View Full Version : Pavel Durov (Telegram) lancia l'allarme: 'Stiamo perdendo Internet libero'
Redazione di Hardware Upg
10-10-2025, 16:41
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/pavel-durov-telegram-lancia-l-allarme-stiamo-perdendo-internet-libero_144693.html
Nel giorno del suo 41° compleanno, Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha pubblicato un messaggio dai toni cupi. Denuncia la progressiva erosione delle libertà digitali e l'avanzata del controllo statale e tecnologico in tutto il mondo.
Click sul link per visualizzare la notizia.
ninja750
10-10-2025, 16:46
avete appena pubblicato una news nella quale c'è scritto che il chat control è rimandato a data da destinarsi
avete appena pubblicato una news nella quale c'è scritto che il chat control è rimandato a data da destinarsi
e quindi?
[...] l'introduzione di ID digitali nel Regno Unito, i controlli sull'età online in Australia e la scansione di messaggi privati prevista in Europa (slittata, almeno per ora).[...]
sinceramente io sono molto a PRO nel limitare determinati accessi ai minori (premetto che non ho figli) e siccome Internet non è Libero, è Anarchico, non guarda in faccia a nessuno e non ha regole se non di quelli che riescono, in qualche modo a crearne o imporle
Per un ragazzo, bambino, accedere oggi a YOUPORN, piuttosto che avere un account social dove può avere accesso a TUTTO senza limite, non è sintomo di libertà.
Chiaramente a lui come a Zucchina e tanti altri, perdere un'importante fetta di utenti/follower significa mancati guadagni...
"oste com'è il suo vino!?" ... eh... secondo te...
IMHO io preferirei che i ragazzi fossero in piazza a giocare a pallone anzichè a inneggiare all'apertura del nuovo negozio di NEWM@RTIN@
Magari verrebbero su anche un po' meglio anzichè rintronati dal loro mondo digitale/virtuale/intangibile
ancora IMHO, ma sono vecchio... faccio i discorsi di mio padre anni fa
Kuriosone
10-10-2025, 18:49
Perchè è libero internet ? Non me ne ero accorto fino adesso !!!!
Therinai
10-10-2025, 18:53
Da notare che parla solo dell'europa e lo fa dipigendola con deriva distopica ormai in corso e già grave, con tanto di migliaia di persone arrestate per dei tweets.
Non conosco il personaggio approfonditamente, ma immagino ci sia dello humor oscuro in questo messaggio.
rattopazzo
10-10-2025, 19:02
avete appena pubblicato una news nella quale c'è scritto che il chat control è rimandato a data da destinarsi
Chat control è solo uno dei tanti tasselli, sono anni che la morsa sulla libertà di parola si stringe sempre di più in internet.
Perchè è libero internet ? Non me ne ero accorto fino adesso !!!!
Inizialmente lo era, ma si sa, man mano che sostituisce i vecchi media (giornali, tv, radio) devono trovare un modo per controllare le informazioni prima che gli sfuggano di mano.
Sandro kensan
10-10-2025, 19:58
Ha ragione, semplicemente la direzione è quella cinese da molti anni. Lo differenza tra noi e la Cina è sempre più sottile e opinabile per quanto riguarda Internet libero.
eppure siete qui a scrivere le vostre puttan... ehm idee da anni, contro i poterihhhh 40 che non cIelodiconooohhhhh, e nessuno vi ha ancora arrestato o, magari, corretto il caffè con un bel dolcificante al polonio.
agonauta78
11-10-2025, 07:10
Almeno in Italia mi sembra il contrario , poi se si lamenta chi non può vedere le partite gratis è un altro discorso . Quantomeno siamo liberi di scrivere fesserie senza andare in galera
In effetti io non capisco di cosa ci si lamenti, qui almeno.
Posso capire che in alcuni Paesi internet non sia del tutto libero ma venga in qualche modo “filtrato”, anche se non riusciranno a farlo in modo completo.
