c.m.g
19-05-2010, 10:07
martedì 18 maggio 2010
Nuovo caso di spionaggio a danno delle tecnologie segrete made in USA. Beccato dai federali all'aeroporto, il responsabile si schernisce e chiama in causa Pechino
Roma - Sono anni che gli Stati Uniti denunciano (http://punto-informatico.it/2319579/PI/News/usa-cina-ci-attacca.aspx) la crescente minaccia (http://punto-informatico.it/2486680/PI/News/usa-cina-fa-guerriglia-informatica.aspx) dello spionaggio cinese ai danni dei segreti tecnologici custoditi dallo Zio Sam. Non si tratta più di semplici ipotesi allorché sono già stati celebrati processi a spie (http://punto-informatico.it/2484085/PI/News/spionaggio-industriale-condannati-due-ingegneri-cinesi.aspx) colpevoli di aver trafugato segreti industriali, mentre emerge un altro caso appartenente al genere spionistico che punta direttamente a Pechino.
La presunta spia in questione è Chi Tong Kuok, residente della ex-colonia portoghese di Macao (http://it.wikipedia.org/wiki/Macao) particolarmente interessato ai sofisticati dispositivi di comunicazione usati in ambiti militari con tanto di tecnologia di cifratura. Kuok è stato sorvegliato da agenti dell'FBI in incognito, che dal 2006 al momento del suo arresto l'anno scorso hanno recitato la parte di soggetti interessati a vendere i succitati dispositivi sui siti di aste online.
L'interesse della spia cinese per le telecomunicazioni militari statunitensi, hanno rivelato le indagini (http://www.wired.com/threatlevel/2010/05/kuok/), risale al 2005: nel corso della sua carriera Kuok ha contattato soggetti interni all'industria della difesa tentando di farsi vendere un controller di dati aerei VDC-300, ha provato ad acquistare un ricevitore GPS con tecnologia anti-camuffamento, un dispositivo di gestione di chiavi di cifratura AN/CYZ-10 (sviluppato nientemeno che dalla National Security Agency) e altro ancora su una lista di acquisto di materiale militare contenente oltre 40 diversi "gadget" high-tech.
Per quasi tutto il tempo, a tenere i contatti con Kuok è stato un agente dell'FBI fintosi venditore disposto a spedire pacchi su territorio cinese nonostante il bando imposto dagli USA. Al suo contatto la spia cinese aveva espresso la preoccupazione sul fatto che si trattasse di un federale o peggio ancora di un agente segreto, ma nonostante questo aveva alla fine acconsentito a un incontro di persona a Panama per la consegna di radio digitali PRC-148.
A Panama però Kuok non c'è arrivato, visto che i federali lo stavano aspettando all'aeroporto internazionale di Atlanta per accusarlo di riciclaggio di denaro, contrabbando e tentata esportazione di materiale della Difesa senza regolare licenza. L'uomo è stato arrestato, ha ammesso le sue azioni ed è stato infine condannato per tutte le accuse ascrittegli.
La carriera della spia cinese è finita dietro la sbarre ma prima Kuok ha fatto in tempo a coinvolgere in maniera diretta il Partito Comunista di Pechino e i suoi ufficiali, dietro i cui "ordini" l'uomo dice di essersi mosso in questi anni di intenso shopping telematico di materiale militare. Si inasprisce dunque lo scontro spionistico in salsa tecnologica tra Washington e Pechino, con gli USA che paventano risposte militari (http://www.tgdaily.com/security-features/49759-pentagon-cyber-attack-could-prompt-us-military-response) "reali" in caso di attacchi provenienti dalla rete.
Ma la scrematura delle "minacce dal cyber-spazio" rappresenta ancora un problema metodologico di non immediata soluzione per gli States, e il sottosegretario alla difesa James Miller dice che il governo è al lavoro per chiarire tutte le "zone grigie" e le questioni legali esistenti nel settore. L'obiettivo, comune a un'iniziativa parallela da parte della National Science Foundation e altre agenzie federali (Departement of Homeland Security incluso), è arrivare a migliorare (http://www.informationweek.com/news/government/security/showArticle.jhtml?articleID=224701836&cid=RSSfeed_IWK_ALL) la "affidabilità del cyber-spazio" e rendere oltremodo duro il lavoro sporco di cracker, criminali e potenze straniere nemiche dell'America.
