c.m.g
24-06-2015, 07:54
mercoledì 24 giugno 2015
Uno spettro si aggira nei meandri del codice di Chromium, gli utenti se ne accorgono e si lamentano sia con Debian che con Google. Tutto ok, rassicura Mountain View, ma i sospetti continuano ad aleggiare
Roma - L'ultima release stabile di Chromium (43) contiene un "blob" di codice binario senza il relativo sorgente, denuncia un utente di Debian (https://bugs.debian.org/cgi-bin/bugreport.cgi?bug=786909), Google risponde rassicurando sull'innocuità del tutto ma le polemiche non si fermano: Mountain View spia le conversazioni audio su Linux, denuncia qualcuno.
Il caso è esploso (http://www.theregister.co.uk/2015/06/17/debian_chromium_hubbub/) la settimana scorsa, e riguarda il download silenzioso - e apparentemente impossibile da disabilitare - del componente Chrome Hotword Shared Module su Chromium 43: il componente è connesso alla funzionalità per il controllo vocale del browser inizialmente presente su Chrome per Android è ora disponibile anche su desktop, innescata dalle parole chiave "Ok Google".
Google ha spiegato (https://code.google.com/p/chromium/issues/detail?id=500922#c6) che il modulo in oggetto viene sì scaricato alla prima esecuzione di Chromium ma non è attivato fino all'abilitazione della specifica funzionalità; il modulo non è open source e quindi insieme al file binario non viene distribuito il codice sorgente, dice ancora Mountain View, mentre l'avvio e lo stop del componente è controllato dal codice FOSS presente su Chromium. Il controllo vocale è un servizio proprietario di Chrome, ha tagliato corto la corporation, tutto il resto riguarda le policy decise da chi ha integrato Chromium - la base open source di Chrome - sul sistema operativo e su Debian Linux in questo caso.
Questione archiviata? Neanche per sogno: la polemica è solo all'inizio, e c'è chi come il fondatore del Partito Pirata svedese Rick Falkvinge accusa (https://www.privateinternetaccess.com/blog/2015/06/google-chrome-listening-in-to-your-room-shows-the-importance-of-privacy-defense-in-depth/) Google di aver approntato un vero e proprio sistema di ascolto (http://www.theregister.co.uk/2015/06/23/pirate_captain_blasts_google_for_its_mystery_chrome_blob/) delle conversazioni audio al computer senza aver chiesto alcun permesso agli utenti.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4254101/PI/News/chromium-blob-dello-spionaggio-linux.aspx)
Uno spettro si aggira nei meandri del codice di Chromium, gli utenti se ne accorgono e si lamentano sia con Debian che con Google. Tutto ok, rassicura Mountain View, ma i sospetti continuano ad aleggiare
Roma - L'ultima release stabile di Chromium (43) contiene un "blob" di codice binario senza il relativo sorgente, denuncia un utente di Debian (https://bugs.debian.org/cgi-bin/bugreport.cgi?bug=786909), Google risponde rassicurando sull'innocuità del tutto ma le polemiche non si fermano: Mountain View spia le conversazioni audio su Linux, denuncia qualcuno.
Il caso è esploso (http://www.theregister.co.uk/2015/06/17/debian_chromium_hubbub/) la settimana scorsa, e riguarda il download silenzioso - e apparentemente impossibile da disabilitare - del componente Chrome Hotword Shared Module su Chromium 43: il componente è connesso alla funzionalità per il controllo vocale del browser inizialmente presente su Chrome per Android è ora disponibile anche su desktop, innescata dalle parole chiave "Ok Google".
Google ha spiegato (https://code.google.com/p/chromium/issues/detail?id=500922#c6) che il modulo in oggetto viene sì scaricato alla prima esecuzione di Chromium ma non è attivato fino all'abilitazione della specifica funzionalità; il modulo non è open source e quindi insieme al file binario non viene distribuito il codice sorgente, dice ancora Mountain View, mentre l'avvio e lo stop del componente è controllato dal codice FOSS presente su Chromium. Il controllo vocale è un servizio proprietario di Chrome, ha tagliato corto la corporation, tutto il resto riguarda le policy decise da chi ha integrato Chromium - la base open source di Chrome - sul sistema operativo e su Debian Linux in questo caso.
Questione archiviata? Neanche per sogno: la polemica è solo all'inizio, e c'è chi come il fondatore del Partito Pirata svedese Rick Falkvinge accusa (https://www.privateinternetaccess.com/blog/2015/06/google-chrome-listening-in-to-your-room-shows-the-importance-of-privacy-defense-in-depth/) Google di aver approntato un vero e proprio sistema di ascolto (http://www.theregister.co.uk/2015/06/23/pirate_captain_blasts_google_for_its_mystery_chrome_blob/) delle conversazioni audio al computer senza aver chiesto alcun permesso agli utenti.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4254101/PI/News/chromium-blob-dello-spionaggio-linux.aspx)