Ma qui possiamo fare E DIRE tutto quello che vogliamo.
Ovvio ci sono bene o male delle regole , ma come é giusto anche che ci siano
Perché se io “pretendo” di essere libero di esprimere la mia “creatività” pubblicando delle foto, da genitore voglio essere tutelato se la tua “creatività” consiste nel pubblicare la foto di un pene sulla faccia di mia figlia.
destroyer85
11-10-2025, 18:12
Spesso si confonde la libertà di dire una cosa con il fatto che dicendola non ci debbano essere conseguenze.
Sei libero di dire che la madre di qualcuno è una prostituta, non puoi pretendere che questo non ti dia un pugno.
Ma scherzi? Siamo ormai come la Cina :asd::asd:
azi_muth
11-10-2025, 19:21
Ha ragione, semplicemente la direzione è quella cinese da molti anni. Lo differenza tra noi e la Cina è sempre più sottile e opinabile per quanto riguarda Internet libero.
Secondo me vivete o in una realtà parallela o dite queste cose per rendere più sottile, in modo artificioso, la differenza tra uno stato di diritto e tutti gli altri.
Ma scherzi? Siamo ormai come la Cina :asd::asd:
Uguale...
rattopazzo
11-10-2025, 19:58
E' chiaro che equiparare le nostre democrazie con la Cina è un pò un esagerazione ma
la deriva autoritaria può manifestarsi anche in modo “soft”, burocratico e normativo, anziché con censura esplicita.
C si abitua gradualmente al controllo, fino a quando non ci si accorge di essere in una vera e propria dittatura ma a quel punto è ormai troppo tardi, per questo bisogna rimanere vigili e denunciare ogni possibile abuso di potere, perchè con la scusa del terrorismo, della ped*porn*grafia o della sicurezza...piano piano ci si arriva, è solo questione di tempo,
del resto la rana si cuoce a fuoco lento per evitare che salti fuori dalla pentola...
Russia, Cina ma anche gli USA di Trump, invece tutt appost ??? MAH
Peppe1970
12-10-2025, 16:04
Nel giorno del suo 41° compleanno, Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha pubblicato un messaggio dai toni cupi. Denuncia la progressiva erosione delle libertà digitali e l'avanzata del controllo statale e tecnologico in tutto il mondo.
Più che una denuncia a me sembra una presa per il :ciapet: cmq...
penso che per "ostacolare" questo sistematico "controllo di massa"
magari si potrebbe ampliare la nostra visione e rivolgerci a protocolli di comunicazione
come I2P... magari... ma senza impegnare troppo il cervello eh ! :p
Ma scherzi? Siamo ormai come la Cina :asd::asd:
Ti vengono a prendere sotto casa o all'estero se contesti il Governo?
non mi pare...
non devi dirlo a me, dillo ai complottisti paranoici della domenica che hanno scritto in questo (ed altri) thread: stanno sempre a lamentarsi ed a scrivere i loro vaneggiamenti sui poteri forti che controllano tutto e tutti, eppure, nonstante li abbiano "smascherati" con i loro posts, nonostante provino da anni ad aprire le povere menti del gregge che segue il fantomatico mainstream, questi poteri forti non li hanno ancora zittiti: non mi paiono poi così forti, 'sti poteri....
rattopazzo
12-10-2025, 19:37
non devi dirlo a me, dillo ai complottisti paranoici della domenica che hanno scritto in questo (ed altri) thread: stanno sempre a lamentarsi ed a scrivere i loro vaneggiamenti sui poteri forti che controllano tutto e tutti, eppure, nonstante li abbiano "smascherati" con i loro posts, nonostante provino da anni ad aprire le povere menti del gregge che segue il fantomatico mainstream, questi poteri forti non li hanno ancora zittiti: non mi paiono poi così forti, 'sti poteri....
