View Full Version : Come Gamemag affronta il problema dell'oggettività nelle valutazioni
Redazione di Hardware Upg
14-03-2014, 15:00
Link all'Articolo: http://www.gamemag.it/articoli/3955/come-gamemag-affronta-il-problema-dell-oggettivita-nelle-valutazioni_index.html
In questo editoriale torniamo ad affrontare la questione dell'oggettività nella valutazione delle opere di intrattenimento e riepiloghiamo il funzionamento del sistema di valutazione di Gamemag.
Click sul link per visualizzare l'articolo.
Therinai
14-03-2014, 20:49
Bene, amo questi approfondimenti.
Storco solo il naso su Narrazione: è il livello qualitativo cinematografico delle sequenze di narrazione perché narrazione e cinematografia sono cose diverse.
Ma a prescindere dai contenuti di questo articolo, o di degli analoghi precedenti, trovo molto positivo questo approccio argomentativo, ovvero non solo fare recensioni (e news varie) ma anche, ogni tanto, fermarsi al falò e fare due chiacchere (o semplicemente rifletterci su) riguardo a come si fanno, come venivano fatte, come potrebbe cambiare il metodo, e sul panorama videoludico in generale.
E' sempre interessante confrontare le metodologie di giudizio nei vari ambiti (in questo caso in quello videoludico) anche se mi chiedo quanto in realtà sia possibile realmente effettuare un giudizio oggettivo su un qualcosa che deve interagire con un sensazione puramente personale ovvero il divertimento come nel caso di un gioco.
Gli aspetti tecnici sono sicuramente analizzabili ma il resto credo che non troverà mai un accordo o un consenso generalizzato.
Argomento comunque sempre interessante benchè vecchio quanto l'uomo in fondo.
Spaccamondi
15-03-2014, 08:05
La parte narratia non deve incidere nel gameplay... FF VII? u.u
L'uso delle 5 stelline IMHO è sbagliato, da come è stato descritto il criterio. Praticamente dividete i giochi in 3 grandi categorie: scadenti che non ce la fanno, buoni prodotti, eccellenti. Di fatto 3 stelle che rende inutile la votazione 5/5. IMHO dovrebbero funzionare così per dare un senso coerente: 1 scadente, 2 qualche piccolo elemento si salva, 3 decente ma nulla di più, 4 buon prodotto, 5 eccellente che fa la differenza nella sua categoria.
Non sono poi d'accordo con:
Giocabilità: esprime la capacità del gioco a farsi padroneggiare e a offrire al giocatore un'idea chiara su come deve interagire con il mondo di gioco e le meccaniche di movimento. che praticamente viene interpretato da voi come Immediatezza/Facilità, e non la classica "giocabilità" intesa come nei tempi antichi dai gamers di lungo corso che era un sunto di durata, voglia di rigiocarci, divertimento, attaccamento al gioco e coinvolgimento, insomma il valore come "godibilità e intrattenimento del gioco" in quanto tale.
La grafica NON dovrebbe influenzare (come puntualmente fa) il livello di divertimento, varietà e possibilità offerte al giocatore, per cui giochi tutti uguali, senza sfida, ma tecnicamente notevoli NON dovrebbero avere automaticamente voti alti come nel 99% dei casi succede. No tech-demo che non offrono nulla di realmente interessante (o già visto e stra-visto!), grazie.
Sono d'accordo col commento precedente inoltre sul discorso "effetto cinematografico" che dovrebbe essere considerato solo come un extra, una ciliegina sulla torta, e non un elemento imprescindibile sulla quale basare addirittura un giudizio. Non è determinante ai fini narrativi. Se c'è ANCHE quello (ben integrato) ed il resto è ben realizzato può influenzare positivamente il feeling del gioco, se NON c'è ma il gioco è cmq valido, con una storia interessante, originale, ben pensata e accattivante, chissene frega.
I VG NON sono e NON devono essere film o film interattivi e non devono essere giudicati in base a questo aspetto che è solo un extra (TombRaider ad es. era da stroncare IMHO come gioco in sé e giocabilità sebbene sia tecnicamente e graficamente molto ben realizzato).
Infine: i bug contano.
Se un gioco è pieno di bug all'uscita, ciò DEVE incidere pesantemente sul divertimento e godimento del gioco e influenzare verso il basso il voto globale (es. su tutti Skyrim: troppi bug e troppa poca cura nella realizzazione. Indecente il massimo dei voti preso da quasi tutte le recensioni per un gioco effettivamente rilasciato in alpha). Premiamo invece chi realizza buoni prodotti curati in ogni aspetto.
Siete troppo, troppo buoni con i voti. Spesso si vedono review in cui si evidenziano gravi problemi che minano il divertimento ma con voti finali di 4-5/5, solo perché artisticamente/tecnicamente validi (tanto si sa che oggi il 90% del budget è speso in campo artistico, quindi sono tutti mediamente di buon/ottimo livello, per cui NON deve influenzare più il giudizio in modo così schiacciante a fronte di gravi lacune sul lato "giocabilità" inteso alla vecchia maniera).
Ashgan83
15-03-2014, 13:29
Da ciò che leggo in questo editoriale deduco che non avete la più pallida idea di come si recensisca un videogioco. A partire dal poco accento sulla giocabilità, come diceva l'utente prima di me, che è praticamente il cuore di ogni videogioco e che è composta da mille piccole sfaccettature, continuando per lo sproloquio sul metodo di valutazione in stelline che ha un'importanza a dir poco marginale visto che una normalissima scala decimale è più che adeguata allo scopo senza neanche starci a rimuginare troppo sopra, per finire con la ciliegina sulla torta:
"Il giudizio su un videogioco non può più prescindere dal giudizio sulla parte cinematografica"
che mette bene in risalto il livello di incompetenza raggiunto. La parte cinematografica è del tutto *irrilevante* nel determinare la qualità di un videogioco.
Tutte parole al vento, una sola recensione non vale nulla, 10 recensioni invece possono essere utili.
Ancora meglio i commenti dei giocatori nei millemila forum sparsi per la rete.
Mai comprato un gioco basandomi su di una recensione.
cut
Infine: i bug contano.
Se un gioco è pieno di bug all'uscita, ciò DEVE incidere pesantemente sul divertimento e godimento del gioco e influenzare verso il basso il voto globale (es. su tutti Skyrim: troppi bug e troppa poca cura nella realizzazione. Indecente il massimo dei voti preso da quasi tutte le recensioni per un gioco effettivamente rilasciato in alpha). Premiamo invece chi realizza buoni prodotti curati in ogni aspetto.
Siete troppo, troppo buoni con i voti. Spesso si vedono review in cui si evidenziano gravi problemi che minano il divertimento ma con voti finali di 4-5/5, solo perché artisticamente/tecnicamente validi (tanto si sa che oggi il 90% del budget è speso in campo artistico, quindi sono tutti mediamente di buon/ottimo livello, per cui NON deve influenzare più il giudizio in modo così schiacciante a fronte di gravi lacune sul lato "giocabilità" inteso alla vecchia maniera).
Quoto in toto quest'ultima parte e le parte grassettate...inoltre imho la cosa che da più fastidio su valutazioni Gamemag è una scarsa coerenza tra quello che viene detto nei contro e il voto nelle specifiche categorie, soprattutto nelle categorie Longevità e Fisica: es a freddo su titoli recenti, Thief, gioco "singleplayer only" con una breve storia (lo ditte anche nei Contro), si prende 8 nelle categoria Longevità...ma stiamo scherzando? E vediamo un po' per curiosità, che voto si sono presi nella stessa categorie giochi "singleplayer only" come gtav e skyrim...? Si sono beccati giustamente il 10...Apperò! quindi per gamemag tra un Thief e un Skyrim in fatto di longevità c'è solo una differenza di due punti... :doh:
Idem sulla fisica e interazione...e prendo esempio da BF:BC2 e BF4 che si meritano pienamente il 10, mentre in Thief le rispettive categorie si prendono 8 e 10...eppure tra i titoli citati c'è una differenza di interazione e fisica quasi abissale, poco ma sicuro.
Queste incongruenze imho non sono più ammissibili insieme alla questione bug e fanno si che le recensioni gamemag perdano parecchio sul fronte oggettività, nonché rischiano sfociare in polemiche e flame assolutamente evitabili sui thread e/o tra i commenti delle suddette recensioni.
Non rispondo neanche alle critiche su cosa si intende per giocabilità o sul valore della parte cinematografica perché ho già espresso il mio parere decine di volte su questi concetti.
Mi limiti a dire che è ASSURDO dire che Gamemag metta voti alti, perché per la quasi totalità dei giochi il nostro voto è uno dei più bassi a livello internazionale. Pazzesco come gli altri siti che mettono sempre voti alti non vengano mai additati e noi che siamo sempre critici dobbiamo ricevere tutte queste accuse, da una community perennemente e immotivatamente ostile.
Therinai
15-03-2014, 21:23
Non rispondo neanche alle critiche su cosa si intende per giocabilità o sul valore della parte cinematografica perché ho già espresso il mio parere decine di volte su questi concetti.
Mi limiti a dire che è ASSURDO dire che Gamemag metta voti alti, perché per la quasi totalità dei giochi il nostro voto è uno dei più bassi a livello internazionale. Pazzesco come gli altri siti che mettono sempre voti alti non vengano mai additati e noi che siamo sempre critici dobbiamo ricevere tutte queste accuse, da una community perennemente e immotivatamente ostile.
Come avevo scritto in un commento nel precedente approfondimento sul tema, a mio parere, le critiche sono solo un bene, e sarebbe un gran male non riceverne. Per me chi non viene criticato non viene seguito o viene seguito in modo superficiale.
