View Full Version : Gli ingegneri Intel vogliono un sindacato: turni estenuanti e reperibilità immediata tra i problemi
Redazione di Hardware Upg
12-05-2022, 08:01
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/cpu/gli-ingegneri-intel-vogliono-un-sindacato-turni-estenuanti-e-reperibilita-immediata-tra-i-problemi_107100.html
Matt West, ingegnere di Intel che corre per il Congresso, punta a unire i suoi colleghi di Hillsboro in un sindacato per migliorarne le condizioni di lavoro tra turni estenuanti e reperibilità costante.
Click sul link per visualizzare la notizia.
jepessen
12-05-2022, 08:15
Avranno preso da Apple... Li si lavora anche di piu', ma fa piu' figo dirlo...
Seriamente, spero che si faccia qualcosa. Ho rifiutato un paio di posizioni di lavoro in due multinazionali anche perche' nell'azienda dove lavoro, che e' piuttosto piccola, sto abbastanza libero; in una, ad esempio, mi dicevano che ogni giorno alle sei e mezza del pomeriggio noi responsabili avremmo dovuto fare una call riassuntiva della giornata. Alla mia domanda del perche' la chiamata si faceva alle sei e mezza se l'orario era dalle nove alle sei, non ebbi risposta soddisfacente. Qui invece se ad esempio un pomeriggio devo mancare (come avverra' domani per un'assemblea straordinaria di condominio), mi guardo intorno, mi organizzo per non avere meeting o scadenze quel giorno, e posso andare anche senza chiedere permessi (ovviamente sporadicamente, non ogni giorno, gli orari tendiamo a rispettarli). E' anche vero che sotto scadenze capita di lavorare piu' del dovuto (piu' per cambiamenti dell'ultimo minuto dei clienti che per disorganizzazione nostra, i piu' delle volte), ma in generale si lavora in maniera molto piu' rilassata...
Non pensavo piuttosto che fosse cosi' difficile cercare un nuovo lavoro in America, soprattutto per ingegneri di quel calibro... Io dopo un mese avrei gia' fanculizzato i miei superiori e sarei andato da qualche altra parte.
Avranno preso da Apple... Li si lavora anche di piu', ma fa piu' figo dirlo...
Seriamente, spero che si faccia qualcosa. Ho rifiutato un paio di posizioni di lavoro in due multinazionali anche perche' nell'azienda dove lavoro, che e' piuttosto piccola, sto abbastanza libero; in una, ad esempio, mi dicevano che ogni giorno alle sei e mezza del pomeriggio noi responsabili avremmo dovuto fare una call riassuntiva della giornata. Alla mia domanda del perche' la chiamata si faceva alle sei e mezza se l'orario era dalle nove alle sei, non ebbi risposta soddisfacente. Qui invece se ad esempio un pomeriggio devo mancare (come avverra' domani per un'assemblea straordinaria di condominio), mi guardo intorno, mi organizzo per non avere meeting o scadenze quel giorno, e posso andare anche senza chiedere permessi (ovviamente sporadicamente, non ogni giorno, gli orari tendiamo a rispettarli). E' anche vero che sotto scadenze capita di lavorare piu' del dovuto (piu' per cambiamenti dell'ultimo minuto dei clienti che per disorganizzazione nostra, i piu' delle volte), ma in generale si lavora in maniera molto piu' rilassata...
Non pensavo piuttosto che fosse cosi' difficile cercare un nuovo lavoro in America, soprattutto per ingegneri di quel calibro... Io dopo un mese avrei gia' fanculizzato i miei superiori e sarei andato da qualche altra parte.
Dipende molto dalla cultura della azienda, dalla sua struttura e dalle scelte dei manager. Ho lavorato per anni in una multinazionale americana settore aerospazio e difesa e la libertá era totale, l'orario e le ferie che ognuno si sceglieva erano sacri.
Ora che sono dal lato "del padrone" ho scelto di lasciare libertá totale ai miei dipendenti, l'importante è che non manchino riunioni importanti e che raggiungano gli obiettivi. Credo che sia molto importante creare un rapporto di fiducia in cui i dipendenti sanno che non gli si chiede MAI di lavorare gratis (più del contratto pattuito) o durante le ferie, e che quando capita c'è un compenso dietro e soprattutto una buona ragione.
jepessen
12-05-2022, 08:34
Ora che sono dal lato "del padrone" ho scelto di lasciare libertá totale ai miei dipendenti, l'importante è che non manchino riunioni importanti e che raggiungano gli obiettivi.
Non per niente oggi sono da solo in ufficio.... :D :D :D
Comunque dipende molto anche dal management. Abbiamo un cliente bello grosso (un'azienda italiana a caso che fa elicotteri), dove verso ora di pranzo nelle macchinette per timbrare gli orari si fa la coda di dipendenti, che aspettano l'orario per timbrare e andare a pranzare; la giustificazione e' che se timbrano prima allora non salta uno scatto orario e devono fermarsi di piu' a lavoro. Una volta vidi la scena parlando con un responsabile, e alle mie ESATTE parole "ma quanto siete deficienti?" ottenni la risposta "che ci vogliamo fare, ormai sono abituati cosi'".
Ovviamente un responsabile che penserebbe di fare il suo lavoro, oltre a portarsi solamente lo stipendio a casa, o cazzierebbe i dipendenti, oppure si organizzerebbe per trovare un modo di evitare quella scena, perche' se gia' tre quarti d'ora prima (di orologio) della pausa pranzo gia' sei li' davanti a non fare niente, non e' comunque tempo perso? Falli mangiare quando vogliono e finiamola li'... Se gia' alle quattro del pomeriggio non fanno piu' niente, che senso ha tenerli in ufficio a guardare video su youtube solo perche' devono timbrare il cartellino? Abolite sto cartellino di me@@a...
