c.m.g
24-05-2014, 09:55
venerdì 23 maggio 2014
Redmond celebra la vittoria contro il Bureau. Una richiesta di informazioni su un cliente è stata respinta ricorrendo al tribunale. I federali hanno comunque ottenuto quanto volevano, semplicemente chiedendo
Roma - Nel 2013, Microsoft ha dovuto affrontare una delle tante National Security Letter (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=%22national+security+letter%22&t=4&o=0) (NSL) inviatele dall'FBI con lo scopo di avere informazioni su un utente enterprise di Office 365: ma piuttosto che piegarsi alla richiesta de Bureau statunitense, la corporation ha deciso di portare la questione in tribunale.
È Microsoft stessa a rivelare il caso su TechNet (http://blogs.technet.com/b/microsoft_on_the_issues/archive/2014/05/22/new-success-in-protecting-customer-rights-unsealed-today.aspx), presentandolo come un "nuovo successo nella difesa dei diritti del cliente" che è stato possibile rendere pubblico grazie alla desecretazione degli atti da parte di una corte federale di Seattle.
La NSL dell'FBI era stata recapitata assieme a un "gag order", vale a dire con il divieto di informare chicchessia (men che meno il cliente interessato dall'indagine) sulla vicenda. Microsoft ha stabilito che l'ordine violava i diritti costituzionali dell'azienda, preferendo quindi sfidare l'agenzia federale nei tribunali piuttosto che chiudere gli occhi e acconsentire alla rivelazione dei dati richiesti.Piuttosto che affrontare i giudici, a questo punto l'FBI ha deciso di non procedere oltre (http://www.theverge.com/2014/5/22/5742844/microsoft-challenged-an-fbi-gag-order-and-won), confermando implicitamente la scarsa consistenza della richiesta. Un successo, sostiene ora Microsoft, anche se alla fine l'FBI ha ottenuto lo stesso le informazioni che voleva (http://arstechnica.com/tech-policy/2014/05/fbi-withdraws-national-security-letter-following-microsoft-challenge/) chiedendole direttamente (e a quanto pare legalmente) al cliente di Office 365 al centro della vicenda.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4055804/PI/News/usa-microsoft-contro-fbi.aspx)
Redmond celebra la vittoria contro il Bureau. Una richiesta di informazioni su un cliente è stata respinta ricorrendo al tribunale. I federali hanno comunque ottenuto quanto volevano, semplicemente chiedendo
Roma - Nel 2013, Microsoft ha dovuto affrontare una delle tante National Security Letter (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=%22national+security+letter%22&t=4&o=0) (NSL) inviatele dall'FBI con lo scopo di avere informazioni su un utente enterprise di Office 365: ma piuttosto che piegarsi alla richiesta de Bureau statunitense, la corporation ha deciso di portare la questione in tribunale.
È Microsoft stessa a rivelare il caso su TechNet (http://blogs.technet.com/b/microsoft_on_the_issues/archive/2014/05/22/new-success-in-protecting-customer-rights-unsealed-today.aspx), presentandolo come un "nuovo successo nella difesa dei diritti del cliente" che è stato possibile rendere pubblico grazie alla desecretazione degli atti da parte di una corte federale di Seattle.
La NSL dell'FBI era stata recapitata assieme a un "gag order", vale a dire con il divieto di informare chicchessia (men che meno il cliente interessato dall'indagine) sulla vicenda. Microsoft ha stabilito che l'ordine violava i diritti costituzionali dell'azienda, preferendo quindi sfidare l'agenzia federale nei tribunali piuttosto che chiudere gli occhi e acconsentire alla rivelazione dei dati richiesti.Piuttosto che affrontare i giudici, a questo punto l'FBI ha deciso di non procedere oltre (http://www.theverge.com/2014/5/22/5742844/microsoft-challenged-an-fbi-gag-order-and-won), confermando implicitamente la scarsa consistenza della richiesta. Un successo, sostiene ora Microsoft, anche se alla fine l'FBI ha ottenuto lo stesso le informazioni che voleva (http://arstechnica.com/tech-policy/2014/05/fbi-withdraws-national-security-letter-following-microsoft-challenge/) chiedendole direttamente (e a quanto pare legalmente) al cliente di Office 365 al centro della vicenda.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/4055804/PI/News/usa-microsoft-contro-fbi.aspx)