Per esempio io non vedo l'ora di iniziare a giocare a dark souls 2, la recensione di gamemag l'ho letta tutta e mi ha fatto piacere vedere il recensore seguire lo svolgimento della discussione e addirittura fare un p.s. per integrare una sua mancanza. Questo, quantomeno per quanto riguarda le altre testate italiane, non mi sembra sia tanto scontato, tant'è che ho visto altre recensioni ma dedicandogli decisamente meno attenzione.
Poi si era già parlato del fatto che ci sono critiche e critiche, se uno commenta con un "mi fate c....e" e basta non la considero neanche una critica, ma solo una trollata e un insulto, se uno critica argomentando un minimo avrà le sue ragioni per farlo, giustamente ognuno ha la sua testa e vede le cose a proprio modo.
Già che ci sono metto sul tavolo il tema "tempo dedicato", cioé io ora ho tutto il tempo che voglio per legge qualsiasi cosa, ma magari non tutti hanno tempo (e voglia, vabbeh), per leggere ogni articolo e approfondimento. Così, magari, anche una persona che non è semplicemente un troll perditempo, ma ha un sincero interesse per l'argomento, si perde un approfondimento e al giro successivo spara una critica perché non allineato alla filosofia e al metodo valutativo della redazione.
Non so, per fare un esempio, io ho trovato molto importante il punto:
con le quattro stelline non vogliamo esprimere un 8, piuttosto un concetto
Questo messaggio mi era sfuggito in precedenza, io alle stelle avevo dato la stessa interpretazione ma perché, semplicemente, mi rifiuto di attribuire una valutazione matematica a qualsiasi opera artistica. Questa interpretazione magari non è così scontata, immagino che tante persone interpretino le quattro stelline come un 8/10, matematico e materiale. Mi soffermo su questo particolare perché, ripeto, lo trovo molto importante, il concetto delle stelline al posto del voto numerico, e perché magari si potrebbe trovare un modo per metterlo in risalto in ogni recensione, così che anche chi non ha proprio tempo per leggersi gli approfondimenti si faccia un'idea di quale sia il metodo dei recensori di gamemag appena aperta la recensione.
PS: vabbeh sul discorso stelline faccio anche una pessima figura perché appena aperta la recensione c'è un bel link che spiega in breve il metodo di valutazione basato sulle stelle.
http://www.gamemag.it/sito/valutazione/
Non sono riuscito a scrivere esattamente cosa pensavo, ovvero che la stella è diversa da un numero, questo volevo dire, che penso che sia importane e da evidenziare.
Jonathan Russo
16-03-2014, 01:35
L'uso delle 5 stelline IMHO è sbagliato, da come è stato descritto il criterio. Praticamente dividete i giochi in 3 grandi categorie: scadenti che non ce la fanno, buoni prodotti, eccellenti. Di fatto 3 stelle che rende inutile la votazione 5/5. IMHO dovrebbero funzionare così per dare un senso coerente: 1 scadente, 2 qualche piccolo elemento si salva, 3 decente ma nulla di più, 4 buon prodotto, 5 eccellente che fa la differenza nella sua categoria.
Mi permetto di intervenire da recensore perchè questo punto secondo me è importante.
Se ci pensi, il fatto di dividere i giochi in quelle tre categorie, di fatto è così praticamente ovunque a prescindere dal sistema metrico usato per la valutazione. E' un fattore mentale quello di voler arrivare subito al sodo del "merita, non merita, o merita abbastanza".
Prendi come esempio metacritic: ormai è una regola non detta che sopra l'80-85% i giochi sono ottimi, tra il 70 e l'80 sono buoni ma con riserve e sotto il 70 meglio lasciar perdere.
Ma cosa servono le scale di grigio tra una fascia e l'altra?
Nell'esempio che fai tu dei voti da 1 a 5, ci sono due problemi di fondo. Io quando devo recensire un gioco parto sempre dalla stessa premessa e cioè: consiglierei ad altri di spendere soldi per acquistare questo gioco? E se sì, a tutti o solo ad alcuni con qualche riserva? Perchè penso che stringi stringi quando uno legge la recensione, quello vuole sapere.
Il punto è: se io stronco il gioco e gli do 2/5, per te che stai valutando l'acquisto cambia davvero tanto che se io gli avessi dato 1/5? Con questo non voglio dire che dare 1 o 2 sia la stessa cosa, ma credo che sia molto più significativa la distinzione tra un gioco che prende 3 o 4, oppure 4 o 5... ad esempio perchè un gioco molto atteso che prende "solo" 3 può scoraggiarti dall'acquisto, al contrario un gioco di nicchia o da cui ti aspettavi poco che prende 3.5 o 4 può convincerti a provarlo. Se il gioco prende 2, è probabile che lo lascerai sullo scaffale esattamente come se avesse preso 1 (ovviamente al netto di differenze clamorose di opinione con la recensione o fattori simili).
Tutto questo per dire che già i voti 1 e 2 li stiamo mettendo di fatto in una categoria a parte, o, come ha detto Rosario, li usiamo per esprimere un concetto generale.
Il secondo punto è che in quell'elenco mancano i decimali. Se 3 signfica "decente ma nulla più" e 4 "buon prodotto", 3 e mezzo cosa significa? Più che decente, ma comunque non buon prodotto?
Però vedi che a questo punto stiamo comunque ragionando per concetti generali e la sfumatura in questo caso è che può trattarsi o di un buon prodotto minato però da qualche clamoroso difetto, oppure di un gioco non particolarmente brillante ma con alcuni elementi interessanti o che potrebbero farlo apprezzare di più a certi giocatori.
Come ci si orienta all'interno di questi concetti? Sembrerà un po' autocelebrativo ma... l'unica è leggere la recensione. Leggendo l'articolo si capisce la motivazione dietro ai voti e il significato di un punto o mezzo punto in più o in meno, scelte che spesso (per non dire sempre) sono del tutto individuali al singolo gioco (motivo per cui secondo me non è utile fare il paragone tra i voti di due giochi diversi, a parte casi particolari tipo i seguiti). A quel punto ti dirò che il voto diventa anche quasi superfluo, io ormai su metacritic i "numeri" nemmeno li guardo più per farmi un'idea ma solo per curiosità, mi basta leggere i commenti associati ai voti per capire un po' la situazione (esempio banale, se leggo di un rpg che prende anche voti alti, ma la gente specifica che trama e scrittura sono di basso livello, già so che probabilmente non fa per me...).
29Leonardo
16-03-2014, 10:41
Vorrei avere una risposta in merito a questo, come fa un gioco come rome total war 2 uscito palesemente in alpha (ma se ci fosse una lettera prima della A userei quella) a ricevere 4,5 ovvero mezza stella in meno del massimo come giocabilità se quest'ultima è appunto minata da bug nell'IA, interfaccia , mappa e quant'altro?
Mi concentro su quest'aspetto sorvolando sui voti degli altri parametri in quanto prima di tutto un gioco,secondo me, va valutato sul fattore giocabilità in quanto il resto è meno importante per la godibilità dello stesso.
Vorrei avere una risposta in merito a questo, come fa un gioco come rome total war 2 uscito palesemente in alpha (ma se ci fosse una lettera prima della A userei quella) a ricevere 4,5 ovvero mezza stella in meno del massimo come giocabilità se quest'ultima è appunto minata da bug nell'IA, interfaccia , mappa e quant'altro?
Mi concentro su quest'aspetto sorvolando sui voti degli altri parametri in quanto prima di tutto un gioco,secondo me, va valutato sul fattore giocabilità in quanto il resto è meno importante per la godibilità dello stesso.
L' unica scusa per il recensore di Rome è di non aver visto il gioco prima di scriverla, perchè descrive un gioco che non esiste e che non ha niente a che vedere con quello pessimo che è uscito ( e che 10 patch dopo è ancora uno schifo )
Prendi come esempio metacritic: ormai è una regola non detta che sopra l'80-85% i giochi sono ottimi, tra il 70 e l'80 sono buoni ma con riserve e sotto il 70 meglio lasciar perdere.
Ma cosa servono le scale di grigio tra una fascia e l'altra?
Mi permetto un'osservazione del tutto generale su questo: la tendenza media negli ultimi anni è ormai considerarei giochi da 8 in su buoni o ottimi e da 8 in giù assolutamente mediocri; le scale intermedie sono state completamente svilite (le motivazioni le lascio ad ognuo di voi). Il sistema decimale dovrebbe servire a dare esattamente queste sfumature e sarebbe un pò più congruo del raggruppamento a stelline (di cui apprezzo comunque le intenzioni dei redattori di gamemag anche se non lo condivido come sistema), il problema "serio" è che è stato tutto annullato.
Tralascio la questione posta poco più in alto come voti a giochi palesemente problematici ma che meriterebbe una seria riflessione.
Jonathan Russo
16-03-2014, 12:36
Skadex sono assolutamente d'accordo con te, il problema è anche qui che stiamo ammettendo che esistono categorie: c'è sopra l'8 e sotto l'8.
Se cambiamo il sistema di voto e io do 8 a un gioco che il resto del mondo ha valutato 7,5 (o viceversa) perchè per me quel mezzo punto in più ha una valenza specifica, non finisce che vengo criticato perchè ho alzato o abbassato di categoria un gioco rispetto agli altri?
