View Full Version : Sardegna, via libera al progetto per trasformarla in un'isola elettrica
Redazione di Hardware Upg
23-02-2022, 11:35
Link alla notizia: https://auto.hwupgrade.it/news/energie-rinnovabili/sardegna-via-libera-al-progetto-per-trasformarla-in-un-isola-elettrica_105070.html
La Sardegna entrerà presto in una fase di transizione, per abbandonare le energie fossili, e passare alle rinnovabili, e diventare un'isola elettrica, sia a livello industriale che civile
Click sul link per visualizzare la notizia.
harlock10
23-02-2022, 11:49
Il sole direi che non manc.
Gyammy85
23-02-2022, 11:56
Il sole direi che non manc.
Potremmo allora ricoprire l'africa di pannelli, ed il mare di pale
Un mondo trasformato in centrale elettrica, bella prospettiva
Il sole direi che non manc.
Sono sardo e ti garantisco che anche qui ci sono periodi in cui manca, o è spesso nuvoloso.. ad esempio gli ultimi mesi. In ogni caso non alimenti di certo le industrie (si ci sono anche quelle in sardegna, non è solo mare e coste..).
mackillers
23-02-2022, 12:08
premesso che qualsiasi programma o iniziativa volta a ridurre l'utilizzo di energia da fonti fossili è positiva e ben accolta, questo progetto sembra molto vago e generico.
Chi pagherà per l'installazione di questi pannelli? oltre ai tetti di questa azienda siderurgica dove verranno posizionati? perché io vedo spuntare sempre più parchi fotovoltaici nei campi, anche in zone paesaggisticamente molto importanti.
la scorsa settimana ho fatto un escursione fra toscana ed Umbria e ne ho contati a svariate decine soprattutto nei paraggi di Perugia.
non dico che siano orribili, a vederli non disturbano neppure troppo, però va considerato il consumo di suolo. spero quindi che questo piano per la Sardegna sia fatto con un occhio di riguardo anche a questo e che siano molti i tetti sfruttati come basi per l'installazione di pannelli.
mackillers
23-02-2022, 12:10
Sono sardo e ti garantisco che anche qui ci sono periodi in cui manca, o è spesso nuvoloso.. ad esempio gli ultimi mesi. In ogni caso non alimenti di certo le industrie (si ci sono anche quelle in sardegna, non è solo mare e coste..).
direi che le industrie devono essere anche piuttosto energivore per rendere la Sardegna la regione con il maggiore consumo energetico procapite in italia.
sempre che quello che sostiene questo articolo sia vero.
mackillers
23-02-2022, 12:13
Potremmo allora ricoprire l'africa di pannelli, ed il mare di pale
Un mondo trasformato in centrale elettrica, bella prospettiva
da un certo punto di vista però sarebbe sempre meglio che vedere le ciminiere di una centrale a carbone..
dovremo saper bilanciare le due cose perché purtroppo le rinnovabili presentano un consumo di suolo notevole dato dalla bassa densità di produzione del singolo impianto.
riempire il Sahara di pannelli non servirebbe a molto perché non sapresti come portare poi l'energia in Europa nei paesi più energivori (il trasporto via cavo elettrico ha delle perdite di efficienza che aumentano all'aumentare delle distanze). mentre per alimentare i consumi delle città del nord Africa potrebbe essere una buona idea.
direi che le industrie devono essere anche piuttosto energivore per rendere la Sardegna la regione con il maggiore consumo energetico procapite in italia.
sempre che quello che sostiene questo articolo sia vero.
Magari è per lo stesso motivo per cui l'Islanda ha un consumo procapite maggiore della Germania?
Parole e ideologie.
Tutto questo eolico sardo verrà collegato a un cavo che arriverà a Trapani e servirà ad alimentare altre realtà. Di fatto in Sardegna non resterà quasi nulla.
Peggio: l'onshore verrebbe attuato aprendo un dedalo di nuove strade in aree di grande pregio ambientale (gran parte della Sardegna è così, ospita la maggiore biodiversità d'Italia a parità di superficie), andando potenzialmente in conflitto anche col nuovo osservatorio in progettazione nel nuorese, che risente fortemente dell'impatto dell'eolico nel raggio di diverse decine di km. Motivo per cui in Sardegna questi progetti sono osteggiati profondamente.
Offshore invece potrebbero sorgere alcuni mega-parchi eolici, che dovranno poi essere collegati alla terraferma da un reticolo di cavi sottomarini che andranno a devastare le praterie di posidonia, che in Sardegna godono di una salute migliore rispetto a molte altre zone d'Italia. Posidonia che, è bene ricordarlo, guarda caso è proprio un eccellente catturatore e fissatore di carbonio.
