View Full Version : sono riusciti a distruggere pure l'università
gigio2005
18-05-2010, 20:44
Atenei pubblici verso il disastro
E crescono i numeri delle private
Iscritti e immatricolati in calo, ripetenti e fuori-corso in aumento. Ecco il quadro dell'università statale italiana alla luce degli ultimi dati pubblicati dal Miur. Ma i corsi, in due anni, sono aumentati del 40 per cento
di SALVO INTRAVAIA
Gli ultimi dati sull'università statale pubblicati dal Miur sembrano proprio la "cronaca di un disastro annunciato". Iscritti e new entry in calo, ripetenti e fuori corso in aumento e boom di corsi con almeno un iscritto. Ma non solo, ogni provincia italiana ha la sua piccola sede universitaria che, in alcuni casi, funziona per pochissimi studenti. Per contro, gli atenei non statali sembrano vivere un'autentica primavera: iscritti e immatricolati in crescita e studenti più produttivi. In queste ore, è in corso la discussione al Senato (in commissione Cultura) il cosiddetto disegno di legge Gelmini e non passa giorno che in qualche città italiana, in alcuni casi in contemporanea, non si svolga un'assemblea di ricercatori, studenti e prof per illustrarne le linee generali della Riforma e, magari, tracciarne i tanti aspetti negativi.
Riuscirà, con questa riforma, il governo a risollevare le sorti di uno dei settori più importanti del Paese? Oggi, si sono svolte assemblee e occupazioni simboliche 1 in diversi atenei italiani: da Bologna a Palermo, passando per Roma e Messina. Sta di fatto che, stando ai numeri dell'anno accademico in corso, non c'è da stare troppo allegri. Gli atenei statali, in appena due anni hanno perso quasi il 2 per cento di iscritti: circa 28 mila studenti. E anche i nuovi ingressi sono in netto calo: meno 5 per cento, in appena due anni. Effetto del calo demografico e delle tante riforme sugli esami di maturità, che hanno contribuito ad aumentare non ammissioni e bocciature? Ma c'è un altro dato che non lascia troppo spazio a speculazioni di sorta.
Dal 2007/2008 al 2009/2010, cioè in appena 24 mesi, negli atenei pubblici il numero di studenti regolari è sceso inesorabilmente. Segno che la riforma del 1999, che ha introdotto il percorso 3+2, dopo un primo periodo di entusiasmo sta mostrando di non essere all'altezza. Rispetto al totale degli iscritti, infatti, ripetenti (coloro che preferiscono riscriversi allo stesso anno) e i fuori corso hanno in pratica raggiunto quelli in regola con materie e crediti: pari soltanto al 51,6 per cento.
Le difficoltà maggiori vengono incontrate nei primi due anni, dove la cosiddetta dispersione raggiunge valori preoccupanti. Tanto che oggi 35 studenti su 100 preferiscono ripetere l'iscrizione al primo anno di corso. Un paio di anni fa le cose non andavano benissimo, ma certamente meglio: ripetevano l'iscrizione al primo anno in 30 su 100. E a nulla sembra servire l'ampliamento esponenziale dei corsi di ogni genere, organizzati dalle università per accaparrarsi iscritti. Nonostante gli oltre 11 mila corsi svolti quest'anno, più 40 per cento rispetto a due anni fa, le performance dei ragazzi sono peggiorate.
Anche avvicinare le sedi universitarie agli studenti non sembra produrre risultati di rilievo. Oggi, i comuni italiani con almeno una sede universitaria sono 273. Ma alcuni di questi restano in piedi per pochissimi ragazzi: il 20 per cento, ospita meno di 100 studenti e il 39 per cento meno di 200. Addirittura 5 sedi, in piccolissimi comuni, risultato con un solo iscritto. Negli stessi 24 mesi, gli atenei privati hanno visto crescere le iscrizioni del 10 per cento, con un leggero aumento anche degli immatricolati e un tasso di regolarità che si è assestato al 67 per cento: 15 punti percentuali in più rispetto agli iscritti nelle università statali.
http://www.repubblica.it/scuola/2010/05/18/news/atenei_pubblici_verso_il_disastro_e_crescono_i_numeri_delle_private-4160161/?ref=HREC1-5
dave4mame
18-05-2010, 21:51
chissà chi è il geniaccio che se l'è inventata, l'ultima riforma dell'università.
zanardi84
18-05-2010, 22:01
Per la serie "l'università non deve essere una fucina di diplomi"
Voglio vedere adesso cosa succederà alle private che inizieranno a sorgere come funghi, senza contare quelle che ci sono.
Qualcosa bisogna fare però perchè, come si è detto per i tribunali, non si possono avere mini atenei in città, ma quelli meno significativi vanno accorpati a quelli più grossi. Andrebbero chiusi anche tutti i corsi che vantano pochi iscritti o che sono sostanzialmente inutili, penso per esempio a quelle "scienze di..." che spesso fanno capo a "lettere moderne" dove alla fine non si è ne dottori in lettere, ne dottori in quella particolare "scienza". All'interno dei corsi andrebbero rivisti alcuni insegnamenti accessori o poco utili, lasciandoli facoltativi all'interno del percorso di studio.
Altre due questioni: per quanto riguarda alloggi e/o parcheggi si potrebbe in parte sistemare favorendo il "teleapprendimento", più o meno equivalente al telelavoro. Sfruttando internet, lezioni o in videoconferenza interattive con possibilità di interventi in diretta da casa o da qualsiasi parte del mondo, e possibilità di rivedere le lezioni online. Si eviterebbe la perdita di tempo di andare fisicamente per seguire le lezioni, lasciando più tempo allo studio. Ovviamente esami nelle sedi.
Altro strumento fondamentale: serio criterio di valutazione dei docenti da parte degli studenti, che sono i cosiddetti utilizzatori finali. Non importa se un docente è giovane o vecchio: se questi è preparato, disponibile e aggiornato, perchè pensionarlo, magari a favore di un giovane che non ha voglia di fare?
E poi: RICONOSCETE I RICERCATORI CHE SONO IL MOTORE DEL PAESE!!!
^TiGeRShArK^
18-05-2010, 22:07
chissà chi è il geniaccio che se l'è inventata, l'ultima riforma dell'università.
ah beh..
io so solo che grazie alla brava donna che ora è sindaco di milano mi sono giocato una borsa di studio, con conseguente rimborso delle tasse e mi sono dovuto pagare 800 euro di corsi singoli perchè tergiversava per approvare i corsi di studi della specialistica per le università che per prime avevano partecipato alla riforma. :muro:
L'Università è come la scuola in generale uno stipendificio e il giochetto di aumentare le sedi è servito solo a questo.
Che diminuiscono gli studenti è ovvio anche perchè bisogna uscire con voti alti per vedere apprezzata la propria laurea, i mediocri non troveranno mai lavoro con quel pezzo di carta.
dave4mame
19-05-2010, 10:08
c'è da fare anche un discorso assai antipatico.
20 anni fa si laureavano 100 persone.
facciamo che altre 100 (buttato li a casaccio) avrebbero potuto laurearsi se ne avessero avuto i mezzi.
oggi però all'università ci vanno in 500 (altro numero a caso).
ora le possibilità sono 3
1) siamo effettivamente diventati una nazione di geni. posso escluderlo a priori?
2) il livello dell'università si è abbassato, diventando accessibile a tutti e 500
3) il livello non si è abbassato, e i 400 in più non arrivano al traguardo.
o magari è un po' della 2) e un po' della 3)...
c'è da fare anche un discorso assai antipatico.
20 anni fa si laureavano 100 persone.
facciamo che altre 100 (buttato li a casaccio) avrebbero potuto laurearsi se ne avessero avuto i mezzi.
oggi però all'università ci vanno in 500 (altro numero a caso).
ora le possibilità sono 3
1) siamo effettivamente diventati una nazione di geni. posso escluderlo a priori?
2) il livello dell'università si è abbassato, diventando accessibile a tutti e 500
3) il livello non si è abbassato, e i 400 in più non arrivano al traguardo.
o magari è un po' della 2) e un po' della 3)...
Concordo con il tuo discorso.
Il problema però è questo spostamento verso il privato. Trovo che sia il frutto di un progetto ben pianificato figlio della mentalità politica attuale.
E trovo che sia una cosa molto negativa per tutti.
Stiamo tornando verso una concezione di sanità ed educazione elitaria...
Come al solito si dà una risposta sbagliata ad un problema reale....
Purtroppo la situazione delle scuole Italiane a partire dalle materne per arrivare alle università è drammatica, colpa di decenni di immobilismo reale e di uso di tutto il settore degli impieghi statali come fabbrica di voti e sedi di posti da assegnare ai propri amici/parenti così nelle università sono nati gozziliardi di corsi di laurea perlopiù inutili o cloni di altri già esistenti al solo scopo di piazzarci i docenti amici.....con conseguente scadimento della qualità dell'insegnamento, per cui i laureati di oggi hanno una laurea che nella maggior parte dei casi vale di meno di quella dei loro colleghi che l'hanno presa qualche anno fa, e la colpa non è certo loro, ma del sistema che non vale più niente.
Di certo però non è tagliando fondi e spostandoli verso il privato che si sana la situazione, anzi la si aggrava ancora di più.
dave4mame
19-05-2010, 10:32
sono d'accordo; per quanto riguarda la scuola ho una visione che dire comunista è poco.
però non mi posso nascondere dietro un dito.
la soluzione privata (a pagamento...) viene vista come necessaria quando quella "gratuita" viene vista come non all'altezza.
la soluzione privata (a pagamento...) viene vista come necessaria quando quella "gratuita" viene vista come non all'altezza.
Al momento è un cane che si morde la coda... qualcuno sta volutamente impoverendo l'educazione pubblica e quindi gli studenti si spostano verso il privato.
E questo fenomeno è inquietante...
sono d'accordo; per quanto riguarda la scuola ho una visione che dire comunista è poco.
però non mi posso nascondere dietro un dito.
la soluzione privata (a pagamento...) viene vista come necessaria quando quella "gratuita" viene vista come non all'altezza.
se poi chi promuove la scuola privata è il PRINCIPALE fautore del decadimento di quella pubblica tutto è più chiaro...
dave4mame
19-05-2010, 10:46
se poi chi promuove la scuola privata è il PRINCIPALE fautore del decadimento di quella pubblica tutto è più chiaro...
gli "addetti ai lavori" sostengono che una delle principali cause sia piuttosto una certa riforma...
gli "addetti ai lavori" sostengono che una delle principali cause sia piuttosto una certa riforma...
gelmini?? :sofico: :asd:
dave4mame
19-05-2010, 10:53
gelmini?? :sofico: :asd:
no.
forse faresti meglio a documentarti, invece di scrivere senza cognizione di causa.
c'è da fare anche un discorso assai antipatico.
20 anni fa si laureavano 100 persone.
facciamo che altre 100 (buttato li a casaccio) avrebbero potuto laurearsi se ne avessero avuto i mezzi.
oggi però all'università ci vanno in 500 (altro numero a caso).
ora le possibilità sono 3
1) siamo effettivamente diventati una nazione di geni. posso escluderlo a priori?
2) il livello dell'università si è abbassato, diventando accessibile a tutti e 500
3) il livello non si è abbassato, e i 400 in più non arrivano al traguardo.
o magari è un po' della 2) e un po' della 3)...
...e linerarizzato il tuo modello ma hai fondamentalmente ragione...
Forse il punto che piu` si confa` all`attuale sistema universitario italiano e` il 2.
Ma non perche` l`Italia e` divenuta per incanto (diciamo dalla introduzione dei cosiddetti nuovi ordinamenti...) piu` furba ma solo perche` si e` dovuta giocoforza adeguare a come era l`istruzione di livello superiore all`estero.
Con il sistema dei college che sfornano persone che a 20 o poco piu` anni laggiu` (nell`anglosassone mondo ma anche in estremo oriente, India compresa) sono considerati sulla carta laureati mentre qui se sei andato a scuola all`eta` canonica di 6 anni a 20 sei una matricola del primo anno di una facolta` x.
La politica in Italia e` sempre stata dotata di molta inerzia...vi ricordate quanti anni ci sono voluti per riformare l`esame di maturita` ?
Io lo ho sostenuto nel 1990 ed erano gia` lustri e lustri che si svolgeva secondo quelle modalita`.
Poi siccome in Italia non hanno avuto mai le idee chiare sul come intervenire nel mondo della pubblica istruzione, si sono susseguite una marea di riforme a scadenza quasi annuale o comunque ogni volta che il governo y "cadeva"...
Un sistema universitario privato e` l`elemento mancante per aumentare il livello di omologazione ed omogeneita` rispetto al modello di riferimento anglosassone.
Ed in futuro chi andra` per la solita mancanza di soldi, in universita` pubbliche sara` considerato un laureato di rango inferiore.
Sempre che dallo spazio esterno non arrivi qualche cosa che ci faccia cambiare volenti o nolenti...
Grazie.
Marco71.
no.
forse farerti meglio a documentarti.
già anche quella moratti non era male...
