View Full Version : Jensen Huang (NVIDIA): 'L'AI non è una nuova bolla delle Dot-com, ogni GPU è accesa e lavora'
Redazione di Hardware Upg
11-11-2025, 06:31
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/jensen-huang-nvidia-l-ai-non-e-una-nuova-bolla-delle-dot-com-ogni-gpu-e-accesa-e-lavora_146064.html
Jensen Huang, CEO di NVIDIA, ha respinto il paragone tra il boom dell'AI e la bolla delle Dot-com: oggi ogni GPU è in uso, segno di una domanda reale di calcolo. L'intelligenza artificiale, spiega, richiede potenza in tempo reale e dà vita a un'industria basata su "fabbriche di intelligenza".
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Doraneko
11-11-2025, 07:02
Si beh, mi stupirei se avesse detto il contrario, col lavoro che fa :D
AtaruGolan
11-11-2025, 08:10
Il discorso della "bolla dell'IA" è una narrazione comoda per chi guarda solo ai mercati finanziari, non alla realtà tecnologica. Se qualcosa dovesse "scoppiare", sarà il prezzo delle azioni non l'uso dell'intelligenza artificiale. L'IA non è un hype passeggero: è un cambiamento strutturale, un nuovo livello della civiltà industriale digitale.
La realtà è che ogni GPU, come dice Jensen Huang, è accesa e lavora: serve a produrre modelli, sistemi, automatismi che già oggi stanno ridefinendo l'intera economia. Parlare di "bolla" serve solo a tranquillizzare gli investitori spaventati o chi teme per il proprio posto di lavoro. Ma non c'è nessuna bolla nel processo di sostituzione graduale dell'uomo c'è solo un bias cognitivo: il cervello che tenta di rendere "accettabile" una trasformazione che spaventa.
Le grandi aziende non stanno costruendo l'IA per democratizzare la conoscenza, ma per ridurre costi, aumentare produttività e, dove possibile, sostituire il fattore umano. Lo stesso Goldman Sachs Research ha stimato che fino al 14 % dei lavori nei Paesi sviluppati potrebbe essere dislocato dall'adozione piena dell'IA e questa è la previsione "ottimista". Ma anche in quello scenario, la produttività globale crescerebbe di oltre il 15 %. In altre parole: l'efficienza economica aumenterà, ma il numero di persone necessarie per mantenerla diminuirà.
Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha dichiarato che l'IA "potrebbe influenzare quasi il 40 % dei posti di lavoro nel mondo, sostituendo alcuni e complementandone altri". È un modo diplomatico per dire che quasi metà dell'economia mondiale dovrà riconvertirsi. E la storia ci insegna che queste riconversioni non avvengono senza dolore.
Anche gli studi accademici confermano che non sono soltanto i lavori manuali a rischio. Una ricerca del 2024 (Ozgul et al.) mostra che persino i ruoli "non routinari" ad alto livello analisi, consulenza, marketing, perfino programmazione sono "susceptible to automation". L'IA non è più una minaccia solo per i ruoli ripetitivi: è un concorrente cognitivo, capace di ragionare e generare.
C'è chi, come la Wharton School, invita a non cedere al catastrofismo, ricordando che l'IA spesso "complementa" più che sostituire, e che nuove mansioni emergeranno accanto alle vecchie. Ma la domanda vera è: quanti potranno permettersi il tempo e la formazione per adattarsi? E quanti Paesi, soprattutto in Europa, hanno la struttura industriale per assorbire l'urto?
L'Europa, infatti, rischia di essere la principale vittima di questo cambio di paradigma. Senza una strategia tecnologica sovrana, il Vecchio Continente si ritroverà a importare tecnologie statunitensi e cinesi, pagando il prezzo della propria dipendenza. Sopravviveranno solo pochi grandi marchi, alcuni settori manuali e l'agricoltura. Ma anche lì la pressione economica e la concorrenza faranno sì che si cerchi di automatizzare il più possibile.
Che accada nel 2026, nel 2027 o nel 2030, il risultato non cambia: stiamo entrando nella più grande transizione del lavoro umano mai avvenuta. Una crisi che non sarà solo economica, ma anche sociale e culturale. I miliardari di oggi diventeranno i padroni dei mezzi di pensiero non più solo di produzione e quando la conoscenza stessa sarà proprietà privata, la distanza tra chi crea e chi subisce sarà irreversibile.
Non è una bolla. È un cambio di era. E chi ancora pensa di poterne restare fuori, non ha capito che il futuro non sta arrivando: è già acceso, e sta lavorando.
Edit
Aggiungo: una soluzione semplice non esiste, ma una direzione sì ed è politica e legislativa.
Serve agire ora, non quando la crisi sarà già esplosa. Occorre impostare leggi europee chiare e vincolanti che proteggano il lavoro, l'industria e la sovranità tecnologica.
Bisogna sostenere con finanziamenti mirati le aziende che scelgono di restare in Europa, incentivare la produzione locale e rendere conveniente produrre sul territorio europeo anche per i grandi colossi globali. Allo stesso tempo, occorre vincolare l'accesso al mercato europeo: chi vuole vendere in Europa deve contribuire alla sua economia reale, assumendo personale europeo e pagando tasse in Europa.
Va inoltre limitato se non vietato l'uso sistematico dell'outsourcing, pratica ormai abusata per ridurre i costi a scapito dei lavoratori e delle competenze interne. Le aziende devono essere incentivate a formare e riqualificare il personale locale, non a sostituirlo con manodopera remota o con automazioni incontrollate.
Servono anche investimenti pubblici in ricerca, semiconduttori, energie rinnovabili e intelligenza artificiale etica: senza una filiera autonoma, l'Europa resterà sempre dipendente da chi controlla le infrastrutture tecnologiche globali.
Infine, è indispensabile un nuovo "patto sociale europeo" che riconosca il diritto alla transizione: formazione continua, redditi di reinserimento, e soprattutto la garanzia che il progresso tecnologico non serva solo a generare profitti, ma a mantenere dignità, sicurezza e prospettive per chi lavora.
Se l'Europa non agirà ora, diventerà un museo tecnologico, osservando da lontano il mondo che crea il proprio futuro altrove.
Non servono slogan, servono leggi, coraggio e visione.
Perché la vera rivoluzione non è l'intelligenza artificiale è decidere chi la governa.
ormai anche Bill Gates parla di bolla, e lui arriva sempre tardi:
https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/anche-bill-gates-dice-che-lai-%C3%A8-una-bolla-e-che-presto-scoppier%C3%A0/ar-AA1Q8jIH
gli unici due che la difendono guardacaso sono giacchetta e altman (che ha aperto al p.rno visto che ha potenza di calcolo da sprecare...), e se devono scendere in campo loro, e autosostenersi finanziariamente (gli accordi di nvidia coi suoi clienti, in pratica li finanzia per comprare da lei)...
mi sa che ci saranno dei bei botti a capodanno...
Il discorso della "bolla dell'IA" è una narrazione comoda per chi guarda solo ai mercati finanziari, non alla realtà tecnologica. Se qualcosa dovesse "scoppiare", sarà il prezzo delle azioni non l'uso dell'intelligenza artificiale. L'IA non è un hype passeggero: è un cambiamento strutturale, un nuovo livello della civiltà industriale digitale.
La realtà è che ogni GPU, come dice Jensen Huang, è accesa e lavora: serve a produrre modelli, sistemi, automatismi che già oggi stanno ridefinendo l'intera economia. Parlare di "bolla" serve solo a tranquillizzare gli investitori spaventati o chi teme per il proprio posto di lavoro. Ma non c'è nessuna bolla nel processo di sostituzione graduale dell'uomo c'è solo un bias cognitivo: il cervello che tenta di rendere "accettabile" una trasformazione che spaventa.
CUT
Che accada nel 2026, nel 2027 o nel 2030, il risultato non cambia: stiamo entrando nella più grande transizione del lavoro umano mai avvenuta. Una crisi che non sarà solo economica, ma anche sociale e culturale. I miliardari di oggi diventeranno i padroni dei mezzi di pensiero non più solo di produzione e quando la conoscenza stessa sarà proprietà privata, la distanza tra chi crea e chi subisce sarà irreversibile.
Non è una bolla. È un cambio di era. E chi ancora pensa di poterne restare fuori, non ha capito che il futuro non sta arrivando: è già acceso, e sta lavorando. Anche internet fu una rivoluzione permanente, ma la bolla dot.com fu reale.
E ricordi "l'ufficio senza carta" pronosticato da Bill Gates (e non solo da lui) ai tempi di Windows95? che fine ha fatto?
E quante volte abbiamo sentito dire che i robot avrebbeto sostituito gli uomini, fin dai tempi del Luddismo? e i pc avrebbero ucciso le segretarie...
In parte è vero, ci sono i robot industriali nelle catene di montaggio, le email hanno ridotto l'uso della posta cartacea, ecc. ma tutto molto ridimensionato rispetto alle previsioni.
che tutte le Gpu sono accese e al lavoro è una bazza, smentita già settimana scorsa da Nadella (hanno le gpu ma non la corrente e i datacenter per farle andare) infatti lo dice anche Jensen "quasi":
https://www.hwupgrade.it/news/server-workstation/le-gpu-nvidia-restano-spente-microsoft-non-ha-abbastanza-energia-per-usarle-tutte_145673.html
altrove avevo letto che ormai stanno finenedo i dati per addestrare l'ia, e l'addestremento tra ia concorrenti non da buoni risultati.
E' come la guida autonoma, doveva arrivare in un paio di anni, poi 5, intanto qualche miglioramento c'è stato davvero, ma dopo 10 anni la stiamo ancora spettando....
pachainti
11-11-2025, 08:45
Dai che sta per finire questa psicosi di massa creata e sostenuta da chi ha interessi in gioco.
AtaruGolan
11-11-2025, 09:02
Anche internet fu una rivoluzione permanente, ma la bolla dot.com fu reale.
E ricordi "l'ufficio senza carta" pronosticato da Bill Gates (e non solo da lui) ai tempi di Windows95? che fine ha fatto?
E quante volte abbiamo sentito dire che i robot avrebbeto sostituito gli uomini, fin dai tempi del Luddismo? e i pc avrebbero ucciso le segretarie...
In parte è vero, ci sono i robot industriali nelle catene di montaggio, le email hanno ridotto l'uso della posta cartacea, ecc. ma tutto molto ridimensionato rispetto alle previsioni.
che tutte le Gpu sono accese e al lavoro è una bazza, smentita già settimana scorsa da Nadella (hanno le gpu ma non la corrente e i datacenter per farle andare) infatti lo dice anche Jensen "quasi":
https://www.hwupgrade.it/news/server-workstation/le-gpu-nvidia-restano-spente-microsoft-non-ha-abbastanza-energia-per-usarle-tutte_145673.html
altrove avevo letto che ormai stanno finenedo i dati per addestrare l'ia, e l'addestremento tra ia concorrenti non da buoni risultati.