Insomma, sempre la solita questione ideologica: spostare gli inquinamenti e gli impatti, non risolverli.
direi che le industrie devono essere anche piuttosto energivore per rendere la Sardegna la regione con il maggiore consumo energetico procapite in italia.
Direi di sì, fra raffinerie, metallurgia e poli industriali. Altro che piastre a induzione e condizionatori... Ma tanto il problema si risolverà a breve comunque: molte di queste industrie stanno fallendo.
sierrodc
23-02-2022, 13:06
As usual, il problema delle rinnovabili sono 2:
1) la principale: ancora non esiste un metodo di stoccaggio efficace
2) le rinnovabili dipendono dalla quantità o meno di solare/eolico (un po' meno il resto)
In germania c'è un botto di eolico installato, ma se non c'è vento non c'è vento.
Ora, a quanto riporta https://app.electricitymap.org/zone/IT-SAR, in sardegna di installato c'è 20% carbone, 20% gas, 20% eolico e 20% solare (potrei essere più preciso ma non ho voglia di cercare). Adesso di 1.21GW di installato eolico, viene prodotto solo 8MW (0.74% di quanto può produrre). [ps: eolico non va se non c'è vento o se ce ne è troppo].
Detto questo, ben venga.
Bello come si chiude l'articolo.
Siamo la regione con più consumi e meno produzione green.
La implementamo (in parte)
MA
poi passiamo tutto ad elettrico per incrementare ancora di più i consumi.
massimilianonball
23-02-2022, 13:48
Parole e ideologie.
Tutto questo eolico sardo verrà collegato a un cavo che arriverà a Trapani e servirà ad alimentare altre realtà. Di fatto in Sardegna non resterà quasi nulla.
Peggio: l'onshore verrebbe attuato aprendo un dedalo di nuove strade in aree di grande pregio ambientale (gran parte della Sardegna è così, ospita la maggiore biodiversità d'Italia a parità di superficie), andando potenzialmente in conflitto anche col nuovo osservatorio in progettazione nel nuorese, che risente fortemente dell'impatto dell'eolico nel raggio di diverse decine di km. Motivo per cui in Sardegna questi progetti sono osteggiati profondamente.
Offshore invece potrebbero sorgere alcuni mega-parchi eolici, che dovranno poi essere collegati alla terraferma da un reticolo di cavi sottomarini che andranno a devastare le praterie di posidonia, che in Sardegna godono di una salute migliore rispetto a molte altre zone d'Italia. Posidonia che, è bene ricordarlo, guarda caso è proprio un eccellente catturatore e fissatore di carbonio.
Insomma, sempre la solita questione ideologica: spostare gli inquinamenti e gli impatti, non risolverli.
Il progetto è ancora sulla carta, i dettagli tecnici penso li conoscano solo gli addetti ai lavori ..e tu già ci parli di aree di pregio ambientale potenzialmente in conflitto con il territorio, di devastazione di aree sottomarine.. :rolleyes:
Quello che invece è certo e cioè che il carbone è il più inquinante tra i metodi per produrre energia: quell'inquinamento quindi sarebbe bene accetto? Le centrali a carbone non le osteggia nessuno? :confused:
Il progetto è ancora sulla carta, i dettagli tecnici penso li conoscano solo gli addetti ai lavori
Parlo perché conosco l'importanza ecologica e gli impatti sulla Posidonia, dato che me ne occupo da anni, a differenza di tanti altri anche che si autoproclamano "ecologisti" e non conoscono spesso neppure la differenza fra ecologia ed ecologismo. Le aree di massima sono già conosciute in realtà, specialmente per l'offshore: se anche ci fosse uno scarto di 20 km o anche 30 km dalle aree indicate, il risultato non cambia affatto, perché la prateria di Posidonia circonda quasi tutta la Sardegna. Anche avendo bozze e idee di massima poi, la tecnica per questi parchi offshore basati sull'ancoraggio è sempre la stessa e da lì non si scappa, al netto di qualche variazione sul tema.
Per l'onshore invece, sono state individuate alcune aree candidate: tutte presentano criticità.
Le centrali a carbone non le osteggia nessuno?
