View Full Version : Ubuntu 17.10.1 rilasciato senza driver Intel SPI che corrompe l'UEFI
Redazione di Hardware Upg
16-01-2018, 07:21
Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/sistemi-operativi/ubuntu-17101-rilasciato-senza-driver-intel-spi-che-corrompe-l-uefi_73537.html
La peculiare situazione creata da alcuni produttori che usano una versione non-standard dell'UEFI ha portato Ubuntu a corrompere l'UEFI su alcuni modelli. Una nuova versione del sistema operativo corregge (aggirandolo) il problema
Click sul link per visualizzare la notizia.
Ottima idea.
Ottimo standard.
Almeno sulla carta.
Poi si è lasciata libertà ai produttori di fare quel che gli pareva... ed i risultati si sono visti.
Una cosa così importante e fondamentale non può e non deve essere lasciata alla discrezionalità ed all' "estro" dei singoli produttori.
L'UEFI DEVE essere posto sono un'autorità di controllo che ne certifichi gli aspetti implementativi. E di conseguenza l'aderenza e la compatibilità allo standard stesso.
Altrimenti casi come questo si ripeteranno ciclicamente anche in futuro.
E magari la prossima volta potrebbe essere windows la vittima... con danni molto maggiori.
è figlio della stupida idea che "nuovo è meglio".
in realtà è ormai da anni che un prodotto più vecchio è sotto vari aspetti "migliore" di quello nuovo, il quale non apporta reali benefici tangibili.
Se si voleva migliorare la situazione che il boot con il BIOS determinava, con i limiti noti, si potevano scegliere molte strade.
Quella adottata invece, dato il grande potere dei colossi dell'informatica sul settore, cioè UEFI, è un parto degenere figlia del ben noto "Diritto proprietario".
Con la ormai condivisa scusa e giustificazione a livello planetario per "ammodernare" e combattere rootkit e altro, si è inventato un sistema farraginoso e pieno di falle, di fatto per impedire l'utilizzo di software "non gradito", non tanto perché "malevolo", ma più perché non deve "disturbare gli interessi dei manovratori".
Personalmente per me il problema nasce dal fatto che sia il BIOS che l'UEFI sono software (di tipo "firmware", se vogliamo) installabili, aggiornabili (e "inoculabili") con estrema facilità.
Ricordo con disgusto le tante banali risposte ad altrettante futili discussioni sul malfunzionamento di componenti hardware su vari forum in giro sul web, che si concludevano spesso con la solita domandina (da "Pierino"): "Hai aggiornato il BIOS"? Tale aggiornamento in effetti avrebbe risolto solo l'un per mille dei problemi.
Troppa facilità di modifica del BIOS.
In tempi più remoti, per aggiornare il BIOS (o "flasharlo", come scrivono i nuovi dotti creatori di neologismi), occorreva aprire il "case" del computer e commutare un microswitch nella opportuna posizione.
E bisognava utilizzare un FloppyDisk contenente software e applicazione di avvio.
Poi bisognava riportare il microswitch nella posizione "off" iniziale e si poteva sperare di avere il BIOS aggiornato al riavvio del sistema.
Troppo macchinoso per i "bulletti" del PC.
Meglio lanciare direttamente da Windows senza nessuna protezione hardware e magari beccarsi un malware (soluzione "molto" efficiente per i portatili).
E intanto, in entrambi i casi, cosa sarebbe successo se fosse mancata la alimentazione elettrica (e magari senza batteria)? Un grande casino, giacché poi il sistema non si sarebbe più potuto avviare, dato che non si sarebbe potuto ripetere l'aggiornamento, a causa del fatto evidente che nessuna periferica di "input" sarebbe stata riconosciuta.
Ecco allora tutti i vari video e forum su come sostituire "macchinosamente" il chip del BIOS con uno eguale e con la macchina alimentata.
Roba per equilibristi dell'elettronica.
Ma non sarebbe stato meglio fare in modo che almeno una periferica, quella del floppy, ad esempio, fosse stata stabilmente riconosciuta dal BIOS, tramite un chip dedicato, esclusivo, solo per far ripartire un floppy autopartente e ricaricare il BIOS senza problemi?
Troppo costoso? Troppo difficile?
No. Troppo autodafé senza problemi, cosa che non piace a chi governa lo scenario dell'informatica. Bisogna "sempre" prima o poi finire in un laboratorio, o nelle mani di un tecnico autorizzato, se si mette mano dentro al computer.
Analogamente per l'UEFI.
Ma intanto, perché non rendere pubblico il codice sorgente sia dei BIOS che dell'UEFI? Cos'è, c'è rischio che possa venire studiato e che vi si scoprano falle, utili per i famosi "malintenzionati" di cui spesso Microsoft fa cenno "preoccupata" (ma non dell'NSA), per inoculare codice malevolo?
Ma allora, ad esempio, siccome Linux ha un codice sorgente noto a chiunque lo voglia, come mai non si sono ancora attivati "milioni" di "malintenzionati" per bucare Linux e carpire i segreti degli utenti e delle aziende che lo usano? Senza parlare dei server?
