DJ Bobby B
30-01-2014, 12:41
Aprirò questo scomodo argomento dopo essermi scontrato con una pessima mentalità che si insinua nel mondo dei videogames: la mentalità competitiva.
Ormai questo modo di approcciarsi al videogioco sta quasi ovunque, tolte le simulazioni sportive dove è accettabile (essendo appunto simulazioni sportive), in generi come lo “Sparatutto” o il “Picchiaduro”, la competitività sta andando troppo di moda, ofuscando il senso artistico e spensieratamente ludico di certe opere (perché così andrebbero chiamati i videogiochi: “opere d’arte interattiva”)
Il Gamer (termine nocivo perché vuol dire “giocatore” e, se il videogioco appunto è arte, il termine “giocatore” lo sminuisce a passatempo, o peggio… a “perditempo”; ammiccando giocatore di slot, al giocatore d’azzardo... oppure al bambino che gioca coi giocattoli) vergognandosi dell’appellativo di bambinone che gli viene dato dal "popolino", cerca di dare un senso alla sua passione travisandola, facendola diventare uno pseudo sport; soprattutto passati i 23 anni… ma anche per darsi un certo tono passati i 15.
Perché è più “maturo” dire di videogiocare in modo tecnico, come se fosse un'attività semi sportiva con scopo preciso; è una cosa difficile, cervellotica, che richiede un folle allenamento; un po’ diverso dall’apprezzare un titolo non solo perché appagante da giocare, ma perché ti piace un po’ per il contesto, per i personaggi, per la grafica, ecc… insomma, per i suoi parametri artistici (dato che essendo il videogioco non riconosciuto solitamente come arte, passi per fesso se guardi anche questo al di fuori di un GDR).
Non sto insultando chi si applica con queste cose, badate bene, io sono il primo che ESIGE un buon gameplay, dato che passo ore a studiarmi le lise mosse\combo dei vari fighting games; ma il discorso è un altro.
Il giocatore competitivo distrugge l’arte videoludica… perché dà importanza SOLO ad aspetti meccanici che in parte abbassano questo tipo di estro.
Pare aver confuso l'arte con la simulazione sportiva, sminuendo il picchiaduro al livello di un banale FIFA (detto "alla brutta": la morte delle saghe e la nascita delle seghe... ).
Cosa non giusta, perchè abbassa il fighting game a sola tecnica distribuita fra personaggi pretesto; mentre non è così (uno degli esempi che il picchiaduro può avere anche un pregevole background senza "ammazzare" le meccaniche, è la longeva saga di Mortal Kombat).
Evitando di soffermarmi sui competitivi degli sparatutto (non essendo molto amante dei titoli a base di pistoloni) … mi soffermerei proprio sui competitivi dei picchiaduro, che è appunto il genere di cui mi occupo da più di un decennio.
Condanna aperta all’E-Sport e tornei vari, dall'Evo allo SBO
Bisogna ammetterlo: la scena competitiva italiana è fatta comunque da quattro gatti; dovrei internazionalizzarmi e andare alla radice del fenomeno, all’estero, dove ci sono i veri “E-Sportivi del divano”:su Evenhubs, Shoryuken.com, o peggio all'Evo, Tougeki (Super Battle Opera - SBO) ecc.ecc. … che pian piano stanno rovinando tutto il panorama del genere facendo confondere una forma d’arte con un freddo insieme di meccaniche; vengono persino commercializzate bustine di “Cibi per Gamer” utili (per modo di dire) a migliorare i riflessi di chi si “fonde il cervello” in ore forzate con lo stick in mano …vero Jonathan Wendel?
Citerei anche il 2 volte campione del mondo di Mortal Kombat 9, uno che si fa chiamare Perfect Legend… che dovrebbe starmi pure simpatico data la sua dedizione a MK; mentre è proprio la sua “dedizione fisica” che rischia di far perdere attenzione a MK come saga a tutto tondo, dandogli un’altra attenzione come picchiaduro pretestuoso utile solo per fare garette.
Il ragazzo però non critica MK9 (visto che pure tecnicamente spacca i culi), quindi critica Injustice… sottolineando non solo le solite hardcoregamerate sullo spacing, sui colpi aerei (che non voglio neanche commentare), ma anche aspetti come l’interazione con gli ambienti… dico, ma qual è il problema?
