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View Full Version : Anche nella carità ci vuole...


cerbert
14-07-2003, 09:23
...intelligenza.
Pubblico il seguente articolo perchè, nonostante non dica niente di nuovo, riassume in pochissime parole quello che le ONG di "cooperazione allo sviluppo" sostengono da decenni.
E potrebbe chiarire un pochettino di più come mai, quando vengono proposte "megadonazioni" come quella degli OGM, la diffidenza dei paesi beneficiari diviene, di volta in volta, più inaggirabile.


Il lato oscuro degli aiuti umanitari
La rapina compassionevole dell'Occidente [/siz]

Appena dieci anni fa le strade africane erano vivacizzate dalle stoffe colorate degli abiti tradizionali. Oggi il tono monocromatico degli vestiti occidentali colpisce i visitatori. L'Africa è stata letteralmente invasa dall'usato dell'Occidente: magliette e pantaloni di seconda mano hanno sostituito i geometrici disegni locali. Dietro a questa semplice constatazione si nasconde un dramma che ha poco a che fare con l'estetica: la rovina, praticamente in ogni paese del continente, di tutti quelli che partecipavano alla filiera tessile, dai coltivatori di cotone ai sarti che confezionavano i vestiti.
Niente è più difficile da incrinare della fede occidentale negli aiuti. Regalare vestiti usati si sposa perfettamente sia col dettato evangelico che con l'intuitiva certezza morale che, dando una mano, non si fa mai male. In perfetta buona fede, e talvolta al prezzo di profondi sacrifici personali, migliaia di volontari cercano di prestare soccorso agli esseri umani più sfortunati del pianeta. Certo, una volta alle prese con le terribili realtà di alcuni paesi, devono fare i conti con la consapevolezza di combattere una battaglia disperata: arginare con una medicina e con un piatto di riso un dissesto sociale ed economico di proporzioni bibliche. Ma si tratta di un dissesto che raramente ha cause naturali e al quale hanno contribuito gli stessi paesi che elargiscono aiuti.

Sono decenni che l'Occidente impone ai paesi poveri le proprie ricette economiche. I paesi africani sono stati costretti a smantellare i propri servizi sanitari, a licenziare i propri dipendenti pubblici e poi, in nome del libero mercato, ad aprire ai prodotti occidentali che, sostenuti dai propri governi, hanno sbaragliato la competizione locale. Si tratta di una strategia efficiente e implacabile che, in un continente ancora prevalentemente agricolo, è arrivata a mettere a repentaglio la sussistenza alimentare. Per capire come funziona basta ricordare come si è giunti alla situazione dell'Etiopia, dove circa 12 milioni di persone rischiano di morire di fame.

La carestia etiope non ha niente di naturale. Come ammette l'iperliberista Wall Street Journal è frutto della pressione operata dalle agenzie d'aiuto internazionali, controllate dai governi occidentali, che hanno spinto il governo etiope a eliminare il contributo statale nel settore agricolo. Sulle prime non sembrava rischioso perché, negli anni '90, l'Etiopia produceva 11 milioni di tonnellate di grano l'anno, toccando i 13 milioni fra il 2000 e il 2001. Ma una volta eliminato il controllo statale delle tariffe, la sovrapproduzione ha cominciato a penalizzare gli agricoltori che, allarmati dal crollo dei prezzi, hanno ridotto le coltivazioni. A quel punto l'ondata degli aiuti alimentari, gestiti soprattutto dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), hanno dato la mazzata finale ed innescato la carestia.

La carestia etiope è un esempio di come gli aiuti possano essere utilizzati, dagli stati, come un'efficace strumento di colonizzazione economica. Le donazioni alimentari di Usaid consistono prevalentemente nelle eccedenze statunitensi, naturali o biotecnologiche. Ma i prodotti vengono raramente acquistati sul mercato locale anche dalle più imparziali agenzie delle Nazioni Unite, una misura che potrebbe frenare l'effetto dumping e rivitalizzare il mercato locale. Non ci vuole un genio per capire che distribuire cibo gratis rovina chi, producendo cibo, cerca di campare.

