RAEL70
05-12-2018, 16:44
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L'americano Jerome Bixby è stato un valido scrittore di Fantascienza nonché un apprezzato sceneggiatore per le serie televisive di "Ai confini della realtà" e "Star Trek".
"The Man From Earth", l'ultima sua sceneggiatura completata poco prima di morire, appassionò talmente tanto il regista Schenkman da convincerlo a tramutarla in opera cinematografica.
La messa in scena è quanto di più semplice si possa concepire: una sola stanza e otto personaggi che dialogano tra loro.
Ci si attenderebbe un film paurosamente noioso, privo di qualsiasi fascino, lento, senza alcun colpo di scena, senza nessuna tensione...
Bixby però sapeva fare bene il suo mestiere e mai come in questo caso la sceneggiatura è solida, coerente, logicamente corretta e per questo decisamente appassionante.
Escludendo il settore tecnico (interpretazione, regia, fotografia, sonoro, costumi, sfx, scenografie), un film sostanzialmente si basa su tre fattori fondamentali: la sceneggiatura, la messa in scena, la trama.
La prima indica la struttura, la seconda la prospettiva, la terza la narrazione: apparentemente sembrano tre concetti molto simili tra loro e invece sono alquanto distanti.
Facciamo un esempio banale:
-Sceneggiatura, due uomini sono seduti ad un tavolo uno di fronte all'altro;
-Messa in scena (regia), come riprenderli? Dall'alto, in soggettiva, da lontano, alternando campo e controcampo, usando un terzo punto di vista (come se ci fosse un altro soggetto a spiarli)?
-Trama, perché sono lì, che relazione c'è tra di loro, cosa si devono dire?
In "The Man From Earth" queste tre caratteristiche vengono esaltate in maniera decisamente azzeccata dimostrando come un film totalmente privo di azione e di sfx riesce a tenere viva l'attenzione dello spettatore fino all'ultimo minuto.
Trama:
John Oldman è un professore universitario di Storia di circa 45 anni che si appresta a traslocare cambiando Università e stato.
I suoi più intimi colleghi (un antropologo, l'assistente di John, una studiosa della religione cristiana, un archeologo e una sua allieva e un biologo) passano a trovarlo per fargli una sorpresa e, soprattutto, per capire il motivo di questa sua improvvisa scelta di vita.
Oldman non ha figli, non è sposato, è stimato dai colleghi e amato dagli allievi, perché mai vuole andarsene in modo così repentino?
I primi tentativi di farlo sbottonare falliscono ma i colleghi non demordono: deve per forza esserci un motivo per cui lui vuole andare via.
Finalmente John si convince che, probabilmente, la migliore cosa da fare è rivelare tutto anche perché i suoi colleghi non meritano di rimanere all'oscuro di tutto.
Da qui inizia realmente il film che, concretamente, durerà dal pomeriggio alla notte, 4-5 ore al termine delle quali niente sarà più come prima, per nessuno, neanche per lo spettatore.
Trailer (https://youtu.be/w01A_70hifM)
P.S. Se non volete rovinarvi la sorpresa evitate di fare ricerche in Rete.
L'americano Jerome Bixby è stato un valido scrittore di Fantascienza nonché un apprezzato sceneggiatore per le serie televisive di "Ai confini della realtà" e "Star Trek".
"The Man From Earth", l'ultima sua sceneggiatura completata poco prima di morire, appassionò talmente tanto il regista Schenkman da convincerlo a tramutarla in opera cinematografica.
La messa in scena è quanto di più semplice si possa concepire: una sola stanza e otto personaggi che dialogano tra loro.
Ci si attenderebbe un film paurosamente noioso, privo di qualsiasi fascino, lento, senza alcun colpo di scena, senza nessuna tensione...
Bixby però sapeva fare bene il suo mestiere e mai come in questo caso la sceneggiatura è solida, coerente, logicamente corretta e per questo decisamente appassionante.
Escludendo il settore tecnico (interpretazione, regia, fotografia, sonoro, costumi, sfx, scenografie), un film sostanzialmente si basa su tre fattori fondamentali: la sceneggiatura, la messa in scena, la trama.
La prima indica la struttura, la seconda la prospettiva, la terza la narrazione: apparentemente sembrano tre concetti molto simili tra loro e invece sono alquanto distanti.
Facciamo un esempio banale:
-Sceneggiatura, due uomini sono seduti ad un tavolo uno di fronte all'altro;
-Messa in scena (regia), come riprenderli? Dall'alto, in soggettiva, da lontano, alternando campo e controcampo, usando un terzo punto di vista (come se ci fosse un altro soggetto a spiarli)?
-Trama, perché sono lì, che relazione c'è tra di loro, cosa si devono dire?
In "The Man From Earth" queste tre caratteristiche vengono esaltate in maniera decisamente azzeccata dimostrando come un film totalmente privo di azione e di sfx riesce a tenere viva l'attenzione dello spettatore fino all'ultimo minuto.
Trama:
John Oldman è un professore universitario di Storia di circa 45 anni che si appresta a traslocare cambiando Università e stato.
I suoi più intimi colleghi (un antropologo, l'assistente di John, una studiosa della religione cristiana, un archeologo e una sua allieva e un biologo) passano a trovarlo per fargli una sorpresa e, soprattutto, per capire il motivo di questa sua improvvisa scelta di vita.
Oldman non ha figli, non è sposato, è stimato dai colleghi e amato dagli allievi, perché mai vuole andarsene in modo così repentino?
I primi tentativi di farlo sbottonare falliscono ma i colleghi non demordono: deve per forza esserci un motivo per cui lui vuole andare via.
Finalmente John si convince che, probabilmente, la migliore cosa da fare è rivelare tutto anche perché i suoi colleghi non meritano di rimanere all'oscuro di tutto.
Da qui inizia realmente il film che, concretamente, durerà dal pomeriggio alla notte, 4-5 ore al termine delle quali niente sarà più come prima, per nessuno, neanche per lo spettatore.
Trailer (https://youtu.be/w01A_70hifM)
P.S. Se non volete rovinarvi la sorpresa evitate di fare ricerche in Rete.