ivanez
18-07-2003, 23:16
Violenza sessuale, rischia da 4 anni all'ergastolo. Il giocatore dei Lakers ammette: "Sono colpevole di adulterio, ma non ho aggredito la ragazza".
DENVER (Usa), 18 luglio 2003 - Il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant, è stato incriminato in Colorado per violenza sessuale. Il reato prevede, nello Stato americano, condanne fino all'ergastolo. Lo ha annunciato Mark Hurlbert, procuratore distrettuale della contea di Eagle, dopo aver valutato per due settimane le accuse nei confronti di Bryant fatte da una ragazza di 19 anni. Il 6 agosto si svolgerà l'udienza a in cui verranno letti i capi d’imputazione. L’accusa potrebbe essere di stupro perché Hurlbert ha specificamente suggerito che "c’è stata penetrazione con evidenza fisica di una certa violenza". E dopo la decisione del giudice, il giocatore dei Laker ha ammesso per la prima volta di aver avuto con la ragazza un rapporto sessuale. "Ho commesso l'errore di un adulterio - ha dichiarato Kobe attraverso il suo avvocato - , ma sono innocente, non l'ho mai aggredita, devo rispondere di questo di fronte a mia moglie e a Dio". E proprio Vanessa, sposa del giocatore ha diffuso una dichiarazione sostenendo di credere all'innocenza del marito: "Non lo lascerò combattere questa accusa da solo".
Tutto era cominciato il 4 luglio scorso, giorno dell'Indipendenza, quando Kobe si era consegnato alla polizia della contea di Eagle, in Colorado, che aveva emesso nei suoi confronti un mandato d'arresto per violenza sessuale. L'arresto della guardia dei Los Angeles Lakers era stato disposto dopo una denuncia effettuata da una cameriera 19enne, per un episodio che sarebbe avvenuto nella località Edwards, lo scorso 30 giugno, all'hotel Lodge e Spa, dove la ragazza lavorava alla reception. Bryant si trovava in Colorado per sottoporsi a un intervento in artroscopia per ripulire piccole scorie da un ginocchio nella celebre clinica del Professor Staedman a Vail, quella dove era stato operato anche Del Piero.
Secondo testimoni la ragazza sarebbe salita in camera di Kobe per portare la cena e avrebbe fatto ritorno nella lobby solo mezz’ora dopo. Nel frattempo alcuni vicini di stanza si sarebbero lamentati con il personale dell’albergo per dei rumori che provenivano dall’alloggio della stella dei Los Angeles Lakers. Ritornata al suo posto la ragazza sarebbe apparsa in lacrime e sconvolta e avrebbe lasciato immediatamente l’hotel. La mattina dopo la presunta vittima aveva sporto denuncia allo sceriffo della Contea di Eagle Joe Hoy.
Da allora Kobe era apparso una sola volta in pubblico, alla premiazione degli Espy, a fianco della moglie Vanessa, mentre gli unici commenti sulla vicenda sono stati quelli rilasciati al "Los Angeles Times": "Non dovrei neppure essere qui a parlare, chi mi conosce sa che non farei mai niente di simile. Quanto ne uscirò pulito, vedrete tutto andrà a posto". Da oggi questa speranza sembra un'illusione.
DENVER (Usa), 18 luglio 2003 - Il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant, è stato incriminato in Colorado per violenza sessuale. Il reato prevede, nello Stato americano, condanne fino all'ergastolo. Lo ha annunciato Mark Hurlbert, procuratore distrettuale della contea di Eagle, dopo aver valutato per due settimane le accuse nei confronti di Bryant fatte da una ragazza di 19 anni. Il 6 agosto si svolgerà l'udienza a in cui verranno letti i capi d’imputazione. L’accusa potrebbe essere di stupro perché Hurlbert ha specificamente suggerito che "c’è stata penetrazione con evidenza fisica di una certa violenza". E dopo la decisione del giudice, il giocatore dei Laker ha ammesso per la prima volta di aver avuto con la ragazza un rapporto sessuale. "Ho commesso l'errore di un adulterio - ha dichiarato Kobe attraverso il suo avvocato - , ma sono innocente, non l'ho mai aggredita, devo rispondere di questo di fronte a mia moglie e a Dio". E proprio Vanessa, sposa del giocatore ha diffuso una dichiarazione sostenendo di credere all'innocenza del marito: "Non lo lascerò combattere questa accusa da solo".
Tutto era cominciato il 4 luglio scorso, giorno dell'Indipendenza, quando Kobe si era consegnato alla polizia della contea di Eagle, in Colorado, che aveva emesso nei suoi confronti un mandato d'arresto per violenza sessuale. L'arresto della guardia dei Los Angeles Lakers era stato disposto dopo una denuncia effettuata da una cameriera 19enne, per un episodio che sarebbe avvenuto nella località Edwards, lo scorso 30 giugno, all'hotel Lodge e Spa, dove la ragazza lavorava alla reception. Bryant si trovava in Colorado per sottoporsi a un intervento in artroscopia per ripulire piccole scorie da un ginocchio nella celebre clinica del Professor Staedman a Vail, quella dove era stato operato anche Del Piero.
Secondo testimoni la ragazza sarebbe salita in camera di Kobe per portare la cena e avrebbe fatto ritorno nella lobby solo mezz’ora dopo. Nel frattempo alcuni vicini di stanza si sarebbero lamentati con il personale dell’albergo per dei rumori che provenivano dall’alloggio della stella dei Los Angeles Lakers. Ritornata al suo posto la ragazza sarebbe apparsa in lacrime e sconvolta e avrebbe lasciato immediatamente l’hotel. La mattina dopo la presunta vittima aveva sporto denuncia allo sceriffo della Contea di Eagle Joe Hoy.
Da allora Kobe era apparso una sola volta in pubblico, alla premiazione degli Espy, a fianco della moglie Vanessa, mentre gli unici commenti sulla vicenda sono stati quelli rilasciati al "Los Angeles Times": "Non dovrei neppure essere qui a parlare, chi mi conosce sa che non farei mai niente di simile. Quanto ne uscirò pulito, vedrete tutto andrà a posto". Da oggi questa speranza sembra un'illusione.