Io le centrali a carbone le osteggio, ma se la soluzione è operare altri danni, dov'è il beneficio? A maggior ragione se si va a intaccare un ecosistema fra i più efficienti nello stoccaggio del carbonio per il passaggio definitivo dalla biosfera alla litosfera (sequestro di carbonio che negli ecosistemi marini è sempre più efficiente di quelli terrestri).
massimilianonball
23-02-2022, 14:08
Parlo perché conosco l'importanza ecologica e gli impatti sulla Posidonia, dato che me ne occupo da anni, a differenza di tanti altri anche che si autoproclamano "ecologisti" e non conoscono spesso neppure la differenza fra ecologia ed ecologismo. Le aree di massima sono già conosciute in realtà, specialmente per l'offshore: se anche ci fosse uno scarto di 20 km o anche 30 km dalle aree indicate, il risultato non cambia affatto, perché la prateria di Posidonia circonda quasi tutta la Sardegna. Anche avendo bozze e idee di massima poi, la tecnica per questi parchi offshore basati sull'ancoraggio è sempre la stessa e da lì non si scappa, al netto di qualche variazione sul tema.
Per l'onshore invece, sono state individuate alcune aree candidate: tutte presentano criticità.
Io le centrali a carbone le osteggio, ma se la soluzione è operare altri danni, dov'è il beneficio? A maggior ragione se si va a intaccare un ecosistema fra i più efficienti nello stoccaggio del carbonio per il passaggio definitivo dalla biosfera alla litosfera (sequestro di carbonio che negli ecosistemi marini è sempre più efficiente di quelli terrestri).
Continui a fare affermazioni che rimangono solo tue considerazioni..
Non ci fai leggere nulla di specifico sulle criticità di cui parli..
Solito insomma..
Almeno ogni tanto metti un "secondo me" nei tuoi discorsi, oppure condividi con noi i documenti che mostrano i disastri di cui scrivi con riferimento specifico all'implementazioni delle rinnovabili in Sardegna
Almeno ogni tanto metti un "secondo me" nei tuoi discorsi, oppure condividi con noi i documenti che mostrano i disastri di cui scrivi con riferimento specifico all'implementazioni delle rinnovabili in Sardegna
Chiedi documenti sull'implementazione delle rinnovabili in certi siti? Purtroppo posso risponderti semplicemente: frequenta un corso di laurea 3+2 in scienze della natura possibilmente in Sardegna (dove si studiano estensivamente proprio gli ecosistemi sardi), indirizzandoti in ecologia, e fatti un'idea a 360° sull'ambiente, sulla pedologia e sull'ecologia, così puoi desumere tutte le informazioni che ti servono. E' generica come risposta? Lo so benissimo purtroppo, ma a chi è nel campo non sfugge affatto che certi impatti vengono fortemente sottovalutati.
massimilianonball
23-02-2022, 15:51
Chiedi documenti sull'implementazione delle rinnovabili in certi siti? Purtroppo posso risponderti semplicemente: frequenta un corso di laurea 3+2 in scienze della natura possibilmente in Sardegna (dove si studiano estensivamente proprio gli ecosistemi sardi), indirizzandoti in ecologia, e fatti un'idea a 360° sull'ambiente, sulla pedologia e sull'ecologia, così puoi desumere tutte le informazioni che ti servono. E' generica come risposta? Lo so benissimo purtroppo, ma a chi è nel campo non sfugge affatto che certi impatti vengono fortemente sottovalutati.
Abbi pazienza, ribadisco che non ho nulla contro di te ..ma secondo me sono tesi insostenibili le tue. Non ti basterebbero gli studi di cui parli perché cmq non sai a priori come verranno eseguite le installazioni e di conseguenza non puoi conoscerne gli effetti..
Oltre a quanto ho scritto, ti ricordo che le nuove normative introdotte per aggirare il problema dei permessi (QUI (https://www.ilsole24ore.com/art/rinnovabili-senza-incentivi-nuovo-bando-entro-sei-mesi-AEs6tzf?refresh_ce=1)), prevedono che siano le regioni stesse ad individuare aree idondee all'installazione dei nuovi impianti (hanno 6 mesi di tempo), quindi stai tranquillo che viene dato tempo e modo alle autorità regionali di gestire al meglio i propri territori
Abbi pazienza, ribadisco che non ho nulla contro di te
Beh dai, ci mancherebbe...
