DvL^Nemo
13-06-2010, 13:51
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/13/news/il_regalo_di_anemone_a_lunardi_ristrutturazione_da_150_mila_euro-4799632/?ref=HREC2-2
Lavori in una villa nel parmense. Matteoli: non sono indagato L'ex ministro sarà ascoltato dai pm di Perugia. Che sentiranno anche Francesco Rutelli
PERUGIA - Non solo Claudio Scajola. Anche un altro ex ministro, Pietro Lunardi, avrebbe ricevuto gli "omaggi" dell'imprenditore Diego Anemone. Anche le sue abitazione sarebbero state ristrutturate con lavori mai pagati. Lo dimostrano, come nel caso Scajola (che ha avuto un "contributo" di 900 mila euro per l'acquisto della casa e di altri 200 mila per la ristrutturazione ndr), le fatture sequestrate dai carabinieri negli uffici dell'impresa Anemone e del suo commercialista, Stefano Gazzani. Nel corso della stessa perquisizione in cui fu trovato l'ormai noto "libro mastro" di Anemone, nel quale l'imprenditore aveva annotato puntigliosamente tutti i lavori compiuti per personaggi eccellenti della politica, funzionari pubblici e "amici degli amici". Lunardi, così come l'ex ministro, Rutelli, chiamato in causa nei giorni scorsi nel corso dell'interrogatorio del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sarà interrogato dai pm di Perugia, Alessia Tavernese e Sergio Sottani.
A coinvolgere Pietro Lunardi nell'inchiesta Grandi Eventi erano state le rivelazioni dell'ex autista dell'imprenditore Diego Anemone, il tunisino Laid Ben Hidri Fathi, che il 25 marzo scorso rivelò ai magistrati una serie di contatti con ministri e alti funzionari di Stato per conto di Balducci e Anemone. Tra i nomi che il tunisino fece ai pm di Firenze c'era anche quello di Pietro Lunardi. Che ammise di conoscere sia Balducci che Anemone Precisando però: "I miei rapporti con entrambi sono regolari". In realtà l'attenzione degli investigatori della Procura di Firenze si accentra sui lavori che una delle imprese di Anemone ha fatto in una proprietà della famiglia Lunardi a Basilicanova, nella campagna di Parma. Nel 2005 la ristrutturazione della dependance della villa (lavori il cui costo è tra i 100 e 150mila euro) è affidato all'impresa Anemone dopo che Balducci aveva presentato l'imprenditore romano a Lunardi.
Per l'ex ministro però c'è anche da spiegare l'acquisto di un elegante appartamento nel centro di Roma, in via Valdina, acquistato con un mutuo da 2,8 milioni di euro. L'alloggio in questione sarebbe stato acquistato da un ente del Vaticano grazie alla raccomandazione di Angelo Balducci, che anche in questa occasione si sarebbe avvalso della collaborazione dell'architetto di Diego Anemone, Zampolini.
Lunardi, dopo Scajola e Matteoli, è il terzo ministro risucchiato nell'inchiesta. Matteoli, come risulta da alcuni interrogatori depositati tre giorni fa, si sarebbe adoperato durante un pranzo all'Harry's bar di Roma con Verdini e Fusi per favorire quest'ultimo nell'appalto per la scuola dei Marescialli a Firenze.
Lo chiamano in causa due suoi funzionari, il capo dell'ufficio legale, Mastrandrea ed il capo di Gabinetto, Claudio Iafolla. "Ho completa fiducia nella magistratura - replica il ministro che non smentisce l'episodio - Il fatto che io riceva qualcuno alla presenza di un funzionario è mio modo di lavorare. Non ci appartiene l'uso del tema della legalità come strumento di lotta politica per abbattere l'avversario e peggio ancora se c'è l'avversario interno". E Mastrandrea, che lo aveva chiamato in causa, ieri ha dichiarato che si tratta di "estrapolazioni che travisano il mio pensiero. Non è vero che all'Harry's bar di Roma si sia decisa la sorte dell'appalto".
