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View Full Version : Inchiesta G8: "Matteoli e Verdini, tutto deciso all'Harry's Bar"


Steinoff
12-06-2010, 12:12
Tratto da La Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/12/news/matteoli_verdini_e_gli_appalti_fu_tutto_deciso_all_harry_s_bar-4778753/?ref=HREC1-6)


INCHIESTA G8
Le rivelazioni di Mastrandrea sugli appalti
"Matteoli e Verdini, tutto deciso all'Harry's Bar"
Le parole del capo dell'ufficio legale del ministro ai pm di Firenze. Quel pranzo in via Veneto: le nuove carte dell'inchiesta
di FRANCESCO VIVIANO

Le rivelazioni di Mastrandrea sugli appalti "Matteoli e Verdini, tutto deciso all'Harry's Bar" Il coordinatore del Pdl, Denis Verdini

FIRENZE - Appalti e nomine si decidevano all'Harry's bar di Via Veneto a Roma e non negli uffici del ministero delle Infrastrutture. È li che il ministro Altero Matteoli, invitato dal coordinatore del Pdl Denis Verdini e dall'imprenditore e suo amico Riccardo Fusi, convoca con una telefonata il capo dell'ufficio legale del dicastero, Gerardo Mastrandrea. Occasione in cui il ministro Matteoli parla sia dell'appalto per la Scuola marescialli di Firenze da affidare a Riccardo Fusi sia della nomina di Fabio De Santis a provveditore per le opere pubbliche della Toscana. A rivelarlo è proprio Mastrandrea, capo dell'ufficio legale del ministro, in un interrogatorio davanti ai pm di Firenze.

"Era il 24 o 25 ottobre del 2008 quando, per la prima volta, ho visto Verdini durante un pranzo all'Harry's Bar. A convocarmi è stato il ministro Matteoli. Mi telefona e mi dice: "Venga qui". Quando sono arrivato ho visto che c'erano anche Verdini e Fusi, ma non sapevo chi fossero. Ho avuto subito l'impressione che Verdini volesse in qualche modo dimostrare a Fusi che, insomma, aveva fatto un lavoro di messa in contatto con il ministro...". I quattro commensali parlano dell'appalto della Scuola dei marescialli di Firenze e della nomina di Fabio De Santis. "In quell'occasione il ministro mi disse: "Mastrandrea, che cosa state facendo?"". La domanda riguardava il contenzioso tra l'imprenditore fiorentino Fusi e la Astaldi, in lite per l'appalto della Scuola marescialli, e alcune delibere per l'assegnazione dell'appalto e per la certificazione del collaudo dei lavori che erano ancora in corso. "Poi si sono messi a parlare di politica - conclude il dirigente - e io sono andato via".

"Fu il ministro a chiamarmi e darmi appuntamento nel locale. A tavola, dove trovai anche l'imprenditore Fusi, mi chiese che cosa stessi facendo per quel cantiere"


Che il ministro Matteoli abbia perorato e ottenuto la nomina di Fabio De Santis a capo del provveditorato delle Opere Pubbliche della Toscana proprio per favorire Verdini e Fusi, lo ha confermato anche un altro alto funzionario del ministero, Claudio Iafolla, capo di gabinetto del ministro. Interrogato dai magistrati fiorentini, Iafolla non ha indugiato a raccontare che fu proprio il suo ministro a chiedere quell'incarico. "A proposito della nomina di Fabio De Santis me lo disse proprio il ministro, come fa di solito: "Ci sarebbe questo De Santis e io vorrei mandarlo al Provveditorato di Firenze"".

Ma è l'interrogatorio di Mastrandrea che coinvolge in maniera pesante Matteoli e il coordinatore del Pdl, Verdini. Il capo dell'ufficio legislativo racconta che dell'appalto per la Scuola dei marescialli se ne occupò fin dall'inizio. Era una gara complicata "e ne fui incaricato dal ministro che aveva bisogno di chiarimenti ed era molto preoccupato per questa vicenda". Poi, a verbale, anche un altro incontro che Matteoli avrebbe avuto verso la fine di maggio del 2008 con il titolare della Baldassini-Tognozzi, Riccardo Fusi. "Io ero in ufficio, mi chiama e mi dice: "Guardi qui, c'è una situazione..."". Matteoli insomma sollecitava il suo capo dell'ufficio legale a sostenere la causa di Riccardo Fusi nel contenzioso dell'Astaldi per la Scuola marescialli. Mastrandrea si attiva trovando cavilli giuridici per "accontentare" le richieste del ministro e quando i pm gli contestano alcune sue iniziative Mastrandrea risponde: "Col senno di poi potrei dire che ho sbagliato, mi prendo le mie responsabilità. Io pensavo che... non sapevo assolutamente che Balducci sapesse di questa cosa, anche se mi aveva forse detto che aveva partecipato al collaudo...".

Mastrandrea sostiene di essersi trovato in imbarazzo. Da una parte doveva accontentare il ministro, dall'altra rispettare la legge. "Io ho un incarico pesantissimo al ministero, essendo capo dell'ufficio legislativo delle Infrastrutture... ed è veramente una vita infernale al ministero per cui ho capito che questa era una cosa importante ma non potevo dare seguito a tutti quelli che mi chiamavano".


