c.m.g
09-07-2011, 08:57
venerdì 8 luglio 2011
Redmond vanta doti da primo della classe in merito a sicurezza e profilassi aziendale. Quanto accaduto a Sony e altri, dice, non potrebbe succedere a BigM
Roma - L'infrastruttura telematica di Microsoft è un fortino che difficilmente potrebbe cadere vittima dei recenti attacchi diretti contro Sony (http://punto-informatico.it/3201332/PI/Brevi/sony-giustificazioni-attacco.aspx) ed RSA (http://punto-informatico.it/3183366/PI/News/rsa-token-della-pace.aspx). Redmond ostenta sicurezza e biasima le suddette aziende in merito a una buona profilassi aziendale o alle best practices da adottare per avere server costantemente aggiornati e a prova di exploit.
A professare fiducia nelle capacità difensiva degli asset telematici di Microsoft è John Howie, senior director e responsabile della sicurezza dei servizi online della corporation di Redmond: "Sony è stata buttata giù perché non ha applicato le patch ai suoi server - dice (http://www.computing.co.uk/ctg/news/2083236/microsoft-blames-recent-sony-rsa-hacks-rookie-mistakes) Howie - usava software obsoleto e mal fatto".
La multinazionale nipponica è insomma caduta vittima dei suoi stessi "errori da principianti", gli stessi errori che hanno portato alla breccia nei dongle di autenticazione forniti da RSA a causa di una tecnica di ingegneria sociale e di qualche dipendente non particolarmente sveglio."Qui alla Microsoft abbiamo robusti meccanismi per assicurarci di non avere server non aggiornati - continua Howie - Abbiamo corsi di aggiornamento per lo staff in modo che sappiano come stare in sicurezza e rispondere in maniera saggia all'ingegneria sociale".
Il fortilizio Microsoft sarebbe ben protetto anche in caso di attacchi (D)DoS, assicura Howie: Redmond ha approntato una capacità Internet ben superiore alle necessità, dice Howie, così da poter reggere tranquillamente svariati Gigabit di traffico al secondo e di poter mettere agilmente in blacklist gli indirizzi sospetti di attività malevola.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3211641/PI/News/microsoft-provate-prenderci.aspx)
Redmond vanta doti da primo della classe in merito a sicurezza e profilassi aziendale. Quanto accaduto a Sony e altri, dice, non potrebbe succedere a BigM
Roma - L'infrastruttura telematica di Microsoft è un fortino che difficilmente potrebbe cadere vittima dei recenti attacchi diretti contro Sony (http://punto-informatico.it/3201332/PI/Brevi/sony-giustificazioni-attacco.aspx) ed RSA (http://punto-informatico.it/3183366/PI/News/rsa-token-della-pace.aspx). Redmond ostenta sicurezza e biasima le suddette aziende in merito a una buona profilassi aziendale o alle best practices da adottare per avere server costantemente aggiornati e a prova di exploit.
A professare fiducia nelle capacità difensiva degli asset telematici di Microsoft è John Howie, senior director e responsabile della sicurezza dei servizi online della corporation di Redmond: "Sony è stata buttata giù perché non ha applicato le patch ai suoi server - dice (http://www.computing.co.uk/ctg/news/2083236/microsoft-blames-recent-sony-rsa-hacks-rookie-mistakes) Howie - usava software obsoleto e mal fatto".
La multinazionale nipponica è insomma caduta vittima dei suoi stessi "errori da principianti", gli stessi errori che hanno portato alla breccia nei dongle di autenticazione forniti da RSA a causa di una tecnica di ingegneria sociale e di qualche dipendente non particolarmente sveglio."Qui alla Microsoft abbiamo robusti meccanismi per assicurarci di non avere server non aggiornati - continua Howie - Abbiamo corsi di aggiornamento per lo staff in modo che sappiano come stare in sicurezza e rispondere in maniera saggia all'ingegneria sociale".
Il fortilizio Microsoft sarebbe ben protetto anche in caso di attacchi (D)DoS, assicura Howie: Redmond ha approntato una capacità Internet ben superiore alle necessità, dice Howie, così da poter reggere tranquillamente svariati Gigabit di traffico al secondo e di poter mettere agilmente in blacklist gli indirizzi sospetti di attività malevola.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3211641/PI/News/microsoft-provate-prenderci.aspx)