Insomma, fintantoché certi software devono essere nelle mani dei soliti noti, dobbiamo tutti sottostare alle loro scelte ed alla politica dei "certificati" riconosciuti e validi.
Ma la politica dei " certificati" non è anch'essa figlia di un certo modo di scrivere i software per gli utenti? Come ad esempio i sistemi operativi?
Ovvero, siccome tutto l'"ambaradan" è partito 50 anni fa, con regole e criteri validi allora, è chiaro che oggi, dopo milioni di "patch" e "fix" tutto il sistema software è un enorme casino ingarbugliato a tal punto che bisogna ricorrere continuamente a criteri di autenticazione fra i più assurdi e macchinosi, oltre che segreti e nelle mani di pochi, sempre coloro che continuano a dettare le regole, a monte delle quali c'è però sempre e soprattutto, per chi non l'avesse capito (o facesse finta di non capire), la priorità assoluta del "Diritto proprietario".
Bene, a questo punto io comincerei a spazzare via tutto ciò che è stato fatto finora, chiamerei tutti i programmatori seri e competenti a spogliarsi della filosofia con la quale sono stati cresciuti e alimentati, e rimboccandoci le maniche ripartirei da zero a riscrivere daccapo tutto il sistema di software "portante" necessario a rifondare su basi diverse l'informatica nella parte applicativa e dei sistemi operativi.
Magari cercando una volta per tutte di limitare i concetti del "Diritto proprietario" sulle applicazioni, e non sui sistemi operativi, o perlomeno sui "kernel" di questi, in modo da avere codice aperto e trasparente.
E riversare questo standard di operare anche sui sistemi di avvio, di boot diretto dell'hardware delle macchine odierne.
Allo stesso modo definirei uno standard per governare la babele dei driver per l'hardware, e chiederei codice aperto anche per questi.
E chiederei codice aperto e controllabile anche per i firmware di ogni chip, compresa la CPU e la GPU.
Secondo me, questa sarebbe la strada migliore.
Coraggiosa, sì, faticosa, ma pronta a prepararsi ad un futuro in cui non si possa correre il rischio che con poche righe di codice un "malintenzionato" possa creare i prossimi "millennium" e "planetarium" crash di tutti i sistemi con la stessa facilità con la quale può farlo adesso.
cdimauro
17-01-2018, 05:42
Ne avete già sparlato nella notizia della corruzione del firmware a causa dell'implementazione errata, avete avuto le vostre risposte, ma puntualmente ritrovo gli stessi personaggi che, anziché approfondire quanto gli è stato detto e cercare di capire perché l'UEFI è stato creato e quali vantaggi ha portato, tornano nuovamente a ripetere esattamente le stesse cose, come un disco rotto.
Non c'è proprio speranza che i tuttologi internettiani possano apprendere finalmente qualcosa. Purtroppo l'ignoranza continua ad andare di moda...
jepessen
17-01-2018, 08:31
...cut...
Qua si fa sempre il solito errore, non considerando il software un prodotto industriale rispetto ad altri, per il semplice fatto che si tratta di puro software invece che di hardware.
Perche' mai le aziende che forniscono software dovrebbero essere costrette a rilasciare il loro codice sorgente, oppure ad effettuare una rivoluzione di software ilbero? Sono loro prodotti, sviluppati da loro, e posso anche capire le scelte aziendali che non distribuiscono il codice corrispondente. Molte aziende rilasciano il software che producono con licenza open source, e' vero, ma sono aziende che 1) campano su licenze proprietarie a pagamento con feature aggiuntive e testate dalla comunita' open source, o 2) fatturano sui servizi e assistenza che danno a chi utilizza il software. C'e' sempre un riscontro economico, e se la filosofia dell'azienda si basa sul vendere il software, dimostrare come sia controproducente permettere agli altri di compilare il codice e' lasciato come esercizio al lettore.
Quando compri una macchina per caso ci sono anche i progetti? I file CAD della scocca e cosi' via? Quando compri un televisore c'e' il progetto della scheda elettronica?
No, e la cosa li' e' perfettamente normale, solamente che dato che si tratta di hardware nessuno si fa problemi, in caso di software invece, dato che si tratta di roba 'intangibile', per qualche motivo tutti i sentono in diritto di avere il codice, perche' tanto loro sono sempre piu' preparati di chi lavora da anni nel settore.
Io adoro l'open source, ho diversi progetti cui contribuisco su GitHub, ad esempio, ma l'azienda per cui lavoro ha anche diversi software chiusi, ed anche se ci sono bellissime idee dentro non mi sognerei mai di andarle a rendere disponibili per tutti, perche' sono dell'azienda. Punto. Vero, con l'opensource puoi aspettarti miglioramenti da parte della comunita' (Qt, ad esempio, e' un favoloso esempio), ma non sempre il gioco vale la candela.