Non si tratta di censura esplicita, nessuno ti strappa la tastiera o ti mette in carcere per un post, ma di una forma di controllo molto più sottile e diffusa: una censura “soft”
Oggi il potere non si esercita più solo attraverso governi o media ufficiali, ma anche, e soprattutto, tramite gli algoritmi.
Quando si parla di “poteri forti”, si intende in modo astratto l’insieme di soggetti (istituzioni, grandi gruppi economici, organismi sovranazionali) in grado di influenzare le politiche e l’informazione.
Basta guardare al Code of Practice on Disinformation dell’Unione Europea o alle politiche di moderazione adottate dalle principali piattaforme: entrambi incidono direttamente sulla visibilità dei contenuti.
I Twitter Files hanno mostrato come governi e agenzie abbiano esercitato pressioni dirette sulle piattaforme per limitare o etichettare contenuti ritenuti “scomodi”.
Non si tratta di teorie, ma di casi documentati.
Gli algoritmi dei social non nascono per censurare, ma per massimizzare il tempo che trascorri online.
Per riuscirci, ti mostrano ciò che ti piace, ti indigna o conferma le tue convinzioni, così poco a poco, vieni rinchiuso in una bolla informativa che rafforza le tue opinioni e ti isola da chi la pensa diversamente.
È qui che nasce il “controllo soft”: non ti impedisce di parlare, ma impedisce che la tua voce raggiunga chi sta fuori dalla tua bolla.
Il Digital Services Act (DSA), con le sue regole più severe, affida alle stesse piattaforme (o a enti vicini ai poteri politici) il compito di decidere cosa è accettabile.
Il rischio è che, nel tentativo di “regolare”, si finisca per rafforzare ulteriormente il controllo dell’informazione.
Poi ci sono strumenti come la demonetizzazione e lo shadow banning, che permettono di ridurre la visibilità o i guadagni di un contenuto senza eliminarlo del tutto.
Per chi crea informazione indipendente, questo equivale spesso a essere “zittito” economicamente e socialmente, pur senza una censura ufficiale.
A tutto ciò si aggiunge il già discusso Chat Control, che introduce forme di sorveglianza automatizzata nelle comunicazioni private in nome della sicurezza, e
anche se la versione 2.0 sembra per ora aver incotrnato qualche resistenza, una prima forma di questo controllo esiste già da tempo su molte piattaforme.
Ecco, questo insieme di meccanismi, algoritmici, economici, normativi e tecnologici costituisce il cuore della censura soft: un processo che rischia di erodere lentamente la nostra capacità di avere un dibattito pubblico davvero libero e aperto.
E' chiaro che non siamo ancora al punto in cui qualcuno ci impone il silenzio con la forza, come in certi regimi autoritari, ma siamo già immersi in un flusso controllato di informazioni, che ci dà l’illusione della libertà mentre orienta in modo invisibile opinioni e comportamenti.
Se pensi che tutto questo sia solo becero complottismo, forse hai vissuto sotto un sasso negli ultimi 20 anni, o forse ti sta bene scambiare un po’ di libertà reale con la percezione di una sicurezza illusoria.
Kuriosone
12-10-2025, 19:44
Ma quale complottismo !! la pecora dentro l'ovile non si accorge del recinto, corre felice in tondo, obbedendo al pastore ed al suo cane da guardia che gli procura il cibo.
rattopazzo
12-10-2025, 19:52
Ma quale complottismo !! la pecora dentro l'ovile non si accorge del recinto, corre felice in tondo, obbedendo al pastore ed al suo cane da guardia che gli procura il cibo.
...Finché un giorno il padrone non decide che la pecora è abbastanza grassa da essere mandata al macello, e spesso, nemmeno allora, lei si rende conto di essere stata tradita da chi, fino a poco prima, sembrava nutrirla con premura.
Non si tratta di censura esplicita, nessuno ti strappa la tastiera o ti mette in carcere per un post, ma di una forma di controllo molto più sottile e diffusa: una censura “soft”
Oggi il potere non si esercita più solo attraverso governi o media ufficiali, ma anche, e soprattutto, tramite gli algoritmi.
