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View Full Version : suggerimenti corsi di sistemista


vettalex
24-02-2013, 19:52
Salve, vorrei essere indicato dei corsi sistemistici,magari gratis.
Mi piacerebbe avere uno schemino tipo diviso in moduli, dal più semplice al più complesso.
chi mi indica qualche sito che offre questi corsi online? (magari a video) ;)
grazie mille

saccia92
26-02-2013, 09:38
Sono interessato anch'io. Mi hanno detto di imparare ad usare bene linux perchè moltissime aziende usano server con linux. Io per ora mi sono messo a studiare i vari livelli di RAID e la sua gestione. Ho notato che è importante saper amministrare un sito internet, server FTP e la virtualizzazione.

Kaya
26-02-2013, 13:27
Ho notato che è importante saper amministrare un sito internet, server FTP e la virtualizzazione.

Perdonami ma da questa frase temo che non abbia le idee molto chiare :)

Saper amministrare un sito internet non vuol dire nulla imho, perchè vorrei capire se intendi amministrare lato applicazione (APACHE, IIS, TOMCAT, NGINX etc) oppure lato web (quindi html, php o quello che è, css.. )

Il lavoro del sistemista parte (sempre IMHO) da una base di studio teorico: non puoi dire "faccio il sistemista" se non conosci quantomeno la base delle architetture di reti ( se lo vuoi in italiano questo è un buono spunto http://books.google.it/books/about/Reti_di_calcolatori.html?id=n5m6VFpZYgUC&redir_esc=y ) .

Corsi gratis non ne conosco, però se vuoi libri da cui iniziare consiglio quello che ho postato sopra.
Io poi personalmente consiglio:
- http://books.google.it/books?id=dEGqJtGPwbgC&hl=it&source=gbs_similarbooks

Se vuoi imparare linux consiglio di guardare in giro nei LUG (linux user group) locali che spesso organizzano corsi base per poter iniziare.
Per windows consiglio quello previsto dalla certificazione microsoft (i liberi della serie microsoft press).


Ora, un consiglio spassionato: se vuoi continuare a dormire la notte sonni tranquilli, senza svegliarti vedendo tutto blu su scritte bianche, NON fare il sistemista :sofico:

saccia92
26-02-2013, 15:52
Io ho appena terminato un tirocinio in un'azienda dove c'era un sistemista ed ho visto un po' quali sono le sue attività: creazione di un sito web ed adattamento ai vari dispositivi portatili, risoluzione di qualsiasi problema alla rete ed ai pc aziendali, aggiornamento/formattazione dei pc, creazione badge e sito web con tutti gli orari di entrata/uscita... Una volta è andata via la corrente e lui è corso dal server, non so cosa ha fatto, ma credo che l'abbia spento.
Poi ho letto su internet che i datori di lavoro considerano i sistemisti come dei "jolly" e quindi gli affidano dei compiti non proprio da sistemista.
Ovviamente come dici tu kaya, è molto importante conoscere i tipi di rete e la gestione degli indirizzi IP.
Grazie dei consigli.

Kaya
27-02-2013, 12:53
Poi ho letto su internet che i datori di lavoro considerano i sistemisti come dei "jolly" e quindi gli affidano dei compiti non proprio da sistemista.

Il "problema" è chiaramente qua.
Non c'è infatti scritto da nessuna parte che un sistemista sia anche un web developer (ciò non toglie che uno possa comunque avere entrambe le competenze) e , specialmente quando una ditta ha qualcuno in casa, quando c'è qualcosa da cui passa corrente elettrica è sempre competenza sua.

Il mio pensiero però è sempre quello di conoscere le basi delle varie "discipline" per poi essere comunque in grado quantomeno di capire. Risolvere, poi, è un altro paio di maniche :D

Tasslehoff
27-02-2013, 17:47
Questione annosa quella del "jolly", come dice il famoso aforisma:
jack of all trades, master of none,
certainly better then a master of one

Mi associo alle osservazioni fatte da Kaya, limitare il lavoro del sistemista al tuttofare aziendale o all'omino che mette online i siti è riduttivo e non corrisponde per nulla alla realtà di questa professione.
Bisognerebbe poi distinguere tra sistemisti puri (ovvero amministratori di sistema), hardwaristi, sistemisti di rete (detti anche tecnici di rete), dba, sistemisti applicativi (che si occupano in modo specifico di uno o più servizi applicativi).

