c.m.g
17-03-2012, 09:07
venerdì 16 marzo 2012
Apple, Twitter e Facebook tra le 18 aziende accusate di essere coinvolte negli episodi di accesso illecito ai dati degli utenti da parte di app troppo invadenti
Roma - È stata depositata (http://www.pcworld.com/businesscenter/article/251908/18_firms_sued_for_using_privacyinvading_mobile_apps.html) una denuncia per il caso delle app che accedono, all'insaputa degli utenti, alle loro rubriche: sul banco degli imputati Path, Facebook, Twitter, Apple e altre 14 aziende ICT.
Il caso è nato (http://punto-informatico.it/3430424/PI/News/path-aspirapolvere-dei-contatti.aspx) con l'accesso non autorizzato dell'app del social network Path ai contatti dei suoi nuovi utenti: come se fosse stato scoperchiato il vaso di Pandora, ricerche hanno poi evidenziato come anche altre app attive su iOS indulgessero nella stessa pratica e quindi Apple si è vista coinvolta nella vicenda.
Oltre a non chiedere in alcuni casi il permesso esplicito agli utenti per accedere alle rispettive rubriche, le app incriminate mancano di adottare cautele minime nell'armeggiare con tali dati: a preoccupare, in particolare, il mancato utilizzo di sistemi di cifratura.Così, Apple si era sentita in dovere di intervenire e aveva ribadito che le sue linee guida già proibiscono alle applicazioni di accedere a qualsiasi informazione appartenente agli utenti senza prima ottenere il consenso, ma che in ogni caso lavorerà "per migliorare il sistema, così come abbiamo già fatto con i servizi di geolocalizzazione ed ogni app che intende aver accesso ai dati dei contatti avrà bisogno del permesso esplicito degli utenti nelle sue future versioni".
Ciò, tuttavia, non è bastato a tenerla fuori dalla denuncia conseguente per violazione di privacy, né tantomeno ad ammansire i deputati del Congresso statunitense Henry Waxman e G.K. Butterfield, che le avevano già scritto chiedendo spiegazioni sull'episodio e che si sono detti (http://www.pcworld.com/businesscenter/article/251895/lawmakers_want_apple_to_brief_them_on_ios_app_privacy.html#tk.rss_news) insoddisfatti delle riposte finora ottenute: anche per questo hanno chiesto (http://www.mediapost.com/publications/article/170208/lawmakers-request-meeting-with-apple-over-privacy.html) un incontro con Cupertino per parlare di privacy.
Ad essere chiamate in causa nella causa, invece, oltre a Path e Apple, sono Facebook, Twitter, Beluga, Yelp, Burbn, Instagram, Foursquare Labs, Gowalla, Foodspotting, Hipster, LinkedIn, Rovio Mobile, ZeptoLab, Chillingo, Electronics Arts e Kik Interactive, tutte accusate (http://www.pcmag.com/article2/0,2817,2401625,00.asp) di aver "surrettiziamente raccolto, caricato illegalmente e rubato dati della rubrica degli indirizzi del proprietario senza la conoscenza del proprietario o il consenso" e rischiando di trasformarli, in assenza di misure di cifratura ad hoc, in "trasmissioni radiofoniche esposte pubblicamente, all'insaputa degli utenti, al mondo intero".
La denuncia è stata depositata da 11 utenti iPhone e due proprietari di dispositivi Samsung Android presso la corte distrettuale del Texas e chiede l'interruzione delle pratiche "eccessive e illegali" e i conseguenti danni finora causati, calcolati (http://paidcontent.org/article/419-lawsuit-says-hacked-address-book-contacts-worth-60-cents-to-3-each/) in una cifra compresa tra i 60 centesimi e i tre dollari a contatto.
Claudio Tamburrino
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3482440/PI/News/rubriche-vampirizzate-tutti-nei-guai.aspx)
Apple, Twitter e Facebook tra le 18 aziende accusate di essere coinvolte negli episodi di accesso illecito ai dati degli utenti da parte di app troppo invadenti
Roma - È stata depositata (http://www.pcworld.com/businesscenter/article/251908/18_firms_sued_for_using_privacyinvading_mobile_apps.html) una denuncia per il caso delle app che accedono, all'insaputa degli utenti, alle loro rubriche: sul banco degli imputati Path, Facebook, Twitter, Apple e altre 14 aziende ICT.
Il caso è nato (http://punto-informatico.it/3430424/PI/News/path-aspirapolvere-dei-contatti.aspx) con l'accesso non autorizzato dell'app del social network Path ai contatti dei suoi nuovi utenti: come se fosse stato scoperchiato il vaso di Pandora, ricerche hanno poi evidenziato come anche altre app attive su iOS indulgessero nella stessa pratica e quindi Apple si è vista coinvolta nella vicenda.
Oltre a non chiedere in alcuni casi il permesso esplicito agli utenti per accedere alle rispettive rubriche, le app incriminate mancano di adottare cautele minime nell'armeggiare con tali dati: a preoccupare, in particolare, il mancato utilizzo di sistemi di cifratura.Così, Apple si era sentita in dovere di intervenire e aveva ribadito che le sue linee guida già proibiscono alle applicazioni di accedere a qualsiasi informazione appartenente agli utenti senza prima ottenere il consenso, ma che in ogni caso lavorerà "per migliorare il sistema, così come abbiamo già fatto con i servizi di geolocalizzazione ed ogni app che intende aver accesso ai dati dei contatti avrà bisogno del permesso esplicito degli utenti nelle sue future versioni".
Ciò, tuttavia, non è bastato a tenerla fuori dalla denuncia conseguente per violazione di privacy, né tantomeno ad ammansire i deputati del Congresso statunitense Henry Waxman e G.K. Butterfield, che le avevano già scritto chiedendo spiegazioni sull'episodio e che si sono detti (http://www.pcworld.com/businesscenter/article/251895/lawmakers_want_apple_to_brief_them_on_ios_app_privacy.html#tk.rss_news) insoddisfatti delle riposte finora ottenute: anche per questo hanno chiesto (http://www.mediapost.com/publications/article/170208/lawmakers-request-meeting-with-apple-over-privacy.html) un incontro con Cupertino per parlare di privacy.
Ad essere chiamate in causa nella causa, invece, oltre a Path e Apple, sono Facebook, Twitter, Beluga, Yelp, Burbn, Instagram, Foursquare Labs, Gowalla, Foodspotting, Hipster, LinkedIn, Rovio Mobile, ZeptoLab, Chillingo, Electronics Arts e Kik Interactive, tutte accusate (http://www.pcmag.com/article2/0,2817,2401625,00.asp) di aver "surrettiziamente raccolto, caricato illegalmente e rubato dati della rubrica degli indirizzi del proprietario senza la conoscenza del proprietario o il consenso" e rischiando di trasformarli, in assenza di misure di cifratura ad hoc, in "trasmissioni radiofoniche esposte pubblicamente, all'insaputa degli utenti, al mondo intero".
La denuncia è stata depositata da 11 utenti iPhone e due proprietari di dispositivi Samsung Android presso la corte distrettuale del Texas e chiede l'interruzione delle pratiche "eccessive e illegali" e i conseguenti danni finora causati, calcolati (http://paidcontent.org/article/419-lawsuit-says-hacked-address-book-contacts-worth-60-cents-to-3-each/) in una cifra compresa tra i 60 centesimi e i tre dollari a contatto.
Claudio Tamburrino
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3482440/PI/News/rubriche-vampirizzate-tutti-nei-guai.aspx)