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View Full Version : Così Apple ha scoperto chi dava informazioni al leaker della Dynamic Island


Redazione di Hardware Upg
13-05-2023, 10:31
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/apple/cosi-apple-ha-scoperto-chi-dava-informazioni-al-leaker-della-dynamic-island_116711.html

Un leaker di segreti Apple è stato pizzicato dalla casa di Cupertino che, con un'operazione degna del controspionaggio, è riuscita a capire chi era la serpe in seno. A spifferare le informazioni - ma non si sa quanto volutamente - era la sorella del leaker.

Click sul link per visualizzare la notizia.

FirePrince
13-05-2023, 10:57
Le grandi aziende fanno accordi di riservatezza ( NDA ) molto chiari. Stupida la sorella a raccontare segreti industriali al fratello, e ancora più stupido il fratello a raccontarli al resto del mondo.

giovanni69
13-05-2023, 12:50
Nessuna compassione per chi violando i NDA poi si bea in rete rivulgando informazioni riservate.

GianMi
13-05-2023, 13:15
Nessuna compassione per chi violando i NDA poi si bea in rete rivulgando informazioni riservate.
Nel caso dell'articolo sono assolutamente d'accordo.

Ma in generale, se sono notizie in cui l'interesse pubblico prevale su quello privato direi di no.

Un esempio potrebbe essere il venire a conoscenza di comportamenti poco etici dell'azienda, magari in contrapposizione ad un'immagine pubblica di tutt'altro segno.

(E' un discorso generale, ogni riferimento a situazioni concrete è puramente casuale)

Gringo [ITF]
13-05-2023, 13:32
Si gli accordi di riservatezza sono cose serie, e fregarsi il lavoro per stronzate e cosa spiacevole, oltre al fatto che dovranno pagare una multa finale che sicuramente sarà magnanima, probabilmente l'equivalente delle buste paga di entrambi per 1000 anni

dwfgerw
13-05-2023, 13:40
Il lavoro non è un videogioco… firmi delle carte, e devi avere una deontologia professionale.. ora pagate le conseguenze.

jepessen
13-05-2023, 14:37
Le grandi aziende fanno accordi di riservatezza ( NDA ) molto chiari. Stupida la sorella a raccontare segreti industriali al fratello, e ancora più stupido il fratello a raccontarli al resto del mondo.

La sorella non doveva dire niente. Io non le dico manco a mia moglie certe cose di lavoro, anche se lei si incavola a volte perche' non le posso dire a cosa mi serve una trasferta, ma i contratti parlano chiaro. Il fratello e' pure un imbecille, ma potrebbe esserlo di meno; lui non e' tenuto a sapere i dettagli contrattuali della sorella, e quindi ha voluto "semplicemente" i 15 minuti di notorieta' su internet pubblicando notizie succose. Poteva tranquillamente non sapere niente dell'accordo di riservatezza di sua sorella e lui non ha firmato nessun NDA, quindi non vedo perche' lui dovrebbe essere perseguitato da Apple (e infatti mi pare di capire che c'entri solo la sorella). E' sempre stata una mossa stupida, ma sembra dettata dall'ignoranza (nel senso che ignora) del fratello piuttosto che di voler fare qualcosa sapendo di mettere in difficolta' la sorella.

Nel caso dell'articolo sono assolutamente d'accordo.

Ma in generale, se sono notizie in cui l'interesse pubblico prevale su quello privato direi di no.

Un esempio potrebbe essere il venire a conoscenza di comportamenti poco etici dell'azienda, magari in contrapposizione ad un'immagine pubblica di tutt'altro segno.

(E' un discorso generale, ogni riferimento a situazioni concrete è puramente casuale)

No. Se hai un NDA e lo firmi non sei giustificato in nessun modo. Se non ti va come lavora l'azienda la cambi, ma non lo spiattelli ai quattro venti pensando di fare la cosa buona. Esattamente come se lavori in un'azienda che realizza armi all'improvviso ti viene il 68 e vai a spulciare i loro segreti industriali ai quattro venti. Le NDA sono una cosa seria e vengono prese molto sul serio sul piano legale. Se non ti va ti licenzi, ti assicuri che l'NDA non copra anche il caso in cui te ne vai, e poi parli, come fanno gli ex-dipendenti Apple quando si tratta di capire come si lavora in azienda, ad esempio. Se ci sono maltrattamenti in azienda ne puoi parlare con le forze dell'ordine, ma non pubblicarlo su twitter.

GianMi
13-05-2023, 15:06
No. Se hai un NDA e lo firmi non sei giustificato in nessun modo. Se non ti va come lavora l'azienda la cambi, ma non lo spiattelli ai quattro venti pensando di fare la cosa buona. Esattamente come se lavori in un'azienda che realizza armi all'improvviso ti viene il 68 e vai a spulciare i loro segreti industriali ai quattro venti. Le NDA sono una cosa seria e vengono prese molto sul serio sul piano legale. Se non ti va ti licenzi, ti assicuri che l'NDA non copra anche il caso in cui te ne vai, e poi parli, come fanno gli ex-dipendenti Apple quando si tratta di capire come si lavora in azienda, ad esempio. Se ci sono maltrattamenti in azienda ne puoi parlare con le forze dell'ordine, ma non pubblicarlo su twitter.
In molte nazioni ci sono leggi sul cosiddetto "whistleblowing" per le quali non c'è NDA che tenga. E ci sono anche altre situazioni in ambito lavorativo per le quali quello che hai firmato, se si rivela contrario a diritti più generali, non vale.

E' una questione di civiltà che la giurisprudenza ha in molti casi assimilato.

