View Full Version : Spotify e YouTube sono oggi un problema grande quanto la pirateria in Italia, secondo la FIMI
Redazione di Hardware Upg
26-07-2019, 16:21
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/spotify-e-youtube-sono-oggi-un-problema-grande-quanto-la-pirateria-in-italia-secondo-la-fimi_83633.html
Ora che la pirateria è stata arginata c'è un altro problema per l'industria musicale, e proviene dai servizi gratuiti del tutto legittimi
Click sul link per visualizzare la notizia.
la soluzione potrebbe essere chiudere internet e riaprire i negozi di cd musicali
a quel punto sarebbero contenti o troverebbero altri motivi per lamentarsi?
Questi proprio non ce la fanno a rassegnarsi ad un calo degli introiti rispetto agli anni pre internet, è proprio una roba nel loro DNA. Il mercato si è evoluto, mi viene da dire anche tramite mezzi legali, quali spotify e Youtube, ma loro hanno da sindacare pure su questo.
Se non sbaglio per far parte del catalogo Spotify devono sussistere accordi commerciali con l'articsta no? Non è sufficiente questo per rendere legale la cosa? O il problema è che qualcuno in mezzo non riesce più a mangiarci come prima? Non capisco....
si confermano capaci solo di piangere, niente di nuovo
ps: si penso proprio che il punto sia che chi faceva da riferimento prima, adesso non lo fa più, perchè si sono sostituiti altri enti. sticazzi
lattanzio
26-07-2019, 16:40
io uso youtube music versione premium...troppo comoda
Il problema è che comandano loro adesso, non le case discografiche :asd:
Prima era: Vuoi vendere? Allora la fetta grande me la piglio io (casa discografica) e il resto tu (artista).
Adesso è: Vuoi "vendere?" Allora la fetta grande me la piglio io (Spotify) e il resto voi (artista/Casa discografica).
E ai signori non sta bene :asd:
ronthalas
26-07-2019, 17:48
vedremo in arrivo prossimamente una evoluzione dell'Equo Compenso sotto forma di traffico di rete? (Non vorrei dare cattive idee alla SIAE...)
Visto che adesso la fruizione aggratis di audio e video si è spostata dai supporti fisici al traffico in rete, mi aspetto che qualcuno partorisca l'idea di tassare un tot a Giga per presunto utilizzo della rete per fruzione di opere coperte da copyright intellettuale (come del resto finora è presunto tu usi una SD per una Reflex per duplicare musica)
Gnubbolo
26-07-2019, 18:02
il problema principale è Ableton o Cubase e i libri di teoria musicale.
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale.
la vaporwave è nata come un meme ed è diventata un genere, è tutto cambiato rispetto a 30 anni fa. per me non riescono proprio a comprendere cosa sta capitando, ma putroppo l'AI sta dandogli una mano a distruggere questo mondo produttivo. si potrebbe anche ipotizzare che arriveremo ad un patentino obbligatorio per poter usare certi tipi di software.
ma se gli algoritmi impediranno agli utenti di uppare le proprie creazioni allora prenderanno piede alternative come bitchute.
Gnubbolo
26-07-2019, 18:11
vedremo in arrivo prossimamente una evoluzione dell'Equo Compenso sotto forma di traffico di rete? (Non vorrei dare cattive idee alla SIAE...)
questo in Italia è possibile.
ma se invece del monopolio SIAE ci fosse competitività si potrebbero vedere molte più denunce ai singoli utenti. come negli USA dove da sempre si spaventa l'utente per scongiurare il furto di opere intellettuali.
( però nonostante l'assalto i meme non sono riusciti a fermarli, che poi parliamoci chiaro lo scopo finale è mettere un freno ai meme sovranisti, pro alt-right etc )
non a caso l'ultimo 'genere' nato è aleatorio già nel nome. ormai è tutto talmente mescolato che a volte pare che il risultato finale sia un rumore bianco continuo...
penso anche che l'unica strada per fare realmente qualcosa di 'nuovo' sia un ritorno al senza-rete (e senza papponi)
dav1deser
26-07-2019, 18:41
Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno.
Ehm? :confused:
No, ma scusate, su yuotube mica c'è pubblicità? Mica vengono pagati i creatori di contenuti (e penso che artisti musicali abbiano contratti differenti dagli youtuber della domenica che devono fare i classici video da 10minuti + x secondi).
