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View Full Version : Ma non stavamo meglio di altri Paesi? Corte dei conti: enti locali a rischio crac


nickyride
29-05-2010, 11:08
Da il Tempo di ieri:

Di fronte alla crisi gli enti locali soffrono, e non poco. A lanciare l'allarme sullo stato della finanza pubblica delle amministrazioni è la Corte dei conti, nella relazione al Parlamento sui primi esiti dell'esame dei rendiconti di Comuni e Province. I primi segnali di difficoltà erano stati riscontrati già nel 2008 e la cosa non andava sottovalutata: non solo perché due anni fa le conseguenze della recessione non facevano ancora sentire tutto il loro peso, ma soprattutto in vista dell'attuazione del federalismo fiscale. Nel biennio 2007-2008, l'ultimo per il quale si dispone di dati di consuntivo, il disavanzo delle amministrazioni locali è stato contenuto: in entrambi gli anni ammontava allo 0,2% del Pil. Il risultato era stato definito «nettamente più favorevole di quanto previsto nei documenti programmatici», ma «derivato da tendenze di fondo della spesa e delle entrate non prive di connotazioni negative». «Nell'esercizio 2008 - scrive la Corte - emergono le prime difficoltà, che devono essere in parte messe in relazione alla crisi che iniziava a manifestarsi attraverso la pur lieve riduzione del Pil nominale». L'analisi condotta dai magistrati contabili su 96 province e 5.498 comuni, pari al 75,5% della popolazione nazionale, spinge dunque a guardare «con maggiore attenzione (e preoccupazione) alle tendenze della finanza locale, soprattutto in coincidenza con l'impegnativa fase di attuazione del federalismo, in cui il processo di decentramento della spesa sarà completato da una maggiore autonomia fiscale». Esaminando i consuntivi del 2008 e valutando il saldo tra entrate e spese correnti di competenza sia dei Comuni che delle Province emerge chiaramente «la riduzione della situazione di avanzo». E il dato negativo, «in forte peggioramento», del saldo economico finanziario corrente «conferma per i Comuni l'incapacità di finanziare con le sole entrate correnti, oltre che le correlate spese, la quota di capitale dei prestiti in scadenza». «Questa tendenza, presente in tutte le aree geografiche, con l'eccezione del sud e delle isole - osserva infine la Corte - assume i valori più significativi per gli enti dell'area del nord ovest». Na.Pie.

Sinclair63
29-05-2010, 11:26
La crisi è esplosa all'improvviso (cit.) :asd:

nickyride
29-05-2010, 13:41
Ecco secondo me da dove deriva principalmente il disavanzo italiano non solo degli enti locali, ma pure di Regioni e Stato:

ROMA - Trent’anni per un’autostrada, dieci per una centrale elettrica, linee ferroviarie costruite a un decimo della velocità e al triplo del costo che nel resto d’Europa. È un vero e proprio museo degli orrori il rapporto di Italia/Decide sulle infrastrutture. Oggi a Montecitorio la fondazione presieduta da Luciano Violante, ma che vede come presidente onorario il senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi, presenterà le sue conclusioni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A discutere di come velocizzare e rendere continua l’azione dello Stato ci saranno anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e quello delle Infrastrutture Altero Matteoli. Saranno presentare anche delle proposte che «sottraggano il tema delle infrastrutture ai cicli elettorali» e alle polemiche di parte.

Negli ultimi 25 anni si sono costruite meno strade, ferrovie e altre infrastrutture che nel resto d’Europa. In base alla classifica del World Economic Forum, l’Italia è al 54esimo posto come dotazione complessiva, e se si misura la qualità (età, stato) finiamo dietro anche a Spagna, Grecia o Irlanda. Non dipende dalla quantità di denaro speso: «Dal 2005 al 2008 si sono spesi in opere del genio civile, circa 169 miliardi di euro, poco meno della Francia (circa 179 miliardi) e della Germania (circa 189 miliardi), mentre solo la Spagna ha investito 218 miliardi. Solo il 46% di questi fondi sono serviti a nuove opere contro il 60% della Germania, il 67,5% della Francia e l’82,2% della Spagna». Immani gli sprechi: l’alta velocità ferroviaria italiana è costata 38 milioni a Km (con punte di 96,4 milioni), contro i 10,2 della Francia e i 9,8 della Spagna. Per le autostrade il confronto Italia-Spagna è di 32 milioni a Km contro 14,6 milioni: «Non stupisce - rileva il rapporto - che mentre in Spagna sono entrati in esercizio nel periodo 2000-2005 oltre 2300 chilometri, in Italia soli 64 «. Inoltre lo studio sottolinea che «gli extra costi non sembrano dovuti allo svolgimento di lavori accessori, né alla complessità orografica del territorio, ma alla necessità di costose compensazioni per ottenere l’assenso delle comunità locali».

Non serve l’ennesima riforma, anzi proprio l’eccessiva produzione di norme, nazionali e locali, aumenta il contenzioso e allunga i tempi delle autorizzazioni, come dimostrano le leggi sulle infrastrutture energetiche che impongono, inascoltate, tempi certi alle amministrazioni. Il federalismo fiscale potrebbe complicare il quadro: «Non bisogna perciò ricominciare da capo - si suggerisce - ma riconoscere, assestare e completare le tendenze già in atto». Cominciando ad aggiornare la legge Obiettivo del 2001 che ha avuto il merito di segnalare le opere d’interesse nazionale, ma ha fallito nel tentativo di velocizzare le realizzazioni perché si è contrapposto al territorio. Inoltre si chiede che le capacità di analisi e pre-progettazione frammentate nei vari ministeri, confluiscano nel Cipe e di coinvolgere gli enti sin dalle prime fasi del progetto. Da cambiare completamente il sistema delle compensazioni limitandole il più possibile. Sul fronte finanziario, le difficoltà del bilancio pubblico possono essere ridotte con una migliore organizzazione (come un fondo unico) o ovviate cercando l’aiuto dell’Ue, degli enti locali e soprattutto i privati che già cofinanziano il 20% dei progetti.

In una parola corruzione

cdimauro
29-05-2010, 22:19
Da il Tempo di ieri:
Il Tempo: noto giornale comunista. :asd: