GioFX
10-09-2003, 23:56
2 anni dopo il terribile attacco a NYC e Washington, DC, nel centro del cuore economico e militare americano, come è la situazione della lotta la terrorismo? Cosa è cambiato da allora?
Dopo 2 guerre, non ancora concluse, miliardi di dollari spesi e tanti morti, cosa è stato fatto, cosa è stato sbagliato e cosa c'è da fare secondo voi? Negli Stati Uniti è in corso un acceso dibattito, con scontri non indifferenti, tra i due schieramenti e all'interno della pubblica opinione americana. Ci si chiede se sia giusto continuare per questa strada o non sia meglio una cambiamento, magari con una nuova politica di intervento multilaterale.
Una cosa mi ha colpito di un intervista che ho sentito qualche giorno fa... si diceva che molti attentati erano stati sventati da quel 11 settembre 2001... ed ho subito pensato ai molti arresti e alle varie operazioni di polizia, coordinate a livello internazionale, che hanno avuto successo proprio nella lotta contro il terrorismo islamista.
Ho così provato a mettere sulla "bilancia" la War on Terrorism delle guerre americane, con le operazioni di polizia di Stati Uniti, Europa, e Medio Oriente... e, IMHO, queste ultime hanno avuto un effetto immediato (e non a lunghissimo termine come la deposizione di Omar o di Saddam) sull'organizzazione terroristica di Al Queada e affiliate, lo stesso tipo di operazione, che vive sulla cooperazione internazionale delle intelligence e delle polizie, che stava conducendo il direttore dell'FBI di NY, John O'Neil (http://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/shows/knew/), prima di essere "deposto" dai burocrati del governo, e prima di morire come un topo nella torre nord del World Trade Center, quel 11 settembre 2001... e pensare che era arrivato ad un passo dalla decifrazione del possibile terribile e nuovo attacco all'america.
PS: lo speciale "A men who knew" è stato prodotto da Frontline, la testata dell'emittente americana PBS per la quale ora lavora l'ex redattore capo di 60 Minutes, la celebre trasmissione della CBS, e che fu il protagonista dell'inchiesta "Smoke in the eyes" assieme a Jeffrey Wigand, poi portata sul grande schermo con il film "The Insider", con Al Pacino e Russel Crowe.
Dopo 2 guerre, non ancora concluse, miliardi di dollari spesi e tanti morti, cosa è stato fatto, cosa è stato sbagliato e cosa c'è da fare secondo voi? Negli Stati Uniti è in corso un acceso dibattito, con scontri non indifferenti, tra i due schieramenti e all'interno della pubblica opinione americana. Ci si chiede se sia giusto continuare per questa strada o non sia meglio una cambiamento, magari con una nuova politica di intervento multilaterale.
Una cosa mi ha colpito di un intervista che ho sentito qualche giorno fa... si diceva che molti attentati erano stati sventati da quel 11 settembre 2001... ed ho subito pensato ai molti arresti e alle varie operazioni di polizia, coordinate a livello internazionale, che hanno avuto successo proprio nella lotta contro il terrorismo islamista.
Ho così provato a mettere sulla "bilancia" la War on Terrorism delle guerre americane, con le operazioni di polizia di Stati Uniti, Europa, e Medio Oriente... e, IMHO, queste ultime hanno avuto un effetto immediato (e non a lunghissimo termine come la deposizione di Omar o di Saddam) sull'organizzazione terroristica di Al Queada e affiliate, lo stesso tipo di operazione, che vive sulla cooperazione internazionale delle intelligence e delle polizie, che stava conducendo il direttore dell'FBI di NY, John O'Neil (http://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/shows/knew/), prima di essere "deposto" dai burocrati del governo, e prima di morire come un topo nella torre nord del World Trade Center, quel 11 settembre 2001... e pensare che era arrivato ad un passo dalla decifrazione del possibile terribile e nuovo attacco all'america.
PS: lo speciale "A men who knew" è stato prodotto da Frontline, la testata dell'emittente americana PBS per la quale ora lavora l'ex redattore capo di 60 Minutes, la celebre trasmissione della CBS, e che fu il protagonista dell'inchiesta "Smoke in the eyes" assieme a Jeffrey Wigand, poi portata sul grande schermo con il film "The Insider", con Al Pacino e Russel Crowe.