Quando si parla di “poteri forti”, si intende in modo astratto l’insieme di soggetti (istituzioni, grandi gruppi economici, organismi sovranazionali) in grado di influenzare le politiche e l’informazione.
Basta guardare al Code of Practice on Disinformation dell’Unione Europea o alle politiche di moderazione adottate dalle principali piattaforme: entrambi incidono direttamente sulla visibilità dei contenuti.
I Twitter Files hanno mostrato come governi e agenzie abbiano esercitato pressioni dirette sulle piattaforme per limitare o etichettare contenuti ritenuti “scomodi”.
Non si tratta di teorie, ma di casi documentati.
Gli algoritmi dei social non nascono per censurare, ma per massimizzare il tempo che trascorri online.
Per riuscirci, ti mostrano ciò che ti piace, ti indigna o conferma le tue convinzioni, così poco a poco, vieni rinchiuso in una bolla informativa che rafforza le tue opinioni e ti isola da chi la pensa diversamente.
È qui che nasce il “controllo soft”: non ti impedisce di parlare, ma impedisce che la tua voce raggiunga chi sta fuori dalla tua bolla.
Il Digital Services Act (DSA), con le sue regole più severe, affida alle stesse piattaforme (o a enti vicini ai poteri politici) il compito di decidere cosa è accettabile.
Il rischio è che, nel tentativo di “regolare”, si finisca per rafforzare ulteriormente il controllo dell’informazione.
Poi ci sono strumenti come la demonetizzazione e lo shadow banning, che permettono di ridurre la visibilità o i guadagni di un contenuto senza eliminarlo del tutto.
Per chi crea informazione indipendente, questo equivale spesso a essere “zittito” economicamente e socialmente, pur senza una censura ufficiale.
A tutto ciò si aggiunge il già discusso Chat Control, che introduce forme di sorveglianza automatizzata nelle comunicazioni private in nome della sicurezza, e
anche se la versione 2.0 sembra per ora aver incotrnato qualche resistenza, una prima forma di questo controllo esiste già da tempo su molte piattaforme.
Ecco, questo insieme di meccanismi, algoritmici, economici, normativi e tecnologici costituisce il cuore della censura soft: un processo che rischia di erodere lentamente la nostra capacità di avere un dibattito pubblico davvero libero e aperto.
E' chiaro che non siamo ancora al punto in cui qualcuno ci impone il silenzio con la forza, come in certi regimi autoritari, ma siamo già immersi in un flusso controllato di informazioni, che ci dà l’illusione della libertà mentre orienta in modo invisibile opinioni e comportamenti.
Se pensi che tutto questo sia solo becero complottismo, forse hai vissuto sotto un sasso negli ultimi 20 anni, o forse ti sta bene scambiare un po’ di libertà reale con la percezione di una sicurezza illusoria. Quotissimo.
E dimentichi la fantomatica lotta contro le fake news "che avvelenano i social e (dis)orientano le masse" (a votare contro chi è al governo in quel momento), il cui fact checking è affidato a non si sa bene quale autorità para-governativ-leccacul... (in realtà poveri filippini sottopagati dalle big tech)... poi arriva al goiverno un biondo folle che vuole eliminare la scienza sul clima e altre "fandonie" (secondo lui), e giù tutti i lecchini (le stesse big tech di prima) più tutte le istituzioni sovvenzionate dal governo ecc., a cancellare tutto quello che ora è diventato scomodo.
Ci vuole poco a passare dalla parte sbagliata del "consenso", anche nelle nostre belle democrazie occidentali. Una volta che ci sono gli strumenti per mettere a tacere gli scomodi, potresti diventare tu lo scomodo in un batter d'occhio.
pachainti
22-10-2025, 11:05
Non si tratta di censura esplicita, nessuno ti strappa la tastiera o ti mette in carcere per un post, ma di una forma di controllo molto più sottile e diffusa: una censura “soft”
Oggi il potere non si esercita più solo attraverso governi o media ufficiali, ma anche, e soprattutto, tramite gli algoritmi.
