View Full Version : 2018: i nativi digitali al lavoro, ecco cosa cambierà
Redazione di Hardware Upg
06-12-2018, 13:48
Link all'Articolo: https://www.hwupgrade.it/articoli/sistemi/5319/2018-i-nativi-digitali-al-lavoro-ecco-cosa-cambiera_index.html
Sarebbe miope, per un colosso della tecnologia, non prendere in considerazione molti aspetti del cambiamento che riguarda la nostra società. Lenovo, in occasione del roadshow Intelligent Futures, ci offre uno spaccato di quello che è l'azienda oggi, ma soprattutto di quello che vorrà essere domani
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Una mia impressione sui nativi digitali..
C'è stata auna prima fase di ragazzini che in pratica sono nati con la tastiera in mano e che da quindicenni col PC erano più sgamati di un sistemista senior.
Poi sono arrivati gli smarphone, i tablet, i social.. causando una regressione ad età della pietra.
I quindicenni attuali sono dei mezzi dementi che sanno solo striscare dita sullo schermo. Totale ignoranza nell'uso del pc.. lavorativamente parlando sono spazzatura.
E' così o sbaglio?
E' così o sbaglio?
Lavorativamente parlando, sono tutti informatici, ma nessuno ha esperienza. Chiunque con internet ai costi attuali, un pc ai costi attuali e uno smartphone è un informatico. E purtroppo tante aziende cercano questi individui. Li paghi poco, eseguono quanto chiedi (con tempi un pò così) e se vanno via ne prendi un altro.
Uno con esperienza è scomodo, perchè lo devi pagare di più e sopratutto può controbattere certe affermazioni. Cosa che la tipologia sopra non può fare.
Mi rendo conto che non tutte le aziende e non tutti i giovani siano così... ma se ne vedono parecchi. Non ci mettono niente di loro e poi si lamentano che non trovano lavori ben pagati.
Io penso che questa situazione sia partita dai tempi di internet gratis con i cd :)
LukeIlBello
06-12-2018, 15:11
Lavorativamente parlando, sono tutti informatici, ma nessuno ha esperienza. Chiunque con internet ai costi attuali, un pc ai costi attuali e uno smartphone è un informatico. E purtroppo tante aziende cercano questi individui. Li paghi poco, eseguono quanto chiedi (con tempi un pò così) e se vanno via ne prendi un altro.
Uno con esperienza è scomodo, perchè lo devi pagare di più e sopratutto può controbattere certe affermazioni. Cosa che la tipologia sopra non può fare.
Mi rendo conto che non tutte le aziende e non tutti i giovani siano così... ma se ne vedono parecchi. Non ci mettono niente di loro e poi si lamentano che non trovano lavori ben pagati.
Io penso che questa situazione sia partita dai tempi di internet gratis con i cd :)
in effetti è così, nel migliore dei casi ti ritrovi dei programmatroti che sanno scrivere 4 righe in java e non sanno la differenza tra un puntatore ed un oggetto.. :stordita:
Una mia impressione sui nativi digitali..
C'è stata auna prima fase di ragazzini che in pratica sono nati con la tastiera in mano e che da quindicenni col PC erano più sgamati di un sistemista senior.
Poi sono arrivati gli smarphone, i tablet, i social.. causando una regressione ad età della pietra.
I quindicenni attuali sono dei mezzi dementi che sanno solo striscare dita sullo schermo. Totale ignoranza nell'uso del pc.. lavorativamente parlando sono spazzatura.
E' così o sbaglio?
secondo me non sbagli. Il primo giro di "informatizzazione" ha colpito chi era interessato, si faceva domande, e magari poi si è anche formato adeguatamente. Poi è arrivata la massificazione e ora ci sono tante scimmiette che hanno dimestichezza con lo strumento, ma non hanno idea di cosa ci possa essere dietro.
in effetti è così, nel migliore dei casi ti ritrovi dei programmatroti che sanno scrivere 4 righe in java e non sanno la differenza tra un puntatore ed un oggetto.. :stordita:
In azienda da me stanno cercando una persona da affiancare all'ufficio tecnico. Si presenta un ragazzo, che l'anno prossimo si dovrà laureare, che alla mia domanda su quale linguaggio di programmazione lavorava di solito, anche per progetti personali o curiosità, ha risposto "nessuno, ho solo fatto gli esami all'università". Incalzato scopriamo che prima dell'università non è neanche un appassionato di informatica... e scegli di fare ingegneria? Non dico che uno laureato sia meglio/peggio degli altri... ma come puoi proporti come informatico se non hai mai fatto nulla al di fuori di quello che sei stato obbligato a fare a scuola? Mi risulta difficile da capire...
gd350turbo
06-12-2018, 15:39
Una mia impressione sui nativi digitali..
C'è stata auna prima fase di ragazzini che in pratica sono nati con la tastiera in mano e che da quindicenni col PC erano più sgamati di un sistemista senior.
Poi sono arrivati gli smarphone, i tablet, i social.. causando una regressione ad età della pietra.
I quindicenni attuali sono dei mezzi dementi che sanno solo striscare dita sullo schermo. Totale ignoranza nell'uso del pc.. lavorativamente parlando sono spazzatura.
E' così o sbaglio?
Assolutamente d'accordo...
Sanno usare i social a occhi chiusi
Scrivono con solo i pollici ad una velocità incredibile
Si fanno selfie così come respirano
ma tutto quello che c'è dietro è "materia oscura".
Secondo me, quando il mondo sarà in mano loro, ci sarà da ridere...
mail9000it
06-12-2018, 16:12
secondo me non sbagli. Il primo giro di "informatizzazione" ha colpito chi era interessato, si faceva domande, e magari poi si è anche formato adeguatamente. Poi è arrivata la massificazione e ora ci sono tante scimmiette che hanno dimestichezza con lo strumento, ma non hanno idea di cosa ci possa essere dietro.
Quoto l'analisi.
Prima per usare il computer dovevi impegnarti per trovare le informazioni e capirle. Quindi non tutti si applicavano.
Oggi il computer (anche grazie alla sua evoluzione) lo usi anche senza capirlo.
Quindi se cerchi una persona che sappia utilizzare lo strumento per fare inserimento dati li trovi a tonnellate. Se cerchi qualcuno per analizzare i dati e capirli trovi quei pochi (in %) che anche prima usavano il cervello.
Tasslehoff
06-12-2018, 16:31
Una mia impressione sui nativi digitali..
C'è stata auna prima fase di ragazzini che in pratica sono nati con la tastiera in mano e che da quindicenni col PC erano più sgamati di un sistemista senior.
Poi sono arrivati gli smarphone, i tablet, i social.. causando una regressione ad età della pietra.
I quindicenni attuali sono dei mezzi dementi che sanno solo striscare dita sullo schermo. Totale ignoranza nell'uso del pc.. lavorativamente parlando sono spazzatura.
E' così o sbaglio?A mio parere è stata la prima fase ad essere stata un enorme fraintendimento, sempre che tu ti riferisca ai cosidetti "nativi digitali".
Tolti i titoloni pieni di buzzwords ci sono stati diversi studi sul tema da cui è emerso che trattasi di una totale scemenza, di fatto la familiarità con la tecnologia dei ragazzi si è dimostrato essere limitata a quei pochi strumenti che gli stessi hanno imparato ad usare e hanno usato con grande frequenza, senza capirne il funzionamento, le criticità e i limiti.
Comunque a proposito di buzzwords vedo che nemmeno questa brochur... ehm notizia :stordita: non scherza.
Ci troviamo in una di quelle fasi periodiche di picco delle supercazzole, dove l'aria fritta si spreca e tutti si riempiono la bocca di concettoni fantasmagorici, tecnologie sopraffine e scenari alla Blade Runner.
Poi se scavi sotto questa crosta trovi bene o male le stesse tecnologie degli ultimi 20 anni, nell'IT l'ultima vera innovazione sono stati i web services, tolti quelli tutte le altre sono state mode passeggere nate per soddisfare scenari del tutto irrealistici o nella migliore delle ipotesi talmente rari da essere insignificanti.
Prendiamo per esempio la supercazzola dei microservizi, ora non c'è cliente o fornitura che non preveda container a destra e manca e orchestratori a prua e a poppa...
Tutti si crogiolano entusiasti in questo mondo delle fate senza infrastruttura, dove la scalabilità è infinita e a costo quasi zero.
Poi quando tornano sulla terra si rendono conto che in fin dei conti la scalabilità è l'ultimo dei problemi, che i costi sono tutt'altro che zero, che ci sono un'infinità di criticità irrisolte o ignorate, che i costi di manutenzione sono molto più alti e che, a differenza delle architetture tradizionali, basta un ritardo su un pagamento e PUFFFF... tutto sparisce.
Poi prendi questi microservizi e ci trovi dentro sempre gli stessi framework, sempre le stesse tecnologie, sempre gli stessi linguaggi, gli stessi blob caotici, che anzichè girare come processi del kernel girano dentro un container, con in più tutti i malus di cui sopra... ma gli sviluppatori e i venditori sono entusiasti :rolleyes:
Potreste aver ragione se una volta ci si doveva smanettare realmente sulle cose per farle funzionare ma le cose sono totalmente cambiate oggi (in meglio o in peggio decidete voi).
Facciamo l'esempio classico di quello che una volta era il webmaster, ha ancora senso (se non per progetti particolari) trovare web designer, web developer e compagnia? Ormai la creazione di un sito lo può fare letteralmentei chiunque passando dalle piattaforme più disparate basate sul wysiwyg senza aver nessun tipo di competenza a chi magari smanetta su wordpress/joomla/drupal... e se magari manca il tema o il plugin si comprano in giro per il web per pochi euro.
Se poi parliamo di programmazione pura, i programmatori sono la nuova manovalanza dell'IT, c'è stato un vero e proprio boom negli ultimi anni; il settore continua a cambiare e adesso si cercano figure differenti e la nuova ondata è fatta da data scientist, tutto il mondo legato al ml/dl/ai/bc, cybersecurity e robotica.