Mi rendo tuttavia conto di aver espresso una posizione più ampia rispetto a questo tipo di casi. E' ovviamente una mia opinione personale che di fronte a un'interesse più generale forme di resistenza civile siano legittime anche se poi si può andar incontro a conseguenze.

Ago72
13-05-2023, 18:54
In molte nazioni ci sono leggi sul cosiddetto "whistleblowing" per le quali non c'è NDA che tenga.

Non diciamo “stupidaggini”, quello che citi te è un canale per denunciare reati. Nessun contratto è al di sopra della legge, pena essere nullo. Qui si parla di comunicazione a terzindi segreti industriali, e ti garantisco che le aziende ti fanno male… legalmente

GianMi
13-05-2023, 19:06
Non diciamo “stupidaggini”, quello che citi te è un canale per denunciare reati. Nessun contratto è al di sopra della legge, pena essere nullo. Qui si parla di comunicazione a terzindi segreti industriali, e ti garantisco che le aziende ti fanno male… legalmente

Come ho scritto all'inizio, nel mio primo post, sono d'accordo con la presa di posizione del mio interlocutore per il caso specifico. Come te, tuttavia, ritengo sbagliato generalizzare. Infatti sono d'accordo con te che nessun contratto è al di sopra della legge.

Credo di aver ricordato proprio questo.

Riguardo poi quello che la legge prescrive e quello che si possa ritenere civile, credo si possa concordare che non sempre c'è sintonia.

Per dire, nella "civilissima" Svizzera il suffragio universale è arrivato nel 1971. Le donne che, prima di allora, avessero manifestato o occupato seggi per rivendicare il proprio diritto al voto avrebbero sicuramente violato la legge, ma direi che sarebbero state nel giusto.

giuliop
14-05-2023, 15:52
Le grandi aziende fanno accordi di riservatezza ( NDA ) molto chiari. Stupida la sorella a raccontare segreti industriali al fratello, e ancora più stupido il fratello a raccontarli al resto del mondo.

Stai saltando alle conclusioni, l'articolo dice "[...] da quanto scrive il leaker, non sembra che la sorella fosse effettivamente conscia della sua attività" e da questo non puoi inferire che la sorella abbia raccontato alcunché: il fratello potrebbe benissimo averla spiata in modo che lei non se ne potesse ragionevolmente accorgere.

La sorella non doveva dire niente. Io non le dico manco a mia moglie certe cose di lavoro, anche se lei si incavola a volte perche' non le posso dire a cosa mi serve una trasferta, ma i contratti parlano chiaro. Il fratello e' pure un imbecille, ma potrebbe esserlo di meno; lui non e' tenuto a sapere i dettagli contrattuali della sorella, e quindi ha voluto "semplicemente" i 15 minuti di notorieta' su internet pubblicando notizie succose. Poteva tranquillamente non sapere niente dell'accordo di riservatezza di sua sorella e lui non ha firmato nessun NDA, quindi non vedo perche' lui dovrebbe essere perseguitato da Apple (e infatti mi pare di capire che c'entri solo la sorella). E' sempre stata una mossa stupida, ma sembra dettata dall'ignoranza (nel senso che ignora) del fratello piuttosto che di voler fare qualcosa sapendo di mettere in difficolta' la sorella.

No. Se hai un NDA e lo firmi non sei giustificato in nessun modo. [...]

Anche tu stai facendo assunti infondati e riducendo tutto, molto superficialmente, a bianco e nero.
Un conto è rispettare un NDA e non divulgare le informazioni, un altro è pretendere che firmarlo ti dia automaticamente il potere di fare in modo che le informazioni in tuo possesso non ti possano essere rubate in alcun modo, cosa semplicemente inverosimile.
E dall'altra parte stai indebitamente difendendo il fratello, perché dire "Poteva tranquillamente non sapere niente dell'accordo di riservatezza di sua sorella" è quantomeno da finto tonto.

Il punto è che informazioni sufficienti non ne abbiamo, per cui qualsiasi giudizio è superficiale e affrettato.

Redvex
14-05-2023, 17:54
Ha usato la stessa tecnica usata da L per identificare dove agiva Kira😌

Ago72
14-05-2023, 21:17
Se ben ricordo, una tecnica simile fu anche usata dall'Unione Europea per scovare chi avesse fatto trapelare prima della ratifica l'accordo TTIP che veniva sviluppato segretamente con gli USA. Il documento era disponibile per la consultazione solo di persona, in una sala videosorvegliata. Fortunatamente Greenpeace ha fatto trapelare una versione talmente redatta che le modifiche di rilevamento non erano più riconoscibili, così il whistleblower non è stato individuato.

ma la smettete di citare il whistleblower a caso? Il whistleblower, introdotto nella legislazione italiana dal D.L. 231, serve a segnalare al comitato interno (o alle forze dell'ordine) eventuali condotte che vanno contro il codice etico (o reati) dell'azienda o istituzione.

Fornire a terzi informazioni riservate, come date di rilascio e/o bozze di trattati, che non contengono informazione di reati o violazione del codice etico, non è utilizzare il whistleblower, ma commettere un reato, in quanto chi lo fa sta violando un segreto. Poco importa se vi sta simpatica o meno l'azienda o l'istituzione oggetto della fuga di notizie.

Inoltre per chi dice che la sorella poteva non sapere o il fratello poteva non sapere, e altre amenità, nella maggior parte dei NDA, c'è una clausola di diligenza. Se siete al bar e date informazioni riservate a un collega al telefono (anch'esso autorizzato ad avere quelle informazioni) e senza che voi siate a conoscenza, sta ascoltando la conversazione un concorrente, che carpirà le informazioni appena ascoltate, indovinate un po'? L'azienda può licenziarvi e chidervi i danni, perchè non siete stati diligenti nel gestire le informazioni... Secondo me, molti di voi parlano di NDA, ma non ne hanno mai firmato uno e forse nemmeno visto. Oltre a non aver mai fatto un corso sulla 231.