Perchè torneremmo al punto di partenza e allora tanto vale che mi tenga le cinque stelline dove l'8 vero e proprio non c'è.
arma1977
16-03-2014, 14:20
Che sono ste paranoie? Lasciate perdere certe lamentele,avete un buon sito e fate delle ottime recensioni. Le leggo volentieri,e se ho ancora dubbi,seguo i vari thread nei forum.
stelestele
16-03-2014, 19:33
Cerco di sintetizzare i concetti già espressi nei miei commenti agli altri editoriali citati nell'articolo partendo da 3 considerazioni generali:
Il 'problema' della 'valutazione oggettiva' di un VG è tale in quanto non esiste, è una chimera. Non c'è nemmeno una descrizione oggettiva, figuriamoci una valutazione. Si tratta di una mia convizione di tipo filosofico, metafisico... espistemologico... chiamatela relativismo, non condividetela... in me è molto radicata e sostanziale. Può sembrare un vezzo, una posizione teorica astratta, ma ritengo che sia una questione di fondo che è alla base di molti contrasti in questo forum e non solo.
Il punto sopra descritto non comporta che si debba rinunciare... al contrario propio per l'impossibilità di esprimere un giudizio 'oggettivo'... diventa fondamentale dotarsi di schemi, parametri, strumenti analitico-descrittivi... in una recensione di un VG
Esplicitare questi metodi e rimetterli in discussione, come fà gamemag e in particolare Rosario, non toglie valore ma anzi rende la testata, il giornalista e le recensioni ancora più professionali, accurate, argomentate e approfondite.
In sintesi dall'articolo emergono questi punti:
Sistema a stelle di sintesi del giudizio
Campi di valutazione parziali: Grafica e sonoro, giocabilità, longevità, originalità, multiplayer, interazione, fisica, sfida, narrazione, intelligenza artificiale
Valutazione tecnica delle forme di narrazione
Mondo di gioco, coinvolgimento del giocatore, profondità di interazione
Riguardo al metodo delle stelline io lo apprezzo molto e lo considero un tentativo riuscito di superamento del voto che ancora di più sà di 'misurazione' o 'valutazione'. Sarebbe interessante vedere la disposizione della frequenza delle stelline assegnate alle recensioni di gamemag in questi anni. Se alla fine si verifica che vengono usate in molto maggiore frequenza due, tre o 4 (es. l'80% delle valutazioni sono 3.5, 4, e 4.5), si potrebbe valutare la possibilità di fare con tre stelle anche se il 5 stelle ha una funzione evocativa del sistema usato per gli alberghi e quindi può risultare più familiare ed efficiacie a livello di comunicazione. Alla fine questo elemento esprime in estrema sintesi il giudizio globale del recensore sul titiolo e deve quindi essere molto facilmente ed immediatemente leggibile e significativo. Le stelle sono secondo me ottime e molto più evolute rispetto al metodo del voto decimale che infatti, come viene notato nei commenti, viene in tutta evidenza distorto nell'uso reale. Gamemag dimostra coraggio ad adottare questo metodo anticonformista... che io premio con 4.5 stelle ;)
La divisione della 'valutazione' in parti e quindi l'adozione in campi specifici per me è un'altro punto a favore del sistema adottato da gamemag. Anche in questo caso basta un'occhiata, appena poco più approfondita della precedente per farsi un'idea del giudizio del recensore sudiviso e quindi più circostanziato (ma mantendendo la sintesi). Ritengo tuttavia che i campi usati attualmente mettono sullo stesso piano questioni di importanza e ordine diverso (e non sempre universalmente applicabili in modo pregnante) e comunque prestano il fianco a critiche (anche ingiuste e non sempre ben argomentate) e paragoni privi di senso.
Non butterei il bambino con l'acqua sporca e quindi ripropongo (come ho già avuto modo di fare in altri commenti) questa semplificazione in 4 punti principali e relativi sottopunti più contestuali specifici per gioco:
Interazione (gameplay, progressione, modalità e grado di incisione sul mondo di gioco, openworld vs lineare, difficolta e sfida, ia, combact system...)
Narrazione (trama, personaggi principali e secondari, sviluppo e schema narrativo, caratterizzazione psicologica...)
Ambientazione (direzione artistica, fotografia, sonoro, animazioni, effettistica...)
Realizzazione tecnica (conteggio poligoni, texture, framerate, fisica, compenetrazioni, tearing...)
Mi torna molto comoda l'ultima recensione di Gamemag di DarkSoul2, anche se non ho giocato personalmente nessuno dei capitoli, perchè sono molto incuriosito e interessato a tutta questa serie in quanto ha espresso una piena originalità sotto vari punti di vista e ha la potenzialità per diventare un capostipite di un genere.
Sul piano narrativo è a mio avviso un brillante esempio di narrazione in cui è fondamentale la cooperazione interpretativa del giocatore per acquistare spessore. Concetti come le 'passeggiate inferenziali' (vedi questo commento (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=40828753&postcount=17)) del fruitore dell'opera hanno in questa serie una concretissima applicazione (vedi ad esempio la serie di video 'L'anima oscura' del canale sabaku no maiku su youtube (http://www.youtube.com/channel/UCuKweXt85_48rxbd94Un3oQ) che ho conosciuto e apprezzato propio grazie ad una news di gamemag (http://www.gamemag.it/news/dark-souls-un-walkthrough-per-sapere-tutto-sul-lore_47066.html)). L'autore concede al videogiocatore non solo la libertà di ignorare l'aspetto narrativo (o comunque di lasciarlo su un piano molto superficiale) ma abdica al videogiocatore anche grosse fette di autorialità che devono tuttavia essere guadagnate, scoperte, colte nei dettagli in quanto gli elementi della trama vengono appena sussurrati, suggeriti ed appena evocati se non addirittura lasciati volontariamente vuoti (con buchi narrativi di più o meno estesa grandezza) per essere riempiti dalle ipotesi del videogiocatore intressato e attento. Non è forse un esempio di narrativa interattiva anche questo? Nell'editoriale si legge:
Ed è forse quella la cosa più importante, che stavolta il cinema mutua dai videogiochi, ovvero costruire un mondo interessante dal punto di vista del significato e coeso nelle regole che lo sostengono, che lo spettatore/giocatore percorre nel tentativo di interpretare e giungere finalmente al senso ultimo dell'opera.
L'approccio classico di narrazione interattiva è quello alla Bioware (es. DragonAge e MassEffect), alla The witcher, alla David Cage ecc... quelli che una volta erano i 'libri-game', trasposti in termini cinematografici. Quella che nell'editoriale viene definita 'profondità di interazione con il mondo di gioco' vede in questo approccio una forte realizzazione:
Il giocatore poi vuol dire la sua, e vedere che effetto hanno le sue scelte sul mondo, sulla sua conformazione fisica, e soprattutto sui personaggi. Alterare la storia, modificare lo status psicologico degli altri personaggi e imporre la propria visione (...)
Se questo è un modello di narrazione videoludica estremamente dispendioso in termini di risorse economiche di realizzazione (es. le cutscenes dei vari percorsi narrativi ecc...), lo è meno dal punto di vista del videogiocatore che si limita a fare delle scelte nei vari snodi e godersi il risultato in termini di mondi possibili previsti dall'autore. Tra i vantaggi, la possibilità per gli appassionati di sperimentare i vari percorsi narrativi per vedere le varie evoluzioni, aumentando in questo modo la longevità e l'interesse per il titolo nel tempo.
La narrazione tramite scelte tra snodi di cui sopra si pone a metà strada, nell'ottica qui descritta, mentre dal lato idealmente opposto a quello della serie 'souls' c'è l'approccio alla Naughty Dog (ma anche l'ultimo TR, RDR e GTA e tanti altri...) più smaccatamente cinematografico e lineare ma non per questo meno afficacie, anzi molto coinvolgente sul piano emotivo. Questo metodo è largamente discusso, criticato, apprezzato, difeso e attaccato in ambito videoludico ed evito di approfondire qui questo punto. Possiamo schematizzare le tecniche di narrazione nei videogiochi tra quelle che si rifanno più spiccatamente al cinema (le considerazioni sul montato in questo editoriale mi hanno fatto venire in mente questa meravigliosa scena tratta da Jackie Brown (http://www.youtube.com/watch?v=es4FfsO83tI)) e quelle più testuali, didascaliche in cui abbiamo qui per comodità messo la serie 'souls' ma a cui partecipano a mio avviso anche tutto il filone di cosidetta 'narrativa ambientale' come gone home oppure opere particolari come quelle di Ueda o to the moon, paper please, Brothers, Papa & Yo ecc.... in mezzo troviamo i 'libri-game' audiovisivi. Possiamo tentare di mettere agli estremi opposti da una parte il coinvolgimento emotivo e dall'altra la cooperazione interpretativa e inserire i vari approcci narrativi in un vg in questo continum. Per comodità possiamo suddividere il continum in categorie più o meno estese (come ho fatto io con le tre elencate sopra) ma non ci sono vere demarcazioni e si tratta di categorizzazioni teoriche di comodo, spesso inadeguate e sempre migliorabili.
Alla fine concordo con l'autore dell'editoriale nel fatto che, nel nostro caso ovvero l'ambito videoludico, l'esperienza che un soggetto ha con un oggetto può essere definita di qualità attraverso la capacità che ha o meno un VG di immergere il giocatore in un mondo alternativo e di coinvolgerlo attivamente in esso (sul piano emotivo, razionale o di sfida con se stesso o gli altri). La 'magia' funziona attraverso una fragile alchimia degli elementi che ho provato ad elencare sopra. Torno all'attualità di Ds2 per le peculiarità di questa serie data dagli elementi della ricetta: un gameplay gdr action raffinatissimo, tecnico e caratterizzato da meccaniche di gioco a tratti punitive e dalla sfida molto alta; una narrazione ermetica, accennata, sussurata e che chiede una forte cooperazione interpretativa per essere colta in profondità; un'ambientazione dark fantasy cupa, adulta molto decadente che, pur negli alti e bassi della serie, colpisce per direzione artistica evocativa e suggestiva; realizzazione tecnica decisamente discutibile con grandi flop, riuscite (sistema di illuminazione) e grandi speranze per la prossima versione pc di Ds2. Se proviamo ad applicare i 4 punti anche agli altri giochi.... a mio avviso si adattano bene... anche alle varie situazioni limite citate nel corso del commento.