Cioè non capisco dove sia il problema, youtube paga gli artisti, gli artisti pagano le tasse, dove stà il problema?
E non credo che su spotify la situazione sia diversa.
Ah forse ho capito, gli "artisti" italiani non se li fila più nessuno (apparte quei pochi che davvero meritano), visto che oggi è molto più facile scoprire nuovi sound non essendo più legati a ciò che viene trasmesso in TV/Radio.
P.S.
per quanto mi riguarda, se usufruisco di qualcosa con pubblicità non lo sto facendo in maniera gratuita, visto che la pubblicità paga e io pago la pubblicità comprando dei prodotti.
Therinai
26-07-2019, 19:24
Allora vi svelo un segreto: quando leggete un articolo di un altra testata tradotto su HWU, in particolare se tradotto da Nino Grasso, vi consiglio caldamente di andare a visionare l'originale.
L'espressione riportata su HWU:
"Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno."
Le parole originali di Enzo Mazza sono:
"So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, this isn’t immedially resulting in much more revenue."
Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più ;)
Tra l'altro sul sito di FIMI si riporta il report in questione ma non queste parole di Mazza, piccolo dettaglio che può essere interpretato come se fosse una sua personale visione, qualcosa di più generico su cui potrebbe ragionare la FIMI prossimamente.
spaccacervello
26-07-2019, 20:10
...l'Italia è fra i paesi più attenti al discorso e negli ultimi anni ha bloccato (o cercato di farlo) "migliaia di nomi dominio" in seguito alle denunce rivolte all'AGCOM.
che bloccare i DNS dei provider basti per fermare la pirateria mi sembra un tantino sopravalutato. Io poi mi chiedo da anni come mai non chiudano un cyberlocker come easybitez visto che praticamente è usato in esclusiva sui siti pirata solo da italiani.
andreabg82
26-07-2019, 20:12
Io ho la soluzione:
Smantelliamo FIMI e SIAE, ormai carrozzoni mangiasoldi...
thresher3253
26-07-2019, 21:48
il problema principale è Ableton o Cubase e i libri di teoria musicale.
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale.
la vaporwave è nata come un meme ed è diventata un genere, è tutto cambiato rispetto a 30 anni fa. per me non riescono proprio a comprendere cosa sta capitando, ma putroppo l'AI sta dandogli una mano a distruggere questo mondo produttivo. si potrebbe anche ipotizzare che arriveremo ad un patentino obbligatorio per poter usare certi tipi di software.
ma se gli algoritmi impediranno agli utenti di uppare le proprie creazioni allora prenderanno piede alternative come bitchute.
Non vedo dove sia il problema, al contrario dovremmo essere contenti che esistono ancora artisti che lo fanno per passione e non per farsi una Bentley. La migliore musica viene da quelli che non si aspettano (necessariamente) un ritorno commerciale.
si potrebbe anche ipotizzare che arriveremo ad un patentino obbligatorio per poter usare certi tipi di software.
.
Magari succedesse con facebook...
( però nonostante l'assalto i meme non sono riusciti a fermarli, che poi parliamoci chiaro lo scopo finale è mettere un freno ai meme sovranisti, pro alt-right etc )
Ma chi lo dice? Secondo quale logica?
Rubberick
27-07-2019, 00:41
Ma utilizzare i mezzi che hanno per far si che youtube li paghi di più per ogni visualizzazione ?
Perchè alla fine li a lamentarsi ma il problema è quello.
La stessa cosa delle pubblicità online, una volta pagavano decentemente.. poi c'e' stato un tale abbassamento dei prezzi che è diventato impossibile ripagarsi un minimo di spese..
Se ci fosse stata più concorrenza in questo le cose non sarebbero andate più avanti così..
C'era vimeo, è diventato un sito solo per video authoring di altro genere.. se avesse raggiunto uno share bello condiviso con youtube ora avremmo creatori di contenuti qui e li..
Credo che sta fimi con la siae, siano i veri problemi da eliminare al più presto, insieme a facecock ovviamente.
Marko#88
27-07-2019, 06:20
Allora vi svelo un segreto: quando leggete un articolo di un altra testata tradotto su HWU, in particolare se tradotto da Nino Grasso, vi consiglio caldamente di andare a visionare l'originale.
