenterà ad una velocità ancora maggiore
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