Rendere un software open source o meno e' una scelta aziendale, e non c'e' una soluzione migliore dell'altra. I problemi, come questo, capitano? Si, ma non e' un motivo valido per esigere (manco chiedere per cortesia) tutto il codice sorgente (che poi voglio vedere quanta gente che usa software open source si va a leggere il codice di LibreOffice, per dirne una).
Questi sono problemi che nel mondo dell'industria capitano. Quando c'e' stato il DieselGate, perche' la gente non urlava a gran voce di rendere disponibili i progetti dei motori, per poter scovare i 'bachi' e modificare il motore per renderlo piu' pulito? Perche' l'utente comune sa che non ha dimestichezza per il pezzo di ferro, quindi non ci tenta neppure. Per qualche strano motivo, invece, la maggior parte e' convinta di programmare meglio di ingegneri e programmatori che passano anni a formarsi ed a lavorare su certi progetti, solo perche' riescono a fare un hello world oppure ad accendere un led su Arduino (sempre l'effetto Dunning-Kruger, insomma).
Se pensi di avere le capacita' di rifondare le basi dell'informatica e rivoluzionare il mondo, accomodati, nessuno te lo impedisce, e verremo tutti a baciarti i piedi se ci riuscirai, ma non pretendere che le aziende lo facciano perche', forse forse, hanno un po' piu' di conoscenze e magari sanno che quella strada al momento non porta da nessuna parte. Ma se per te la rivoluzione e' rendere disponbile i sorgenti di Windows e dei BIOS, mi sa che di strada ancora ce n'e'...
Qua si fa sempre il solito errore, non considerando il software un prodotto industriale rispetto ad altri, per il semplice fatto che si tratta di puro software invece che di hardware.
Perche' mai le aziende che forniscono software dovrebbero essere costrette a rilasciare il loro codice sorgente, oppure ad effettuare una rivoluzione di software ilbero? Sono loro prodotti, sviluppati da loro, e posso anche capire le scelte aziendali che non distribuiscono il codice corrispondente. Molte aziende rilasciano il software che producono con licenza open source, e' vero, ma sono aziende che 1) campano su licenze proprietarie a pagamento con feature aggiuntive e testate dalla comunita' open source, o 2) fatturano sui servizi e assistenza che danno a chi utilizza il software. C'e' sempre un riscontro economico, e se la filosofia dell'azienda si basa sul vendere il software, dimostrare come sia controproducente permettere agli altri di compilare il codice e' lasciato come esercizio al lettore.
Quando compri una macchina per caso ci sono anche i progetti? I file CAD della scocca e cosi' via? Quando compri un televisore c'e' il progetto della scheda elettronica?
No, e la cosa li' e' perfettamente normale, solamente che dato che si tratta di hardware nessuno si fa problemi, in caso di software invece, dato che si tratta di roba 'intangibile', per qualche motivo tutti i sentono in diritto di avere il codice, perche' tanto loro sono sempre piu' preparati di chi lavora da anni nel settore.
Io adoro l'open source, ho diversi progetti cui contribuisco su GitHub, ad esempio, ma l'azienda per cui lavoro ha anche diversi software chiusi, ed anche se ci sono bellissime idee dentro non mi sognerei mai di andarle a rendere disponibili per tutti, perche' sono dell'azienda. Punto. Vero, con l'opensource puoi aspettarti miglioramenti da parte della comunita' (Qt, ad esempio, e' un favoloso esempio), ma non sempre il gioco vale la candela.
Rendere un software open source o meno e' una scelta aziendale, e non c'e' una soluzione migliore dell'altra. I problemi, come questo, capitano? Si, ma non e' un motivo valido per esigere (manco chiedere per cortesia) tutto il codice sorgente (che poi voglio vedere quanta gente che usa software open source si va a leggere il codice di LibreOffice, per dirne una).
Questi sono problemi che nel mondo dell'industria capitano. Quando c'e' stato il DieselGate, perche' la gente non urlava a gran voce di rendere disponibili i progetti dei motori, per poter scovare i 'bachi' e modificare il motore per renderlo piu' pulito? Perche' l'utente comune sa che non ha dimestichezza per il pezzo di ferro, quindi non ci tenta neppure. Per qualche strano motivo, invece, la maggior parte e' convinta di programmare meglio di ingegneri e programmatori che passano anni a formarsi ed a lavorare su certi progetti, solo perche' riescono a fare un hello world oppure ad accendere un led su Arduino (sempre l'effetto Dunning-Kruger, insomma).
Se pensi di avere le capacita' di rifondare le basi dell'informatica e rivoluzionare il mondo, accomodati, nessuno te lo impedisce, e verremo tutti a baciarti i piedi se ci riuscirai, ma non pretendere che le aziende lo facciano perche', forse forse, hanno un po' piu' di conoscenze e magari sanno che quella strada al momento non porta da nessuna parte. Ma se per te la rivoluzione e' rendere disponbile i sorgenti di Windows e dei BIOS, mi sa che di strada ancora ce n'e'...
