RAEL70
04-02-2017, 20:13
https://thefilmstage.com/wp-content/uploads/2016/09/The-Autopsy-of-Jane-Doe-poster.jpg
Il norvegese Øvredal che si era fatto notare con "TrollHunter" ritorna con un questo nuovo lavoro che ritengo essere una occasione persa.
"L'autopsia di Jane Doe" rischia, nella prima metà (il film dura meno di 90 minuti), di essere perfetto, talmente fatto bene da incamminarsi verso la strada del "filmone" o della "perla del decennio"; peccato però che nella seconda parte si ritorna ad atmosfere decisamente più abusate e alla fine il lavoro risulta essere piacevole ma il sapore di occasione perduta è davvero persistente.
Nella prima parte vengono gettati tanti di quei semi narrativi che lo spettatore entra subito nella trama e ne viene completamente coinvolto...
Grantham (Inghilterra), ai giorni nostri, la Polizia locale scopre un efferato omicidio all'interno di una abitazione: tutti i componenti di una famiglia sono stati uccisi in modo violento, schizzi di sangue ovunque e brandelli organici sparpagliati in ogni dove. Lo sceriffo brancola nel buio perché le dinamiche sono davvero insolite e anomale e la sua collega, in modo del tutto istintivo, gli dice che il comportamento delle vittime sembra indicare maggiormente il fatto che esse volevano uscire fuori dall'abitazione piuttosto che opporsi all'entrata del potenziale assassino (infatti non ci sono segni di effrazione).
Continuando nella perlustrazione della casa, la Polizia scopre, nello scantinato, il corpo di una giovane ragazza parzialmente sepolto nel terreno la quale non mostra alcun segno di violenza e/o ferite.
Questo nuovo elemento complica ancor di più le idee dello sceriffo che già intuisce che l'indomani avrà il fiato sul collo della stampa e lui si troverà impreparato a fornire una valida ricostruzione.
Pertanto decide di portare il corpo della ragazza (la Jane Doe del titolo) all'orbitorio locale gestito, da svariati decenni, dalla famiglia Tilden, in particolare dal padre Tommy (medico legale di provata esperienza e professionalità) e dal figlio Austin (medico anch'esso ma ancora privo di esperienza), i quali avranno a disposizione l'intera notte per eseguire l'autopsia del corpo e consegnare la relazione allo sceriffo nelle prime ore del mattino per sviluppare una possibile ricostruzione degli omicidi da dare in pasto alla stampa.
Øvredal, da subito, adotta un metodo parascientifico: mai vista, cinematograficamente parlando, una autopsia così dettagliata e ben descritta.
Più Tommy Tilden esamina, esteriormente, il corpo della giovane, più determinate ipotesi vanno cadendo e il quadro inizia a farsi più complesso di quello che appariva a prima vista (un corpo privo di ferite ed escoriazioni); se non bastasse il mistero sulla morte della ragazza s'infittisce ancor di più quando i Tilden passano all'esame interno...
La prima parte è praticamente tutta qua: più ci si spinge a conoscere lo stato dei vari organi di Jane, più la trama aggiunge dosi notevoli di mistero e di fascino.
E' interessante scoprire che questa volta, a differenza di film più o meno simili (mi viene in mente il bellissimo "El Cuerpo"), allo spettatore non interessa sapere chi possa essere l'assassino e quale possa essere la motivazione dei suoi omicidi ma come dice Tommy, il medico legale deve solo scoprire il modo in cui la persona è morta, non chi l'ha uccisa.
Con queste ottime premesse la seconda parte dovrebbe cercare di mantenere alta la tensione e, in effetti, il compito viene portato a termine, senza eccedere, senza gli odiosi jumpscare, senza splatter gratuito, insomma senza mantenersi sul livello precedente ma nemmeno scadere nella banalità più ovvia; purtroppo però la deriva finale delude alquanto non riuscendo il regista a trovare una via d'uscita degna del labirinto narrativo che era riuscito a creare.
