matt22222
21-05-2010, 12:33
Per fortuna che prima si è adoperata per trovare una cadrega per il suo fondoschiena, altrimenti poverina chissà cosa le poteva accadere :rolleyes: :rolleyes:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/222442/
Bresso ritira il ricorso contro Cota
Mercedes Bresso e Roberto Cota
OPINIONI Il prezzo della Mercedes MASSIMO GRAMELLINI
L'ex presidente incassa la riconferma nel consiglio europeo.
Il governatore: ammette la sconfitta
ALESSANDRO MONDO
TORINO
A quasi due mesi dal verdetto delle urne le elezioni regionali non smettono di regalare sorprese. Ieri Mercedes Bresso, sconfitta nel voto del 28-29 marzo da Roberto Cota, ha ritirato la firma dal ricorso presentato al Tar il 7 maggio contro presunte irregolarità legate a tre liste concorrenti: Verdi Verdi per Cota, Al centro con Scanderebech, i Pensionati di Michele Giovine.
«Le faccio i complimenti - commenta l’interessato -. Forse cinica ma certamente abile». Nell’occasione invita i Verdi e l’Udc, che avevano deciso di condividere la sua battaglia per la legalità, «a valutare la situazione». Tutto questo mentre la Procura ha aperto un fascicolo per reati di falso sull’autentica delle firme della Lista Pensionati.
Mossa controversa, quella della «zarina», motivata dalla necessità di sbloccare l’impasse nella Conferenza dei presidenti delle Regioni convocata a Roma, l’organo incaricato di deliberare la candidatura dell’Italia alla presidenza del Consiglio delle Regioni europee (il «parlamentino» degli enti locali a Bruxelles).
Se è vero che la richiesta di ritirare il ricorso è arrivata da tutti i componenti della Conferenza, in particolare quelli di centrosinistra, è altrettanto vero che l’impasse rimandava alla condizione posta dalla Lega: il riconoscimento della sconfitta alle elezioni per appoggiare la riconferma di Bresso alla presidenza del Consiglio europeo. Particolare non trascurabile, visto che spetta al governo ratificare la nomina. Ma sul piatto della bilancia c’era anche la riconferma di Vasco Errani al vertice della Conferenza.
Di sicuro le pressioni della Lega sono state fortissime. Segno, forse, che il Carroccio guarda con preoccupazione all’eventuale accoglimento del ricorso: così fanno notare in ambienti dell’Udc.
Bresso - che ancora ieri mattina era titubante («se ritiro il ricorso né io né Cota faremmo una gran figura», commentava a Palazzo Lascaris con il consigliere leghista Angeleri) - alla fine ha ingranato la retromarcia «per evitare una situazione che avrebbe procurato la perdita dei posti spettanti all’Italia nel Consiglio europeo»: «Con Cota c’è stato un riconoscimento reciproco, il che non esclude un’opposizione rigorosa».
Subito dopo il governatore ha ritirato il veto sulla candidatura dell’avversaria: «Niente di personale contro Bresso, la sua nomina l’ho fatta io. Ero pronto a un gesto di disponibilità ma volevo venisse riaffermato il principio per cui si accetta il risultato del voto: finora l’aveva sempre messo in discussione. Questo è avvenuto e sono lieto di garantire al Piemonte un ruolo in più, anche in Europa».
Grazie alla Liguria, che ha rinunciato a nominare il suo delegato, si è trovata la quadra. Il Piemonte conterà su due delegati nel Consiglio: Bresso, in veste di presidente, e lo stesso Cota come componente.
E adesso? Udc e Verdi non mollano. «Non abbiamo deciso di ricorrere in uno spirito di contrattazione ma per evidenti ragioni di legalità», scandisce Alberto Goffi, Udc. Angelo Bonelli, Verdi: «Non accoglieremo l’invito di Bresso: avrà avuto i suoi motivi, anche se non li capisco. Ricorriamo contro chi pretende di usare in modo illegittimo il nome dei Verdi. Ci faremo valere».
Commento di Gramellini (che condivido)
[B]Il prezzo della Mercedes
Di Massimo Gramellini
Dopo aver strillato al complotto, alla truffa, al pericolo per la democrazia, Mercedes Bresso ha ritirato il ricorso contro la vittoria del suo rivale Roberto Cota nelle recenti elezioni del Piemonte. In cambio la Lega si è limitata a togliere il veto alla conferma della signora nel prestigioso incarico di presidente del Comitato delle Regioni europee. «Ho accettato la mediazione raggiunta per consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica di un reciproco riconoscimento», ha spiegato Bresso in una neo-lingua dai significati oscuri, eppure fin troppo chiari.
Abbiamo smesso da tempo di credere che chi fa politica sia dotato di una spina dorsale più solida di quella di noi comuni mortali. Ci accontenteremmo che appagasse le sue ambizioni personali senza sovrapporle ai destini della democrazia. Una precauzione che dovrebbe valere soprattutto per coloro che chiedono il voto agli elettori di sinistra, ergendosi a paladini degli ultimi. Mai visto Robin Hood mettersi d’accordo con lo sceriffo di Nottingham. Sarà anche vero che tutti hanno un prezzo, ma la presidenza di un comitato sembra un saldo di fine stagione. Una mancia, se paragonata per esempio alla liquidazione di Sant’Oro. La prossima volta che le toccherà di «consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica» suggeriremmo a Bresso di farsi assistere anche lei dal manager di Santoro e Paola Perego, Lucio Presta. Si tratterà di un «reciproco riconoscimento».