GianMi
14-05-2023, 22:07
Fornire a terzi informazioni riservate, come date di rilascio e/o bozze di trattati, che non contengono informazione di reati o violazione del codice etico, non è utilizzare il whistleblower, ma commettere un reato, in quanto chi lo fa sta violando un segreto. Poco importa se vi sta simpatica o meno l'azienda o l'istituzione oggetto della fuga di notizie.
Il reato comporta una sanzione penale, quindi non credo sia corretto dire che violando un NDA si commette un reato, almeno, non in tutti i casi, visto che la norma di riferimento è una norma del codice civile (la 1205? vado a memoria) e le norme del codice civile non prevedono sanzioni penali, almeno per quel che ne so.

Non sono un esperto di diritto e posso sbagliarmi, naturalmente, ed eventuali correzioni sono benvenute.

giuliop
14-05-2023, 22:12
Inoltre per chi dice che la sorella poteva non sapere o il fratello poteva non sapere, e altre amenità, nella maggior parte dei NDA, c'è una clausola di diligenza. Se siete al bar e date informazioni riservate a un collega al telefono (anch'esso autorizzato ad avere quelle informazioni) e senza che voi siate a conoscenza, sta ascoltando la conversazione un concorrente, che carpirà le informazioni appena ascoltate, indovinate un po'? L'azienda può licenziarvi e chidervi i danni, perchè non siete stati diligenti nel gestire le informazioni...

E se invece il fratello deficiente scaltro ha installato una telecamera nascosta da qualche parte cosa può fare secondo te, mettere a soqquadro la casa ogni volta?
C’è un limite a quello che le persone possono ragionevolmente fare, e se i segreti sono così importanti allora ci sono - o ci dovrebbero essere - ben altre procedure e ben altre conseguenze: vedi appunto Snowden, caso completamente diverso, conseguenze completamente diverse.

Ago72
14-05-2023, 22:59
Prima di essere un termine legale, whistleblower è una parola di uso comune. Nella sua prima forma, trattato TTIP fu considerato antidemocratico e lobbista. Fu grazie all'attività di Greenpeace che diventò trasparente e più giusto. Ciò rende appropriato l'uso del termine whistleblower. Informati meglio e cambia tono per piacere.

No, sei te che non devi fare disinformazione, è diverso. Stai continuando a citare quel termine per una situazione in cui a te sembrava giusto che venissi a conoscenza di quelle informazioni. E chiamandolo “ whistleblower” cerchi di dargli una connotazione positiva, mentre in realtà si tratto di una sottrazione di dati riservati punibili per legge! Se non fosse così ti prego di citarmi regollamenti, direttive, norme e/o leggi violate dal TTIP. Ti anticipo la risposta, non puoi…

Ago72
14-05-2023, 23:05
E se invece il fratello deficiente scaltro ha installato una telecamera nascosta da qualche parte cosa può fare secondo te, mettere a soqquadro la casa ogni volta?
C’è un limite a quello che le persone possono ragionevolmente fare, e se i segreti sono così importanti allora ci sono - o ci dovrebbero essere - ben altre procedure e ben altre conseguenze: vedi appunto Snowden, caso completamente diverso, conseguenze completamente diverse.

In questo caso è ovvio che la sorella è innocente. È ovvio che la storia si saprà solo quando arriverà nelle aule dei tribunali.io volevo solo rimarcare che gli NDA e la diligenza nella conservazione dei dati aziendali, sono aspetti da non sottovalutare.

giuliop
14-05-2023, 23:05
No, sei te che non devi fare disinformazione, è diverso. Stai continuando a citare quel termine per una situazione in cui a te sembrava giusto che venissi a conoscenza di quelle informazioni. E chiamandolo “ whistleblower” cerchi di dargli una connotazione positiva, mentre in realtà si tratto di una sottrazione di dati riservati punibili per legge! Se non fosse così ti prego di citarmi regollamenti, direttive, norme e/o leggi violate dal TTIP. Ti anticipo la risposta, non puoi…

Anche Snowden ha sottratto documenti in modo punibile per legge, e dubito che ci sia qualcuno* che possa affermare che “whistleblower” non sia un termine appropriato per definirlo.

P.S. (*) Oltre chi lo vorrebbe condannare, ovviamente :asd:

Ago72
14-05-2023, 23:13
Anche Snowden ha sottratto documenti in modo punibile per legge, e dubito che ci sia qualcuno che possa affermare che “whistleblower” non sia un termine appropriato per definirlo.

Su snowden la situazione è più complessa, in quanto si parla di documenti coperti da segreto militare. E sinceramente non conosco nulla della materia per cui taccio.

aqua84
14-05-2023, 23:59
Il leaker aveva quindi toppato, ma non per colpa sua: il merito è tutto di Apple, la quale per scovare la talpa aveva fatto circolare volutamente informazioni errate tra i suoi dipendenti. Probabilmente date diverse per ogni singola persona, al fine di identificare con sicurezza quella che "parlava troppo".

Nn mi pare una novitá comunque.
Ricordo di aver letto qualcosa di simile già in tempi ben più lontani, e non poco.

SpyroTSK
15-05-2023, 12:33
E se invece il fratello deficiente scaltro ha installato una telecamera nascosta da qualche parte cosa può fare secondo te, mettere a soqquadro la casa ogni volta?
C’è un limite a quello che le persone possono ragionevolmente fare, e se i segreti sono così importanti allora ci sono - o ci dovrebbero essere - ben altre procedure e ben altre conseguenze: vedi appunto Snowden, caso completamente diverso, conseguenze completamente diverse.