Trailer (https://youtu.be/mtTAhXuiRTc)
Il norvegese Øvredal che si era fatto notare con "TrollHunter" ritorna con un questo nuovo lavoro che ritengo essere una occasione persa.
"L'autopsia di Jane Doe" rischia, nella prima metà (il film dura meno di 90 minuti), di essere perfetto, talmente fatto bene da incamminarsi verso la strada del "filmone" o della "perla del decennio"; peccato però che nella seconda parte si ritorna ad atmosfere decisamente più abusate e alla fine il lavoro risulta essere piacevole ma il sapore di occasione perduta è davvero persistente.
Nella prima parte vengono gettati tanti di quei semi narrativi che lo spettatore entra subito nella trama e ne viene completamente coinvolto...
Grantham (Inghilterra), ai giorni nostri, la Polizia locale scopre un efferato omicidio all'interno di una abitazione: tutti i componenti di una famiglia sono stati uccisi in modo violento, schizzi di sangue ovunque e brandelli organici sparpagliati in ogni dove. Lo sceriffo brancola nel buio perché le dinamiche sono davvero insolite e anomale e la sua collega, in modo del tutto istintivo, gli dice che il comportamento delle vittime sembra indicare maggiormente il fatto che esse volevano uscire fuori dall'abitazione piuttosto che opporsi all'entrata del potenziale assassino (infatti non ci sono segni di effrazione).
Continuando nella perlustrazione della casa, la Polizia scopre, nello scantinato, il corpo di una giovane ragazza parzialmente sepolto nel terreno la quale non mostra alcun segno di violenza e/o ferite.
Questo nuovo elemento complica ancor di più le idee dello sceriffo che già intuisce che l'indomani avrà il fiato sul collo della stampa e lui si troverà impreparato a fornire una valida ricostruzione.
Pertanto decide di portare il corpo della ragazza (la Jane Doe del titolo) all'orbitorio locale gestito, da svariati decenni, dalla famiglia Tilden, in particolare dal padre Tommy (medico legale di provata esperienza e professionalità) e dal figlio Austin (medico anch'esso ma ancora privo di esperienza), i quali avranno a disposizione l'intera notte per eseguire l'autopsia del corpo e consegnare la relazione allo sceriffo nelle prime ore del mattino per sviluppare una possibile ricostruzione degli omicidi da dare in pasto alla stampa.
Øvredal, da subito, adotta un metodo parascientifico: mai vista, cinematograficamente parlando, una autopsia così dettagliata e ben descritta.
Più Tommy Tilden esamina, esteriormente, il corpo della giovane, più determinate ipotesi vanno cadendo e il quadro inizia a farsi più complesso di quello che appariva a prima vista (un corpo privo di ferite ed escoriazioni); se non bastasse il mistero sulla morte della ragazza s'infittisce ancor di più quando i Tilden passano all'esame interno...
La prima parte è praticamente tutta qua: più ci si spinge a conoscere lo stato dei vari organi di Jane, più la trama aggiunge dosi notevoli di mistero e di fascino.
E' interessante scoprire che questa volta, a differenza di film più o meno simili (mi viene in mente il bellissimo "El Cuerpo"), allo spettatore non interessa sapere chi possa essere l'assassino e quale possa essere la motivazione dei suoi omicidi ma come dice Tommy, il medico legale deve solo scoprire il modo in cui la persona è morta, non chi l'ha uccisa.
Con queste ottime premesse la seconda parte dovrebbe cercare di mantenere alta la tensione e, in effetti, il compito viene portato a termine, senza eccedere, senza gli odiosi jumpscare, senza splatter gratuito, insomma senza mantenersi sul livello precedente ma nemmeno scadere nella banalità più ovvia; purtroppo però la deriva finale delude alquanto non riuscendo il regista a trovare una via d'uscita degna del labirinto narrativo che era riuscito a creare.
Trailer (https://youtu.be/mtTAhXuiRTc)