Avranno preso da Apple... Li si lavora anche di piu', ma fa piu' figo dirlo...
dipende sempre dal team
te lo posso dire per conoscenza diretta di gente che lavora lì, c'è anche chi fa il classico orario "da ufficio" e vive sereno, ma in generale specialmente nei periodi caldi si lavora molto di più e con il lavoro da casa sono saltati un po' gli orari, comunque ci sono team leader seri che pensano al benessere dei propri dipendenti
considera inoltre che sono altri stipendi rispetto a noi, non sono i top della SV perché c'è chi paga meglio, però dopo che ti fai il mazzo dei bei soldi li porti a casa, io lavorando qui in Italia ho perso il conto degli straordinari compresi weekend regalati o comunque pagati con un bonus striminzito che metà va in tasse
in Intel non conosco nessuno ma immagino che anche lì dipenda dal team
Dipende molto dalla cultura della azienda, dalla sua struttura e dalle scelte dei manager. Ho lavorato per anni in una multinazionale americana settore aerospazio e difesa e la libertá era totale, l'orario e le ferie che ognuno si sceglieva erano sacri.
Ora che sono dal lato "del padrone" ho scelto di lasciare libertá totale ai miei dipendenti, l'importante è che non manchino riunioni importanti e che raggiungano gli obiettivi. Credo che sia molto importante creare un rapporto di fiducia in cui i dipendenti sanno che non gli si chiede MAI di lavorare gratis (più del contratto pattuito) o durante le ferie, e che quando capita c'è un compenso dietro e soprattutto una buona ragione.
Magari la pensassero tutti così, il tempo libero vale più di qualunque cifra.
Nel caso preparatevi a mettere mano al portafogli.
jepessen
12-05-2022, 09:11
Magari la pensassero tutti così, il tempo libero vale più di qualunque cifra.
Saremmo tutti disoccupati se fosse cosi'...
Bisogna innanzi tutto fare distinzione fra i lavori che vanno ad obiettivi, e i lavori che necessitano di presenza. Se sei un cassiere di un supermercato, un meccanico o un impiegato di banca gli orari devi rispettarli per forza, non e' che viene un cliente la mattina e trova lo sportello chiuso perche' sei andato a prendere un caffe'. In questi casi bisogna anche concordare le ferie con congruo anticipo per evitare vuoti e difficolta'.
Se invece fai un lavoro dove puoi avanzare per obiettivi (es. il programmatore), e' possibile essere piu' flessibili, ma dipende da come lavora il team e da come viene gestito il lavoro. Ci sono team leader che sono abituati ad avere tutti accanto perche' cosi' puo' chiedere come sta andando, e ci sono quelli che utilizzano strumenti come Team Foudation Server o Redmine per organizzare il lavoro (ma cio' implica che anche i dipendenti devono utilizzare gli stessi strumenti). E poi ci sono le linee di pensiero fra la liberta' assoluta, basta che ci siano gli obiettivi, e la flessibilita', ovvero ci sono gli orari di lavoro ma se vieni un po' dopo, o ti serve qualche ora, li puoi prendere senza problemi, a patto che non infici il lavoro di gruppo (es, uscire quando c'e' una riunione). Io personalmente sono per la seconda opzione, nel senso che al momento facciamo orari da ufficio, ma che se qualcuno ha qualche necessita' di stare a casa puo' farlo. Per la flessibilita' assoluta ci vuole una forma mentis che purtroppo i miei dipendenti ancora non hanno, e probabilmente lavorerebbero un paio d'ore per poi giocare alla playstation. E lo so perche' l'ho gia' sperimentato, con loro che a giro, specie durante la pandemia, stavano a casa molto piu' del dovuto e vedevo i kanban e il grafico di burndown impietosamente fermi. Quindi in definitiva si tratta di una cultura aziendale che deve venire da entrambe le parti, ed e' responsabilita' dei "responsabili" trovare il miglior compromesso fra produttivita' e qualita' della vita dei dipendenti (che e' pure sbagliato fermarsi solo alla produttivita').
genesi86
12-05-2022, 09:28
Quando arrivano offerte da aziende americane di questo tipo non le prendo sostanzialmente mai in considerazione per via di questi problemi, alla fine, se insisti un pö, le HR te lo dicono chiaramente che si fanno parecchi straordinari e la frase "dipende perö dal team", non mi cambia niente, non posso far dipendere la mia vita dal team di turno.
Fortunatamente conoscendo il tedesco e cavandomela con lo svedese, non ho mai avuto problemi a trovare lavoro nel centro e nord Europa dove la qualitä della vita e´ un secolo avanti a qualsiasi altra parte del mondo. Negli USA poi non ne parliamo proprio, le ferie non arrivano neanche ai circa 30 giorni che ogni paese europeo gode.
Sono realtä per chi non coltiva altri interessi al di fuori di quelli lavorativi, agli altri consiglio di starsene alla larga, a meno che giocoforza non si debba entrare o rientrare nel mondo del lavoro.
TorettoMilano
12-05-2022, 09:37
...Se gia' alle quattro del pomeriggio non fanno piu' niente, che senso ha tenerli in ufficio a guardare video su youtube solo perche' devono timbrare il cartellino? Abolite sto cartellino di me@@a...
non ho capito questa parte, se non c'è nulla da fare immagino se dici al capo "posso prendere un'ora di permesso?" te le dà felicemente anzi sarà lui a proporre al suo team di uscire prima
quoto jepessen
Io non guadagno poi molto e non sono interessato a fare carriera (le mie prioritá nella vita non le trovo in ufficio), quindi probabilmente non capisco bene le ragioni che spingono una persona a sopportare certi stress.
In compenso, la mattina posso iniziare alle 7, se sono mattutino, o alle 9 se sono dormiglione. Posso fermarmi 2 ore per il pranzo, o 30 minuti. E se inizio per un'ora decente, e mi fermo 30 minuti per la pausa pranzo, mezz'ora di camminata e sono a casa per le 17:15 o 17:30.
Se devo prendere permesso no problem.
E in 12 anni in questa azienda, solo un giorno di ferie mi é stato negato per non lasciare scoperto l'ufficio.
Non guadagneró i bei soldoni, ma mi godo i figli e ho tempo da dedicare ai miei interessi. Tempo fa ho fatto un colloquio: stipendio un pó piú alto, ma orari rigidi: tutti iniziano alla stessa ora, tutti fanno pausa pranzo alla stessa ora, tutti finiscono alla stessa ora.