E' come la guida autonoma, doveva arrivare in un paio di anni, poi 5, intanto qualche miglioramento c'è stato davvero, ma dopo 10 anni la stiamo ancora spettando....
Internet ha portato una rivoluzione, è vero. Ma è importante ricordare come lo ha fatto.
Ha trasformato tecnologie, non le ha annientate. La carta è diventata file digitale, il negozio è diventato e-commerce, la posta è diventata e-mail. In ogni caso, dietro ogni passaggio c’era sempre un essere umano: un cervello che scriveva, programmava, decideva. Internet ha moltiplicato il lavoro umano, non lo ha sostituito. Ha digitalizzato l’uomo, ma non lo ha cancellato.
L’intelligenza artificiale invece rappresenta un salto qualitativo completamente diverso.
Internet non lavora da solo: ha bisogno di noi.
L’IA no: lavora, produce, decide, e impara da sola.
Internet ha trasformato il lavoro manuale in digitale e ha creato miliardi di nuovi impieghi: sviluppatori, analisti, marketer, creatori di contenuti, esperti di sicurezza, sistemisti, designer, e così via.
L’IA non fa questo. Non ha senso dire "nasceranno nuovi lavori" non nella stessa scala. Perché l’unico luogo in cui possono nascere nuovi ruoli è là dove serve una mente umana, un pensiero originale. Ma se la mente stessa viene sostituita da un sistema che pensa milioni di volte più in fretta, più a lungo e in modo collettivo, allora non resta spazio. L’umano diventa irrilevante, e non per ideologia, ma per semplice efficienza.
E mentre si lavora anche sugli automi fisici robot sempre più avanzati, umanoidi che già camminano e interagiscono non è difficile immaginare che anche i lavori manuali verranno progressivamente colpiti.
Chi oggi dice "un idraulico o un muratore non saranno mai sostituiti" dimentica che vent’anni fa si diceva lo stesso dei traduttori, dei fotografi, dei grafici, dei giornalisti. È solo questione di tempo, non di possibilità.
Il punto non è che l’IA "sostituisce alcuni lavori": è che sostituisce la mente umana stessa.
E la mente è ciò che ci rende unici e utili nel sistema economico. È la nostra differenza competitiva, la nostra identità cognitiva.
Oggi, le aziende stanno letteralmente estraendo questa risorsa le esperienze, le idee, le intuizioni dei propri dipendenti per addestrare le proprie IA. Non è una metafora: accade ogni giorno.
Io stesso, come milioni di altri, vengo costretto a "insegnare" all’intelligenza artificiale. Non per scelta, ma per necessità. "Vuoi continuare a lavorare? Allora addestra la macchina che domani ti sostituirà."
Molti non se ne accorgono. Credono davvero alla retorica aziendale: "l’IA serve per aiutarti". Ma se il tuo ruolo è solo correggere una macchina che un giorno non avrà più bisogno di te, chi sta davvero aiutando chi?
Continuare a paragonare l’IA alle dotcom o alla rivoluzione industriale è un errore logico. Quelle rivoluzioni spostavano il lavoro, non lo distruggevano.
La rivoluzione industriale sostituiva il braccio, ma aveva bisogno del cervello.
L’IA sostituisce il cervello stesso e quando il pensiero diventa automatizzabile, il lavoro umano smette di avere valore economico.
Nessun essere umano può lavorare ventiquattro ore su ventiquattro, né possiede una memoria collettiva istantanea o una capacità di calcolo distribuita su milioni di server.
Per le aziende moderne, l’essere umano è diventato una variabile inefficiente, un costo da ridurre. E molti dei miliardari che oggi finanziano questa corsa lo hanno dichiarato apertamente da decenni: il loro sogno è una società con meno persone e più automazione. Ora hanno finalmente l’arma perfetta per realizzarlo.
Un’intelligenza artificiale che non solo li renderà ancora più ricchi e potenti, ma che potrà anche ridurre lentamente, silenziosamente ciò che loro chiamano "sovrappopolazione".
AlexSwitch
11-11-2025, 09:06
Il discorso della "bolla dell'IA" è una narrazione comoda per chi guarda solo ai mercati finanziari, non alla realtà tecnologica. Se qualcosa dovesse "scoppiare", sarà il prezzo delle azioni non l'uso dell'intelligenza artificiale. L'IA non è un hype passeggero: è un cambiamento strutturale, un nuovo livello della civiltà industriale digitale.
La realtà è che ogni GPU, come dice Jensen Huang, è accesa e lavora: serve a produrre modelli, sistemi, automatismi che già oggi stanno ridefinendo l'intera economia. Parlare di "bolla" serve solo a tranquillizzare gli investitori spaventati o chi teme per il proprio posto di lavoro. Ma non c'è nessuna bolla nel processo di sostituzione graduale dell'uomo c'è solo un bias cognitivo: il cervello che tenta di rendere "accettabile" una trasformazione che spaventa.
Le grandi aziende non stanno costruendo l'IA per democratizzare la conoscenza, ma per ridurre costi, aumentare produttività e, dove possibile, sostituire il fattore umano. Lo stesso Goldman Sachs Research ha stimato che fino al 14 % dei lavori nei Paesi sviluppati potrebbe essere dislocato dall'adozione piena dell'IA e questa è la previsione "ottimista". Ma anche in quello scenario, la produttività globale crescerebbe di oltre il 15 %. In altre parole: l'efficienza economica aumenterà, ma il numero di persone necessarie per mantenerla diminuirà.
Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha dichiarato che l'IA "potrebbe influenzare quasi il 40 % dei posti di lavoro nel mondo, sostituendo alcuni e complementandone altri". È un modo diplomatico per dire che quasi metà dell'economia mondiale dovrà riconvertirsi. E la storia ci insegna che queste riconversioni non avvengono senza dolore.
Anche gli studi accademici confermano che non sono soltanto i lavori manuali a rischio. Una ricerca del 2024 (Ozgul et al.) mostra che persino i ruoli "non routinari" ad alto livello analisi, consulenza, marketing, perfino programmazione sono "susceptible to automation". L'IA non è più una minaccia solo per i ruoli ripetitivi: è un concorrente cognitivo, capace di ragionare e generare.
C'è chi, come la Wharton School, invita a non cedere al catastrofismo, ricordando che l'IA spesso "complementa" più che sostituire, e che nuove mansioni emergeranno accanto alle vecchie. Ma la domanda vera è: quanti potranno permettersi il tempo e la formazione per adattarsi? E quanti Paesi, soprattutto in Europa, hanno la struttura industriale per assorbire l'urto?
L'Europa, infatti, rischia di essere la principale vittima di questo cambio di paradigma. Senza una strategia tecnologica sovrana, il Vecchio Continente si ritroverà a importare tecnologie statunitensi e cinesi, pagando il prezzo della propria dipendenza. Sopravviveranno solo pochi grandi marchi, alcuni settori manuali e l'agricoltura. Ma anche lì la pressione economica e la concorrenza faranno sì che si cerchi di automatizzare il più possibile.
Che accada nel 2026, nel 2027 o nel 2030, il risultato non cambia: stiamo entrando nella più grande transizione del lavoro umano mai avvenuta. Una crisi che non sarà solo economica, ma anche sociale e culturale. I miliardari di oggi diventeranno i padroni dei mezzi di pensiero non più solo di produzione e quando la conoscenza stessa sarà proprietà privata, la distanza tra chi crea e chi subisce sarà irreversibile.
Non è una bolla. È un cambio di era. E chi ancora pensa di poterne restare fuori, non ha capito che il futuro non sta arrivando: è già acceso, e sta lavorando.
Edit
Aggiungo: una soluzione semplice non esiste, ma una direzione sì ed è politica e legislativa.
Serve agire ora, non quando la crisi sarà già esplosa. Occorre impostare leggi europee chiare e vincolanti che proteggano il lavoro, l'industria e la sovranità tecnologica.
Bisogna sostenere con finanziamenti mirati le aziende che scelgono di restare in Europa, incentivare la produzione locale e rendere conveniente produrre sul territorio europeo anche per i grandi colossi globali. Allo stesso tempo, occorre vincolare l'accesso al mercato europeo: chi vuole vendere in Europa deve contribuire alla sua economia reale, assumendo personale europeo e pagando tasse in Europa.
Va inoltre limitato se non vietato l'uso sistematico dell'outsourcing, pratica ormai abusata per ridurre i costi a scapito dei lavoratori e delle competenze interne. Le aziende devono essere incentivate a formare e riqualificare il personale locale, non a sostituirlo con manodopera remota o con automazioni incontrollate.
Servono anche investimenti pubblici in ricerca, semiconduttori, energie rinnovabili e intelligenza artificiale etica: senza una filiera autonoma, l'Europa resterà sempre dipendente da chi controlla le infrastrutture tecnologiche globali.
Infine, è indispensabile un nuovo "patto sociale europeo" che riconosca il diritto alla transizione: formazione continua, redditi di reinserimento, e soprattutto la garanzia che il progresso tecnologico non serva solo a generare profitti, ma a mantenere dignità, sicurezza e prospettive per chi lavora.
Se l'Europa non agirà ora, diventerà un museo tecnologico, osservando da lontano il mondo che crea il proprio futuro altrove.
Non servono slogan, servono leggi, coraggio e visione.
Perché la vera rivoluzione non è l'intelligenza artificiale è decidere chi la governa.
Tutto molto interessante, soprattutto le tue riflessioni sulla necessità di un controllo legislativo sull'adozione dell'IA in ambito lavoro, ma, il rischio di scoppio della bolla c'è ed è concreto.
Questo perchè gli immensi capitali già investiti e che ne dovranno essere in futuro, provengono tutti dal mercato finanziario. In altre parole 80% del capitale d'investimento globale nell'IA è a prestito e quindi è un rischio che le banche, fondi e finanziarie hanno già " assicurato " con prodotti derivati collegati.
OpenAI, per esempio, come già evidenziato in un altro thread, dovrebbe vantare da subito degli utili quasi fantascientifici per onorare il rimborso del suo debito e sostenerlo.
Comunque tutti i maggiori attori nell'ambito IA, sia attivi che passivi, ancora non hanno saputo rispondere al problema di come reinserire i lavoratori sostituti ( non affiancati ) dall'IA e di conseguenza come garantire la redditività da lavoro.
AlexSwitch
11-11-2025, 09:16
Comunque sia, notizia di pochissimi minuti fa, la giapponese SoftBank ha liquidato completamente il suo stock di azioni Nvidia pari a 5.8 Miliardi di USD.
