easyand
30-06-2010, 09:38
SAN PAOLO. Dal nostro inviato
C'è sempre più Italia nel miracolo economico del Brasile. E ce ne sarà ancora di più in futuro. C'è, soprattutto, l'orgoglio per i 30 milioni di oriundi italiani che «ci hanno insegnato a costruire questo paese» come ha spiegato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva rivolgendosi ieri l premier Silvio Berlusconi dopo un colloquio a quattr'occhi durato quasi due ore. Il futuro per il quale i due leader hanno posto le basi è fatto di più strette collaborazioni (per ora affari da almeno 10 miliardi di euro) su difesa, infrastrutture, trasporti, energia, agroindustria.
Quello che il presidente brasiliano Lula ha snocciolato davanti alla platea del seminario «Brasile-Italia: nuove partnership strategiche» affollato di imprenditori dei due Paesi è stato un vero resoconto di otto anni di governo che hanno coinciso con otto anni crescita e di sviluppo eccezionali per il Paese. Un mix di politiche di sviluppo e politiche sociali che hanno fatto grande il Brasile. Un milione di nuovi posti di lavoro creati solo nel 2010 e 14 milioni negli ultimi otto anni, il programma "luce per tutti" che ha portato la corrente elettrica nei villaggi più sperduti a 12 milioni di abitanti. Senza parlare dell'accesso al credito che ha consentito anche a pensionati e dipendenti di avere un più facile credito senza finire negli eccessi americani.
Insomma un paese nuovo di cui Lula lascerà la guida a fine anno dopo le elezioni di ottobre che incoroneranno, molto probabilmente, Dilma Roussef sempre del partito di governo Pt. Si aprirà poi per Lula, come ha annunciato lui stesso ieri un futuro fatto di collaborazione con i Paesi più poveri dell'Africa e dell'America Latina per uno scambio di informazioni sul modello di sviluppo brasiliano.
Ecco perché, secondo Lula, i circa 10 miliardi di interscambio tra Italia e Brasile non rispecchiano affatto le reali potenzialità delle economie dei due Paesi. «Sarebbe più giusto avere 20 o anche 30 miliardi di dollari di interscambio» ha detto il presidente brasiliano. Berlusconi ha concordato ricordando le forti potenzialità delle imprese italiane e del nostro sistema di credito che è sano che può fornire un valido supporto. Di sicuro c'è come hanno osservato sia Berlusconi che il viceministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso, che nei primi quattro mesi del 2010 le nostre esportazioni verso il Brasile sono aumentate di oltre il 40%. Molte le possibilità offerte alle nostre aziende con il nuovo accordo in corso di negoziato tra e e Mercosur e, come ha ripetuto più volte il presidente Lula, anche per la costruzione di nuove strutture sportive legate ai prossimi appuntamenti che vedranno il Brasile protagonista con i mondiali di calcio del 2014 e con le Olimpiadi a Rio de Janiero del 2016. Il premier Berlusconi ha ricordato come l'accordo sul partenariato strategico firmato a Washington il 12 aprile stia spianando la strada alle intese in numerosi settori. Si va quindi dalla difesa (5 miliardi per le quattro fregate e i cinque pattugliatori Fincantieri con armamento Finmeccanica per i quali sono già stati raggiunti accordi tra i due ministeri della Difesa) all'alta velocità con Ansaldo Breda e Ansaldo Sps alla telecomunicazioni con Telecom Brasile (che probabilmente acquisirà anche Telecom Argentina e parteciperà al grande business della banda larga) ai sistemi all'aeronautica con Alenia, alle infrastrutture fino all'energia verde.
Davanti a Berlusconi e Lula sono stati firmati una raffica accordi a cominciare da quelli tra il viceministro Urso e il ministro dello Sviluppo economico brasiliano Miguel Jorge per creare un Business Council Italia-Brasile (lo presiederà probabilmente da parte italiana Franco Bernabè) e per estendere ad altri settori nel distretto di Manaus i vantaggi fiscali già previsti con accordi ad hoc per un distretto del motociclo con Piaggio e Aprilia a fare da apripista. Il presidente dell'Ice Umberto Vattani ha firmato tre accordi per la formazione e la ricerca sulle nuove tecnologie con istituti brasiliani mentre il presidente di Simest, Giancarlo Lanna, ha firmato un'intesa con il banco del Brasile.
Prime ricadute operative degli accordi già oggi con l'inaugurazione questa mattina a Barra do Garcas nel Mato Grosso del primo modulo di una vera e propria fattoria agroenergetica in un complesso di 300mila ettari per la produzione di 50mila tonnellate di biodiesel con semi di soia, girasole e cotone da parte della C&T di Ancona. L'amministratore delegato della società, Tonino Tonti, ha sottolineato come l'investimento (40 milioni di euro di cui 7 messi disposizione dalla Simest) rientra nel quadro di un progetto più ampio che prevede la produzione di energie rinnovabili nella regione e allevamento intensivo zootecnico.
