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06-09-2010, 10:37
http://www.horror-movies.ca/AdvHTML_Upload/la_horde.jpg
Film francese del 2009.
Un classico zombie movie che più classico non si può.
Vale la visione per gli appassionati.
Un poliziotto è stato torturato e ucciso e i suoi colleghi vogliono vendetta. Armati fino ai denti, raggiungono i gangster responsabili in una banlieue, ma durante il regolamento di conti si scatena l’Apocalisse. Quella vera. I morti ritornano, più feroci e affamati che mai. Poliziotti e criminali si ritrovano a dover contare l’uno sull’altro per sopravvivere. Quando Marco Muller, direttore del Festival di Venezia, ha presentato la pellicola, rivolgendosi ad un azzimato pubblico di giornalisti e intellettuali ha detto:“Guardate questo film come si guarda un horror. Non state in silenzio. Ridete. Applaudite. Urlate”.
E il pubblico l’ha fatto.
Esordio fulminante dei registi Yannich Dahan e Benjamin Rocher, La Horde è un film trasparente negli intenti ed efficace nella realizzazione. Vuole divertire e colpire allo stomaco, e ci riesce con un ritmo serrato ed uno stile visivo aggressivo ed esplicito, un’estetica da videogame al servizio di una straight story alla benzedrina. Consapevole di essere un fumetto, sacrifica la tensione e alza il volume della violenza e dell’azione, facendo dell’esasperazione una scelta di stile. Una chiarezza di idee che si apprezza: nessun prurito di denuncia sociale, tanta cattiveria e grande divertimento. Procede come una locomotiva per un’ora e mezza, pulito e diretto senza perdersi in fronzoli o assoli autoriali. Romero, Danny Boyle, l’hard boiled orientale e Distretto 13 di Carpenter non sono affettuose citazioni, sono modelli di riferimento. E, per una volta, l’epilettico stile di regia tipico del cinema francese non stucca dopo mezz’ora.
La Horde non è il film per chi cerca un sottotesto; ma se si cerca un film che diverta, mantiene tutte le promesse.
Film francese del 2009.
Un classico zombie movie che più classico non si può.
Vale la visione per gli appassionati.
Un poliziotto è stato torturato e ucciso e i suoi colleghi vogliono vendetta. Armati fino ai denti, raggiungono i gangster responsabili in una banlieue, ma durante il regolamento di conti si scatena l’Apocalisse. Quella vera. I morti ritornano, più feroci e affamati che mai. Poliziotti e criminali si ritrovano a dover contare l’uno sull’altro per sopravvivere. Quando Marco Muller, direttore del Festival di Venezia, ha presentato la pellicola, rivolgendosi ad un azzimato pubblico di giornalisti e intellettuali ha detto:“Guardate questo film come si guarda un horror. Non state in silenzio. Ridete. Applaudite. Urlate”.
E il pubblico l’ha fatto.
Esordio fulminante dei registi Yannich Dahan e Benjamin Rocher, La Horde è un film trasparente negli intenti ed efficace nella realizzazione. Vuole divertire e colpire allo stomaco, e ci riesce con un ritmo serrato ed uno stile visivo aggressivo ed esplicito, un’estetica da videogame al servizio di una straight story alla benzedrina. Consapevole di essere un fumetto, sacrifica la tensione e alza il volume della violenza e dell’azione, facendo dell’esasperazione una scelta di stile. Una chiarezza di idee che si apprezza: nessun prurito di denuncia sociale, tanta cattiveria e grande divertimento. Procede come una locomotiva per un’ora e mezza, pulito e diretto senza perdersi in fronzoli o assoli autoriali. Romero, Danny Boyle, l’hard boiled orientale e Distretto 13 di Carpenter non sono affettuose citazioni, sono modelli di riferimento. E, per una volta, l’epilettico stile di regia tipico del cinema francese non stucca dopo mezz’ora.
La Horde non è il film per chi cerca un sottotesto; ma se si cerca un film che diverta, mantiene tutte le promesse.