L'operazione è stata portata a compimento nonostante SoftBank abbia riportato profitti superiori alle attese.
Rimane da capire se questa mossa sia riferibile alla natura di " venture capitalist " di SoftBank , oppure sia un primo segnale di calo di fiducia nel settore IA.
https://finance.yahoo.com/news/japans-softbank-says-sold-shares-074049107.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAALtlxXyZehE6Lq7Y48cOaHBhuUYvpf2Sq-gEJvbI-QR2B3ngotD7XEQVd_sLUQA75CGBFJ9BM3LpLcNusj7F8_DSqf7yqWKB9Bw0SYTSl3UZXTWF4lgG01g4ILucT0JQoYDlfzZOSC-p4kVHhsXfv8KVqJSJuWdH-6Awp6covqzp
AtaruGolan
11-11-2025, 09:19
Tutto molto interessante, soprattutto le tue riflessioni sulla necessità di un controllo legislativo sull'adozione dell'IA in ambito lavoro, ma, il rischio di scoppio della bolla c'è ed è concreto.
Questo perchè gli immensi capitali già investiti e che ne dovranno essere in futuro, provengono tutti dal mercato finanziario. In altre parole 80% del capitale d'investimento globale nell'IA è a prestito e quindi è un rischio che le banche, fondi e finanziarie hanno già " assicurato " con prodotti derivati collegati.
OpenAI, per esempio, come già evidenziato in un altro thread, dovrebbe vantare da subito degli utili quasi fantascientifici per onorare il rimborso del suo debito e sostenerlo.
Comunque tutti i maggiori attori nell'ambito IA, sia attivi che passivi, ancora non hanno saputo rispondere al problema di come reinserire i lavoratori sostituti ( non affiancati ) dall'IA e di conseguenza come garantire la redditività da lavoro.
Sì, vero: la bolla è un rischio reale, ma molte persone e lo si vede in tanti commenti non capiscono che la bolla è soltanto finanziaria, non tecnologica.
Il rischio di collasso riguarda il mercato del capitale, non l'esistenza o l'evoluzione dell'intelligenza artificiale.
Se la bolla scoppiasse, assisteremmo a un crollo violento delle borse, fallimenti di società gonfiate da finanziamenti eccessivi, e un'ondata di crisi per chi ha costruito castelli di carta sui prestiti e sui derivati. Ma questo non fermerebbe l'IA.
Perché la tecnologia non "dipende" dal valore azionario: dipende dal suo utilizzo reale, e ormai è entrata nel cuore produttivo di ogni grande azienda del pianeta.
Le IA che la gente conosce quelle pubbliche, usate per fare immagini, testi, video e altri esperimenti creativi sono solo la superficie. Servono principalmente per raccogliere dati, addestrare modelli e ottimizzare sistemi.
Le vere IA, quelle che contano, sono interne: modelli proprietari aziendali che nessuno vede, e che imparano da miliardi di interazioni reali ogni giorno.
È lì che si gioca la partita vera. E quella non si fermerà per un calo in borsa.
Pensare che il crollo finanziario possa bloccare lo sviluppo dell'IA è come dire che, durante la caduta di una bomba, si possa sperare che "forse non esploderà perché una volta un'altra non è esplosa". È un'illusione di sicurezza.
Anche se il settore subisse una crisi di liquidità, gli Stati e le Big Tech continuerebbero a investire. Perché l'IA è ormai vista come infrastruttura strategica, non come un semplice business.
Chi parla di bolla spesso lo fa da un punto di vista puramente economico, senza rendersi conto che l'IA non è un prodotto, ma un processo.
Una bolla finanziaria scoppia quando il valore percepito non corrisponde al valore reale: ma in questo caso, il valore reale esiste eccome. Io lo vedo ogni giorno nel lavoro.
Vedo come le aziende la integrano, come riducono personale, come centralizzano conoscenza e automatizzano interi reparti.
È vero, alcuni approfittano della corsa all'oro dell'IA per speculare, come accadde con le dot-com o nel 2008. Ma la differenza è sostanziale: allora sotto non c'era nulla, solo promesse.
Qui, sotto la speculazione, c'è un motore che funziona davvero un motore che già sta cambiando il mondo del lavoro e che non ha bisogno della finanza per continuare a girare.
La bolla può scoppiare, sì, ma ciò che resterà non sarà un vuoto: sarà una macchina che non si ferma.
Il rischio non è economico, è umano. E quando ci accorgeremo che la mente è stata sostituita, non ci sarà più mercato da salvare, ma una società da ricostruire.
AlexSwitch
11-11-2025, 09:24
Guarda che senza finanza, visti i capitali richiesti, l'IA non sarebbe nemmeno partita e/o sarebbe ferma al palo! Se crolla il castello finanziario che sorregge tutto l'infrastruttura, hardware e software, questa volta si porta giù tutto.
No money -> No IA!!
AtaruGolan
11-11-2025, 09:41
Guarda che senza finanza, visti i capitali richiesti, l'IA non sarebbe nemmeno partita e/o sarebbe ferma al palo! Se crolla il castello finanziario che sorregge tutto l'infrastruttura, hardware e software, questa volta si porta giù tutto.
No money -> No IA!!
Hai ragione, all'inizio la finanza è stata indispensabile: senza i capitali di partenza, l'IA non sarebbe mai decollata.
Ma quella fase è finita.
I finanziamenti iniziali sono già stati investiti, le infrastrutture costruite, le GPU acquistate, i datacenter eretti, e i modelli di base addestrati.
La macchina ormai esiste.
Quello che vediamo adesso non è il "finanziamento della rivoluzione", ma la speculazione sulla rivoluzione.
Oggi si buttano soldi su soldi per inseguire rendimenti a breve termine, per far salire le azioni e permettere agli investitori di uscire prima del crollo. Ma la base tecnologica sotto è ormai solidissima, e non sparirà anche se il mercato dovesse sgonfiarsi.
È come costruire una città e poi giocare in borsa con i mutui: anche se la borsa crolla, la città resta in piedi.
Le grandi aziende hanno già capito dove stanno andando le cose.
Hanno investito miliardi, ma sanno che nel lungo periodo ne risparmieranno trilioni.
Perché l'IA è la chiave per tagliare il loro costo maggiore: gli esseri umani.
Un'azienda con centinaia di sedi nel mondo, alcune di proprietà, altre in affitto, con decine/centinaia di migliaia di dipendenti: può chiuderle, venderle, automatizzarle.
Ogni sede smantellata, ogni lavoratore licenziato, ogni funzione centralizzata in un modello linguistico rappresenta miliardi di risparmio.
E questo processo è già cominciato.
Chi parla ancora di "finanziamenti fondamentali" fotografa un passato che non c'è più.
Ora i fondi servono solo a gonfiare il valore azionario e a garantire profitti a chi specula, non a sostenere la tecnologia.
E i giganti lo sanno benissimo: Microsoft, Google, OpenAI, Meta, Dell, Musk… tutti sanno come andrà a finire.
Sanno che anche se la bolla scoppia, la tecnologia resta e continuerà a sostituire persone con processi.
E qualcuno dice: "sì, ma senza esseri umani chi comprerà?".
Il problema è che fino a quando gli esseri umani esistono, devono comprare.
Devono lavorare, pagare, consumare.
E chi controlla i sistemi produttivi e informativi controllerà anche il modo in cui quelle persone vivono e spendono.
È un ciclo perfetto di dipendenza.
Per questo non è fantascienza parlare di un mondo "cyberpunk".
Le grandi corporazioni che governano al posto degli Stati non sono un sogno distopico: sono semplicemente l'estensione logica di un capitalismo tecnologico che ha trovato la formula per autoalimentarsi senza più limiti morali né politici.
È la stessa mentalità che l'umanità ha sempre avuto solo che ora è confezionata meglio, più elegante, più silenziosa… e infinitamente più potente.
ninja750
11-11-2025, 09:58
Comunque sia, notizia di pochissimi minuti fa, la giapponese SoftBank ha liquidato completamente il suo stock di azioni Nvidia pari a 5.8 Miliardi di USD.
L'operazione è stata portata a compimento nonostante SoftBank abbia riportato profitti superiori alle attese.
Rimane da capire se questa mossa sia riferibile alla natura di " venture capitalist " di SoftBank , oppure sia un primo segnale di calo di fiducia nel settore IA.
https://finance.yahoo.com/news/japans-softbank-says-sold-shares-074049107.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAALtlxXyZehE6Lq7Y48cOaHBhuUYvpf2Sq-gEJvbI-QR2B3ngotD7XEQVd_sLUQA75CGBFJ9BM3LpLcNusj7F8_DSqf7yqWKB9Bw0SYTSl3UZXTWF4lgG01g4ILucT0JQoYDlfzZOSC-p4kVHhsXfv8KVqJSJuWdH-6Awp6covqzp
eppure il titolo continua a salire
AlexSwitch
11-11-2025, 10:10
Hai ragione, all'inizio la finanza è stata indispensabile: senza i capitali di partenza, l'IA non sarebbe mai decollata.
Ma quella fase è finita.
I finanziamenti iniziali sono già stati investiti, le infrastrutture costruite, le GPU acquistate, i datacenter eretti, e i modelli di base addestrati.
La macchina ormai esiste.
Quello che vediamo adesso non è il "finanziamento della rivoluzione", ma la speculazione sulla rivoluzione.
Oggi si buttano soldi su soldi per inseguire rendimenti a breve termine, per far salire le azioni e permettere agli investitori di uscire prima del crollo. Ma la base tecnologica sotto è ormai solidissima, e non sparirà anche se il mercato dovesse sgonfiarsi.
È come costruire una città e poi giocare in borsa con i mutui: anche se la borsa crolla, la città resta in piedi.
Le grandi aziende hanno già capito dove stanno andando le cose.
Hanno investito miliardi, ma sanno che nel lungo periodo ne risparmieranno trilioni.
Perché l'IA è la chiave per tagliare il loro costo maggiore: gli esseri umani.
Un'azienda con centinaia di sedi nel mondo, alcune di proprietà, altre in affitto, con decine/centinaia di migliaia di dipendenti: può chiuderle, venderle, automatizzarle.
Ogni sede smantellata, ogni lavoratore licenziato, ogni funzione centralizzata in un modello linguistico rappresenta miliardi di risparmio.
E questo processo è già cominciato.
Chi parla ancora di "finanziamenti fondamentali" fotografa un passato che non c'è più.
Ora i fondi servono solo a gonfiare il valore azionario e a garantire profitti a chi specula, non a sostenere la tecnologia.