I nativi digitali per quanto non possano essere più curiosi (anche se relativamente, ci sono casi e casi) sviluppano altre competenze digitali soprattutto nell'ambito del marketing, anche qui c'è una forte richiesta nel campo del digital makerting e creazione di contenuti (cosa che sfugge a chi magari ha più di 50 anni sulle spalle e che non riesce a concepire) che c'entra relativamente poco con il settore IT. Ultimamente (diciamo da una decina di anni) si da più importanza alle soft skill che alle hard skill.
Poi se vogliamo iniziare a tirare fuori i paragoni del tipo Italia contro il resto del mondo, basta prendere l'esempio dell'Estonia... iniziano con la robotica praticamente dall'asilo :stordita:
astaroth2
06-12-2018, 16:59
I nativi digitali si allontanano sempre più dai linguaggi di basso livello. Non credo sia corretto chiamarli in tal modo 😁
LukeIlBello
06-12-2018, 17:12
In azienda da me stanno cercando una persona da affiancare all'ufficio tecnico. Si presenta un ragazzo, che l'anno prossimo si dovrà laureare, che alla mia domanda su quale linguaggio di programmazione lavorava di solito, anche per progetti personali o curiosità, ha risposto "nessuno, ho solo fatto gli esami all'università". Incalzato scopriamo che prima dell'università non è neanche un appassionato di informatica... e scegli di fare ingegneria? Non dico che uno laureato sia meglio/peggio degli altri... ma come puoi proporti come informatico se non hai mai fatto nulla al di fuori di quello che sei stato obbligato a fare a scuola? Mi risulta difficile da capire...
si vero i neo laureati oggi sono peggio dei diplomati in tecnico-industriale :sofico:
In azienda da me stanno cercando una persona da affiancare all'ufficio tecnico. Si presenta un ragazzo, che l'anno prossimo si dovrà laureare, che alla mia domanda su quale linguaggio di programmazione lavorava di solito, anche per progetti personali o curiosità, ha risposto "nessuno, ho solo fatto gli esami all'università". Incalzato scopriamo che prima dell'università non è neanche un appassionato di informatica... e scegli di fare ingegneria? Non dico che uno laureato sia meglio/peggio degli altri... ma come puoi proporti come informatico se non hai mai fatto nulla al di fuori di quello che sei stato obbligato a fare a scuola? Mi risulta difficile da capire...
Scusami ma come datore di lavoro pretendi di avere voce in capitolo anche sul tempo libero della gente?
Se la tua azienda ha bisogno di certe competenze e professionalità o cerca specificatamente quelle, pagando quanto dovuto, oppure se lo forma a sue spese.
Scusami ma come datore di lavoro pretendi di avere voce in capitolo anche sul tempo libero della gente?
Se la tua azienda ha bisogno di certe competenze e professionalità o cerca specificatamente quelle, pagando quanto dovuto, oppure se lo forma a sue spese.
No ha ragione lui. Sono informatico per lavoro dal 98 e per passione dell'83. Quello che si vede oggi è da mani nei capelli. :rolleyes:
CJ
Adesso vogliono programmare tutti e la qualità è quella che è.
Li chiamano nativi digitali ma non sanno nulla di tecnologia.
con tutto il parco driver installabile senza un'azione richiesta dall'utente
a me sti approcci alla "faccio tutto io, tu non ti preoccupare, non ci pensare proprio" lasciano sempre molti dubbi....
Tasslehoff
07-12-2018, 00:08
Potreste aver ragione se una volta ci si doveva smanettare realmente sulle cose per farle funzionare ma le cose sono totalmente cambiate oggi (in meglio o in peggio decidete voi).
Facciamo l'esempio classico di quello che una volta era il webmaster, ha ancora senso (se non per progetti particolari) trovare web designer, web developer e compagnia? Ormai la creazione di un sito lo può fare letteralmentei chiunque passando dalle piattaforme più disparate basate sul wysiwyg senza aver nessun tipo di competenza a chi magari smanetta su wordpress/joomla/drupal... e se magari manca il tema o il plugin si comprano in giro per il web per pochi euro.Perdonami ma è da poco dopo la nascita del web dinamico, quando nacquero i primi cms che sento ripetere queste stesse parole.
Ci sarà sempre il nipote/cugino/amico smanettone di turno che si spaccia per specialista o "programmatore" perchè pubblica una istanza di Wordpress e ci piazza un po' di plugin a casaccio, questo tu lo consideri sviluppatore web o specialista web?
Io lo chiamo semplicamente smanettone, e 9 volte su 10 i nodi vengono comunque al pettine, siti down, defacing, server piegati dal mining di criptomonete o usati per spammare.
Anche i servizi centralizzati di grandi provider hanno sempre fallito, l'idea di mettere una persona non competente al timone di uno strumento che non conosce è fallimentare a prescindere, tant'è che non hanno mai preso piede, anche questi esistono da secoli (tecnologicamente parlando).