Una nota: dietro Qt ci sono sempre state aziende di un certo livello.
jepessen
17-01-2018, 08:56
Una nota: dietro Qt ci sono sempre state aziende di un certo livello.
Infatti l'ho preso come esempio di aziende che campano (bene) distribuendo software open source.
Infatti l'ho preso come esempio di aziende che campano (bene) distribuendo software open source.
Intendevo che le Qt sono cosi' buone non tanto per i miglioramenti offerti dalla comunita', quanto perche' dietro ci sono sempre state aziende belle grosse.
Poi, ovvio che facciano i soldi, visto quanto costa una licenza per un prodotto closed. :D
jepessen
17-01-2018, 09:12
Intendevo che le Qt sono cosi' buone non tanto per i miglioramenti offerti dalla comunita', quanto perche' dietro ci sono sempre state aziende belle grosse.
Poi, ovvio che facciano i soldi, visto quanto costa una licenza per un prodotto closed. :D
Come la maggior parte del software open source di un certo livello. Tutti gridano alla liberta', ma se vai, ad esempio, a vedere il log di git per vedere chi ci lavora, per la maggior parte sono tutte grosse aziende, come IBM, e pochi contributi dal programmatore della domenica.
Qt campa bene perche' sviluppano feature, le rilasciano LGPL per aumentare il numero di persone che lo conosce, e poi quando serve per scopi commerciali, si fanno pagare la licenza.
Chi fa progetti piccoli ed open source infatti non acquista una licenza Qt, se lo dovesse fare passerebbe semplicemente ad altro. Fanno pagare la licenza a chi serve ed a chi puo' permetterselo, un po' come le versioni Community di Visual Studio, che puoi utilizzarle per fare i programmi che vuoi pero' con limitazioni sul team e sull'azienda, per cui se sei una media-grossa azienda invece devi comprare la versione Professional, che e' esattamente uguale licenza a parte. Se non fosse cosi' gli hobbisti passerebbero che so, ad Eclipse o Netbeans, e non farebbe bene alla base di utenza di Visual Studio.
Quindi open-source e gratis per le aziende in realta' non lo sono, perche' hanno sempre un riscontro (ma sono aziende, e' ovvio, altrimenti come li pagano i dipendenti? In visibilita?)
Come la maggior parte del software open source di un certo livello. Tutti gridano alla liberta', ma se vai, ad esempio, a vedere il log di git per vedere chi ci lavora, per la maggior parte sono tutte grosse aziende, come IBM, e pochi contributi dal programmatore della domenica.
Qt campa bene perche' sviluppano feature, le rilasciano LGPL per aumentare il numero di persone che lo conosce, e poi quando serve per scopi commerciali, si fanno pagare la licenza.
Chi fa progetti piccoli ed open source infatti non acquista una licenza Qt, se lo dovesse fare passerebbe semplicemente ad altro. Fanno pagare la licenza a chi serve ed a chi puo' permetterselo, un po' come le versioni Community di Visual Studio, che puoi utilizzarle per fare i programmi che vuoi pero' con limitazioni sul team e sull'azienda, per cui se sei una media-grossa azienda invece devi comprare la versione Professional, che e' esattamente uguale licenza a parte. Se non fosse cosi' gli hobbisti passerebbero che so, ad Eclipse o Netbeans, e non farebbe bene alla base di utenza di Visual Studio.
Quindi open-source e gratis per le aziende in realta' non lo sono, perche' hanno sempre un riscontro (ma sono aziende, e' ovvio, altrimenti come li pagano i dipendenti? In visibilita?)
Penso, d'altronde, sia l'unico business model possibile con l'open-source.
jepessen
17-01-2018, 10:38
Penso, d'altronde, sia l'unico business model possibile con l'open-source.
Che la gente non vuol capire, dato che a quanto pare i programmatori sono degli esseri non umani che non hanno bisogni, quindi devono sempre dare tutto gratis perche' non hanno bisogno di guadagnare, che e' quello che sento dire, come prima, sempre quando ci sono problemi software e tutti a dire che deve essere per forza tutto libero, e che mondo migliore sarebbe se non ci fosse software closed source, sarebbe la rivoluzione...
... Quando compri un televisore c'e' il progetto della scheda elettronica?...
veramente ai tempi dei CRT, Mivar forniva schemi elettrici, con tanto di valore dei componenti, indicazioni dei voltaggi e delle forme d'onda che dovevi trovare, e spiegazione dei problemi più comuni e del modo di risolvere/ripararli.
Qua si fa sempre il solito errore, non considerando il software un prodotto industriale rispetto ad altri, per il semplice fatto che si tratta di puro software invece che di hardware....
Qua si fa sempre lo stesso errore: non considerare che un oggetto è un bene unitario contendibile e che richiede specifiche risorse per OGNI esemplare, mentre il sw (o anche altri beni, ma ora parliamo di sw) è infinitamente riproducibile a costo nullo.
Il che non vuol dire che i programmatori non vanno pagati, ma che una volta sviluppato, duplicarlo non ha costo.