Alfonso Maruccia
Fopnte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2885068/PI/News/spia-cinese-che-amava-gadget-usa.aspx)
Nuovo caso di spionaggio a danno delle tecnologie segrete made in USA. Beccato dai federali all'aeroporto, il responsabile si schernisce e chiama in causa Pechino
Roma - Sono anni che gli Stati Uniti denunciano (http://punto-informatico.it/2319579/PI/News/usa-cina-ci-attacca.aspx) la crescente minaccia (http://punto-informatico.it/2486680/PI/News/usa-cina-fa-guerriglia-informatica.aspx) dello spionaggio cinese ai danni dei segreti tecnologici custoditi dallo Zio Sam. Non si tratta più di semplici ipotesi allorché sono già stati celebrati processi a spie (http://punto-informatico.it/2484085/PI/News/spionaggio-industriale-condannati-due-ingegneri-cinesi.aspx) colpevoli di aver trafugato segreti industriali, mentre emerge un altro caso appartenente al genere spionistico che punta direttamente a Pechino.
La presunta spia in questione è Chi Tong Kuok, residente della ex-colonia portoghese di Macao (http://it.wikipedia.org/wiki/Macao) particolarmente interessato ai sofisticati dispositivi di comunicazione usati in ambiti militari con tanto di tecnologia di cifratura. Kuok è stato sorvegliato da agenti dell'FBI in incognito, che dal 2006 al momento del suo arresto l'anno scorso hanno recitato la parte di soggetti interessati a vendere i succitati dispositivi sui siti di aste online.
L'interesse della spia cinese per le telecomunicazioni militari statunitensi, hanno rivelato le indagini (http://www.wired.com/threatlevel/2010/05/kuok/), risale al 2005: nel corso della sua carriera Kuok ha contattato soggetti interni all'industria della difesa tentando di farsi vendere un controller di dati aerei VDC-300, ha provato ad acquistare un ricevitore GPS con tecnologia anti-camuffamento, un dispositivo di gestione di chiavi di cifratura AN/CYZ-10 (sviluppato nientemeno che dalla National Security Agency) e altro ancora su una lista di acquisto di materiale militare contenente oltre 40 diversi "gadget" high-tech.
Per quasi tutto il tempo, a tenere i contatti con Kuok è stato un agente dell'FBI fintosi venditore disposto a spedire pacchi su territorio cinese nonostante il bando imposto dagli USA. Al suo contatto la spia cinese aveva espresso la preoccupazione sul fatto che si trattasse di un federale o peggio ancora di un agente segreto, ma nonostante questo aveva alla fine acconsentito a un incontro di persona a Panama per la consegna di radio digitali PRC-148.
A Panama però Kuok non c'è arrivato, visto che i federali lo stavano aspettando all'aeroporto internazionale di Atlanta per accusarlo di riciclaggio di denaro, contrabbando e tentata esportazione di materiale della Difesa senza regolare licenza. L'uomo è stato arrestato, ha ammesso le sue azioni ed è stato infine condannato per tutte le accuse ascrittegli.
La carriera della spia cinese è finita dietro la sbarre ma prima Kuok ha fatto in tempo a coinvolgere in maniera diretta il Partito Comunista di Pechino e i suoi ufficiali, dietro i cui "ordini" l'uomo dice di essersi mosso in questi anni di intenso shopping telematico di materiale militare. Si inasprisce dunque lo scontro spionistico in salsa tecnologica tra Washington e Pechino, con gli USA che paventano risposte militari (http://www.tgdaily.com/security-features/49759-pentagon-cyber-attack-could-prompt-us-military-response) "reali" in caso di attacchi provenienti dalla rete.
Ma la scrematura delle "minacce dal cyber-spazio" rappresenta ancora un problema metodologico di non immediata soluzione per gli States, e il sottosegretario alla difesa James Miller dice che il governo è al lavoro per chiarire tutte le "zone grigie" e le questioni legali esistenti nel settore. L'obiettivo, comune a un'iniziativa parallela da parte della National Science Foundation e altre agenzie federali (Departement of Homeland Security incluso), è arrivare a migliorare (http://www.informationweek.com/news/government/security/showArticle.jhtml?articleID=224701836&cid=RSSfeed_IWK_ALL) la "affidabilità del cyber-spazio" e rendere oltremodo duro il lavoro sporco di cracker, criminali e potenze straniere nemiche dell'America.
Alfonso Maruccia
Fopnte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2885068/PI/News/spia-cinese-che-amava-gadget-usa.aspx)