Considera poi che i progetti che si schiantano in questo modo sono i classici siterelli da piccolo sviluppatore libero professionista, o da piccola agenzia (che cmq spesso rifiuta perchè poco remunerativo), progetti poco significativi, sia per il volume di lavoro che per gli importi che cubano.
Il grosso del mercato è altro, pensi che possa bastare un semplice sito che renderizza qualche contenuto?
Quella è la punta dell'iceberg, il web oggi è per lo più integrazione tra servizi di vario genere, e questo vale tanto per servizi di autenticazione e federazione quanto per servizi prettamente applicativi.
Non esiste progetto ormai dove non ci siano componenti di georeferenziazione, sso multidominio, federazione, integrazione con servizi di terze parti, tutte cose per le quali non serve a nulla saper installare qualche plugin o seguire un wizard.
Se poi parliamo di programmazione pura, i programmatori sono la nuova manovalanza dell'IT, c'è stato un vero e proprio boom negli ultimi anni; il settore continua a cambiare e adesso si cercano figure differenti e la nuova ondata è fatta da data scientist, tutto il mondo legato al ml/dl/ai/bc, cybersecurity e robotica.
I nativi digitali per quanto non possano essere più curiosi (anche se relativamente, ci sono casi e casi) sviluppano altre competenze digitali soprattutto nell'ambito del marketing, anche qui c'è una forte richiesta nel campo del digital makerting e creazione di contenuti (cosa che sfugge a chi magari ha più di 50 anni sulle spalle e che non riesce a concepire) che c'entra relativamente poco con il settore IT. Ultimamente (diciamo da una decina di anni) si da più importanza alle soft skill che alle hard skill.Manovalanza dell'IT?
Anche questo è un dei tanti stereotipi che girano da vent'anni a questa parte, come dicevo le logiche applicative non sono cambiate, basta scavare un po' e le cose che si trovano sotto la superficie sono sempre quelle, ma le implementazioni sono profondamente cambiate, il modo di lavorare anche.
E non serve scomodare buzzwords tipo data scientists, architetti, robotica, machine learning, IA o devops, le figure chiave sono sempre quelle, grafico-web designer, analista-sviluppatore, sistemista-dba, ma le modalità di interazione sono profondamente cambiate, il lavoro di squadra è maggiore, gli ambiti si fondono e si deve interagire molto di più rispetto al passato.
Digital marketing? Semplici commerciali.
Creazione di contenuti? Data entry.
Social media manager? Operatore e data entry.
Giusto il seo si è un po' distinto, ma in molti casi questo ruolo viene svolto da web designer e sviluppatori, se non altro come estensione.
Su una cosa ti do ragione però, esiste ancora una eccessiva subalternità del personale tecnico rispetto a quello commerciale, ahimè un lascito delle grandi aziende della prima decade di questo secolo (ormai ridotte all'ombra di se stesse).
Ancora troppi venditori di fumo che prendono decisioni senza avere la minima competenza tecnica e senza aver nemmeno compreso come funziona quello che stanno vendendo.
Su questo c'è ancora un grosso lavoro da fare che deve necessariamente partire da chi riveste ruoli tecnici; da molti clienti prima arrivava il PM/commerciale di turno imponendo soluzioni strampalate senza capo ne coda o senza nemmeno aver chiaro quale fosse l'obbiettivo di un progetto, ora nel mio gruppo di lavoro stiamo faticosamente adottando un metodo diverso, raccogliamo le richieste dal cliente e poi siamo noi tecnici a dettare le soluzioni e i requisiti per realizzarle, PM/commerciale si deve limitare trovere le risorse che servono e metterci nelle condizioni di realizzarle.
Se non si trovano il progetto non può proseguire, e credimi che se c'è interesse (e c'è, come c'è sempre margine economico) le risorse arrivano, ma pensare di scaricare sul team tecnico i costi e le conseguenze di valutazioni sbagliate fatte da incompetenti è una follia che non deve esistere.
Scusami ma come datore di lavoro pretendi di avere voce in capitolo anche sul tempo libero della gente?
Se la tua azienda ha bisogno di certe competenze e professionalità o cerca specificatamente quelle, pagando quanto dovuto, oppure se lo forma a sue spese.
Tu affideresti un lavoro ad un elettricista che non ha mai fatto l’elettricista?
Rileggi a modo quello che ho scritto, e rileggi di cosa si sta parlando. Non voglio avere voce in capitolo sul tempo libero di nessuno, ma un informatico non appassionato di informatica non si può sentire. Non è questione di formazione, non pretendo che sappia tutto di tutto, ma in fase di colloquio per un posto di informatico/programmatore come posso consigliare al mio datore di lavoro una risorsa che non sa programmare? Una risorsa che mi dice di non essere appassionato in quello che studia? Una risorsa che ha interrotto uno stage “perché non mi piaceva”? Tu gli daresti fiducia a pelle?
Non capisco perché vogliate fare polemica sempre su tutto quando il discorso era pacato e ben diverso da quanto lo spacci tu...
Perdonami ma è da poco dopo la nascita del web dinamico, quando nacquero i primi cms che sento ripetere queste stesse parole.