Un "oggetto" una volta sviluppato ha ANCHE costi di duplicazione.
Nicodemo Timoteo Taddeo
17-01-2018, 14:31
mentre il sw (o anche altri beni, ma ora parliamo di sw) è infinitamente riproducibile a costo nullo.
Il che non vuol dire che i programmatori non vanno pagati, ma che una volta sviluppato, duplicarlo non ha costo.
Hai voglia se non costa. Vai di reverse engineering o rifallo da zero e vedi quanto ti costa...
jepessen
17-01-2018, 15:49
Qua si fa sempre lo stesso errore: non considerare che un oggetto è un bene unitario contendibile e che richiede specifiche risorse per OGNI esemplare, mentre il sw (o anche altri beni, ma ora parliamo di sw) è infinitamente riproducibile a costo nullo.
Il che non vuol dire che i programmatori non vanno pagati, ma che una volta sviluppato, duplicarlo non ha costo.
Un "oggetto" una volta sviluppato ha ANCHE costi di duplicazione.
E che c'entra? A parte che distribuire un software costa, perche' devi, per esempio, gestire un'infrastruttura server per permettere il download dell'applicazione, o vendere il supporto fisico. Ci sono alcuni software, come la serie DCS, che permettono di effettuare il download tramite torrent, ma si tratta di pochi casi e comunque non e' a costo zero.
E poi i costi di duplicazione, come li chiami, si aggiungono semplicemente al prezzo finale, non e' che perche' non costa duplicarlo (anche se come vedi e' il contrario) allora te lo devo dare gratis... Se per te invece basta che si puo' scaricare da torrent aggratis, allora il discorso si puo' tranquillamente chiudere qua...
Hai voglia se non costa. Vai di reverse engineering o rifallo da zero e vedi quanto ti costa...
non hai capito cosa ho scritto. :rolleyes:
Ripeto.
a Microsoft (x fare un nome a caso) produrre 100-1000-1 miliardo di copie di office costa X e sempre X.
a Dell produrre un PC costa X, produrne 2 costa 2X, produrne 1000 costa 200X.
Hai capito? :p
E che c'entra? A parte che distribuire un software costa,...
non ha praticamente impatto fare 10-100 o 1000 copie rispetto a quanto costa fare 10-100 o 1000 oggetti fisici.
jepessen
17-01-2018, 16:09
non hai capito cosa ho scritto.
Ripeto.
a Microsoft (x fare un nome a caso) produrre 100-1000-1 miliardo di copie di office costa X e sempre X.
a Dell produrre un PC costa X, produrne 2 costa 2X, produrne 1000 costa 200X.
Hai capito?
A parte che non e' cosi' perche' l'infrastruttura di server per distribuire milioni di copie non e' la stessa di quella che serve per qualche centinaio di copie (banda, colocation etc), quindi? Te lo devono dare gratis il software per questo anche se tu avessi ragione (cosa che non e')?
Nicodemo Timoteo Taddeo
17-01-2018, 18:37
non hai capito cosa ho scritto. :rolleyes:
Ripeto.
a Microsoft (x fare un nome a caso) produrre 100-1000-1 miliardo di copie di office costa X e sempre X.
a Dell produrre un PC costa X, produrne 2 costa 2X, produrne 1000 costa 200X.
Hai capito? :p
Io ho capito quello che intendi tu e che è IMHO sbagliatissimo. Tu invece non vuoi capire che il software non è un oggetto fisico tradizionale, e a lui non puoi applicarne gli stessi paradigmi.
cdimauro
18-01-2018, 05:56
Non sono voluto entrare sulla discussione software & licenze, ma sono totalmente d'accordo con quanto è stato scritto da jepessen (in particolare) e gli altri.
D'altra parte non vedo proprio il problema: c'è spazio per software aperto, chiuso, gratis e a pagamento.
Il voler ridurre tutto esclusivamente a software aperto e/o gratuito è un'imposizione dittatoriale e liberticida di stampo Stallmaniano, che ovviamente va rigettata integralmente.
Io voglio esser libero di sviluppare il MIO software, tenermi i sorgenti, e far pagare i binari. E' un MIO prodotto, frutto del MIO lavoro, e ho il diritto di farne ciò che voglio.
Se altri vogliono fare diversamente non ho assolutamente nulla in contrario. Ma nessuno si deve permettere di poter decidere quello che si dovrebbe fare sul MIO software.
Che ognuno possa distribuire e regalare/vendere il suo software come meglio desidera, credo sia scontato.
Penso che il discorso che si voleva fare fosse che un software cosi di base, che ti trovi su ogni computer e che ne permette l'avvio, "dovrebbe" essere aperto.