In realtà Snowden era l'informatore diretto, quindi come la sorella di Analyst941, mentre i giornalisti a cui Snowden dava le informazioni erano appunto Analyst941.

Perciò i fatti sono identici, l'unica cosa che varia sono le aziende e i "segreti" che dovevano trapelare, tant'è che il termine "Whistleblower" è più corretto per Snowden perché lui fece trapelare notizie riguardanti la sorveglianza di massa che violavano i diritti dei cittadini americani e inglesi, mentre nel caso di Analyst941 erano solamente news di poco conto (per noi utenti) e che non stavano violando nessun codice etico/legislativo.

Comunque, se la sorella e suo fratello fossero stati in italia rischierebbero:
Se hanno rilasciato documenti secretati: reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032
Se da dipendenti hanno rilasciato informazioni: reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516.
Se invece sono amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci o liquidatori o se è commesso da chi svolge la revisione contabile della società: reclusione fino a due anni

(Articoli 621, 622 e 623 codice penale.)
https://www.btstudiolegale.it/gli-accordi-di-riservatezza-guida-completa/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-621/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-622/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-623/

Doraneko
15-05-2023, 13:59
In realtà Snowden era l'informatore diretto, quindi come la sorella di Analyst941, mentre i giornalisti a cui Snowden dava le informazioni erano appunto Analyst941.

Perciò i fatti sono identici, l'unica cosa che varia sono le aziende e i "segreti" che dovevano trapelare, tant'è che il termine "Whistleblower" è più corretto per Snowden perché lui fece trapelare notizie riguardanti la sorveglianza di massa che violavano i diritti dei cittadini americani e inglesi, mentre nel caso di Analyst941 erano solamente news di poco conto (per noi utenti) e che non stavano violando nessun codice etico/legislativo.

Comunque, se la sorella e suo fratello fossero stati in italia rischierebbero:
Se hanno rilasciato documenti secretati: reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032
Se da dipendenti hanno rilasciato informazioni: reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516.
Se invece sono amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci o liquidatori o se è commesso da chi svolge la revisione contabile della società: reclusione fino a due anni

(Articoli 621, 622 e 623 codice penale.)
https://www.btstudiolegale.it/gli-accordi-di-riservatezza-guida-completa/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-621/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-622/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-623/

+ eventuali danni che chiederebbe la parte lesa.

giuliop
15-05-2023, 14:07
In realtà Snowden era l'informatore diretto, quindi come la sorella di Analyst941, mentre i giornalisti a cui Snowden dava le informazioni erano appunto Analyst941.

Stai sempre partendo dal presupposto che la sorella abbia avuto un ruolo attivo e questo finora, come già detto, è solo una speculazione.

Doraneko
15-05-2023, 14:11
Su snowden la situazione è più complessa, in quanto si parla di documenti coperti da segreto militare. E sinceramente non conosco nulla della materia per cui taccio.

Anche senza sapere qualcosa sulla materia specifica, mi sa che parliamo di cose che dal punto di vista dell' importanza e dell'interesse per la collettività sono ad un livello un po' superiore rispetto a qualche info su un telefonino :asd:
Se uno sa che un'azienda mette in atto pratiche illegittime in linea di massima si rivolge all'autorità e bon. Trovarsi invece a dover espatriare di nascosto ed a chiedere asilo ad uno stato estero è ben altra cosa.

frncr
15-05-2023, 14:29
Comunque, se la sorella e suo fratello fossero stati in italia rischierebbero:
Se hanno rilasciato documenti secretati: reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032
Se da dipendenti hanno rilasciato informazioni: reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516.
Se invece sono amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci o liquidatori o se è commesso da chi svolge la revisione contabile della società: reclusione fino a due anni

(Articoli 621, 622 e 623 codice penale.)
https://www.btstudiolegale.it/gli-accordi-di-riservatezza-guida-completa/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-621/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-622/
https://officeadvice.it/codice-penale/articolo-623/

Non esistono solo i risvolti penali, anzi in caso di diffusione (o anche solo prelievo) di informazioni aziendali riservate sono più importanti gli aspetti civilistici e le conseguenti possibili pretese risarcitorie del danneggiato o presunto tale, ovvero il datore di lavoro.
Non ha comunque molto senso approfondire il diritto italiano (a partire dall'Ar. 2105 codice civile e relativa giurisprudenza) dato che nel caso in questione non si applica certamente la nostra legge. Inoltre non è dato conoscere quali siano gli accordi di riservatezza (NDA) che l'azienda in questione impone ai propri dipendenti, in questo caso allla sorella perché il tizio mi pare non abbia rapporti con l'azienda.

Eticamente, a mio parere è giusto che personaggi che si fanno belli e magari monetizzano diffondendo in rete informazioni commerciali riservate (anche se ridicolmente irrilevanti come in questo caso) siano puniti quando pizzicati. In questo caso è probabile che l'unica a rimetterci resti la sorella scema, licenziata in tronco per giusta causa.

PS: l'accostamento di questa vicenda con il caso Snowden è imbarazzante

TorettoMilano
15-05-2023, 14:32
Ha usato la stessa tecnica usata da L per identificare dove agiva Kira😌

per poi non fare la prova del 9 cioè trasmettere il tg solo a casa sua, questo è l'unico dettaglio a farmi avere fatto storcere il naso ma poi in effetti l'anime sarebbe finito subito :D

giuliop
15-05-2023, 14:44
Eticamente, a mio parere è giusto che personaggi che si fanno belli e magari monetizzano diffondendo in rete informazioni commerciali riservate (anche se ridicolmente irrilevanti come in questo caso) siano puniti quando pizzicati.