E i giganti lo sanno benissimo: Microsoft, Google, OpenAI, Meta, Dell, Musk… tutti sanno come andrà a finire.
Sanno che anche se la bolla scoppia, la tecnologia resta e continuerà a sostituire persone con processi.
E qualcuno dice: "sì, ma senza esseri umani chi comprerà?".
Il problema è che fino a quando gli esseri umani esistono, devono comprare.
Devono lavorare, pagare, consumare.
E chi controlla i sistemi produttivi e informativi controllerà anche il modo in cui quelle persone vivono e spendono.
È un ciclo perfetto di dipendenza.
Per questo non è fantascienza parlare di un mondo "cyberpunk".
Le grandi corporazioni che governano al posto degli Stati non sono un sogno distopico: sono semplicemente l'estensione logica di un capitalismo tecnologico che ha trovato la formula per autoalimentarsi senza più limiti morali né politici.
È la stessa mentalità che l'umanità ha sempre avuto solo che ora è confezionata meglio, più elegante, più silenziosa… e infinitamente più potente.
Assolutamente no!
In un suo recente studio di massima UBS, solamente per il biennio 2025 - 2026, ha rivisto al rialzo le stime in conto capitale per gli investimenti a livello globale nell'AI:
- 423 MLD vs 375 MLD stimati entro il 2025;
- 571 MLD vs 500 MLD per il 2026.
Le proiezioni entro il 2030 sono di un tasso di crescita delle spese del 25% annuo per un totale stimato al 2030 di circa 1,3 Trilioni di USD.
Quello che ti sfugge, sul lato finanziario/economico dell'IA, è che a differenza di quanto successo con la bolla immobiliare USA e dei mutui subprime con relativi default per un totale di 3,2 Trilioni di USD, la maggior parte dei prestiti in conto capitale sono per beni non durevoli non ascrivibili al valore patrimoniale delle società finanziate.
Dopo 3 anni una GPU per AI è vecchia e meno efficiente e andrà sostituita, senza tenere conto inoltre di variabili importanti sui costi come il consumo energetico ( in aumento ) e la necessità di reperire basi di dati sempre più precise e sempre più scarse per addestrare i modelli.
Insomma quanto è sostenibile questa IA in un panorama di investimenti capitali molto veloce e dove gli utili dai servizi venduti sono sempre rinviati?
Il debito OpenAI, Anthropic e compagnia cantante come lo ripagheranno?
Mi pare che su questo si stia sorvolando abbastanza e la storia finanziaria recente ci duramente dimostrato che il " tuo big to fail " non esiste!!
Il discorso della "bolla dell'IA" è una narrazione comoda per chi guarda solo ai mercati finanziari, non alla realtà tecnologica. Se qualcosa dovesse "scoppiare", sarà il prezzo delle azioni non l'uso dell'intelligenza artificiale. L'IA non è un hype passeggero: è un cambiamento strutturale, un nuovo livello della civiltà industriale digitale.[...]
OK, ma piantala di usare LLM per scrivere i tuoi messaggi. È più che ovvio a chiunque li abbia usati in maniera approfondita, anche solo in Inglese.
AtaruGolan
11-11-2025, 11:02
OK, ma piantala di usare LLM per scrivere i tuoi messaggi. È più che ovvio a chiunque li abbia usati in maniera approfondita, anche solo in Inglese.
Tranquillo, i pensieri sono i miei, non di un modello linguistico, le cose che scrivo sono effettive e quelle che penso.
Se li esprimo in modo ordinato è solo perché mi piace dare un minimo di forma alle idee, anche quando sono scomode.
Non serve un'IA per dire le cose come stanno, basta un po' di coerenza e qualche ricerca, oltre che magari a lavorarci dentro.
AtaruGolan
11-11-2025, 11:16
Assolutamente no!
In un suo recente studio di massima UBS, solamente per il biennio 2025 - 2026, ha rivisto al rialzo le stime in conto capitale per gli investimenti a livello globale nell'AI:
- 423 MLD vs 375 MLD stimati entro il 2025;
- 571 MLD vs 500 MLD per il 2026.
Le proiezioni entro il 2030 sono di un tasso di crescita delle spese del 25% annuo per un totale stimato al 2030 di circa 1,3 Trilioni di USD.
Quello che ti sfugge, sul lato finanziario/economico dell'IA, è che a differenza di quanto successo con la bolla immobiliare USA e dei mutui subprime con relativi default per un totale di 3,2 Trilioni di USD, la maggior parte dei prestiti in conto capitale sono per beni non durevoli non ascrivibili al valore patrimoniale delle società finanziate.
Dopo 3 anni una GPU per AI è vecchia e meno efficiente e andrà sostituita, senza tenere conto inoltre di variabili importanti sui costi come il consumo energetico ( in aumento ) e la necessità di reperire basi di dati sempre più precise e sempre più scarse per addestrare i modelli.
Insomma quanto è sostenibile questa IA in un panorama di investimenti capitali molto veloce e dove gli utili dai servizi venduti sono sempre rinviati?
Il debito OpenAI, Anthropic e compagnia cantante come lo ripagheranno?
Mi pare che su questo si stia sorvolando abbastanza e la storia finanziaria recente ci duramente dimostrato che il " tuo big to fail " non esiste!!
Sì, certo i dati UBS sono giuste, e nessuno nega che ci sia un'enorme massa di capitali in movimento. Ma quello che molti non considerano è la direzione di quei capitali. All'inizio servivano a costruire, oggi invece servono soprattutto a consolidare.
Le infrastrutture di base dell'IA sono già state costruite, non è più come prima, i datacenter, le GPU, i modelli fondativi, gli ecosistemi software. La fase "senza soldi non si fa nulla" è già alle spalle.
Ora stiamo assistendo alla fase di speculazione, in cui si continua a iniettare denaro non per creare, ma per gonfiare e trarre profitto. Quando la bolla scoppierà se scoppierà non farà sparire ciò che è stato costruito.
Le perdite saranno finanziarie, non tecnologiche, ripeto, non sparisce quello che è già costruito e che sta macinando già miliardi senza aiuti finanziari esterni.
I grandi gruppi lo sanno perfettamente.
Le Big Tech hanno ormai una base solida, un'infrastruttura propria e strategie di autosostentamento.
Molti stanno già progettando o costruendo centrali energetiche dedicate, reti fotovoltaiche, impianti eolici, e in alcuni casi persino microcentrali nucleari modulari destinate ai propri datacenter, e non è fantasia è realtà.
Non si tratta più di "aziende che usano energia", ma di soggetti che producono la propria energia, senza contare tutti i progetti in mano a queste stesse aziende don nuovi fonti di energie, o di progetti "per la medicina avanzata in mano a privati che la faranno ancora più commerciale"
E quando arriverà la crisi, il modo più rapido per compensare le perdite sarà semplice: tagliare i costi umani, cosa che la gente ancora non comprende.
I dipendenti sono il costo maggiore di ogni multinazionale, e l'IA serve esattamente a questo, ridurli, sostituirli o eliminarli. Immagina cosa significa per un gruppo con più 150.000 dipendenti sparsi nel mondo (e non sono poche ad avere questi numeri) poter automatizzare anche solo il 50%. A una media (bassa) di 10.000 euro al mese tra stipendi, benefit e costi di gestione, parliamo di oltre un miliardo e mezzo di euro risparmiati al mese. E questo senza contare uffici, forniture, manutenzione, viaggi, energia, vitto e logistica. Sono numeri che rendono irrilevante anche un crollo di mercato temporaneo.
Ecco perché oggi i licenziamenti massicci vengono frenati:
Licenziare troppo presto rischierebbe di scatenare l'opinione pubblica e accelerare regolamentazioni.
Ogni dipendente, per ora, serve ancora come "addestratore inconsapevole e/o anche se consapevole forzato da metriche aziendali" delle IA interne.
Il vero punto di svolta arriverà solo tra 2-3 anni, quando i sistemi saranno sufficientemente autonomi.
In questo momento, i finanziamenti non servono più a "sostenere lo sviluppo", ma a completare l'autonomia, ottimizzare modelli, creare IA che addestrano altre IA, e costruire infrastrutture energetiche e computazionali indipendenti.
Una volta raggiunto questo livello, anche se la finanza dovesse crollare, le grandi aziende resteranno in piedi e più tranquille, più efficienti e con una forza economica enormemente maggiore, crescente...
In fine direi, che la vera bolla non è quella finanziaria, ma è quella umana, l'ullusione dell'essere umano, di comunque sia essere indispensabile, che senza di lui l'economia muore, che senza la forza di lavoro non ci può essere futuro, questa è la bolla vera che scoppierà e le goccie che spariranno nel nulla saranno gli umani che saranno nient'altro che gocce destinate ad evaporare.
supertigrotto
11-11-2025, 11:31
Dai cantate con me:
Non è una bolla non è una caramella e allora che cos'è? Nvidiella oè,la puoi programmare la devi masticare è come piace a te......
AtaruGolan
11-11-2025, 11:36
Dai cantate con me:
Non è una bolla non è una caramella e allora che cos'è? Nvidiella oè,la puoi programmare la devi masticare è come piace a te......
Ideale per i commenti memorabili :D
CrapaDiLegno
11-11-2025, 12:33
Quanti papiri che poi si scontrano con la realtà:
Oggi il costo di far funzionare un servizio AI è superiore a quello che è il valore aggiunto, ergo non è economicamente sostenibile.
Oggi tutti usano l'AI per fare qualsiasi cosa solo perché chi fornisce i servizi di generazione ci sta rimettendo a favore della diffusione e del convincimento (chiamiamolo pure la creazione di dipendenza) sostenuto dalle banche.
Ma alla fine bisogna arrivarne a una, che nel mondo economico sostenuto da quello finanziario significa che o fai utili o chiudi.
Huang può dire quello che vuole dato che lui è il principale beneficiario degli investimenti sulle infrastrutture, ma nasconde il fatto che il lavoro che queste GPU fanno è per il 90% inutile.
Alcune funzioni sono importanti, aiuteranno l'uomo nei lavoro più difficili e complicati, così come le applicazioni biomedicali o quelle militari che non badano a spese pur di ottenere l'1% in più di precisione nel colpire il bersaglio corretto.
Ma il resto morirà perché non economicamente sostenibile. Generare gattini azzurri non porta valore a nessuno. E quelli che vogliono fare "vibe coding" si scontreranno con il costo reale del servizio, non quello "della prima dose".
I licenziamenti di oggi sono fatti sulla base di costi dell'uso dell'AI insostenibili. Non bastano gli abbonamenti da 20/100 euro al mese per pagare i costi reali di energia, ammortizzazione dell'infrastruttura e creazione dei modelli. Infatti non c'è nessuna azienda che opera con l'AI che ha fatto utili con questa tecnologia.