Anche perché in quel momento ciò che ho acquistato è l'hardware, e dovrei anch'io poter disporne come meglio credo... Non installare un OS diffuso e collaudato e trovarmi il pc in tilt perché nessuno sa cosa fa l'UEFI...
jepessen
18-01-2018, 08:51
Ci sono gia' implementazioni opensource dell'UEFI come TitanoCore (http://www.tianocore.org/) oppure LibreBoot (https://libreboot.org/), nulla ti vieta di acquistare hardware compatibile con questo, ma non sono d'accordo sul fatto che "dovrebbe" essere gratis, anche questa e' una scelta aziendale. Anche questi software sono il risultato di grossi investimenti per le aziende, e i firmware seguono le stesse logiche degli altri software. il firmware e' a tutti gli effetti un componente della scheda madre, come il resto dell'hardware. Se dovessimo fare lo stesso ragionamento potremmo anche dire che voglio sapere com'e' fatto il chip del BIOS, perche' non e' possibile che se si rompe non posso sostituirlo perche' nessuno sa com'e' fatto...
Inoltre non hai acquistato solo l'hardware, hai acquistato anche la licenza del software/firmware, e puoi disporne come ne vuoi. Nessuno ti impedisce di flashare un UEFI fatto da te. Inoltre non capisco perche' questo ragionamento debba essere fatto con i computer e non con, che so, le lavatrici. Anche loro hanno un firmware, non mi pare che la gente protesti per poterci accedere.
Io ho capito quello che intendi tu e che è IMHO sbagliatissimo. Tu invece non vuoi capire che il software non è un oggetto fisico tradizionale, e a lui non puoi applicarne gli stessi paradigmi.
no, allora NON hai capito.
la lavatrice (fisica) va progettata come il word processor (sw).
una volta pagato il progetto, fare mille lavatrici costa, fare mille copie del sw praticamente NO.
dopo di che chi ha capito bene, chi non ha o non vuol capire amen.
Nicodemo Timoteo Taddeo
18-01-2018, 15:30
no, allora NON hai capito.
la lavatrice (fisica) va progettata come il word processor (sw).
una volta pagato il progetto, fare mille lavatrici costa, fare mille copie del sw praticamente NO.
dopo di che chi ha capito bene, chi non ha o non vuol capire amen.
OK vuoi paragonare il software ad un oggetto come una lavatrice, OK facciamo il giochino :)
Tu credi che quando vai ad acquistare una lavatrice paghi solo il metallo, la plastica, la gomma, le etichette attaccate, il cartone dell'imballaggio, insomma solo il materiale? Non pensi che paghi anche l'ideazione, la progettazione, la sperimentazione, i collaudi, il servizio assistenza post vendita, la promozione ecc. ecc.???? Ecco col software non paghi i bit riprodotti ma tutto quello che c'è dietro per assemblarli.
Per questo ti dicevo di provare a replicare un software da zero e vedere quanto ti costa. Allo stesso tempo progetta da te una lavatrice e mettila in produzione, poi mettila in vendita al solo prezzo del costo dei materiali, vediamo quanto campa la tua azienda di lavatrici.
Scusate, @zappy ha detto che la duplicazione di un software è praticamente a costo zero, a differenza dell'hardware. Non capisco cosa ci sia di sbagliato in questa constatazione.
Controbattere vuol dire solo non aver capito...
jepessen
18-01-2018, 21:16
Ha sbagliato per il semplice fatto che non e' vero. A meno che tu non intenda masterizzare qualche cd o copiare dati su penne usb, la duplicazione di un software ha un costo. Se hai un programma commerciale da distribuire, devi o stampare copie fisiche, o mantenere una struttura di server per permettere lo scaricamento dei dati agli utenti registrati. Costa meno di una fabbrica di lavatrici? Forse, ma il costo di certo non e' nullo, anzi e' importante perche' se io faccio un programma bellissimo ma non ho soldi per pagare i servizi per la distribuzione, non ci campo vendendolo dato che sono impossibilitato a vendere migliaia di copie. Prova a chiedere a quelli di Autodesk quanto costa mantenere i server per lo scaricamento dei loro programmi...
Inoltre, il fatto di avere i cosiddetti costi di duplicazione quasi nulli lo fa automaticamente degradare e quasi uno si sciocca del fatto che uno debba pagarlo. Dato che un software non e' un oggetto fisico, e non avrebbe questi costi, allora e' lecito pretendere che venga distribuito gratuitamente e reso disponibile, perche' e' questo il punto del thread: gente che lo pretende, altra gente che spiega che non e' possibile perche' e' comunque un prodotto commerciale, e poi spuntano quelli che dicono si ma tanto non costa niente duplicarlo... Qua si e' detto chiaramente che non e' cosi'; dall'altra parte si e' convinti del contrario probabilmente perche' loro il software lo scaricano da torrent invece che acquistarlo, quindi il discorso si chiude qua dato che la gente ha la testa dura... Io rimango pure nella mia posizione per carita', ma almeno ho argomentato, invece di dire "e' come dico io e basta".
cdimauro
18-01-2018, 21:22
Assolutamente d'accordo. E visto com'è la situazione, allora si tagli corto: il software è un MIO prodotto, frutto del MIO lavoro. Se ti piace me lo paghi per quanto IO richiedo, anche se i costi di duplicazione dovessero essere zero spaccato: è roba MIA e decido IO. Se non ti piace, ti rivolgi ad altri prodotti, oppure te lo scrivi tu, ma certamente NON me lo pirati "perché il costo di duplicazione è zero". Non esiste: è e rimane un MIO prodotto.
