View Full Version : Radiografia sulla nostra situazione economico-sociale
Per rinnovare l'ottimismo sulla nostra tenuta economico-sociale:
http://tinyurl.com/2u7fb5m
Non finisce (purtroppo) sulle prime pagine dei giornali e non è (purtroppo) "market mover", pur fornendo preziose informazioni sullo stato dei principali paesi del pianeta. Stiamo parlando del Global prosperity index, l'indicatore della prosperità mondiale. L'indice, che coniuga crescita economica, benessere sociale e qualità della vita in 104 paesi, è calcolato dal think tank britannico Legatum Institute ponderando nove fattori chiave che contribuiscono alla crescita economica e al benessere sociale.
Questi fattori chiave - rappresentati in sub-indici - sono: fondamentali economici, imprenditorialità ed innovazione, educazione, istituzioni democratiche, governance, sanità, sicurezza, libertà personale e capitale sociale.
La classifica 2009. La classifica 2009 vede quattro paesi scandinavi nelle prime cinque posizioni. Sul podio c'è la Finlandia (dove la banda larga è un diritto dei cittadini), seguita da Svizzera e Svezia. A seguire Danimarca, Norvegia, Australia, Canada, Olanda, Stati Uniti e Nuova Zelanda. Fra i paesi del G-20 , solo tre (Australia, Canada e Usa) si piazzano, dunque, fra i primi 10. Il Regno Unito è dodicesimo, la Germania è quattordicesima, il Giappone è sedicesimo.
Usa al nono posto, ma primi per innovazione. Italia solo 21esima. Nonostante la crisi, gli Stati Uniti restano al top tra i big dell'Occidente, figurando al primo posto assoluto nella capacità di innovare. L'Italia, che fa anche parte del G-8, è in 21esima posizione dietro Hong Kong, Spagna e Slovenia, dunque fuori dal G-20 della prosperità. Il Bel Paese si piazza meglio nei settori sanità (il sub indice lo colloca, a sorpresa, all'11esimo posto in classifica) ed educazione (17esimo), ma ancora peggio in altri: al 23esimo posto in istituzioni democratiche, al 25esimo per i fondamentali economici, al 26esimo in imprendotorialità e innovazione, al 31esimo in sicurezza, al 35esimo in governance, al 37esimo in capitale sociale e addirittura al 40esimo in libertà personale.
komunista disfattista :O (notare la rima )
Be comunque siamo 21 su 104.
Notizia di prima pagina del Sole24ore, la confindustria è diventata komunista?
Be comunque siamo 21 su 104.
Dopo Spagna e Slovenia :confused:
Dopo Spagna e Slovenia :confused:
Dopo spagna e slovenia...e prima di altri 83 paesi.
Notizia di prima pagina del Sole24ore, la confindustria è diventata komunista?
sono stati fraintesi :O
la crisi NON esiste !!!
è un ordine :O
SinghaJoe
03-07-2010, 19:42
Dopo Spagna e Slovenia :confused:
Tenendo conto che dell'Italia fa parte il Mezzogiorno, ci è andata fin troppo bene.
Il Mezzogiorno è terzo mondo assoluto.
berserkdan78
03-07-2010, 19:55
Tenendo conto che dell'Italia fa parte il Mezzogiorno, ci è andata fin troppo bene.
Il Mezzogiorno è terzo mondo assoluto.
gia. infatti gli altri paesi non hanno zone depresse che abbassano la media.
pensa te, se la privincia di milano fosse uno stato, sarebbe messa meglio in classifica! meglio ancora della padania intera (almeno in media) che dici, facciamo la secessione?:rolleyes:
Tenendo conto che dell'Italia fa parte il Mezzogiorno, ci è andata fin troppo bene.
Il Mezzogiorno è terzo mondo assoluto.
Diciamo che gli abitanti dell'Africa subsahariana avrebbero qualcosa da ridire a riguardo :asd:
SinghaJoe
03-07-2010, 20:11
Diciamo che gli abitanti dell'Africa subsahariana avrebbero qualcosa da ridire a riguardo :asd:
Quando dico che il Mezzogiorno è terzo mondo assoluto, non alludo tanto al degrado materiale, ma a quello morale.
