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View Full Version : MegaRide, la startup italiana per lo studio dei pneumatici, premiata al Tire Technology Expo


Redazione di Hardware Upg
07-03-2018, 09:41
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/megaride-la-startup-italiana-per-lo-studio-dei-pneumatici-premiata-al-tire-technology-expo_74598.html

Premiata insieme a nomi importanti come Pirelli e Goodyear, i quali hanno primeggiato in altre categorie, MegaRide ha ricevuto questo riconoscimento precisamente per i loro strumenti di simulazione del funzionamento dei pneumatici thermoRIDE e adheRIDE utilizzati in ambito racing da partner come Ducati ed Audi

Click sul link per visualizzare la notizia.

emanuele83
07-03-2018, 10:00
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/web/megaride-la-startup-italiana-per-lo-studio-dei-pneumatici-premiata-al-tire-technology-expo_74598.html

Premiata insieme a nomi importanti come Pirelli e Goodyear, i quali hanno primeggiato in altre categorie, MegaRide ha ricevuto questo riconoscimento precisamente per i loro strumenti di simulazione del funzionamento dei pneumatici thermoRIDE e adheRIDE utilizzati in ambito racing da partner come Ducati ed Audi

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DEGLI pneumatici! fottesega se anche su "la Repubblica (http://www.repubblica.it/motori/sezioni/sicurezza/2018/03/06/news/sorpresa_il_pneumatico_diventa_interattivo_con_l_auto-190583228/?ref=RHPF-VM-I0-C6-P2-S2.2-T1)"
ormai scrive gente che alle medie avrebbe preso 4 in un tema, ma Pneumatici va scritto con GLI e LO.

thresher3253
07-03-2018, 10:12
DEGLI pneumatici! fottesega se anche su "la Repubblica (http://www.repubblica.it/motori/sezioni/sicurezza/2018/03/06/news/sorpresa_il_pneumatico_diventa_interattivo_con_l_auto-190583228/?ref=RHPF-VM-I0-C6-P2-S2.2-T1)"
ormai scrive gente che alle medie avrebbe preso 4 in un tema, ma Pneumatici va scritto con GLI e LO.

Studi meglio e ritorni al prossimo appello.
Cioè secondo i grammatici si dovrebbe dire 'lo pneumatico, dello pneumatico, gli pneumatici, degli pneumatici, ...', ma nell'uso comune prevalgono le forme (altrettanto corrette) 'il pneumatico, del pneumatico, i pneumatici, dei pneumatici, ...'

Verro
07-03-2018, 11:11
Studi meglio e ritorni al prossimo appello.

Godo quando i grammar-nazi fanno le figure di merda. Gente che non vede l'ora di trovare errori e rimarcarli, fottesega dell'articolo, del contenuto, o che abbiamo scoperto la cura per il cancro. Basta sottolineare un errore che, in questo caso, nemmeno c'è. Bum. 1 a 0.

emanuele83
07-03-2018, 12:09
Studi meglio e ritorni al prossimo appello.

l'uso comune NON è l'uso scritto.

Nell'uso comune si usa l'imperfetto al posto del congiuntivo nel periodo ipotetico (sbagliato), ma non mi pare (ancora) di avere visto scritto un articolo di Scalfari (Gramellini, Feltri, Augias o chi per essi) con un imperfetto.
Nell'uso comune si usa anche "a me mi" e "ma però", a dirla tutta. Potete crogiolarvi nella beata ignoranza per quanto mi riguarda.

thresher3253
07-03-2018, 12:15
Lo Zanichelli ritiene corretto l'utilizzo de il pneumatico, così come anche la Crusca, lo pneumatico e il pneumatico sono forme entrambe corrette. Ergo abbi almeno la decenza di tacere.

Epoc_MDM
07-03-2018, 13:45
Lo Zanichelli ritiene corretto l'utilizzo de il pneumatico, così come anche la Crusca, lo pneumatico e il pneumatico sono forme entrambe corrette. Ergo abbi almeno la decenza di tacere.