Insomma c'è di tutto un po' e sicuramente non è possibile ridurre tutto ad un corso o due, tantomeno gratis (gratis? mai sentita questa parola... :asd: ).
In Italia ahimè ci si deve adattare a fare un po' di tutto, e questo vale tanto per il sistemista quanto per lo sviluppatore (che infatti spesso esce dal seminato improvvisandosi sistemista, dba, web designer, project manager etc etc).
In tal senso l'essere in grado di cavarsela un po' in tutte le occasioni imho è una caratteristica fondamentale nell'IT di oggi (un livello elevato di specializzazione imho è molto rischioso, lo era 10 anni fa e oggi lo è ancora di più), insomma l'antico significato dell'aforisma che ho citato sta tornando, in contrapposizione al significato dispregiativo di "smanettone" che ha dominato negli ultimi anni.

Una cosa fondamentale che imho occorre sviluppare per essere buoni sistemisti è un ottimo livello e sensibilità sul problem solving.
Non è importante trovare una soluzione a tutto, nessuna azienda pretenda da un proprio professionista di saper fare tutto, ma il capire dove sta un problema, isolarlo, saper individuare la figura professionale specialistica adatta a risolverlo, beh tutte queste cose non sono banali e un buon sistemista deve sviluppare anzitutto questo.
Va da se che tutto questo richieda una notevole propensione alla ricerca, alla sperimentazione, al saper cavare le informazioni giuste dai sistemi e dalla rete, e anche questo non è banale (della serie "si fa presto a dire Google" :rolleyes: ).

Le attività come saper modificare la configurazione di un webserver, installare un db o modificare la configurazione di un servizio imho sono cretinate, sono cosette che trovi facendo una ricerca sulla documentazione o in rete.
Non sono certo quelle le attività importanti, basta spulciare una reference o un manuale e un modo si trova, la parte complessa è interpretare correttamente la logica che sta dietro ai servizi, come funzionano veramente dietro le interfacce in modo da capire bene cosa si sta facendo mettendo mano ad una configurazione o leggendo un log.

Per farti un esempio, se io dovessi valutare un sistemista ad un colloquio (scena già vista...) sicuramente valuterei in modo positivo uno che magari non mi sa modificare la configurazione di un webserver o di un db o fare il "compitino" come attivare un nuovo virtualhost (e che magari mi risponde "non sono un'enciclopedia vivente e non posso ricordarmi la sintassi di ogni comando o tutte le direttive di un file di configurazione, se mi serve fare una cosa del genere la cerco sulla documentazione di <apache|db2|oracle|nginx>"), ma che di fronte ad un problema su un sistema del tutto ignoto mi parte da un semplice netstat e arriva trovare il servizio corretto, il log corretto, il file di configurazione corretto e magari mi prepara un bel report da girare al dba o allo specialista di turno con già 3/4 delle informazioni utili per capire bene il problema e risolverlo.

Detto questo il mio consiglio è di diffidare delle "formuline magiche" o dei "compitini" (sistemo il webserver, sistemo il db etc etc) e di concentrarsi sulle basi del problem solving, il che implica una buona conoscenza teorica sui sistemi operativi, sulle architetture e sulle reti.
Poi il resto (compitini e formuline magiche) vengono da se man mano che si lavora, si cercano soluzioni, si fa esperienza.

Il tutto ovviamente imho, da consulente IT sistemista da 13 anni.

Wolfhwk
01-03-2013, 19:35
Io invece credo fermamente che lo studio debba dare basi solide, i pilastri, mentre il problem solving o il troubleshooting lo si apprende con l'esperienza e la varietà di situazioni.
Per esempio, nel mio caso, le reti nascondono spesso problematiche molto subdole, che senza i reletivi eoni di capocciate battute sulla tastiera, non si saprebbe nemmeno dove mettere le mani.

Tasslehoff
01-03-2013, 20:10
Io invece credo fermamente che lo studio debba dare basi solide, i pilastri, mentre il problem solving o il troubleshooting lo si apprende con l'esperienza e la varietà di situazioni.
Per esempio, nel mio caso, le reti nascondono spesso problematiche molto subdole, che senza i reletivi eoni di capocciate battute sulla tastiera, non si saprebbe nemmeno dove mettere le mani.Probabilmente mi sono espresso male, sono perfettamente d'accordo con te; come scrivevo nel mio post il requsito fondamentale per sviluppare una buona attitudine al problem solving è una solida base teorica (che non significa necessariamente università eh) che permetta di capire bene i meccanismi di funzionamento delle architetture, dei servizi e dei protocolli.
Senza queste basi hai voglia a fare problem solving, si finisce in un bagno di sangue andando a tentativi :doh:

Wolfhwk
01-03-2013, 20:56
Sì,sì sono d'accordo. Volevo solo dire che sistemisti si diventa nel campo di battaglia smadonnando con l'artiglieria, di certo un corso non trasforma le persone in soldati esperti.
Comunque per iniziare trovo le certificazioni LPIC e RedHat piuttosto interessanti, più che altro per come è strutturato il percorso di studi e l'approccio alle diverse problematiche.
Tutto il materiale è online, con infinite guide dai principianti ai pro.
Quello che spesso si vuole creare con la figura del sistemista è una sorta di MacGyver, o almeno così mi è parso, nonostante le eventuali specializzazioni.
Altra conoscenza fondamentale sono i database.