Temo che questo tizio sia stato solamente enormemente stupido e che non avesse idea delle possibili conseguenze, ma dubito che non sapesse di fare qualcosa di poco lecito.
Come si dice, "play stupid games, win stupid prizes" :asd:

In questo caso è probabile che l'unica a rimetterci resti la sorella scema, licenziata in tronco per giusta causa.

Non so perché ma il messaggio che la sorella possa essere stata un intermediario inconsapevole proprio non si riesce a far arrivare :asd:

frncr
15-05-2023, 15:03
Temo che questo tizio sia stato solamente enormemente stupido e che non avesse idea delle possibili conseguenze, ma dubito che non sapesse di fare qualcosa di poco lecito.
In ogni caso l'ignoranza della legge non è ammessa. La più scema è comunque la sorella, lui non rischia probabilmente nulla a meno che la sorella non lo citi per danni, se ci sono gli estremi.

Non so perché ma il messaggio che la sorella possa essere stata un intermediario inconsapevole proprio non si riesce a far arrivare :asd:
Arriva ma non è rilevante (oltre che molto improbabile): l'azienda ha provato che la fonte della fuga di informazioni era quella dipendente; se essa ha fornito le informazioni deliberatamente ha agito in modo doloso, se le ha fornite in modo inconsapevole ha agito in modo colposo, ma in entrambi i casi il licenziamento per giusta causa ci sta tutto sia legalmente che moralmente. Dura lex sed lex.
Se poi l'azienda decidesse di citarla per danni, e riuscisse a provare i danni medesimi, l'ex dipendente potrebbe avere guai maggiori della mera perdita del lavoro. Il fratello dubito sia aggredibile dall'azienda, ma non conoscendo i dettagli della vicenda e il diritto USA non ne sono certo.

Ago72
15-05-2023, 16:51
Anche senza sapere qualcosa sulla materia specifica, mi sa che parliamo di cose che dal punto di vista dell' importanza e dell'interesse per la collettività sono ad un livello un po' superiore rispetto a qualche info su un telefonino :asd:
Se uno sa che un'azienda mette in atto pratiche illegittime in linea di massima si rivolge all'autorità e bon. Trovarsi invece a dover espatriare di nascosto ed a chiedere asilo ad uno stato estero è ben altra cosa.

Non è questione di importanza, ma di legge.

Il punto è che a volte quello che vale per il codice civile, non vale o ha modalità diverse per il codice militare. Se sono "abbastanza" certo del funzionamento del sistema del whistleblower in ambito civile. In ambito militare non so se quando un soldato scopre un illecito, ha l'obbligo di rivolgersi alla magistratura militare e il divieto di rivogersi a quella civile e/o di divulgare la notizia al di fuori dell'ambito militare. Ma ripeto, non conosco il diritto militare, tanto meno quello americano.

giuliop
15-05-2023, 18:00
In ogni caso l'ignoranza della legge non è ammessa. La più scema è comunque la sorella, lui non rischia probabilmente nulla a meno che la sorella non lo citi per danni, se ci sono gli estremi.


Se la sorella era inconsapevole e ha fatto tutto lui non vedo come lui non possa rischiare niente e lei essere "scema".


Arriva ma non è rilevante (oltre che molto improbabile): l'azienda ha provato che la fonte della fuga di informazioni era quella dipendente; se essa ha fornito le informazioni deliberatamente ha agito in modo doloso, se le ha fornite in modo inconsapevole ha agito in modo colposo, ma in entrambi i casi il licenziamento per giusta causa ci sta tutto sia legalmente che moralmente. Dura lex sed lex.

A parte che le poche informazioni che abbiamo dicono che la sorella era probabilmente all'oscuro, quindi non si sa da dove venga quel "molto improbabile", è assolutamente rilevante perché quella sopra è la solita falsa dicotomia, e la legge non funziona così: se lei riesce a dimostrare che il fratello le ha sottratto le informazioni in modo che lei non potesse ragionevolmente accorgersene (per esempio, come già detto, installando telecamere o microfoni nascosti) allora dubito fortemente che possa essere condannata, e probabilmente potrebbe anche riuscire a farsi riassumere.

frncr
16-05-2023, 23:46
Se la sorella era inconsapevole e ha fatto tutto lui non vedo come lui non possa rischiare niente e lei essere "scema".
Allora guarda meglio: lui non ha alcun rapporto di lavoro con l'azienda, non ha gli inerenti obblighi di fedeltà e riservatezza e non ha certo firmato contratti e NDA, lei sì ed è per forza la fonte della fuga di notizie; le posizioni sono ben diverse, e quella della inconsapevolezza è solo una tua illazione. "Scema" perché l'ipotesi di gran lunga più verosimile, ammesso che la vicenda sia reale, è che la sorella abbia fatto incaute confidenze al fratello, comportamento appunto da scema sia che sapesse che poi lui le diffondeva in rete sia che non lo sapesse.
Per la responsabilità, proviamo a usare un po' di logica: la tizia era dipendente dell'azienda ed era al corrente di informazioni riservate per via del suo incarico. Queste informazioni sono uscite dall'azienda e sono finite nella disponibilità del fratello che le ha diffuse. Ci sono solo due possibilità per questa fuoriuscita delle informazioni: o la tizia le ha direttamente riferite al fratello, e in questo caso ne era ben consapevole (quindi comportamento doloso), oppure ha fatto uscire queste informazioni tramite un qualunque tipo di media cartaceo o informatico. Un dipendente viene autorizzato a portare fuori dall'azienda un media contenente informazioni riservate solo se deve lavorarci al di fuori dei locali aziendali oppure se deve recapitarlo ad altra persona autorizzata, in entrambi i casi è responsabile della custodia di tale media e della riservatezza delle informazioni contenute. Se la tizia ha portato fuori il media senza autorizzazione o ha permesso al fratello di conoscere le informazioni contenute nel media che era autorizzata a portare torniamo al comportamento doloso, se invece il fratello ha avuto accesso al media senza il suo consenso allora la tizia ha omesso la dovuta custodia perciò il comportamento è solo colposo. In ogni caso al di là della natura dolosa o colposa della condotta (in ambito penale), la tizia resta civilisticamente responsabile del danno, se un danno esiste.