Sempre rimanendo sulla serie 'Souls' cito un passaggio della recensione di Ds (http://www.gamemag.it/articoli/2993/dark-souls-siete-disposti-a-vendere-un-rene-per-completare-un-gioco_index.html) (il secondo episodio della trilogia contando DeSo):
Quanto poi questo elevato livello di sfida si possa considerare un pregio o un difetto sta ai singoli giocatori decidere, ma devo ammettere che in molte occasioni ho trovato il gioco frustrante, cosa che davvero raramente mi è successa con Demon's Souls.
Infatti in questa recensione (http://www.gamemag.it/articoli/2993/dark-souls-siete-disposti-a-vendere-un-rene-per-completare-un-gioco_index.html) l'elevata difficoltà veniva a mio avviso giustamente messa sia nei pro che nei contro. Nell'ultima recensione Ds2 (http://www.gamemag.it/articoli/3950/recensione-dark-souls-2-torna-il-gioco-di-ruolo-piu-difficile_index.html) viene messa nei pro e nella recensione viene specificato che il gameplay di tutta questa serie è così finemente calcolato che qualsiasi modifica aumente esponenzialmente la difficoltà di gioco iniziale tra un titolo e il seguente. A parte il merito specifico, l'esempio mi serve come ennesima conferma (ma se ne possono fare tantissime, anche molto più calzanti) dell'effetto sostanziale della premessa iniziale dell'impossibilità di una valutazione oggettiva. Capisco le esigenze di efficacia comunicativa: un elenco incolore in cui mettere tutte la considerazioni diventa un minestrone meno leggibile. Molto spesso però nei punti elencati tra i pro e i contro ci sono già di per se dei giudizi soggettivi (per quanto bene argomentati, largamente condivisi o condivisibili che siano)... non aggiungerei ulteriore soggettività inserendoli nelle colonne verde o rossa dei pro e contro.
In sintesi, se ipotizziamo una piramide in cui mettere in cima la presentaziona più sintetica e immediata, e in fondo quella più analitica e discorsiva, suggerisco a gamemag di pubblicare una recensione di un vg in questo modo:
Conservazione del giudizio sintetico globale con le stelle. Al massimo valuterei la semplificazione con tre stelle.
Terrei anche il giudizio parziale semplificandolo in 4 punti (o 3, massimo 5) sempre con il sistema delle stelle. Questo passaggio è leggermente più sviluppato del precedente ma consente allo stesso tempo con un colpo d'occhio di farsi un'idea precisa (e un pò meno confusa dell'attuale) del titolo.
Punti salienti di giudizio del recensore. Accetterei di perdere in leggibilità ed efficacia comunicativa acquistando in rigore comn il superamento della divisione in pro e contro
Conclusioni. Le metterei subito, prima della recensione, anche se sembra una contraddizione in termini. Si tratta di una giudizio più discorsivo dei precedenti ma comunque di sintesi globale. Un lettore distratto o poco interessato può velocemente farsi un'idea e saltare alle conclusioni senza per forza scorrere tutte le pagine.
La recensione completa vera e propia, che poi è la cosa più importante e meno di 'cosmesi' come invece ritengo le questioni precedenti: la ciccia, l'arrosto. Come viene fatto adesso, non ingabbierei la recensione in paragrafi precostituiti per tutti i giochi, ma lascerei la massima libertà al recensore di sviluppare l'analisi come ritiene più opportuno.
Come già detto, ma non mi stanco di ripetere, ritengo le recensioni di GameMag le più argomentate, complete, professionali, precise, rigorose e puntuali che mi capita di leggere. Anche al netto di tutte le pulci e critiche che noi commentatori amiamo fare... a volte, confessiamolo, in modo un pò pretestuoso ;)
cronos1990
17-03-2014, 08:08
I VG NON sono e NON devono essere film o film interattivi e non devono essere giudicati in base a questo aspetto che è solo un extra (TombRaider ad es. era da stroncare IMHO come gioco in sé e giocabilità sebbene sia tecnicamente e graficamente molto ben realizzato).Ehi, è quello che ho fatto io :asd: Mi dovrebbero assumere come recensore :asd:
Mah, per quanto più vicino ai commenti espressi, comunque una "mezza lancia" a favore dell'articolo la spezzerei. Cercando di rimanere nel campo ideale di valutazione, ovvero di un videogioco, credo sia palese che l'articolo ponga ben poco l'accento sul discorso giocabilità, che DEVE rimanere l'aspetto principale insieme, sebbene neanche accennati, level design ed interfaccia.
E' però anche vero che alcuni elementi che sono prepotenemente alla ribalta oggi, sono comunque importanti per la resa complessiva del prodotto, sebbene siano secondari.
Si, scenette di intermezzo e "cinematograficità" sono elementi in più e non certo primari. Ma sinceramente non mi sento di definirli irrilevanti od inutili. Tali elementi un tempo non esistevano più per limiti tecnici che per altri motivi, ed oggi permettono di completare al meglio un'opera videoludica. Perchè sebbene la sfida sia l'aspetto principale per il videogiocatore, non di meno un videogioco è anche una storia (chiaro che poi dipende anche dal genere di videogioco) da vedere e seguire. Lo stesso vale anche per altri aspetti, presenti invece da sempre, che però troppo spesso sono considerati troppo poco a mio avviso (la grafica ed il sonoro, tanto per dirne un paio).
Il media si è evoluto per tutta una serie di motivi, e rimanere ancorati alla mentalità di 25-30 anni fa (che, ripeto, era anche condizionata dalle limitazioni tecniche di allora) la trovo solo una chiusura aprioristica. Il mondo va avanti, mica si cristallizza nell'ambra.
Semmai il problema è che tali elementi secondari sono diventati primari, e qui sta il problema. Un videogioco è tale perchè pone al centro della sua progettazione gli elementi cui ho accennato inizialmente. HL2 (per fare un esempio storico) è stato costruito sul gameplay e la fisica del gioco, e solo poi attorno ci hanno costruito uno stile narrativo ed un'ambientazione, oltre che una storia.
Quando ho scritto le mie 2 righe :asd: su Tomb Raider, tra una pletora di voti alti su diversi aspetti ho dato un'insufficienza sul gameplay, ed ho chiarito bene che è un prodotto altamente godibile SE non lo si considera come un videogioco perchè comunque è un prodotto valido che ti coinvolge.
Guardandolo dal punto di vista puramente ludico, è un gioco ben al di sotto qualitativamente di tantissimi altri.
Cerco di sintetizzare i concetti già espressi nei miei commenti agli altri editoriali citati nell'articolo partendo da 3 considerazioni generali:
Il 'problema' della 'valutazione oggettiva' di un VG è tale in quanto non esiste, è una chimera. Non c'è nemmeno una descrizione oggettiva, figuriamoci una valutazione. Si tratta di una mia convizione di tipo filosofico, metafisico... espistemologico... chiamatela relativismo, non condividetela... in me è molto radicata e sostanziale. Può sembrare un vezzo, una posizione teorica astratta, ma ritengo che sia una questione di fondo che è alla base di molti contrasti in questo forum e non solo.Ni.
Una valutazione ha indubbiamente una sua connotazione soggettiva, ma ritengo che non lo sia completamente. Nel tuo discorso hai riportato l'esempio tra DS1 e DS2, dove nel primo la difficoltà viene citata come uno svantaggio od un vantaggio a seconda del punto di vista, mentre nel secondo viene elencata come pregio (nell'ambito delle recensioni di Gamemag).
Per me questo non è un esempio di soggettività, ma di un errore. Perchè i 2 giochi in questioni sono pressochè uguali sotto il profilo di sfida, meccaniche e difficoltà. Anzi, chiunque sta giocando il 2 ammette che la difficoltà è semmai aumentata; anche giocatori esperti della serie, che conoscendo DS1 a menadito pensavano di andare via più tranquilli sul seguito. Se su DS1 la difficoltà può essere un difetto (perchè genera frustrazione od impossibilità a superare un dato punto) non vedo perchè nel 2 possa essere diversa la cosa.
Questa non è soggettività, ma incoerenza.
Detto ciò, io credo che nella valutazione (al di là di quali e quanti parametri vengono presi in considerazione) abbia una sua parte oggettiva ed una soggettiva. Questo perchè diversi elementi si basano di dati di fatto presenti a schermo, non stiamo di fronte a qualcosa di completamente astratto. Poi è chiaro che ognuno interpreta quegli elementi in base al suo modo di vedere le cose.
Ma sempre rimanendo nell'esempio di Dark Souls, a meno di avere il paraocchi non ci vuole un genio a capire che tecnicamente non è nulla di che, che ha un livello di difficoltà mediamente molto più elevato rispetto a tutti i titoli Action-RPG da 10 anni a questa parte, che il suo stile narrativo è molto criptico. Poi si potrà discutere (e qui emergeranno le sfumature tra i vari commenti) su quanto sia effettivamente difficile o su quanto sia tecnicamente obsoleto, ma sempre entro un range che non si discosterà più di tanto da un certo livello.