OpenAI, che è solo una delle tante aziende che operano nell'AI indebitate, ha raggiunto la soglia di 1.4T dollari investiti (si chiamano debiti) da ripagare in 5 anni. Io ho già fatto e pubblicato i conti perché ciò sia sostenibile.
Invito chiunque pensa che la cosa sia sostenibile a rifarli e dirmi se davvero credono che sia realizzabile.
Il castello di carte, che ha già raggiunto una bella dimensione, prima o crollerà. Magari furbamente lo sgonfiano piano piano, perché altrimenti la botta sarebbe tremenda visto i soldi in gioco.
Rimarranno pochi servizi e quasi tutti di carattere privato. Gli altri costeranno tantissimo per il privato e le aziende dovranno meglio valutare la questione licenziamenti a favore dell'uso della AI perché non sarà più così conveniente.
E Huang, dopo questa scorpacciata, dovrà trovare un altro modo di vendere il suo silicio.
Yuno gasai
11-11-2025, 12:58
Quanti papiri che poi si scontrano con la realtà:
Oggi il costo di far funzionare un servizio AI è superiore a quello che è il valore aggiunto, ergo non è economicamente sostenibile.
Oggi tutti usano l'AI per fare qualsiasi cosa solo perché chi fornisce i servizi di generazione ci sta rimettendo a favore della diffusione e del convincimento (chiamiamolo pure la creazione di dipendenza) sostenuto dalle banche.
Ma alla fine bisogna arrivarne a una, che nel mondo economico sostenuto da quello finanziario significa che o fai utili o chiudi.
Huang può dire quello che vuole dato che lui è il principale beneficiario degli investimenti sulle infrastrutture, ma nasconde il fatto che il lavoro che queste GPU fanno è per il 90% inutile.
Alcune funzioni sono importanti, aiuteranno l'uomo nei lavoro più difficili e complicati, così come le applicazioni biomedicali o quelle militari che non badano a spese pur di ottenere l'1% in più di precisione nel colpire il bersaglio corretto.
Ma il resto morirà perché non economicamente sostenibile. Generare gattini azzurri non porta valore a nessuno. E quelli che vogliono fare "vibe coding" si scontreranno con il costo reale del servizio, non quello "della prima dose".
I licenziamenti di oggi sono fatti sulla base di costi dell'uso dell'AI insostenibili. Non bastano gli abbonamenti da 20/100 euro al mese per pagare i costi reali di energia, ammortizzazione dell'infrastruttura e creazione dei modelli. Infatti non c'è nessuna azienda che opera con l'AI che ha fatto utili con questa tecnologia.
OpenAI, che è solo una delle tante aziende che operano nell'AI indebitate, ha raggiunto la soglia di 1.4T dollari investiti (si chiamano debiti) da ripagare in 5 anni. Io ho già fatto e pubblicato i conti perché ciò sia sostenibile.
Invito chiunque pensa che la cosa sia sostenibile a rifarli e dirmi se davvero credono che sia realizzabile.
Il castello di carte, che ha già raggiunto una bella dimensione, prima o crollerà. Magari furbamente lo sgonfiano piano piano, perché altrimenti la botta sarebbe tremenda visto i soldi in gioco.
Rimarranno pochi servizi e quasi tutti di carattere privato. Gli altri costeranno tantissimo per il privato e le aziende dovranno meglio valutare la questione licenziamenti a favore dell'uso della AI perché non sarà più così conveniente.
E Huang, dopo questa scorpacciata, dovrà trovare un altro modo di vendere il suo silicio.
Dimentichi però che c’è l’open source. La Cina sta investendo molto nell’AI, e molti dei modelli da loro rilasciati sono open weight e si possono usare in locale, direttamente a casa propria. Inoltre, con i nuovi modelli MoE, la necessità di avere hardware e schede video da 7000-8000 euro viene sempre meno. Magari la bolla scoppierà, ma di certo non si può fermare il continuo sviluppo dell’AI. Ormai molta gente la usa quotidianamente per studiare, imparare, tradurre e risolvere problemi complessi. Fermarne lo sviluppo, sarebbe come fare un passo indietro di dieci anni a livello tecnologico :asd:
CrapaDiLegno
11-11-2025, 13:03
Dimentichi però che c’è l’open source. La Cina sta investendo molto nell’AI, e molti dei modelli da loro rilasciati sono open weight e si possono usare in locale, direttamente a casa propria. Inoltre, con i nuovi modelli MoE, la necessità di avere hardware e schede video da 7000-8000 euro viene sempre meno. Magari la bolla scoppierà, ma di certo non si può fermare il continuo sviluppo dell’AI. Ormai molta gente la usa quotidianamente per studiare, imparare, tradurre e risolvere problemi complessi. Fermarne lo sviluppo, sarebbe come fare un passo indietro di dieci anni a livello tecnologico :asd:
Non dimentico nulla. L'open source non è nulla di utile in questo caso perché pubblico o privato il modello va sempre addestrato su un server con i controcaxxi e qualcuno dovrà pur pagarlo. Insieme a quelli che il modello lo hanno addestrato. Tutti quei costi vanno coperti in un modo o nell'altro.
Molta gente ha sostituito parte ella propria capacità cognitiva con gli LLM, ma questo non significa che se lo potrà permettere anche in futuro quando il loro uso arriverà a costare qualche migliaio di dollari l'anno. Ed è imprescindibile che questo avverrà perché come detti le aziende che forniscono i servizi AI hanno costi fuori di testa per far andare tutta la baracca.
I modelli generativi attuali non sono il punto di arrivo finale. Al momento i vari LLM predicono frammenti di parole in maniera autoregressiva, ma sono in studio architetture notevolmente più efficienti (sia da addestrare che da usare) che effettuano predizioni concetto per concetto. Se puoi rappresentare 20 token o più con un solo vettore numerico, i costi diminuiranno proporzionalmente.
AtaruGolan
11-11-2025, 14:12
Quanti papiri che poi si scontrano con la realtà:
Oggi il costo di far funzionare un servizio AI è superiore a quello che è il valore aggiunto, ergo non è economicamente sostenibile.
Oggi tutti usano l'AI per fare qualsiasi cosa solo perché chi fornisce i servizi di generazione ci sta rimettendo a favore della diffusione e del convincimento (chiamiamolo pure la creazione di dipendenza) sostenuto dalle banche.
Ma alla fine bisogna arrivarne a una, che nel mondo economico sostenuto da quello finanziario significa che o fai utili o chiudi.
Huang può dire quello che vuole dato che lui è il principale beneficiario degli investimenti sulle infrastrutture, ma nasconde il fatto che il lavoro che queste GPU fanno è per il 90% inutile.
Alcune funzioni sono importanti, aiuteranno l'uomo nei lavoro più difficili e complicati, così come le applicazioni biomedicali o quelle militari che non badano a spese pur di ottenere l'1% in più di precisione nel colpire il bersaglio corretto.
Ma il resto morirà perché non economicamente sostenibile. Generare gattini azzurri non porta valore a nessuno. E quelli che vogliono fare "vibe coding" si scontreranno con il costo reale del servizio, non quello "della prima dose".
I licenziamenti di oggi sono fatti sulla base di costi dell'uso dell'AI insostenibili. Non bastano gli abbonamenti da 20/100 euro al mese per pagare i costi reali di energia, ammortizzazione dell'infrastruttura e creazione dei modelli. Infatti non c'è nessuna azienda che opera con l'AI che ha fatto utili con questa tecnologia.
OpenAI, che è solo una delle tante aziende che operano nell'AI indebitate, ha raggiunto la soglia di 1.4T dollari investiti (si chiamano debiti) da ripagare in 5 anni. Io ho già fatto e pubblicato i conti perché ciò sia sostenibile.
Invito chiunque pensa che la cosa sia sostenibile a rifarli e dirmi se davvero credono che sia realizzabile.
Il castello di carte, che ha già raggiunto una bella dimensione, prima o crollerà. Magari furbamente lo sgonfiano piano piano, perché altrimenti la botta sarebbe tremenda visto i soldi in gioco.
Rimarranno pochi servizi e quasi tutti di carattere privato. Gli altri costeranno tantissimo per il privato e le aziende dovranno meglio valutare la questione licenziamenti a favore dell'uso della AI perché non sarà più così conveniente.
E Huang, dopo questa scorpacciata, dovrà trovare un altro modo di vendere il suo silicio.
Mi spiace, ma con questo tipo di analisi dimostri solo di non lavorare in una multinazionale o, se ci lavori, che la tua azienda non si sta ancora muovendo concretamente verso la sostituzione del personale con l'IA.
Perché chi lavora davvero in quei contesti, oggi, lo vede con i propri occhi, certo sempre se sa guardare o se non è troppo in baso per accorgersene.
Hai letto il mio discorso solo in parte, non ho mai detto che non ci sarà un impatto economico o che la bolla non possa scoppiare.
Ho detto che la bolla colpirà solo la superficiele IA pubbliche, quelle consumer, le app "creative" usate per giocare o fare video virali. Quelle sì, sono gonfiate e in gran parte inutili.
Ma le vere IA, quelle interne alle aziende, non moriranno. Sono già radicate nei processi produttivi, nei flussi decisionali, nella gestione operativa, e quando si dice già significa già operativa, già facendo guadagnare (con il risparmio)
Il punto è proprio questo, molti parlano di "IA che non genera utili" perché guardano i servizi visibili al pubblico.
Ma sotto c'è un mondo invisibile, quello dei sistemi aziendali che già ora stanno eliminando ruoli, snellendo reparti e sostituendo competenze.
Io ci lavoro dentro. E ti assicuro che non sono teorie o articoli di giornale, politicamente collusi, sono dati, decisioni, metriche operative.
Le grandi società non licenziano perché "non hanno soldi".
Licenziano nonostante gli utili record.
Perché l'obiettivo non è recuperare capitale, ma ottimizzare l'organico in base a ciò che l'IA ormai riesce a fare in autonomia.
Non sostituisce subito l'intero lavoro, ma ne svolge una partee questo basta per tagliare personale.
Un reparto di 100 persone diventa di 70, poi di 40, poi di 10.
Questo è già in corso, solo che avviene in modo graduale e silenzioso per evitare panico o reazioni politiche, se non vedi, se non ci sei dentro, se non hai l'abilità a vederlo, ovviamente non si sa ed è quello che vogliono.
Le IA pubbliche servono solo come paravento, raccolgono dati, addestrano modelli e distraggono l'opinione pubblica e perchè no, si fanno qualche entrata con abbonamenti.
Le vere IA, invece, sono proprietarie, interne, non accessibili, e stanno rivoluzionando le strutture aziendali senza clamore, al massimo, per alcune cose mettono persone esterne (outsourcing) in paesi a basso costo tanto il knowhow viene fornito da IA.