Spero che tengano di conto tutte le criticità allora. Il fatto è che già con le rinnovabili si son visti disastri in passato, per giunta spesso attorno a queste girano montagne di soldi erogate a società dall'affidabilità e onestà dubbia. Insomma continuo ad avere i miei dubbi, rafforzati dall'esperienza, a maggior ragione in questo periodo di frenesia. Inoltre, finora non si conta nel costo totale (e quindi nel bilancio anche delle società appaltatrici) il conto per lo smantellamento delle centrali a fine ciclo, ossia mediamente dopo trent'anni circa di utilizzo; costi che sono persino più alti di quelli dell'installazione e che spesso ricadono poi sul pubblico... oppure si lasciano in piedi pale sempre più fatiscenti nel rimpallo di responsabilità. Un ulteriore danno ambientale, per altro.
Personaggio
23-02-2022, 16:36
da un certo punto di vista però sarebbe sempre meglio che vedere le ciminiere di una centrale a carbone..
dovremo saper bilanciare le due cose perché purtroppo le rinnovabili presentano un consumo di suolo notevole dato dalla bassa densità di produzione del singolo impianto.
riempire il Sahara di pannelli non servirebbe a molto perché non sapresti come portare poi l'energia in Europa nei paesi più energivori (il trasporto via cavo elettrico ha delle perdite di efficienza che aumentano all'aumentare delle distanze). mentre per alimentare i consumi delle città del nord Africa potrebbe essere una buona idea.
potremmo fare dei tubi in materiale isolante, riempirli di acido solforico e usare l'acido come cavo conduttore. E' la sostanza con meno resistenza elettrica a temperatura ambiente.
Tornando seri, esistono cavi in grado di avere perdite inferiori all'1% dopo migliaia di km, ma sono molto costosi, non tanto nei materiali, ma nella struttura. In paco parole si trata di condutture costituite da migliaia di cavi in parallelo a sezione molto piccola ognuno isolato e intrecciato con gli altri.
In ogni caso non confondere la perdita elevata nei cavidotti aerei che sono cavi scoperti, dai cavidotti sottomarini che sono cmq coperti, usare i cavi coperti anche per le tratte aeree renderebbe cmq accettabile la perdita in migliaia di km, ma i costi sono superiori
Ovviamente comunque riempire il Sahara di pannelli non è realisticamente possibile per varie ragioni.
1) I materiali per realizzarli non si formano per partenogenesi ma vanno tutti estratti, lavorati, trasportati; e non ce ne sarebbero mai abbastanza.
2) I pannelli dovrebbero essere sottoposti a un controllo e una manutenzione costanti, per via dell'enorme quantità di sabbia presente, che si accumula ovunque facendo crollare le rese, oltre che danneggiare tutte le superfici stesse.
3) Il Sahara è un ecosistema non meno delicato di altri, che beneficia di fenomeni fisici e chimici particolarmente delicati, come le cripto-precipitazioni, le dinamiche eoliche che permettono ad alcune forme di vita di prosperare, le caratteristiche dei suoli e dei paleosuoli lì presenti, eccetera; pensare che il deserto sia "deserto" è una concezione ottocentesca (o forse persino più antica).
mackillers
24-02-2022, 07:55
Magari è per lo stesso motivo per cui l'Islanda ha un consumo procapite maggiore della Germania?
bassa densità abitativa che fa in modo che il consumo delle grandi aziende e delle infrastrutture pubbliche venga suddiviso su meno persone?
può darsi ma significa anche che comunque una certa quantità di industrie energivore debbono esserci, perché ad esempio alcune regioni del nord italia pur essendo densamente abitate presentano un tessuto industriale e dei servizi molto più sviluppato di quello sardo.
probabile che la sua incidenza l'abbia anche il settore siderurgico che è fra i più energivori.
massimilianonball
24-02-2022, 08:01
Beh dai, ci mancherebbe...
Spero che tengano di conto tutte le criticità allora. Il fatto è che già con le rinnovabili si son visti disastri in passato, per giunta spesso attorno a queste girano montagne di soldi erogate a società dall'affidabilità e onestà dubbia. Insomma continuo ad avere i miei dubbi, rafforzati dall'esperienza, a maggior ragione in questo periodo di frenesia. Inoltre, finora non si conta nel costo totale (e quindi nel bilancio anche delle società appaltatrici) il conto per lo smantellamento delle centrali a fine ciclo, ossia mediamente dopo trent'anni circa di utilizzo; costi che sono persino più alti di quelli dell'installazione e che spesso ricadono poi sul pubblico... oppure si lasciano in piedi pale sempre più fatiscenti nel rimpallo di responsabilità. Un ulteriore danno ambientale, per altro.