La tendenza a fottersene dello stato e l'assenza di ogni minimo senso civico è qualità che afferisce indubitabilmente alle popolazioni del terzo mondo. In questo senso uno sloveno è stato riconosciuto GIUSTAMENTE come cittadino di uno stato più sviluppato dell'Italia.
Perché la mentalità della truffa e della camorra, la mentalità dell'antistato insomma, è mentalità da terzo mondo assoluto.
Esempio:
http://tinyurl.com/377mo67
Secondo stime accreditate, su ben 100 sinistri che accadono a Napoli, almeno la metà sembrano essere in odore di truffa
Sta roba è da puro terzo mondo , non si discute.
EDIT: tra l'altro i commenti a quell'articolo da parte dei napoletani sono agghiaccianti, e rivelano ancora di più una mentalità da sottosviluppati.
Non c'è lavoro --> ho diritto di fottermene della legge, dello Stato, e del prossimo.
Ripeto, agghiacciante.
entanglement
04-07-2010, 11:00
Quando dico che il Mezzogiorno è terzo mondo assoluto, non alludo tanto al degrado materiale, ma a quello morale.
La tendenza a fottersene dello stato e l'assenza di ogni minimo senso civico è qualità che afferisce indubitabilmente alle popolazioni del terzo mondo. In questo senso uno sloveno è stato riconosciuto GIUSTAMENTE come cittadino di uno stato più sviluppato dell'Italia.
Perché la mentalità della truffa e della camorra, la mentalità dell'antistato insomma, è mentalità da terzo mondo assoluto.
Esempio:
http://tinyurl.com/377mo67
Sta roba è da puro terzo mondo , non si discute.
EDIT: tra l'altro i commenti a quell'articolo da parte dei napoletani sono agghiaccianti, e rivelano ancora di più una mentalità da sottosviluppati.
Non c'è lavoro --> ho diritto di fottermene della legge, dello Stato, e del prossimo.
Ripeto, agghiacciante.
i commenti sul sito sono incredibili. o almeno, incredibili oltre il po.
Dopo Spagna e Slovenia :confused:
si infatti, questa proprio non l'ho capita, non farei a cambio manco per sogno
Cmq crisi o non crisi non mi pare che sia tanto diversa da quella di pochi anni fa
gia. infatti gli altri paesi non hanno zone depresse che abbassano la media.
pensa te, se la privincia di milano fosse uno stato, sarebbe messa meglio in classifica! meglio ancora della padania intera (almeno in media) che dici, facciamo la secessione?:rolleyes:
C'è una classifica interessante sulla 25 città più vivibili al mondo e dell'Italia neppure l'ombra, se il nord fosse così ben messo come dice di essere almeno una nordica ce ne sarebbe
Le classifiche delle città più interessanti, più attraenti, con la migliore qualità della vita, più visitate dai turisti, più ospitali per il business, più eccitanti per il popolo della notte e chi più ne ha più ne metta, sono uno dei tic del nostro tempo: a volte utili, altre volte solo uno spunto per riflettere, quasi un gioco di società. Adesso ce n'è una nuova, compilata dal mensile Monocle, "a briefing on global affairs, business, culture & design" recita il sottotitolo della testata, una sofisticata rivista britannica, fondata poco più di un anno fa da alcuni dei più noti giornalisti nazionali. Propone la graduatoria delle "25 città più vivibili" del mondo, e ha l'arguzia, oltre che l'ardire, di stabilire dei criteri un po' eccentrici: le solite statistiche, sì, ma anche quello che per la sua redazione è importante, come la bassa criminalità, buon scuole e buoni ospedali pubblici, tolleranza verso la diversità e quel "certo non so che", come diremmo noi in italiano, che spinge il trend di un luogo verso l'alto anziché verso il basso.