Sono visioni diametralmente opposte, soprattutto fortemente dipendenti dall'ambito lavorativo. Mi spiego meglio, se guardi l'Italia hai una determinata visione delle cose, se guardi gli Usa ne hai una totalmente diversa.
Ci sarà sempre il nipote/cugino/amico smanettone di turno che si spaccia per specialista o "programmatore" perchè pubblica una istanza di Wordpress e ci piazza un po' di plugin a casaccio, questo tu lo consideri sviluppatore web o specialista web?
Assolutamente no.
Io lo chiamo semplicamente smanettone, e 9 volte su 10 i nodi vengono comunque al pettine, siti down, defacing, server piegati dal mining di criptomonete o usati per spammare.
Alcuni di questi problemi sarebbero da imputare all'hosting piuttosto che allo smanettone di turno.
Anche i servizi centralizzati di grandi provider hanno sempre fallito, l'idea di mettere una persona non competente al timone di uno strumento che non conosce è fallimentare a prescindere, tant'è che non hanno mai preso piede, anche questi esistono da secoli (tecnologicamente parlando).
Sarebbe da specificare quali.
Considera poi che i progetti che si schiantano in questo modo sono i classici siterelli da piccolo sviluppatore libero professionista, o da piccola agenzia (che cmq spesso rifiuta perchè poco remunerativo), progetti poco significativi, sia per il volume di lavoro che per gli importi che cubano.
Beh se dobbiamo guardare ai dati ci sarebbero diverse cose da considerare:
https://w3techs.com/technologies/overview/content_management/all (notare wordpress che mangia tutti e la crescita di Wix e Squarespace).
Prima dell'esplosione di wordpress quanta gente c'era che stava lì a metter su siti in php, html puro e via dicendo? Quanti di questi oggi continuano a fare questo lavoro? Io direi pochi, ma molto pochi. È chiaro poi che le grandi società si fanno tutto in casa, ma sono esempi unici; il mercato è totalmente differente.
Il grosso del mercato è altro, pensi che possa bastare un semplice sito che renderizza qualche contenuto?
Assolutamente no.
Quella è la punta dell'iceberg, il web oggi è per lo più integrazione tra servizi di vario genere, e questo vale tanto per servizi di autenticazione e federazione quanto per servizi prettamente applicativi.
Non esiste progetto ormai dove non ci siano componenti di georeferenziazione, sso multidominio, federazione, integrazione con servizi di terze parti, tutte cose per le quali non serve a nulla saper installare qualche plugin o seguire un wizard.
Ripeto, dipende. Se dai uno sguardo in giro ci trovi sempre la stessa cosa che potrebbe significare o che il progetto vale o che sono tutti nabbi e si copiano a vicenda. Ci sarà un motivo se quelli che una volta erano web designer ora vendono su themeforest ed altre piattaforme dando più personalizzazione e permettono di sottoscrivere un servizio di assistenza per X mesi/anni, stessa cosa per chi crea plugin.
Manovalanza dell'IT?
Anche questo è un dei tanti stereotipi che girano da vent'anni a questa parte, come dicevo le logiche applicative non sono cambiate, basta scavare un po' e le cose che si trovano sotto la superficie sono sempre quelle, ma le implementazioni sono profondamente cambiate, il modo di lavorare anche.
Se mi cambi l'implementazione ed il modo di lavorare significa che il lavoro è cambiato. Anche tu che stai in questo mondo da tempo non fai più quello che facevi prima o lo fai solamente in parte.
E non serve scomodare buzzwords tipo data scientists, architetti, robotica, machine learning, IA o devops, le figure chiave sono sempre quelle, grafico-web designer, analista-sviluppatore, sistemista-dba, ma le modalità di interazione sono profondamente cambiate, il lavoro di squadra è maggiore, gli ambiti si fondono e si deve interagire molto di più rispetto al passato.
Non sono buzzwords, le figure sono totalmente differenti e chi magari svolge questo lavoro e ti legge molto probabilmente ti sta prendendo ad insulti :stordita:
Digital marketing? Semplici commerciali.
Creazione di contenuti? Data entry.
Social media manager? Operatore e data entry.
Con tutto il rispetto, ma hai veramente idea di cosa siano queste professioni? A volte mi chiedo se non si è particolarmente condizionati dall'età e dal rifiuto del "nuovo che avanza" solamente perché non si conosce la professione.
Digital marketing c'entra poco con il "semplice commerciale" ed il social media manager si occupa di strategia di marketing. Il creatore di contenuti non c'entra niente con il data entry (che altro non è chi inserisce dati, figura che sta scomparendo per il principale motivo che è lo stesso utente che inserisce i dati; poi in futuro sarà direttamente l'algoritmo di turno che farà tutto).
Giusto il seo si è un po' distinto, ma in molti casi questo ruolo viene svolto da web designer e sviluppatori, se non altro come estensione.
Il seo ormai rientra nel digital marketing e affidarlo al web designer o allo sviluppatore è relativamente errato (se il web designer o lo sviluppatore ha un minimo di formazione allora se ne potrebbe parlare).