Continui con le tue considerazioni regalandoci questa volta anche considerazioni addirittura sulla affidabilità delle società interessate e addirittura su "montagne di soldi".. senza mai far leggere anche a noi documentazione a sostegno di quello che dici.. :mc:
Lo smantellamento degli impianti poi semplicemente non esiste visto che a fine vita si procede con "revamping" o "repowering". :rolleyes:
mackillers
24-02-2022, 08:03
Parole e ideologie.
Tutto questo eolico sardo verrà collegato a un cavo che arriverà a Trapani e servirà ad alimentare altre realtà. Di fatto in Sardegna non resterà quasi nulla.
Peggio: l'onshore verrebbe attuato aprendo un dedalo di nuove strade in aree di grande pregio ambientale (gran parte della Sardegna è così, ospita la maggiore biodiversità d'Italia a parità di superficie), andando potenzialmente in conflitto anche col nuovo osservatorio in progettazione nel nuorese, che risente fortemente dell'impatto dell'eolico nel raggio di diverse decine di km. Motivo per cui in Sardegna questi progetti sono osteggiati profondamente.
Offshore invece potrebbero sorgere alcuni mega-parchi eolici, che dovranno poi essere collegati alla terraferma da un reticolo di cavi sottomarini che andranno a devastare le praterie di posidonia, che in Sardegna godono di una salute migliore rispetto a molte altre zone d'Italia. Posidonia che, è bene ricordarlo, guarda caso è proprio un eccellente catturatore e fissatore di carbonio.
Insomma, sempre la solita questione ideologica: spostare gli inquinamenti e gli impatti, non risolverli.
Guarda, sono il primo a dire che non dobbiamo illuderci che le fonti di energia rinnovabile siano ad impatto zero. non lo sono affatto ed anche in questo abbiente ci sono lobby ed aziende che premono per i loro interessi economici, soprattutto grazie alla presenza di incentivi pubblici.
però bisogna anche trovare un modo di sostituire queste benedette fonti fossili perché altrimenti andiamo da poche parti.
in ogni posto dove andremo ad proporre di installare impianti di qualsiasi genere sarà presente qualcosa di naturale, qualche compromesso lo dovremo pur accettare.
in questo progetto parlano anche di sfruttare i tetti delle grandi aziende, questo mi pare già un buono spunto, sempre se sia possibile a costi compatibili con il mercato energetico.
per quanto riguarda il deturpamento del suolo per i parchi eolici solitamente le strade create per accedere alle strutture sono sterrate e poco frequentate, se le cose vengono fatte con criterio gradualemente la natura si riappropria di gran parte dei suoi spazi ed il danno è limitato e gestibile.
anche per i cavi sottomarini penso si possa scegliere di ottimizzare i percorsi e di posare i cavi tutti ravvicinati di modo da limitare la superficie di fondale deturpato.
alla fine si stratta di cavi non enormi.
pensa che i grandi metanodotti subacquei hanno tubature larghe quasi un metro e pesantissime, dovremmo considerare questa tipologia d'impatto anche per il gas allora.
insomma capisco i tuoi dubbi ma in qualche modo la dovremmo produrre questa energia , se diciamo no a qualunque progetto impatti sulla nostra zona e provincia non andremo mai avanti.
mackillers
24-02-2022, 08:14
Parlo perché conosco l'importanza ecologica e gli impatti sulla Posidonia, dato che me ne occupo da anni, a differenza di tanti altri anche che si autoproclamano "ecologisti" e non conoscono spesso neppure la differenza fra ecologia ed ecologismo. Le aree di massima sono già conosciute in realtà, specialmente per l'offshore: se anche ci fosse uno scarto di 20 km o anche 30 km dalle aree indicate, il risultato non cambia affatto, perché la prateria di Posidonia circonda quasi tutta la Sardegna. Anche avendo bozze e idee di massima poi, la tecnica per questi parchi offshore basati sull'ancoraggio è sempre la stessa e da lì non si scappa, al netto di qualche variazione sul tema.
Per l'onshore invece, sono state individuate alcune aree candidate: tutte presentano criticità.