Il pneumatico / lo pneumatico

Per quel che riguarda l'uso dell'articolo (e quindi della preposizione articolata) col sostantivo pneumatico, si può dire che l'alternanza degli articoli il/lo e un/uno (e naturalmente dei plurali corrispondenti i/gli, dei/degli) corrispondono i primi a un registro più familiare, mentre i secondi appartengono ad un uso più sorvegliato della nostra lingua. Niente quindi vieta di usare gli uni o gli altri anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme lo pneumatico, uno pneumatico, gli pneumatici, degli pneumatici.

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/pneumatico-pneumatico

Tutti i torti non li ha.

Avatar0
07-03-2018, 13:56
Esiste solo una forma corretta ed è quella che segue le regole grammaticali.

Si dice lo pneumatico, tutto il resto è imbastardimento della lingua.

Tra un secolo, e una letteratura sufficiente a riguardo, forse si potrà riscrivere le regole della grammatica; per ora è e rimane sbagliato.

Peraltro lo pneumatico a me suona molto meglio di il pneumatico e vale anche per il plurale.
Non parliamo poi di un pneumatico che è ancora peggio.

thresher3253
07-03-2018, 13:58
Il pneumatico / lo pneumatico

Per quel che riguarda l'uso dell'articolo (e quindi della preposizione articolata) col sostantivo pneumatico, si può dire che l'alternanza degli articoli il/lo e un/uno (e naturalmente dei plurali corrispondenti i/gli, dei/degli) corrispondono i primi a un registro più familiare, mentre i secondi appartengono ad un uso più sorvegliato della nostra lingua. Niente quindi vieta di usare gli uni o gli altri anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme lo pneumatico, uno pneumatico, gli pneumatici, degli pneumatici.

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/pneumatico-pneumatico

Tutti i torti non li ha.

Esiste solo una forma corretta ed è quella che segue le regole grammaticali.

Si dice lo pneumatico, tutto il resto è imbastardimento della lingua.

Tra un secolo, e una letteratura sufficiente a riguardo, forse si potrà riscrivere le regole della grammatica; per ora è e rimane sbagliato.

Peraltro lo pneumatico a me suona molto meglio di il pneumatico e vale anche per il plurale.
...ssssi, anche per me lo pneumatico suona più corretto e scorrevole di il pneumatico. Però ciò non toglie che entrambe le forme siano corrette, quindi chiudiamo qui l'OT e smettiamola di fare i grammar nazi.
Oltretutto, dal quote qui sopra:
si ritiene che siano più indicate

emanuele83
07-03-2018, 15:32
...ssssi, anche per me lo pneumatico suona più corretto e scorrevole di il pneumatico. Però ciò non toglie che entrambe le forme siano corrette, quindi chiudiamo qui l'OT e smettiamola di fare i grammar nazi.
Oltretutto, dal quote qui sopra:

Mia nonna, dall'alto della sua terza elementare dice IL zio e I zii. Ma qui siamo su una testata giornalistica (iscritta all'albo, poco importa che continui a violare il codice deontologico ad ogni pubblicità "in collaborazione con" che spacciano per notizia) per cui vale la regola del buon italiano.

thresher3253
07-03-2018, 15:40
Mia nonna, dall'alto della sua terza elementare dice IL zio e I zii. Ma qui siamo su una testata giornalistica (iscritta all'albo, poco importa che continui a violare il codice deontologico ad ogni pubblicità "in collaborazione con" che spacciano per notizia) per cui vale la regola del buon italiano.