L'espressione riportata su HWU:
"Secondo Mazza circa il 90% degli utenti in Italia utilizza YouTube per l'ascolto musicale, il che è un problema per l'industria dal momento che non può trarne alcun guadagno."
Le parole originali di Enzo Mazza sono:
"So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, this isn’t immedially resulting in much more revenue."
Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più ;)
Tra l'altro sul sito di FIMI si riporta il report in questione ma non queste parole di Mazza, piccolo dettaglio che può essere interpretato come se fosse una sua personale visione, qualcosa di più generico su cui potrebbe ragionare la FIMI prossimamente.
Nino Grasso è la solita garanzia :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
Comunque la situazione di adesso era tranquillamente prevedibile, se dai la possibilità di usufruire di qualcosa gratuitamente, la gente ovviamente ne usufruisce.
Da parte mia pago per Spotify Premium perché lo trovo un servizio incredibilmente valido ma capisco anche il 95% dei miei conoscenti che lo usa gratis come fosse una radio.
Se non sbaglio per far parte del catalogo Spotify devono sussistere accordi commerciali con l'articsta no? Non è sufficiente questo per rendere legale la cosa? O il problema è che qualcuno in mezzo non riesce più a mangiarci come prima? Non capisco....Purtroppo sbagli. Gli accordi commerciali sia per Spotify che per YouTube Music sono fatti con un distributore, che può stabilire regole che fa impazzire il musicista. Quest’ultimo riceve soltanto l’accesso a una pagina in cui amministrare la propria biografia e poco altro.
Alcuni musicisti sono stati scelti per gestire la distribuzione musicale su Spotify, ma si tratta di un servizio beta cui hanno accesso in pochi e, ipotizzo, musicisti stranieri. Ho provato più volte a far richiesta all’accesso beta, alla fine mi sono dovuto avvalere di un distributore.
il problema principale è Ableton o Cubase e i libri di teoria musicale.
in mezza giornata di lavoro tiri giù un pezzo ascoltabile e lo metti su bandcamp o youtube in barba ad ogni regola commerciale.YouTube aggiunge la pubblicità sul video, e quindi l’artista monetizza (in teoria). Naturalmente l’artista deve riuscire a ottenere anche uno spazio in YouTube Music.
Non vedo dove sia il problema, al contrario dovremmo essere contenti che esistono ancora artisti che lo fanno per passione e non per farsi una Bentley. La migliore musica viene da quelli che non si aspettano (necessariamente) un ritorno commerciale.Quando esisteva Google Play Music, era l’unico servizio in cui distribuivo la musica. 5 € ogni 3 mesi, ma almeno avevo centinaia di fan ovunque. Finalmente il mio obiettivo di far conoscere la mia musica, dopo il capitolo Vitaminic (lo Spotify italiano nato 20 anni e chiuso neanche 10 anni dopo). Chiuso il servizio, ho dovuto ricominciare. Ho dovuto scoprire i meandri del commercio musicale un po’ più nel dettaglio.
Non vedo dove sia il problema, al contrario dovremmo essere contenti che esistono ancora artisti che lo fanno per passione e non per farsi una Bentley. La migliore musica viene da quelli che non si aspettano (necessariamente) un ritorno commerciale.
:rotfl: e chi sarebbe? Chi fa musica lo fa si per passione ma non è certo un pirla: tutti devono pretendere di essere pagati perchè è un lavoro come qualsiasi altro, solo qui in Italia si ha questa concezione dell'artista e della musica
Credo che sta fimi con la siae, siano i veri problemi da eliminare al più presto, insieme a facecock ovviamente.
Il solito disfattista, bha
Per quanto riguarda l'articolo... Hwu da anni ormai non si smentisce... :\
thresher3253
27-07-2019, 13:05
:rotfl: e chi sarebbe? Chi fa musica lo fa si per passione ma non è certo un pirla: tutti devono pretendere di essere pagati perchè è un lavoro come qualsiasi altro, solo qui in Italia si ha questa concezione dell'artista e della musica
Il solito disfattista, bha
Per quanto riguarda l'articolo... Hwu da anni ormai non si smentisce... :\Esistono migliaia di appassionati che sí, pubblicano online la loro roba nella speranza di essere notati, ma comunque non partono con la prospettiva di diventare le prossime superstar e di farci i milioni.