Ti invito, sinceramente, a provare dall'interno: entra in una multinazionale, parla con chi lavora su scala globale o prendi una posizione che ti faccia vedere le cose, osserva le strategie e poi mi dirai cosa vedi, se resti onesto e non colluso dalla stessa società.
Capirai che la narrativa "la bolla farà crollare tutto" è ingenua. La bolla, se mai scoppierà, farà male a chi ha investito denaro. Ma non fermerà chi sta già investendo sull'eliminazione dell'uomo dal processo produttivo.
Le multinazionali europee e italiane che vedi oggi non sono il centro del mondo, non hanno fondi e possibilità delle multinazionali ultra migliardarie (si parla da oltre 60/100 miliardi di dollari), saranno semplici affittuari di IA sviluppate altrove.
Il vero poteree il vero pericolo è già in mano a queste Big, che per quanto si pensa che le "nostre" società sono forti, non sono nemmeno briciole in confronto ai veri big.
megamitch
11-11-2025, 17:23
Come nel caso della bolla delle .COM, internet è ancora qui per cui varrà lo stesso per le tecnologia IA anche se la bolla dovesse scoppiare.
Però i soldi in ballo stavolta mi sembrano molti di più, e soprattutto questi investimenti circolari tra queste grandi aziende molto capitalizzate fanno un pò paura.
Se crollano le borse è un problema grosso con tutti i soldi che ci sono sul piatto.
AtaruGolan
11-11-2025, 22:42
Come nel caso della bolla delle .COM, internet è ancora qui per cui varrà lo stesso per le tecnologia IA anche se la bolla dovesse scoppiare.
Però i soldi in ballo stavolta mi sembrano molti di più, e soprattutto questi investimenti circolari tra queste grandi aziende molto capitalizzate fanno un pò paura.
Se crollano le borse è un problema grosso con tutti i soldi che ci sono sul piatto.
Esatto, finalmente un commento lucido.
La differenza tra la bolla .com e l'attuale corsa all'IA è proprio nella scala e nella natura del capitale in gioco.
Con le dot-com si trattava di investimenti "esterni" a internet fondi di venture capital che speculavano su aziende nate grazie alla rete.
Oggi, invece, le stesse Big Tech sono sia il capitale che il mercato.
Sono loro a investire, a vendere, a comprare e a controllare la catena completa, dal silicio alla distribuzione del software, dall'energia, ai dati.
Ed hai perfettamente ragione nel dire che se crollano le borse, la botta sarà devastante perché, ormai l'IA non è un settore, è un pilastro dell'intero sistema finanziario.
Le stesse borse dipendono dagli algoritmi per le analisi, dalle IA per la previsione, e dai datacenter per la gestione, tutto gira intorno.
È il paradosso perfetto, la finanza sostiene l'IA, e l'IA regge la finanza, sicuramente se e quando troverò tempo preparerò una stagione di AI paradox su questo.
Ecco perché lo scenario peggiore non è la "bolla che scoppia", ma il crollo controllato, lo "sgonfiamento intelligente" una cosa ben studiata.
Un ridimensionamento lento, in modo che i giganti possano consolidare infrastrutture, ridurre costi umani e mantenere il controllo anche durante la crisi, ed eliminare non poche "concorrenti".
Basta pensare, uno scoppio chi può reggerlo e chi no?
In sintesi, anche se scoppia la bolla, l'IA resta.
L'unica cosa che cambierà davvero è chi resterà in piedi: e a restare saranno quei colossi per cui l'essere umano è solo un costo eliminabile per risparmiare miliardi.
Per questo credo e ribadisco che prima o poi, probabilmente entro il 2030, una larga fetta della popolazione si troverà senza lavoro stabile. Non si creeranno "nuove opportunità" in grado di assorbire quella massa; non arriveranno miracoli redistributivi di scala immediata; i "redditi universali" e i benefit non saranno sufficiente a mantenere vite dignitose per tutti, le tasse aumenteranno per quei pochi che sopravivono ed hanno ancora un lavoro.
Rimarremo con giganti sempre più potenti, capaci di condizionare governi e politiche; le reazioni popolari sono possibili, ma senza risorse e potere organizzativo molte rivendicazioni si spegneranno. Le conseguenze sociali saranno drammatiche, disperazione diffusa, sofferenza e in scenari estremi, vittime in numeri molto alti.
Questo non è fantascienza è la logica di un capitalismo che, trovata l'efficienza assoluta, trasforma le persone in spesa da tagliare. Se non la interrompiamo con leggi, politiche industriali e tutele sociali robuste, il risultato sarà una società meno giusta e più fragile.
Ogni giorno c'è la possibilità di parlarne, e io lo faccio.
Ho scritto, documentato, segnalato ciò che sta realmente accadendo dentro molte società, (a parecchie istituzioni Europee).
Ma una sola voce che denuncia cose che "loro già sanno" non basta, servono più voci.
Il problema è che la maggior parte delle persone non vuole capire.
Non per colpa o ignoranza, ma per una reazione naturale, negare ciò che fa paura, ciò che è troppo grande per essere accettato è un meccanismo di difesa umano, un Bias ormai stra studiato conosciuto e spesso sfruttato da politica e persone senza scrupoli, quello che posso fare è cercare di far aprire gli occhi.
I governi, dal canto loro, sanno perfettamente a cosa stanno andando incontro, ma preferiscono tacere.
Sanno che loro, in un modo o nell'altro, si salveranno.
E soprattutto, non vogliono inimicarsi i colossi che ormai dettano le regole dell'economia globale.
Il copione è sempre lo stesso, l'abbiamo visto ripetersi per migliaia di anni nel corso dell'umanità.
Solo che questa volta la differenza è enorme, questa volta l'evoluzione è di massa, e colpisce l'unica cosa che ci rende umani l'intelletto l'unica cosa che ci può dare la possibilità di almeno avere una possibilità di poter continuare.
Quando elimini la mente come fattore distintivo, l'essere umano almeno quello povero perde la sua funzione nel sistema, un qualcosa che costa, inquina e non produce, uno scarto, un peso, un qualcosa da eliminare.
E la sua eliminazione diventa, agli occhi dei potenti, una soluzione sostenibile.
Meno persone = più risorse = Meno consumo = meno inquinamento.
Si rallenta il cambiamento climatico e si "risolvono" molti problemi ma al prezzo di milioni di vite cancellate.
Chi resterà saranno i dominatori e i loro servitori, quelli che si accontenteranno di obbedire pur di sopravvivere.
Certo, il rischio di guerre è reale, ma non sarà l'IA a dichiararle come molti pensano o come dice la fantascienza,
sarà l'uomo che ordina all'IA di colpire l'uomo, l'uomo che insegna all'IA chi è importante e chi no, quale razza vale di più e di meno e quale livello sociale uno deve avere per poter proseguire.
megamitch
12-11-2025, 10:33
Esatto, finalmente un commento lucido.
La differenza tra la bolla .com e l'attuale corsa all'IA è proprio nella scala e nella natura del capitale in gioco.
Con le dot-com si trattava di investimenti "esterni" a internet fondi di venture capital che speculavano su aziende nate grazie alla rete.
Oggi, invece, le stesse Big Tech sono sia il capitale che il mercato.
Sono loro a investire, a vendere, a comprare e a controllare la catena completa, dal silicio alla distribuzione del software, dall'energia, ai dati.
Ed hai perfettamente ragione nel dire che se crollano le borse, la botta sarà devastante perché, ormai l'IA non è un settore, è un pilastro dell'intero sistema finanziario.
Le stesse borse dipendono dagli algoritmi per le analisi, dalle IA per la previsione, e dai datacenter per la gestione, tutto gira intorno.
È il paradosso perfetto, la finanza sostiene l'IA, e l'IA regge la finanza, sicuramente se e quando troverò tempo preparerò una stagione di AI paradox su questo.
Ecco perché lo scenario peggiore non è la "bolla che scoppia", ma il crollo controllato, lo "sgonfiamento intelligente" una cosa ben studiata.
Un ridimensionamento lento, in modo che i giganti possano consolidare infrastrutture, ridurre costi umani e mantenere il controllo anche durante la crisi, ed eliminare non poche "concorrenti".
Basta pensare, uno scoppio chi può reggerlo e chi no?
In sintesi, anche se scoppia la bolla, l'IA resta.
L'unica cosa che cambierà davvero è chi resterà in piedi: e a restare saranno quei colossi per cui l'essere umano è solo un costo eliminabile per risparmiare miliardi.
Per questo credo e ribadisco che prima o poi, probabilmente entro il 2030, una larga fetta della popolazione si troverà senza lavoro stabile. Non si creeranno "nuove opportunità" in grado di assorbire quella massa; non arriveranno miracoli redistributivi di scala immediata; i "redditi universali" e i benefit non saranno sufficiente a mantenere vite dignitose per tutti, le tasse aumenteranno per quei pochi che sopravivono ed hanno ancora un lavoro.
Rimarremo con giganti sempre più potenti, capaci di condizionare governi e politiche; le reazioni popolari sono possibili, ma senza risorse e potere organizzativo molte rivendicazioni si spegneranno. Le conseguenze sociali saranno drammatiche, disperazione diffusa, sofferenza e in scenari estremi, vittime in numeri molto alti.
Questo non è fantascienza è la logica di un capitalismo che, trovata l'efficienza assoluta, trasforma le persone in spesa da tagliare. Se non la interrompiamo con leggi, politiche industriali e tutele sociali robuste, il risultato sarà una società meno giusta e più fragile.
Ogni giorno c'è la possibilità di parlarne, e io lo faccio.
Ho scritto, documentato, segnalato ciò che sta realmente accadendo dentro molte società, (a parecchie istituzioni Europee).
Ma una sola voce che denuncia cose che "loro già sanno" non basta, servono più voci.
Il problema è che la maggior parte delle persone non vuole capire.
Non per colpa o ignoranza, ma per una reazione naturale, negare ciò che fa paura, ciò che è troppo grande per essere accettato è un meccanismo di difesa umano, un Bias ormai stra studiato conosciuto e spesso sfruttato da politica e persone senza scrupoli, quello che posso fare è cercare di far aprire gli occhi.
I governi, dal canto loro, sanno perfettamente a cosa stanno andando incontro, ma preferiscono tacere.
Sanno che loro, in un modo o nell'altro, si salveranno.
E soprattutto, non vogliono inimicarsi i colossi che ormai dettano le regole dell'economia globale.
Il copione è sempre lo stesso, l'abbiamo visto ripetersi per migliaia di anni nel corso dell'umanità.