Per fortuna che ci sono degli oggetti interattivi, arene distruttibili ed elementi un po’ fuori dal concetto di versus. Essendo il picchiaduro un’espressione artistica, non sia mai il dover togliere spazio alla spettacolarità fine a se stessa, è un crimine; perché l’arte è fine a se stessa, giusto? Qual motivo c’è di bistrattare quelle fighissime scene dove si passa spettacolarmente e “citazionisticamente” da un’arena all’altra? Non c’è motivo.
Aggiunge “bellezza” visiva (un concetto che purtroppo l’ignorante non può capire), facendo in modo che non diventi solo un'accozzaglia di input.
Il ragazzo si chiede perché la gente giochi a questo picchiaduro, ma glielo dico io: - caro Legend, perché i difetti che ci trovi te sono da malati mentali… non sono veri e propri difetti, a meno di essere un hardcore gamer…ovvero una minoranza con un approccio spesso sbagliato al videogioco.
Costui apprezzerà tanto MK9 perché è tecnico, non per altro… se si sostituisse Kung Lao con Kung Miao (andiamo per assurdo: una gattina verde proveniente dal reame di Bisboccia), probabilmente per lui (o per qualche altro “atleta”) non cambierebbe niente se le meccaniche restassero invariate.
Un po’ come quando chiesi ad un "competitivo" come la prenderebbe se Akira (di Virtua Fighter) venisse sostituito con “Aciuccia” , lui mi disse: “beh, tanto ci devo competere… basta che il moveset sia apposto e va bene così, pure se è un pisello gigante che fa kung fu”.
Male... a questo punto le sinapsi sono completamente bruciate.
Giochi "diddio"? Ma anche no..
Forse ho estremizzato, ma se ci pensiamo siamo quasi a questo livello: si blasona Street Fighter 4… con sempre meno attenzione nei personaggi, nell’ambientazione, nella storia, nel senso generale della vicenda, addirittura nella grafica…(i personaggi sembrano fantocci di pongo dell’era PS2 ); dove l’unico parametro decente (oltre ai personaggi di SF2 rovinati per l’occasione) è solo un presunto gameplay che sa di stantio.
Si blasona il suo cuginetto King of Fighters 13, a detta di certi u(fe)tenti “il giocodiddio”, quando graficamente ha sprites di livello MAME anche piuttosto sfocati, personaggi a volte scopiazzati dalla Capcom (since 1991, brava SNK), una storia raccontata pure male attraverso riquadri sbloccabili narranti la vicenda amorosa di un efebo e di una vestita alla “Luigi XIV”. Azzo che bello ! -_-'
Ovvio, c’è il solito gameplay con cui il competitivo “si fa la bocca”… che però sa ancora più di stantio, dato che è una copia capcomiana con meno tasti.
E questi due sarebbero giochi “diddio” ?
Se si giudica convergendo forzatamente verso la “competizione VS” potrebbe anche essere, ma non è normale.
Ragionando così “ad cazzum canis”, persino quella Fogna di Death Cargo (si può dire? Ma si dai, che lo sanno anche i programmatori stessi che è una cazzata di pessimo gusto) se avesse delle eccellenti meccaniche passerebbe per un ottimo gioco… in barba se i personaggi sembrano dei deformati, in barba alla mancanza di artisticità generale, in barba alla barba… tanto a parte le meccaniche non conta un piffero: “è come un Racing Game” (cit.).
*Ricorderei invece, che tutte le attenzioni messe maniacalmente a favore dello scontro “versus umano”, in modo che sia più bilanciato possibile per accontentare chi fa competizioni, sono quasi totalmente a favore di concetti variabili e usufruibili solo attraverso condizioni (che possono essere la presenza di gente o di una linea internet)… quindi per un giudizio di base sulla VERA natura del pocchiaduro "X", sono inutili e DEVONO essere calcolate distaccatamente (o almeno dargli un peso minore), andando oltre ai preconcetti pratici che abbassano il videogioco a mera prova d’abilità manuale.
