cryptone
05-03-2011, 12:35
https://panopticlick.eff.org/
Test di unicità - Per dimostrare quanto può essere mirato il tracciamento dei singoli utenti, la Electronic Frontier Foundation ha messo a disposizione degli internauti un test gratuito, battezzato Panopticlick, che tramite una semplice visita a un sito web rivela il grado di unicità del proprio sistema. Oltre a rilevare quale browser si sta utilizzando, in che lingua e su quale sistema operativo, l’analisi è in grado di individuare i plug-in e i font installati nel computer. Siccome ogni utente ha quasi inevitabilmente una collezione personalizzata di questi elementi risulta facilissimo tracciarlo: basta riconoscerne lo specifico assortimento. Secondo le ricerche della EFF, il 94,2% dei browser (e quindi degli utenti) è tracciabile unicamente.
Sarebbe interessante un software che cambi qualche prametro ad ogni accensione del pc, rendendolo così diverso ogni volta e quindi non tracciabile
http://www.rsi.ch/home/channels/techscienze/web/2011/02/25/tracciabilita-in-ret.html
La privacy in Rete è sempre più spesso un argomento che suscita grande interesse, in quanto ormai molte persone vogliono evitare di essere tracciate durante le proprie navigazioni, soprattutto per sfuggire all'occhio sempre vigile degli inserzionisti pubblicitari. Tuttavia muoversi nel web senza lasciare tracce delle proprie attività online non è per nulla semplice: anche non iscrivendosi a un sito tramite login e password, rifiutando i cookie, cambiando regolarmente indirizzo IP e utilizzando particolari filtri per la protezione della privacy, il browser utilizzato per navigare in Rete resta comunque facilmente identificabile.
Impronta digitale del PC - Ogni computer infatti ha un gran numero di impostazioni personalizzate: ad esempio, la lingua utilizzata, la risoluzione dello schermo, le specifiche versioni di browser e sistema operativo utilizzati, i plug-in attivati (e le relative versioni di ciascuno di essi), il fuso orario, i font installati e altro ancora. Mettendo insieme tutti questi dati si ottiene una vera e propria “impronta digitale” del singolo computer e quindi del singolo utente. Nonostante i normali sforzi per renderla il più anonima possibile, quest'impronta molto spesso risulta essere addirittura unica, rendendo il tracciamento della propria attività online, da parte ad esempio di agenzie di inserzioni pubblicitarie nel web, ancora più semplice.
Test di unicità - Per dimostrare quanto può essere mirato il tracciamento dei singoli utenti, la Electronic Frontier Foundation ha messo a disposizione degli internauti un test gratuito, battezzato Panopticlick, che tramite una semplice visita a un sito web rivela il grado di unicità del proprio sistema. Oltre a rilevare quale browser si sta utilizzando, in che lingua e su quale sistema operativo, l’analisi è in grado di individuare i plug-in e i font installati nel computer. Siccome ogni utente ha quasi inevitabilmente una collezione personalizzata di questi elementi risulta facilissimo tracciarlo: basta riconoscerne lo specifico assortimento. Secondo le ricerche della EFF, il 94,2% dei browser (e quindi degli utenti) è tracciabile unicamente.
Il paradosso della privacy - Come difendersi dunque? Oltre ad eliminare frequentemente i cookie, è utile disabilitare Flash e Javascript, che rendono difficile accedere a questa “impronta digitale”. Inoltre navigare con uno smartphone (come ad esempio un iPhone o un dispositivo Android) aiuta parecchio, in quanto questi dispositivi sono molto uniformi e quindi difficili da distinguere fra loro attraverso queste tecniche (ma se ne possono usare altre). Il paradosso è che molti sistemi di difesa della privacy, come l'uso di particolari programmi di navigazione sicura, di filtri come NoScript o l'alterazione dello user agent (per far finta che il browser sia diverso da quello che è realmente), finiscono per rendere ancora più unico e quindi identificabile chi li usa.
Immagini come lo yogurt - Sempre a proposito di tutela della privacy, la società tedesca X-Pire promette un soluzione a chi teme di pentirsi di aver messo online le proprie fotografie, dando una data di scadenza alle immagini in Rete. L'azienda propone infatti un plug-in (solo per Firefox) che permette di cifrare le immagini prima di pubblicarle su Internet, associandole a una data fino alla quale chiunque abbia installato lo stesso plug-in potrà vederle automaticamente; passata la data di scadenza indicata, le immagini non saranno più visibili. L'idea è originale e interessante, ma non va interpretata come una garanzia assoluta: chi sperava in un rimedio infallibile agli imbarazzi del passato farà dunque bene a non essere troppo ottimista.
Mozilla contro l'advertising - Proprio in queste settimane la Mozilla Foundation, l’organizzazione non-profit che sta dietro allo sviluppo del browser open souce Firefox, ha annunciato di voler introdurre un meccanismo per il blocco del tracciamento delle abitudini di navigazione degli utenti, sostenendo che ormai si è andati troppo oltre con la pervasività delle tecniche di behavioural advertising. Ciononostante, purtroppo al momento la soluzione perfetta per la difesa della privacy online ancora non esiste; tuttavia avere la consapevolezza di essere tracciabili, senza cullarsi nell'illusione di un anonimato inesistente, è già un passo avanti nella giusta direzione verso una miglior tutela della propria sfera privata su Internet.