Al momento è un cane che si morde la coda... qualcuno sta volutamente impoverendo l'educazione pubblica e quindi gli studenti si spostano verso il privato.
E questo fenomeno è inquietante...
...alla povera gente come me servira` un passaporto di sola andata per una colonia off-world...e naturalmente lassu` io fortunato saro` circondato da superuomini e superdonne generazione Nexus 9.
Tristezza immensa...
"I singhiozzi lunghi dei violini d`autunno
mi feriscono il cuore con languore monotono"
Marco71.
zanardi84
19-05-2010, 11:01
c'è da fare anche un discorso assai antipatico.
20 anni fa si laureavano 100 persone.
facciamo che altre 100 (buttato li a casaccio) avrebbero potuto laurearsi se ne avessero avuto i mezzi.
oggi però all'università ci vanno in 500 (altro numero a caso).
ora le possibilità sono 3
1) siamo effettivamente diventati una nazione di geni. posso escluderlo a priori?
2) il livello dell'università si è abbassato, diventando accessibile a tutti e 500
3) il livello non si è abbassato, e i 400 in più non arrivano al traguardo.
o magari è un po' della 2) e un po' della 3)...
Non hai considerato le lauree fuffa come quelle che fanno capo a scienze della comunicazione o le altre "scienze" che fanno capo a "lettere moderne" che non sono niente di niente. Non è un vero diploma di lettere e non è manco il diploma di ciò che si trova dopo "scienze di..". Ho visto diverse tesi di tali corsi e mi sento assolutissimamente di dire che il valore dei contenuti non è di molto superiore a quello di una tesina di maturità.
Senza contare poi la valanga di iscritti a psicologia o a filosofia.
Leggermente diverso il discorso per quanto riguarda Legge e/o giurisprudenza. Siamo il paese degli avvocati e dei politicanti e un titolo di studio così offre senza dubbio buone possibilità. Inoltre mi sembra che sia un percorso di studio abbastanza impegnativo, ma siamo sempre in ambito umanistico che è senza dubbio meno complesso di quello scientifico.
Concordo con il tuo discorso.
Il problema però è questo spostamento verso il privato. Trovo che sia il frutto di un progetto ben pianificato figlio della mentalità politica attuale.
E trovo che sia una cosa molto negativa per tutti.
Stiamo tornando verso una concezione di sanità ed educazione elitaria...
E scommettiamo che la sbandierata "meritocrazia", allo stato attuale, significa: se sei un lecchino o se sei iscritto al partito in carica sei meritevole, altrimenti sei fuori?
il meccanismo esiste da tempo, ce lo diceva anche Villaggio nei suoi Fantozzi, ma oggi penso che si stia andando verso gli estremi.
Poi mi sembra giusto: Obama, presidente di una nazione che ha avuto la sanità estremamente costosa, capisce che bisogna aprire, e noi che facciamo? Chiudiamo, così la cricca di turno dentro la quale immancabilmente c'è il Vaticano (non scandalizzatevi e non stiamo a prenderci in giro).
dave4mame
19-05-2010, 11:07
beh... in 5 righe mica potevo fare esamina, analisi e sintesi...
no.
invece di scrivere senza cognizione di causa.
non avevo visto l'aggiunta...
Senza cognizione di causa???
Allara dimmelo te no... io a memoria non ricordo una riforma peggiore della gelmini (gelmini poi.... lei l'ha solo firmata sicuramente non sa nemmeno cosa c'è scritto :rolleyes: )
zanardi84
19-05-2010, 11:37
...e linerarizzato il tuo modello ma hai fondamentalmente ragione...
Forse il punto che piu` si confa` all`attuale sistema universitario italiano e` il 2.
Ma non perche` l`Italia e` divenuta per incanto (diciamo dalla introduzione dei cosiddetti nuovi ordinamenti...) piu` furba ma solo perche` si e` dovuta giocoforza adeguare a come era l`istruzione di livello superiore all`estero.
Con il sistema dei college che sfornano persone che a 20 o poco piu` anni laggiu` (nell`anglosassone mondo ma anche in estremo oriente, India compresa) sono considerati sulla carta laureati mentre qui se sei andato a scuola all`eta` canonica di 6 anni a 20 sei una matricola del primo anno di una facolta` x.
La politica in Italia e` sempre stata dotata di molta inerzia...vi ricordate quanti anni ci sono voluti per riformare l`esame di maturita` ?
Io lo ho sostenuto nel 1990 ed erano gia` lustri e lustri che si svolgeva secondo quelle modalita`.
Poi siccome in Italia non hanno avuto mai le idee chiare sul come intervenire nel mondo della pubblica istruzione, si sono susseguite una marea di riforme a scadenza quasi annuale o comunque ogni volta che il governo y "cadeva"...
Un sistema universitario privato e` l`elemento mancante per aumentare il livello di omologazione ed omogeneita` rispetto al modello di riferimento anglosassone.
Ed in futuro chi andra` per la solita mancanza di soldi, in universita` pubbliche sara` considerato un laureato di rango inferiore.
Sempre che dallo spazio esterno non arrivi qualche cosa che ci faccia cambiare volenti o nolenti...
Grazie.
Marco71.
Cioè mi stai dicendo che l'equivalente inglese dei nostri licei e/o istituti professionali (cioè prendiamo il triennio delle superiori) hanno il livello di preparazione dei nostri laureati?
Questo sposterebbe non di poco il discorso non sulle università, ma sulle scuole superiori che sono quelle che hanno davvero bisogno della riforma.
dave4mame
19-05-2010, 11:49
non avevo visto l'aggiunta...
Senza cognizione di causa???
Allara dimmelo te no... io a memoria non ricordo una riforma peggiore della gelmini (gelmini poi.... lei l'ha solo firmata sicuramente non sa nemmeno cosa c'è scritto :rolleyes: )
fammi una cortesia.
smetti di parlare a vanvera e documentati.
magari cominciando a informarti su chi ha riformato i corsi introducendo lo scempio del 3+2.
I problemi delle Università sono tanti, ovviamente chiunque ne parla tira l'acqua al suo mulino e evidenzia solo quello che gli torna meglio per sostenere il suo discorso. Ad esempio i ricercatori protestano perché non hanno fondi, il ministro dice che si spreca troppo, i baroni vogliono difendere lo status quo, ecc. ecc.
E' evidente che:
1) Le Università in Italia sono troppe; i corsi di laurea sono troppi; le cattedre nate per far insegnare questo e quello sono troppe
2) Il nepotismo (mettono ad insegnare il figlio di, il cugino di, ecc.) E' presente ed è uno schifo che andrebbe IMMEDIATAMENTE eliminato
3) Il fannullonismo è presente (anche tra i ricercatori, i borsisti, i dottorandi, i docenti) e andrebbe colpito anche quello, dirigendo i soldi solo a poche e mirate ricerche importanti (e non finanziando ricerche come "Studio comparativo dei castelli di sabbia nelle spiagge hawaiane")
4) I soldi sono sicuramente pochi, ma intanto cominciamo a chiudere il 50% delle Università e destiniamo i soldi in modo meritocratico
fammi una cortesia.
smetti di parlare a vanvera e documentati.
magari cominciando a informarti su chi ha riformato i corsi introducendo lo scempio del 3+2.
visto che sei cosi documentato parlamene te
non voglio di certo difendere nessuno ma...
"Non è colpa della riforma, ma semmai di come è stata applicata: nessuna innovazione profonda funziona se non si adottano le misure necessarie». Luigi Berlinguer era il ministro dell´università al tempo del debutto del 3+2, cioè del «Bologna Process»". "Voglio dare un dato: in tutta Europa e anche in altre parti del mondo crescono le adesioni a quel modello di formazione universitaria - dice il parlamentare europeo, membro della Commissione Istruzione, che il prossimo 5 maggio ha organizzato a Bruxelles un incontro per valutare proprio l´applicazione della riforma del 3+2 nei vari Paesi - l´obiettivo dei cicli universitari è di permettere a un laureato italiano di poter muoversi all´estero, di fare in modo di poter lavorare con un titolo di studio riconosciuto anche al di là dei nostri confini. Ma perché questo avvenga bisogna far valutare la qualità dei corsi da parte delle autorità europee e in Italia su questo punto siamo enormemente indietro. E il governo ha certo delle responsabilità». Inoltre secondo Berlinguer, "l´Italia non ha fatto quasi niente per definire lo sbocco nel mondo del lavoro del primo livello: fa eccezione la Lombardia dove per esempio l´Assolombarda ha spinto per una forma di rapporto più stretto tra titolo e bisogno professionale delle imprese per la laurea triennale».Non è colpa della riforma, ma semmai di come è stata applicata: nessuna innovazione profonda funziona se non si adottano le misure necessarie». Luigi Berlinguer era il ministro dell´università al tempo del debutto del 3+2, cioè del «Bologna Process". "Voglio dare un dato: in tutta Europa e anche in altre parti del mondo crescono le adesioni a quel modello di formazione universitaria - dice il parlamentare europeo, membro della Commissione Istruzione, che il prossimo 5 maggio ha organizzato a Bruxelles un incontro per valutare proprio l´applicazione della riforma del 3+2 nei vari Paesi - l´obiettivo dei cicli universitari è di permettere a un laureato italiano di poter muoversi all´estero, di fare in modo di poter lavorare con un titolo di studio riconosciuto anche al di là dei nostri confini. Ma perché questo avvenga bisogna far valutare la qualità dei corsi da parte delle autorità europee e in Italia su questo punto siamo enormemente indietro. E il governo ha certo delle responsabilità». Inoltre secondo Berlinguer, «l´Italia non ha fatto quasi niente per definire lo sbocco nel mondo del lavoro del primo livello: fa eccezione la Lombardia dove per esempio l´Assolombarda ha spinto per una forma di rapporto più stretto tra titolo e bisogno professionale delle imprese per la laurea triennale».Non è colpa della riforma, ma semmai di come è stata applicata: nessuna innovazione profonda funziona se non si adottano le misure necessarie". Luigi Berlinguer era il ministro dell´università al tempo del debutto del 3+2, cioè del «Bologna Process». "Voglio dare un dato: in tutta Europa e anche in altre parti del mondo crescono le adesioni a quel modello di formazione universitaria - dice il parlamentare europeo, membro della Commissione Istruzione, che il prossimo 5 maggio ha organizzato a Bruxelles un incontro per valutare proprio l´applicazione della riforma del 3+2 nei vari Paesi - l´obiettivo dei cicli universitari è di permettere a un laureato italiano di poter muoversi all´estero, di fare in modo di poter lavorare con un titolo di studio riconosciuto anche al di là dei nostri confini. Ma perché questo avvenga bisogna far valutare la qualità dei corsi da parte delle autorità europee e in Italia su questo punto siamo enormemente indietro. E il governo ha certo delle responsabilità». Inoltre secondo Berlinguer, "l´Italia non ha fatto quasi niente per definire lo sbocco nel mondo del lavoro del primo livello: fa eccezione la Lombardia dove per esempio l´Assolombarda ha spinto per una forma di rapporto più stretto tra titolo e bisogno professionale delle imprese per la laurea triennale".
in secondo luogo
non è certo ragionando in questo modo:
la riforma precedente era peggiore quindi questa è migliore!
che si va avanti...
La riforma Gelmini è pessima non è difendibile, e affosserà una volta di più gli atenei italiani...
gelmini?? :sofico: :asd:
Moratti :stordita:
dave4mame
19-05-2010, 12:32
visto che sei cosi documentato parlamene te
non voglio di certo difendere nessuno ma...
in secondo luogo
non è certo ragionando in questo modo:
la riforma precedente era peggiore quindi questa è megliore!
che si va avanti...
La riforma Gelmini è pessima non è difendibile, e affosserà una volta di più gli atenei italiani...
nel caso ti fosse sfuggito, si stava parlando di quello che sicuramente oggi è, non di quello che probabilmente domani sarà.
grande documento per inciso quello che hai riportato; berlinguer che dice che la SUA riforma non fa cagare.
"oste! il tuo vino è buono?"
fammi una cortesia.
smetti di parlare a vanvera e documentati.
magari cominciando a informarti su chi ha riformato i corsi introducendo lo scempio del 3+2.
è stata l'Europa a chiederci di introdurre il 3+2
può anche non piacere ma ebbe il merito di elevare il numero di laureati dal misero 28% al 50% .
e tornare indietro alla laurea unica non è possibile perché mancherebbe una equiparazione con le lauree europee , per farti un esempio un vecchio laureato quinquennale in ingegneria aveva un bagaglio culturale e un numero di crediti equivalente a una laurea magistrale ( 3+2) con in più quasi un anno di dottorato di ricerca .... per poi andare a lavorare con un contratto interinale a tempo .
semplicemente assurdo , almeno così com'è adesso c'è un minimo di discernimento nello sfruttare le competenze dei laureati .
dave4mame
19-05-2010, 12:46
è stata l'Europa a chiederci di introdurre il 3+2
può anche non piacere ma ebbe il merito di elevare il numero di laureati dal misero 28% al 50% .
e tornare indietro alla laurea unica non è possibile perché mancherebbe una equiparazione con le lauree europee , per farti un esempio un vecchio laureato quinquennale in ingegneria aveva un bagaglio culturale e un numero di crediti equivalente a una laurea magistrale ( 3+2) con in più quasi un anno di dottorato di ricerca .... per poi andare a lavorare con un contratto interinale a tempo .
semplicemente assurdo , almeno così com'è adesso c'è un minimo di discernimento nello sfruttare le competenze dei laureati .
nell'autodifesa di cui sopra si parla di una tendenza a uniformarsi a quel sistema, non di un obbligo specifico.
l'articolo, per inciso, è del mese scorso, non di 10 anni fa.