Su una cosa ti do ragione però, esiste ancora una eccessiva subalternità del personale tecnico rispetto a quello commerciale, ahimè un lascito delle grandi aziende della prima decade di questo secolo (ormai ridotte all'ombra di se stesse).
Ancora troppi venditori di fumo che prendono decisioni senza avere la minima competenza tecnica e senza aver nemmeno compreso come funziona quello che stanno vendendo.
Su questo c'è ancora un grosso lavoro da fare che deve necessariamente partire da chi riveste ruoli tecnici; da molti clienti prima arrivava il PM/commerciale di turno imponendo soluzioni strampalate senza capo ne coda o senza nemmeno aver chiaro quale fosse l'obbiettivo di un progetto, ora nel mio gruppo di lavoro stiamo faticosamente adottando un metodo diverso, raccogliamo le richieste dal cliente e poi siamo noi tecnici a dettare le soluzioni e i requisiti per realizzarle, PM/commerciale si deve limitare trovere le risorse che servono e metterci nelle condizioni di realizzarle.
Se non si trovano il progetto non può proseguire, e credimi che se c'è interesse (e c'è, come c'è sempre margine economico) le risorse arrivano, ma pensare di scaricare sul team tecnico i costi e le conseguenze di valutazioni sbagliate fatte da incompetenti è una follia che non deve esistere.
Ma sinceramente io vedo, soprattutto in Italia, una sorta di comportamento poco proattivo... come se chi svolge un determinato lavoro si mettesse una casacca con scritto "tecnico" o "commerciale" e si chiude in se stesso evitando la formazione continua nel suo ed in altri ambiti, evitando sostanzialmente i problemi di cui la stessa società dove lavori sta accusando. Cioè c'è una sorta di atteggiamento di "io sono tecnico e del commerciale non me ne frega niente" quando si dovrebbe collaborare per portare a casa un determinato risultato (per non dire lo stipendio).
Tu affideresti un lavoro ad un elettricista che non ha mai fatto l’elettricista?
Rileggi a modo quello che ho scritto, e rileggi di cosa si sta parlando. Non voglio avere voce in capitolo sul tempo libero di nessuno, ma un informatico non appassionato di informatica non si può sentire. Non è questione di formazione, non pretendo che sappia tutto di tutto, ma in fase di colloquio per un posto di informatico/programmatore come posso consigliare al mio datore di lavoro una risorsa che non sa programmare? Una risorsa che mi dice di non essere appassionato in quello che studia? Una risorsa che ha interrotto uno stage “perché non mi piaceva”? Tu gli daresti fiducia a pelle?
Non capisco perché vogliate fare polemica sempre su tutto quando il discorso era pacato e ben diverso da quanto lo spacci tu...
Secondo me ha cannato l'HR.
LukeIlBello
07-12-2018, 09:05
No ha ragione lui. Sono informatico per lavoro dal 98 e per passione dell'83. Quello che si vede oggi è da mani nei capelli. :rolleyes:
CJ
pure io ho cominciato nel 98..20 anni precisi precisi :asd:
Secondo me ha cannato l'HR.
Hai assolutamente ragione, ci affidiamo ad un’agenzia che probabilmente manda le persone compatibili più con la spesa che l’azienda vuole affrontare che con il profilo cercato. Su questo non ci piove.
Il mio discorso era più di “sorpresa” per aver trovato una persona che sta cercando di fare un lavoro di ciò che è emerso dal colloquio, non è sua passione.
Forse sono io “fuori dal tempo” :)
Hai assolutamente ragione, ci affidiamo ad un’agenzia che probabilmente manda le persone compatibili più con la spesa che l’azienda vuole affrontare che con il profilo cercato. Su questo non ci piove.
Il mio discorso era più di “sorpresa” per aver trovato una persona che sta cercando di fare un lavoro di ciò che è emerso dal colloquio, non è sua passione.
Forse sono io “fuori dal tempo” :)
Non sei tu fuori tempo, il candidato non soddisfava i requisiti ma d'altro canto anche voi non potevate pretendere (come fanno molti) uno studente con esperienza (perché alla fine di questo si tratta)... appunto perché studente! Al massimo se il candidato si fosse dimostrato proattivo avrebbe sicuramente risposto in un altro modo piuttosto che "faccio ingegneria perché è attualmente questo ciò che cerca il mondo del lavoro" (che poi dipende quale branca dell'ingegneria, visto che ingegneria informatica non è informatica ed è naturale anche trovare molti meno programmatori puri).
Poi l'hr è un settore ambiguo, ognuno ha i suoi parametri di scelta che sfuggono alla mia logica... c'è chi applica i filtri al voto di laurea, all'università, all'età e poi c'è chi guarda realmente il candidato ma la maggior parte applica dei filtri perché pensano solamente al numero di curricula da esaminare (tanto alla fine qualcuno disposto lo trovano) :mc:
... senza aver nessun tipo di competenza a chi magari smanetta su wordpress/joomla/drupal...
drupal non è proprio il top della semplicità...
