Linux&Xunil
10-08-2003, 18:55
Washington Nessuno si domanda più come la pensa. Ormai è chiaro che non pensa. L’esordio di Arnold Schwarzenegger nella campagna elettorale per diventare governatore della California è stato un disastro. Spaesato, reticente, privo di idee, l’uomo che aspira alla poltrona da cui Ronald Reagan cominciò la sua scalata al potere si è dimostrato un pessimo attore con un copione noioso. Altro che Terminator. Altro che eroe dell’azione. Nei salotti televisivi in cui ha parlato per la prima volta di politica Schwarzenegger si è comportato con l’arroganza dei timidi. Ha ripetuto continuamente, e spesso a sproposito, le battute dei suoi film più famosi. Ha rivolto un ovvio “Hasta la vista” all’attuale governatore Gray Davis, minacciato di destituzione. Ma di fronte a una domanda tanto imbarazzante quanto prevedibile (“Quanto paga di tasse?”) non ha trovato niente di meglio che fingersi sordo.
“Dimmi qualcosa di preciso, Arnold, dimmi come pensi di risolvere la crisi economica”, implorava Matt Lauer, il cortese intervistatore della Nbc, con il tono di un professore che ha pietà del candidato ignorante e gli offre l’imbeccata all’esame di maturità. Ed ecco, testuale, la risposta del candidato Schwarzenegger, che si crede maturo per governare la California. “Ecco, io credo che la prima cosa, la più importante, è di sapere che ci vuole autorità, perché il governatore Davis dice di avere esperienza e tutte queste cose. Cerca di vendere una esperienza che nessuno vuol comprare. Che è successo, con la sua esperienza? Guardate in che situazione siamo”.
La tattica non è nuova. L’hanno inventata i consulenti di George Bush, quando il loro uomo tradiva imbarazzo di fronte a ogni domanda sull’economia o sulla politica estera nella campagna elettorale del 2000. Lo slogan di Bush era: “L’intelligenza si può comprare”. In altre parole, chi comanda non ha bisogno di essere un genio, basta che abbia buoni collaboratori. Infatti il presidente Bush è stato il primo, e per ora il solo, ad appoggiare la candidatura di Schwarzenegger. “Credo – ha esclamato – che sarebbe un buon governatore. Non vorrei mai sfidarlo a braccio di ferro”.
Non è detto che questi argomenti funzionino in California, uno degli stati in cui Bush è stato clamorosamente sconfitto nelle presidenziali di tre anni fa. Il deficit del bilancio californiano ha toccato abissi inauditi, i buoni del tesoro dello stato sono spazzatura, Silicon Valley è un mare di lacrime. La furia dei contribuenti si è sfogata con un meccanismo che negli Stati Uniti è stato attivato una sola volta 80 anni fa. Il 7 ottobre vi sarà un referendum con due domande. Prima: “Volete che il governatore Davis sia destituito?”. Seconda: “Chi eleggereste al suo posto?”. La scelta è fra 54 candidati e le iscrizioni sono ancora aperte. Si può rispondere no alla prima domanda e scegliere egualmente un candidato alternativo a Davis, ad ogni buon conto. Se almeno il 50 per cento degli elettori dirà sì alla destituzione, il posto di Davis andrà al candidato che otterrà più voti.
Il partito democratico è in difficoltà. Come possibile alternativa a Davis presenta il suo vice, Cruz Bustamante, impopolare quasi quanto lui. Il referendum per la destituzione è stato voluto da un deputato repubblicano di origine libanese, Darrell Issa, re degli antifurti, che ha speso un paio di milioni di dollari di tasca propria. Quando Schwarzegger si è presentato Issa è scoppiato in lacrime e ha ritirato la candidatura. Anch’egli, come Bush, non si sentiva di fare a braccio di ferro.