Shinobi
06-03-2013, 10:59
Questione annosa quella del "jolly", come dice il famoso aforisma:
jack of all trades, master of none,
certainly better then a master of one

Mi associo alle osservazioni fatte da Kaya, limitare il lavoro del sistemista al tuttofare aziendale o all'omino che mette online i siti è riduttivo e non corrisponde per nulla alla realtà di questa professione.
Bisognerebbe poi distinguere tra sistemisti puri (ovvero amministratori di sistema), hardwaristi, sistemisti di rete (detti anche tecnici di rete), dba, sistemisti applicativi (che si occupano in modo specifico di uno o più servizi applicativi).

Insomma c'è di tutto un po' e sicuramente non è possibile ridurre tutto ad un corso o due, tantomeno gratis (gratis? mai sentita questa parola... :asd: ).
In Italia ahimè ci si deve adattare a fare un po' di tutto, e questo vale tanto per il sistemista quanto per lo sviluppatore (che infatti spesso esce dal seminato improvvisandosi sistemista, dba, web designer, project manager etc etc).
In tal senso l'essere in grado di cavarsela un po' in tutte le occasioni imho è una caratteristica fondamentale nell'IT di oggi (un livello elevato di specializzazione imho è molto rischioso, lo era 10 anni fa e oggi lo è ancora di più), insomma l'antico significato dell'aforisma che ho citato sta tornando, in contrapposizione al significato dispregiativo di "smanettone" che ha dominato negli ultimi anni.

Una cosa fondamentale che imho occorre sviluppare per essere buoni sistemisti è un ottimo livello e sensibilità sul problem solving.
Non è importante trovare una soluzione a tutto, nessuna azienda pretenda da un proprio professionista di saper fare tutto, ma il capire dove sta un problema, isolarlo, saper individuare la figura professionale specialistica adatta a risolverlo, beh tutte queste cose non sono banali e un buon sistemista deve sviluppare anzitutto questo.
Va da se che tutto questo richieda una notevole propensione alla ricerca, alla sperimentazione, al saper cavare le informazioni giuste dai sistemi e dalla rete, e anche questo non è banale (della serie "si fa presto a dire Google" :rolleyes: ).

Le attività come saper modificare la configurazione di un webserver, installare un db o modificare la configurazione di un servizio imho sono cretinate, sono cosette che trovi facendo una ricerca sulla documentazione o in rete.
Non sono certo quelle le attività importanti, basta spulciare una reference o un manuale e un modo si trova, la parte complessa è interpretare correttamente la logica che sta dietro ai servizi, come funzionano veramente dietro le interfacce in modo da capire bene cosa si sta facendo mettendo mano ad una configurazione o leggendo un log.

Per farti un esempio, se io dovessi valutare un sistemista ad un colloquio (scena già vista...) sicuramente valuterei in modo positivo uno che magari non mi sa modificare la configurazione di un webserver o di un db o fare il "compitino" come attivare un nuovo virtualhost (e che magari mi risponde "non sono un'enciclopedia vivente e non posso ricordarmi la sintassi di ogni comando o tutte le direttive di un file di configurazione, se mi serve fare una cosa del genere la cerco sulla documentazione di <apache|db2|oracle|nginx>"), ma che di fronte ad un problema su un sistema del tutto ignoto mi parte da un semplice netstat e arriva trovare il servizio corretto, il log corretto, il file di configurazione corretto e magari mi prepara un bel report da girare al dba o allo specialista di turno con già 3/4 delle informazioni utili per capire bene il problema e risolverlo.

Detto questo il mio consiglio è di diffidare delle "formuline magiche" o dei "compitini" (sistemo il webserver, sistemo il db etc etc) e di concentrarsi sulle basi del problem solving, il che implica una buona conoscenza teorica sui sistemi operativi, sulle architetture e sulle reti.
Poi il resto (compitini e formuline magiche) vengono da se man mano che si lavora, si cercano soluzioni, si fa esperienza.

Il tutto ovviamente imho, da consulente IT sistemista da 13 anni.

Puro vangelo.

Aggiungo che imho la specializzazione profonda in un ramo non è da escludere se ci sono i presupposti, ma deve esserci un'infarinatura di base (e per questo a mio avviso è meglio partire come factotum per poi specializzarsi).

Attenzione che secondo me parlando di questi argomenti entra in gioco inevitabilmente anche l'ambiente in cui andrai ad operare: più l'azienda è piccola più sarà probabile la necessità di ricoprire svariati ruoli, cosa che non è un male specie i primi anni durante i quali ci si deve fare le ossa.