Sole 24 Ore
C'è sempre più Italia nel miracolo economico del Brasile. E ce ne sarà ancora di più in futuro. C'è, soprattutto, l'orgoglio per i 30 milioni di oriundi italiani che «ci hanno insegnato a costruire questo paese» come ha spiegato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva rivolgendosi ieri l premier Silvio Berlusconi dopo un colloquio a quattr'occhi durato quasi due ore. Il futuro per il quale i due leader hanno posto le basi è fatto di più strette collaborazioni (per ora affari da almeno 10 miliardi di euro) su difesa, infrastrutture, trasporti, energia, agroindustria.
Quello che il presidente brasiliano Lula ha snocciolato davanti alla platea del seminario «Brasile-Italia: nuove partnership strategiche» affollato di imprenditori dei due Paesi è stato un vero resoconto di otto anni di governo che hanno coinciso con otto anni crescita e di sviluppo eccezionali per il Paese. Un mix di politiche di sviluppo e politiche sociali che hanno fatto grande il Brasile. Un milione di nuovi posti di lavoro creati solo nel 2010 e 14 milioni negli ultimi otto anni, il programma "luce per tutti" che ha portato la corrente elettrica nei villaggi più sperduti a 12 milioni di abitanti. Senza parlare dell'accesso al credito che ha consentito anche a pensionati e dipendenti di avere un più facile credito senza finire negli eccessi americani.
Insomma un paese nuovo di cui Lula lascerà la guida a fine anno dopo le elezioni di ottobre che incoroneranno, molto probabilmente, Dilma Roussef sempre del partito di governo Pt. Si aprirà poi per Lula, come ha annunciato lui stesso ieri un futuro fatto di collaborazione con i Paesi più poveri dell'Africa e dell'America Latina per uno scambio di informazioni sul modello di sviluppo brasiliano.
Ecco perché, secondo Lula, i circa 10 miliardi di interscambio tra Italia e Brasile non rispecchiano affatto le reali potenzialità delle economie dei due Paesi. «Sarebbe più giusto avere 20 o anche 30 miliardi di dollari di interscambio» ha detto il presidente brasiliano. Berlusconi ha concordato ricordando le forti potenzialità delle imprese italiane e del nostro sistema di credito che è sano che può fornire un valido supporto. Di sicuro c'è come hanno osservato sia Berlusconi che il viceministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso, che nei primi quattro mesi del 2010 le nostre esportazioni verso il Brasile sono aumentate di oltre il 40%. Molte le possibilità offerte alle nostre aziende con il nuovo accordo in corso di negoziato tra e e Mercosur e, come ha ripetuto più volte il presidente Lula, anche per la costruzione di nuove strutture sportive legate ai prossimi appuntamenti che vedranno il Brasile protagonista con i mondiali di calcio del 2014 e con le Olimpiadi a Rio de Janiero del 2016. Il premier Berlusconi ha ricordato come l'accordo sul partenariato strategico firmato a Washington il 12 aprile stia spianando la strada alle intese in numerosi settori. Si va quindi dalla difesa (5 miliardi per le quattro fregate e i cinque pattugliatori Fincantieri con armamento Finmeccanica per i quali sono già stati raggiunti accordi tra i due ministeri della Difesa) all'alta velocità con Ansaldo Breda e Ansaldo Sps alla telecomunicazioni con Telecom Brasile (che probabilmente acquisirà anche Telecom Argentina e parteciperà al grande business della banda larga) ai sistemi all'aeronautica con Alenia, alle infrastrutture fino all'energia verde.
Davanti a Berlusconi e Lula sono stati firmati una raffica accordi a cominciare da quelli tra il viceministro Urso e il ministro dello Sviluppo economico brasiliano Miguel Jorge per creare un Business Council Italia-Brasile (lo presiederà probabilmente da parte italiana Franco Bernabè) e per estendere ad altri settori nel distretto di Manaus i vantaggi fiscali già previsti con accordi ad hoc per un distretto del motociclo con Piaggio e Aprilia a fare da apripista. Il presidente dell'Ice Umberto Vattani ha firmato tre accordi per la formazione e la ricerca sulle nuove tecnologie con istituti brasiliani mentre il presidente di Simest, Giancarlo Lanna, ha firmato un'intesa con il banco del Brasile.
Prime ricadute operative degli accordi già oggi con l'inaugurazione questa mattina a Barra do Garcas nel Mato Grosso del primo modulo di una vera e propria fattoria agroenergetica in un complesso di 300mila ettari per la produzione di 50mila tonnellate di biodiesel con semi di soia, girasole e cotone da parte della C&T di Ancona. L'amministratore delegato della società, Tonino Tonti, ha sottolineato come l'investimento (40 milioni di euro di cui 7 messi disposizione dalla Simest) rientra nel quadro di un progetto più ampio che prevede la produzione di energie rinnovabili nella regione e allevamento intensivo zootecnico.
Sole 24 Ore