Così ne viene fuori un elenco che, se in parte è prevedibile e rispetta il canone di quello che ci si può aspettare, per certi aspetti è sorprendente e originale. Per cominciare, mancano due metropoli che di solito sono sempre in tutte le classifiche di questo tipo: New York e Londra. Troppo costose, troppo classiste, troppo orientate su istruzione e sanità privata (buona se paghi, tremenda se ti affidi allo stato), forse entrambe hanno vissuto il proprio "magic moment". Restano "cool", alla moda, tutti i turisti ci vogliono andare in vacanza (specie se sono turisti italiani), ma appunto rischiano di perdersi qualcosa di meglio, che è altrove. E poi il punto della lista di Monocle non è trovare le città più affascinanti per i turisti ma quelle dove vivono meglio i residenti: quelli che ci passano 365 giorni, non una settimana.
Ecco allora la graduatoria. In testa Copenaghen, capitale della Danimarca: bella, intelligente, proporzionata, a misura d'uomo, con senso dell'umorismo, sensibile ai problemi dell'ambiente, con buoni trasporti, buone scuole pubbliche, buoni ospedali, buoni ristoranti, poco crimine (6 omicidi l'anno), grande cultura e meno pioggia e freddo di quanto uno (specie se è italiano) si aspetterebbe. Una città a misura d'uomo, con tanto verde ma anche tanti incentivi per il business. Shakespeare sbagliava: non c'è del marcio in Danimarca.
Al secondo posto Monaco di Baviera: stretta tra il boom di Berlino e i progressi di Dresda, sembrava candidata a entrare in crisi, invece rimane la più vivibile, divertente, cosmopolita città tedesca. Al terzo, a sorpresa, Tokyo: una megalopoli che funziona come un orologio svizzero, veloce e lenta al tempo stesso, capace di smentire gli stereotipi su se stessa. Poi seguono i "soliti noti", ovvero le città che sono note per la loro buona qualità della vita: Zurigo e Vienna Helsinki e Stoccolma Vancouver e Montreal, Sidney e Melbourne Madrid e Barcellona. In classifica ci sono anche Parigi (10mo posto), Amsterdam (18esimo), Kyoto (20esimo), seguita da Amburgo, Singapore, Ginevra, Lisbona e Portland (quella dell'Oregon, una specie di San Francisco un po' più settentrionale). A proposito, San Francisco è un'altra assenza di rilievo dall'elenco. Non ci sono né Roma, né Milano. Siamo, insieme alla Grecia, l'unica grande nazione europea assente dall'elenco.
marcello1854
04-07-2010, 17:52
Perché la mentalità della truffa e della camorra, la mentalità dell'antistato insomma, è mentalità da terzo mondo assoluto.
PErché l'evasione fiscale, il guidare sulle strade della Lombardia ebbri o cocainizzati od anche lucidi strafottendosi dei limiti di velocità, le tangenti, le truffe finanziare che coinvolgono migliaia di risparmiatori, Seveso ed il lambro, il po e l'atrizina, la mala milaense e quella del brenta che mentalità sarebbero ?
Agghiacciante, ripeto agghiacciante....
Scendete dal piedistallo, popolo eletto di quarta categoria.... e giudicate gli uomini in base ai loro comportamenti ex-post e non ex-pre in base alla loro origine od appartenenza razziale.
Questa è la vera mentalità, non da terzo mondo ma da ultimo mondo e la mentalità che sta alla base delle caste indiane ed alla base della deriva
verso la barbarie e la bestialità che hanno provocato i genocidi e gli stermini di massa del secolo scorso e dei secoli addietro.
"Ragionando" cosi vi ponete allo stesso livello delle bestie ed tanto più vero che coltivando questi "sentimenti" potete essere gestiti con maggiore facilità dai bifolchi mandriani dipinti di verde che avete l'abitudine di votare....
SinghaJoe
05-07-2010, 09:21
PErché l'evasione fiscale, il guidare sulle strade della Lombardia ebbri o cocainizzati od anche lucidi strafottendosi dei limiti di velocità, le tangenti, le truffe finanziare che coinvolgono migliaia di risparmiatori, Seveso ed il lambro, il po e l'atrizina, la mala milaense e quella del brenta che mentalità sarebbero ?
