c.m.g
12-10-2010, 08:41
lunedì 11 ottobre 2010
Imbarazzante associazione di parole nel sistema di autenticazione per i commenti della Casa Bianca. Sfortunata coincidenza o inedito attacco?
Roma - Entrare alla Casa Bianca (nel caso specifico, il sito ufficiale (http://www.whitehouse.gov/)) e trovarsi costretti, per esprimere un commento, a leggere un insulto al Presidente: questa la paradossale situazione in cui si è trovato un utente alle prese con il sistema di invio di richieste e di commenti al Governo degli Stati Uniti d'America.
Il modulo per inviare commenti (http://www.whitehouse.gov/contact) (che mette a disposizione appena 2500 caratteri) prevede un sistema di CAPTCHA per distinguere tra utenti umani e robotizzati, per evitare cioè lo spam: la presentazione di alcune parole con caratteri distorti permette solo agli utenti in carne ed ossa di leggerle correttamente e reinserirle nello spazio di autenticazione. Tuttavia, è successo (http://gizmodo.com/5659472/nasty-phrases-are-slipping-into-the-official-white-house-websites-captcha?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+gizmodo%2Ffull+%28Gizmodo%29) che le parole da inserire fossero "rape baracks", una combinazione che può essere tradotta come una minaccia a sfondo sessuale alla coppia presidenziale.
Appurato con una certa affidabilità che non si tratta di un'opera di fotoritocco, il caso può far sorridere: più che ad un originale attacco, il pensiero va alla sfortunata probabilità che ha dato origine all'imbarazzante associazione.
Considerato che le parole proposte dal programma reCAPTCHA, utilizzato - tra l'altro - dal sito della Casa Bianca, sono prese a caso da vecchi libri in via di digitalizzazione e sono anche filtrate per evitare combinazioni offensive, le probabilità che un episodio del genere si presenti sono molto basse.
Claudio Tamburrino
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3008012/PI/News/captcha-ma-cosa-mi-dici-mai.aspx)
Imbarazzante associazione di parole nel sistema di autenticazione per i commenti della Casa Bianca. Sfortunata coincidenza o inedito attacco?
Roma - Entrare alla Casa Bianca (nel caso specifico, il sito ufficiale (http://www.whitehouse.gov/)) e trovarsi costretti, per esprimere un commento, a leggere un insulto al Presidente: questa la paradossale situazione in cui si è trovato un utente alle prese con il sistema di invio di richieste e di commenti al Governo degli Stati Uniti d'America.
Il modulo per inviare commenti (http://www.whitehouse.gov/contact) (che mette a disposizione appena 2500 caratteri) prevede un sistema di CAPTCHA per distinguere tra utenti umani e robotizzati, per evitare cioè lo spam: la presentazione di alcune parole con caratteri distorti permette solo agli utenti in carne ed ossa di leggerle correttamente e reinserirle nello spazio di autenticazione. Tuttavia, è successo (http://gizmodo.com/5659472/nasty-phrases-are-slipping-into-the-official-white-house-websites-captcha?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+gizmodo%2Ffull+%28Gizmodo%29) che le parole da inserire fossero "rape baracks", una combinazione che può essere tradotta come una minaccia a sfondo sessuale alla coppia presidenziale.
Appurato con una certa affidabilità che non si tratta di un'opera di fotoritocco, il caso può far sorridere: più che ad un originale attacco, il pensiero va alla sfortunata probabilità che ha dato origine all'imbarazzante associazione.
Considerato che le parole proposte dal programma reCAPTCHA, utilizzato - tra l'altro - dal sito della Casa Bianca, sono prese a caso da vecchi libri in via di digitalizzazione e sono anche filtrate per evitare combinazioni offensive, le probabilità che un episodio del genere si presenti sono molto basse.
Claudio Tamburrino
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3008012/PI/News/captcha-ma-cosa-mi-dici-mai.aspx)