Dietro la frase "ebbe il merito di elevare il numero di laureati dal misero 28% al 50%" ci sta il problema di fondo.
hai abbassato la mortalità universitaria, si; ma a che prezzo?
se quello era lo scopo potevi anche spedire il diploma a casa a chi ne facesse richiesta.
magari in un italiano corretto, giusto per applicare un filtro minimo.
gigio2005
19-05-2010, 12:55
sono d'accordo; per quanto riguarda la scuola ho una visione che dire comunista è poco.
però non mi posso nascondere dietro un dito.
la soluzione privata (a pagamento...) viene vista come necessaria quando quella "gratuita" viene vista come non all'altezza.
ma infatti e' quello il prob....stanno distruggendo la pubblica...e infatti anche i venditori di mozzarelle riescono a laurearsi...proprio per favorire il privato
e' il loro piano malvagio
MALEDETTI
nell'autodifesa di cui sopra si parla di una tendenza a uniformarsi a quel sistema, non di un obbligo specifico.
l'articolo, per inciso, è del mese scorso, non di 10 anni fa.
Dietro la frase "ebbe il merito di elevare il numero di laureati dal misero 28% al 50%" ci sta il problema di fondo.
hai abbassato la mortalità universitaria, si; ma a che prezzo?
se quello era lo scopo potevi anche spedire il diploma a casa a chi ne facesse richiesta.
magari in un italiano corretto, giusto per applicare un filtro minimo.
non riesco a capire contro cosa stai obbiettando ; ci sono state 2 riforme a partire dal 3+2 : la prima ha introdotto il modello , quella della Moratti ha apportato delle modifiche marginali , fra le quali la riduzione del numero di corsi e di esami e il totale menefreghismo delle necessità finanziarie dello studente : non puoi studiare e lavorare nello stesso tempo a meno che non metti già in conto la possibilità di dovere ricominciare da capo perché con questa riforma dopo 2 anni di fuori corsi decadi dagli studi se non riesci a laurearti . A me sembra che l'abbandono sia stato causato proprio da questo , con la Moratti se non hai una famiglia molto ricca che ti mantiene mentre studi non puoi laurearti . E riguardo al 50% di laureati forse non hai capito che i pochi che uscivano fuori prima avevano una laurea che non era equiparabile alle altre lauree , era come avere una maturità scientifica che equivaleva a tutti gli effetti a un biennio universitario ... ti sembra giusto una cosa del genere nei confronti di chi ha impiegato tanto tempo e fatica per laurearsi ? i tuoi colleghi europei studiano di meno e hanno un titolo di laurea identico al tuo .
superanima
19-05-2010, 13:04
Al momento è un cane che si morde la coda... qualcuno sta volutamente impoverendo l'educazione pubblica e quindi gli studenti si spostano verso il privato.
E questo fenomeno è inquietante...
No, questo è un fenomeno in atto da decenni. La scuola pubblica è stata infatti bravissima e dequalificarsi da sola.
Riguardo lo spostamento verso il privato, è indubbiamente vero, così come viene sollecitato pure dall'Ocse. Non andrebbe infatti scordato che in Italia il contributo del privato alla spesa scolastica è estremamente basso rispetto ai maggiori paesi industrializzati.
Non è lo stato italiano che deve spendere di più, ma il privato, e se un contributo pubblico riesce a motivare meglio i privati a sostenere parte della spesa, benvenga.
dave4mame
19-05-2010, 13:13
non riesco a capire contro cosa stai obbiettando ; ci sono state 2 riforme a partire dal 3+2 : la prima ha introdotto il modello , quella della Moratti ha apportato delle modifiche marginali , fra le quali la riduzione del numero di corsi e di esami e il totale menefreghismo delle necessità finanziarie dello studente : non puoi studiare e lavorare nello stesso tempo a meno che non metti già in conto la possibilità di dovere ricominciare da capo perché con questa riforma dopo 2 anni di fuori corsi decadi dagli studi se non riesci a laurearti . A me sembra che l'abbandono sia stato causato proprio da questo , con la Moratti se non hai una famiglia molto ricca che ti mantiene mentre studi non puoi laurearti . E riguardo al 50% di laureati forse non hai capito che i pochi che uscivano fuori prima avevano una laurea che non era equiparabile alle altre lauree , era come avere una maturità scientifica che equivaleva a tutti gli effetti a un biennio universitario ... ti sembra giusto una cosa del genere nei confronti di chi ha impiegato tanto tempo e fatica per laurearsi ? i tuoi colleghi europei studiano di meno e hanno un titolo di laurea identico al tuo .
io non obietto nulla; io me frego.
quando sono uscito dall'università, la mia modesta "4 secchi", l'ho spesa sul mercato del lavoro senza troppi problemi.
se avessi avuto il fegato per farlo sarei potuto andare a lavorare all'estero; almeno in ambito europeo mi era riconosciuta come ph.d,
adesso avete la vostra brava 3+2 che vale come la carta del formaggio (e che viene erogata anche al cane nello stesso).
usatevela per lavorare al call center....
è stata l'Europa a chiederci di introdurre il 3+2
può anche non piacere ma ebbe il merito di elevare il numero di laureati dal misero 28% al 50% .
e tornare indietro alla laurea unica non è possibile perché mancherebbe una equiparazione con le lauree europee , per farti un esempio un vecchio laureato quinquennale in ingegneria aveva un bagaglio culturale e un numero di crediti equivalente a una laurea magistrale ( 3+2) con in più quasi un anno di dottorato di ricerca .... per poi andare a lavorare con un contratto interinale a tempo .
semplicemente assurdo , almeno così com'è adesso c'è un minimo di discernimento nello sfruttare le competenze dei laureati .
Ni.
Edile architettura, per essere riconosciuta a livello europeo, è cinque anni unici.
Il miglioramento (non da poco) che ho trovato tra la 509 (me tapina ci rientro) e la 270 è il passaggio da un 3+2 a esami trimestrali (morte, petilenza, piaghe su di voi!) a una 3+2 a esami semestrali.
QUi ormai ci sono due anni attivi del 270 (due alla triennale e i due specialistici) e posso con cognizione di causa dire che tornassi indietro avrei aspettato un paio di anni.
Non sono rose e fiori (e c'è parecchia colpa dei professori, che si credono incarnazioni di nostrosignore e buona grazia se decindono di condividere una briciola del loro sapere con te) ma di certo è meglio dello sterco della 509....
Il problema delle superiori è un altro discorso.
C'è stato un generale abbassamento del minimo richiesto a uno studente per prendere 6.
Per dire, nel mio ex liceo ormai per prendere 6 in un tema basta non sbagliare a scrivere il verbo essere e il verbo avere.....
zanardi84
19-05-2010, 13:35
io non obietto nulla; io me frego.
quando sono uscito dall'università, la mia modesta "4 secchi", l'ho spesa sul mercato del lavoro senza troppi problemi.
se avessi avuto il fegato per farlo sarei potuto andare a lavorare all'estero; almeno in ambito europeo mi era riconosciuta come ph.d,
adesso avete la vostra brava 3+2 che vale come la carta del formaggio (e che viene erogata anche al cane nello stesso).
usatevela per lavorare al call center....
Capisci quindi che il problema non è tanto delle università, quanto delle scuole superiori e del valore che viene dato ai titoli di studio in ambito nazionale.
Spiego meglio:
La riforma del 3+2, alla luce di quanto è stato detto sopra riguardo ai college inglesi, non è altro che un modo di portare più persone possibili nel mondo del lavoro con una certa preparazione. Infatti, a ingegneria sono capitati spesso casi di studenti che uscivano dagli istituti professionali e che facevano un sacco di esami specifici di informatica nel corso dell'estate, nell'ambito dei "corsi post diploma". Questi esami non venivano valutati come media di laurea, ma semplicemente venivano attribuiti i crediti del corso (anche di questo va discusso: ci sono corsi importanti che hanno i medesimi crediti di altri secondari o addirittura superflui e magari si perde una marea id tempo per superarli).
Ho notato che mediamente gil studenti degli istituti professionali non hanno troppe difficoltà a superare i tre anni perchè molti corsi sono un ripasso/approfondimento di ciò che hanno visto all'istituto tecnico. Gli esami puri di ingegneria poi vengono in qualche modo superati, ma molti ostacoli sono stati superati.
Quindi non si è fatto altro che mascherare i problemi della scuola superiore.
Oggi, non forzo se dico che per essere assunnti come commessi in un negozio di abbigliamento ti chiedono la laurea. I casi sono due: o il mondo del lavoro considera la triennale alla stregua di un comune diploma come dovrebbe essere se ci fossero delle scuole superiori migliori e allora si spiega il motivo per cui con la sola triennale non si combina niente, oppure, non c'è più rispetto per i titoli di studio di cui si è in possesso, in particolare i diplomi, e allora devono, per questa generazione di giovani, adottare altri stipendi e spingere affinchè le future siano molto più preparate.
Capisci quindi che il problema non è tanto delle università, quanto delle scuole superiori e del valore che viene dato ai titoli di studio in ambito nazionale.
Spiego meglio:
La riforma del 3+2, alla luce di quanto è stato detto sopra riguardo ai college inglesi, non è altro che un modo di portare più persone possibili nel mondo del lavoro con una certa preparazione. Infatti, a ingegneria sono capitati spesso casi di studenti che uscivano dagli istituti professionali e che facevano un sacco di esami specifici di informatica nel corso dell'estate, nell'ambito dei "corsi post diploma". Questi esami non venivano valutati come media di laurea, ma semplicemente venivano attribuiti i crediti del corso (anche di questo va discusso: ci sono corsi importanti che hanno i medesimi crediti di altri secondari o addirittura superflui e magari si perde una marea id tempo per superarli).
Ho notato che mediamente gil studenti degli istituti professionali non hanno troppe difficoltà a superare i tre anni perchè molti corsi sono un ripasso/approfondimento di ciò che hanno visto all'istituto tecnico. Gli esami puri di ingegneria poi vengono in qualche modo superati, ma molti ostacoli sono stati superati.
Quindi non si è fatto altro che mascherare i problemi della scuola superiore.
Oggi, non forzo se dico che per essere assunnti come commessi in un negozio di abbigliamento ti chiedono la laurea. I casi sono due: o il mondo del lavoro considera la triennale alla stregua di un comune diploma come dovrebbe essere se ci fossero delle scuole superiori migliori e allora si spiega il motivo per cui con la sola triennale non si combina niente, oppure, non c'è più rispetto per i titoli di studio di cui si è in possesso, in particolare i diplomi, e allora devono, per questa generazione di giovani, adottare altri stipendi e spingere affinchè le future siano molto più preparate.
Oppure, terza possibilità: la triennale è una ciofeca che non ti prepara assolutamente a nulla.
E questo è (era) colpa dei trimestri (ripeto, coi semestri ho visto qualche migliroamento) che hanno costretto i programmi a ridursi all'osso, e colpa anche di chi doveva decidere i programmi (visto che non sono uniformi, nemmeno nella base, sul suolo italiano, cosa secondo me assurda) che li ha resi un qualcosa di inutilizzabile sul mondo del lavoro (se si decide di fermarsi ai 3 anni o comunque di lavorare) e di opinabile utilità nell'affrontare la specialistica (io mi rifiuto di farla, non esiste un esame che sia collegato ad alcuna delle materie caratterizzanti il mio corso di laurea triennale, tolte le logistiche).
dave4mame
19-05-2010, 14:47
Capisci quindi che il problema non è tanto delle università, quanto delle scuole superiori e del valore che viene dato ai titoli di studio in ambito nazionale.
Spiego meglio:
La riforma del 3+2, alla luce di quanto è stato detto sopra riguardo ai college inglesi, non è altro che un modo di portare più persone possibili nel mondo del lavoro con una certa preparazione. Infatti, a ingegneria sono capitati spesso casi di studenti che uscivano dagli istituti professionali e che facevano un sacco di esami specifici di informatica nel corso dell'estate, nell'ambito dei "corsi post diploma". Questi esami non venivano valutati come media di laurea, ma semplicemente venivano attribuiti i crediti del corso (anche di questo va discusso: ci sono corsi importanti che hanno i medesimi crediti di altri secondari o addirittura superflui e magari si perde una marea id tempo per superarli).
Ho notato che mediamente gil studenti degli istituti professionali non hanno troppe difficoltà a superare i tre anni perchè molti corsi sono un ripasso/approfondimento di ciò che hanno visto all'istituto tecnico. Gli esami puri di ingegneria poi vengono in qualche modo superati, ma molti ostacoli sono stati superati.