Agghiacciante, ripeto agghiacciante....
Il ragionamento:
Non c'è lavoro --> ho diritto di fottermene di tutto, dello Stato delle leggi e del prossimo
è roba da sottosviluppati.
Se questa mentalità è molto diffusa sicché ad esempio metà degli incidenti a Napoli sono in odore di truffa è lecito dire che i popoli stanziati a Napoli hanno una mentalità da terzo mondo.
Scendete dal piedistallo, popolo eletto di quarta categoria.... e giudicate gli uomini in base ai loro comportamenti ex-post e non ex-pre in base alla loro origine od appartenenza razziale.
Non non giudichiamo, descriviamo una realtà.
E se talvolta usiamo toni aspri o maleducati, è perché VORREMMO SOLO ESSERE LASCIATI NEL NOSTRO BRODO a bollire invece di doverci preoccupare di voi con continue elargizioni di denaro contante a fondo perduto, soprattuto perché di tali flusso di quattrini in uscita NON SE NE VEDE LA FINE.
whistler
05-07-2010, 09:34
Il ragionamento:
Non c'è lavoro --> ho diritto di fottermene di tutto, dello Stato delle leggi e del prossimo
è roba da sottosviluppati.
Se questa mentalità è molto diffusa sicché ad esempio metà degli incidenti a Napoli sono in odore di truffa è lecito dire che i popoli stanziati a Napoli hanno una mentalità da terzo mondo.
Non non giudichiamo, descriviamo una realtà.
E se talvolta usiamo toni aspri o maleducati, è perché VORREMMO SOLO ESSERE LASCIATI NEL NOSTRO BRODO a bollire invece di doverci preoccupare di voi con continue elargizioni di denaro contante a fondo perduto, soprattuto perché di tali flusso di quattrini in uscita NON SE NE VEDE LA FINE.
Prendete i fucili , attenti che la parte dove c è il buco va tenuta in avanti altrimenti vi sparate in faccia.
Mentre tu scrivi questi capolavori , i tuoi conterranei baciano le mani della drangheta e ci fanno affari , i tuoi paladini legaioli sono alleati con dei collusi sia di camorra che di mafia. Torna in osteria a ubriacarti e non pensarci più.
Il ragionamento:
Non c'è lavoro --> ho diritto di fottermene di tutto, dello Stato delle leggi e del prossimo
è roba da sottosviluppati.
Perchè frasi come "abbiamo i fucili, siamo pronti a combattere" non è roba da sottosviluppati del terzo mondo?
whistler
05-07-2010, 10:31
Perchè frasi come "abbiamo i fucili, siamo pronti a combattere" non è roba da sottosviluppati del terzo mondo?
Almeno quelli del terzo mondo avrebbero davvero dei buoni motivi per farlo guerre fame malattie, ma i lobotomizzati da borghezio:rolleyes:
Almeno quelli del terzo mondo avrebbero davvero dei buoni motivi per farlo guerre fame malattie, ma i lobotomizzati da borghezio:rolleyes:
bhe' se nel terzo mondo impiegassero i soldi per fini sociali invece di farsi le guerre tribali forse starebbero un tantino meglio e questo la dice lunga di dove ci vogliono portare i discorsi alla borghezio:(
svarionman
05-07-2010, 16:36
Fresco fresco dal Time di questa settimana:
Can Italy Stave Off An Economic Collapse?
By Stephan Faris Monday, Jul. 05, 2010
http://img.timeinc.net/time/europe/magazine/2010/0705/italy_0705.jpg
In early May, while the streets of Athens dissolved into violence, the Italian capital provided a very different scene. Instead of rioters, firebombs and tear gas, there were tourists, souvenir stands and the smell of slowly stewing garlic. The stock market may have been panicking over Greece and fretting over Spain, Portugal and Ireland, but investors continued to express their confidence in Italy by buying up its bonds. Rome, it seems, had dodged the financial bullet.