Detto francamente, questa “dittatura dell’utile” cozza terribilmente contro i normali parametri di giudizio omogeneo che DOVREBBERO essere usati quando si parla di picchiaduro, perchè giudicare solamente il parametro tecnico come elemento principe, porta all’annullamento (o alla non seria considerazione) della parte visiva\artistica .
Indi, il giudicare “mer-da sciolta” o “roba da 5 euro” un prodotto eccellente come Injustice (che offre oltre ad un gameplay che fa il suo dovere, un’attenzione artistica oggettivamente superiore rispetto a quei jappotitoli sopracitati, con costumi studiati nel dettaglio, una storia degna e raccontata cinematograficamente con filmati di alta qualità, ambienti dinamici più un’attenzione particolare al single player e bla bla bla), è da beceri. E non parlo da fan DC, parlo da uno che riconosce la cura nelle cose.
Sono un “maschioalpha”, ma passo ore a smanettare con bambine e scolaretti
Altro danno della mentalità competitiva è che atrofizza i gusti personali; non è difficile trovare gente che si allena ore a Blazblue (un titolo a caso) senza sapere un cappero nè fregarsene qualcosa dell’universo di Blazblue.
Praticamente queste persone, per il piacere di “smuzzare” coi picchiaduri si allenano ore con un titolo che magari gli fa pure petare, ma siccome li appaga come gameplay allora ci giocano… è normale? Ovviamente no, perché questa è la negazione dei veri concetti artistici che rendono un titolo- “quel titolo”-.
Blazblue dovrebbe essere usato dagli “Otaku persi”, da gente a cui piace usare quei personaggi perché sono loro e non altri, che è veramente interessata alle vicissitudini di figure così estremamente giapponesi.
Mentre spesso capita di sentire uno totalmente ignorante in materia… allenarsi ore a Blazblue usando bimbette stile Sailor Moon o peggio.
Non ditemi che a questi interessa controllare tizi di un universo fatto di streghette kawaii, ragazzini con lo spadone o altre cose del genere? Ovviamente no: usano quel prodotto come un volgare “attrezzo ginnico” allena polpastrelli, in poche parole lo esaltano negandolo allo stesso tempo.
E così accade con tutti gli altri esponenti di varie saghe quando sono visti prevalentemente sotto un’ottica competitiva.
C’è anche da sottolineare una particolare ammirazione cieca del competitivo verso il mondo manga, apprezzando e sostenendo prodotti di “fanservice selvaggio” tipo Persona 4 o Le bizzarre avventure di JoJo, che se fossero stati americani o occidentali sarebbero stati bistrattati alla grande. Quindi altra prova che il competitivo è a volte una “pecorella” dal dubbio intelletto, che va dalla “parte forte” seguendo l’abusata ma non corretta regola “picchiaduro giapponese = picchiaduro degno”.
Concludendo
Mi rendo conto di aver leggermente estremizzato, generalizzando la figura del “picchiadurista competitivo” come l’erba da estirpare per far sopravvivere degnamente l’arte del fighting game senza farla diventare un solo insieme di meccaniche.
So che molti apprezzano ANCHE la competizione come una semplice componente e non come dogma assoluto attuo all’annichilimento dei parametri di un “opera d’arte interattiva”.
Ma io condanno la mentalità, non la singola persona(a parte rari casi), sia chiaro.
L’approccio competitivo non farà certo "scomparire" il videogioco, tutt’altro, lo modificherà rovinandolo come sta già succedendo velatamente, perchè dando importanza solo agli aspetti pratici (cosa più accettabile ai tempi di Space Invaders, ma non ora e nemmeno 20 anni fa) le case produttrici, per assecondare il "competitivo medio" di picchiaduro, si sbatteranno ancora meno per inventare serie complete anche dal punto di vista artistico ( come poche, tipo Mortal Kombat, sono riuscite ad essere), finchè si arriverà, nella peggiore delle ipotesi, ad avere prodotti con tecnica ineccepibile e un'attenzione maniacale alla sfida versus, ma con personaggi insulsi, background generale nullo e ambientazione inesistente; insomma, superando in orrore Divekick (per assurdo, visto che è impossibile), si potrebbe arrivare a roba dove due "triangolini fru fru" combattono tecnicissimamente in un'arena quadrettata.