Solo che questa volta la differenza è enorme, questa volta l'evoluzione è di massa, e colpisce l'unica cosa che ci rende umani l'intelletto l'unica cosa che ci può dare la possibilità di almeno avere una possibilità di poter continuare.
Quando elimini la mente come fattore distintivo, l'essere umano almeno quello povero perde la sua funzione nel sistema, un qualcosa che costa, inquina e non produce, uno scarto, un peso, un qualcosa da eliminare.
E la sua eliminazione diventa, agli occhi dei potenti, una soluzione sostenibile.
Meno persone = più risorse = Meno consumo = meno inquinamento.
Si rallenta il cambiamento climatico e si "risolvono" molti problemi ma al prezzo di milioni di vite cancellate.
Chi resterà saranno i dominatori e i loro servitori, quelli che si accontenteranno di obbedire pur di sopravvivere.
Certo, il rischio di guerre è reale, ma non sarà l'IA a dichiararle come molti pensano o come dice la fantascienza,
sarà l'uomo che ordina all'IA di colpire l'uomo, l'uomo che insegna all'IA chi è importante e chi no, quale razza vale di più e di meno e quale livello sociale uno deve avere per poter proseguire.
non condivido gli scenari apocalittici.
in ogni caso la società di consumo su basa sul fatto che qualcuno possa consumare.
Se nessuno ha un lavoro, a parte generi di prima necessità nessuno comprerebbe più nulla e quindi l'intera economia collasserebbe.
non ha molto senso per le aziende avere il controllo su miliardi di persone che non comprano e non consumano.
se l'obiettivo invece è sterminarci, credo ci siano modi più semplici ma soprattutto più sicuri (per quelli che vorrebbero annientarci) che farci morire di inedia lentamente.
AtaruGolan
12-11-2025, 22:52
non condivido gli scenari apocalittici.
in ogni caso la società di consumo su basa sul fatto che qualcuno possa consumare.
Se nessuno ha un lavoro, a parte generi di prima necessità nessuno comprerebbe più nulla e quindi l'intera economia collasserebbe.
non ha molto senso per le aziende avere il controllo su miliardi di persone che non comprano e non consumano.
se l'obiettivo invece è sterminarci, credo ci siano modi più semplici ma soprattutto più sicuri (per quelli che vorrebbero annientarci) che farci morire di inedia lentamente.
Capisco benissimo le tue osservazioni, e voglio chiarire una cosa, non sto parlando di "apocalisse", sto descrivendo uno scenario possibile, reso plausibile dalla concentrazione tecnologica e finanziaria che l'IA sta accelerando.
Lo scopo non è fare paura, ma far vedere una dinamica che di solito sfugge perché si guarda la realtà dal punto di vista del consumatore, non del sistema.
La prima cosa da comprendere è che non serve "sterminare" nessuno (con i modi che dici più semplici).
I metodi violenti fanno scattare reazioni politiche, sociali, mediatiche.
La storia insegna che il potere più efficace è sempre stato quello che evita il sangue, come la fame, l'esclusione economica, la dipendenza strutturale.
Muoiono persone, ma senza colpevoli chiari. "coscienza quasi pulita?"
È esattamente così che funziona il potere moderno.
Sul punto "se le persone non comprano l'economia crolla", vorrei chiarire un equivoco abbastanza diffuso, questo è vero nel capitalismo classico, dove la domanda di massa sostiene l'offerta (di massa), molte società, molte economie.
Con l'IA cambia il meccanismo.
Quando la gente diventa più povera, non smette di consumare ma
consuma pochissimo, ma consuma quello che serve per sopravvivere, deve perforza. E ogni euro/dollaro che spende finisce sempre nelle stesse due o tre entità che controllano servizi essenziali.
Non serve che tutti comprino iPhone.
Basta che tutti paghino cose come:
energia,
connessione,
cloud,
servizi sanitari,
piattaforme di base,
abbonamenti indispensabili.
Sono consumi obbligati, e infatti già oggi sono quelli più redditizi.
L'IA rende questo sistema ancora più sbilanciato perché crea una dinamica a imbuto.
Fase 1 – Le Big Company usano l'IA e abbassano i costi -> profitto enorme.
Fase 2 – Le aziende medie non reggono -> devono affittare l'IA dalle Big Tech e licenziare.
Fase 3 – Meno dipendenti -> meno domanda -> le medie aziende chiudono.
Fase 4 – La Big Tech compra ciò che resta.
Fase 5 – Il "Ceo/Proprietario recupera soldi ma gli spende, e vanno alle Big Tech,
Fase 6 - I soldi dei consumatori (pochi o tanti) tornano comunque alla Big Tech.
È un ciclo chiuso, dove tutta la ricchezza si concentra sempre nello stesso punto, questo già succede, con l'IA semplicemente diminuisci il raggio.
In questo modello, non serve una popolazione che consuma molto, serve una popolazione che consuma quel minimo indispensabile per mantenersi in vita e rimanere dipendente dal sistema.
Il resto del valore viene prodotto direttamente dall'IA e dall'automazione.
Ed è proprio qui che l'IA diventa un'arma perfetta:
non uccide, sostituisce.
Non colpisce, sposta il valore.
Non fa crollare la società, la ridisegna rendendo l'uomo meno centrale.
Elimina non tutti (non serve) solo quella parte oltre "sovrapolazione" che ovviamente di conseguenza è quella più povera.
Questo non significa che "succederà al 100%", ma che è uno scenario coerente con come si muovono oggi le Big Tech e con come funziona la concentrazione di potere nelle economie digitali, come han sempre dichiarato a volte abbastanza chiaramente i grandi CEO.
In sintesi:
Non è vero che "senza consumatori l'economia muore".
Quando i consumatori diventano poveri, consumano meno ma consumano sempre dalle stesse mani, e si concentra sempre di più.
E quelle mani, con l'IA, diventano ogni anno più forti e più indispensabili.
Ecco perché, anche senza voler essere catastrofisti, è importante vedere il quadro completo.
l'IA non distrugge il consumo, lo concentra, ma lo concentra su persone e società che già oggi dimostrano di non interessarsi all'essere umano/lavoratore.
Non distrugge l'economia, la accorpa, la modifica e la ingloba.
E in uno scenario così, le persone non servono in massa, servono in numero ristretto, che sia dipendente dalla tecnologia, devi contare che non si parla mai di "estinzione" l'estinzione è un sogno impossibile, se non per cause estreme, si parla di diminuzione (controllata) della popolazione, sfruttando proprio le idee di "l'economia muore se non c'è ...." cosi, uno pensa, non succederà mai eppure sta già muovendosi verso quella direzione.
Questo è lo scenario che intendo, non una fine del mondo, ma una riduzione strutturale del ruolo dell'essere umano nel sistema economico.
E una riduzione del ruolo porta inevitabilmente anche a una diminuzione della popolazione.
Non dico che non possa avere aspetti "positivi", per chi sopravvive, ci sarebbe meno inquinamento (l'essere umano è il principale generatore di impatto ambientale), una drastica accelerazione tecnologica grazie all'IA, e meno necessità di produrre per miliardi di persone.
L'economia diventerebbe molto più unitaria e centralizzata; gli Stati potrebbero sfaldarsi o unirsi attorno a grandi corporazioni tecnologiche, e l'attenzione si sposterebbe su progetti globali come l'esplorazione e la colonizzazione spaziale.
Sto volutamente andando molto avanti con l'ipotesi, ma solo per far capire un punto, l'economia attuale non è solo destinata a un crollo enorme, è anche l'arma insieme all'IA per aprire una nuova era.
Una nuova era che potrebbe portare progresso, sì, ma al prezzo di distruggere moltissimo lungo la strada..
CrapaDiLegno
13-11-2025, 22:52
@AtaruGolan Cazzo che papiri illeggibili.
L'unica cosa che conta è quanto costa e quanto rende.
L'AI può fare tutto quello che vuole ma se costa 100 e rende 80 non è conveniente.
Ora tu fai i conti dei costi pensando che quelli proposti oggi sono i veri costi per far andare una AI. La verità è che oggi chi ha messo in piedi sistemi cloud e modelli AI li svende pur di far conoscere il prodotto, testarlo, far fare esperimenti, farsi prendere la mano e credere che sia tutto rosa e fiori.
Intanto queste aziende che forniscono i servizi AI stanno perdendo miliardi. Tanti miliardi. Forse anche troppi, ma il troppo è una questione soggettiva per chi ci crede o meno alla cosa. Sono e restano comunque tantissimi.
Ora è evidente a chiunque mastichi l'ABC della finanza che questa cosa non è sostenibile nel lungo periodo.
Tutti quei soldi persi, opss, volevo dire investiti, devono rientrare.
L'ammontare è oggi di qualche mila miliardo di dollari, cioè qualche bruscolino qui e lì come si vede.
Non c'è alcun servizio dal costo ragionevole che permette ad esempio a OpenAI di rientrare nel suo investimento da 1.4T dollari spalmato su 5 anni.
Significa che da domani OpenAI dovrebbe cominciare a mettere in tasca in maniera NETTA, cioè escludendo le spese di operatività, tre volte quello che guadagna Apple. Se ci mette due anni a cominciare a fare profitti (visto che ora è in una fossa di deficit piuttosto grandina, cioè spende circa 10 volte quello che guadagna) vuol dire che in tre anni dovrà fare 5 volte quello che guadagna Apple.
Se non sei un caco attaccato alla pianta vedi che la cosa è un po' assurda da credere. C'è chi lo fa perché pensa che l'AI porterà alla cura di tutti i mali del mondo e salverà l'umanità rendendola ricchissima e quindi capace di sostenere le spese stratosferiche di questo modus operandi.
Io non ci credo neanche se lo dicesse Warref Buffet, che infatti ha alzato un warning sulla cosa: https://www.focusrisparmio.com/news/ai-indicatore-buffet-allarme-bolla
La bolla si sta gonfiando a ritmi ipersonici e come sempre chi c'è dentro non la vede, ma crede che sia tutto magnifico e che durerà pr sempre.
Poi arriva la realtà a dargli uno schiaffo e si sveglia povero. E rende poveri anche chi non ci ha investito o creduto direttamente perché se anche hai dei soldi investiti nelle patate peruviane, è normale che anche quei titoli ne saranno colpiti perché le banche dovranno rastrellare soldi per rimettere in sesto la baracca che ha preso uno scossone tremendo e non si salva nessuno.