A parte che le poche informazioni che abbiamo dicono che la sorella era probabilmente all'oscuro
Falso. L'unica informazione disponibile è un post di un utente anonimo (il sedicente spifferone medesimo) su un forum di chiacchere, che non dice affatto che la sorella era inconsapevole e neppure lo suggerisce. Dice solo che la sorella "è distrutta" e ora lo odia, il che non indica proprio niente sulla sua consapevolezza o intenzionalità nel aver passato informazioni al fratello.
Le illazioni di chiunque seguite a quel post non sono in nessun modo "informazioni".

quindi non si sa da dove venga quel "molto improbabile"
Vedi tu, può venire dal comune buon senso oppure può venire più filosoficamente dal principio del rasoio di Occam. Secondo te è più probabile che una dipendente chiaccheri troppo col fratello del suo lavoro o che il fratello infido la metta sotto sorveglianza ambientale per carpirle segreti aziendali al fine di farsi bello divulgandoli in un sito di chiacchere? Fai sul serio?
In ogni caso come già detto non rileva perché non annulla la responsabilità della dipendente nei confronti del datore di lavoro. Se anche fosse vera la tua fantasiosa ipotesi del fratello maniaco spione, la sorella potrebbe rivalersi a sua volta su di lui o comunque provare a coinvolgerlo, ma non se la potrebbe cavare semplicemente dicendo al suo ex datore di lavoro e al giudice: "Io non ho colpa, è stato mio fratello che mi ha riempito la casa di cimici, arrangiatevi direttamente con lui!".
Il post anonimo sostiene che saranno intraprese azioni legali contro entrambi separatamente, il che significa tutto e niente dato che una delle prime cose che fa un'azienda del genere è spedire lettere di minacce legali a tutti.

è assolutamente rilevante perché quella sopra è la solita falsa dicotomia
No, è praticamente irrilevante perché le informazioni dall'azienda le ha fatte uscire lei, e all'azienda non frega molto se le ha spifferate di proposito o se le è fatte soffiare, rileva solo che le ha fatte uscire e con quella condotta ha causato il danno (se danno c'è). Come già detto l'intenzionalità o meno della condotta ha rilevanza più in sede penale, perché la colpa e il dolo sono puniti in modo diverso a parità di reato, ma civilisticamente non ha rilevanza perché non fa alcuna differenza sul danno derivante, che è ciò che deve essere (eventualmente) risarcito.
Non so di quale dicotomia parli, un'altra fantasia?

e la legge non funziona così:
Non funziona così come? Esprimi un concetto e poi prova a documentarlo.

se lei riesce a dimostrare che il fratello le ha sottratto le informazioni in modo che lei non potesse ragionevolmente accorgersene (per esempio, come già detto, installando telecamere o microfoni nascosti) allora dubito fortemente che possa essere condannata, e probabilmente potrebbe anche riuscire a farsi riassumere.
Certo, credo che sarebbe molto semplice provare in giudizio quanto hai detto, che peraltro è anche una spiegazione molto plausibile di come possono essersi svolti i fatti... nel mondo delle tue fantasie.
Comunque hai le idee un poco confuse sul diritto, proviamo a chiarirle:
1. In USA il datore di lavoro non deve avere un particolare motivo per licenziare un dipendente, gli basta la semplice volontà di interrompere il rapporto, perciò non si vede perché mai la tizia potrebbe "farsi riassumere", pure nella più fantasiosa delle ipotesi. In ogni caso nei rarissimi casi di illegittimità del licenziamento previsti in USA (discriminazione, mancato rispetto di pattuizioni contrattuali, donne incinte) ciò che può spettare al lavoratore è al massimo un indennizzo pari al mancato compenso, non è previsto mai l'obbligo di reintegro nel posto come esiste ad esempio in certi casi in Italia. Quindi no, non riavrà mai quel posto indipendentemente dai possibili esiti giudiziari.
2. Dal punto di vista civilistico, pur non conoscendo i dettagli del sistema giuridico USA, do per certo che se l'azienda può provare che il dipendente è la fonte della fuga di notizie riservate e può quantificare e documentare i danni subiti in conseguenza di tale fuga, allora può citare in giudizio il dipendente e ottenere il risarcimento del danno. La circostanza che il fratello abbia appreso le informazioni da una chiaccherata con la sorella oppure le abbia apprese perché la sorella gli ha lasciato usare il suo portatile aziendale o ancora le abbia apprese perché lei ha lasciato detto portatile incustodito con password "1234" non rileva ai fini delle possibili pretese risarcitorie. Aggiungiamo che sicuramente l'azienda in questione impone ai dipendenti di sottoscrivere accordi di riservatezza severissimi e a prova di bomba, e il quadro è abbastanza completo.
3. Dal punto di vista penale: boh (e chissene). Non so esattamente come funziona là (è pure diverso da stato a stato), non so quale reato potrebbe integrare la diffusione di informazioni aziendali riservate né come potrebbe essere punito, ma certamente le condotte dolose e colpose sono trattate diversamente anche da loro. Se poi la tizia, in caso di incriminazione, risulterà non aver commesso fatti penalmente rilevanti allora buon per lei, ma non è comunque quello il suo principale problema.