No grazie.
toni.bacan
12-05-2022, 09:55
Da capire se sono state 80 ore di presenza o di pressione psico-fisica per la risoluzione di problematiche impellenti, e se e quanto percepiscano per la reperibilità e le ore di straordinarie fatte.
Da capire anche se siano periodi che accadono sporadicamente o se invece sia una costante.
E' facile decontestualizzare e far apparire buono o cattivo qualcosa che invece non lo è.
Perchè se mi si continuano ad aggiungere obblighi ma la paga rimane la base è un conto, ma se a seconda delle situazioni mi vengono dati degli incarichi extra (magari previsti in contratto) e vengo pagato per quel lavoro extra non credo ci sia motivo di lamentarsi.
Comunque sia, tutto il mondo è paese. Anche qui in Italia abbiamo delle realtà locali e meno che sfruttano i dipendenti fino alla fine, e magari con contrati di lavoro al limite della legalità.
Mi capitò una volta di sentire il responsabile Italia di una ditta multinazionale che solo in Italia conta 1600 dipendenti, molti di questi a partita IVA, e rivolgendosi a questi dire queste esatte parole:"Voi avete una grandissima fortuna. Voi siete liberi di lavorare 24 ore al giorno. Se volete guadagnare potete lavorare quanto volete."
Questo per dire che ogni medaglia ha il suo rovescio, quindi l'unica cosa da capire è se i PRO superano i CONTRO e se siamo disposti ad accettarli, altrimenti questo lavoro non fa per noi ed alla lunga ci snerva, anche se in un settore che tutto sommato ci piace.
Saremmo tutti disoccupati se fosse cosi'...
Bisogna innanzi tutto fare distinzione fra i lavori che vanno ad obiettivi, e i lavori che necessitano di presenza. Se sei un cassiere di un supermercato, un meccanico o un impiegato di banca gli orari devi rispettarli per forza, non e' che viene un cliente la mattina e trova lo sportello chiuso perche' sei andato a prendere un caffe'. In questi casi bisogna anche concordare le ferie con congruo anticipo per evitare vuoti e difficolta'.
Se invece fai un lavoro dove puoi avanzare per obiettivi (es. il programmatore), e' possibile essere piu' flessibili, ma dipende da come lavora il team e da come viene gestito il lavoro. Ci sono team leader che sono abituati ad avere tutti accanto perche' cosi' puo' chiedere come sta andando, e ci sono quelli che utilizzano strumenti come Team Foudation Server o Redmine per organizzare il lavoro (ma cio' implica che anche i dipendenti devono utilizzare gli stessi strumenti). E poi ci sono le linee di pensiero fra la liberta' assoluta, basta che ci siano gli obiettivi, e la flessibilita', ovvero ci sono gli orari di lavoro ma se vieni un po' dopo, o ti serve qualche ora, li puoi prendere senza problemi, a patto che non infici il lavoro di gruppo (es, uscire quando c'e' una riunione). Io personalmente sono per la seconda opzione, nel senso che al momento facciamo orari da ufficio, ma che se qualcuno ha qualche necessita' di stare a casa puo' farlo. Per la flessibilita' assoluta ci vuole una forma mentis che purtroppo i miei dipendenti ancora non hanno, e probabilmente lavorerebbero un paio d'ore per poi giocare alla playstation. E lo so perche' l'ho gia' sperimentato, con loro che a giro, specie durante la pandemia, stavano a casa molto piu' del dovuto e vedevo i kanban e il grafico di burndown impietosamente fermi. Quindi in definitiva si tratta di una cultura aziendale che deve venire da entrambe le parti, ed e' responsabilita' dei "responsabili" trovare il miglior compromesso fra produttivita' e qualita' della vita dei dipendenti (che e' pure sbagliato fermarsi solo alla produttivita').
D'accordo con quello che dici. La mia esperienza mi racconta questo:
- Chi non fa niente a lavoro non fa niente a casa, è vero anche il contrario;
- Chi non fa niente a lavoro solitamente viene redarguito poco o nulla, magari ha una o due attività e quelle rimangono. Chi è capace e si va il mazzo viene sovraccaricato ancora di più;
- Chi non fa niente continua a fare smart-working e non c'è una regola fissa. Chi fa viene tenuto a forza sul posto;
- Chi è capace e multitasking viene usato come jolly buttandogli addosso di tutto e di più senza una direzione precisa;
- Il capo vuole la gente accanto così quando gli passa per la testa qualche idea (che molte volte è inutile e produce perdite di tempo) te la può lanciare sulla porta passando dal corridoio interrompendo continuamente le tue attività, distogliendoti dal lavoro che stai già facendo e frammentando in modo dispersivo e inutile l'ottenimento degli obiettivi;
- C'è chi è costretto a fare programmi settimanali da condividere con la direzione, programmi che vengono puntualmente disattesi, e chi invece non li fa e continua a fare quello che gli pare;
Nel mio caso specifico poi sono in una situazione in cui mio padre ha un cancro in stadio avanzato che va dal culo al cervello e questo mi crea diversi impegni. Questa situazione specifica mi ha fatto apprezzare il tempo libero e la vita ancora più di prima. Specialmente in un contesto totalmente caotico e mal gestito dove le perdite di tempo sono all'ordine del giorno e l'irrazionalità la fa da padrone con più pesi e più misure a seconda di come tira il vento. Quando poi l'imbuto è proprio quella persona o gruppo di persone che invece dovrebbe essere tutto l'opposto.
Ecco invece come dovrebbe essere:
- Stabilire obiettivi settimanali, mensili etc...;
- Fare altrettanti briefing e debriefing per aggiornarsi sullo stato delle cose;
- Definire bene le gerarchie nei vari uffici così da creare una struttura ben formata che possa distribuire i carichi di lavoro in modo uniforme;
- Saper individuare e riconoscere le risorse, il loro valore, la loro capacità. Dargli il ruolo che gli compete e la giusta indipendenza. Ovvero controllare chi deve essere controllato e non rompere le palle a chi ha già dimostrato di essere capace senza bisogno della balia;
- Saper usufruire delle tecnologie che offre il mondo e usarle per migliorare il lavoro e la sua efficienza;
- Dare il giusto valore alla vita privata dei dipendenti e ai loro problemi.