Quando si parla di “poteri forti”, si intende in modo astratto l’insieme di soggetti (istituzioni, grandi gruppi economici, organismi sovranazionali) in grado di influenzare le politiche e l’informazione.
Basta guardare al Code of Practice on Disinformation dell’Unione Europea o alle politiche di moderazione adottate dalle principali piattaforme: entrambi incidono direttamente sulla visibilità dei contenuti.
I Twitter Files hanno mostrato come governi e agenzie abbiano esercitato pressioni dirette sulle piattaforme per limitare o etichettare contenuti ritenuti “scomodi”.
Non si tratta di teorie, ma di casi documentati.
Gli algoritmi dei social non nascono per censurare, ma per massimizzare il tempo che trascorri online.
Per riuscirci, ti mostrano ciò che ti piace, ti indigna o conferma le tue convinzioni, così poco a poco, vieni rinchiuso in una bolla informativa che rafforza le tue opinioni e ti isola da chi la pensa diversamente.
È qui che nasce il “controllo soft”: non ti impedisce di parlare, ma impedisce che la tua voce raggiunga chi sta fuori dalla tua bolla.
Il Digital Services Act (DSA), con le sue regole più severe, affida alle stesse piattaforme (o a enti vicini ai poteri politici) il compito di decidere cosa è accettabile.
Il rischio è che, nel tentativo di “regolare”, si finisca per rafforzare ulteriormente il controllo dell’informazione.
Poi ci sono strumenti come la demonetizzazione e lo shadow banning, che permettono di ridurre la visibilità o i guadagni di un contenuto senza eliminarlo del tutto.
Per chi crea informazione indipendente, questo equivale spesso a essere “zittito” economicamente e socialmente, pur senza una censura ufficiale.
A tutto ciò si aggiunge il già discusso Chat Control, che introduce forme di sorveglianza automatizzata nelle comunicazioni private in nome della sicurezza, e
anche se la versione 2.0 sembra per ora aver incotrnato qualche resistenza, una prima forma di questo controllo esiste già da tempo su molte piattaforme.
Ecco, questo insieme di meccanismi, algoritmici, economici, normativi e tecnologici costituisce il cuore della censura soft: un processo che rischia di erodere lentamente la nostra capacità di avere un dibattito pubblico davvero libero e aperto.
E' chiaro che non siamo ancora al punto in cui qualcuno ci impone il silenzio con la forza, come in certi regimi autoritari, ma siamo già immersi in un flusso controllato di informazioni, che ci dà l’illusione della libertà mentre orienta in modo invisibile opinioni e comportamenti.
Se pensi che tutto questo sia solo becero complottismo, forse hai vissuto sotto un sasso negli ultimi 20 anni, o forse ti sta bene scambiare un po’ di libertà reale con la percezione di una sicurezza illusoria.
Completamente d'accordo, siamo sempre più vicini a 1984 di Orwell.
azi_muth
22-10-2025, 13:41
Quotissimo.
E dimentichi la fantomatica lotta contro le fake news "che avvelenano i social e (dis)orientano le masse" (a votare contro chi è al governo in quel momento), il cui fact checking è affidato a non si sa bene quale autorità para-governativ-leccacul... (in realtà poveri filippini sottopagati dalle big tech)... poi arriva al goiverno un biondo folle che vuole eliminare la scienza sul clima e altre "fandonie" (secondo lui), e giù tutti i lecchini (le stesse big tech di prima) più tutte le istituzioni sovvenzionate dal governo ecc., a cancellare tutto quello che ora è diventato scomodo.
Io non quoto nemmeno per niente.