Quanto a BIOS & UEFI: se non piacciono quelli integrati nella scheda madre, ce ne sono di open/free. Li si adattano al particolare hardware, e così si risolve anche questo punto.
Alcune Software House distribuiscono i loro software via torrent, quindi i costi di distribuzione non ci sono. Poi, il voler stampare cd o mantenere server per la distribuzione è una scelta, il cui costo sarà sicuramente compreso nel prezzo finale.
@cdimauro, il TUO software, che hai fatto TU, lo fai pagare quanto vuoi TU. Nessuno l'ha mai messo in discussione.
Come ho detto sopra, se controbatti in questo modo vuol solo dire che non hai capito.
Si tratta di un semplice discorso di economia di scala: il prezzo di un prodotto cala man mano che ne aumentano gli esemplari, perche i costi di ideazione/ progettazione vengono assorbiti mentre i costi di assemblaggio/duplicazione calano con l'aumentare delle copie.
Nel caso di software, ci sono solo quelli da assorbire, visto che "di solito" non ci sono quelli di duplicazione.
Da qui, ad arrivare al fatto che il software non ha valore perché facilmente duplicabile, o a giustificare per questo la pirateria, ci sei arrivato solo TU.
Riguardo al discorso UEFI, che è un altro discorso... bene, sono contento esistano alternative open, da semplice utente non esperto nel settore non lo sapevo.
Ma il problema rimane: le alternative open sono comunque delle eccezioni che vanno installate, la credo totalità dei computer di ritrova UEFI installato, e nel momento che installo il sistema operativo mi ritrovo il computer bloccato, perché quelli che hanno progettato il sistema operativo non hanno idea di come lavori UEFI sotto il cofano.
Che sia giusto o non giusto, non so. Ma se UEFI fosse open, forse non succedebbe.
Ho detto OPEN, non FREE: non vendono schede madri senza firmware, e tu ci installi quello "piratato"...
Il software rimane comunque a pagamento, dato che il prezzo sarebbe comunque compreso in quello dell'acquisto dell'hardware...
jepessen
19-01-2018, 10:09
Ma il problema rimane: le alternative open sono comunque delle eccezioni che vanno installate, la credo totalità dei computer di ritrova UEFI installato, e nel momento che installo il sistema operativo mi ritrovo il computer bloccato, perché quelli che hanno progettato il sistema operativo non hanno idea di come lavori UEFI sotto il cofano.
Che sia giusto o non giusto, non so. Ma se UEFI fosse open, forse non succedebbe.
Ho detto OPEN, non FREE: non vendono schede madri senza firmware, e tu ci installi quello "piratato"...
Il software rimane comunque a pagamento, dato che il prezzo sarebbe comunque compreso in quello dell'acquisto dell'hardware...
Stai tranquillo che quelli che fanno sistemi operativi sanno benissimo come funziona l'UEFI, ma se quello da problemi non e' che quelli che fanno il sistema operativo possano farci molto. Non e' che il progettista delle scheda madre di uno smartphone puo' farci niente se la batteria non funziona, per dire...
Non vendono schede madri senza firmware perche' se cosi' fosse sarebbero dei bei fermacarte, dato che senza firmware non parte niente (vedi le belle storie di chi cerca di aggiornare il BIOS e nel mentre va via la luce, e capisci perche' schede madri di alto livello di bios ne hanno due, per averne uno di backup). Probabilmente (e' una sensazione) le schede madri che implementano le versioni open possono avere un qualche connettore che permetta di caricare il BIOS da qualche altra periferica, ma sicuramente avranno sempre una versione preinstallata.
Nessuno ti impedisce di prendere l'UEFI open ed installare quello al posto di quello che hai, mica e' piratare questo, ma se uno non e' capace di compilarselo ed installarselo da se, non vedo quali vantaggi avrebbe nell'avere una versione open invece che closed. Si, se esiste un problema del genere e la versione closed non e' piu' supportata, probabilmente il problema rimarra' mentre nella versione open qualcuno si prenderebbe la briga di risolverlo, ma si tratta sempre di affidarsi a gente esterna, e sinceramente, quanti problemi ci sono stati con l'UEFI finora?
Se poi vuoi contribuire ai progetti e apportare miglioramenti, bugfixing e cosi' via, ben venga, ma a me pare che la maggior parte della gente e' come quella del primo post cui ho risposto, che millanta liberta' etiche ed vantaggi stratosferici ma quello che vuole e' sempre avere la pappa pronta senza pagarla. Citando letteralmente:
Bene, a questo punto io comincerei a spazzare via tutto ciò che è stato fatto finora, chiamerei tutti i programmatori seri e competenti a spogliarsi della filosofia con la quale sono stati cresciuti e alimentati, e rimboccandoci le maniche ripartirei da zero a riscrivere daccapo tutto il sistema di software "portante" necessario a rifondare su basi diverse l'informatica nella parte applicativa e dei sistemi operativi.