...italiano che consente l'utilizzo di lo e il per la parola pneumatico. IL pneumotorace viene usato anche negli atlanti di anatomia e nei paper italiani eh. Crederò di più al Netter, alla Treccani e allo Zanichelli piuttosto che alla parola di emanuele83 su un forum.

emanuele83
07-03-2018, 18:17
...ssssi, anche per me lo pneumatico suona più corretto e scorrevole di il pneumatico. Però ciò non toglie che entrambe le forme siano corrette, quindi chiudiamo qui l'OT e smettiamola di fare i grammar nazi.
Oltretutto, dal quote qui sopra:

...italiano che consente l'utilizzo di lo e il per la parola pneumatico. IL pneumotorace viene usato anche negli atlanti di anatomia e nei paper italiani eh. Crederò di più al Netter, alla Treccani e allo Zanichelli piuttosto che alla parola di emanuele83 su un forum.

anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme lo pneumatico, uno pneumatico, gli pneumatici, degli pneumatici.


tatuatelo scritto al contrario sulla fronte così lo leggi ogni volta che ti guardi allo specchio

vittorio2
07-03-2018, 18:22
confesso che seguendo questa discussione mi sono scoppiati tutti e 4 ***/* pneumatici

globi
07-03-2018, 19:36
Cento anni fa la lingua era diversa da oggi.

calabar
08-03-2018, 00:36
Oddio, più di una pagina di commenti su questa cosa!
E io che ho pensato: ok, è una di quelle notizie un po' acchiappaclick, però potrebbero essere interessanti i commenti su questa startup italiana. E invece... :asd:

@emanuele83
La frase che riporti dice "si ritiene che sia più indicato", non esprime quindi obbligo ma una vaga preferenza.

Pur conoscendo la questione, per quanto mi riguarda ritengo la forma con il/i più scorrevole nel parlato e tendo ad evitare quella con lo/gli.

Negli ultimi anni seguendo l'automobilismo e il motociclismo mi stappano un sorriso i telecronisti che si annodano la lingua pur di pronunciare la forma con lo/gli, proprio non ce la fanno!
L'idea che danno è di aver scoperto di recente che si tratta della forma "corretta" (non metto a caso le virgolette) e quindi cercano di apparire più colti con il pessimo risultato di non riuscire a pronunciarlo bene.

giuliop
09-03-2018, 00:08
"il/i/un" sono errori ripetuti così spesso che sono entrati, ahimé, nella lingua: sono riconosciuti perché la gente li usa, non perché abbiano alcunché di "corretto".
Una testata giornalistica che si rispetti dovrebbe scrivere in un italiano colto e usare "lo/gli/uno", ma, si sa, questa purtroppo è lungi dall'esserlo: dagli strafalcioni alle traduzioni raffazzonate quotidiani, fino all'allergia verso - persino - il correttore ortografico, l'impressione di totale sciatteria è assicurata.

calabar
10-03-2018, 18:27
"il/i/un" sono errori ripetuti così spesso che sono entrati, ahimé, nella lingua: sono riconosciuti perché la gente li usa, non perché abbiano alcunché di "corretto".
In realtà questo è esattamente il modo in cui si evolve una lingua, quindi non ci vedo assolutamente nulla di male.

Quello che non dovrebbe fare una testata giornalistica che si rispetti è invece il processo contrario, ossia quello di diffondere termini (spesso errati o cacofonici) che qualcuno si è inventato facendoli così diventare d'uso comune.
Questa pratica, diventata purtroppo ormai piuttosto comune, sta portando alla diffusione di un italiano di pessima qualità (e di parole di cui non si sentiva la mancanza), tanto da dare l'impressione che si utilizzi la visibilità che una testata da per diffondere le proprie invenzioni linguistiche come in un processo di autogratificazione.

giuliop
10-03-2018, 22:56
In realtà questo è esattamente il modo in cui si evolve una lingua, quindi non ci vedo assolutamente nulla di male.

Certo: ciò non toglie che questi siano originariamente errori che poi sono entrati nell'uso comune, che successivamente sono passati ad essere tollerati e infine ad essere accettati ed inclusi nei dizionari. Quest'uso dell'italiano non è colto (non sto esprimendo giudizi personali, è il dizionario che fa questa distinzione): conseguentemente ad una persona colta l'utilizzo di queste forme originariamente errate dà necessariamente impressione d'ignoranza (non nel significato offensivo).


