c.m.g
23-02-2011, 13:08
mercoledì 23 febbraio 2011
Una ricerca evidenzia i gravi problemi di riservatezza sofferti dai dischi a stato solido basati su chip di memoria NAND Flash. I dati non spariscono mai del tutto, nemmeno dopo una cancellazione a prova di standard militari
Roma - Quanto è sicuro lo storage dei dati sui dischi a stato solido (SSD)? Molto poco, stando a una ricerca proveniente dalla University of California at San Diego, secondo la quale anche la più aggressiva delle tecniche di formattazione ed eliminazione delle informazioni digitali lascia dietro di sé un bel po' di tracce.
Diversamente dai dati immagazzinati sui dischi magnetici degli HDD tradizionali, infatti, negli SSD l'elettronica di controllo deve gestire una complessa serie di operazioni affinché i dati vengano immagazzinati in maniera affidabile: ma quando si tratta di "eliminare tutte le tracce", l'elettronica di controllo funge da ostacolo alla rimozione definitiva dei dati.
Nei test effettuati dal team di ricerca californiano, i comandi in standard ATA o SCSI necessari per la "distruzione" sicura dei dati sono risultati efficaci solo in quattro dei 12 driver testati, e anche in questo caso è risultato praticamente impossibile (http://www.tgdaily.com/security-features/54243-report-ssds-difficult-to-securely-erase) eliminare i singoli file - il metodo di cancellazione più efficace ha comunque lasciato dietro di sé il 4% delle informazioni originali.
Come fare per ovviare a questa grave mancanza dei dischi SSD? La security enterprise Sophos suggerisce (http://nakedsecurity.sophos.com/2011/02/20/ssds-prove-difficult-to-securely-erase/) di affidarsi a dischi a stato solito in grado di cifrare i dati mediante password e algoritmo AES: una volta cancellati i dati cifrati le informazioni risulteranno impossibili da recuperare.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3095077/PI/News/ssd-dischi-prova-privacy.aspx)
Una ricerca evidenzia i gravi problemi di riservatezza sofferti dai dischi a stato solido basati su chip di memoria NAND Flash. I dati non spariscono mai del tutto, nemmeno dopo una cancellazione a prova di standard militari
Roma - Quanto è sicuro lo storage dei dati sui dischi a stato solido (SSD)? Molto poco, stando a una ricerca proveniente dalla University of California at San Diego, secondo la quale anche la più aggressiva delle tecniche di formattazione ed eliminazione delle informazioni digitali lascia dietro di sé un bel po' di tracce.
Diversamente dai dati immagazzinati sui dischi magnetici degli HDD tradizionali, infatti, negli SSD l'elettronica di controllo deve gestire una complessa serie di operazioni affinché i dati vengano immagazzinati in maniera affidabile: ma quando si tratta di "eliminare tutte le tracce", l'elettronica di controllo funge da ostacolo alla rimozione definitiva dei dati.
Nei test effettuati dal team di ricerca californiano, i comandi in standard ATA o SCSI necessari per la "distruzione" sicura dei dati sono risultati efficaci solo in quattro dei 12 driver testati, e anche in questo caso è risultato praticamente impossibile (http://www.tgdaily.com/security-features/54243-report-ssds-difficult-to-securely-erase) eliminare i singoli file - il metodo di cancellazione più efficace ha comunque lasciato dietro di sé il 4% delle informazioni originali.
Come fare per ovviare a questa grave mancanza dei dischi SSD? La security enterprise Sophos suggerisce (http://nakedsecurity.sophos.com/2011/02/20/ssds-prove-difficult-to-securely-erase/) di affidarsi a dischi a stato solito in grado di cifrare i dati mediante password e algoritmo AES: una volta cancellati i dati cifrati le informazioni risulteranno impossibili da recuperare.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3095077/PI/News/ssd-dischi-prova-privacy.aspx)