Quindi non si è fatto altro che mascherare i problemi della scuola superiore.
Oggi, non forzo se dico che per essere assunnti come commessi in un negozio di abbigliamento ti chiedono la laurea. I casi sono due: o il mondo del lavoro considera la triennale alla stregua di un comune diploma come dovrebbe essere se ci fossero delle scuole superiori migliori e allora si spiega il motivo per cui con la sola triennale non si combina niente, oppure, non c'è più rispetto per i titoli di studio di cui si è in possesso, in particolare i diplomi, e allora devono, per questa generazione di giovani, adottare altri stipendi e spingere affinchè le future siano molto più preparate.
se il thread parla di università (e si muovono accuse a chi ha presentato una riforma l'altro ieri come se avessero già impatto), io non mi metto a dibattere sui problemi della scuola superiore.
se però ora il "3" di ingegneria è così semplice, ne prendo atto.
io so che, a ordinamento vecchio, già i fondamentali del primo anno (analisi e fisica 1 tanto per dirne due) erano pianto e stridore di denti anche per chi proveniva dallo scientifico.
di ingegneri se ne sfornava relativamente pochi; ma quei pochi poi, bene o male, uno sbocco l'avevano.
comunque si; credo che oggi il mondo del lavoro consideri il triennio alla stregua di un minimo sindacale.
anche se per fare un lavoro per cui basterebbe un mediocre ragioniere.
Cioè mi stai dicendo che l'equivalente inglese dei nostri licei e/o istituti professionali (cioè prendiamo il triennio delle superiori) hanno il livello di preparazione dei nostri laureati?
Questo sposterebbe non di poco il discorso non sulle università, ma sulle scuole superiori che sono quelle che hanno davvero bisogno della riforma.
...semmai il discorso e` da intendere in senso inverso...
Sono loro che hanno una preparazione (finito il college con tanto di cerimonia in pompa magna) di poco superiore a quella di un buon istituto tecnico di scuola secondaria italiana.
E non occorre andare oltreoceano per avere questo...anni addietro alcuni miei colleghi di ingegneria informatica a Pisa mi erudivano sulla scarsa preparazione degli equipollenti sulla carta, ingegneri spagnoli...
Noi in pratica dovremmo fondere scuola media inferiore e superiore (secondo la vecchia classificazione) e farne una sorta di ciclo unico...preparatorio della universita` seguente...come fanno i college americani appunto...
Thanks.
Marco1971.
se il thread parla di università (e si muovono accuse a chi ha presentato una riforma l'altro ieri come se avessero già impatto), io non mi metto a dibattere sui problemi della scuola superiore.
se però ora il "3" di ingegneria è così semplice, ne prendo atto.
io so che, a ordinamento vecchio, già i fondamentali del primo anno (analisi e fisica 1 tanto per dirne due) erano pianto e stridore di denti anche per chi proveniva dallo scientifico.
di ingegneri se ne sfornava relativamente pochi; ma quei pochi poi, bene o male, uno sbocco l'avevano.
comunque si; credo che oggi il mondo del lavoro consideri il triennio alla stregua di un minimo sindacale.
anche se per fare un lavoro per cui basterebbe un mediocre ragioniere.
...i primi due anni del quinquennio erano fortemente di selezione...
Quando ero matricola nei primi anni `90 la gia` difficile di per se` ingegneria era arricchita di tutta una serie di ulteriori complicazioni...
Salti di anni solari se non riuscivi a superare una prova scritta dopo tre tentativi, propedeuticita` molto rigide, ecc. ecc.
Ed oggi mi sa tanto che il diploma di maturita` o di scuola secondaria sia parecchio ridimensionato quanto ad importanza, stante il fatto che moltissima parte degli studenti come minimo consegue laurea triennale...
Triennale che di fatto e` condicio sine qua non per molti impieghi...
Grazie.
Marco71.
dave4mame
19-05-2010, 15:27
aggiungo un'ulteriore aggravante.
a "vecchio" la scelta del liceo andava ben ponderata.
il rischio di fare le superiori, andare all'università e non finirla, trovandosi di fatto in mano un pugno di mosche era reale.
se uno aveva dei dubbi, al liceo non ci andava; optava per il più sicuro porto dell'ITIS o di ragioneria.
senza nemmeno venire per questo discriminato, per altro. se alla fine la voglia di studiare c'era ancora, nulla vietava di andarci all'università.
adesso, con la triennale facile, c'è il boom di iscrizioni al liceo.
peccato che accogliendo cani e porci, la qualità sia scesa a picco.
adesso siamo (siete!) un popolo di dottori male istruiti, male occupati e male pagati; e gli operai dobbiamo importarli da fuori.
aggiungo un'ulteriore aggravante.
a "vecchio" la scelta del liceo andava ben ponderata.
il rischio di fare le superiori, andare all'università e non finirla, trovandosi di fatto in mano un pugno di mosche era reale.
se uno aveva dei dubbi, al liceo non ci andava; optava per il più sicuro porto dell'ITIS o di ragioneria.
senza nemmeno venire per questo discriminato, per altro. se alla fine la voglia di studiare c'era ancora, nulla vietava di andarci all'università.
adesso, con la triennale facile, c'è il boom di iscrizioni al liceo.
peccato che accogliendo cani e porci, la qualità sia scesa a picco.
adesso siamo (siete!) un popolo di dottori male istruiti, male occupati e male pagati; e gli operai dobbiamo importarli da fuori.
stai dicendo un mucchio di baggianate e luoghi comuni :rolleyes:
dave4mame
19-05-2010, 15:39
hai ragione
stai dicendo un mucchio di baggianate e luoghi comuni :rolleyes:
soprattutto contando che in italia la percentuale di laureati è piuttosto bassa
zanardi84
19-05-2010, 15:57
se il thread parla di università (e si muovono accuse a chi ha presentato una riforma l'altro ieri come se avessero già impatto), io non mi metto a dibattere sui problemi della scuola superiore.
se però ora il "3" di ingegneria è così semplice, ne prendo atto.
io so che, a ordinamento vecchio, già i fondamentali del primo anno (analisi e fisica 1 tanto per dirne due) erano pianto e stridore di denti anche per chi proveniva dallo scientifico.
di ingegneri se ne sfornava relativamente pochi; ma quei pochi poi, bene o male, uno sbocco l'avevano.
comunque si; credo che oggi il mondo del lavoro consideri il triennio alla stregua di un minimo sindacale.
anche se per fare un lavoro per cui basterebbe un mediocre ragioniere.
Si parla di università, ma il discorso secondo me verte sulla scuola superiore che è il nodo cruciale.
No, alt. Semplice mica tanto.
Per quelli usciti dall'istituto tecnico, per esempio informatico e sono a ing. informatica, per il discorso dei corsi post diploma di cui parlavo, vuol dire far meno esami, sudare solo per esempio su analisi e fisica generale (se vedessi come le fanno oggi staresti male perchè massacrano le materie), ma avere la media che dipende solo da questi ultimi esami.
Per i liceali i tempi sono sempre duri per svariate ragioni:
1) O sei tu un appassionato delle materie degli insegnamenti "tecnici" come elettronica, piuttosto che informatica, piuttosto che meccanica che allora te la cavi, oppure devi iniziare a studiare dall'ABC del primo anno di istituto tecnico perchè si fa molto dura: il liceo di fatto ti insegna il metodo di studio.
E i corsi propedeutici dell'università sono ridicoli: mi dicevano che a ing. informatica i requisiti di informatica fossero quelli di saper usare il pacchetto office.. poi fa niente se a informatica 1 presentassero il C++ partendo dal presupposto che tutti sapessero programmare bene, mentre per coloro che non l'avevano mai visto sostanzialmente fosse tempo perso seguire le lezioni.
2) Il livello di insegnamento delle scuole superiori per quanto riguarda certe materie è tremendamente basso, cioè matematica e fisica.
Hai detto bene sul mercato del lavoro.
Alla luce di quanto ho scritto, la riforma deve essere di tutto il sistema di istruzione a partire dalle scuole medie nonchè della considerazione dei titoli di studio da parte del mercato del lavoro.
Dico quindi: preparare i ragazzi delle superiori ad un altissimo livello, pari a quello della laurea triennale. E' possibile farlo ottimizzando al massimo i corsi di studio. Più lavoro a scuola e meno a casa. Mattina lezioni, pomeriggio esercitazioni, laboratori e altro. E differenziare l'offerta. Inutile, se una scuola deve preparare alle scienze, fare ore e ore di materie accessorie che andrebbero meglio in una scuola che prepara verso indirizzi umanistici.
In questo modo a 19 anni si è pronti e validi per andare subito a lavorare, con il giusto riconoscimento da parte del mondo del lavoro, oppure si entra in università dove si approfondisce andando oltre il livello di preparazione della specialistica del 3+2, e da lì tentare gli sbocchi o verso la carriera del ricercatore, o verso quella di docente o entrare come laureati veri con i riconoscimenti del mondo di lavoro che spettano a questo titolo di studio.
Coloro che sono alle prese adesso con le superiori o con il 3 + 2 dovranno essere considerati così: chi si ferma alla maturità col diploma dovrà prendere qualcosa meno del laureato della triennale, stando sempre in salari che consentano di vivere bene, mentre i laureati della specialistica qualcosa in più. Poi, quando arriverà la nuova generazione che si è già formata col nuovo ciclo, si adegueranno i salari.
In più occorrerà anche saper valutare se si è capaci di lavorare. Oggi se fate caso, le offerte di lavoro richiedono tutte esperienza. Già, quale? Se nessuno assume come si fa a fare esperienza? Uno anche senza esperienza meriterebbe di essere messo alla prova. E' un ambito nel quale è molto difficile saper fingere.
dave4mame
19-05-2010, 16:03
soprattutto contando che in italia la percentuale di laureati è piuttosto bassa
adesso ne abbiamo molti di più.
infatti siamo un paese messo molto meglio :)
adesso ne abbiamo molti di più.
infatti siamo un paese messo molto meglio :)
purtroppo è del 2009
Italia in fondo alla classifica per numero di giovani laureati. Il responso arriva da Eurostat, l'ufficio statistico della Commissione europea, che in tema di lauree assegna anche la maglia nera ai giovani uomini italiani. Ma non solo: la probabilità di conseguire i più alti livelli di istruzione, in Italia, è ancora fortemente legata alle condizioni della famiglia di provenienza. I giovani che vivono in contesti familiari contrassegnati da un livello di formazione basso hanno una probabilità nettamente inferiore di raggiungere l'agognato titolo rispetto a coloro che vivono in famiglie con genitori laureati. Insomma: l'ascensore sociale del nostro Paese sembra proprio bloccato.
L'Italia, nell'Unione europea a 27 paesi, per numero di giovani laureati si colloca alle ultime posizioni. Tra i connazionali di età compresa fra i 25 e i 34 anni, soltanto 19 italiani su 100 risultano in possesso di un diploma di laurea. La media europea si colloca attorno al 30 per cento, con Paesi come Francia, Spagna, Danimarca, Svezia e Regno Unito attorno al 40 per cento. Soltanto Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia fanno peggio di noi.
Ma a tirare in fondo alla classifica il Belpaese sono gli uomini che si beccano la maglia nera. In Italia si contano poco meno di 15 giovani laureati maschi, contro le 23 donne, su 100. A Cipro sono 42 su 100 i giovani uomini laureati. La situazione è bloccata proprio a livello sociale. I laureati fra i 25 e i 34 anni che provengono da famiglie "a basso livello di formazione", in Italia, sono soltanto il 9 per cento: un dato che colloca il nostro Paese al livello di Lettonia e Polonia.
Il tasso schizza al 60 per cento se passiamo a famiglie in cui i genitori sono in possesso della laurea. In buona sostanza, in Italia, i figli dei cittadini più istruiti hanno una probabilità sette volte superiore di raggiungere la laurea rispetto ai coetanei che vivono in contesti più deprivati.
Nei Paesi europei più sviluppati, probabilmente a causa di un sistema di istruzione e formazione più attento ad attenuare le differenze sociali di partenza, questa sperequazione tra "ricchi e poveri di cultura" è di parecchio attenuata. Nel Regno Unito la probabilità di tagliare il traguardo più lontano dell'istruzione è doppia per i figli dei laureati. Gap che aumenta a due volte e mezzo in Francia e Spagna. L'impietoso quadro del nostro Paese, che ha ripercussioni negative in campo sociale ed economico, emerge dall'ultimo rapporto pubblicato da Eurostat il 28 aprile, dal titolo "Il processo di Bologna nell'educazione universitaria: indicatori chiave della dimensione sociale e della mobilità". E lascia intravedere la necessità di una riforma del sistema universitario e in genere dei sistemi di istruzione nazionali.