Infine, faccio notare che si parla sostanzialmente del nulla: non esiste alcuna prova che questa notizia abbia una base reale; per quanto ne sappiamo potrebbe essere tutto inventato (anche ad arte dalla stessa azienda), oppure potrebbe essere inventata la storia della sorella dipendente, oppure potrebbe essere inventato il licenziamento, o inventate le preannunciate azioni legali, ecc.
Viene tutto da questo post anonimo, che lascia il tempo che trova:

Hello everyone.

This is my final message to everyone.

I will no longer be around, but you deserve a proper goodbye. I don’t want to share too many details right now because of the legality of things — but a multi-step sting has gotten my sister fired from Apple, and unfortunately I am afraid next is legal action being taken against both of us, separately.

I can’t believe I did this, I’m so sorry to my sister and Apple as a whole. I don’t know what else to say. I know she is destroyed, she also hates me right now, like I don’t even know that I have a sister anymore.

I don’t know if I even have a life beyond this, I don’t know what can happen at this point.

I enjoyed the ride, to any body out there who gets a source, keep the details at a minimum. It could be costly.

The breaking point was multiple, if not almost all who knew about FCP/Logic iPad development was given a unique combination of release dates — unfortunately the combination I shared on Twitter matched the combination given to my sister as the FCP+Logic timeframe, along with other small factors.

I may have shared too much here regarding this situation already, but goodbye. Thanks for taking the time to meet me. Learn from me and don’t let it happen to you or anyone you love.

giuliop
17-05-2023, 14:20
Allora guarda meglio: lui non ha alcun rapporto di lavoro con l'azienda, non ha gli inerenti obblighi di fedeltà e riservatezza e non ha certo firmato contratti e NDA, lei sì ed è per forza la fonte della fuga di notizie; le posizioni sono ben diverse, e quella della inconsapevolezza è solo una tua illazione.


A parte che non ho mai detto che non sia colpevole, ma che è una possibilità che è stata completamente ignorata, il punto è che firmare un NDA non ti rende il migliore agente segreto del mondo, a cui non possono essere in alcun modo sottratte le informazioni; e questa è lontanissima da essere una situazione in cui ci vuole il KGB, basta veramente che il fratello abbia lasciato il cellulare da qualche parte nascosto e abbia registrato qualche chiamata in cui lei discuteva queste informazioni e il gioco è fatto.


"Scema" perché l'ipotesi di gran lunga più verosimile, ammesso che la vicenda sia reale, è che la sorella abbia fatto incaute confidenze al fratello, comportamento appunto da scema sia che sapesse che poi lui le diffondeva in rete sia che non lo sapesse.


Quindi è probabile che sia scema per aver dato informazioni al fratello perché è probabile che sia scema e abbia dato [volente o nolente] informazioni al fratello.
Bel ragionamento circolare.


Per la responsabilità, proviamo a usare un po' di logica: la tizia era dipendente dell'azienda ed era al corrente di informazioni riservate per via del suo incarico. Queste informazioni sono uscite dall'azienda e sono finite nella disponibilità del fratello che le ha diffuse. Ci sono solo due possibilità per questa fuoriuscita delle informazioni: o la tizia le ha direttamente riferite al fratello, e in questo caso ne era ben consapevole (quindi comportamento doloso), oppure ha fatto uscire queste informazioni tramite un qualunque tipo di media cartaceo o informatico.


Oppure a voce, e già la tua logica binaria fa acqua.

Un dipendente viene autorizzato a portare fuori dall'azienda un media contenente informazioni riservate solo se deve lavorarci al di fuori dei locali aziendali oppure se deve recapitarlo ad altra persona autorizzata, in entrambi i casi è responsabile della custodia di tale media e della riservatezza delle informazioni contenute. Se la tizia ha portato fuori il media senza autorizzazione o ha permesso al fratello di conoscere le informazioni contenute nel media che era autorizzata a portare torniamo al comportamento doloso, se invece il fratello ha avuto accesso al media senza il suo consenso allora la tizia ha omesso la dovuta custodia perciò il comportamento è solo colposo.


Continui sempre a ripetere la stessa cosa, e continuano a sfuggirti le sfumature di grigio.
Può benissimo essere stata autorizzata a portare fuori le informazioni e queste possono esserle state rubate senza che lei sia stata necessariamente sciatta: c'è un limite a quello che una persona può ragionevolmente fare per proteggere queste informazioni, specialmente se non sono di sicurezza nazionale.


In ogni caso al di là della natura dolosa o colposa della condotta (in ambito penale), la tizia resta civilisticamente responsabile del danno, se un danno esiste.

Ammesso e per niente concesso, irrilevante, se alla fine viene provato che lei era inconsapevole.


Falso. L'unica informazione disponibile è un post di un utente anonimo (il sedicente spifferone medesimo) su un forum di chiacchere, che non dice affatto che la sorella era inconsapevole e neppure lo suggerisce.
Dice solo che la sorella "è distrutta" e ora lo odia, il che non indica proprio niente sulla sua consapevolezza o intenzionalità nel aver passato informazioni al fratello.
Le illazioni di chiunque seguite a quel post non sono in nessun modo "informazioni".


Su questo siamo d'accordo, ma se quella è l'unica informazione, non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca: o un è un'informazione oppure no, non puoi basare i tuoi argomenti su quello che ha detto (e non ha detto) e contemporaneamente mettere in dubbio l'affidabilità di quel che dice chiamandolo "un utente anonimo (il sedicente spifferone medesimo) su un forum di chiacchere".


Vedi tu, può venire dal comune buon senso oppure può venire più filosoficamente dal principio del rasoio di Occam. Secondo te è più probabile che una dipendente chiaccheri troppo col fratello del suo lavoro o che il fratello infido la metta sotto sorveglianza ambientale per carpirle segreti aziendali al fine di farsi bello divulgandoli in un sito di chiacchere? Fai sul serio?