Cordialmente,
mi permetto
Ormai questo modo di approcciarsi al videogioco sta quasi ovunque, tolte le simulazioni sportive dove è accettabile (essendo appunto simulazioni sportive), in generi come lo “Sparatutto” o il “Picchiaduro”, la competitività sta andando troppo di moda, ofuscando il senso artistico e spensieratamente ludico di certe opere (perché così andrebbero chiamati i videogiochi: “opere d’arte interattiva”)
Il Gamer (termine nocivo perché vuol dire “giocatore” e, se il videogioco appunto è arte, il termine “giocatore” lo sminuisce a passatempo, o peggio… a “perditempo”; ammiccando giocatore di slot, al giocatore d’azzardo... oppure al bambino che gioca coi giocattoli) vergognandosi dell’appellativo di bambinone che gli viene dato dal "popolino", cerca di dare un senso alla sua passione travisandola, facendola diventare uno pseudo sport; soprattutto passati i 23 anni… ma anche per darsi un certo tono passati i 15.
Perché è più “maturo” dire di videogiocare in modo tecnico, come se fosse un'attività semi sportiva con scopo preciso; è una cosa difficile, cervellotica, che richiede un folle allenamento; un po’ diverso dall’apprezzare un titolo non solo perché appagante da giocare, ma perché ti piace un po’ per il contesto, per i personaggi, per la grafica, ecc… insomma, per i suoi parametri artistici (dato che essendo il videogioco non riconosciuto solitamente come arte, passi per fesso se guardi anche questo al di fuori di un GDR).
Non sto insultando chi si applica con queste cose, badate bene, io sono il primo che ESIGE un buon gameplay, dato che passo ore a studiarmi le lise mosse\combo dei vari fighting games; ma il discorso è un altro.
Il giocatore competitivo distrugge l’arte videoludica… perché dà importanza SOLO ad aspetti meccanici che in parte abbassano questo tipo di estro.
Pare aver confuso l'arte con la simulazione sportiva, sminuendo il picchiaduro al livello di un banale FIFA (detto "alla brutta": la morte delle saghe e la nascita delle seghe... ).
Cosa non giusta, perchè abbassa il fighting game a sola tecnica distribuita fra personaggi pretesto; mentre non è così (uno degli esempi che il picchiaduro può avere anche un pregevole background senza "ammazzare" le meccaniche, è la longeva saga di Mortal Kombat).
Evitando di soffermarmi sui competitivi degli sparatutto (non essendo molto amante dei titoli a base di pistoloni) … mi soffermerei proprio sui competitivi dei picchiaduro, che è appunto il genere di cui mi occupo da più di un decennio.
Condanna aperta all’E-Sport e tornei vari, dall'Evo allo SBO
Bisogna ammetterlo: la scena competitiva italiana è fatta comunque da quattro gatti; dovrei internazionalizzarmi e andare alla radice del fenomeno, all’estero, dove ci sono i veri “E-Sportivi del divano”:su Evenhubs, Shoryuken.com, o peggio all'Evo, Tougeki (Super Battle Opera - SBO) ecc.ecc. … che pian piano stanno rovinando tutto il panorama del genere facendo confondere una forma d’arte con un freddo insieme di meccaniche; vengono persino commercializzate bustine di “Cibi per Gamer” utili (per modo di dire) a migliorare i riflessi di chi si “fonde il cervello” in ore forzate con lo stick in mano …vero Jonathan Wendel?
Citerei anche il 2 volte campione del mondo di Mortal Kombat 9, uno che si fa chiamare Perfect Legend… che dovrebbe starmi pure simpatico data la sua dedizione a MK; mentre è proprio la sua “dedizione fisica” che rischia di far perdere attenzione a MK come saga a tutto tondo, dandogli un’altra attenzione come picchiaduro pretestuoso utile solo per fare garette.
Il ragazzo però non critica MK9 (visto che pure tecnicamente spacca i culi), quindi critica Injustice… sottolineando non solo le solite hardcoregamerate sullo spacing, sui colpi aerei (che non voglio neanche commentare), ma anche aspetti come l’interazione con gli ambienti… dico, ma qual è il problema?