Per quanto mi riguarda una volta che la macchina funziona ferie, permessi etc...vengono da soli perché la struttura è in grado di autoregolarsi e di riferirsi correttamente alle figure gerarchiche competenti.
Sono stato ovviamente non esaustivo ne completo ma spero di aver reso l'idea.
Piedone1113
12-05-2022, 10:24
D'accordo con quello che dici. La mia esperienza mi racconta questo:
- Chi non fa niente a lavoro non fa niente a casa, è vero anche il contrario;
- Chi non fa niente a lavoro solitamente viene redarguito poco o nulla, magari ha una o due attività e quelle rimangono. Chi è capace e si va il mazzo viene sovraccaricato ancora di più;
- Chi non fa niente continua a fare smart-working e non c'è una regola fissa. Chi fa viene tenuto a forza sul posto;
- Chi è capace e multitasking viene usato come jolly buttandogli addosso di tutto e di più senza una direzione precisa;
- Il capo vuole la gente accanto così quando gli passa per la testa qualche idea (che molte volte è inutile e produce perdite di tempo) te la può lanciare sulla porta passando dal corridoio interrompendo continuamente le tue attività, distogliendoti dal lavoro che stai già facendo e frammentando in modo dispersivo e inutile l'ottenimento degli obiettivi;
- C'è chi è costretto a fare programmi settimanali da condividere con la direzione, programmi che vengono puntualmente disattesi, e chi invece non li fa e continua a fare quello che gli pare;
Nel mio caso specifico poi sono in una situazione in cui mio padre ha un cancro in stadio avanzato che va dal culo al cervello e questo mi crea diversi impegni. Questa situazione specifica mi ha fatto apprezzare il tempo libero e la vita ancora più di prima. Specialmente in un contesto totalmente caotico e mal gestito dove le perdite di tempo sono all'ordine del giorno e l'irrazionalità la fa da padrone con più pesi e più misure a seconda di come tira il vento. Quando poi l'imbuto è proprio quella persona o gruppo di persone che invece dovrebbe essere tutto l'opposto.
Ecco invece come dovrebbe essere:
- Stabilire obiettivi settimanali, mensili etc...;
- Fare altrettanti briefing e debriefing per aggiornarsi sullo stato delle cose;
- Definire bene le gerarchie nei vari uffici così da creare una struttura ben formata che possa distribuire i carichi di lavoro in modo uniforme;
- Saper individuare e riconoscere le risorse, il loro valore, la loro capacità. Dargli il ruolo che gli compete e la giusta indipendenza. Ovvero controllare chi deve essere controllato e non rompere le palle a chi ha già dimostrato di essere capace senza bisogno della balia;
- Saper usufruire delle tecnologie che offre il mondo e usarle per migliorare il lavoro e la sua efficienza;
- Dare il giusto valore alla vita privata dei dipendenti e ai loro problemi.
Per quanto mi riguarda una volta che la macchina funziona ferie, permessi etc...vengono da soli perché la struttura è in grado di autoregolarsi e di riferirsi correttamente alle figure gerarchiche competenti.
Sono stato ovviamente non esaustivo ne completo ma spero di aver reso l'idea.
Purtroppo non tutti i lavoro possono offrire flessibilità e ti trovi bene a lavorare solo in aziende dove la senti tua:
Se la tua opinione viene richiesta e valutata e poi cassata con spiegazioni plausibili ti senti parte dell'organizzazione e rendi molto di più lavorando con un ottica diversa.
Nell'ultima azienda dove lavoravo ( eravamo poco più di 50) si organizzavano cene di lavoro ( pagate dall'azienda) a cadenza di una ogni 30/40 giorni ( più cene/pizzeria ad invito limitato quando necessarie).
La si scherzava, ma il titolare si informava ( in modo amichevole) anche di eventuali problemi inerenti il lavoro o famiglia ( in più occasioni ha contribuito a trovar lavoro al coniuge di suoi dipendenti che lo avevano perso).
Insomma era un ambiente cooperativo dove gli errori erano perdonati e le cazzate ( errori dovuti a pressapochismo o superficialità) erano richiamati con:
Ma dai, non me lo puoi fare questo, io ripongo molta fiducia in te e sei che sei affidabile e capace. Dimmi hai qualche problema che posso aiutarti a rivolvere o posso darti una mano in qualche modo?
La selezione prima di arrivare a questo punto era rigida, ma diventato membro dell'azienda ti sentivi davvero responsabile ( per l'azienda, per te ed i tuoi colleghi) come se fosse tua.
Premetto che gli orari erano flessibili ( ma sempre a sforare) ma se chiedevi un giorno di permesso ti veniva sempre concesso ( un mio collega per un giorno di permesso chiesto gli venne pagato il biglietto aereo da un lavoro a siviglia di andata e ritono nel bel mezzo della settimana)
Ragerino
12-05-2022, 10:35
Beh, ma negli USA la cultura di lavoro è un cancro, è risaputo. Sono messi molto peggio dei giapponesi da questo punto di vista (per quanto i luoghi comuni dicano il contrario). I diritti dei lavoratori non sanno cosa sia, non ci sono ferie ne malattie pagate, niente maternità. Sono tutte cose a discrezione delle singole aziende. Lì i sindacati ed i diritti sono considerati comunismo.
Purtroppo non tutti i lavoro possono offrire flessibilità e ti trovi bene a lavorare solo in aziende dove la senti tua:
Se la tua opinione viene richiesta e valutata e poi cassata con spiegazioni plausibili ti senti parte dell'organizzazione e rendi molto di più lavorando con un ottica diversa.
Nell'ultima azienda dove lavoravo ( eravamo poco più di 50) si organizzavano cene di lavoro ( pagate dall'azienda) a cadenza di una ogni 30/40 giorni ( più cene/pizzeria ad invito limitato quando necessarie).
La si scherzava, ma il titolare si informava ( in modo amichevole) anche di eventuali problemi inerenti il lavoro o famiglia ( in più occasioni ha contribuito a trovar lavoro al coniuge di suoi dipendenti che lo avevano perso).