Quello che non dovrebbe fare una testata giornalistica che si rispetti è invece il processo contrario, ossia quello di diffondere termini (spesso errati o cacofonici) che qualcuno si è inventato facendoli così diventare d'uso comune.

Questo è incoerente con quello che dici sopra. Se non ci vedi niente di male nel primo caso, non c'è niente di male anche in questo, perché anche questo è il modo in cui evolve la lingua, ed è anzi esattamente quello che si è verificato nel caso di "pneumatico/i": si parte sempre da errori che, se sufficientemente diffusi, seguiranno esattamente lo stesso processo di cui sopra.


Questa pratica, diventata purtroppo ormai piuttosto comune, sta portando alla diffusione di un italiano di pessima qualità

La stessa cosa, perfettamente identica, si può dire per il discorso degli pneumatici.
Tutto dipende dal punto di vista: quello prescrittivo detta le regole, quello descrittivo si limita a descrivere l'uso della lingua, e quindi accetta anche questi errori. Personalmente non sono contro la grammatica descrittiva, ma sono dell'idea che - come dici tu - se ci sono parole (e regole) vanno rispettate. Però questo deve valere per tutto, altrimenti stai facendo distinzioni arbitrarie, quindi casuali.

tanto da dare l'impressione che si utilizzi la visibilità che una testata da per diffondere le proprie invenzioni linguistiche come in un processo di autogratificazione.

A me (purtroppo) sembra sempre e solo sciatteria.

calabar
11-03-2018, 22:33
Questo è incoerente con quello che dici sopra.
Niente affatto. Sono due processi diametralmente opposti, uno è un processo dal basso, l'altro è un processo dall'alto. E trovo che solo il primo sia un modo sano di evolvere la lingua.
Il problema del processo dall'alto è che mentre in passato i mezzi di comunicazione di massa erano in mano a professionisti competenti (in linea di massima, ovviamente), oggi Internet ha dato voce a tutti. La conseguenza è che ci si trova di fronte a persone ignoranti che usano questi mezzi per stuprare il linguaggio, talvolta per ignoranza, talvolta per riconoscimento personale.

PS: francamente trovo che l'uso di il/i per pneumatico/i non sia ne derivato da ignoranza ne un peggioramento della lingua. Trovo anzi sia migliorativo sul lato fonetico.
Del resto in Italiano non ha neppure senso dire che ci sono le regole e vanno rispettare: come sappiamo è una lingua piena di eccezioni.

giuliop
11-03-2018, 23:22
Niente affatto. Sono due processi diametralmente opposti, uno è un processo dal basso, l'altro è un processo dall'alto.

No, sono entrambi peggiorativi, e lo sono esattamente allo stesso modo: vedi sotto.


PS: francamente trovo che l'uso di il/i per pneumatico/i non sia ne derivato da ignoranza ne un peggioramento della lingua. Trovo anzi sia migliorativo sul lato fonetico.

Il fatto è che è indiscutibilmente un peggioramento.

Primo perché la regole sull'uso degli articoli esistono (1 (http://www.treccani.it/enciclopedia/articoli-indeterminativi_(La-grammatica-italiana)/), 2 (http://www.treccani.it/enciclopedia/articoli-determinativi_(La-grammatica-italiana)/)) e dicono che con il gruppo consonantico "pn" (così come anche "ps" e gn") gli articoli sono per l'appunto "uno/lo/gli".

