pistacchio89
29-06-2010, 09:24
Venezia. «Senegalesi? Via dall'albergo»:
Operai cacciati dalla pensione a Meolo
Tre lavoratori di una ditta di Brescia allontanati dal marito
della titolare. Il figlio: è il diabete, quando ha una crisi esagera
di Emanuela Furlan
VENEZIA (26 giugno) - «Siete senegalesi? Via dall'albergo!». Se non è razzismo, poco ci manca. Ma tre operai senegalesi si sono sentiti rispondere così mercoledì scorso alla locanda "La Pergola", in via Riviera XVIII Giugno a Meolo.
I tre stranieri sono stati pesantemente insultati dal marito della titolare dell'albergo dove avevano prenotato una camera che, non appena li ha visti, ha cominciato ad inveire dicendo loro di andarsene, che non li voleva nel suo locale.
I tre operai, dipendenti di un'azienda di pavimentazioni geotermiche di Brescia e in Italia da una decina d'anni, erano a Meolo per dei lavori in un'abitazione. Terminata la giornata, verso le 21,30, si sono recati alla "Pergola", un albergo a conduzione familiare già precedentemente prenotato dalla loro azienda. Il figlio della titolare, Massimo Zanin, stava già prendendo le loro ordinazioni per la cena, quando è sopraggiunto il padre Giuseppe che si è scagliato verbalmente contro i tre senegalesi, insultandoli e cercando di cacciarli dal locale. Il figlio e la madre hanno tentato di calmare l'uomo che dava in escandescenze, portandolo in un'altra stanza. Mortificati per lo spiacevole episodio, i tre senegalesi hanno cercato un altro albergo, riuscendo a trovarlo soltanto a tarda sera, vicino a Treviso, ma il giorno dopo hanno denunciato l'accaduto ai carabinieri di Meolo.
«Mio padre ha 74 anni, è anziano, malato di diabete, e quando gli prende una crisi, dà di matto, esplode in affermazioni razziste - dice Massimo Zuin, spiegando quanto avvenuto mercoledì scorso -. Noi non abbiamo riserve nei confronti degli extracomunitari, ne abbiamo già avuti ospiti nel nostro albergo. Io stesso quella sera stavo prendendo le ordinazioni dei tre senegalesi, senza problemi. Quanto accaduto è colpa della malattia di mio padre».
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=108202&sez=NORDEST
Operai cacciati dalla pensione a Meolo
Tre lavoratori di una ditta di Brescia allontanati dal marito
della titolare. Il figlio: è il diabete, quando ha una crisi esagera
di Emanuela Furlan
VENEZIA (26 giugno) - «Siete senegalesi? Via dall'albergo!». Se non è razzismo, poco ci manca. Ma tre operai senegalesi si sono sentiti rispondere così mercoledì scorso alla locanda "La Pergola", in via Riviera XVIII Giugno a Meolo.
I tre stranieri sono stati pesantemente insultati dal marito della titolare dell'albergo dove avevano prenotato una camera che, non appena li ha visti, ha cominciato ad inveire dicendo loro di andarsene, che non li voleva nel suo locale.
I tre operai, dipendenti di un'azienda di pavimentazioni geotermiche di Brescia e in Italia da una decina d'anni, erano a Meolo per dei lavori in un'abitazione. Terminata la giornata, verso le 21,30, si sono recati alla "Pergola", un albergo a conduzione familiare già precedentemente prenotato dalla loro azienda. Il figlio della titolare, Massimo Zanin, stava già prendendo le loro ordinazioni per la cena, quando è sopraggiunto il padre Giuseppe che si è scagliato verbalmente contro i tre senegalesi, insultandoli e cercando di cacciarli dal locale. Il figlio e la madre hanno tentato di calmare l'uomo che dava in escandescenze, portandolo in un'altra stanza. Mortificati per lo spiacevole episodio, i tre senegalesi hanno cercato un altro albergo, riuscendo a trovarlo soltanto a tarda sera, vicino a Treviso, ma il giorno dopo hanno denunciato l'accaduto ai carabinieri di Meolo.
«Mio padre ha 74 anni, è anziano, malato di diabete, e quando gli prende una crisi, dà di matto, esplode in affermazioni razziste - dice Massimo Zuin, spiegando quanto avvenuto mercoledì scorso -. Noi non abbiamo riserve nei confronti degli extracomunitari, ne abbiamo già avuti ospiti nel nostro albergo. Io stesso quella sera stavo prendendo le ordinazioni dei tre senegalesi, senza problemi. Quanto accaduto è colpa della malattia di mio padre».
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=108202&sez=NORDEST