Gli unici a ridere fino a quel momento sono i venditori di sistemi che nutrono la bolla (Nvidia, AMD, produttori di energia e centrali energetiche e pochi altri, come anche i dipendenti che sono assunti con cifre assurde per creare l'AI). Quando la bolla scoppierà, tutti prenderanno lo schiaffone, ma mentre c'è chi si ritroverà spennato, questi si andranno a godere i soldi che hanno accumulato nel frattempo. Perché non è che allo scoppio di una bolla i soldi pufff... si volatilizzano, sono semplicemente passati di mano: dalle banche e altri investimenti diversi, alle tasche di coloro che lavorano per creare i sistemi di calcolo e alimentarli.
Dopo lo scoppio l'AI resterà ovviamente, ma gli investimenti correlati saranno decisamente ridotti e legati alla capacità di marginazione REALE che si fa usandola. Non si può pensare che decine di aziende "buttino" miliardi ogni 3 mesi per sfornare modelli avanzati per generare gattini azzurri sempre più azzurri.
ninja750
14-11-2025, 08:48
fa specie vedere sia amd che nvidia ribadire ogni settimana che quella IA non è una bolla
eh?
AlexSwitch
14-11-2025, 09:38
@AtaruGolan Cazzo che papiri illeggibili.
L'unica cosa che conta è quanto costa e quanto rende.
L'AI può fare tutto quello che vuole ma se costa 100 e rende 80 non è conveniente.
Ora tu fai i conti dei costi pensando che quelli proposti oggi sono i veri costi per far andare una AI. La verità è che oggi chi ha messo in piedi sistemi cloud e modelli AI li svende pur di far conoscere il prodotto, testarlo, far fare esperimenti, farsi prendere la mano e credere che sia tutto rosa e fiori.
Intanto queste aziende che forniscono i servizi AI stanno perdendo miliardi. Tanti miliardi. Forse anche troppi, ma il troppo è una questione soggettiva per chi ci crede o meno alla cosa. Sono e restano comunque tantissimi.
Ora è evidente a chiunque mastichi l'ABC della finanza che questa cosa non è sostenibile nel lungo periodo.
Tutti quei soldi persi, opss, volevo dire investiti, devono rientrare.
L'ammontare è oggi di qualche mila miliardo di dollari, cioè qualche bruscolino qui e lì come si vede.
Non c'è alcun servizio dal costo ragionevole che permette ad esempio a OpenAI di rientrare nel suo investimento da 1.4T dollari spalmato su 5 anni.
Significa che da domani OpenAI dovrebbe cominciare a mettere in tasca in maniera NETTA, cioè escludendo le spese di operatività, tre volte quello che guadagna Apple. Se ci mette due anni a cominciare a fare profitti (visto che ora è in una fossa di deficit piuttosto grandina, cioè spende circa 10 volte quello che guadagna) vuol dire che in tre anni dovrà fare 5 volte quello che guadagna Apple.
Se non sei un caco attaccato alla pianta vedi che la cosa è un po' assurda da credere. C'è chi lo fa perché pensa che l'AI porterà alla cura di tutti i mali del mondo e salverà l'umanità rendendola ricchissima e quindi capace di sostenere le spese stratosferiche di questo modus operandi.
Io non ci credo neanche se lo dicesse Warref Buffet, che infatti ha alzato un warning sulla cosa: https://www.focusrisparmio.com/news/ai-indicatore-buffet-allarme-bolla
La bolla si sta gonfiando a ritmi ipersonici e come sempre chi c'è dentro non la vede, ma crede che sia tutto magnifico e che durerà pr sempre.
Poi arriva la realtà a dargli uno schiaffo e si sveglia povero. E rende poveri anche chi non ci ha investito o creduto direttamente perché se anche hai dei soldi investiti nelle patate peruviane, è normale che anche quei titoli ne saranno colpiti perché le banche dovranno rastrellare soldi per rimettere in sesto la baracca che ha preso uno scossone tremendo e non si salva nessuno.
Gli unici a ridere fino a quel momento sono i venditori di sistemi che nutrono la bolla (Nvidia, AMD, produttori di energia e centrali energetiche e pochi altri, come anche i dipendenti che sono assunti con cifre assurde per creare l'AI). Quando la bolla scoppierà, tutti prenderanno lo schiaffone, ma mentre c'è chi si ritroverà spennato, questi si andranno a godere i soldi che hanno accumulato nel frattempo. Perché non è che allo scoppio di una bolla i soldi pufff... si volatilizzano, sono semplicemente passati di mano: dalle banche e altri investimenti diversi, alle tasche di coloro che lavorano per creare i sistemi di calcolo e alimentarli.
Dopo lo scoppio l'AI resterà ovviamente, ma gli investimenti correlati saranno decisamente ridotti e legati alla capacità di marginazione REALE che si fa usandola. Non si può pensare che decine di aziende "buttino" miliardi ogni 3 mesi per sfornare modelli avanzati per generare gattini azzurri sempre più azzurri.
Intervento da quotare ed " incorniciare "!
Aggiungo che, alla fine in caso di qualche big default, chi ci rimetterà davvero saranno come al solito i piccoli risparmiatori ed investitori.
CrapaDiLegno
14-11-2025, 14:58
fa specie vedere sia amd che nvidia ribadire ogni settimana che quella IA non è una bolla
eh?
Vendono picconi, non possono dirti che non estrarrai mai oro a sufficienza per pagarli.:read:
megamitch
14-11-2025, 17:20
Capisco benissimo le tue osservazioni, e voglio chiarire una cosa, non sto parlando di "apocalisse", sto descrivendo uno scenario possibile, reso plausibile dalla concentrazione tecnologica e finanziaria che l'IA sta accelerando.
Lo scopo non è fare paura, ma far vedere una dinamica che di solito sfugge perché si guarda la realtà dal punto di vista del consumatore, non del sistema.
La prima cosa da comprendere è che non serve "sterminare" nessuno (con i modi che dici più semplici).
I metodi violenti fanno scattare reazioni politiche, sociali, mediatiche.
La storia insegna che il potere più efficace è sempre stato quello che evita il sangue, come la fame, l'esclusione economica, la dipendenza strutturale.
Muoiono persone, ma senza colpevoli chiari. "coscienza quasi pulita?"
È esattamente così che funziona il potere moderno.
Sul punto "se le persone non comprano l'economia crolla", vorrei chiarire un equivoco abbastanza diffuso, questo è vero nel capitalismo classico, dove la domanda di massa sostiene l'offerta (di massa), molte società, molte economie.
Con l'IA cambia il meccanismo.
Quando la gente diventa più povera, non smette di consumare ma
consuma pochissimo, ma consuma quello che serve per sopravvivere, deve perforza. E ogni euro/dollaro che spende finisce sempre nelle stesse due o tre entità che controllano servizi essenziali.
Non serve che tutti comprino iPhone.
Basta che tutti paghino cose come:
energia,
connessione,
cloud,
servizi sanitari,
piattaforme di base,
abbonamenti indispensabili.
Sono consumi obbligati, e infatti già oggi sono quelli più redditizi.
L'IA rende questo sistema ancora più sbilanciato perché crea una dinamica a imbuto.
Fase 1 – Le Big Company usano l'IA e abbassano i costi -> profitto enorme.
Fase 2 – Le aziende medie non reggono -> devono affittare l'IA dalle Big Tech e licenziare.
Fase 3 – Meno dipendenti -> meno domanda -> le medie aziende chiudono.
Fase 4 – La Big Tech compra ciò che resta.
Fase 5 – Il "Ceo/Proprietario recupera soldi ma gli spende, e vanno alle Big Tech,
Fase 6 - I soldi dei consumatori (pochi o tanti) tornano comunque alla Big Tech.
È un ciclo chiuso, dove tutta la ricchezza si concentra sempre nello stesso punto, questo già succede, con l'IA semplicemente diminuisci il raggio.
In questo modello, non serve una popolazione che consuma molto, serve una popolazione che consuma quel minimo indispensabile per mantenersi in vita e rimanere dipendente dal sistema.
Il resto del valore viene prodotto direttamente dall'IA e dall'automazione.
Ed è proprio qui che l'IA diventa un'arma perfetta:
non uccide, sostituisce.
Non colpisce, sposta il valore.
Non fa crollare la società, la ridisegna rendendo l'uomo meno centrale.
Elimina non tutti (non serve) solo quella parte oltre "sovrapolazione" che ovviamente di conseguenza è quella più povera.
Questo non significa che "succederà al 100%", ma che è uno scenario coerente con come si muovono oggi le Big Tech e con come funziona la concentrazione di potere nelle economie digitali, come han sempre dichiarato a volte abbastanza chiaramente i grandi CEO.
In sintesi:
Non è vero che "senza consumatori l'economia muore".
Quando i consumatori diventano poveri, consumano meno ma consumano sempre dalle stesse mani, e si concentra sempre di più.
E quelle mani, con l'IA, diventano ogni anno più forti e più indispensabili.
Ecco perché, anche senza voler essere catastrofisti, è importante vedere il quadro completo.
l'IA non distrugge il consumo, lo concentra, ma lo concentra su persone e società che già oggi dimostrano di non interessarsi all'essere umano/lavoratore.
Non distrugge l'economia, la accorpa, la modifica e la ingloba.
E in uno scenario così, le persone non servono in massa, servono in numero ristretto, che sia dipendente dalla tecnologia, devi contare che non si parla mai di "estinzione" l'estinzione è un sogno impossibile, se non per cause estreme, si parla di diminuzione (controllata) della popolazione, sfruttando proprio le idee di "l'economia muore se non c'è ...." cosi, uno pensa, non succederà mai eppure sta già muovendosi verso quella direzione.
Questo è lo scenario che intendo, non una fine del mondo, ma una riduzione strutturale del ruolo dell'essere umano nel sistema economico.
E una riduzione del ruolo porta inevitabilmente anche a una diminuzione della popolazione.
Non dico che non possa avere aspetti "positivi", per chi sopravvive, ci sarebbe meno inquinamento (l'essere umano è il principale generatore di impatto ambientale), una drastica accelerazione tecnologica grazie all'IA, e meno necessità di produrre per miliardi di persone.
L'economia diventerebbe molto più unitaria e centralizzata; gli Stati potrebbero sfaldarsi o unirsi attorno a grandi corporazioni tecnologiche, e l'attenzione si sposterebbe su progetti globali come l'esplorazione e la colonizzazione spaziale.
Sto volutamente andando molto avanti con l'ipotesi, ma solo per far capire un punto, l'economia attuale non è solo destinata a un crollo enorme, è anche l'arma insieme all'IA per aprire una nuova era.
Una nuova era che potrebbe portare progresso, sì, ma al prezzo di distruggere moltissimo lungo la strada..
mi sembra assurdo pure pensare che la gente di colpo paghi solo servizi essenziali rinunciando al benessere e al superfluo di cui è abituata.
non esistono solo le aziende tech
e ripeto, se l'obiettivo è ridurre la popolazione non mi sembra il metodo più efficacie.
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