cronos1990
03-12-2010, 09:13
Come molti sapranno nel topic di The Witcher 2 è stata avviata una campagna di "sensibilizzazione interna" per richiedere che il gioco venga localizzato in Italiano (al momento sono previsti solo i testi, non il doppiaggo audio). Al di là del discorso che il doppiaggio italiano sia fatto bene o male, sul quale NON ENTRO NEL MERITO, la domanda che molti si pongono è: perchè il publisher (perchè è il publisher che decide questa cosa, non la Software house) spesso prevede un doppiaggio in Inglese, Francese e Tedesco ma non in Italiano?
Ritengo che il discorso sia sempre legato al mero guadagno; tutto sta a vedere cosa il publisher pensa di fare, a livello di introiti, con la scelta di localizzare o meno in una data lingua (e lo stesso dicasi per ogni singola scelte presa per lo sviluppo e la commercializzazione del prodotto).
Uno dei temi sui quali si dibatte spesso è quello della pirateria in Italia, che è a tali livelli che al publisher non conviene spendere soldi per la localizzazione.
Girando per la rete, mi capita casualmente di leggere un breve articolo che, partendo da una retata della Guardia di Finanza riguardante una partita di chip "made in China" usati per "modificare" le console, snocciola un paio di dati interessanti:
Fonte: http://vitadigitale.corriere.it/2010/12/pirateria-videogiochi-aesvi.html
In sintesi
Il 17% del software pirata, nell'ambito dei videogiochi, a livello mondiale, viene scaricato in Italia.
Il 64% dei software presenti in Italia deriva dalla pirateria.Dati dell'Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana)
Partendo da questi dati, è plausibile che io Publisher decida di investire denari per una localizzazione in lingua Italiana, oppure è logico ritenere che difficilmente prenderà una tale decisione ben sapendo che sarebbero solo soldi buttati al vento?
Più in generale, quanto incide la pirateria in Italia sullo sviluppo e la distribuzione stessa dei videogiochi (e della loro localizzazione) nel nostro paese?
Ritengo che il discorso sia sempre legato al mero guadagno; tutto sta a vedere cosa il publisher pensa di fare, a livello di introiti, con la scelta di localizzare o meno in una data lingua (e lo stesso dicasi per ogni singola scelte presa per lo sviluppo e la commercializzazione del prodotto).
Uno dei temi sui quali si dibatte spesso è quello della pirateria in Italia, che è a tali livelli che al publisher non conviene spendere soldi per la localizzazione.
Girando per la rete, mi capita casualmente di leggere un breve articolo che, partendo da una retata della Guardia di Finanza riguardante una partita di chip "made in China" usati per "modificare" le console, snocciola un paio di dati interessanti:
Fonte: http://vitadigitale.corriere.it/2010/12/pirateria-videogiochi-aesvi.html
In sintesi
Il 17% del software pirata, nell'ambito dei videogiochi, a livello mondiale, viene scaricato in Italia.
Il 64% dei software presenti in Italia deriva dalla pirateria.Dati dell'Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana)
Partendo da questi dati, è plausibile che io Publisher decida di investire denari per una localizzazione in lingua Italiana, oppure è logico ritenere che difficilmente prenderà una tale decisione ben sapendo che sarebbero solo soldi buttati al vento?
Più in generale, quanto incide la pirateria in Italia sullo sviluppo e la distribuzione stessa dei videogiochi (e della loro localizzazione) nel nostro paese?