Sei sempre fermo al tuo ragionamento circolare, per applicare il rasoio di Occam dovresti avere un fondamento per stabilire cosa sia più probabile che non sia semplicemente cosa pensi che sia più probabile.
E non ci vuole alcuna "sorveglianza ambientale", siamo nel 2023, non ai tempi della guerra fredda.


In ogni caso come già detto non rileva perché non annulla la responsabilità della dipendente nei confronti del datore di lavoro. Se anche fosse vera la tua fantasiosa ipotesi del fratello maniaco spione, la sorella potrebbe rivalersi a sua volta su di lui o comunque provare a coinvolgerlo, ma non se la potrebbe cavare semplicemente dicendo al suo ex datore di lavoro e al giudice: "Io non ho colpa, è stato mio fratello che mi ha riempito la casa di cimici, arrangiatevi direttamente con lui!".


Non lo può dire in questi termini ma, se è così e può dimostrarlo, il giudice può benissimo stabilire che lei non abbia colpe.


No, è praticamente irrilevante perché le informazioni dall'azienda le ha fatte uscire lei, e all'azienda non frega molto se le ha spifferate di proposito o se le è fatte soffiare


Queste sono *tue* illazioni senza basi.
Non vedo perché un'azienda, stabilita la sua inconsapevolezza e il fatto che abbia custodito le informazioni in modo ragionevolmente adeguato, debba - o addirittura possa - accanirsi su di lei.

rileva solo che le ha fatte uscire e con quella condotta ha causato il danno (se danno c'è). Come già detto l'intenzionalità o meno della condotta ha rilevanza più in sede penale, perché la colpa e il dolo sono puniti in modo diverso a parità di reato, ma civilisticamente non ha rilevanza perché non fa alcuna differenza sul danno derivante, che è ciò che deve essere (eventualmente) risarcito.

Irrilevante, se si stabilisce che il danno l'abbia causato il fratello e non lei. Stai sempre partendo dal presupposto che lei sia necessariamente colpevole per arrivare alla conclusione che lei sia colpevole, sono tutti ragionamenti circolari.


Non so di quale dicotomia parli, un'altra fantasia?

Non funziona così come? Esprimi un concetto e poi prova a documentarlo.


Già spiegato sopra, ma semplificato al massimo: il giudice (o la giuria) non è un robot che applica meccanicamente leggi binarie e indiscutibili, come ipotizzi tu.
Se bastassero le conclusioni affrettate e dicotomiche dell'utente di un forum che crede di sapere tutto e poter dare un giudizio incontrovertibile a partire da poche sommarie informazioni non si farebbero processi, terrebbero in considerazione prove, circostanze, attenuanti, etc.


Certo, credo che sarebbe molto semplice provare in giudizio quanto hai detto, che peraltro è anche una spiegazione molto plausibile di come possono essersi svolti i fatti... nel mondo delle tue fantasie.


Già, sarebbe molto difficile provarlo... a meno che il fratello confessasse di averlo fatto :doh:

La tua "mancanza di fantasia" ha un nome, si chiama "argomento dall'incredulità (https://en.wikipedia.org/wiki/Argument_from_incredulity)".


Comunque hai le idee un poco confuse sul diritto, proviamo a chiarirle:
1. In USA il datore di lavoro non deve avere un particolare motivo per licenziare un dipendente, gli basta la semplice volontà di interrompere il rapporto, perciò non si vede perché mai la tizia potrebbe "farsi riassumere", pure nella più fantasiosa delle ipotesi.
In ogni caso nei rarissimi casi di illegittimità del licenziamento previsti in USA (discriminazione, mancato rispetto di pattuizioni contrattuali, donne incinte) ciò che può spettare al lavoratore è al massimo un indennizzo pari al mancato compenso, non è previsto mai l'obbligo di reintegro nel posto come esiste ad esempio in certi casi in Italia. Quindi no, non riavrà mai quel posto indipendentemente dai possibili esiti giudiziari.


A parte che l'azienda, visti i fatti, potrebbe benissimo cambiare idea, e quindi affermare che "non riavrà mai quel posto" è di nuovo una tua illazione, quel che dici sopra è semplicemente falso (https://en.wikipedia.org/wiki/Wrongful_dismissal). In particolare:

"[...] Although available remedies are dependent upon the type of claim and the laws of the jurisdiction, potential remedies for a proved wrongful dismissal include:

- reinstatement of the dismissed employee; [...]"

Sarebbe meglio che ti accertassi di avere le idee chiare tu, prima di pretendere di chiarirle agli altri con informazioni erronee.


[Varie speculazioni infondate]

Infine, faccio notare che si parla sostanzialmente del nulla [...]


Allora non discutere: come già detto sopra non puoi portare qualcosa a sostegno del tuo argomento e contemporaneamente dire che è "nulla".

MorgaNet
17-05-2023, 14:37
A dire il vero, rubate o regalate, le info sono uscite da lei che è dipendente ed è lei la responsabile di tali divulgazioni.
Se il fratello le avesse rubate in maniera artificiosa, lei sarebbe comunque colpevole di non averle custodite bene.

giuliop
17-05-2023, 15:00
A dire il vero, rubate o regalate, le info sono uscite da lei che è dipendente ed è lei la responsabile di tali divulgazioni.
Se il fratello le avesse rubate in maniera artificiosa, lei sarebbe comunque colpevole di non averle custodite bene.

Dipende tutto dalla definizione di "custodire bene": nell'esempio sopra, è necessario che dopo aver firmato un NDA una persona si metta a rovistare mobilio e cassetti per essere certa che nessuno la stia spiando ogni volta che rientra in casa?
Se la risposta è no, allora può benissimo averle "custodite bene" (= adeguatamente) e non essere responsabile.