Il cosiddetto "processo di Bologna", avviato nel 1999, è un percorso di riforma a carattere europeo che si propone di realizzare entro il 2010 uno "spazio europeo dell'istruzione universitaria". Tra i diversi scopi c'è quello di allargare le possibilità di accesso all'istruzione universitaria per i cittadini europei a fini sociali e occupazionali. "L'istruzione universitaria - si legge nel rapporto - gioca un ruolo determinante per ottenere un impiego". Anche "le differenze di retribuzione dipendono soprattutto dal livello di istruzione: coloro che sono in possesso di un livello di istruzione superiore guadagnano in media il doppio dei lavoratori con un livello di istruzione debole".
L'insegnamento universitario, inoltre, "gioca un ruolo chiave nell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita", condizione necessaria ai futuri lavoratori per cambiare lavoro.
Già meglio una nazione con la 3° media... è anche troppo....
Per me l'università doveva restare quinquennale e non fare quelle riforme brutte del 3+2. Che vuol dire che ci sono pochi laureati? Che devi regalare le lauree? Meglio pochi ma buoni che tanti tra cui troppi asini.
Per me l'università doveva restare quinquennale e non fare quelle riforme brutte del 3+2. Che vuol dire che ci sono pochi laureati? Che devi regalare le lauree? Meglio pochi ma buoni che tanti tra cui troppi asini.
già è meglio che tutti gli altri paesi europei abbiano un numero di laureati doppio rispetto al nostro...
e poi il 3+2 è stato sollecitato dal europa per tentare di uniformare la preparazione....
la vogliamo l'europa o no?
già è meglio che tutti gli altri paesi europei abbiano un numero di laureati doppio rispetto al nostro...
e poi il 3+2 è stato sollecitato dal europa per tentare di uniformare la preparazione....
la vogliamo l'europa o no?
E che vuol dire? Se da noi i giovani pensano piu' ad avere i soldi per la bella macchina per far colpo sulle ragazze piuttosto che una cultura cazzi nostri.
Non è obligo che la gente deve avere per forza una laurea in mano. Le cose vanno guadagnate e non regalate.
Si ok. Ma come lo hanno fatto in italia è stata una porcheria, e si vedono i risultati oggi.
Vuoi la laurea veramente? bene fatti i 5 anni di università e studia. L'università potevano lasciatela a chi ha veramente voglia di investire nello studio e nella cultura.
Adesso sembra un estensione delle scuole superiori.....
Stellina1986
20-05-2010, 05:56
...e linerarizzato il tuo modello ma hai fondamentalmente ragione...
Forse il punto che piu` si confa` all`attuale sistema universitario italiano e` il 2.
Ma non perche` l`Italia e` divenuta per incanto (diciamo dalla introduzione dei cosiddetti nuovi ordinamenti...) piu` furba ma solo perche` si e` dovuta giocoforza adeguare a come era l`istruzione di livello superiore all`estero.
Con il sistema dei college che sfornano persone che a 20 o poco piu` anni laggiu` (nell`anglosassone mondo ma anche in estremo oriente, India compresa) sono considerati sulla carta laureati mentre qui se sei andato a scuola all`eta` canonica di 6 anni a 20 sei una matricola del primo anno di una facolta` x.
La politica in Italia e` sempre stata dotata di molta inerzia...vi ricordate quanti anni ci sono voluti per riformare l`esame di maturita` ?
Io lo ho sostenuto nel 1990 ed erano gia` lustri e lustri che si svolgeva secondo quelle modalita`.
Poi siccome in Italia non hanno avuto mai le idee chiare sul come intervenire nel mondo della pubblica istruzione, si sono susseguite una marea di riforme a scadenza quasi annuale o comunque ogni volta che il governo y "cadeva"...
Un sistema universitario privato e` l`elemento mancante per aumentare il livello di omologazione ed omogeneita` rispetto al modello di riferimento anglosassone.
Ed in futuro chi andra` per la solita mancanza di soldi, in universita` pubbliche sara` considerato un laureato di rango inferiore.
Sempre che dallo spazio esterno non arrivi qualche cosa che ci faccia cambiare volenti o nolenti...
Grazie.
Marco71.
L'intenzione è chiara, si cercherà di privatizzare l'univeristà
a favore dei soliti ricchi e degli amici degli amici :stordita:
Nelle riforme degli ultimi 20 anni, dove hanno messo mano,
hanno combinato guai.
Prima c'erano le agenzie di collocamento, che davano qualche garanzia,
poi qualcuno ha pensato bene di mettere tutto in mano alle interinali,
dove neanche gli extracomunitari vogliono andare. :rolleyes:
qualcuno poi sotto sotto, vorrebbe anche assicurare tutto,
anche la sanità ovviamente. :asd:
Speriamo si avverino davvero le brutte previsioni lette qui.
Io l'anno prossimo soldi o non soldi mi laureo(al massimo mi procuro il grano in quale modo...) e se dopo di me tagliano tutto io divento un privilegiato negli anni a venire.
E' un bel paese se ci si sa adattare. :D
zanardi84
20-05-2010, 14:34
Vuoi la laurea veramente? bene fatti i 5 anni di università e studia. L'università potevano lasciatela a chi ha veramente voglia di investire nello studio e nella cultura.
Adesso sembra un estensione delle scuole superiori.....
Come è giusto che sia, ma ancora una volta il dito va puntato alle scuole superiori. Se come si è detto, la triennale è di fatto un'estensione degli istituti tenici in ambito scientifico o un liceo classico senza latino e/o greco per gli indirizzi socio umanistici, l'università paga le lacune gravi delle scuole superiori, licei in primis dove francamente chi si iscrive rischia di avere il destino segnato perchè quando esce non sa fare un tubo, almeno sulla carta.
C'è troppa distanza tra la richiesta del mondo del lavoro e l'offerta delle scuole. Se si ripristinasse un equilibrio le università tornerebbero a sfornare studiosi.
Dai, non ditemi che sono lauree quelle in scienze della comunicazione o altre robe che fanno capo a lettere moderne.
Ultima notizia: lo stato i soldi li spende, però in aerei militari. 17 MILIARDI per caccia F35 da impiegare non si sa bene dove e perchè.
Da notare, come al solito, che la maggior parte delle proteste proviene dai ricercatori e NON dai docenti o dagli studenti.
Io ho come l'impressione (per un annetto ho frequentato un dipartimento della mia UNiversità tra tesi e lavoro post tesi quindi ho capito un po' l'aria che tirava) che troppa gente voglia lavorare nell' Università e , una volta entrato, difendere il suo bel lavoro (spesso NON troppo pesante) con le unghie.
Chi non vorrebbe un lavoro dove:
1) anche se non fai niente nessuno ti dice niente o quasi
2) fai orari "molto" a piacere, senza nessun controllo
3) spesso ti trovi a chiaccherare alla macchinettà del caffé
Siccome ho lavorato per l'Università ho avuto esperienza "diretta" della cose suddette.
nuovoUtente86
20-05-2010, 15:32
Da notare, come al solito, che la maggior parte delle proteste proviene dai ricercatori e NON dai docenti o dagli studenti.
Io ho come l'impressione (per un annetto ho frequentato un dipartimento della mia UNiversità tra tesi e lavoro post tesi quindi ho capito un po' l'aria che tirava) che troppa gente voglia lavorare nell' Università e , una volta entrato, difendere il suo bel lavoro (spesso NON troppo pesante) con le unghie.
Chi non vorrebbe un lavoro dove:
1) anche se non fai niente nessuno ti dice niente o quasi
2) fai orari "molto" a piacere, senza nessun controllo
3) spesso ti trovi a chiaccherare alla macchinettà del caffé
Siccome ho lavorato per l'Università ho avuto esperienza "diretta" della cose suddette.confermo assolutamente.
zanardi84
20-05-2010, 17:39
Da notare, come al solito, che la maggior parte delle proteste proviene dai ricercatori e NON dai docenti o dagli studenti.
Io ho come l'impressione (per un annetto ho frequentato un dipartimento della mia UNiversità tra tesi e lavoro post tesi quindi ho capito un po' l'aria che tirava) che troppa gente voglia lavorare nell' Università e , una volta entrato, difendere il suo bel lavoro (spesso NON troppo pesante) con le unghie.
Chi non vorrebbe un lavoro dove:
1) anche se non fai niente nessuno ti dice niente o quasi
2) fai orari "molto" a piacere, senza nessun controllo
3) spesso ti trovi a chiaccherare alla macchinettà del caffé
Siccome ho lavorato per l'Università ho avuto esperienza "diretta" della cose suddette.
Anche. Ho visto prof ricercatori fare lezione in modo osceno, ma talmente osceno che dopo 2 lezioni le aule erano vuote e ci si domandava come potessero essere ricercatori tipi così apparentemente incapaci.
Anche. Ho visto prof ricercatori fare lezione in modo osceno, ma talmente osceno che dopo 2 lezioni le aule erano vuote e ci si domandava come potessero essere ricercatori tipi così apparentemente incapaci.
Io ho visto un docente chiedere ad una dottoranda di preparare in 2 giorni una lezione su Java (che la dottoranda avrebbe dovuto tenere al posto del professore che era troppo occupato a fare altro) e la dottoranda, per sua stessa ammissione, mi disse che non aveva mai visto Java in vita sua . Mi immagino che bella lezione sia stata.
La didattica è spesso lasciata alla deriva: alcuni (ALCUNI, non tutti) professori fanno lezione svogliatamente, leggono le slides (magari vecchie di anni) e tirano a far presto.
Sugli assistenti stendiamo un velo pietoso: poveracci, li capisco, li mandano allo sbaraglio spesso senza una preparazione accurata e si devono pure sorbire le critiche.
gigio2005
20-05-2010, 20:08
già è meglio che tutti gli altri paesi europei abbiano un numero di laureati doppio rispetto al nostro...
e poi il 3+2 è stato sollecitato dal europa per tentare di uniformare la preparazione....
la vogliamo l'europa o no?
proabilmente non sai di cosa stai parlando
hai presente i risultati del 3+2 all'itagliana? SI LAUREANO CANI E PORCI...
chissà chi è il geniaccio che se l'è inventata, l'ultima riforma dell'università.
:asd:
Però non dirglielo: potrebbero rimanerci male
dave4mame
20-05-2010, 21:46
proabilmente non sai di cosa stai parlando
hai presente i risultati del 3+2 all'itagliana? SI LAUREANO CANI E PORCI...
embeh? però adesso il numero di laureati è alto.
o forse che non la vuoi, l'europa?
Perseverance
20-05-2010, 22:16
Io faccio l'università, il prossimo anno vado fuori corso e ho dato solo 4 esami su 12. Non ho avuto ottime basi alle superiori, matematica alle superiori per 2 anni s'è fatta male e poco, colpa dell'insegnante incapace "ma che non potevano spostarla", fisica non s'è mai fatta concretamente.
All'università ci sono tante cose che non funzionano, primo fra tutti l'orario delle lezioni che è qualcosa di assurdo da noi (parlo di ingegneria), le lezioni possono essere anche 7 ore di fila con 1 ora per mangiare di volata un panino e racimolare le energie per tutto il giorno, oppure un po' la mattina e un po' il pomeriggio con dei buchi di parecchie ore dove o si studia (di certo non lo si fà bene) o si và un po' in giro senza una meta per scaricarsi. Tempo libero non c'è, non xkè c'è da studiare ma xkè si perde tutto tra: buchi, treno, coincidenze, sonno. Il tempo per studiare è davvero poco.
Questo dovrebbe far riflettere, xkè chi proviene da scuole come liceo scientifico\tecnologico ad esempio fisica la passano senza problemi, non xkè la studiano ma xkè la sanno! Il tempo per lo studio è prezioso e scarso, non si può studiare tutto, ma si cerca di concentrarci su quello che sappiamo meglio, lasciando agli appelli successivi ciò che ci resta in coda.
La fine è che non facciamo attempo a completare gli esami per rimanere "in corso". La situazione è assai peggiore di quanto dicono le statistiche. Manca il tempo, il riposo e il relax per studiare al meglio, e poi un posto dove mangiare in modo sano (la mensa è un abbeveratoio, piena, con cibo strano e indigesto).
Lasciamo perdere gli insegnanti, pochi sono bravissimi, delle ottime persone sia come insegnanti che come "amici", ma la maggiorparte non si discosta molto dalle "personalità" di quelli delle superiori. Ma il male, come detto, non sono i professori...quando hai un libro e gli appunti per studiare, con internet è già anche troppo per cavarsela!
Un'altra cosa che non và è la propedeuticità degli esami, io non posso dare gli esami che mi pare quando sarei pronto. No devo darli secondo un preciso ordine. Questa è una cosa davvero demoralizzante, xkè poi uno si scorda le cose che non ripassa, xkè non c'è tempo e xkè deve stare dietro ai nuovi corsi, e quindi finisce per bocciare l'esame che magari 3 o 4 mesi prima avrebbe passato.
Altra nota dolente è che ci sono troppi corsi, e corsi che prima erano unici sono stati divisi, MATEMATICA viene splittata in geometria e algebra, programmazione matematica in ricerca operativa e analisi 2; e queste cose accadono ogni anno per ogni nuovo ordinamento. Se perdi l'anno non hai più i corsi compatibili e devi studiare da solo, perdi 2 anni e ti conviene cambiare ordinamento e dare gli esami arretrati che non ti convalidano xkè sono stronzi.