Tanto per capirci, se mi si viene a dire che è un titolo semplice che alla prima run te lo fai tutto filato senza problemi, siamo di fronte ad un commento semplicemente assurdo.
stelestele
17-03-2014, 08:59
Su TR sfondi una porta spalancata (vedi ad es. questo commento (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=40690249&postcount=32)).
Ma non è forse questo un'altro esempio dell'oggettività come babbo natale?
Sulla difficoltà della serie 'soul' per un videogiocatore può essere una delle ragioni principali e irrinunciabili per cui ama la serie (ti ticordi la sollevazione popolare quando gli sviluppatori hanno parlato di maggiore 'accessibilità'?)... per altri (non pochi) è la ragione per cui hanno rincunciato o non si accostano nemmeno. Chi è oggettivo?
Si può rispondere che 'ogggettivo' è il grado di difficoltà alto e 'soggettiva' è la reazione a questa caratteristica di per sè neutra... che ha il giocatore. Io discuterei anche su questa versione ma rischio di essere bannato ed evito. Prendiamola per buona. La conseguenza è che il 90% delle recensioni che leggiamo sulla serie soul e sulla serie lego sono sbagliate in quanto mettono il livello di difficoltà nei pro o nei contro.
Non sono poi d'accordo con:
***giocabilità***
che praticamente viene interpretato da voi come Immediatezza/Facilità, e non la classica "giocabilità" intesa come nei tempi antichi dai gamers di lungo corso che era un sunto di durata, voglia di rigiocarci, divertimento, attaccamento al gioco e coinvolgimento, insomma il valore come "godibilità e intrattenimento del gioco" in quanto tale.
quello che intendi tu io lo leggo come CARISMA e non come GIOCABILITA', di cui mi sembra invece corretta la descrizione proposta nell'articolo..
ed effettivamente un voto per il CARISMA ci vorrebbe..
Vorrei avere una risposta in merito a questo, come fa un gioco come rome total war 2 uscito palesemente in alpha (ma se ci fosse una lettera prima della A userei quella) a ricevere 4,5 ovvero mezza stella in meno del massimo come giocabilità se quest'ultima è appunto minata da bug nell'IA, interfaccia , mappa e quant'altro?
Mi concentro su quest'aspetto sorvolando sui voti degli altri parametri in quanto prima di tutto un gioco,secondo me, va valutato sul fattore giocabilità in quanto il resto è meno importante per la godibilità dello stesso.
La discussione si fa sempre più complicata, e forse è anche questo il bello, perché si possono tirare in mezzo tanti punti di vista differenti. È un problema irrisolto, e non certo solamente per i videogiochi ma anche per il cinema, probabilmente perché irrisolvibile. Ognuno ha le proprie idee e non c'è una teoria generale ferrea, che probabilmente va fatta.
È chiaro che non si possono addurre delle argomentazioni che trascendono l'oggettività: ad esempio, se devo giudicare un nuovo capitolo di una serie a cui sono particolarmente affezionato devo stare attento a non farmi condizionare dalla presenza di un personaggio che mi sta molto a cuore e dal fatto che è stato reso in una maniera differente rispetto a come me lo aspettavo, o a un cambiamento al gameplay. Queste sono tutte questioni soggettive, che ci stanno per carità, ma che non possono condizionare un recensore. Molto spesso è il cambiamento che scatena le proteste, ma l'autore del videogioco deve essere libero di poter cambiare, anzi deve essere invogliato verso l'innovazione.
Detto questo, a mio parere vanno fissati dei paletti, come dico nell'editoriale. Bisogna giudicare la parte di giocato secondo criteri ben precisi e ugualmente va fatto per la narrazione che, state attenti, non è ormai confinata alle sole sequenze di intermezzo in cui il giocatore non interagisce. Con narrazione intendiamo anche le forme di interazione che si esplicitano attraverso il giocato o durante esso (penso ad esempio Titanfall, che ha tutta una parte di storia mentre si continua a giocare in multiplayer). Se i vari produttori di giochi spendono delle somme ingenti per affinare le componenti cinematografiche un motivo ci sarà. Anche in questo caso invito a non considerare come generale il proprio punto di vista, piuttosto ad analizzare come le situazioni cambino e come i media di intrattenimento si evolvano. Non posso dire: questo è meglio di quest'altro perché io sono stato abituato così. È un punto di vista soggettivo.
Rispondo alle critiche su Rome II. Abbiamo messo un voto così alto perché pensiamo che sia un ottimo gioco, e ancora oggi ci giochiamo con grande piacere. Fermo restando che la recensione non è del sottoscritto, ma che ho comunque contribuito a stilarla giocando quel titolo parallelamente al recensore. Rome II ha una ricostruzione meravigliosa dello scenario storico in cui è ambientato, delle meccaniche da una parte ben collaudate e dall'altra innovative, con qualche nuovo elemento interessante che si fonde a una struttura già perfettamente funzionante. È complesso e incredibilmente profondo, con una longevità sterminata. I bug che sono stati segnalati, secondo noi, non stravolgono l'esperienza di gioco principale, e anzi sono stati spesso utilizzati in maniera pretestuosa per svilire un prodotto comunque di altissima qualità.
Cmq se Marco Fiore, autore dell'articolo, vorrà intervenire è invitato a farlo, essendo un giocatore molto più assiduo di Total War rispetto al sottoscritto.
Marcus2389
17-03-2014, 15:39
Vorrei avere una risposta in merito a questo, come fa un gioco come rome total war 2 uscito palesemente in alpha (ma se ci fosse una lettera prima della A userei quella) a ricevere 4,5 ovvero mezza stella in meno del massimo come giocabilità se quest'ultima è appunto minata da bug nell'IA, interfaccia , mappa e quant'altro?
Mi concentro su quest'aspetto sorvolando sui voti degli altri parametri in quanto prima di tutto un gioco,secondo me, va valutato sul fattore giocabilità in quanto il resto è meno importante per la godibilità dello stesso.
Ciao Leonardo, sono l'autore della recensione di Rome 2. Ho avuto modo di giocare per circa una ventina di ore alla beta di Rome 2 fornitaci da Creative Assembly prima di stilare la recensione e tutt'ora gioco a Rome 2 abbastanza frequentemente. La versione beta fornitaci da CA risaliva a circa 2-3 mesi (se la memoria non mi inganna) prima che venisse rilasciato il gioco.
Ti rispondo in merito alla giocabilità nonostante molti altri aspetti del gioco sarebbero da discutere e sui quali mi sembra che Cfranco mi abbia chiamato in causa (a cui risponderò tra poco). Nel momento in cui ho giudicato la giocabilità di Rome 2 sono partito con due mini-analisi : il paragone tra la giocabilità di Rome 2 e quella di altri RTS sul mercato (quindi un giudizio più generale sugli strumenti a disposizione del giocatore e sulle effettive modalità di gioco/scelte/varietà nel gameplay) e il paragone tra la giocabilità di Rome 2 e quella di altri titoli di Creative Assembly, in particolare l'ultimo titolo prima di Rome 2 (ovverò Shogun 2) e il diretto predecessore, Rome 1.
In ogni caso sono partito dal concetto che giocabilità e longevità in un titolo come Rome 2 vanno quasi di pari passo.
Nel primo paragone ho notato come sul mercato non esista alcun titolo che dia al giocatore la stessa libertà di scelta su come vuole giocare: partendo dalle molte modalità di gioco nelle battaglie personalizzate con una miriade di opzioni di customizzazione fino ad arrivare al generatore casuale di mappe, non tralasciando l'abnorme quantità di unità differenti a disposizione e lo stile di gioco che cambia radicalmente in base alla cultura e alla fazione scelta.
Spostandoci poi all'esperienza della vera e propria battaglia ci sono stati tanti miglioranti alla linea visiva (simile al True Sight utilizzato in Company of Heroes 2) e alla gestione delle imboscate che hanno reso le battaglie molto più dinamiche in PvP (parleremo dell'IA in un attimo) e alla gestione dell'armata, con un'interfaccia molto meno invasiva rispetto ad altri RTS sul mercato (che puoi anche totalmente eliminare tramite appositi pulsanti) e la possibilità di gestire l'intero esercito tramite la modalità tattica (o di godere di ogni singolo dettaglio tramite quella più "cinematografica").
La campagna a giocatore singolo infine è un'esperienza che tutt'ora ritengo la più completa disponibile per un RTS e in Rome 2 è stata ulteriormente arricchita dando maggior peso a "come" muoviamo le armate e su che tipologia di terreno ci troviamo.
Paragonando invece Rome 2 ad altri titoli di casa CA in termini di giocabilità ho trovato un netto miglioramento rispetto al sistema "sasso/carta/forbice" di Shogun 2 e un netto miglioramento dovuto soprattutto al fatto che in Shogun 2 ogni fazione ha un "core army" fondamentalmente uguale, l'esperienza di gioco tra una fazione e l'altra cambia in maniera piuttosto marginale, al contrario di Rome 2 in cui ogni cultura ha un modo tutto suo di giocare, di gestire l'economia, il teching, la diplomazia e i combattimenti. (detto questo, ritengo il progetto di Shogun2 in definitiva riuscito meglio di quanto poi il progetto Rome2 sia riuscito, perchè Shogun2 ha portato una ventata di aria fresca in moltissimi aspetti e ha mostrato sin da subito di essere un titolo solido, cosa che invece non è riuscito a Rome 2 per colpa dei bug).