Secondo perché non sono regole casuali: il motivo per cui esistono è proprio per creare eufonia (ed evitare quindi cacofonia, ovvero proprio "peggioramento fonetico").
Solo nel caso di "i/gli" abbiamo infatti sostanzialmente equivalenza eufonica nella pronuncia, perché il gruppo consonantico "pn" è preceduto da una vocale in entrambi i casi.
Nel caso invece di "un" e "il" seguiti direttamente da "pn" si creano gruppi consonantici inesistenti nella lingua italiana ("npn" e "lpn") e di sicura maggiore difficoltà di pronuncia rispetto a "opn", nel caso dell'uso corretto di "lo/uno" (e fra l'altro è il motivo per cui è estremamente improbabile che i giornalisti che citi sopra abbiano maggiore difficoltà di pronuncia usando gli articoli corretti).
Lo stesso vale per i gruppi "ps" e "gn", casi in cui i gruppi consonantici "nps", "ngn", "lps" e "lgn" sono innegabilmente cacofonici: per fortuna "un psicologo/un gnocco" e "il psicologo/il gnocco" sono considerate ancora delle aberrazioni linguistiche (anche se c'è sicuramente chi le usa), e dubito fortemente che tu possa affermare in tutta onestà che suonino meglio delle forme corrette.


Del resto in Italiano non ha neppure senso dire che ci sono le regole e vanno rispettare: come sappiamo è una lingua piena di eccezioni.

Le eccezioni sono delle regole, e praticamente esistono in tutte le lingue, a meno che queste non siano state progettate a tavolino. Ma se non ha senso dire che le regole vadano rispettate, allora qualsiasi cosa è concessa: spero proprio che ti renda conto che è questo che non ha senso dire.

calabar
13-03-2018, 00:38
No, sono entrambi peggiorativi, e lo sono esattamente allo stesso modo: vedi sotto.
Sono entrambi peggiorativi solo se consideri peggiorativo il cambiamento. Il cambiamento è parte essenziale dei linguaggi e non lo considero peggiorativo in assoluto.
Ad ogni modo non ha senso classificare due processi sulla base della qualità dei risultati: sono due processi diametralmente opposti.

Il fatto è che è indiscutibilmente un peggioramento.
A mio parere, ripeto, non è affatto un peggioramento, quindi direi che è discutibile.

Secondo perché non sono regole casuali: il motivo per cui esistono è proprio per creare eufonia (ed evitare quindi cacofonia, ovvero proprio "peggioramento fonetico").
È per questo che esistono le eccezioni, non sempre seguire la regola porta a risultati eufonici. Quello del/dello pneumatico è IMHO uno di questi casi, ed è piuttosto evidente.

Ma se non ha senso dire che le regole vadano rispettate, allora qualsiasi cosa è concessa: spero proprio che ti renda conto che è questo che non ha senso dire.
Credo che manchi un "non" alla prima frase. Ad ogni modo non è quello che ho detto e spero non sia quello che tu creda io abbia detto.
Riesprimo il concetto: non si può erigere muri sostenendo che esistono le regole quando queste in diversi casi vengono violate. Evidentemente ci sono casi in cui le regole possono non essere rispettate, per diversi motivi.
Questo non significa che le regole non servano a nulla e non debbano essere rispettate.

Direi comunque che si è parlato un po' troppo di questo caso scatenato da un articolo al posto di un altro. Magari fossero solo di questo tenore gli errori che leggo negli articoli e nei commenti di questo forum.

aqua84
13-03-2018, 08:14
Ma del "CannaGate" dell'Isola Dei Fumosi ne avete già parlato?

Franz.b
13-03-2018, 11:46
Se si fosse scritto il titolo nel modo "più indicato" questa discussione verterebbe sul contento dell'articolo e non sulla sua forma. Solo questo mi sembra un buon motivo per il quale una testata seria dovrebbe fare attenzione a questi "dettagli".

giuliop
16-03-2018, 00:24
Sono entrambi peggiorativi solo se consideri peggiorativo il cambiamento. Il cambiamento è parte essenziale dei linguaggi e non lo considero peggiorativo in assoluto.

Nemmeno io: infatti considero il cambiamento peggiorativo se parte da errori, come in questo caso.


Ad ogni modo non ha senso classificare due processi sulla base della qualità dei risultati: sono due processi diametralmente opposti.