Finche' si puo' scriverne, scriviamone

LUVІ
12-06-2010, 21:27
Indecenti veramente. Si spartiscono soldi e potere senza alcun ritegno, in assoluta impunità.
Ma fatevele a casuccia vostra le porcate no?

Steinoff
13-06-2010, 12:26
E vai col valzer...


Sempre da La Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/13/news/camerieri_cene_di_lusso_e_ragazze_tutti_i_favori_per_balducci_co-4799828/?ref=HREC1-1):

IL RETROSCENA
Camerieri, cene di lusso e ragazze
tutti i favori per Balducci & Co
Nei verbali dei carabinieri il lungo elenco spese di Anemone e Piscicelli per i funzionari pubblici
I domestici dell'ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici: "Non era lui a pagarci"
dai nostri inviati MEO PONTE e FRANCESCO VIVIANO

Camerieri, cene di lusso e ragazze tutti i favori per Balducci & Co

PERUGIA - Non solo case. Ma anche orologi, tende, cene nei ristoranti di lusso e ragazze a domicilio. Le informative dei carabinieri del Ros rivelano l'incessante attività di scambio tra imprenditori e funzionari pubblici di "regali" di ogni tipo che hanno però un unico scopo: assicurare la partecipazione alla spartizione della grande torta degli appalti per il G8 e i Grandi Eventi.

Costa cara, per esempio, la cena pagata da Diego Anemone, al Four Season di Firenze. È l'11 luglio del 2009 e gli invitati qui sono ben 103. I nomi? Quelli dei soliti noti. Nel primo tavolo ci sono Angelo Balducci, Verdini con signora, Fusi con consorte e l'onorevole Girlanda. In quello accanto Diego Anemone, Della Giovampaola e il cognato di Guido Bertolaso, Pier Francesco Marini.

Francesco Piscicelli, l'uomo che ride la notte del terremoto in Abruzzo pensando ai futuri affari, il 16 dicembre 2008, con l'imprenditore fiorentino Riccardo Fusi, titolare della Btp, acquista nella gioielleria romana Bonanno, due preziosi orologi, un Audemars Piguet e un Chopard. Regali di Natale per Fabio De Santis e un'altra funzionaria della Ferratella, Maria Pia Forleo, ricompensati per aver risolto il problema del cantiere della Scuola Marescialli. Il costo è di diecimila euro. Piscicelli però poi si lamenterà di Fusi, definendolo un rozzo. Nell'intercettazione lo si sente infatti raccontare con tono scandalizzato al cognato, Pier Francesco Gagliardi: "Io gli ho detto "Vai te che poi facciamo a metà". Mi aspettavo che lui dicesse: "Ma ci mancherebbe" e invece...".

Si capisce che Piscicelli ci tiene a comportarsi "da gran signore". Basta ascoltare la registrazione della telefonata con cui prenota, per conto di Angelo Balducci, una cena per sedici persone al Bolognese di piazza del Popolo, uno dei ristoranti più noti della capitale. È il 12 novembre del 2008 e Piscicelli telefona: "Una cortesia... un tavolo per sedici persone a nome Balducci. O me lo mette nella saletta o anche sopra va bene". Al ristorante in realtà si presenteranno in quindici, uno in meno rispetto alla prenotazione ma Piscicelli pagherà l'intero conto sborsando 1870 euro.
Per chi non si accontenta di cene ed orologi ci sono le ragazze. In una informativa del 2009 i carabinieri del Ros annotano: "L'ingegner De Santis in almeno tre circostanze, una delle quali insieme all'ingegner Mauro Della Giovampaola, ha usufruito di prestazioni sessuali da parte di donne messe a disposizione e pagate da Simone Rossetti su incarico di Diego Anemone...".

Senza alcun pudore alti funzionari di Stato come Angelo Balducci accettano che imprenditori come Anemone paghino loro persino i tendaggi della casa a Montepulciano. Roberto, un tappezziere, può mostrare ai carabinieri fatture da 7.490 euro o da 11.639 euro per le sole tende a cui vanno aggiunti 900 euro per la testiera del letto. Di quella casa di Balducci a Montepulciano parla ai carabinieri anche Aurel Arlton, che con la moglie nel giugno 2006 è stato assunto come custode.

Interrogato l'11 marzo 2010 rivela: "Sono stato assunto alle dipendenze delle imprese di Diego Anemone e subito impiegato con mia moglie come custode dell'abitazione di questo importante personaggio romano (Balducci ndr). Ho partecipato anche ai lavori di ristrutturazione della villa come operaio edile. Ho stimato che i lavori si aggirasse sui 400mila euro anche se nel cartello del cantiere c'era scritto 200 mila".

Di case però Angelo Balducci ne gestisce tante. Almeno diciassette, scoprono gli investigatori. Tra cui una bellissima sull'Appia Antica. Lo rivela ai carabinieri Patrizio Cuccioletta, ora Magistrato della acque a Venezia ma prima funzionario del ministero dei Lavori Pubblici spiegando: "Girava voce che fosse una casa del Vaticano, di sacerdoti di non so quale organizzazione, forse i Legionari di Cristo. Balducci si vantava delle sue conoscenze in Vaticano e mi parlò di godere di un "affitto a vita eterna""

Finche' si puo', scriviamone.