Poi non tutti hanno una situazione sociale\familiare\salutare favorevole e rosea, e questo si aggiunge come aggravante per lo studio e gli esami, soprattutto con la crisi economica che stiamo passando.
embeh? però adesso il numero di laureati è alto.
o forse che non la vuoi, l'europa?
alto? non hai letto l'articolo su?
siamo sotto la media europea nel europa a 27 siamo quartultimi...
19laureati a 30 di media europea tra i 25 e 34 anni
avresti ragione se fossimo i primi.. allora potresti anche lamentarti...
io non voglio difendere certo il modo in cui è stata attuata la riforma "3+2" che sicuramente è stata applicata a cappella (francesismo)
di certo non concepisco nemmeno la riforma Gelmini che è quella che stiamo vivendo ora...
tu la difendi?
il 3+2 può non piacere ma come ripetuto è stato sollecitato dall europa... ed un governo meno "nazionalpopulista" ha recepito l'invito... poi che sia fallita e mal attuata potete anche aver ragione... ma ringraziate anche la moratti e quel governo Berlusconi...
PS se siamo quartultimi e si laureano CANI E PORCI siamo proprio messi male
Da notare, come al solito, che la maggior parte delle proteste proviene dai ricercatori e NON dai docenti o dagli studenti.
Io ho come l'impressione (per un annetto ho frequentato un dipartimento della mia UNiversità tra tesi e lavoro post tesi quindi ho capito un po' l'aria che tirava) che troppa gente voglia lavorare nell' Università e , una volta entrato, difendere il suo bel lavoro (spesso NON troppo pesante) con le unghie.
Chi non vorrebbe un lavoro dove:
1) anche se non fai niente nessuno ti dice niente o quasi
2) fai orari "molto" a piacere, senza nessun controllo
3) spesso ti trovi a chiaccherare alla macchinettà del caffé
Siccome ho lavorato per l'Università ho avuto esperienza "diretta" della cose suddette.
Confermo in quanto anche io ho avuto esperienze dirette in questo ambiente.
Ah, se vi chiedete come mai ci sono tanti incapaci come ricercatori la risposta si chiama baronaggio e scambio di favori.
Personalmente? Ho detto tanti saluti al lerciume che c'è nell'ambiente universitario.
Certo che sono questi ricercatori a protastare. Sanno che la pacchia gli sta per finire.
In italia troppa gente si spaccia per ricercatore in quando o inetta e incompetente messa li perchè raccomandato oppure non è un ricercatore ma collaboratore con un contratto a progetto o assegnista di ricerca, cioè persona che non ha vinto nessun concorso di ricercatore, e quindi sarebbe millantato credito.
zanardi84
21-05-2010, 08:12
proabilmente non sai di cosa stai parlando
hai presente i risultati del 3+2 all'itagliana? SI LAUREANO CANI E PORCI...
Sono laureati, vero, ma la loro laurea, è stato detto, vale come la carta del formaggio.
Però finchè si rimane nel nostro cortile, cioè l'ItaGlia, si riesce sempre a darsi un tono affermando di essere laureati, anche se il mercato del lavoro ti tratta alla stregua di un semplice diplomato molto preparato.
Stellina1986
21-05-2010, 12:52
Speriamo si avverino davvero le brutte previsioni lette qui.
Io l'anno prossimo soldi o non soldi mi laureo(al massimo mi procuro il grano in quale modo...) e se dopo di me tagliano tutto io divento un privilegiato negli anni a venire.
E' un bel paese se ci si sa adattare. :D
in che ti laurei ? :fiufiu: :asd:
Stellina1986
21-05-2010, 12:56
alto? non hai letto l'articolo su?
siamo sotto la media europea nel europa a 27 siamo quartultimi...
19laureati a 30 di media europea tra i 25 e 34 anni
avresti ragione se fossimo i primi.. allora potresti anche lamentarti...
io non voglio difendere certo il modo in cui è stata attuata la riforma "3+2" che sicuramente è stata applicata a cappella (francesismo)
di certo non concepisco nemmeno la riforma Gelmini che è quella che stiamo vivendo ora...
tu la difendi?
il 3+2 può non piacere ma come ripetuto è stato sollecitato dall europa... ed un governo meno "nazionalpopulista" ha recepito l'invito... poi che sia fallita e mal attuata potete anche aver ragione... ma ringraziate anche la moratti e quel governo Berlusconi...
PS se siamo quartultimi e si laureano CANI E PORCI siamo proprio messi male
Il bello della diretta è che si laureano cani, proci e prostitute,
in laureee fancazziste magistrali di 4 anni. che non valgono nulla :mad:
Viceversa dal 1990 in poi Ingengeria è stata disastrata,
inutile la triennale, ti rompi il :ciapet: di studi, studi il doppio degli altri
ed ottieni solo il diploma triennale,
quando gli altri con metà impegno ottengono la magistrale dopo 4 anni. :mad:
Il bello della diretta è che si laureano cani, proci e prostitute,
in laureee fancazziste magistrali di 4 anni. che non valgono nulla :mad:
Viceversa dal 1990 in poi Ingengeria è stata disastrata,
inutile la triennale, ti rompi il :ciapet: di studi, studi il doppio degli altri
ed ottieni solo il diploma triennale,
quando gli altri con metà impegno ottengono la magistrale dopo 4 anni. :mad:
c'è qualcosa che non va cmq...
in uSa vanno avanti a crocette e a test
noi ci facciamo un culo tanto...
ma poi alla fine ci equiparano alla laurea fatta a crocette e test...
e quelli che fanno le crocette non è che hanno troppo da invidiare a Noi...
e allora??
Comunque, non è che all'estero sia tutto rose e fiori.
Una mia amica è appena tornata dall'erasmus in Svezia.
Non è andata in una vera e propria università svedese ma in un'università di stampo americano.
Campus, università, tutto in un solo posto.
A parte che, come ha giustamente osservato, si vive per 3/4/5 anni in un posto asoslutamente al di fuori della realtà. Hanno tutto, dal cinema alla lavanderia nello stesso posto a prezzi notevolmente inferiori (anche perchè poi la retta è un salasso), quindi spesso si perde il contatto con quello che costa in realtà il mondo reale.
Vivono a feste e alcool tra un esame e l'altro. A una settimana dagli esami si disfano di stimolanti sotto qualsiasi forma per studiare 24h al giorno. Anche perchè se non passi gli esami sei fottuto.
Sinceramente avranno anche una preparazione migliore (voglio poi vedere quanto di quello che hanno studiato è stato veramente appreso), usciranno con un mestiere in tasca (visto che comunque ci sono tanti stages e spesso i professori sono persone che provengono dalle aziende nelle quali poi si andrà a lavorare), ma non so quanto valga la pena questo se poi ci si deve distruggere di stimolanti e merde varie.
Stessi racconti da un altro mio amico, in scambio all'UCLA.
Ci vorrebbe una sana via di mezzo.
Non che qui sia meglio, intendiamoci: a meno di un mese dagli esami è uscita SOLO UNA DATA per la sessione Giugno/Luglio.
Della serie devi avere sedere ad aver studiato le materie che non avranno gli esami sovrapposti (date che si sapranno all'inizio di giugno per al massimo un mese dopo), perchè tanto gli esami non li spostano.
Una mia amica non si riesce a laureare questa sessione perchè un prof dell'ultimo anno ha messo il suo esame due giorni dopo l'ultimo giorno utile per la consegna del libretto e si è categoricamente rifiutato di anticiparlo per chi si deve laureare.
Sinceramente quetso non è colpa di alcun ministro, ma dei professori che spesso si credono dei in terra e buona grazia se si degnano di venire a lezione.
Vivono a feste e alcool tra un esame e l'altro. A una settimana dagli esami si disfano di stimolanti sotto qualsiasi forma per studiare 24h al giorno. Anche perchè se non passi gli esami sei fottuto.
Diciamola tutta, trombano anche come ricci. (mi immagino, non è che ho esperienza diretta, purtroppo)
Con 2 metri di neve fuori in buona parte dell'anno cosa vuoi fare ?
Santa Svezia, mi ce ne sarebbe voluta un po' di quella vita .... :cry:
Anche perché se non ti diverti un po' a 20 anni quando lo fai ?
Diciamola tutta, trombano anche come ricci. (mi immagino, non è che ho esperienza diretta, purtroppo)
Con 2 metri di neve fuori in buona parte dell'anno cosa vuoi fare ?
Santa Svezia, mi ce ne sarebbe voluta un po' di quella vita .... :cry:
Anche perché se non ti diverti un po' a 20 anni quando lo fai ?
Un conto è divertirsi trombando come ricci.
Un conto è disfarsi d'alcol tutto l'anno e a ridosso degli esami smettere con l'alcol e disfarsi di stimolanti.
Ci si può divertire in maniera sana (cioè la prima dell'elenco) anche a 20 anni (ed evitare di disfarsi a 20 anni...)
Anche perché se non ti diverti un po' a 20 anni quando lo fai ?
Questa è una frase che non mi piace proprio.
Me la sono sentita dire tante di quelle volte ed in forme diverse, tipo: "Ma spendi 'sti soldi che se non li spendi ora non li spendi più".
Bisogna divertirsi il giusto ed usando la testa, sicuramente i comportamenti descritti da Ileana mi sembrano di un'idiozia totale.
Lo dico alla luce del fatto che dai 16 ai 21 anni mi sono ammazzato in tutti i modi, sempre tenendo a mente l'obiettivo comunque. E infatti quando mi è servito avevo i soldi per la casa (ok, fate le battutine, ci stanno tutte), per l'auto, ecc...
Gli stimolanti tre giorni prima dell'esame perchè non si ha avuto un minimo di forza di volontà per diluire gli studi no però, è una cosa folle...
La mia era ovviamente una battuta.
zanardi84
21-05-2010, 17:37
Dalle ultime cose che avete detto penso che stia emergendo un altro problema, cioè il fatto che in Italia l'università non viene vissuta fuori dal contesto degli studi, o meglio, si dovrebbe viverla meglio. Il problema però è che mancano le strutture. Tanto per dire: a Bergamo mi hanno detto che stanno costruendo il nuovo ospedale che andrà a sostituire quello vecchio che minimo avrebbe bisogno di una totale opera di ristrutturazione. Pare che che sia un complesso di edifici fatto come un mega villaggio risalente ai tempi del ventennio fascista. Tra i progetti di recupero, una volta completato il trasferimento al nuovo ospedale, si era parlado della realizzazione del campus nonchè l'apertura della facoltà di medicina dove a Bergamo sembrano essere i numeri uno in diverse branche. Ovviamente non si farà perchè quell'area sarà utilizzata per altri scopi, tra i quali la solita realizzazione di un complesso abitativo. Verrà giusto salvato l'edificio esterno del complesso perchè ritenuto di rilevanza storica.
So che alcune città sono diventate universitarie, penso a Pavia per esempio, ma sono mosche bianche nel complesso italiano.
Ovviamente, tutti gli extra andrebbero ovviamente dosati al punto giusto. Il caso americano, svedese e potremmo mettere anche quello inglese penso che siano anche normale. Infatti tendenzialmente sono popoli che hanno la sbronza facile e non penso che gli italiani arriverebbero a tanto. Avremmo invece casi inquietanti di consumo di droga, specialmente tra coloro che sono ricchi e "volgarmente" mondani.
Comunque, non è che all'estero sia tutto rose e fiori.
Una mia amica è appena tornata dall'erasmus in Svezia.
Non è andata in una vera e propria università svedese ma in un'università di stampo americano.
Campus, università, tutto in un solo posto.
A parte che, come ha giustamente osservato, si vive per 3/4/5 anni in un posto asoslutamente al di fuori della realtà. Hanno tutto, dal cinema alla lavanderia nello stesso posto a prezzi notevolmente inferiori (anche perchè poi la retta è un salasso), quindi spesso si perde il contatto con quello che costa in realtà il mondo reale.
Vivono a feste e alcool tra un esame e l'altro. A una settimana dagli esami si disfano di stimolanti sotto qualsiasi forma per studiare 24h al giorno. Anche perchè se non passi gli esami sei fottuto.
Sinceramente avranno anche una preparazione migliore (voglio poi vedere quanto di quello che hanno studiato è stato veramente appreso), usciranno con un mestiere in tasca (visto che comunque ci sono tanti stages e spesso i professori sono persone che provengono dalle aziende nelle quali poi si andrà a lavorare), ma non so quanto valga la pena questo se poi ci si deve distruggere di stimolanti e merde varie.
Non ho capito quale sarebbe la parte che critichi? O_O
entanglement
21-05-2010, 19:50
ah beh..
io so solo che grazie alla brava donna che ora è sindaco di milano mi sono giocato una borsa di studio, con conseguente rimborso delle tasse e mi sono dovuto pagare 800 euro di corsi singoli perchè tergiversava per approvare i corsi di studi della specialistica per le università che per prime avevano partecipato alla riforma. :muro:
ce l'hai fatta ad andare a Londra ? :D
ora è definitivo: cui vuole fare ricerca sarebbe davvero folle a restare in italia.