But bullets aren't the only things that kill. In Italy, the better analogy might be cancer. Increasingly uncompetitive in an ever more globalized world, the country suffered in stagnation long before the current continent-wide crisis. The government is deep in debt, so much so that it was one of the few in the developed world that didn't roll out an extensive stimulus plan. And while that decision has left the national balance sheet looking stronger in comparison with, say, Spain, Portugal or Ireland, it has also meant Italy's economy has fallen harder than most. Since the spring of 2008, gross domestic product has shriveled 6.5%. And its recovery is expected to drag.
(See the worst business deals of 2009.)
What Italy really needs is an economic overhaul. The country's regulations are centered around protecting privilege, not expanding opportunity, and they haven't kept up with modern times. Not only has this stifled growth, it risks insulating the country from immediate injuries while the long-term damage continues unchecked. Other countries — Greece, most notably — are having reforms thrust upon them (hence all those rioters). In Italy la vita has remained for the most part far too dolce. "A crisis creates acute pressure and acute pressure creates change," says Marco Annunziata, chief economist for UniCredit, Italy's largest bank. "A slow bleed is hardly felt. But it happens nonetheless."
Perhaps nowhere is the problem more visible than in the labor market. Union victories in the 1960s and 1970s won Italian workers some of the most robust rights in the world. Fixed employees enjoy generous unemployment, extended maternity and paternity benefits, automatic annual raises and protection against being fired for all but the most egregious offenses. But while the laws haven't changed, the market has found a way around them. In the past decade, the number of workers without regular contracts — freelancers, employees on continuously rolled-over short-term assignments — has soared. "By law, we're considered a type of anomaly, an exception," says Salvo Barrano, president of the May 20 Association, which advocates for these types of workers. "But, really, the exception has become the fixed employee." Meanwhile, in a country where it's not uncommon for a lawyer or a doctor to ask for payment under the table, the black labor market — which makes up 30% of the economy, as compared to less than 20% in Spain — has continued to expand.
(See 25 people to blame for the financial crisis.)
The result is a de facto and very much unofficial reform — but one that's likely to be unproductive and ultimately harmful. Italy has created a two-tiered labor market, which overprotects workers in formal positions but leaves everybody else dangerously exposed. "The rights are tied to the job, not to the person," says Barrano. The more flexible labor force may have been a boon while the economy was stable, but in the current crisis, it has left the workers who will be building the country's future — its immigrants and its young — without the protection that would have allowed them to retool for the new global reality. "There's no proper unemployment insurance, except in the big firms," notes Marco Fugazza, an economist at the U.N. Conference on Trade and Development.
(See pictures of retailers which have gone out of business.)
If the pain has yet to make itself fully felt, it's because those in the top tier — generally the older generation — have been able to bail out their children with one of the highest levels of private savings on the continent. "My social safety net was provided by my father, not by the state," says Giovanni, an out-of-work archaeologist who asked to be identified only by his first name. "It's embarrassing. I'm 35 years old. I'm married. And I still have to ask my parents for money." If Greece is a country that has burst its budget, Italy is one that is living off the savings of its citizens. The question is how long it can continue to do so, and whether the government will take action before the slow bleed blossoms into total hemorrhage. "The wealth is starting to run out," says Annunziata. "We're going to see a gradual erosion of living standards." It's time to cut back on la dolce vita.
LINK (http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1999016,00.html)
Il time ancora non sa quanto siamo pessimi; così pessimi da reggere sebbene ricoperti di diarrea.:p
profetico
06-07-2010, 05:00
Nel terzo mondo si fanno la guerra per un sacco di motivi, ma credo che uno possa essere perchè quel poco che hanno cerca di accaparrarselo la fazione più forte...
Ricorda niente?
Mi sembra di vedere un cavaliere al comando della sua invincibile armata all'orizzonte...
Scherzi a parte noi potremo anche essere 21 davanti a 83 nazioni, ma come sono le altre 83? Perchè staimo parlando di nazioni dall'economia debole, alcune delle quali con vite medie forse sui 50 anni, problemi di istruzione, sanitari, economici, politici.
Non tutte, anzi, però non mi consola essere parte di uno stato 21 che pretende di essere una potenza e non riesce ad eccellere nemmeno in un aspetto.