Ma la politica degli aiuti, sposata entusiasticamente da tutti i governi occidentali e da tutte le amministrazioni - con i suoi soldi virtuali Bush non fa che scimmiottare Clinton - ha il merito deviare l'attenzione dalla rapina che continua, implacabile, dai tempi in cui si travestiva da "missione civilizzatrice". Chi ha provato a fare una stima, come Oxfam, ha registrato un flusso impressionante di denaro che, dal sud del mondo, entra nelle casse e alimenta il benessere del nord. Senza menzionare il debito, se le materie prime venissero pagate secondo il loro giusto valore, se agli stati venisse lasciata la possibilità di perseguire una strategia nazionale in ambito economico e sociale, insieme alla possibilità di vendere i propri prodotti sul nostro mercato, come noi li vendiamo a loro, in breve tempo non ci sarebbe nessuno da aiutare. E il "fardello dell'uomo bianco" risulterebbe improvvisamente molto più leggero.

Sabina Morandi

Bet
14-07-2003, 10:28
Dì la verità: avresti voluto intitolarlo "Cerbert vi impara la cooperazione allo sviluppo", ma la tua strategia di basso marketing :p :D di cambiare il titolo del thread non ha funzionato.

Con queste vacanze estive mi sa che dovrai rinviare i tuoi corsi ad ottobre :D

cerbert
14-07-2003, 10:31
Originally posted by "Bet"

Dì la verità: avresti voluto intitolarlo "Cerbert vi impara la cooperazione allo sviluppo", ma la tua strategia di basso marketing :p :D di cambiare il titolo del thread non ha funzionato.

Con queste vacanze estive mi sa che dovrai rinviare i tuoi corsi ad ottobre :D

Hai assolutamente azzeccato! :muro: :D

robnet77
14-07-2003, 10:46
... quello che non ho capito è:

a chi vanno gli aiuti umanitari? Chi è che si prende carico di "elargirli" alla popolazione locale?

Bet
14-07-2003, 11:04
Originally posted by "robnet77"

... quello che non ho capito è:

a chi vanno gli aiuti umanitari? Chi è che si prende carico di "elargirli" alla popolazione locale?

dipende dall'ente da cui proviene l'iniziativa

cerbert
14-07-2003, 11:05
Originally posted by "robnet77"

... quello che non ho capito è:

a chi vanno gli aiuti umanitari? Chi è che si prende carico di "elargirli" alla popolazione locale?

Purtroppo non esiste un livello unico, soprattutto quando sono agenzie nazionali o sovranazionali a gestire la cosa.
La situazione ottimale, portata avanti da molte ONG di cooperazione (che è diversa, dall'aiuto) è che chi raccoglie dovrebbe anche distribuire. Emergency, MSF, Croce Rossa, Oxfam e altri cercano di fare così
Ma spesso, quando interviene una "agenzia" questo non accade, cosicchè la gestione della "raccolta", fatta spesso da persone in assoluta buona fede, è separata dalla "distribuzione" che viene affidata ad associazioni diverse le quali, vedi Missione Arcobaleno possono essere delle "società" nate per "subappaltare" il lavoro di distribuzione con tutti le distorsioni immaginabili.
Infine c'è la gestione "USAID nuova maniera" che consiste nel "lanciare" gli aiuti umanitari dal cielo e lasciare che sia il destino (e la forza) a deciderne i beneficiari.

Nella sostanza, più l'aiuto è mirato ed efficacie più, di necessità richiede lavoro e dedizione e diviene quindi commisurato alla realtà che lo eroga.
Per questo motivo, l'aiuto soltanto, NON BASTERA' MAI ad alleviare le sofferenze.

Bet
14-07-2003, 11:08
cerbert ha detto le stessa cosa che ho detto io... moltiplicando il numero di parole :D

cerbert
14-07-2003, 11:11
Originally posted by "Bet"

cerbert ha detto le stessa cosa che ho detto io... moltiplicando il numero di parole :D

Sei già in vacanza, amico? Non hai niente di meglio da fare? Vai a riparare i buchi nell'ombrellone, va... VAIIIII!!!

:D :D :p

Bet
14-07-2003, 11:13
Originally posted by "cerbert"



Sei già in vacanza, amico? Non hai niente di meglio da fare? Vai a riparare i buchi nell'ombrellone, va... VAIIIII!!!

:D :D :p

me le firmi tu le ferie? se me le firmi tu volentieri! :D


dai che ti sto uppando anche questo 3d :p