Insomma era un ambiente cooperativo dove gli errori erano perdonati e le cazzate ( errori dovuti a pressapochismo o superficialità) erano richiamati con:
Ma dai, non me lo puoi fare questo, io ripongo molta fiducia in te e sei che sei affidabile e capace. Dimmi hai qualche problema che posso aiutarti a rivolvere o posso darti una mano in qualche modo?
La selezione prima di arrivare a questo punto era rigida, ma diventato membro dell'azienda ti sentivi davvero responsabile ( per l'azienda, per te ed i tuoi colleghi) come se fosse tua.
Premetto che gli orari erano flessibili ( ma sempre a sforare) ma se chiedevi un giorno di permesso ti veniva sempre concesso ( un mio collega per un giorno di permesso chiesto gli venne pagato il biglietto aereo da un lavoro a siviglia di andata e ritono nel bel mezzo della settimana)
Infatti, è proprio così. All'interno della stessa azienda, semplicemente cambiando sede tornavo a casa contento della bella e proficua giornata trascorsa. Dove c'era cooperazione, dialogo tra colleghi, dove proponevo un'idea che veniva analizzata e discussa e viceversa.
Poi tornavo all'ambiente precedente dove parli e non ti ascolta nessuno, allora fai, ottieni e comunque non gliene frega un mazzo a nessuno. Dove chiedi un misero aumento e ti viene risposto che per averlo devi fare più ore di quelle normali (anche se tu in 8 ore fai 10 e magari quello che fa 12 ore fa 2) e viene dato poi ad un altro che fa part time e fa una cosa sola.
Dove chi comanda non ha la più pallida idea di come farlo e tutto regna nel caos. All'interno della stessa azienda le cose possono cambiare radicalmente dal "mi piace un sacco quello che faccio" al "non vedo l'ora che arrivi l'ora di uscire".
La flessibilità è buona e non vengono negati permessi, sulle ferie dipende dalla situazione e dalla persona. Per ora di fuori non vedo di meglio da quel punto di vista però una cosa è sicura, il mio tempo e la mia vita (che è fuori dall'ufficio) viene prima di tutto.
jepessen
12-05-2022, 11:39
non ho capito questa parte, se non c'è nulla da fare immagino se dici al capo "posso prendere un'ora di permesso?" te le dà felicemente anzi sarà lui a proporre al suo team di uscire prima
No, non puoi farlo invece, nelle aziende rigide dove l'orario di lavoro e' stabilito da contratto. In molte aziende si timbra alle otto e si esce alle cinque, oppure si entra alle nove e si esce alle sei, e l'orario e' controllato dal cartellino. Il luogo tipico e' l'ufficio pubblico, dove conta l'orario che timbri e non quello che fai, perche' il concetto e' che fin quando sei in ufficio lavori. Poi ovviamente nessuno controlla, e il controllore e' il primo a farsi i ca@@i suoi, e quindi si arriva alla fine alle code. E' il metodo di lavoro fantozziano (ricordiamo la scena della corsa per timbrare in tempo).
ATTENZIONE!!! Non dico che sia sbagliato avere un orario da rispettare, ci mancherebbe! Ma ci sono ambienti di lavoro dove conta piu' di altri, e dove conta ci vorrebbe piu' controllo.
quoto jepessen
Io non guadagno poi molto e non sono interessato a fare carriera (le mie prioritá nella vita non le trovo in ufficio), quindi probabilmente non capisco bene le ragioni che spingono una persona a sopportare certi stress.
In compenso, la mattina posso iniziare alle 7, se sono mattutino, o alle 9 se sono dormiglione. Posso fermarmi 2 ore per il pranzo, o 30 minuti. E se inizio per un'ora decente, e mi fermo 30 minuti per la pausa pranzo, mezz'ora di camminata e sono a casa per le 17:15 o 17:30.
Se devo prendere permesso no problem.
E in 12 anni in questa azienda, solo un giorno di ferie mi é stato negato per non lasciare scoperto l'ufficio.
Non guadagneró i bei soldoni, ma mi godo i figli e ho tempo da dedicare ai miei interessi. Tempo fa ho fatto un colloquio: stipendio un pó piú alto, ma orari rigidi: tutti iniziano alla stessa ora, tutti fanno pausa pranzo alla stessa ora, tutti finiscono alla stessa ora.
No grazie.
Io ormai sono pure accasato (anche se non ancora figliomunito), quindi per me e' importante la vicinanza... Ho rifiutato una buona offerta da un'azienda torinese perché non avevo semplicemente voglia di fare il pendolare dal varesotto, e non facevano smart-working (si parla di prima della pandemia), anche se al netto delle spese di trasporto sarei stato comunque con uno stipendio piu' alto. Semplicemente perché mi secca stare ore in macchina per andare a lavorare. Se si tratta di una trasferta e' un conto (quelle le faccio volentieri), ma altrimenti no, e' sempre tempo sprecato per me (per quanto mi piaccia viaggiare in auto per piacere). Ed e' il motivo per cui ho fatto cambiare sede dell'ufficio, in un paese piu' facilmente raggiungibile dall'autostrada (prima stavamo direttamente sul lago maggiore, certo, piu' figo, ma meno comodo da raggiungere per chi non era della zona), ed e' il motivo per cui oggi sono solo in ufficio: io abito a manco dieci minuti di macchina, per chi viene da Milano o comunque deve farsi almeno mezz'ora di macchina, il lunedì organizziamo il lavoro, decidiamo la scaletta settimanale e in base a quella si decidono le cose che si possono fare a casa e quelle per cui e' necessario venire in ufficio; ci sono settimane in cui vengono solo il lunedì, come quelle in cui stanno tutta la settimana. Dipende appunto da come viene gestito il lavoro.
TorettoMilano
12-05-2022, 11:43
No, non puoi farlo invece, nelle aziende rigide dove l'orario di lavoro e' stabilito da contratto. In molte aziende si timbra alle otto e si esce alle cinque, oppure si entra alle nove e si esce alle sei, e l'orario e' controllato dal cartellino. Il luogo tipico e' l'ufficio pubblico, dove conta l'orario che timbri e non quello che fai, perche' il concetto e' che fin quando sei in ufficio lavori. Poi ovviamente nessuno controlla, e il controllore e' il primo a farsi i ca@@i suoi, e quindi si arriva alla fine alle code. E' il metodo di lavoro fantozziano (ricordiamo la scena della corsa per timbrare in tempo).