Nemmeno nel turismo riusciamo ad imporre la nostra storia e cultura, sebbene dovremmo avere gioco facile. Nemmeno li sappiamo sfruttare il potenziale
Nel terzo mondo si fanno la guerra per un sacco di motivi, ma credo che uno possa essere perchè quel poco che hanno cerca di accaparrarselo la fazione più forte...
Ricorda niente?
Mi sembra di vedere un cavaliere al comando della sua invincibile armata all'orizzonte...
Scherzi a parte noi potremo anche essere 21 davanti a 83 nazioni, ma come sono le altre 83? Perchè staimo parlando di nazioni dall'economia debole, alcune delle quali con vite medie forse sui 50 anni, problemi di istruzione, sanitari, economici, politici.
Non tutte, anzi, però non mi consola essere parte di uno stato 21 che pretende di essere una potenza e non riesce ad eccellere nemmeno in un aspetto.
Nemmeno nel turismo riusciamo ad imporre la nostra storia e cultura, sebbene dovremmo avere gioco facile. Nemmeno li sappiamo sfruttare il potenziale
In Africa ogni paese ha una storia a se ma se si guarda bene si è passati da un colonialismo di stato a un colonialismo delle multinazionali che foraggiano le fazioni per scatenare guerre sulle concessioni, alimentando povertà e ignoranza.
Il cavaliere, anche se si è comprato il letto di Napoleone e abbia una scuderia balzata agli onori della cronaca, spero non sappia andare a cavallo :D
Se penso al turismo mi metterei a piangere, abbiamo beni che nessuna altra nazione ha e cosa succede? la Domus Aurea crolla, Pompei è meglio che sia risepolta dalle ceneri, villa d'Este e suoi giochi di acqua, villa Adriania lasciate all'incuria. Tra Roma e l'Aquila ci sono ruderi di castelli medievali (del resto sconosciuti) che potrebbero costituire una meta come lo sono i castelli della Loira, per non dire del barocco pugliese o siciliano........uniti a paesaggi mozzafiato.
I turisti che vengono vanno solo a Roma Venezia e Firenze legati agli stereotipi delle cartoline spedite nel dopoguerra.
Il portale che dovrebbe essere la finestra dell'Italia nel mondo è stato rimpallato da destra e da sinistra è costato un fortuna ed è inutilizzabile.
Direi che essere 21esimi ci va ultra bene :(
profetico
06-07-2010, 22:34
Caro alef, io credo che, benchè l'italia sia stata ed abbia un discreto background nella produzione di beni (vedi fiat e diverse altre aziende che conosco localmente affermate a livello internazionale come credo ci siano del resto dalle tue parti), dicevo credo che il turismo dovrebbe essere un settore trainante della nostra economia. Abbiamo la cosa più importante per quel settore, la storia, che ci ha lasciato monumenti incredibili che nulla hanno da invidiare a francia e germania (che ritengo altre due nazioni con un potenziale turistico notevole e che per associazione culturale e geografica sono assimilabili a noi). Eppure come dici tu nulla è valorizzato, non una tradizione, non una struttura. Seguo i mondiali su 105 e la gialappa's ha in studio un uomo inglese che ha riscoperto le fonti dell'acquedotto traiano, risultato, rimarranno a marcire dove sono. Tu ne avevi sentito parlare? Io lo ho scoperto da un programma di intrattenimento...
Se solo si incentivasse il turismo, che stagionalmente potrebbe far muovere il settore tutto l'anno passando da nord a sud da inverno a estate, si avrebbero ingenti ritorni economici, e nuove opportunità di lavoro. Invece si spendono centinaia di milioni di euro per un sito internet contenitore della nostra cultura (che per definizione non può essere contenuta ma promossa e divulgata sul posto vivendo posti e tradizioni) senza promuovere altro seriamente. E noi rimaniamo qui con un potenziale inespresso.
Questa cosa indigna e spaventa perchè chi ci governa non riesce a capire e vedere questa cosa. Che è solo un esempio, ma lampante, del malgoverno.
caro Profetico concordo ;) anche se continuo a :cry:
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