Il processo è lo stesso: si parte dal mancato rispetto delle regole e si arriva a forme non corrette.


A mio parere, ripeto, non è affatto un peggioramento, quindi direi che è discutibile.

Be', a questo punto è possibile, come ti facevo notare sopra, dire la stessa cosa riguardo a quello che tu consideri "italiano di pessima qualità": chi storpia le parole, le inventa, etc. può affermare che secondo lui non è un peggioramento ma è anzi proprio un miglioramento, e quindi che il cambiamento sia legittimo.

Senza considerare che un'affermazione come la tua diventa decisamente pericolosa: per esempio dalla Toscana in giù non è infrequente sentire pronunciare "tennico" al posto di "tecnico" (così come "pissicologo" al posto di "psicologo", etc.). Il "miglioramento" (ovvero la maggiore facilità di pronuncia) è innegabile proprio per le regole descritte nel mio precedente post, ma spero tu convenga che sentirlo - e soprattutto vederlo scritto - faccia rabbrividire chiunque non sia analfabeta.
Stessa cosa di potrebbe dire per l'ortografia. Per esempio la "z" nel gruppo "zio" in italiano è spesso geminata: per questo motivo si vedono spesso grossolani errori come "eccezzionale", o "polizziotto"; e benché queste due ortografie rispecchino esattamente la pronuncia - che fra l'altro in italiano non è così frequentemente, come erroneamente spesso si crede, corrispondente all'ortografia -, e potrebbero essere quindi considerate "migliorative", per le regole d'ortografia sono errori e devono essere considerati tali.


È per questo che esistono le eccezioni, non sempre seguire la regola porta a risultati eufonici. Quello del/dello pneumatico è IMHO uno di questi casi, ed è piuttosto evidente.

Questo sinceramente non capisco come tu faccia a ripeterlo, ti ho mostrato i gruppi consonantici a cui dà luogo quel cambiamento; secondo la fonotassi italiana sono "inammissibili" e quindi oggettivamente di più difficile pronuncia. Che poi tu, forse per abitudine, non abbia problemi a pronunciarli non è rilevante; per esempio è noto che nella lingua georgiana ci possano essere gruppi consonantici ridicolmente lunghi, che sicuramente i madrelingua non hanno problemi a pronunciare: ciò però non vuol dire che siano oggettivamente - ovvero fisicamente - facili da pronunciare.


Credo che manchi un "non" alla prima frase.


No, non manca. Credo che il problema sia nell'interpretazione non corretta del termine "eccezione": vedi sotto.


Ad ogni modo non è quello che ho detto e spero non sia quello che tu creda io abbia detto.
Riesprimo il concetto: non si può erigere muri sostenendo che esistono le regole quando queste in diversi casi vengono violate.

Quelle che si chiamano comunemente "eccezioni" sono regole grammaticali che valgono per casi particolari: l'eccezione è alla regola generale, sotto forma di regola particolare. Questo non vuol dire che puoi arbitrariamente cambiare le regole, o che "i muri" - per usare la tua metafora - eretti siano valicabili a piacimento.

Evidentemente ci sono casi in cui le regole possono non essere rispettate, per diversi motivi.

È la regola generale che non è rispettata, perché - per diversi motivi, come dici tu - è stata sostituita da una regola particolare. Ma sono *tutte* regole, e in quanto tali devono essere rispettate. Poi è chiaro, la "grammar police" non esiste e ognuno può parlare, e - ahimé - scrivere, come vuole; ma allora non ha più senso parlare della qualità dell'italiano.

Questo non significa che le regole non servano a nulla e non debbano essere rispettate.

Sinceramente a questo punto non hai un punto di riferimento oggettivo e non capisco dove ti fermi; perdonami ma l'impressione è che tu stia cadendo nella solita fallacia egocentrica per cui "casualmente" il tuo modo di parlare è proprio il più equilibrato e che quindi tutti gli errori che tu non commetti non siano ammissibili, mentre quelli che commetti diventino ammissibili e quindi non si possano definire più errori.