ATTENZIONE!!! Non dico che sia sbagliato avere un orario da rispettare, ci mancherebbe! Ma ci sono ambienti di lavoro dove conta piu' di altri, e dove conta ci vorrebbe piu' controllo.
boh in tutte le mie esperienze lavorative se non c'era nulla da fare sono felici se vai a casa anche perchè meglio pagarti i permessi che ore lavorative in cui non lavori. mai lavorato nel pubblico ma li è un mondo a parte con regole fantasiose
jepessen
12-05-2022, 11:51
boh in tutte le mie esperienze lavorative se non c'era nulla da fare sono felici se vai a casa anche perchè meglio pagarti i permessi che ore lavorative in cui non lavori. mai lavorato nel pubblico ma li è un mondo a parte con regole fantasiose
Il problema e' che, se si fa cosi', in genere chi comanda viene ripreso perche' non fa lavorare adeguatamente chi sta sotto di lui, dato che non sono organizzati a dovere. Ci sta ovviamente nel caso sporadico, ma se diventa un'abitudine evidentemente c'e' qualcosa che non va.
E in molte grosse aziende semplicemente non c'e' questa flessibilita': sicuramente nel pubblico, e nelle grosse aziende con compartecipazione statale, ad esempio, perche' sono luoghi in cui la burocrazia ha la meglio sulla produttivita'. E personalmente se ipermessi non li chiedo io esplicitamente non vedo perche' li debba sprecare semplicemente perche' gli altri non mi danno cose da fare; preferisco tenerli per quando mi servono veramente.
TorettoMilano
12-05-2022, 13:02
Il problema e' che, se si fa cosi', in genere chi comanda viene ripreso perche' non fa lavorare adeguatamente chi sta sotto di lui, dato che non sono organizzati a dovere. Ci sta ovviamente nel caso sporadico, ma se diventa un'abitudine evidentemente c'e' qualcosa che non va.
E in molte grosse aziende semplicemente non c'e' questa flessibilita': sicuramente nel pubblico, e nelle grosse aziende con compartecipazione statale, ad esempio, perche' sono luoghi in cui la burocrazia ha la meglio sulla produttivita'. E personalmente se ipermessi non li chiedo io esplicitamente non vedo perche' li debba sprecare semplicemente perche' gli altri non mi danno cose da fare; preferisco tenerli per quando mi servono veramente.
mai parlato di abitudine, ho solo detto che se ci sono dati oggettivi per cui in un determinato giorno ci sarà meno lavoro ti può venire proposto di stare a casa. poi se vuoi andare a lavoro ci vai lo stesso
sisko214
12-05-2022, 14:33
Questi lavoratori umani, sempre buoni a lamentarsi... mai che capiscano le necessità dell'azienda.
Se non vogliono saperne di cooperare, non c'è alcun problema, Intel sposterà il polo produttivo in cina, vietnam, tailandia o in qualche altro paese sudamericano, sud est asiatico o africano dove la gente sia meno schizzinosa.
...
Se invece fai un lavoro dove puoi avanzare per obiettivi (es. il programmatore), e' possibile essere piu' flessibili, ma dipende da come lavora il team e da come viene gestito il lavoro...
Condivido tutto il post, ma ho un dubbio nella parte quotata. Premetto che il mio lavoro non è possibile "obiettivizzarlo" e quindi non ho esperienza in merito, mi chiedo: come si stabiliscono gli obiettivi? Cioè, non c'è il rischio di trovarsi delle scadenze troppo strette e la pretesa di puntualità?
jepessen
12-05-2022, 18:51
Condivido tutto il post, ma ho un dubbio nella parte quotata. Premetto che il mio lavoro non è possibile "obiettivizzarlo" e quindi non ho esperienza in merito, mi chiedo: come si stabiliscono gli obiettivi? Cioè, non c'è il rischio di trovarsi delle scadenze troppo strette e la pretesa di puntualità?
Quella e' la responsabilita' del manager e del team leader, che conosce i suoi picciotti e quindi deve essere in grado di stabilire le scadenze ed assegnare compiti che possono finire in tempo.
Per obiettivizzarlo, ci sono diversi strumenti quantitativi. Uno che trovo molto utile e' il burndown chart:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8c/Burn_down_chart.png
In pratica all'inizio del periodo di lavoro (diciamo il lunedi), si decide cosa fare, e il cosa fare diventa una lista di cose che devono essere eseguite, che vengono messe in un posto dove tutto il team puo' accedere, ad esempio una pagina di team foundation server, o un progetto redmine.
Il numero totale di task sta nell'asse Y del grafico, mentre nell'asse X c'e' il tempo, mettendo nell'origine il momento iniziale del periodo (sempre il lunedi', ad esempio). Si segna inoltre sull'asse X anche la data finale, in cui tutti i task si concludono e quindi il lavoro del periodo e' completo; se ad esempio si organizza il lavoro per una settimana, si segnalera' come punto finale il venerdi'.
A questo punto si comincia a lavorare. Man mano che il team fa il lavoro, chiude i task, e quindi nel tempo il numero di task nel grafico cambia, seguendo la linea rossa (actual task remaining).
La logica del grafico e' che, man mano che il tempo avanza e la fine del progetto si avvicina, il numero di task deve sempre decrescere, fino a diventare pari a zero nella data finale. Idealmente quindi si dovrebbe seguire la linea blu.
Quello che si vede ovviamente e' il trend; capita a volte che dei task richiedano piu' tempo del previsto, e in questo caso il grafico decresce piu' lentamente. Capita che possano spuntare imprevisti, come dei bachi: in questo caso si aggiungono i nuovi task e il grafico aumenta.
Quello che deve succedere comunque e' che il trend decresca, in maniera tale che alla data stimata il numero di task sia sempre zero.