Quando ho invece paragonato Rome 2 a Rome 1 i due fattori che ho notato principalmente sono stati che: 1) tutto ciò che potevi fare a Rome 1 poteva esser fatto anche su Rome 2 (con qualche aggiunta in Rome 2 ) e 2) che in termini di gameplay il giocatore si trovava di fronte a maggiori scelte e una maggiore profondità di gioco, specialmente con fazioni non romane (e tutti ricordiamo come Rome 1 soffrisse nel fatto che quasi tutte le altre fazioni - specialmente quelle dei Barbari - avessero un passaggio netto da unità di early game a unità da late game, mancando spesso di spessore e continuità nel mid game e lasciando il giocatore con un roster complessivo di unità molto più scarno).
Ho ritenuto di giudicare Rome 2 un titolo con un gameplay quasi perfetto rispetto alla build che ho avuto modo di testare, in cui gli unici due veri problemi erano la quasi totale mancanza aggressività dell'IA sulla mappa della campagna e le lunghe attese per il turno successivo.
Ti posso garantire che la miriade di bug grafici, di IA, di lag sulla mappa della campagna erano completamente assenti nella build da noi testata, che era in definitiva molto migliore di quanto poi rilasciato da CA. In questo purtroppo noi non abbiamo giustificazioni se non che dal nostro canto non è possibile testare il gioco con altre configurazioni che non siano quelle che abbiamo a disposizione. (con la mia, che ho usato nelle recensione, non ho avuto problemi in beta)
I palesi bug di lag nella campagna si sono verificati quando CA ha rilasciato il gioco (presumibilmente perchè rispetto alla beta avranno aggiunto texture a più alta risoluzione o una maggiore quantità di effetti), l'IA totalmente indecisa su cosa fare e i glitch grafici durante le battaglie sono comparsi solo nella versione retail.
La mia personale spiegazione è che rispetto alla build da noi provata CA abbia apportato dei cambiamenti che hanno caricato troppo il gioco a livello di motore grafico e che abbia in qualche modo alterato l'IA in maniera sostanziale (e penso che anche CA se ne sia accorta dato che prima del rilascio del gioco sotenenvano di aver fatto grandi passi avanti: https://www.youtube.com/watch?v=rWwr1D84VEM ).
Questo non ci giustifica ma neanche dovrebbe condannarci: io baso la recensione su ciò che provo e non ho idea se la versione da me testata sarà poi uguale a quella retail rilasciata il giorno di lancio del gioco (anzi, ti posso dire che sicuramente non sarà la stessa versione visto che nell'arco di tempo che trascorre da quando viene preparata la build per la stampa e quando viene pubblicato il gioco questo verrà aggiornato ripetutamente dal developer in preparazione alla patch del "day 0"). Ciò avviene per ogni gioco ma in particolare ha avuto importanza per Rome 2 perchè il titolo poi rilasciato ha avuto un quantitativo di problemi molto superiore a quanto sperimentato nella build per la stampa. Io stesso ho sperimentato questi problemi nel passaggio dalla build provata per la recensione al gioco finale quindi posso capire assolutamente le tue perplessità. Non ricordo di altre recensioni che siano state particolarmente critiche sul gioco (per carità, potrei non averle viste/lette io), segno che effettivamente la beta fornitaci era per lo meno più stabile e con molti meno bug.
Detto questo, ritengo che la giocabilità che può offrirti Rome 2 sia comunque superiore a quella di qualsiasi altro titolo sul mercato e che, risolti i bug, valga certamente le quattro stelline e mezzo. Avessi sperimentato questi problemi nella build da me provata non avrei esistato a scendere anche a tre stelline dato che i problemi riscontrati dopo il rilascio del gioco hanno nettamente diminuito la qualità dell'esperienza di gioco. (Ma comunque a fronte di quanto ho scritto prima, ritengo che la giocabilità di Rome 2 valga comunque almeno tre stelle e non meno).
Spero di aver chiarito i tuoi dubbi, se hai altre domande sarò lieto di risponderti!
L' unica scusa per il recensore di Rome è di non aver visto il gioco prima di scriverla, perchè descrive un gioco che non esiste e che non ha niente a che vedere con quello pessimo che è uscito ( e che 10 patch dopo è ancora uno schifo )
Parte delle tue considerazioni penso di averle già risposte sopra. Io non penso che Rome 2 sia un titolo che faccia schifo, specialmente dopo queste prime 10 patch. Al di là del bilanciamento (che è la cosa più facile da sistemare) penso che CA abbia mostrato di avere tutte le intenzioni di fixare tutti i bug e i problemi di ottimizzare del gioco (e basta dare un'occhiata ai forum per vedere con che serietà stanno lavorando)
Il problema principale di Rome 2 a mio avviso sono stati i bug che hanno afflitto il gioco dal day 1 (e alcuni purtroppo ancora lo affliggono) ma rispetto a qualsiasi gioco io abbia provato fino ad ora ho notato che almeno la Creative Assembly ha mostrato di star lavorando sodo per sistemarli.
29Leonardo
17-03-2014, 16:35
Ringrazio entrambi per l'attenzione, ci tengo a precisare che la mia critica sulla giocabilità (e sul voto) era esclusivamente rivolta all'aspetto puramente tecnico e quindi dei problemi che possono sorgere nella partita del giocatore a causa di bug o altre anomalie, non dalle possibilità di interazione offerte dal gioco stesso e gli altri elementi analizzati su cui mi trovo mediamente sulla stessa lunghezza d'onda.
Giustamente ora che sono a conoscenza del fatto che la versione da voi provata non presentava problemi ritiro la piccola frecciatina che feci nell'editoriale (il delirio dei voti), anche se rimango dell'idea che titoli di una certa complessita' quali gestionali e strategici alla rome o civ abbiano bisogno di piu ore per essere testati a fondo, o quanto meno necessitano di una seconda "passata" (tempo e risorse permettendo ovviamente) che analizzi l'esperienza piu a fondo e tenga conto anche di quei fattori.
stelestele
17-03-2014, 17:08
Beh... non possiamo lamentarci e dire che non ci viziano per attenzione e risposte!
Allora Leonardo la questione diventa proprio quella del "tempo/risorse"...purtroppo molto spesso non abbiamo la possibilità di rigiocare i titoli che meriterebbero una seconda "passata" come dici tu o di scrivere ulteriori approfondimenti.
Jonathan Russo
17-03-2014, 20:47
Sulla difficoltà della serie 'soul' per un videogiocatore può essere una delle ragioni principali e irrinunciabili per cui ama la serie (ti ticordi la sollevazione popolare quando gli sviluppatori hanno parlato di maggiore 'accessibilità'?)... per altri (non pochi) è la ragione per cui hanno rincunciato o non si accostano nemmeno. Chi è oggettivo?
E' vero, non dimentichiamo che quando uscì un allora sconosciutissimo Demon's Souls diversi siti lo stroncarono (e qualcuno lo fece anche per Dark Souls) proprio perchè troppo difficile!
Personalmente trovo che l'oggettività stia in quello che dicevi tu, ma anche nell'avere la sensibilità di distinguere quando un elemento sembra negativo solo a noi e quando lo è oggettivamente. La saga Souls è difficile e può essere non adatta a tutti, ma chi lo recensisce non può non notare che quella difficoltà è parte integrante delle meccaniche di gioco ed è strutturata in modo intelligente, non è dovuta a un cattivo design, anzi. Se poi i giochi con una curva d'apprendimento elevato non fanno al caso mio specifico, starà alla mia accortezza non prenderlo basandomi su quello che leggo in giro.
Therinai
17-03-2014, 21:04
Beh... non possiamo lamentarci e dire che non ci viziano per attenzione e risposte!
No a questo punto altro che lamentarci, hat off, tanto di cappello.
Gran bel chiarimento per la questione rome2. Io, dopo averlo atteso parecchio, ho deciso di rinunciarvi perché a forza di giocare a manageriali e gestionali vari mi è passata la voglia e ora ho bisogno d'altro, ma il primo rome l'ho divorato fino alla nausea, e leggere le tante lamentele sul seguito mi aveva lasciato basito.
Il tema sollevato da Marcus, cioé quello della beta concessa dallo sviluppatore che poi non coincide con la release to market, lo avevo fiutato col passare del tempo (nel corso degli anni intendo, credo che sia un fenomeno che si sia aggravato esponenzialmente negli ultimi anni, ma, ripeto, è solo una speculazione, non posso sapere come stanno esattamente le cose), avevo capito che questo può succedere. Trovo triste che poi a rimetterci la reputazione sia chi fa la recensione. Fossi io il recensore farei un bel update della rece per sputtanare lo sviluppatore di turno.
stelestele
17-03-2014, 22:45
E' vero, non dimentichiamo che quando uscì un allora sconosciutissimo Demon's Souls diversi siti lo stroncarono (e qualcuno lo fece anche per Dark Souls) proprio perchè troppo difficile!
Personalmente trovo che l'oggettività stia in quello che dicevi tu, ma anche nell'avere la sensibilità di distinguere quando un elemento sembra negativo solo a noi e quando lo è oggettivamente. La saga Souls è difficile e può essere non adatta a tutti, ma chi lo recensisce non può non notare che quella difficoltà è parte integrante delle meccaniche di gioco ed è strutturata in modo intelligente, non è dovuta a un cattivo design, anzi. Se poi i giochi con una curva d'apprendimento elevato non fanno al caso mio specifico, starà alla mia accortezza non prenderlo basandomi su quello che leggo in giro.