Bella gente, bella gggente da ogni parte!!:rolleyes:
Ennesima dismostrazione che chi fa politica, lo fa prima per i propri interessi, e poi per gli altri
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/222442/
Bresso ritira il ricorso contro Cota
Mercedes Bresso e Roberto Cota
OPINIONI Il prezzo della Mercedes MASSIMO GRAMELLINI
L'ex presidente incassa la riconferma nel consiglio europeo.
Il governatore: ammette la sconfitta
ALESSANDRO MONDO
TORINO
A quasi due mesi dal verdetto delle urne le elezioni regionali non smettono di regalare sorprese. Ieri Mercedes Bresso, sconfitta nel voto del 28-29 marzo da Roberto Cota, ha ritirato la firma dal ricorso presentato al Tar il 7 maggio contro presunte irregolarità legate a tre liste concorrenti: Verdi Verdi per Cota, Al centro con Scanderebech, i Pensionati di Michele Giovine.
«Le faccio i complimenti - commenta l’interessato -. Forse cinica ma certamente abile». Nell’occasione invita i Verdi e l’Udc, che avevano deciso di condividere la sua battaglia per la legalità, «a valutare la situazione». Tutto questo mentre la Procura ha aperto un fascicolo per reati di falso sull’autentica delle firme della Lista Pensionati.
Mossa controversa, quella della «zarina», motivata dalla necessità di sbloccare l’impasse nella Conferenza dei presidenti delle Regioni convocata a Roma, l’organo incaricato di deliberare la candidatura dell’Italia alla presidenza del Consiglio delle Regioni europee (il «parlamentino» degli enti locali a Bruxelles).
Se è vero che la richiesta di ritirare il ricorso è arrivata da tutti i componenti della Conferenza, in particolare quelli di centrosinistra, è altrettanto vero che l’impasse rimandava alla condizione posta dalla Lega: il riconoscimento della sconfitta alle elezioni per appoggiare la riconferma di Bresso alla presidenza del Consiglio europeo. Particolare non trascurabile, visto che spetta al governo ratificare la nomina. Ma sul piatto della bilancia c’era anche la riconferma di Vasco Errani al vertice della Conferenza.
Di sicuro le pressioni della Lega sono state fortissime. Segno, forse, che il Carroccio guarda con preoccupazione all’eventuale accoglimento del ricorso: così fanno notare in ambienti dell’Udc.
Bresso - che ancora ieri mattina era titubante («se ritiro il ricorso né io né Cota faremmo una gran figura», commentava a Palazzo Lascaris con il consigliere leghista Angeleri) - alla fine ha ingranato la retromarcia «per evitare una situazione che avrebbe procurato la perdita dei posti spettanti all’Italia nel Consiglio europeo»: «Con Cota c’è stato un riconoscimento reciproco, il che non esclude un’opposizione rigorosa».
Subito dopo il governatore ha ritirato il veto sulla candidatura dell’avversaria: «Niente di personale contro Bresso, la sua nomina l’ho fatta io. Ero pronto a un gesto di disponibilità ma volevo venisse riaffermato il principio per cui si accetta il risultato del voto: finora l’aveva sempre messo in discussione. Questo è avvenuto e sono lieto di garantire al Piemonte un ruolo in più, anche in Europa».
Grazie alla Liguria, che ha rinunciato a nominare il suo delegato, si è trovata la quadra. Il Piemonte conterà su due delegati nel Consiglio: Bresso, in veste di presidente, e lo stesso Cota come componente.
E adesso? Udc e Verdi non mollano. «Non abbiamo deciso di ricorrere in uno spirito di contrattazione ma per evidenti ragioni di legalità», scandisce Alberto Goffi, Udc. Angelo Bonelli, Verdi: «Non accoglieremo l’invito di Bresso: avrà avuto i suoi motivi, anche se non li capisco. Ricorriamo contro chi pretende di usare in modo illegittimo il nome dei Verdi. Ci faremo valere».
Commento di Gramellini (che condivido)
[B]Il prezzo della Mercedes
Di Massimo Gramellini
Dopo aver strillato al complotto, alla truffa, al pericolo per la democrazia, Mercedes Bresso ha ritirato il ricorso contro la vittoria del suo rivale Roberto Cota nelle recenti elezioni del Piemonte. In cambio la Lega si è limitata a togliere il veto alla conferma della signora nel prestigioso incarico di presidente del Comitato delle Regioni europee. «Ho accettato la mediazione raggiunta per consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica di un reciproco riconoscimento», ha spiegato Bresso in una neo-lingua dai significati oscuri, eppure fin troppo chiari.
Abbiamo smesso da tempo di credere che chi fa politica sia dotato di una spina dorsale più solida di quella di noi comuni mortali. Ci accontenteremmo che appagasse le sue ambizioni personali senza sovrapporle ai destini della democrazia. Una precauzione che dovrebbe valere soprattutto per coloro che chiedono il voto agli elettori di sinistra, ergendosi a paladini degli ultimi. Mai visto Robin Hood mettersi d’accordo con lo sceriffo di Nottingham. Sarà anche vero che tutti hanno un prezzo, ma la presidenza di un comitato sembra un saldo di fine stagione. Una mancia, se paragonata per esempio alla liquidazione di Sant’Oro. La prossima volta che le toccherà di «consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica» suggeriremmo a Bresso di farsi assistere anche lei dal manager di Santoro e Paola Perego, Lucio Presta. Si tratterà di un «reciproco riconoscimento».
Bella gente, bella gggente da ogni parte!!:rolleyes:
Ennesima dismostrazione che chi fa politica, lo fa prima per i propri interessi, e poi per gli altri