Alla fine il biondo è andato al potere grazie gridando alla censura per far passare enormi quantità di fake e avvelenare i pozzi. Il biondo folle è salito al potere proprio cavalcando le fake sulla scienza del clima, i vaccini e la presunta censura.
Ci vuole poco a passare dalla parte sbagliata del "consenso", anche nelle nostre belle democrazie occidentali. Una volta che ci sono gli strumenti per mettere a tacere gli scomodi, potresti diventare tu lo scomodo in un batter d'occhio.
Le autocrazie da sempre sono salite al potere a suon di fake che hanno destabilizzato le democrazie.
In passato ho persino postato Bezemov che spiegava punto, punto come funziona la sovversione ideologica.
Gli strumenti per mettere a tacere gli scomodi esistono da sempre non devono essere inventati e la loro implementazione richiede pochissimo sforzo specialmente in un epoca come la nostra.
Quello che distinge le democrazie dalle dittature è come vengono utilizzati e sistemi di garanzia che devono essere implementati.
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/pavel-durov-telegram-lancia-l-allarme-stiamo-perdendo-internet-libero_144693.html
Nel giorno del suo 41° compleanno, Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha pubblicato un messaggio dai toni cupi. Denuncia la progressiva erosione delle libertà digitali e l'avanzata del controllo statale e tecnologico in tutto il mondo.
Click sul link per visualizzare la notizia.
ohhh, figliolo...
che denuncia la libertà che viene tolta e la sua piattaforma è il ricettacolo per attività illecite di ogni tipo...
e se non sono al corrente che gli è stato chiesto, e fatto, di limitare l'esposizione alle attività illecite ospitate,
è evidente che, o trascura oppure è persino d'accordo con qualsiasi attività che era ospitata nella sua chat platform
dichiarando solo pretesti per una parzialità evidente
IN OGNI CASO ESPORRE IL FATTO CHE INTERNET LIBERO E' IN DIMINUZIONE E' FUORI LUOGO CON LE ACCUSE, LECITE,
PER CIO' CHE AVEVA PERMESSO, O ANCORA, PERMETTE
per cui è FARE IL FINTO INNOCENTE DELLE SUE PROSPETTIVE
mavaffffn'clvah con chat-chat-chat/libertà-libertà-libertà! :rolleyes:
DI MERDA DA DERIVA PROPAGANDIZZATA A SINISTRA
CON SCIVOLAMENTO A SINISTRA, Lì SOTTO IN BASSO
DOVE LO SHIT ABBONDA RICCAMENTE
HAPPY SHIT TO YOU
ohhh, figliolo...
che denuncia la libertà che viene tolta e la sua piattaforma è il ricettacolo per attività illecite di ogni tipo...
...
oh finalmente è stato detto...
Va bene il potere, Orwell, 1984, la Cina e il PCC, ecc ecc
Ma Telegram è un ricettacolo del peggio
Io quando nella lista dei miei contatti vedo che qualcuno è su Telegram, mi chiedo perchè.
Whatsapp -> la regola
Signal -> paranoia di sicurezza
Telegram -> cerca lo spacciatore o la prostituta di quartiere ?
Per me Pavel Durov può andare a cag... lui e gli spacciatori che usano la sua app
ninja750
24-10-2025, 09:13
capite però che non è normale poter usare solo piattaforme controllate
capite però che non è normale poter usare solo piattaforme controllate
Signal lo usa il 1% dei miei contatti... (anzi, anche meno)
Vabè poi Signal sarà controllato dalla CIA, Telegram dall'FSB russo, capisco che...
pachainti
02-11-2025, 21:58
oh finalmente è stato detto...
Va bene il potere, Orwell, 1984, la Cina e il PCC, ecc ecc
Ma Telegram è un ricettacolo del peggio
Io quando nella lista dei miei contatti vedo che qualcuno è su Telegram, mi chiedo perchè.
Whatsapp -> la regola
Signal -> paranoia di sicurezza
Telegram -> cerca lo spacciatore o la prostituta di quartiere ?
