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View Full Version : OpenAI: 'Uso improprio e non autorizzato di ChatGPT' alla base del suicidio di Adam Raine


Redazione di Hardware Upg
27-11-2025, 06:11
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/openai-uso-improprio-e-non-autorizzato-di-chatgpt-alla-base-del-suicidio-di-adam-raine_146819.html

OpenAI contesta ogni responsabilità nel suicidio di Adam Raine, sostenendo un uso improprio del chatbot e richiamando sia i termini d'uso e che la Section 230. La famiglia accusa invece scelte progettuali che avrebbero trasformato ChatGPT in un "coach per il suicidio". Il caso si inserisce in un crescente contenzioso su suicidi ed episodi psicotici legati all'AI.

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CrapaDiLegno
27-11-2025, 16:28
Il problema di fondo?
Che il chatbot parla come se fosse tuo fratello, anzi no, il tuo servo.
Se presentasse le informazioni come un libro qualsiasi su cui si possono trovare le stesse cose, nessuno potrebbe accusare i chatbot di essere quello che non sono: confidente, sostenitore, amico, fidanzato e ora si arriva anche a sposo.

L'umanizzazione di uno stupido pappagallo che per metà delle volte di dice solo quello che vuoi sentirti dire (avete mai trovato un chatbot che in caso di protesta del risultato ti dice, "ma che cazzo dici? Ho fatto la cosa giusta!" piuttosto che "oh, si, scusami, ora provvedo a correggere/rifare/reimpostare" anche se non c'è nulla da correggere) è e sarà il problema di molti che hanno problemi di socialità e credono che lo stupido pappagallo possa sostituire le persone vere.

Per il resto, se uno vuole suicidarsi ha mille modi per farlo e non è compito di un pappagallo digitale trovarne la cura, cosa che invece spetterebbe a quei genitori che dovrebbero a loro volta essere denunciati per mancanza di supervisione ed empatia con un figlio disadattato.
Non hanno mai capito che aveva problemi? Quanto tempo ci hanno passano assieme, i 10 minuti della cena serale in cui non spiccicavano una parola e poi ognuno a farsi ancora i cazzi propri?
Direi che accusare ChatGPT che è diventato il loro surrogato per il figlio, è una ammissione del fatto che abbiano fallito come genitori.