I nativi digitali ... sviluppano altre competenze digitali soprattutto nell'ambito del marketing,
appunto: scimmiette allenate a buzzwords :D
In azienda da me stanno cercando una persona da affiancare all'ufficio tecnico. Si presenta un ragazzo, che l'anno prossimo si dovrà laureare, che alla mia domanda su quale linguaggio di programmazione lavorava di solito, anche per progetti personali o curiosità, ha risposto "nessuno, ho solo fatto gli esami all'università". Incalzato scopriamo che prima dell'università non è neanche un appassionato di informatica... e scegli di fare ingegneria? Non dico che uno laureato sia meglio/peggio degli altri... ma come puoi proporti come informatico se non hai mai fatto nulla al di fuori di quello che sei stato obbligato a fare a scuola? Mi risulta difficile da capire...
Beh, utile a spolverare i server :D
drupal non è proprio il top della semplicità...
Uno dei tanti motivi per cui Wordpress ha preso piede :ciapet:
appunto: scimmiette allenate a buzzwords :D
Beh se consideriamo che il digital marketing riesce a condizionare il consumatore finale (in qualasiasi settore o quasi), qualche domanda sulla sua utilità (o sulla logica del consumatore) io me la farei...
Uno dei tanti motivi per cui Wordpress ha preso piede :ciapet: in effetti un sito WP si fa con ok, avanti avanti avanti ok, conferma, ok, fine.
Beh se consideriamo che il digital marketing riesce a condizionare il consumatore finale (in qualasiasi settore o quasi), qualche domanda sulla sua utilità (o sulla logica del consumatore) io me la farei...
più che altro io le domande me le faccio sulle scimmiette-consumatori, ma ancora di più sulle scimmiette-elettori.
E la cosa preoccupa non poco.
in effetti un sito WP si fa con ok, avanti avanti avanti ok, conferma, ok, fine.
Non direi, ora lo trovi pure preinstallato quindi non consumi nemmeno click :fagiano:
più che altro io le domande me le faccio sulle scimmiette-consumatori, ma ancora di più sulle scimmiette-elettori.
E la cosa preoccupa non poco.
Eh però così mi istighi a parlare di politica e big data, nononono non ci casco :asd:
Non direi, ora lo trovi pure preinstallato quindi non consumi nemmeno click :fagiano:
eh, ma prova a configurarlo o aggiornarlo... WP clicchi, drupal devi smanettare almeno un po'...
lo dico per esperienza diretta :p
Eh però così mi istighi a parlare di politica e big data, nononono non ci casco :asd:
beh, big data sono pure vietati?:confused:
eh, ma prova a configurarlo o aggiornarlo... WP clicchi, drupal devi smanettare almeno un po'...
lo dico per esperienza diretta :p
Assolutamente, anche se Wordpress potrebbe avere problemi durante gli aggiornamenti.
beh, big data sono pure vietati?:confused:
No, però se inizio a postare certi dati che portano a certe conclusioni che hanno dei risvolti politici si arriva al flame in 3 post.
Giovanni Caluri
08-12-2018, 15:56
Ho cominciato a programmare nel 1968 (Dartmouth Basic) passando alle simulazioni in Fortran e "scendendo" ai linguaggi macchina di elaboratori privi di Sistema Operativo fino ad essere nella necessità di programmare in binario (macchine con 32KB di RAM costruiti con i nuclei di ferrite. ed usando gli assembler di ciascun processore.
Mi sono autocostruito il mio primo Apple][ ho imparato il CP/M poi RT11 ed infine il DOS (non ancora "MS" ) con i primi PC IBM, passando per la trafila della macchine PDP e VAX Digital, un po' di Unix, ho fatto il beta-tester di Win95 (lunga eh la strada?)
Il mio PC è comunque un'estensione delle mie capacità (di memoria, di calcolo, di riordino dati). Ma non potrà mai contenere la mia esperienza, cognitività e ancor meno la mia manualità
Vedo adesso i ragazzini di cui parlate (ho due nipotine dai pollici veloci) e ho imparato a vedere le differenze tra essi: Netta differenza tra coloro che pensano e sanno cosa c'è dietro allo schermo e quelli che si fermano ai pollici.
Disgraziatamente (per la società) la percentuale dei primi è dannatamente bassa
I secondi sono gli analfabeti dell'informatica (quasi letteralmente: fate loro scrivere con una penna su un foglio bianco e guardate la loro grafia).
molti di essi non sapranno neppure capire perché vengono respinti.
A volte serve più saper piantare bene un chiodo e sapere la differenza tra un tassello ed un un chiodo murato.
Semplicemente l'Italia non e' attraente per chi voglia costruirsi una carriera in ambito IT e gli stipendi sono molti bassi rispetto all'estero, perché rimanere? Molto spesso le aziende sono le prime a non avere idea di quello di cui hanno bisogno.
fracama87
10-12-2018, 00:56
Ho cominciato a programmare nel 1968 (Dartmouth Basic) passando alle simulazioni in Fortran e "scendendo" ai linguaggi macchina di elaboratori privi di Sistema Operativo fino ad essere nella necessità di programmare in binario (macchine con 32KB di RAM costruiti con i nuclei di ferrite. ed usando gli assembler di ciascun processore.