Lavori in una villa nel parmense. Matteoli: non sono indagato L'ex ministro sarà ascoltato dai pm di Perugia. Che sentiranno anche Francesco Rutelli
PERUGIA - Non solo Claudio Scajola. Anche un altro ex ministro, Pietro Lunardi, avrebbe ricevuto gli "omaggi" dell'imprenditore Diego Anemone. Anche le sue abitazione sarebbero state ristrutturate con lavori mai pagati. Lo dimostrano, come nel caso Scajola (che ha avuto un "contributo" di 900 mila euro per l'acquisto della casa e di altri 200 mila per la ristrutturazione ndr), le fatture sequestrate dai carabinieri negli uffici dell'impresa Anemone e del suo commercialista, Stefano Gazzani. Nel corso della stessa perquisizione in cui fu trovato l'ormai noto "libro mastro" di Anemone, nel quale l'imprenditore aveva annotato puntigliosamente tutti i lavori compiuti per personaggi eccellenti della politica, funzionari pubblici e "amici degli amici". Lunardi, così come l'ex ministro, Rutelli, chiamato in causa nei giorni scorsi nel corso dell'interrogatorio del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sarà interrogato dai pm di Perugia, Alessia Tavernese e Sergio Sottani.
A coinvolgere Pietro Lunardi nell'inchiesta Grandi Eventi erano state le rivelazioni dell'ex autista dell'imprenditore Diego Anemone, il tunisino Laid Ben Hidri Fathi, che il 25 marzo scorso rivelò ai magistrati una serie di contatti con ministri e alti funzionari di Stato per conto di Balducci e Anemone. Tra i nomi che il tunisino fece ai pm di Firenze c'era anche quello di Pietro Lunardi. Che ammise di conoscere sia Balducci che Anemone Precisando però: "I miei rapporti con entrambi sono regolari". In realtà l'attenzione degli investigatori della Procura di Firenze si accentra sui lavori che una delle imprese di Anemone ha fatto in una proprietà della famiglia Lunardi a Basilicanova, nella campagna di Parma. Nel 2005 la ristrutturazione della dependance della villa (lavori il cui costo è tra i 100 e 150mila euro) è affidato all'impresa Anemone dopo che Balducci aveva presentato l'imprenditore romano a Lunardi.
Per l'ex ministro però c'è anche da spiegare l'acquisto di un elegante appartamento nel centro di Roma, in via Valdina, acquistato con un mutuo da 2,8 milioni di euro. L'alloggio in questione sarebbe stato acquistato da un ente del Vaticano grazie alla raccomandazione di Angelo Balducci, che anche in questa occasione si sarebbe avvalso della collaborazione dell'architetto di Diego Anemone, Zampolini.
Lunardi, dopo Scajola e Matteoli, è il terzo ministro risucchiato nell'inchiesta. Matteoli, come risulta da alcuni interrogatori depositati tre giorni fa, si sarebbe adoperato durante un pranzo all'Harry's bar di Roma con Verdini e Fusi per favorire quest'ultimo nell'appalto per la scuola dei Marescialli a Firenze.
Lo chiamano in causa due suoi funzionari, il capo dell'ufficio legale, Mastrandrea ed il capo di Gabinetto, Claudio Iafolla. "Ho completa fiducia nella magistratura - replica il ministro che non smentisce l'episodio - Il fatto che io riceva qualcuno alla presenza di un funzionario è mio modo di lavorare. Non ci appartiene l'uso del tema della legalità come strumento di lotta politica per abbattere l'avversario e peggio ancora se c'è l'avversario interno". E Mastrandrea, che lo aveva chiamato in causa, ieri ha dichiarato che si tratta di "estrapolazioni che travisano il mio pensiero. Non è vero che all'Harry's bar di Roma si sia decisa la sorte dell'appalto".