Ovviamente ad occhio si vede se si segue il trend, ma in maniera matematica puoi fare ad esempio una regressione lineare dell'andamento dei task rimanenti nel tempo, e se la differenza fra la regressione e la retta ideale si differenzia per piu' di un valore definito, allora si nota un problema, e si analizza.
In questo modo e' facile:
Vedere come sta andando il progetto: se sta andando come previsto, la curva seguira' piu' o meno il trend ideale
Se ci sono problemi, si vede perche' i task non vengono chiusi, e quindi la curva decresce di meno. A questo punto si va a vedere quali task stanno prendendo piu' tempo del previsto, e si cerca di risolvere il problema (es. allocando un'altra risorsa allo stesso task)
Se c'e' gente che non fa bene il lavoro, si vede perche' durante il test spuntano i bachi, e quindi si vede il grafico che aumenta anziche' diminuire. A questo punto si puo' andare a vedere quali task e quali risorse hanno piu' problemi ed agire, ad esempio vedendo se stanno facendo i loro test interni in maniera adeguata (i test unitari, ad esempio).
Se la curva decresce piu' rapidamente, a prima vista sembrerebbe una buona cosa, perche' il team sta lavorando molto bene e finisce prima, ma in realta' dal punto di vista dell'organizzazione, se gli ultimi due giorni il team e' scarico di cose da fare, sono risorse sprecate, e la prossima volta e' possibile assegnare piu' lavoro per sfruttare il team al massimo, e se finisce le cose da fare prima del previsto poi e' piu' difficile organizzare il lavoro, che so, per un giorno soltanto, in realta' si perde solo tempo in meeting.
Quindi, lo scopo di un buon team leader e' fare in modo di organizzare il lavoro in maniera tale che la curva di burndown si avvicini quanto piu' a quella ideale.
Inoltre, e' possibile vedere in maniera "quantitativa" se il lavoro sta andando bene o sta andando male, e il team puo' lavorare anche in smart working, perche' poi man mano che risolve i task non deve dirlo al team manager, ma basta che tiene aggiornati i suoi task su TFS o su redmine (si, c'e' Jira, ma mi sta antipatico come tool, proprio a pelle).
Fallire la scadenza significa avere alla scadenza un numero di task che non e' zero. In questo caso si riportano i rimanenti nel prossimo periodo, e si cerca poi nel prossimo meeting di analizzare il perche' e il percome, cercando di capire se e' stato assegnato un task ad una persona non adatta, se sono state cannate le stime (che e' una delle cose che capita piu' spesso) e cosi' via.
Ci sono anche dei metodi quantitativi per tener conto degli errori di stima, ed inserirli nelle stime successive per averle piu' accurate.
Spero di essermi spiegato un poco su come fare a organizzare il lavoro in maniera tale che si rispettino le scadenze, e vedere le problematiche durante lo sviluppo, e non solo alla fine. Ovviamente ci sono altri metodi, ma questo e' uno dei miei preferiti.
Quella e'...
CUT
E anche oggi ho imparato una cosa nuova, grazie dell'ottima spiegazione :mano:
Ps
È per i post come questo: chiaro, preciso, semplice e scritto da chi vive l'argomento, che adoro i forum ;)
jepessen
13-05-2022, 08:33
E anche oggi ho imparato una cosa nuova, grazie dell'ottima spiegazione :mano:
Ps
È per i post come questo: chiaro, preciso, semplice e scritto da chi vive l'argomento, che adoro i forum ;)
;) ;) ;)
il lunedì organizziamo il lavoro, decidiamo la scaletta settimanale e in base a quella si decidono le cose che si possono fare a casa e quelle per cui e' necessario venire in ufficio; ci sono settimane in cui vengono solo il lunedì, come quelle in cui stanno tutta la settimana. Dipende appunto da come viene gestito il lavoro.
il lavoro ibrido fatto in modo "smart" dovrebbe essere esattamente questo
riunione di team una volta la settimana, poi se si sente l'esigenza ci si vede 2-3, 4 volte in presenza, se no è bastata quella giornata
il giorno fisso è comodo perché lo sanno tutti e ci si organizza, poi vede anche in base a eventuali imprevisti/impegni del team
in quella che tra poco sarà la mia ex società niente, tornati in presenza mista già a ottobre 2020 quando eravamo in zona rossa "perché si lavora meglio" e poi si domandano come mai il grosso del team è andato altrove...
jepessen
13-05-2022, 09:50
il lavoro ibrido fatto in modo "smart" dovrebbe essere esattamente questo
riunione di team una volta la settimana, poi se si sente l'esigenza ci si vede 2-3, 4 volte in presenza, se no è bastata quella giornata
il giorno fisso è comodo perché lo sanno tutti e ci si organizza, poi vede anche in base a eventuali imprevisti/impegni del team
in quella che tra poco sarà la mia ex società niente, tornati in presenza mista già a ottobre 2020 quando eravamo in zona rossa "perché si lavora meglio" e poi si domandano come mai il grosso del team è andato altrove...
Se devo dirla tutta, personalmente lavoro meglio in ufficio; aggiungendo il fatto che ce l'ho relativamente vicino, ci sono giorni in cui sono praticamente da solo, e non lavoro quasi mai da casa. A casa ho troppe distrazioni, come mia moglie che chiama in continuazione sua madre, il PC con i giochi da finire, sempre mia moglie che mi disturba ogni mezz'ora per farmi vedere i compiti che corregge e via discorrendo. In ufficio ho la mia scrivania, la mia lavagna, i computer che utilizzo per fare i test, e una fibra da paura (che a casa purtroppo mi manca) che mi permette di lavorare decentemente.
Quasi tutti quelli che lavorano con me invece devono farsi piu' strada e spesso rimangono impergolati nel traffico, e se quindi possono lavorare da casa risparmiando tempo e denaro (che il carburante non e' gratis, specialmente in questo periodo) mantenendo l'efficienza, non vedo il motivo per farli venire per fargli fare le stesse cose che farebbero a casa. Ripeto, lavorando comunque in un ambito che permette questa metodologia di lavoro, e quando i task che hanno gli permettono di stare a casa.
