CONFITEOR
22-06-2011, 11:17
L'avvento dell'Euro ha portato con se anche un problema medico inatteso: l'allergia al nichel
I metalli pesanti, infatti, nichel ma anche mercurio, piombo, arsenico, cadmio, alluminio e stagno penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso cibi, bevande, aria atmosferica, abiti e trasporti, con particolare pericolosità quando si ha un'esposizione cronica a bassi dosaggi. Può succedere così che dopo il contatto con queste sostanze, normalmente innocue, si verifichi una reazione allergica, la più comune delle quali è la dermatite da contatto. I metalli pesanti vengono così annoverati tra gli allergeni da contatto più pericolosi, basti pensare che l'allergia al nichel, principale indiziato insieme al mercurio, interessa il 7-10% della popolazione.
Allergia al nickel
Il nickel è un allergene ben noto che produce una sensibilizzazione attribuita all'uso frequente di gioielleria e, occasionalmente, all'esposizione professionale o meno a tale metallo. Uno studio inglese riferisce di 368 pazienti che presentavano reazione allergica al nichel mediante un patch-test. I pazienti accusavano dermatite iniziata alle mani (41%), al volto (29%), agli arti superiori (4%), agli arti inferiori (2%) o in altre sedi (14%); l'eruzione era generalizzata nel 9% dei casi. Il 23% dei casi venne inquadrato quale dermatite possibilmente professionale, ed il 77% come forma non occupazionale. Le professioni indagate? Commesso di negozi (per il frequente contatto con monete), parrucchiere (uso di forbici placcate con nichel), addetto alle pulizie, lavoratore di metalli, addetto ad industrie alimentari.
Come si manifesta
L'ipersensibilità al nichel si manifesta principalmente con una dermatite da contatto di tipo eczematoso molto caratteristica, con presenza di piccole vescicole, successiva erosione, formazione di croste ed ulteriore desquamazione. L'allergia può però anche manifestarsi, seppure ben più raramente, anche come asma dopo assorbimento del Nichel solfato per via intestinale o per via parenterale. Il nichel solfato si trova in numerosissimi oggetti metallici di uso casalingo (forbici, utensili di cucina, lavelli, ecc) o professionale medico, chirurgico, odontoiatrico, e di abbigliamento (bigiotterie, bottoni, fibbie, cinture, orecchini) nonché in monete, maniglie, sedie ed altri. Pertanto va evitato il contatto con tali oggetti ed in generale con metalli contenenti nichel, oltreché con cemento, detersivi, tinture per capelli; per cucinare viene consigliato l'uso di pentole smaltate, di pirex o alluminio. Va ricordato, infine, che il nichel si trova in tracce in numerosi alimenti, oltre che nei cibi in scatola quali aringhe, ostriche, asparagi, lenticchie, fagioli, piselli, lattuga, cavoli, pomodori, nocciole, liquirizia.
Gli esempi più eclatanti
Si accennava all'inizio all'euro. Ebbene l'allergia alla nuova moneta è scientificamente provata. Lo ha confermato uno studio svedese, pubblicato sulla rivista "Contact Dermatitis", secondo il quale a scatenare un'infiammazione della pelle o fastidiose bollicine sono le monete da uno o due euro. Contengono, infatti, tanto nichel da provocare un eczema da contatto nelle persone allergiche a questo metallo. Altra situazione tipica riguarda i piercing, sempre più in voga tra i giovani. Un recente convegno a Rotterdam ha evidenziato come spesso il "rito del buco" sia accompagnato da eccessiva superficialità con conseguenze anche gravi. Tra queste l'allergia da contatto ai metalli inseriti, l'utilizzo frequente di leghe contenenti nichel determina rossori e pruriti. Non solo. Se il monile è applicato in zone di frizione, come l'ombelico, possono spuntare infiammazioni e infezioni con pus. Un recente studio condotto dall'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro), infine, ha evidenziato come tra i fattori scatenanti malattie della pelle, causa di alcuni dei tre milioni e 800.000 infortuni che si verificano ogni anno in casa, ci siano i detersivi. Vi si annidano, infatti, quantità variabili di nichel, cobalto e cromo tri ed esavalente, probabilmente rilasciate dai macchinari durante il ciclo di produzione.
