c.m.g
24-07-2014, 11:44
mercoledì 23 luglio 2014
Misteriosa cancellazione per uno degli interventi più attesi. Dietro la decisione ci sarebbe il mancato nulla osta da parte dei legali dell'università presso cui il ricercatore è impiegato
Roma - Contrariamente a quanto previsto in precedenza, Alexander Volynkin non andrà alla conferenza Black Hat per mostrare al mondo e agli altri ricercatori come si cracka Tor: l'intervento del ricercatore della Carnegie Mellon University è stato cancellato, a quanto pare perché non provvisto (https://www.blackhat.com/latestintel/07212014-a-schedule-update.html) di adeguato via libera da parte dei consulenti legali dell'università.
Volynkin avrebbe dovuto presentare la ricerca condotta assieme Michael McCord, dimostrando praticamente la possibilità di "deanonimizzare" gli utenti e gli indirizzi IP veicolati attraverso la darknet di Tor usando un kit dal valore di appena 3.000 dollari assieme a qualche server "potente" e un paio di link di classe gigabit.
Il materiale della ricerca non è stato approvato dai legali dell'università e pertanto non può essere (ancora) reso pubblico, spiega il sito ufficiale Black Hat, una giustificazione non particolarmente articolata e che, prevedibilmente, ha alimentato una discussione sulle reali motivazioni che si celano dietro la cancellazione dell'intervento di Volynkin. Non è certo la prima volta (http://www.theregister.co.uk/2014/07/22/legal_wrecking_balls_break_budget_tor_popping_talk/) che i ricercatori sostengono di poter sfruttare vulnerabilità ignote per bypassare il servizio di anonimizzazione offerto dalla rete a cipola, spiegano gli sviluppatori del progetto Tor, e in passato il dialogo tra ricercatori e programmatori ha permesso di correggere i bachi senza particolari contrasti di sorta tra le due parti. Ma nell'epoca del Datagate (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=datagate&SearchProvider=1&t=4) Tor ha assunto un'importanza centrale nell'ambito delle tecnologie di comunicazione telematica, e tra le ipotesi che si fanno sul lavoro di ricerca di Volynkin c'è quella che parla di possibili violazioni delle leggi USA sulle intercettazioni e dell'intervento dei legali per evitare guai alla Carnegie Mellon University.
Il blocco della pubblicazione sul lavoro anti-Tor ricorda un evento simile accaduto qualche anno fa alla ricerca sul cracking degli ATM a opera di Barnaby Jack, ricerca prima ritirata dalla conferenza Black Hat a causa delle minacce legali di una società produttrice di ATM e poi presentata (http://punto-informatico.it/2958694/PI/News/ecco-come-si-cracca-bancomat.aspx) l'anno successivo. Barnaby Jack è scomparso (http://punto-informatico.it/3860499/PI/News/hacker-dell-automotive.aspx) l'anno scorso in circostanze misteriose, giusto prima di intervenire alla solita conferenza Black Hat con uno speech sull'hacking degli impianti biomedici.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4101291/PI/News/black-out-alla-conferenza-black-hat-sul-crack-tor.aspx)
Misteriosa cancellazione per uno degli interventi più attesi. Dietro la decisione ci sarebbe il mancato nulla osta da parte dei legali dell'università presso cui il ricercatore è impiegato
Roma - Contrariamente a quanto previsto in precedenza, Alexander Volynkin non andrà alla conferenza Black Hat per mostrare al mondo e agli altri ricercatori come si cracka Tor: l'intervento del ricercatore della Carnegie Mellon University è stato cancellato, a quanto pare perché non provvisto (https://www.blackhat.com/latestintel/07212014-a-schedule-update.html) di adeguato via libera da parte dei consulenti legali dell'università.
Volynkin avrebbe dovuto presentare la ricerca condotta assieme Michael McCord, dimostrando praticamente la possibilità di "deanonimizzare" gli utenti e gli indirizzi IP veicolati attraverso la darknet di Tor usando un kit dal valore di appena 3.000 dollari assieme a qualche server "potente" e un paio di link di classe gigabit.
Il materiale della ricerca non è stato approvato dai legali dell'università e pertanto non può essere (ancora) reso pubblico, spiega il sito ufficiale Black Hat, una giustificazione non particolarmente articolata e che, prevedibilmente, ha alimentato una discussione sulle reali motivazioni che si celano dietro la cancellazione dell'intervento di Volynkin. Non è certo la prima volta (http://www.theregister.co.uk/2014/07/22/legal_wrecking_balls_break_budget_tor_popping_talk/) che i ricercatori sostengono di poter sfruttare vulnerabilità ignote per bypassare il servizio di anonimizzazione offerto dalla rete a cipola, spiegano gli sviluppatori del progetto Tor, e in passato il dialogo tra ricercatori e programmatori ha permesso di correggere i bachi senza particolari contrasti di sorta tra le due parti. Ma nell'epoca del Datagate (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=datagate&SearchProvider=1&t=4) Tor ha assunto un'importanza centrale nell'ambito delle tecnologie di comunicazione telematica, e tra le ipotesi che si fanno sul lavoro di ricerca di Volynkin c'è quella che parla di possibili violazioni delle leggi USA sulle intercettazioni e dell'intervento dei legali per evitare guai alla Carnegie Mellon University.
Il blocco della pubblicazione sul lavoro anti-Tor ricorda un evento simile accaduto qualche anno fa alla ricerca sul cracking degli ATM a opera di Barnaby Jack, ricerca prima ritirata dalla conferenza Black Hat a causa delle minacce legali di una società produttrice di ATM e poi presentata (http://punto-informatico.it/2958694/PI/News/ecco-come-si-cracca-bancomat.aspx) l'anno successivo. Barnaby Jack è scomparso (http://punto-informatico.it/3860499/PI/News/hacker-dell-automotive.aspx) l'anno scorso in circostanze misteriose, giusto prima di intervenire alla solita conferenza Black Hat con uno speech sull'hacking degli impianti biomedici.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4101291/PI/News/black-out-alla-conferenza-black-hat-sul-crack-tor.aspx)