Per fortuna che ci sono degli oggetti interattivi, arene distruttibili ed elementi un po’ fuori dal concetto di versus. Essendo il picchiaduro un’espressione artistica, non sia mai il dover togliere spazio alla spettacolarità fine a se stessa, è un crimine; perché l’arte è fine a se stessa, giusto? Qual motivo c’è di bistrattare quelle fighissime scene dove si passa spettacolarmente e “citazionisticamente” da un’arena all’altra? Non c’è motivo.
Aggiunge “bellezza” visiva (un concetto che purtroppo l’ignorante non può capire), facendo in modo che non diventi solo un'accozzaglia di input.
Il ragazzo si chiede perché la gente giochi a questo picchiaduro, ma glielo dico io: - caro Legend, perché i difetti che ci trovi te sono da malati mentali… non sono veri e propri difetti, a meno di essere un hardcore gamer…ovvero una minoranza con un approccio spesso sbagliato al videogioco.
Costui apprezzerà tanto MK9 perché è tecnico, non per altro… se si sostituisse Kung Lao con Kung Miao (andiamo per assurdo: una gattina verde proveniente dal reame di Bisboccia), probabilmente per lui (o per qualche altro “atleta”) non cambierebbe niente se le meccaniche restassero invariate.
Un po’ come quando chiesi ad un "competitivo" come la prenderebbe se Akira (di Virtua Fighter) venisse sostituito con “Aciuccia” , lui mi disse: “beh, tanto ci devo competere… basta che il moveset sia apposto e va bene così, pure se è un pisello gigante che fa kung fu”.
Male... a questo punto le sinapsi sono completamente bruciate.
Giochi "diddio"? Ma anche no..
Forse ho estremizzato, ma se ci pensiamo siamo quasi a questo livello: si blasona Street Fighter 4… con sempre meno attenzione nei personaggi, nell’ambientazione, nella storia, nel senso generale della vicenda, addirittura nella grafica…(i personaggi sembrano fantocci di pongo dell’era PS2 ); dove l’unico parametro decente (oltre ai personaggi di SF2 rovinati per l’occasione) è solo un presunto gameplay che sa di stantio.
Si blasona il suo cuginetto King of Fighters 13, a detta di certi u(fe)tenti “il giocodiddio”, quando graficamente ha sprites di livello MAME anche piuttosto sfocati, personaggi a volte scopiazzati dalla Capcom (since 1991, brava SNK), una storia raccontata pure male attraverso riquadri sbloccabili narranti la vicenda amorosa di un efebo e di una vestita alla “Luigi XIV”. Azzo che bello ! -_-'
Ovvio, c’è il solito gameplay con cui il competitivo “si fa la bocca”… che però sa ancora più di stantio, dato che è una copia capcomiana con meno tasti.
E questi due sarebbero giochi “diddio” ?
Se si giudica convergendo forzatamente verso la “competizione VS” potrebbe anche essere, ma non è normale.
Ragionando così “ad cazzum canis”, persino quella Fogna di Death Cargo (si può dire? Ma si dai, che lo sanno anche i programmatori stessi che è una cazzata di pessimo gusto) se avesse delle eccellenti meccaniche passerebbe per un ottimo gioco… in barba se i personaggi sembrano dei deformati, in barba alla mancanza di artisticità generale, in barba alla barba… tanto a parte le meccaniche non conta un piffero: “è come un Racing Game” (cit.).
*Ricorderei invece, che tutte le attenzioni messe maniacalmente a favore dello scontro “versus umano”, in modo che sia più bilanciato possibile per accontentare chi fa competizioni, sono quasi totalmente a favore di concetti variabili e usufruibili solo attraverso condizioni (che possono essere la presenza di gente o di una linea internet)… quindi per un giudizio di base sulla VERA natura del pocchiaduro "X", sono inutili e DEVONO essere calcolate distaccatamente (o almeno dargli un peso minore), andando oltre ai preconcetti pratici che abbassano il videogioco a mera prova d’abilità manuale.