Certo la serie Souls da gioco di nicchia Giapponese si è lentamente conquistato uno spazio al di là di ogni più rosea espettativa di sviluppatori e publishers, solo con la forza delle sue peculiarità e del tam tam della comunità. Appena uscì nel plus tentai Demon's Souls e lo abbandonai dopo poco. L'ho ripreso con più convinzione in questi giorni e devo dire che già mi sembra un'altro gioco... ma chiaramente sono cambiato io, le mie skills, il mio modo di approcciarmi. Le poche ore che ci ho passato adesso sono molto diverse e più gratificanti delle prime. Se non era per le recensioni e le discussioni che se ne fanno, me lo sarei sicuramente perso... e mi è capitato lo stesso con altri giochi.
Il ruolo della critica e della comunity che si coaugula attorno ad essa è cruciale per la mia crescita personale. Secondo me lo è anche per il media in genere nonostante il fatto che i lettori che frequentano siti o riviste videoludiche sia per me incredibilmente irrisorio rispetto alle copie vendute dei giochi e quindi dei videogiocatori. Sono comunque tutti numeri destinati per me ad aumentare considerando il ruolo che il media stà occupando nel panorama dell'intrattenimento e le potenzialità che stà esprimendo da molti punti di vista.
@Jonathan Russo
Non sono sicuro che tu abbia capito il senso della mia critica alle stelline.
Il punto è l'uso di 5 stelline inutili su Gamemag perché tanto 1-2 (3 raramente) non le usate mai, quando invece andrebbe fatto. Fate piuttosto 3/3 stelle per coerenza con la vostra categorizzazione se la pensate così e se non fate grande distinzione (male IMHO).
...
Il testo delle recensioni di per sé non lo trovo così male e illustra abbastanza efficacemente il prodotto di solito analizzando alcuni aspetti con un certo dettaglio, ma il problema è che i giudizi finali sono, come più lettori hanno sottolineato, incoerenti e palesemente non oggettivi.
Troppo spesso la critica nel testo non viene poi presa in considerazione nei giudizi e voto finale, arrivando a paradossi in cui prodotti con chiare e pesanti lacune da voi stessi evidenziate, con parecchi bug e sostanziale deja-vu, ricevono alla fine giudizi (molto) positivi e voti alti.
Non arrampicatevi sugli specchi quando sbagliate nei giudizi. Capita per la fretta, ed è molto più serio rivalutare i propri errori che continuare a difenderli.
Non ci interessa quello che fanno le altre riviste (terribile anche solo l'idea di doversi allineare al parere della maggioranza). Voi fate bene il vostro lavoro e vi ameranno (e alcuni odieranno, è inevitabile)... ;)
Triste vedere che invece di accogliere saggiamente le critiche (sono un momento per migliorare, non per dire ho ragione io o hai ragione tu) si risponda con un sostanziale muro di gomma...
...e per piacere, visto come intendete la Giocabilità, cambiategli nome in qualcosa di inequivocabile: Immediatezza, perché ripeto che per i vecchi videogiocatori che hanno iniziato con C=64, Spectrum, ZZap! e altre riviste simili il termine Giocabilità/Playability aveva tutto un altro significato che riassumeva il divertimento intrinseco e l'efficacia e appagamento che dava un gioco come momento di intrattenimento e non la sua semplice accessibilità. Era sostanzialmente l'aspetto più importante insieme alla Longevità/Lastability.
Jonathan Russo
20-03-2014, 18:56
Non c'è nessun muro di gomma, ma se il discorso di fondo è "devi ammettere che ho ragione, altrimenti vuol dire che non mi ascolti" direi che non c'è nemmeno alcuna discussione.
Io ascolto tutto le critiche e ne tengo conto, ma difendo il mio lavoro perchè lo svolgo con professionalità e dietro ogni scelta c'è una motivazione ben precisa: non corro a scusarmi ogni volta che una critica viene espressa proprio perchè quello implicherebbe una completa mancanza di basi.
MiKeLezZ
20-03-2014, 21:04
Le recensioni sono imho tutte interamente soggettive perchè l'oggettività non esiste. Quello che chiami 'parametri oggettivi' io li chiamo schemi che tentano di aiutare il recensore a fare una recensione il più possibile 'professionale', 'accurata', 'completa', 'scrupolosa', 'approfondita'...
Seguo diverse testate videoludiche e ritengo Rosario un giornalista professionale, accurato, completo, scrupoloso e profondo.... quindi più cose fà e meglio è per me!Le recensioni soggettive sono quelle "fatte male", non tutte.
L'oggettività è particolarmente facile da ottenere con il metodo della comparazione.
Si semplifica il procedimento: non devo più determinare se tale gioco sia "bello" (cosa che, in termini filosofici, probabilmente neppure il nostro amato Sgarbi, se fosse amante dei videogiochi, potrebbe definire), ma mi basta semplicemente determinare se tale gioco sia "migliore" di un altro e "di quanto".
Se vi è un gioco da 7 e ne recensisco uno leggermente migliore (ovviamente parliamo di stessi generi e dovrò adeguatamente giustificare questi miglioramenti), sarà particolarmente banale affibbiargli una votazione da (esempio) 8 e mantenere così una linea editoriale il più oggettiva possibile.
Ovvio che dovrò partire da delle basi solide (non mie, ma soprattutto considerate tali), aiutandomi con la segregazione in "generi", ma a quei punti è tutto enormemente semplificato. Solo uno con dei problemi intellettivi potrà obiettare che The Witcher 2 fosse, nel campo degli action rpg, un pessimo gioco e che Dragon Age 2 non fosse invece da considerare inferiore (concetto semplice, ma il contrario, appunto, di ciò che ha fatto la stampa al soldo delle major).
Da questa banalissima premessa andrò quindi ad analizzare ciò che giocoforza non posso schematizzare, ovvero i fattori dinamici:
- Se siamo di fronte a una ripetizione del genere e quindi c'è un difetto di originalità. Questo dovrà necessariamente essere riportato, a monito, ma non necessariamente dovrà inficiare il voto: io ho giocato FFVII e quindi un FFVIII mi perde di originalità, ma chi FFVII non lo ha mai giocato e inizia da FFVIII, il problema dell'originalità non lo terrà minimamente in considerazione e quindi abbassargli il voto solo per questo sarebbe un errore da principianti!
- Se c'è un particolare "quid" che riesce ad "ammaliarmi" in termini soggettivi... Ci sono dei giochi apparentemente mediocri che però nella loro "particolarità" o nell'insieme della loro mediocrità riescono a fornire un prodotto soggettivamente eccellente: è il caso in mio parere di DLC Quest (per l'irriverente ironia) e Escape Goat (per la gustosa giocabilità). In tale caso si riporterà il voto finale sottolineando come il gioco sia riuscito ad ottenere un piccolo extra grazie a determinate doti riscontrate da chi lo ha giocato, perlopiù soggettive (in modo tale da permettere a chi è in dubbio sull'acquisto e sulla validità di tali doti di considerare una votazione di n scalini inferiore).
- Infine, una volta andava di moda il giudizio di un paio di redattori amici, che perlopiù dicevano se il gioco li avesse divertiti o meno, senza particolari velleità recensionistiche... Anche questa potrebbe essere un'idea che permetterebbe di meglio cogliere sul punto: se 3 ragazzi, uno appassionato di sport, uno di avventure grafiche, uno di fps, decretano che Forza 4 Motorsport è un giocone, evidentemente anche il giudizio stesso del recensore che, pure lui, lo giudica "giocone" acquisterà una maggiore autorevolezza e il lettore sarà portato a prendere maggiormente per veri sia il voto di recensione che i punti toccati nella recensione.
Ripeto, la soggettività delle recensioni è in ultima analisi un'incapacità di chi fa la recensione di usare dei precisi canoni e mantenere una visione lucida sul prodotto che sta provando (non giocando: provando). Leggo volentieri le recensioni su metacritic degli user (ovviamente con il giusto pizzico di sale) e spesso mi aiutano all'acquisto, ma vedere riproposta tale tipologia di recensione (quindi una di tipo totalmente soggettiva o, nel caso fortunato, con canoni sballati come una particolare incidenza della "sceneggiatura" LOL) in veste di prodotto editoriale professionale non può che farmi cascare le braccia.
Intendiamoci: non è che me ne freghi veramente, alla fine leggo tre righe, chiudo e vado su altri lidi, dispiace (in senso lato) per chi ci ha speso inutilmente del tempo a scriverla.
IMHO le recensioni VERAMENTE "fatte bene" sono quelle che poi, nonostante il titolone AA, nonostante l'hype, riescono a eguagliare l'user score di metacritic (quasi uno scritto sacro in termini di autorevolezza) e si tratta spesso di tagliare le gambe con votazioni che sfociano nel 6 se non nel 5. Non è facile: tanto di cappello a chi ci riesce (guardatevi Dragon Age 2).
Purtroppo l'andazzo di chi "è già un po' che sta nel giro" è sempre il solito: valanga di 7 e 8 (oppure 3,5 e 4 stelline, se preferite) e tanti saluti... In caso sia un fiasco si può dire che "in realtà è un 6/7" mentre se è un titolone si dice "in realtà è più un 9/10". Le major sono felici e ti mandano i giochetti a gratis 3 giorni prima per recensirli. Te porti a casa la pagnotta e si va avanti. Purtroppo mi pare rientri gamemag.
p.s. Lasciatemelo dire, le 5 stelline che però non sono da considerare in termini decimali sono ridicole (anche la loro giustificazione per l'uso fa acqua da tutte le parti: "se sono 2 il titolo fa schifo, se sono 3 il titolo è sufficiente, se sono 4 è buono, ma c'è di meglio e se sono 5 è un capolavoro".... ma grazie al ca... equivalgono appunto al 4 del "non sai una pippa", il 6 scolastistico di sufficienza, il molto buono 8 "ma c'è di meglio" e al perfetto 10!).