Io vgolio studiare medicina, e mi sarebbe piaciuto entrare nel campo della ricerca, ma le possibilità sono solo due: o divento medico, ma non ricercatore, oppure me ne vado all'estero.
Se passa la riforma, da quanto ho capito, non avrebbe assolutamente senso stare in italia.
edit: scherzavo, in realtà la riforma, avvantaggia i nuovi ricercatori.
Il problema è che svantaggia gli altri: il che vuol dire che i bravi ricercatori verranno fregati, e che anche io lo sarei quando non farei più parte dei nuovi..
facciamo prima...
dal sito della Sinistra Studentesca di Modena (http://www.sinistrastudentesca.org/public/index.php?mod=read&id=1274194040)
18 maggio 2010.
Si è svolta stamattina la protesta dei ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia contro la riforma contenuta nel ddl Gelmini e contro i tagli alla ricerca.
Ciò che accusano i nostri ricercatori è che il DDL Ministeriale [B]privilegia iniquamente i ricercatori di nuovo ingresso, non tutelando coloro che già da anni si sono spesi brillantemente in progetti, pubblicazioni e docenze gratuite.
Il merito deve essere valore cardine assoluto a fondamento del nostro sistema Universitario, e per ciò non può essere limitato ad una nuova ed isolata categoria.
Attualmente i ricercatori Unimore ricoprono circa il 30% degli insegnamenti del nostro Ateneo. Visto che non vengono valorizzati per il merito personale, ma anzi vengono discriminati e non tutelati, questi continueranno a fare con passione tutto ciò che sono tenuti a fare, ma non offriranno nulla in più a chi si ostina a negare l’importanza del merito.
Hanno partecipato all’iniziativa anche i rappresentanti degli studenti di Unione Universitaria, in qualità di portavoce degli studenti universitari, impegnati nella frequentazione di corsi di Laurea che rischiano di essere eliminati in un futuro ormai non troppo lontano.
Non ho capito quale sarebbe la parte che critichi? O_O
Il fatto che la vita universitaria che le università tollerano sia ai limiti della distruzione.
Dentro i Campus oramai son tollerate perfino le violenze sessuali.
Sinceramente tra un sistema come il nostro, dove si è allo sbando a livello didattico ma a livello sociale forse si è anche troppo protetti, e un sistema dove a livello didattico hai il meglio del meglio ma poi vieni su come un animale, mi piacerebbe una sana via di mezzo.
Il fatto che la vita universitaria che le università tollerano sia ai limiti della distruzione.
Dentro i Campus oramai son tollerate perfino le violenze sessuali.
Sinceramente tra un sistema come il nostro, dove si è allo sbando a livello didattico ma a livello sociale forse si è anche troppo protetti, e un sistema dove a livello didattico hai il meglio del meglio ma poi vieni su come un animale, mi piacerebbe una sana via di mezzo.
Sei pazzo.
Sei pazzo.
PazzA.
Sinceramente non capisco perchè.
E' possibile sognare un'università d'ottimo livello che però è anche attenta a come gli studenti vivono?
Cioè, l'idea dei Campus la trovo meravigliosa, sorattutto vivendo in una città come Bologna, città universitaria, che è nè più nè meno di una latrina a cielo aperto.
Però ci deve anche essere controllo.
Io università ti metto a disposizione quello di cui hai bisogno, ma tu studente tieni anche un certo comportamento.
Non sento la recessità di università che tollerano feste organizzate con l'unico scopo di stuprare le ragazze, ne ho già abbastanza di università che tollerano l'okkupazione permanete di spazi appartenenti all'ateneo, dovendo periodicamente sborsare soldi su soldi per irparare ai danni causati da chi ha questo strano concetto di proprietà pubblica.
Il fatto che la vita universitaria che le università tollerano sia ai limiti della distruzione.
Dentro i Campus oramai son tollerate perfino le violenze sessuali.
Sinceramente tra un sistema come il nostro, dove si è allo sbando a livello didattico ma a livello sociale forse si è anche troppo protetti, e un sistema dove a livello didattico hai il meglio del meglio ma poi vieni su come un animale, mi piacerebbe una sana via di mezzo.
In quale università svedese è stata la tua amica?
Dentro i Campus oramai son tollerate perfino le violenze sessuali.
Ah si? Dove e quando? Ma ci sei mai stata in Svezia? La tua amica ti ha parlato del senso civico che hanno gli svedesi? Di come trattano gli stranieri te lo ha detto?
Non sento la recessità di università che tollerano feste organizzate con l'unico scopo di stuprare le ragazze,
Dove? Quando? Fonti?
Io faccio l'università, il prossimo anno vado fuori corso e ho dato solo 4 esami su 12. Non ho avuto ottime basi alle superiori, matematica alle superiori per 2 anni s'è fatta male e poco, colpa dell'insegnante incapace "ma che non potevano spostarla", fisica non s'è mai fatta concretamente.
All'università ci sono tante cose che non funzionano, primo fra tutti l'orario delle lezioni che è qualcosa di assurdo da noi (parlo di ingegneria), le lezioni possono essere anche 7 ore di fila con 1 ora per mangiare di volata un panino e racimolare le energie per tutto il giorno, oppure un po' la mattina e un po' il pomeriggio con dei buchi di parecchie ore dove o si studia (di certo non lo si fà bene) o si và un po' in giro senza una meta per scaricarsi. Tempo libero non c'è, non xkè c'è da studiare ma xkè si perde tutto tra: buchi, treno, coincidenze, sonno. Il tempo per studiare è davvero poco.
Questo dovrebbe far riflettere, xkè chi proviene da scuole come liceo scientifico\tecnologico ad esempio fisica la passano senza problemi, non xkè la studiano ma xkè la sanno! Il tempo per lo studio è prezioso e scarso, non si può studiare tutto, ma si cerca di concentrarci su quello che sappiamo meglio, lasciando agli appelli successivi ciò che ci resta in coda.
La fine è che non facciamo attempo a completare gli esami per rimanere "in corso". La situazione è assai peggiore di quanto dicono le statistiche. Manca il tempo, il riposo e il relax per studiare al meglio, e poi un posto dove mangiare in modo sano (la mensa è un abbeveratoio, piena, con cibo strano e indigesto).
Lasciamo perdere gli insegnanti, pochi sono bravissimi, delle ottime persone sia come insegnanti che come "amici", ma la maggiorparte non si discosta molto dalle "personalità" di quelli delle superiori. Ma il male, come detto, non sono i professori...quando hai un libro e gli appunti per studiare, con internet è già anche troppo per cavarsela!
Un'altra cosa che non và è la propedeuticità degli esami, io non posso dare gli esami che mi pare quando sarei pronto. No devo darli secondo un preciso ordine. Questa è una cosa davvero demoralizzante, xkè poi uno si scorda le cose che non ripassa, xkè non c'è tempo e xkè deve stare dietro ai nuovi corsi, e quindi finisce per bocciare l'esame che magari 3 o 4 mesi prima avrebbe passato.
Altra nota dolente è che ci sono troppi corsi, e corsi che prima erano unici sono stati divisi, MATEMATICA viene splittata in geometria e algebra, programmazione matematica in ricerca operativa e analisi 2; e queste cose accadono ogni anno per ogni nuovo ordinamento. Se perdi l'anno non hai più i corsi compatibili e devi studiare da solo, perdi 2 anni e ti conviene cambiare ordinamento e dare gli esami arretrati che non ti convalidano xkè sono stronzi.
Poi non tutti hanno una situazione sociale\familiare\salutare favorevole e rosea, e questo si aggiunge come aggravante per lo studio e gli esami, soprattutto con la crisi economica che stiamo passando.
Pensa a studiare. Oppure se ritieni che sia troppo impegnativo lascia stare...
^TiGeRShArK^
24-05-2010, 00:16
ce l'hai fatta ad andare a Londra ? :D
eh si, è da febbraio che sò qua ormai. :p
In quale università svedese è stata la tua amica?
Su Facebook ha messo Handelshøyskolen BI.
Ma comunque quando la vedo glielo chiedo.
Ah si? Dove e quando? Ma ci sei mai stata in Svezia? La tua amica ti ha parlato del senso civico che hanno gli svedesi? Di come trattano gli stranieri te lo ha detto?
Questo era un discorso sugli USA.
Le feste delle confraternite (quelle maschili sopratutto) sono quasi ed esclusivamente fatte a questo scopo.
Non a caso le droghe da stupro sono diffuse soprattutto in quei luoghi.
MI ricordo che sul forum qualcuno postò un articolo sulle violenze sessuali nei campus universitari statunitensi.
Questo e quello che mi ha raccontato chi c'è stato, basta e avanza per far capire quanto queste cose siano tollerate.
(E non si sta parlando del maniaco isolato, ma proprio delle confraternite, quelle composte dai figli dei pezzi grossi)
In ogni caso il senso civico degli Svedesi è sopravvalutato.
Sono una decina di spanne sopra noi, ma sono anche poco più di 9milioni, la giocano facile (e comunque anche da loro le cose stanno cambiando).
Su Facebook ha messo Handelshøyskolen BI.
Ma comunque quando la vedo glielo chiedo.
Ah ecco... e giá siamo in Norvegia.
Questo era un discorso sugli USA.
ah ecco... Comunque non mi pare il caso di fare di tutta l'erba un fascio. Se a te dicessero che gli italiani sono un popolo di mafiosi, ladri, non hanno dignitá, cercano raccomandazioni, razzisti, non hanno alcuna voglia di lavorare, sono fannulloni e parassiti come la prenderesti? E iniziano a citarti tutti i fatti di ció che accade a Napoli, dei fatti di Rosarno, di ció che succede al nord con extracomunitari-muratori in nero concludendo con un :"... che non ti basta? Per non parlare poi di ció che succede in politica...".
Credo che a questi signori risponderesti che sicuramente ci sono queste persone, ma non si puó fare di tutta l'erba un fascio. E cmq anche in Italia i figli dei "pezzi grossi" hanno molte libertá, non siamo ipocriti.
Ultimamente ho conosciuto moooooolti americani o persone che vivono e lavorano in USA e, credimi, sono persone squisite e hanno valori e modi di fare molto al di sopra dell'italiano medio.
In ogni caso il senso civico degli Svedesi è sopravvalutato.
Sono una decina di spanne sopra noi, ma sono anche poco più di 9milioni, la giocano facile (e comunque anche da loro le cose stanno cambiando).
Again... ci sei mai stata? Intendo per un periodo superiore ai 2 mesi? Se poi pensare in questo modo "deduttivo", non ti dovresti neanche meravigliare se qualcuno del nord italia direbbe:"Al sud sono terroni e sono tutti criminali che non hanno voglia di lavorare e sono i parassiti dell'Italia". Anche questa ipotetica persona sta usando il tuo stesso metodo "deduttivo".
Ah ecco... e giá siamo in Norvegia.
ah ecco... Comunque non mi pare il caso di fare di tutta l'erba un fascio. Se a te dicessero che gli italiani sono un popolo di mafiosi, ladri, non hanno dignitá, cercano raccomandazioni, razzisti, non hanno alcuna voglia di lavorare, sono fannulloni e parassiti come la prenderesti? E iniziano a citarti tutti i fatti di ció che accade a Napoli, dei fatti di Rosarno, di ció che succede al nord con extracomunitari-muratori in nero concludendo con un :"... che non ti basta? Per non parlare poi di ció che succede in politica...".
Credo che a questi signori risponderesti che sicuramente ci sono queste persone, ma non si puó fare di tutta l'erba un fascio. E cmq anche in Italia i figli dei "pezzi grossi" hanno molte libertá, non siamo ipocriti.
Ultimamente ho conosciuto moooooolti americani o persone che vivono e lavorano in USA e, credimi, sono persone squisite e hanno valori e modi di fare molto al di sopra dell'italiano medio.
Again... ci sei mai stata? Intendo per un periodo superiore ai 2 mesi? Se poi pensare in questo modo "deduttivo", non ti dovresti neanche meravigliare se qualcuno del nord italia direbbe:"Al sud sono terroni e sono tutti criminali che non hanno voglia di lavorare e sono i parassiti dell'Italia". Anche questa ipotetica persona sta usando il tuo stesso metodo "deduttivo".
Ecco, mi sono confusa :D
Chiedo venia, ma è una settimana che dormo 4 ore a notte, stoc ominciando a tirare gli ultimi :stordita:
Comunque, mia zia in Svezia ci va con regolarità (e no, stavolta non mi sto confondendo) da almeno 20 anni (lavora per un'azienda che praticamente si divide tra Italia e Svezia -non è l'IKEA-), e certe cose me le racconta.
In ogni caso non è che si fa di tutta l'erba un fascio, di gente con la testa a posto ce ne è, e pure tanta.
Sta di fatto che quello che succede e quello che le autorità 'tollerano' è abbastanza evidente,
Qui c'è qualcosa, i dati sono (MOLTO) datati, ma rende l'idea di cosa siano i campus americani:
http://www.scaruffi.com/feltri/us64.html
Anche perchè non credo che le cose siano migliorate.....