E vorrei ben dire, tu quando hai preso la chitarra in mano la prima volta hai preteso un contratto discografico?
:rotfl: e chi sarebbe? Chi fa musica lo fa si per passione ma non è certo un pirla: tutti devono pretendere di essere pagati perchè è un lavoro come qualsiasi altro, solo qui in Italia si ha questa concezione dell'artista e della musica
forse stiamo confondendo chi fa il musicista professionista con l'artista.
il\la corista o lo\la strumentista qualificato può pensare che il suo sia un lavoro come un altro e pattuire un prezzo a fronte di una sua prestazione ma l'arista
crea opere e solo i suoi ammiratori possono stabilire quanto queste debbano renderlo ricco.
BLACK-SHEEP77
28-07-2019, 05:48
Ehm? :confused:
No, ma scusate, su yuotube mica c'è pubblicità? Mica vengono pagati i creatori di contenuti (e penso che artisti musicali abbiano contratti differenti dagli youtuber della domenica che devono fare i classici video da 10minuti + x secondi).
Cioè non capisco dove sia il problema, youtube paga gli artisti, gli artisti pagano le tasse, dove stà il problema?
E non credo che su spotify la situazione sia diversa.
Ah forse ho capito, gli "artisti" italiani non se li fila più nessuno (apparte quei pochi che davvero meritano), visto che oggi è molto più facile scoprire nuovi sound non essendo più legati a ciò che viene trasmesso in TV/Radio.
P.S.
per quanto mi riguarda, se usufruisco di qualcosa con pubblicità non lo sto facendo in maniera gratuita, visto che la pubblicità paga e io pago la pubblicità comprando dei prodotti.
il problema è che non vogliono dividere i profitti con youtube e spotify, prima si dividevano i soldi casa discografica e artista, ora dividono i soldi con youtube spotify casa discografica e artista, alla fine arginare il problema della pirateria non è servito a niente, quella gente semplicemente non compra e si è spostata su altre alternative gratis e legali come youtube e spotify, alla fine chi piratava la maggior parte erano ragazzini delle medie squattrinati che dopo aversi visto chiudere la porta del p2p a cercato altre alternative gratis, anche se chiudessero youtube e spotify e internet non comprerebbero ugualmente la musica perche non c'hanno i soldi per comprarla., se fossi in loro mi rassegnerei e cercherei di guadagnare sui concerti, se non gli bastano neanche quei soldi allora dovrebbero rivedere un attimino il loro stive di vita troppo dispendioso.
Atarix71
28-07-2019, 08:02
la pirateria e' stata arginata... interessante incipit... la pirateria e' stata arginata come quella associazione a delinquere legalizzata chiamata siae, sapete, il piccolo pollaio di proprieta' di gino pollaioli pardo, paoli... Che la pirateria sia una piaga siamo perfettamente, ma ora viene fuori che anche youtube e spotify sono un danno? e perche' non sono stati citati deezer, apple music, tidal e via discorrendo? comunque il mondo cambia, il modo di fruire dei contenuti cambia, chi non si adegua fa una brutta fine, e' la dura legge della giungla. Sono un appassionato di musica e spotify lo ascolto solo in macchina alcune volte ed in casa in una stanza perche' la mia fidanzata non sa usare l'impianto stereo, per il resto ascolto vinili, cd e liquida con file ad alta risoluzione, ma compro solo quando trovo cio' che mi interessa a prezzi che non siano le ladrate a cui ci hanno abituato le case discografiche, altrimenti per me restano in vetrina. Non cercate il serial killer per forza, cominciate a capire il mercato e ad adeguarvi...
Esistono migliaia di appassionati che sí, pubblicano online la loro roba nella speranza di essere notati, ma comunque non partono con la prospettiva di diventare le prossime superstar e di farci i milioni.
E vorrei ben dire, tu quando hai preso la chitarra in mano la prima volta hai preteso un contratto discografico?
ho presente a cosa fai riferimento, certo loro lo fanno per passione solamente ma chi studia seriamente qualsiasi strumento per diventare professionista, dopo anni di studio e dopo essere diventato un ottimo musicista pro ed essersi fatto il nome, dovrebbe pretendere di essere pagato per le sue performance su qualsiasi piattaforma.