Sulla carta, Schwarzenegger sembra invincibile. E’ ricco e popolare. Non ha troppi scheletri nell’armadio, salvo una controversa amicizia con l’ex presidente austriaco Kurt Waldheim, in odore di nazismo. La moglie, Maria Shriver, è una nota giornalista televisiva parente dei Kennedy che può pescare per lui qualche voto tra i democratici. Ma nemmeno i colleghi della moglie, nel salotto televisivo della Abc, sono riusciti a evitargli la brutta figura. Alle più semplici domande sui problemi di attualità la risposta era sempre la stessa: “Preferisco non prendere posizione adesso, ma ci penserò”. Il prossimo governatore, chiunque sia, dovrà aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica per evitare la bancarotta, ma Shwarzenegger assicura: “Tranquilli. Risolverò la crisi. Convincerò gli uomini di affari ad investire in California”. Non ha spiegato come. Forse ha intenzione di sfidarli a braccio di ferro.
“Dimmi qualcosa di preciso, Arnold, dimmi come pensi di risolvere la crisi economica”, implorava Matt Lauer, il cortese intervistatore della Nbc, con il tono di un professore che ha pietà del candidato ignorante e gli offre l’imbeccata all’esame di maturità. Ed ecco, testuale, la risposta del candidato Schwarzenegger, che si crede maturo per governare la California. “Ecco, io credo che la prima cosa, la più importante, è di sapere che ci vuole autorità, perché il governatore Davis dice di avere esperienza e tutte queste cose. Cerca di vendere una esperienza che nessuno vuol comprare. Che è successo, con la sua esperienza? Guardate in che situazione siamo”.
La tattica non è nuova. L’hanno inventata i consulenti di George Bush, quando il loro uomo tradiva imbarazzo di fronte a ogni domanda sull’economia o sulla politica estera nella campagna elettorale del 2000. Lo slogan di Bush era: “L’intelligenza si può comprare”. In altre parole, chi comanda non ha bisogno di essere un genio, basta che abbia buoni collaboratori. Infatti il presidente Bush è stato il primo, e per ora il solo, ad appoggiare la candidatura di Schwarzenegger. “Credo – ha esclamato – che sarebbe un buon governatore. Non vorrei mai sfidarlo a braccio di ferro”.
Non è detto che questi argomenti funzionino in California, uno degli stati in cui Bush è stato clamorosamente sconfitto nelle presidenziali di tre anni fa. Il deficit del bilancio californiano ha toccato abissi inauditi, i buoni del tesoro dello stato sono spazzatura, Silicon Valley è un mare di lacrime. La furia dei contribuenti si è sfogata con un meccanismo che negli Stati Uniti è stato attivato una sola volta 80 anni fa. Il 7 ottobre vi sarà un referendum con due domande. Prima: “Volete che il governatore Davis sia destituito?”. Seconda: “Chi eleggereste al suo posto?”. La scelta è fra 54 candidati e le iscrizioni sono ancora aperte. Si può rispondere no alla prima domanda e scegliere egualmente un candidato alternativo a Davis, ad ogni buon conto. Se almeno il 50 per cento degli elettori dirà sì alla destituzione, il posto di Davis andrà al candidato che otterrà più voti.
Il partito democratico è in difficoltà. Come possibile alternativa a Davis presenta il suo vice, Cruz Bustamante, impopolare quasi quanto lui. Il referendum per la destituzione è stato voluto da un deputato repubblicano di origine libanese, Darrell Issa, re degli antifurti, che ha speso un paio di milioni di dollari di tasca propria. Quando Schwarzegger si è presentato Issa è scoppiato in lacrime e ha ritirato la candidatura. Anch’egli, come Bush, non si sentiva di fare a braccio di ferro.
Sulla carta, Schwarzenegger sembra invincibile. E’ ricco e popolare. Non ha troppi scheletri nell’armadio, salvo una controversa amicizia con l’ex presidente austriaco Kurt Waldheim, in odore di nazismo. La moglie, Maria Shriver, è una nota giornalista televisiva parente dei Kennedy che può pescare per lui qualche voto tra i democratici. Ma nemmeno i colleghi della moglie, nel salotto televisivo della Abc, sono riusciti a evitargli la brutta figura. Alle più semplici domande sui problemi di attualità la risposta era sempre la stessa: “Preferisco non prendere posizione adesso, ma ci penserò”. Il prossimo governatore, chiunque sia, dovrà aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica per evitare la bancarotta, ma Shwarzenegger assicura: “Tranquilli. Risolverò la crisi. Convincerò gli uomini di affari ad investire in California”. Non ha spiegato come. Forse ha intenzione di sfidarli a braccio di ferro.