Per me Pavel Durov può andare a cag... lui e gli spacciatori che usano la sua app
Per quale motivo Telegram non piace e tentanto di bloccarlo, senza successo, ovunque (https://en.wikipedia.org/wiki/Government_censorship_of_Telegram_Messenger)? Poiché, come dimostra questo documento del FBI (https://therecord.media/fbi-document-shows-what-data-can-be-obtained-from-encrypted-messaging-apps), non cede i dati degli utenti e rimane una delle poche piattaforme non soggetta a censura. La maggiore libertà permette anche ai malintenzionati di creare attività illecite che comunque vengono prontamente rimosse se segnalate (https://telegram.org/moderation). Il grande difetto di Telegram è l'assenza di crittografia e2e nei gruppi (https://bugs.telegram.org/c/1231) e nel client desktop (la crittografia e2e è solo su chat e chiamate 1:1 e chiamate di gruppo). Voto C su TOSDR (https://tosdr.org/en/service/1946). Per capire chi sia Pavel Durov, consiglio di ascoltare questa lunga intervista (https://www.youtube.com/watch?v=qjPH9njnaVU), non è certamente il solito CEO...
Whatsapp è centralizzato, closed source con binari offuscati e quindi occorre fidarsi di meta, pieno di vulnerabilità critiche (https://drive.proton.me/urls/DZGW5R9C88#T0tnMVIZtqwv) oltre ad avere di default i backup (per fortuna solo i media, niente messaggi, sticker e contatti) in chiaro su google e apple (in ogni caso sono privi di crittografia e2e e meta può rigenerare la chiave di decifratura). Opzionalmente supporta la crittografia e2e dei backup, ma è noto che il 90-95% degli utenti (https://www.theguardian.com/technology/2013/dec/01/default-settings-change-phones-computers) non cambia le impostazioni di default. Voto C su TOSDR (https://tosdr.org/en/service/198).
Signal è considerato lo stato dell'arte della crittografia ed ha recentemente introdotto un algoritmo di cifratura resistente ai computer quantistici.
Tuttavia, rimane un servizio centralizzato se pur open source, basato su AWS e quindi suscettibile a censura e, purtroppo, finanziato dalla CIA (https://www.kitklarenberg.com/p/signal-facing-collapse-after-cia). Voto B su TOSDR (https://tosdr.org/en/service/528).
Al momento una delle migliori alternative, ancora non pienamente matura, è il protocollo matrix con il suo client di punta element. Oltre a supportare la crittografia e2e ovunque, è un servizio decentralizzato (https://fsf.org.in/article/better-than-whatsapp/) e quindi non soggetto a censura poiché è possibile cambiare server. Stanno migliorando i vari punti deboli come ridurre i meta dati scambiati tra i vari server (https://element.io/blog/hiding-room-metadata-from-servers/) e nuovi client più veloci e moderni (https://element.io/blog/new-element-web-and-desktop-apps-have-distinct-element-x-vibes/). Voto B su TOSDR (https://tosdr.org/en/service/2498).
Beh si sente più spesso che i canali Telegram sono utilizzati per scopi malevoli e non parlo delle liste IPTV su cui il governo spinto dai colossi Sky dazn et cetera fomenta terrorismo mediatico con campagne sui canali TV , questo rovina la libertà di telegram .
Faccio sempre l'esempio sempliciotto che chi ruba una mela è totalmente differente da chi commette qualsiasi tipo di violenza, entrambi commettono un reato ma la differenza è abissale.
Basta con ste menate sui social e sui diritti TV ......interessa ai politici solo chi lede i diritti dei Ricconi.
pachainti
13-11-2025, 21:51
Come volevasi dimostrare. Un branco di pagliacci, altra figura da paese di terzo mondo da parte di un paese UE.
Telegram CEO’s French Travel Ban Fully Lifted By Investigators (https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-11-13/telegram-ceo-s-french-travel-ban-fully-lifted-by-investigators)
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