Mi sono autocostruito il mio primo Apple][ ho imparato il CP/M poi RT11 ed infine il DOS (non ancora "MS" ) con i primi PC IBM, passando per la trafila della macchine PDP e VAX Digital, un po' di Unix, ho fatto il beta-tester di Win95 (lunga eh la strada?)
Il mio PC è comunque un'estensione delle mie capacità (di memoria, di calcolo, di riordino dati). Ma non potrà mai contenere la mia esperienza, cognitività e ancor meno la mia manualità
Vedo adesso i ragazzini di cui parlate (ho due nipotine dai pollici veloci) e ho imparato a vedere le differenze tra essi: Netta differenza tra coloro che pensano e sanno cosa c'è dietro allo schermo e quelli che si fermano ai pollici.
Disgraziatamente (per la società) la percentuale dei primi è dannatamente bassa
I secondi sono gli analfabeti dell'informatica (quasi letteralmente: fate loro scrivere con una penna su un foglio bianco e guardate la loro grafia).
molti di essi non sapranno neppure capire perché vengono respinti.
A volte serve più saper piantare bene un chiodo e sapere la differenza tra un tassello ed un un chiodo murato.
Molti anni meno (di vita e di esperienza) e non sono un programmatore (ma un po' so leggere il codice), ma partendo con il trovare il modo di usare il pc di mia sorella (installando linux e passando dal fare anche qualche guaio) in poi ho sempre smanettato con il PC da solo.
La passione mi è venuta così.
Oggi su uno smartphone puoi fare quasi nulla, soprattutto iOS, ma anche Android è lì, a meno che non lo sblocchi e fai il root (ma perdi la garanzia e diverse app non vanno) e anche windows 10 va nella stessa direzione.
E se hai un problema è molto più facile che vai in assistenza... perchè gli strumenti sono più nascosti. :muro:
E si vanno tutti in quella direzione perchè il modo di fare soldi è vendendo le app. Ma sono pochi quelli che apprezzano le app di windows 10 su un portatile. :rolleyes: :muro: :muro: :muro:
redeagle
10-12-2018, 07:50
Io ho sempre reputato la definizione "nativi digitali" come fuorviante; credo che i VERI nativi digitali siamo noi nati negli anni 70 o al massimo primi anni 80, che abbiamo visto praticamente la nascita e l'evolversi dell'intrattenimento elettronico, che con l'affermarsi del PC come piattaforma di gaming abbiamo dovuto sbatterci per far funzionare i giochi combattendo con i gestori di memoria per non dover scegliere se montare i driver della scheda audio o quelli del mouse, e ci assemblavamo i computer da soli.
Io a 24 anni appena ho deciso di lasciare gli studi (non combinavo nulla), con uno schiocco di dita ho trovato lavoro come sistemista junior, complice anche il periodo d'oro del mercato fra il '99 e il 2000 ma grazie soprattutto alla grande esperienza "da smanettone"... Per me non era un lavoro, era un divertimento e mi pagavano per imparare.
Se potessi tornare indietro rifarei tutto esattamente come ho fatto in quegli anni.
megamitch
10-12-2018, 14:22
Qui però state semplificando, l'informatica non è fatta solo di gente che sviluppa del codice.
Io lavoro nel campo della analisi delle prestazioni dei sistemi informatici da circa 10 anni (monitoraggio, test) ma non sono uno sviluppatore, anzi proprio non mi piace la programmazione. Configuro strumenti, ogni tanto scrivo qualche linea di codice ma finisce li. E come me siamo in tanti.
Nel mio tempo libero faccio altro.
Semplicemente l'Italia non e' attraente per chi voglia costruirsi una carriera in ambito IT e gli stipendi sono molti bassi rispetto all'estero, perché rimanere? Molto spesso le aziende sono le prime a non avere idea di quello di cui hanno bisogno.
Hai beccato il punto fondamentale: la laurea in informatica presa alla statale di milano è servita quasi esclusivamente oltre-alpi (almeno per le realtà che conosco bene, Monaco di baviera ed Edimburgo, se non hai una laurea in qualche settore ti rimane solo il classico lavoretto mediocre e a basso reddito); la mia specializzazione base sono i database medio-piccoli normalizzati in bcnf e altre applicazioni che puntano sull'efficienza delle risorse (e qua se non hai fatto, o non fatto bene algoritmi e strutture dati da 18 o minimo 12 crediti ti attacchi). Molti soldi li si fanno comunque anche in Italia ma però con lavorettini-ini-ini (rispetto all'estero, in italia la cultura informatica è semplicemente penosa, ovviamente incluse la maggior parte delle aziende) prevalentemente di assistenza a 360 gradi (affrontabile ovviamente da chi oltre alla laurea era partito anche con la passione).
Tengo anche dei corsi su un uso consapevole di windows (ma questo già quando ero pischello e usavo winxp senza alcun anti-malware/virus residente ma solo con implementazioni win, minuscole e free, dei soliti su/sudo e soci).
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