Detto francamente, questa “dittatura dell’utile” cozza terribilmente contro i normali parametri di giudizio omogeneo che DOVREBBERO essere usati quando si parla di picchiaduro, perchè giudicare solamente il parametro tecnico come elemento principe, porta all’annullamento (o alla non seria considerazione) della parte visiva\artistica .
Indi, il giudicare “mer-da sciolta” o “roba da 5 euro” un prodotto eccellente come Injustice (che offre oltre ad un gameplay che fa il suo dovere, un’attenzione artistica oggettivamente superiore rispetto a quei jappotitoli sopracitati, con costumi studiati nel dettaglio, una storia degna e raccontata cinematograficamente con filmati di alta qualità, ambienti dinamici più un’attenzione particolare al single player e bla bla bla), è da beceri. E non parlo da fan DC, parlo da uno che riconosce la cura nelle cose.
Sono un “maschioalpha”, ma passo ore a smanettare con bambine e scolaretti
Altro danno della mentalità competitiva è che atrofizza i gusti personali; non è difficile trovare gente che si allena ore a Blazblue (un titolo a caso) senza sapere un cappero nè fregarsene qualcosa dell’universo di Blazblue.
Praticamente queste persone, per il piacere di “smuzzare” coi picchiaduri si allenano ore con un titolo che magari gli fa pure petare, ma siccome li appaga come gameplay allora ci giocano… è normale? Ovviamente no, perché questa è la negazione dei veri concetti artistici che rendono un titolo- “quel titolo”-.
Blazblue dovrebbe essere usato dagli “Otaku persi”, da gente a cui piace usare quei personaggi perché sono loro e non altri, che è veramente interessata alle vicissitudini di figure così estremamente giapponesi.
Mentre spesso capita di sentire uno totalmente ignorante in materia… allenarsi ore a Blazblue usando bimbette stile Sailor Moon o peggio.
Non ditemi che a questi interessa controllare tizi di un universo fatto di streghette kawaii, ragazzini con lo spadone o altre cose del genere? Ovviamente no: usano quel prodotto come un volgare “attrezzo ginnico” allena polpastrelli, in poche parole lo esaltano negandolo allo stesso tempo.
E così accade con tutti gli altri esponenti di varie saghe quando sono visti prevalentemente sotto un’ottica competitiva.
C’è anche da sottolineare una particolare ammirazione cieca del competitivo verso il mondo manga, apprezzando e sostenendo prodotti di “fanservice selvaggio” tipo Persona 4 o Le bizzarre avventure di JoJo, che se fossero stati americani o occidentali sarebbero stati bistrattati alla grande. Quindi altra prova che il competitivo è a volte una “pecorella” dal dubbio intelletto, che va dalla “parte forte” seguendo l’abusata ma non corretta regola “picchiaduro giapponese = picchiaduro degno”.
Concludendo
Mi rendo conto di aver leggermente estremizzato, generalizzando la figura del “picchiadurista competitivo” come l’erba da estirpare per far sopravvivere degnamente l’arte del fighting game senza farla diventare un solo insieme di meccaniche.
So che molti apprezzano ANCHE la competizione come una semplice componente e non come dogma assoluto attuo all’annichilimento dei parametri di un “opera d’arte interattiva”.
Ma io condanno la mentalità, non la singola persona(a parte rari casi), sia chiaro.
L’approccio competitivo non farà certo "scomparire" il videogioco, tutt’altro, lo modificherà rovinandolo come sta già succedendo velatamente, perchè dando importanza solo agli aspetti pratici (cosa più accettabile ai tempi di Space Invaders, ma non ora e nemmeno 20 anni fa) le case produttrici, per assecondare il "competitivo medio" di picchiaduro, si sbatteranno ancora meno per inventare serie complete anche dal punto di vista artistico ( come poche, tipo Mortal Kombat, sono riuscite ad essere), finchè si arriverà, nella peggiore delle ipotesi, ad avere prodotti con tecnica ineccepibile e un'attenzione maniacale alla sfida versus, ma con personaggi insulsi, background generale nullo e ambientazione inesistente; insomma, superando in orrore Divekick (per assurdo, visto che è impossibile), si potrebbe arrivare a roba dove due "triangolini fru fru" combattono tecnicissimamente in un'arena quadrettata.
Cordialmente,
mi permetto