Quindi ho fatto di tutto perché i miei capi accettassero il fatto che i dipendenti possano lavorare in smart working, perché prima della pandemia lavoravamo quasi sempre in presenza, e perché non erano convinti che la cosa potesse funzionare, perché nella sede centrale dove lavorano loro semplicemente non utilizzano nessun strumento di tracciamento del lavoro (redmine l'ho introdotto io, ad esempio, così come git), e quindi dato che il loro modus operandi per capire come vanno le cose consiste nell'andare in giro per l'ufficio e chiedere, pensavano che nell'ufficio che gestisco io le cose dovevano andare allo stesso modo. Hanno un modo di lavorare piu' all'acqua di rose, e i risultati si vedono; giusto un paio di mesi fa abbiamo fatto una consegna per un grosso progetto, che abbiamo sviluppato su tre sedi, e non per fare lo sborone, ma la parte sviluppata dal mio gruppo ha avuto quasi zero problemi, e il quasi era dovuto a problemi di integrazione col lavoro degli altri uffici, perché nella loro documentazione scrivevano delle cose quando invece ne facevano altre... La verità e' che l'organizzazione del lavoro paga, perché e' vero che perdi piu' tempo a fare riunioni, a scrivere documentazione, a tenere aggiornato redmine, spendere soldi per software per gestire progetti e a scrivere test invece che codice del programma, ma quando tutti i nodi vengono al pettine la differenza si nota.
Se devo dirla tutta, personalmente lavoro meglio in ufficio; aggiungendo il fatto che ce l'ho relativamente vicino, ci sono giorni in cui sono praticamente da solo, e non lavoro quasi mai da casa. A casa ho troppe distrazioni, come mia moglie che chiama in continuazione sua madre, il PC con i giochi da finire, sempre mia moglie che mi disturba ogni mezz'ora per farmi vedere i compiti che corregge e via discorrendo. In ufficio ho la mia scrivania, la mia lavagna, i computer che utilizzo per fare i test, e una fibra da paura (che a casa purtroppo mi manca) che mi permette di lavorare decentemente.
ma secondo me la sede deve sempre essere una scelta per chi a casa non ha lo spazio
io ho la fortuna di averlo, vado dai suoceri e l'ex camera da letto di mia moglie è diventata il mio ufficio, sono coperto da fibra ho la sedia ergonomica, una scrivania spaziosa ecc.
per me essere in presenza aiuta soprattutto ad avere relazioni con i colleghi che aiutano sicuramente nel lavoro di team
io come team leader sono uno che fa molto gruppo, sa quando è il momento di scherzare di farsi un po' di risate e tirare il fiato, tutte cose che in remoto full si perdono
banalmente la pausa pranzo, è proprio il momento in cui stacchi dal lavoro ma sei con i colleghi e li conosci meglio
se ti vedi 1-2 volte in presenza va bene perché coltivi il rapporto umano ma hai anche i giorni da casa in cui ognuno è super focalizzato sul suo task e porta avanti le cose
quando sono in sede ogni 10 minuti arriva qualcuno a interrompermi e non combino una mazza, triste dirlo ma è così...
ma secondo me la sede deve sempre essere una scelta per chi a casa non ha lo spazio
io ho la fortuna di averlo, vado dai suoceri e l'ex camera da letto di mia moglie è diventata il mio ufficio, sono coperto da fibra ho la sedia ergonomica, una scrivania spaziosa ecc.
per me essere in presenza aiuta soprattutto ad avere relazioni con i colleghi che aiutano sicuramente nel lavoro di team
io come team leader sono uno che fa molto gruppo, sa quando è il momento di scherzare di farsi un po' di risate e tirare il fiato, tutte cose che in remoto full si perdono
banalmente la pausa pranzo, è proprio il momento in cui stacchi dal lavoro ma sei con i colleghi e li conosci meglio
se ti vedi 1-2 volte in presenza va bene perché coltivi il rapporto umano ma hai anche i giorni da casa in cui ognuno è super focalizzato sul suo task e porta avanti le cose
quando sono in sede ogni 10 minuti arriva qualcuno a interrompermi e non combino una mazza, triste dirlo ma è così...
Già...le interruzioni, mi chiamano per ogni stronz@ta. Il problema è che lo fa anche la parte dirigenziale.
Io a casa ho un bello studio insonorizzato, una pacchia per lavorare e mia moglie non mi rompe mai le scatole, anche perché anche lei ha da lavorare. :D
jepessen
13-05-2022, 12:51
cut
cut
Come ho detto, bisogna trovare per ogni persona (compresi se' stessi) la metodologia di lavoro piu' adeguata, compatibilmente con gli obiettivi da raggiungere. L'importante e' trovare il giusto equilibrio.
Già...le interruzioni, mi chiamano per ogni stronz@ta. Il problema è che lo fa anche la parte dirigenziale.
eh sì
ma il bello del lavoro da casa è che quel tipo di comunicazione diventa asincrona
"scusa hai 5 minuti?" se è in ufficio ti interrompe, se succede in chat metà delle volte quando scrivi "sì dimmi..." hanno già risolto, quindi tempo risparmiato
io preferisco organizzare il lavoro così, solo le vere urgenze devono interrompere qualcuno se no si scrive e si aspetta... tra l'altro se c'è un canale con il team di sviluppo fai la domanda lì, se è una cosa ad esempio di backend e hai 3 sviluppatori ci sarà uno che ti risponde, se sei in ufficio tendi ad andare o sempre dallo stesso oppure da quello che ti sembra più libero, ma che magari non è la persona giusta, mentre aprire il ticket o scrivere semplicemente nella chat fa in modo che ti risponda quello che ha tempo o soprattutto quello che sa la risposta senza doverti rimbalzare
poi come dicevo vedersi serve molto e infatti il full remote l'ho cercato perché volevo ambiente internazionale, ma sono più contento di aver trovato un posto che è internazionale ma con sede anche a Milano perché un conto è vedersi 1-2 giorni a settimana, un altro è vedersi 1-2 volte l'anno nei mega meeting aziendali che diventano tipo le gite scolastiche, in pochi giorni difficile conoscere e stare con tutti finisce che sei nel tuo gruppetto e basta, mentre andando regolarmente in ufficio è più facile allargare il giro
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