Test di unicità - Per dimostrare quanto può essere mirato il tracciamento dei singoli utenti, la Electronic Frontier Foundation ha messo a disposizione degli internauti un test gratuito, battezzato Panopticlick, che tramite una semplice visita a un sito web rivela il grado di unicità del proprio sistema. Oltre a rilevare quale browser si sta utilizzando, in che lingua e su quale sistema operativo, l’analisi è in grado di individuare i plug-in e i font installati nel computer. Siccome ogni utente ha quasi inevitabilmente una collezione personalizzata di questi elementi risulta facilissimo tracciarlo: basta riconoscerne lo specifico assortimento. Secondo le ricerche della EFF, il 94,2% dei browser (e quindi degli utenti) è tracciabile unicamente.
Sarebbe interessante un software che cambi qualche prametro ad ogni accensione del pc, rendendolo così diverso ogni volta e quindi non tracciabile
http://www.rsi.ch/home/channels/techscienze/web/2011/02/25/tracciabilita-in-ret.html
La privacy in Rete è sempre più spesso un argomento che suscita grande interesse, in quanto ormai molte persone vogliono evitare di essere tracciate durante le proprie navigazioni, soprattutto per sfuggire all'occhio sempre vigile degli inserzionisti pubblicitari. Tuttavia muoversi nel web senza lasciare tracce delle proprie attività online non è per nulla semplice: anche non iscrivendosi a un sito tramite login e password, rifiutando i cookie, cambiando regolarmente indirizzo IP e utilizzando particolari filtri per la protezione della privacy, il browser utilizzato per navigare in Rete resta comunque facilmente identificabile.
Impronta digitale del PC - Ogni computer infatti ha un gran numero di impostazioni personalizzate: ad esempio, la lingua utilizzata, la risoluzione dello schermo, le specifiche versioni di browser e sistema operativo utilizzati, i plug-in attivati (e le relative versioni di ciascuno di essi), il fuso orario, i font installati e altro ancora. Mettendo insieme tutti questi dati si ottiene una vera e propria “impronta digitale” del singolo computer e quindi del singolo utente. Nonostante i normali sforzi per renderla il più anonima possibile, quest'impronta molto spesso risulta essere addirittura unica, rendendo il tracciamento della propria attività online, da parte ad esempio di agenzie di inserzioni pubblicitarie nel web, ancora più semplice.
Test di unicità - Per dimostrare quanto può essere mirato il tracciamento dei singoli utenti, la Electronic Frontier Foundation ha messo a disposizione degli internauti un test gratuito, battezzato Panopticlick, che tramite una semplice visita a un sito web rivela il grado di unicità del proprio sistema. Oltre a rilevare quale browser si sta utilizzando, in che lingua e su quale sistema operativo, l’analisi è in grado di individuare i plug-in e i font installati nel computer. Siccome ogni utente ha quasi inevitabilmente una collezione personalizzata di questi elementi risulta facilissimo tracciarlo: basta riconoscerne lo specifico assortimento. Secondo le ricerche della EFF, il 94,2% dei browser (e quindi degli utenti) è tracciabile unicamente.
Il paradosso della privacy - Come difendersi dunque? Oltre ad eliminare frequentemente i cookie, è utile disabilitare Flash e Javascript, che rendono difficile accedere a questa “impronta digitale”. Inoltre navigare con uno smartphone (come ad esempio un iPhone o un dispositivo Android) aiuta parecchio, in quanto questi dispositivi sono molto uniformi e quindi difficili da distinguere fra loro attraverso queste tecniche (ma se ne possono usare altre). Il paradosso è che molti sistemi di difesa della privacy, come l'uso di particolari programmi di navigazione sicura, di filtri come NoScript o l'alterazione dello user agent (per far finta che il browser sia diverso da quello che è realmente), finiscono per rendere ancora più unico e quindi identificabile chi li usa.
Immagini come lo yogurt - Sempre a proposito di tutela della privacy, la società tedesca X-Pire promette un soluzione a chi teme di pentirsi di aver messo online le proprie fotografie, dando una data di scadenza alle immagini in Rete. L'azienda propone infatti un plug-in (solo per Firefox) che permette di cifrare le immagini prima di pubblicarle su Internet, associandole a una data fino alla quale chiunque abbia installato lo stesso plug-in potrà vederle automaticamente; passata la data di scadenza indicata, le immagini non saranno più visibili. L'idea è originale e interessante, ma non va interpretata come una garanzia assoluta: chi sperava in un rimedio infallibile agli imbarazzi del passato farà dunque bene a non essere troppo ottimista.
Mozilla contro l'advertising - Proprio in queste settimane la Mozilla Foundation, l’organizzazione non-profit che sta dietro allo sviluppo del browser open souce Firefox, ha annunciato di voler introdurre un meccanismo per il blocco del tracciamento delle abitudini di navigazione degli utenti, sostenendo che ormai si è andati troppo oltre con la pervasività delle tecniche di behavioural advertising. Ciononostante, purtroppo al momento la soluzione perfetta per la difesa della privacy online ancora non esiste; tuttavia avere la consapevolezza di essere tracciabili, senza cullarsi nell'illusione di un anonimato inesistente, è già un passo avanti nella giusta direzione verso una miglior tutela della propria sfera privata su Internet.