PDA

View Full Version : Ecco i numeri del mercato dei videogiochi in Italia


X360X
06-04-2012, 16:46
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-04-05/videogiochi-kolossal-sbancano-cinema-081632.shtml?uuid=Ab9LVJJF

C'era una volta Pacman. Sono trascorse diverse "ere" da quando i videogiochi erano solo un gingillo per nerd tecnologici, quasi la cifra stilistica dello smanettone antisociale. Oggi invece quella dell'intrattenimento digitale, secondo i dati Aesvi elaborati da Gfk, è un'industria che in Italia vale quasi un miliardo di euro, per l'esattezza 993,1 milioni. Non poco se si pensa che, nello stesso periodo, gli incassi delle sale cinematografiche hanno superato di poco i 660 milioni di euro. Un business che, tuttavia, sente il peso della crisi e lotta con la contrazione dei consumi, visto che il fatturato complessivo derivante dalla vendita di console e software è calato l'anno scorso del 7,1% rispetto al 2010.

«In realtà si tratta di una tenuta – spiega Andrea Persegati, presidente di Aesvi – rispetto al trend dei beni durevoli che ha segnato anche cali a doppia cifra». Senza contare il boom dei giochi online e delle app, non "contabilizzate" in questo studio, che potrebbe valere in Italia diverse decine di milioni di euro. Intanto proprio nel 2011 si è registrato il sorpasso del mercato italiano dei videogame su quello spagnolo (872 milioni di euro), portando così il made in Italy digitale al quarto posto in Europa dopo Gran Bretagna (2.587 milioni), Germania (2.198) e Francia (2.009). Paesi che "cubano" comunque tutti oltre il doppio rispetto al business italiano.

Intanto cresce ancora il numero delle case nelle quali c'è una console per videogiochi. Il livello di penetrazione è salito del 2% sul 2010, raggiungendo il 45,5% ovvero 11.455.800 famiglie. I ricavi dalla vendita dell'hardware si sono attestati a 393,6 milioni, per un totale di 2.173.000 piattaforme vendute, registrando un -11,7% a valore rispetto al 2010. Un dato che riflette alcune variabili intervenute rispetto allo scorso anno, tra cui le politiche di taglio dei prezzi attuate dai produttori e l'attesa di nuovi lanci sul fronte delle console fisse. Aspettando per esempio la Wii U targata Nintendo, prevista per Natale, ma anche del nuovo xBox di Microsoft e la Playstation 4 della Sony (che ha appena lanciato la PsVita portatile). In generale si può dire che le Console Home, che rappresentano il 60,7% del mercato a volume, sono state privilegiate negli acquisti rispetto alle portatili che si attestano al 39,3 per cento.
L'Aesvi monitora i canali tradizionali, fisici, di distribuzione dei videogiochi. Dal miliardo di euro di fatturato è infatti escluso il gaming online e i canali di distribuzione digitali, come l'Apple Store. C'è da chiedersi allora se Apple sia un alleato o un competitor nell'arena mondiale dei giochi elettronici. Risponde Persegati: «Si tratta di un grande player complementare e non penso che produzioni come Angry Birds o altri giochi basati su app, per quanto molto belli, possano esaurire in toto il desiderio d'intrattenimento dei videogiocatori. Si tratta comunque di scale diverse».
Curiosità: lo sport e in particolare il calcio rimane in cima ai desideri dei videogiocatori italiani. In particolare, il titolo più vendute l'anno scorso è stato Fifa 2012 della Electronic Arts, seguido da Pro Evolution Soccer della Konami. Seguono gli action game come il pluridecorato Call fo Duty della Activision Blizzard e Assassin's Creed di Ubisoft.

andreasperelli
07-04-2012, 08:59
Ce ne vuole di coraggio a chiamarlo "made in Italy digitale" considerando che l'ultimo gioco italiano che ho giocato è Screamer Rally negli anni 90 :rolleyes:

Inoltre io vedo il bicchiere mezzo vuoto, il nostro mercato è la metà degli altri paesi europei... colpa della pirateria ma anche della nostra arretratezza.

[?]
07-04-2012, 09:04
Ce ne vuole di coraggio a chiamarlo "made in Italy digitale" considerando che l'ultimo gioco italiano che ho giocato è Screamer Rally negli anni 90 :rolleyes:

Inoltre io vedo il bicchiere mezzo vuoto, il nostro mercato è la metà degli altri paesi europei... colpa della pirateria ma anche della nostra arretratezza.

Fino a quando i giochi costeranno 69€ mentre su siti esteri al D1 20€ meno sara' sempre cosi.... poi in sto periodo di crisi economica del paese non si puo' pretendere che un padre di famiglia spenda quei soldi per 1 gioco per il figlio, e spiegare a un bambino di 10 anni che non puoi comprarli un gioco per il suo compleanno perchè il papa' non ha soldi... è dura

Susanoo78
07-04-2012, 10:41
;37239696']Fino a quando i giochi costeranno 69€ mentre su siti esteri al D1 20€ meno sara' sempre cosi.... poi in sto periodo di crisi economica del paese non si puo' pretendere che un padre di famiglia spenda quei soldi per 1 gioco per il figlio, e spiegare a un bambino di 10 anni che non puoi comprarli un gioco per il suo compleanno perchè il papa' non ha soldi... è dura

stramegaultraquotone

Giant Lizard
07-04-2012, 10:54
bè devo dire che Irlanda e Inghilterra sono un po' paesi a parte. Io vivo in Francia e qua il costo dei giochi è lo stesso che in italia. La differenza è che qua si guadagna mediamente di più e quindi si comprano lo stesso molti giochi.

france_dani
07-04-2012, 11:16
;37239696']Fino a quando i giochi costeranno 69€ mentre su siti esteri al D1 20€ meno sara' sempre cosi.... poi in sto periodo di crisi economica del paese non si puo' pretendere che un padre di famiglia spenda quei soldi per 1 gioco per il figlio, e spiegare a un bambino di 10 anni che non puoi comprarli un gioco per il suo compleanno perchè il papa' non ha soldi... è dura

hai detto tutto...gia si fa fatica ad andare al lavoro col costo della benzina cosi alto!al D1 non compro piu nulla infatti...

3D Prophet III
08-04-2012, 11:45
E' vero c'è crisi, e nemmeno il sottoscritto è disposto a pagare 70 carte un giochetto al D1.

Però occorre ricordare che i videogiochi sono sempre stati costosi (ai tempi, le cartucce NES-SNES arrivavano pure a 180.000 Lire l'una). Oggi sono i soldi per comprarli che scarseggiano e di conseguenza il videogiocatore si orienta verso il mercato estero (o si accontenta dell'usato, dopo qualche tempo). Qui possiamo apprezzare l'utilità di internet e dell'e-commerce, due cose che venticinque anni fa non c'erano.