Direi comunque che si è parlato un po' troppo di questo caso scatenato da un articolo al posto di un altro. Magari fossero solo di questo tenore gli errori che leggo negli articoli e nei commenti di questo forum.

Per me (e sembra anche per altri) invece questo è un errore di entità rilevante.

giuliop
16-03-2018, 00:25
Se si fosse scritto il titolo nel modo "più indicato" questa discussione verterebbe sul contento dell'articolo e non sulla sua forma. Solo questo mi sembra un buon motivo per il quale una testata seria dovrebbe fare attenzione a questi "dettagli".

Ben detto! :)

calabar
21-03-2018, 23:49
@giuliop
Ritorno un po' in ritardo. Sebbene avessi scritto che già si era parlato troppo rispondo ad alcuni passaggi, visto che hai un po' alzato i toni della discussione.

Senza considerare che un'affermazione come la tua diventa decisamente pericolosa: per esempio dalla Toscana in giù...
Non stiamo parlando di forme dialettali o gergali, ma di forme comunemente usate in italiano.
Oltretutto stiamo parlando di una forma esistente da tempo e da tempo accettata come corretta.

Questo sinceramente non capisco come tu faccia a ripeterlo, ti ho mostrato i gruppi consonantici a cui dà luogo quel cambiamento; secondo la fonotassi italiana sono "inammissibili" e quindi oggettivamente di più difficile pronuncia. Che poi tu, forse per abitudine, non abbia problemi a pronunciarli non è rilevante;
Non lo dico per abitudine mia: la difficoltà è molto evidente praticamente da parte di chiunque (avevo giusto esordito con l'esempio dei telecronisti di GP/MotoGP e del modo in cui si intrecciava loro la lingua nel tentativo di pronunciarlo), evidentemente o la forma lo/gli è realmente più difficile da pronunciare, o è diventata ormai quasi una forma arcaica che a cui praticamente tutti si sono disabituati. E trovo entrambe buone motivazioni per poter usare senza vergogna la forma il/i.

No, non manca. Credo che il problema sia nell'interpretazione non corretta del termine "eccezione": vedi sotto.
Avevo solo letto di fretta, rileggendo ora che me lo fai notare è abbastanza chiaro. :)

Sinceramente a questo punto non hai un punto di riferimento oggettivo e non capisco dove ti fermi; perdonami ma l'impressione è che tu stia cadendo nella solita fallacia egocentrica per cui "casualmente" il tuo modo di parlare è proprio il più equilibrato e che quindi tutti gli errori che tu non commetti non siano ammissibili, mentre quelli che commetti diventino ammissibili e quindi non si possano definire più errori.
Secondo me il tuo ragionamento è fallace perchè non riconosce il mutamento della lingua. Hai deciso che la lingua è quella, che le regole non possono essere mutate e chi qualunque forma di mutazione è sbagliata. Io non sono d'accordo. Anche perchè quelle stesse regole che citi (eccezioni comprese) sono frutto dell'evoluzione della lingua.
La lingua muta e quello che giunge a noi è solo la sua forma in un dato momento. Noi nel nostro presente possiamo solo partecipare al mutamento con il nostro linguaggio, e quindi si, ha valore quello che consideriamo e non consideriamo ammissibile. E ad ufficializzarlo ci sono ovviamente persone linguisticamente competenti, come quelle che hanno già da tempo deciso di accettare la forma di cui stiamo discutendo.
Il processo di mutazione di una lingua è complesso e non lo si può imbrigliare nella semplice staticità delle regole come stai facendo, perchè questo significa aver dimenticato come la nostra lingua è arrivata fino a noi.

Il problema vero secondo me è il modo in cui oggi sta avvenendo il cambiamento, cioè attraverso i nuovi mezzi di diffusione dell'informazione per i quali ben diceva Umberto Eco.

Con questo però mi fermo davvero. ;)