c.m.g
13-05-2017, 11:43
mercoledì 10 maggio 2017
Si moltiplicano i casi di attacchi hacker in occasione di elezioni politiche. Se ne riparla in USA dopo che Trump ha licenziato il direttore dell'FBI, ma anche in Francia dopo il caso Macron Leaks. Anche il Regno Unito non sembra salvarsi
Politica, una questione di sicurezza informatica
Roma - Ce l'ha insegnato la Clinton o meglio il caso che l'ha coinvolta nelle ultime elezioni presidenziali USA: un passo falso sulla gestione della corrispondenza può mettere a repentaglio la sicurezza nazionale esponendo a gravi pericoli. Le accuse volte agli hacker russi di aver condizionato le presidenziali, rubando email alla segretaria del partito Democratico, al suo staff e ad altri membri del Consiglio, con tanto di intervento dell'FBI a sostegno della tesi, hanno prodotto solo smentite da parte del Cremlino e della sua intelligence sospettata di celarsi dietro ai numerosi atti di sabotaggio.
http://www.punto-informatico.it/punto/20170511/hack.jpg
Ma non ci sono solo le comunicazioni trafugate. Durante le stesse elezioni sono stati appurati anche alcuni casi di manomissione elettronica dei seggi elettorali o quanto meno tentativi di intromissione. Delle elezioni sotto scacco verrebbe da dire, al quale si aggiunge un'eccessiva leggerezza nella protezione dei dati anche di personaggi di spicco della politica, che invece dovrebbero farsi garanti della sicurezza. Ha fatto molto discutere in merito l'ostentazione dell'attuale presidente in carica Donald Trump nell'utilizzo del suo smartphone personale (un Samsung Galaxy) anziché un cellulare "blindato" e protetto dalla Difesa americana.
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Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4385514/PI/News/politica-una-questione-sicurezza-informatica.aspx)
Si moltiplicano i casi di attacchi hacker in occasione di elezioni politiche. Se ne riparla in USA dopo che Trump ha licenziato il direttore dell'FBI, ma anche in Francia dopo il caso Macron Leaks. Anche il Regno Unito non sembra salvarsi
Politica, una questione di sicurezza informatica
Roma - Ce l'ha insegnato la Clinton o meglio il caso che l'ha coinvolta nelle ultime elezioni presidenziali USA: un passo falso sulla gestione della corrispondenza può mettere a repentaglio la sicurezza nazionale esponendo a gravi pericoli. Le accuse volte agli hacker russi di aver condizionato le presidenziali, rubando email alla segretaria del partito Democratico, al suo staff e ad altri membri del Consiglio, con tanto di intervento dell'FBI a sostegno della tesi, hanno prodotto solo smentite da parte del Cremlino e della sua intelligence sospettata di celarsi dietro ai numerosi atti di sabotaggio.
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Ma non ci sono solo le comunicazioni trafugate. Durante le stesse elezioni sono stati appurati anche alcuni casi di manomissione elettronica dei seggi elettorali o quanto meno tentativi di intromissione. Delle elezioni sotto scacco verrebbe da dire, al quale si aggiunge un'eccessiva leggerezza nella protezione dei dati anche di personaggi di spicco della politica, che invece dovrebbero farsi garanti della sicurezza. Ha fatto molto discutere in merito l'ostentazione dell'attuale presidente in carica Donald Trump nell'utilizzo del suo smartphone personale (un Samsung Galaxy) anziché un cellulare "blindato" e protetto dalla Difesa americana.
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