ennys
14-06-2010, 19:06
"FLAI CGIL Veneto: perchè gli operai votano Lega?
Oggi all'università di Padova presentazione dei risultati dell'indagine
14/06/2010
Come entra nelle fabbriche il voto alla Lega? Quali gli atteggiamenti culturali che portano una quota di lavoratori iscritti alla CGIL esprimersi per il partito di Bossi davanti alle urne?
Il fenomeno del voto a formazioni politiche lontane dalla tradizione del movimento operario tra gli aderenti alla CGIL non è una novità, soprattutto nel Veneto dove da almeno 20 anni la scelta e la militanza sindacale sono dovute a molteplici fattori, al di là di quello meramente ideologico.
E’ tuttavia negli anni 2000 che l’articolazione delle culture politiche tra gli iscritti alla CGIL assume un’ampiezza senza precedenti e abbraccia formazioni che presentano visioni diverse da quella del sindacato su temi non secondari di carattere sociale (immigrazione, solidarietà, sicurezza, ecc).
Ciò non riguarda tanto il Pdl, quanto la Lega con la sua carica di “ribellismo” e “antistatalismo” che può avere una funzione di richiamo su strati passati in poco più di due generazioni dalla condizione contadina a quella industriale sino al post industriale senza mai spostarsi dal proprio territorio dove nel frattempo sono avvenute grandi trasformazioni insediative ed ambientali.
Nel tentativo di indagare il fenomeno, la FLAI CGIL (sindacato dell’agroalimentare) regionale ha affidato una ricerca al Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Venezia che, attraverso questionari ed interviste, ha sondato oltre 100 delegati FLAI, una delle categorie più “di frontiera” del Veneto dove il lavoro è duro e dove è occupata un’altissima percentuale di immigrati.
I risultati della ricerca saranno presentati lunedì 14 giugno (ore 14,30) a Padova nell’Aula Ippolito Nievo del Palazzo del Bo.
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http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=14015
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Oggi all'università di Padova presentazione dei risultati dell'indagine
14/06/2010
Come entra nelle fabbriche il voto alla Lega? Quali gli atteggiamenti culturali che portano una quota di lavoratori iscritti alla CGIL esprimersi per il partito di Bossi davanti alle urne?
Il fenomeno del voto a formazioni politiche lontane dalla tradizione del movimento operario tra gli aderenti alla CGIL non è una novità, soprattutto nel Veneto dove da almeno 20 anni la scelta e la militanza sindacale sono dovute a molteplici fattori, al di là di quello meramente ideologico.
E’ tuttavia negli anni 2000 che l’articolazione delle culture politiche tra gli iscritti alla CGIL assume un’ampiezza senza precedenti e abbraccia formazioni che presentano visioni diverse da quella del sindacato su temi non secondari di carattere sociale (immigrazione, solidarietà, sicurezza, ecc).
Ciò non riguarda tanto il Pdl, quanto la Lega con la sua carica di “ribellismo” e “antistatalismo” che può avere una funzione di richiamo su strati passati in poco più di due generazioni dalla condizione contadina a quella industriale sino al post industriale senza mai spostarsi dal proprio territorio dove nel frattempo sono avvenute grandi trasformazioni insediative ed ambientali.
Nel tentativo di indagare il fenomeno, la FLAI CGIL (sindacato dell’agroalimentare) regionale ha affidato una ricerca al Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Venezia che, attraverso questionari ed interviste, ha sondato oltre 100 delegati FLAI, una delle categorie più “di frontiera” del Veneto dove il lavoro è duro e dove è occupata un’altissima percentuale di immigrati.
I risultati della ricerca saranno presentati lunedì 14 giugno (ore 14,30) a Padova nell’Aula Ippolito Nievo del Palazzo del Bo.
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http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=14015
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