Io le centrali a carbone le osteggio, ma se la soluzione è operare altri danni, dov'è il beneficio? A maggior ragione se si va a intaccare un ecosistema fra i più efficienti nello stoccaggio del carbonio per il passaggio definitivo dalla biosfera alla litosfera (sequestro di carbonio che negli ecosistemi marini è sempre più efficiente di quelli terrestri).
il beneficio è evitare la fonte di produzione di energia più inquinante e letale per l'uomo e l'ambiente.
le praterie di posedonia di cui parli circondano qausi tutta la sardegna ed è quindi verosimile che occupino migliaia di KMquadrati di superficie.
un centinaio di punti di ancoraggio e qualche cavo lederanno probabilmente lo 0,0% di tutta questa superficie, ma in compenso impediranno di immettere nell'ambiente (se i parchi verranno fatti nel giusto modo ed in zone in cui la ventilazione sia ottimale) milioni di tonnellate di inquinanti.
sono il primo a dire che le rinnovabili non solo la panacea di tutti i mali e che a causa della loro basssa densità energetica ed aleatorietà dovrebbero essere affiancate dal nucleare come base load per costituire un mix energetico a basso impatto ambientale e privo il più possibile di fonti fossili.
ma non possiamo ostacolare qualsiasi progetto a priori, dobbiamo riuscire a guardare il quadro nella sua interezza e saper fare i giusti e motivati compromessi.
il che non vuol dire dare il via libera a costruire parchi eolici ovunque ovviamente.
p.s. gran parte dell'energia verrà impiegata in sardegna, e per il settore siderurgico potrebbe rappresentare un ancora di salvezza per il proprio futuro, visto l'impatto del caro energetico su questo settore.
trovo difficile che tutta quell'energia venga inviata nel continente, l'energia elettrica ha delle considerevoli perdite durante il trasporto su cavo, non è conveniente inviarla troppo lontano.
per questo ad esempio nelle zone rurali distanti dalle città la produzione energetica in grandi centrali è svantaggiosa e potrebbe essere più utile una produzione più diffusa basata sulle rinnovabili.
mackillers
24-02-2022, 12:59
Beh dai, ci mancherebbe...
Spero che tengano di conto tutte le criticità allora. Il fatto è che già con le rinnovabili si son visti disastri in passato, per giunta spesso attorno a queste girano montagne di soldi erogate a società dall'affidabilità e onestà dubbia. Insomma continuo ad avere i miei dubbi, rafforzati dall'esperienza, a maggior ragione in questo periodo di frenesia. Inoltre, finora non si conta nel costo totale (e quindi nel bilancio anche delle società appaltatrici) il conto per lo smantellamento delle centrali a fine ciclo, ossia mediamente dopo trent'anni circa di utilizzo; costi che sono persino più alti di quelli dell'installazione e che spesso ricadono poi sul pubblico... oppure si lasciano in piedi pale sempre più fatiscenti nel rimpallo di responsabilità. Un ulteriore danno ambientale, per altro.
Ripeto che concordo con te sul fatto che ci sia una frenesia sulle rinnovabili che porta a scordare il loro impatto ambientale, meno evidente ma comunque presente.
ma se si tratta di scegliere fra una centrale a gas o peggio ancora a carbone ed un parco eolico offshore con qualche cavo che passa sul fondale distruggendo una sottile striscia di vegetazione subacquea non avrei dubbi.
anche perché immagino che dopo qualche anno dall'installazione la vegetazione cominci a ricrescere attorno alle zone interessate dai lavori.
dopotutto per banale calcolo geometrico questi cavi non avrebbero una grande occupazione di spazio rispetto alla superficie complessiva di queste aree coperte da alghe (che tu stesso dici essere presenti attorno a quasi tutta la sardegna.)
alla fine si tratterebbe di danneggiare lo 0,01% di questa vegetazione.
mackillers
24-02-2022, 13:02
potremmo fare dei tubi in materiale isolante, riempirli di acido solforico e usare l'acido come cavo conduttore. E' la sostanza con meno resistenza elettrica a temperatura ambiente.
Tornando seri, esistono cavi in grado di avere perdite inferiori all'1% dopo migliaia di km, ma sono molto costosi, non tanto nei materiali, ma nella struttura. In paco parole si trata di condutture costituite da migliaia di cavi in parallelo a sezione molto piccola ognuno isolato e intrecciato con gli altri.
In ogni caso non confondere la perdita elevata nei cavidotti aerei che sono cavi scoperti, dai cavidotti sottomarini che sono cmq coperti, usare i cavi coperti anche per le tratte aeree renderebbe cmq accettabile la perdita in migliaia di km, ma i costi sono superiori
quindi all'atto pratico non è fattibile a costi sostenibili o sbaglio?
poi magari si farà anche ma direi che la prospettiva più allettante anche a livello di sostenibilità sia sfruttarla in loco, anche perché ciò permetterebbe di spegnere le centrali a carbone e ridurre l'uso di quelle a gas.
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.