Inoltre vengono pure usate anche le mezze stelline: di fatto SI STA USANDO il sistema decimale che usa voti interi da 0 a 10!!!
AVREI ALMENO CAPITO SE LE MEZZE STELLE NON ERANO USATE... A quei punti era come usare solo i voti 2/4/6/8/10 e sì che facevi spartiacque a volontà.
p.p.s. La mia prima copia di TGM mi sembra datata 1995... vi lascio immaginare quanta acqua sotto ai ponti abbia visto...
Il punto è: se io stronco il gioco e gli do 2/5, per te che stai valutando l'acquisto cambia davvero tanto che se io gli avessi dato 1/5? Con questo non voglio dire che dare 1 o 2 sia la stessa cosa, ma credo che sia molto più significativa la distinzione tra un gioco che prende 3 o 4, oppure 4 o 5...Posto che OVVIAMENTE è più significativo fornire maggior precisione sopra la sufficienza... Non è neppure il caso di non dare peso alla fascia negativa. Se c'è un gioco brutto, che si fa? Gli si da 4 sulla fiducia (2 stelline... pardon!)? Non ci si gioca più?
Mettiamo poi qualcuno sia attratto dal genere e nonostante il 4 lo compri... risulta quindi il caso di soppesare anche quel 4, affinché non nascondi in realtà un 3, o un 2... Insomma, gioca Takedown Red Sabre e riscopri la definizione del "brutto"... ti accorgerai tu stesso di come il 5, il 4 e probabilmente anche il 3 non siano adeguati per giudicarlo...
Mi permetto un'osservazione del tutto generale su questo: la tendenza media negli ultimi anni è ormai considerarei giochi da 8 in su buoni o ottimi e da 8 in giù assolutamente mediocri; le scale intermedie sono state completamente svilite (le motivazioni le lascio ad ognuo di voi). Il sistema decimale dovrebbe servire a dare esattamente queste sfumature e sarebbe un pò più congruo del raggruppamento a stelline (di cui apprezzo comunque le intenzioni dei redattori di gamemag anche se non lo condivido come sistema), il problema "serio" è che è stato tutto annullato.
Tralascio la questione posta poco più in alto come voti a giochi palesemente problematici ma che meriterebbe una seria riflessione.La differenza che rende metacritic formidabile e le altre recensioni deficitaria è una e la mostro con un semplicissimo esempio.
Gioco A. Media 75%.
Gioco B. Media 75%.
A prima vista sembrano uguali. Non è così. Qui entra in gioco la capacità di leggere i dati oltre a quelli riportati.
Gioco A. Voti: 100%, 90%, 80%, 32%.
Gioco B. Voti: 100%, 50%, 90%, 60%.
In realtà il gioco A è probabilmente MIGLIORE del B. A questi punti uno potrebbe voler approfondire le motivazioni alla base e capire se nella maggior quantità di voti inferiori si trovino "franchi tiratori", si nascondano particolari difficoltà nelle prime fasi del gioco che scoraggiano i più oppure si tratti di un gioco il cui genere non è universalmente apprezzato...
Più elevate le capacità di "data mining" e maggiore la quantità di recensioni, maggiori quindi l'accuratezza del risultato.
Anzi, non solo il gioco A potrebbe rivelarsi "buono" (anziché mediocre), ma quel 75% potrebbe addirittura, per chi magari è disposto a passare sopra determinati difetti oppure è amante del genere, nascondere una chicca.
Con lo svilimento della professionalità e con la sempre maggiore difficoltà nel reperire i VERI punti di forza e difetti dei giochi (ormai, appunto, tutti da 7/8 o 3,5/4 stelline), gli aggregatori di votazioni (ora presenti anche su gamemag in forma beta) arrivano in aiuto fornendo informazioni in termini probabilistici e quindi probabilisticamente corrette nonché critiche dirette senza timori di ritorsioni.
Non c'è nessun muro di gomma, ma se il discorso di fondo è "devi ammettere che ho ragione, altrimenti vuol dire che non mi ascolti" direi che non c'è nemmeno alcuna discussione.
Veramente questo atteggiamento non mi sembra dei migliori, ponendo sempre il discorso in termini di "lotta" fra opinioni. Le critiche (perché ovviamente vi aspettavate dei commenti postivi/negativi no?) bisogna saperle comprendere e accettare civilmente, anche chiarendo giustamente i propri punti di vista, ma senza rimanere arroccati sulle proprie posizioni che renderebbe sostanzialmente inutile ogni dialogo.
Faccio solo notare che se alcuni leitmotiv si ripetono nei vari commenti dei lettori direi che è il caso di rifletterci su... perché quando uno ti dice che sbagli, si può anche ignorare, quando te lo fanno notare in tanti forse un dubbio dovrebbe venire...
Non mi sembra di aver mai dato medagliette a nessuno dicendo ho ragione io, hai ragione tu, ma solo espresso delle critiche generiche non personali e perfettamente razionali giustificandole, in risposta al vostro articolo. Mi auguro che raccogliate correttamente i nostri interventi senza sentirvi inutilmente offesi e per venire maggiormente in contro ai lettori.
stelestele
20-03-2014, 22:19
(...) ma mi basta semplicemente determinare se tale gioco sia "migliore" di un altro e "di quanto".
giusto un piccolo estimo (http://www.keinpfusch.net/2010/10/critica-capricciosa-e-letteratura.html) .... da registrare poi al catasto (metacritic) un calcolo 'quasi' matematico.
Ripeto, la soggettività delle recensioni è in ultima analisi un'incapacità di chi fa la recensione di usare dei precisi canoni e mantenere una visione lucida sul prodotto che si sta provando (non giocando: provando)
La cosa migliore è fare fare la prova ad una macchina che come output sforna il numerino... questi recensori che pretendono di giocare un videogioco hanno propio stufato!
IMHO le recensioni VERAMENTE "fatte bene" sono quelle che poi, nonostante il titolone AA, nonostante l'hype, riescono a eguagliare l'user score di metacritic (quasi uno scritto sacro in termini di autorevolezza) e si tratta spesso di tagliare le gambe con votazioni che sfociano nel 6 se non nel 5.
Quindi un titolo è di qualità quando incontra il gusto della media dei videogiocatori che si divertono a dare i voti su metacritic... che in termini statistici non è nemmeno la media dei gusti dei videogiocatori... ma se anche fosse... abbiamo un'idea diversa di qualità... anche di quello che invece ritiene la media dei voti 'giusta' e 'oggettiva' sia quella dei critici. Metacritic è per me la fotografia dei gusti medi di critica e forse (molto forse) pubblico... in un dato momento... di solito l'uscita del titolo o poco dopo.
Con questo criterio van gogh è un imbrattatele buone solo per fare da porta in un pollaio.
MiKeLezZ
20-03-2014, 22:35
La cosa migliore è fare fare la prova ad una macchina che come output sforna il numerino... questi recensori che pretendono di giocare un videogioco hanno propio stufato!Se non riesci a distinguere il divertimento dal lavoro, abbiamo un problema.
Quindi un titolo è di qualità quando incontra il gusto della media dei videogiocatori che si divertono a dare i voti su metacritic... che in termini statistici non è nemmeno la media dei gusti dei videogiocatori... ma se anche fosse... abbiamo un'idea diversa di qualità... anche di quello che invece ritiene la media dei voti 'giusta' e 'oggettiva' sia quella dei critici. Metacritic è per me la fotografia dei gusti medi di critica e forse (molto forse) pubblico... in un dato momento... di solito l'uscita del titolo o poco dopo.
Con questo criterio van gogh è un imbrattatele buone solo per fare da porta in un pollaio.Metacritic non è buono come aggregatore di recensioni per i medici in quanto ovviamente è popolato da una precisa nicchia di persone:
- pc dotati
- internet dotati
- voglia dotati
- mediamente informatizzati
In tale profilo rientra la figura del videogiocatore, ma non rientra quella invece del 40/50 enne con acciacchi vari che gira per vari medici specialisti e si mette a recensirli su internet.
Per fortuna, l'user di metacritic è solo in parte toccato dalla massa di "casual player" ignoranti la cui massima ambizione è una partita al dumbed down titanfall, e basta che apri la relativa pagina per notarlo tu stesso (62%).
Ogni strumento ha il suo uso e bisogna saperlo usare.
Un minimo di elasticità mentale, ragazzo.
stelestele
20-03-2014, 23:01
Se non riesci a distinguere il divertimento dal lavoro, abbiamo un problema.
Quindi se beccavi Jonathan a ridere ad una battuta durante la 'prova' di South park... lo licenziavi... o non gli pagavi la collaborazione... e quindi il problema lo aveva lui ;-)
(...) Per fortuna, l'user di metacritic è solo in parte toccato dalla massa di "casual player" ignoranti la cui massima ambizione è una partita al dumbed down titanfall, e basta che apri la relativa pagina per notarlo tu stesso (62%).
Ogni strumento ha il suo uso e bisogna saperlo usare.
Un minimo di elasticità mentale, ragazzo.
Cavolo... allora speriamo che non esca mai un gioco casual (che parola orrenda) che piaccia a troppi... o peggio ancora... alle donne... (ahhh orrore)... ci sballa tutto il riferimento oggettivo, salta la calibrazione dello 'strumento'.
Dai, fuor di ironia, non dico che Metacritic sia inutile, tutt'altro... ma da li a prenderlo come "scritto sacro" non mi sembra un gran chè come "elasticità mentale".
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