Quindi secondo lui tutti i programmatori bravi hanno un'etica malefica, e quello che dovrebbero fare e' pentirsi e spaccarsi il c@@o per fare tutto open affinche' gente che invece non fa una mazza possa godere dei loro sforzi e questa, perdonami, e' una cosa che mi fa inca@@are come una iena, perche' alla gente pare che i programmatori debbano sempre asservire gli altri, e che devono pensare sempre all'umanita' invece che a se stessi, cosa unica nell'ambito dei lavoratori professionisti, ovviamente senza pretendere niente in cambio.
E la gente come quella che ho citato pretende che gli altri facciano la rivoluzione senza che loro ovviamente diano niente in cambio, ne' pagando, ne' mettendosi in prima linea a scrivere codice rendendolo disponibile a tutti. Questo e' il concetto. Poi e' spuntata sta minc@@@ta del software che costa zero farlo, che era out-of-scope ma ovviamente la gente e' sempre convinta che dato che costa zero riprodurlo (ammettiamo che sia cosi' tanto non c'e' scampo di convincere la gente) debba fare una qualche differenza. Probabilmente e' gente che manco pagherebbe ebook dato che non costa niente produrli, quindi non si devono pagare, tanto per fare un altro esempio.
Quindi io la finisco qua. Chi vuole capire capisce, chi vuole discutere discute, chi pretende che gli altri si pieghino al loro volere per riscrivere tutti i programmi del mondo rendendoli opensource perche' deve essere cosi', che si sieda ed aspetti che sicuramente stanno tutti correndo ora che hanno aperto loro gli occhi su che vita buia ed insignificante facevano quando pretendevano di farsi pagare i software che facevano...
Scusate, @zappy ha detto che la duplicazione di un software è praticamente a costo zero, a differenza dell'hardware. Non capisco cosa ci sia di sbagliato in questa constatazione.
Controbattere vuol dire solo non aver capito...
infatti mi attengo alla mia sign. ;)
cdimauro
19-01-2018, 18:02
@cdimauro, il TUO software, che hai fatto TU, lo fai pagare quanto vuoi TU. Nessuno l'ha mai messo in discussione.
Come ho detto sopra, se controbatti in questo modo vuol solo dire che non hai capito.
Si tratta di un semplice discorso di economia di scala: il prezzo di un prodotto cala man mano che ne aumentano gli esemplari, perche i costi di ideazione/ progettazione vengono assorbiti mentre i costi di assemblaggio/duplicazione calano con l'aumentare delle copie.
Nel caso di software, ci sono solo quelli da assorbire, visto che "di solito" non ci sono quelli di duplicazione.
Da qui, ad arrivare al fatto che il software non ha valore perché facilmente duplicabile, o a giustificare per questo la pirateria, ci sei arrivato solo TU.
jepessen aveva già chiarito benissimo i termini della questione, in questo commento (https://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=45312939&postcount=28). Replicare nuovamente non apportando nulla alla discussione lascia il tempo che trova, specialmente se vieni a fare la ramanzina tirando in ballo la comprensione (sic!), quando a questo punto è evidente che non ti sei preso nemmeno la briga di leggere quello che aveva scritto (e sul quale concordavo).
Riguardo al discorso UEFI, che è un altro discorso... bene, sono contento esistano alternative open, da semplice utente non esperto nel settore non lo sapevo.
Ma il problema rimane: le alternative open sono comunque delle eccezioni che vanno installate, la credo totalità dei computer di ritrova UEFI installato, e nel momento che installo il sistema operativo mi ritrovo il computer bloccato, perché quelli che hanno progettato il sistema operativo non hanno idea di come lavori UEFI sotto il cofano.
Anche su questo ha già risposto jepessen, ma aggiungo una cosa dopo.
Che sia giusto o non giusto, non so. Ma se UEFI fosse open, forse non succedebbe.
UEFI è open: le specifiche sono a disposizione. Chi vuole, se lo implementa. Basta "semplicemente" mettersi d'impegno e tirare fuori un firmware UEFI open, free, o quant'altro, che funzioni a dovere.
Ho detto OPEN, non FREE: non vendono schede madri senza firmware, e tu ci installi quello "piratato"...
Il software rimane comunque a pagamento, dato che il prezzo sarebbe comunque compreso in quello dell'acquisto dell'hardware...
A questo punto ci sarebbe anche la carta dell'open hardware: oltre al firmware UEFI (o quant'altro, se non piace questo standard industriale), fatevi pure le schede madri "open", e il cerchio si chiude.
L'importante è che non rompiate le scatole a chi realizza prodotti in certo modo, e si fa pagare per questo, incluso lo sviluppo del firmware.
Nicodemo Timoteo Taddeo
19-01-2018, 18:57
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