http://www.dica33.it/argomenti/allergologia/allergia3.asp
I metalli pesanti, infatti, nichel ma anche mercurio, piombo, arsenico, cadmio, alluminio e stagno penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso cibi, bevande, aria atmosferica, abiti e trasporti, con particolare pericolosità quando si ha un'esposizione cronica a bassi dosaggi. Può succedere così che dopo il contatto con queste sostanze, normalmente innocue, si verifichi una reazione allergica, la più comune delle quali è la dermatite da contatto. I metalli pesanti vengono così annoverati tra gli allergeni da contatto più pericolosi, basti pensare che l'allergia al nichel, principale indiziato insieme al mercurio, interessa il 7-10% della popolazione.
Allergia al nickel
Il nickel è un allergene ben noto che produce una sensibilizzazione attribuita all'uso frequente di gioielleria e, occasionalmente, all'esposizione professionale o meno a tale metallo. Uno studio inglese riferisce di 368 pazienti che presentavano reazione allergica al nichel mediante un patch-test. I pazienti accusavano dermatite iniziata alle mani (41%), al volto (29%), agli arti superiori (4%), agli arti inferiori (2%) o in altre sedi (14%); l'eruzione era generalizzata nel 9% dei casi. Il 23% dei casi venne inquadrato quale dermatite possibilmente professionale, ed il 77% come forma non occupazionale. Le professioni indagate? Commesso di negozi (per il frequente contatto con monete), parrucchiere (uso di forbici placcate con nichel), addetto alle pulizie, lavoratore di metalli, addetto ad industrie alimentari.
Come si manifesta
L'ipersensibilità al nichel si manifesta principalmente con una dermatite da contatto di tipo eczematoso molto caratteristica, con presenza di piccole vescicole, successiva erosione, formazione di croste ed ulteriore desquamazione. L'allergia può però anche manifestarsi, seppure ben più raramente, anche come asma dopo assorbimento del Nichel solfato per via intestinale o per via parenterale. Il nichel solfato si trova in numerosissimi oggetti metallici di uso casalingo (forbici, utensili di cucina, lavelli, ecc) o professionale medico, chirurgico, odontoiatrico, e di abbigliamento (bigiotterie, bottoni, fibbie, cinture, orecchini) nonché in monete, maniglie, sedie ed altri. Pertanto va evitato il contatto con tali oggetti ed in generale con metalli contenenti nichel, oltreché con cemento, detersivi, tinture per capelli; per cucinare viene consigliato l'uso di pentole smaltate, di pirex o alluminio. Va ricordato, infine, che il nichel si trova in tracce in numerosi alimenti, oltre che nei cibi in scatola quali aringhe, ostriche, asparagi, lenticchie, fagioli, piselli, lattuga, cavoli, pomodori, nocciole, liquirizia.
Gli esempi più eclatanti
Si accennava all'inizio all'euro. Ebbene l'allergia alla nuova moneta è scientificamente provata. Lo ha confermato uno studio svedese, pubblicato sulla rivista "Contact Dermatitis", secondo il quale a scatenare un'infiammazione della pelle o fastidiose bollicine sono le monete da uno o due euro. Contengono, infatti, tanto nichel da provocare un eczema da contatto nelle persone allergiche a questo metallo. Altra situazione tipica riguarda i piercing, sempre più in voga tra i giovani. Un recente convegno a Rotterdam ha evidenziato come spesso il "rito del buco" sia accompagnato da eccessiva superficialità con conseguenze anche gravi. Tra queste l'allergia da contatto ai metalli inseriti, l'utilizzo frequente di leghe contenenti nichel determina rossori e pruriti. Non solo. Se il monile è applicato in zone di frizione, come l'ombelico, possono spuntare infiammazioni e infezioni con pus. Un recente studio condotto dall'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro), infine, ha evidenziato come tra i fattori scatenanti malattie della pelle, causa di alcuni dei tre milioni e 800.000 infortuni che si verificano ogni anno in casa, ci siano i detersivi. Vi si annidano, infatti, quantità variabili di nichel, cobalto e cromo tri ed esavalente, probabilmente rilasciate dai macchinari durante il ciclo di produzione.
http://www.dica33.it/argomenti/allergologia/allergia3.asp