Il paragone che fai non calza per niente.
forse stiamo confondendo chi fa il musicista professionista con l'artista.
il\la corista o lo\la strumentista qualificato può pensare che il suo sia un lavoro come un altro e pattuire un prezzo a fronte di una sua prestazione ma l'arista
crea opere e solo i suoi ammiratori possono stabilire quanto queste debbano renderlo ricco.
pure sta cosa mi fa ridere xD
Obelix-it
28-07-2019, 17:13
In termini di impatto sul mercato il blocco del sito ha dimostrato di essere efficace, insieme all'aumento dell'offerta legale digitale.
:sbonk: :sbonk: :sbonk: :sbonk:
Che razza di idioti. Sono come quelli dei prodotti dietetici: basta prenderlo, fare una dieta bilanciata e movimento. A quel punto a che ti serve il prodotto dietetico?? Ripsosta: ad un cazzo, solo a farti spendere soldi per niente.
Lo stesso e' stato il blocco dei siti: e' stata l'offerta legale digitale ad aver ridotto la pirateria, il blocco dei siti (specialmente coi DNS) non e' mai servito ad una beata mazza.
In quanto a loro, dimostrano solo di essere restati gli avvoltoi che erano una volta: sono loro, non la pirateria, ad affossare il mercato....
giovanbattista
29-07-2019, 10:37
Scusate un secondo ma mi parlate sempre di pubblicità su Youtube.....io quando sono loggato non ho mai dico mai una pubblicità sulla citata piattaforma e non sono abbonato a nulla .
quando accendo con un altro broswer dove non sono loggato invece mi appare come mai?????
PS ho AdBlockPlus + Ghostery
matsnake86
29-07-2019, 10:54
ti sei risposto da solo.
AdBlock.
Le parole originali di Enzo Mazza sono:
"So, while the website blocking efforts have helped to bring piracy rates down, this isn’t immedially resulting in much more revenue."
Insomma il sig. Mazza dice che non ci guadagnano molto, non che non ci guadagnano, una frase da interpretare con: dobbiamo trovare un modo per guadagnarci di più ;)
Mi sembrava strano infatti un'affermazione così campata per aria.
Stavo per rispondere sulla base dell'articolo, grazie per avermi evitato una
figuraccia.
mrk-cj94
21-08-2019, 20:40
Questi proprio non ce la fanno a rassegnarsi ad un calo degli introiti rispetto agli anni pre internet, è proprio una roba nel loro DNA. Il mercato si è evoluto, mi viene da dire anche tramite mezzi legali, quali spotify e Youtube, ma loro hanno da sindacare pure su questo.
Se non sbaglio per far parte del catalogo Spotify devono sussistere accordi commerciali con l'articsta no? Non è sufficiente questo per rendere legale la cosa? O il problema è che qualcuno in mezzo non riesce più a mangiarci come prima? Non capisco....
no perchè paga troppo poco gli artisti.
mrk-cj94
21-08-2019, 20:43
Ehm? :confused:
No, ma scusate, su yuotube mica c'è pubblicità? Mica vengono pagati i creatori di contenuti (e penso che artisti musicali abbiano contratti differenti dagli youtuber della domenica che devono fare i classici video da 10minuti + x secondi).
Cioè non capisco dove sia il problema, youtube paga gli artisti, gli artisti pagano le tasse, dove stà il problema?
E non credo che su spotify la situazione sia diversa.
Ah forse ho capito, gli "artisti" italiani non se li fila più nessuno (apparte quei pochi che davvero meritano), visto che oggi è molto più facile scoprire nuovi sound non essendo più legati a ciò che viene trasmesso in TV/Radio.
P.S.
per quanto mi riguarda, se usufruisco di qualcosa con pubblicità non lo sto facendo in maniera gratuita, visto che la pubblicità paga e io pago la pubblicità comprando dei prodotti.
infatti la situazione è la stessa:
Youtube paga poco gli artisti (e i canali di musica hanno pure meno problemi rispetto agli youtuber "tradizionali")
Spotify paga poco gli artisti
e non è una questione di italia eh, ci sono artisti di spicco a livello mondiale che hanno quittato da anni spotify per questo motivo
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