Ecco, ho trovato quello che cercavo:
Yale, i peccati della meglio gioventù
Pasticche e festini dove la violenza sessuale è il piatto forte: ecco l'Università della nuova élite. Piena di paure
di Assia Baudi di Selve - foto Gaia Light
Yale è una delle otto Ivy League, le università private più prestigiose degli Stati Uniti, quella che vanta “Famous Alumni” come il presidente Ford, i due Bush, Bill e Hillary Clinton, e 14 Premi Nobel. Il 21 Novembre vi si è svolto l’evento più atteso dell’anno: The Game, il derby tra Harvard e Yale. Un weekend di festa, più che una partita di football, e una straordinaria occasione per scoprire come vive e cosa sogna la prossima generazione di leader americani. Abbiamo trascorso tre giorni nel campus, in quella che viene chiamata la Bubble, “la Bolla” creata dall’università, con palazzi del Settecento silenziosi e strade impeccabili controllate da una speciale polizia. Abbiamo chiacchierato con gli studenti fino a tardi, siamo andati alle loro feste, entrati nelle loro stanze, e abbiamo scoperto il loro mondo a parte nel cuore di New Haven, une delle città più povere degli Stati Uniti, a un’ora e 50 di treno da New York.
Nella caffetteria della facoltà di Legge, la più reputata d’America, molti studenti mangiano da soli, con la testa china su libri e il computer. «Fanno parte del silent third, (il terzo silenzioso): un terzo dei 5250 studenti del College sceglie un programma di studi così impegnativo da non avere una vita sociale». Hans studia Scienze Politiche e vive con quattro amici in una casa di legno su Dwight street, una delle poche occupate dagli studenti fuori dalla “Bolla”. Ha 23 anni, alto, biondo, eletto tra i cinquanta ragazzi più belli di Yale. «La pressione psicologica qua è fortissima». La retta è di 47.500 dollari l’anno, «se ripeti un semestre rischi di perderne quasi la metà». Anida ha 22 anni e frequenta la facoltà di Arte. È entrata a Yale grazie alla regola del need-blind: la selezione per le ammissioni viene fatta solo in base ai risultati scolastici, senza considerare il reddito economico della famiglia. Fa parte di quel 50 per cento di studenti che riceve l’aiuto finanziario dall’università, ma deve pagare una parte delle spese. Per farlo, studia e lavora 16 ore al giorno. «Il semplice fatto di essere a Yale, tra gli studenti più brillanti degli Stati Uniti, con i migliori programmi e insegnanti del mondo, è un privilegio» dice. Hans interviene: «Anida dimentica di prendersi cura di sé».
Molti studenti non dormono. Per resistere prendono l’Adderall, il medicinale per chi soffre di Sindrome di deficit dell’attenzione. Attacchi di panico, depressione: «Yale ne è piena». Anida non ha mai fatto uso di droghe, e quel che colpisce di lei non sono le sue occhiaie ma la voce profonda e chiara, e il suo modo di guardarti dritto negli occhi, generoso e determinato. C’è un solo argomento che le fa abbassare lo sguardo: il date-rape. Lo chiamano così: appuntamento con stupro: «Succede tra compagni di università, alle feste quando sono tutti ubriachi e la ragazza non è più in grado di difendersi». Corre voce che accada durante le feste delle fraternities del college, i cui membri sono prevalentemente giocatori di football, che «credono nella fratellanza, hanno la mascella grossa e molto testosterone ». A spiegarlo è Reese, studente di Filosofia e membro della fraternity Deke. Gli chiedo se è mai stato responsabile di un date-rape e risponde: «È possibile. Ma se sia stato effettivamente uno stupro non è facilmente definibile, ed è facilmente discutibile». Nessuna azione legale è mai stata intentata da nessuna vittima contro nessuno dei presunti stupratori. L’università si limita a mandare email agli studenti prima dei weekend di festa, come quella spedita ad Halloween, nella quale invitava a «trovare le parole giuste che conducono a un sesso consensuale e glorioso».
Sabato mattina, sul prato enorme di fronte al Yale Bowl, lo stadio da 61.446 posti dove si è giocato The Game, stracolmo di piatti di carta sporchi e bicchieri di plastica vuoti, in mezzo a studenti con la faccia dipinta di Blu (quelli di Yale) e di rosso (quelli di Harvard), che bevono e ballano fino allo sfinimento, chiedo a un ragazzo cosa sa del date-rape e mi risponde: «Ne sono stato vittima. Ma chi se ne frega: l’importante è fare sesso». Barcolla, poi si accorge che ho in mano un registratore ed entra nel panico. «Cancellalo» urla. «Non puoi distruggermi la carriera! ». Quale? «Sto per avere successo». Dove? «Non lo so, che diavolo importa». Mi fissa con occhi annacquati: «Io diventerò ricchissimo». Jeffrey assiste alla scena. Si è laureato nel 2008 in Filosofia ed è tornato a Yale per due giorni, come altri centinaia di ex alunni, il giorno del derby. «Anch’io sono venuto qui con il mito americano della Upper-mobility (mobilità in ascesa nella scala sociale), che spesso si traduce in un bisogno di accumulare senza senso».
Zach ora sa bene cosa cerca, ma lo ha scoperto solo dopo una violenta depressione: «Sono stato sei mesi in cura psichiatrica. Non riuscivo più a sostenere la mole di lavoro e non riuscivo a smettere di pensare, finché una notte ho avuto il primo attacco maniacale, con visioni spaventose ». È alto, magrissimo, con gli occhi piccoli e scavati. È al terzo anno di Studi Ambientali e vive insieme al suo migliore amico, Ric, fotografo di origini cubane, e altri quattro in una casa a due piani, con i bagni sporchi e un’immagine di Gesù in salotto. La camera di Ric è il loro rifugio: una mansarda strapiena di classici della letteratura che divorano, vestiti ovunque, e una gabbia per conigli. «Quello nero è Beauty. L’altro, Justice». Accanto al letto sfatto, c’è un pupazzetto rosa simile ai tanti trovati nelle stanze di Yale, teneri, che niente hanno a che fare con la mascotte dell’università, il Bulldog, che li vorrebbe forti e aggressivi . «Sono felice di aver toccato il fondo. Ora so che tutto quello che sto imparando voglio usarlo per rendere migliore Staten Island, dove sono cresciuto».
Sogna la costruzione di un maneggio nel quale sua madre potrà lavorare con i bambini autistici, grazie all’aiuto di alcuni amici. È l’idealismo, il volto radioso di Yale. Che qui si traduce in azione. Grazie allo spazio, prima di tutto: gli studenti possono organizzarsi in società segrete, gruppi e unioni, in palazzi del Settecento enormi dove fanno riunioni di ore. Hans è un attivista dell’Undergraduate organizing committee a difesa dei sindacati di Yale. E insieme ad Anida, Jesse, Max e Aaron fa anche parte della St. Anthony hall, una società segreta dedicata alla "crescita personale e intellettuale". C’e chi lotta con il Women’s group contro i daterape facendo campagne di sensibilizzazione. Chi appartiene al gruppo dei transgender (Yale è la più liberale tra le otto Ivy League) o a quello dei monarchici, che si vestono in giacca e cravatta e bevono Porto. Jesse ha vinto una borsa di studio in Letteratura, lavora alla radio di Yale come direttore di programma, suona musica elettronica e anche il piano, il mandolino e la chitarra. Dopo Yale sogna di lavorare alla radio Npr.
Max, che ha lasciato West Point dove ha imparato lo swahili, e considera Yale "una passeggiata" in confronto all’Accademia militare, vuole diventare ambasciatore americano in Africa. Pochi hanno le idee chiare su cosa faranno dopo. Ma tutti sanno di essere qui «per diventare la miglior versione possibile di se stessi». L’ultimo giorno, dopo la sconfitta di Yale contro Harvard, nella stanza di Aaron, studente al terzo anno di Studi ambientali, mentre si discuteva del mito di Prometeo - perché con loro si parla di tutto, per ore - qualcuno si è alzato e con rotoli di scotch colorato ha disegnato sul muro un albero con una mela rossa. Quel che conta, dice Aaron, si trova lì: «sotto a un Albero della conoscenza, fatto di nastro colorato».
03 dicembre 2009(ultima modifica: 04 dicembre 2009)
Avevo già sentito parlare di queste cose, ma colgo l'occasione dell'articolo per riflettere su una cosa.
Sia chiaro, non sto dicendo che l'università italiana vada bene cosí com'è e non sono contrario all'idea che vi siano delle università “selezionate”. Tuttavia credo che dovrebbero comunque essere organizzate in modo tale che da consentire una vita sana ai loro studenti.
Ovviamente poi sta a ognuno la decisione ultima su come comportarsi, ma credo le università dovrebbero perlomeno fare il possibile per evitare certe situazioni.
__________________
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2100018
Ecco, mi sono confusa :D
Chiedo venia, ma è una settimana che dormo 4 ore a notte, stoc ominciando a tirare gli ultimi :stordita:
No problem! :D
Comunque, mia zia in Svezia ci va con regolarità (e no, stavolta non mi sto confondendo) da almeno 20 anni (lavora per un'azienda che praticamente si divide tra Italia e Svezia -non è l'IKEA-), e certe cose me le racconta.
Fa bene... :D
io é da Settembre che ci vivo (purtroppo a fine giugno dovró tornare in Italia, probabilmente per sempre). Sono stato prima a Stoccolma e ora mi trovo in una piccola cittá svedese. Ho imparato tante cose stando qui, soprattutto sugli italiani. Le mie impressioni non sono solo mie, ma sono le stesse di molti altri italiani che ho conosciuto qui. Guarda... io sono una persona molto molto aperta, ma inizialmente ho avuto dei blocchi psicologici qui nei confronti di alcune persone straniere, cosa che né gli svedesi né altre persone di altre nazionalitá hanno. Questo blocco psicologico che ho avuto vuol dire razzismo. In accordo alla definizione di razzismo, se dico che gli italiani sono razzisti non dico nulla di sbagliato. Fortunatamente questo blocco psicologico l'ho superato.
Un esempio:
Proprio qualche giorno fa parlavo con un mio amico e mi faceva notare discorsi del tipo:"..eh si in Italia si dice eh sai sti cinesi vengono e fanno questo, oppure i rumeni fanno quest'altro, poi cercano questo, vogliono quell'altro etc". Lui ha risposto:"beh allora anche io sono immigrato, se proprio vogliamo essere chiari, e dovrei avere lo stesso trattamento no?". La risposta al 99% dei casi é sempre la stessa:"..si ma é diverso". Diverso cosa? Che io sono italiano e l'altro é cinese? Solo questa é la differenza. E questo per me vuol dire essere razzisti. Anzi, non secondo me, ma secondo la definizione di razzismo. ;)
In ogni caso non è che si fa di tutta l'erba un fascio, di gente con la testa a posto ce ne è, e pure tanta.
Sta di fatto che quello che succede e quello che le autorità 'tollerano' è abbastanza evidente,
Qui in Italia le autoritá tollerano cose molto molto peggiori ;)
E poi si tratta di "piccoli club di figli di ricconi". Aggiungo: se é risaputo che in questi party si viene stuprati (lo sai tu dall'Italia, penso che una ragazza che stia a Yale lo sappia molto meglio) che ci vai a fare?
anzi la butto li: il fatto che la stampa e giornali denigrino le universita straniere secondo me serve solo per distogliere l'attenzione dalle nostre. Come dire:"Oh guardate che schifo la!!! Noi siamo meglio". Cosi poi quando la Gelmini fa una riforma l'opinione pubblica pensa:"Ma si si, va bene!!! Teniamoci stretta la nostra Univ!!! Mica vorremmo finire come loro???". Non so se ho reso l'idea...
PazzA.
Sinceramente non capisco perchè.
E' possibile sognare un'università d'ottimo livello che però è anche attenta a come gli studenti vivono?
Droga,alcool,sesso e feste; non vedo come sia possibile fornire una vita migliore.
Questo era un discorso sugli USA.
Le feste delle confraternite (quelle maschili sopratutto) sono quasi ed esclusivamente fatte a questo scopo.
Non a caso le droghe da stupro sono diffuse soprattutto in quei luoghi.
E ne voglia parlare del termine stupro usato per descrivere una situazione alla quale le ragazze vanno volontariamente incontro?
Su Facebook ha messo Handelshøyskolen BI.
Ma comunque quando la vedo glielo chiedo.
Questo era un discorso sugli USA.
Le feste delle confraternite (quelle maschili sopratutto) sono quasi ed esclusivamente fatte a questo scopo.
Non a caso le droghe da stupro sono diffuse soprattutto in quei luoghi.
Hai una visione dei frat party un po' troppo alla "american pie" o cavolate simili, nella mia esperienza l'unica cosa che ho visto violentare sono stati i fustini della birra.
edit: ho scritto 'na cacchiata xD
EDIT due:
comunque, più che dei campus svedesi, qui si dovrebbe parlare dell'univesità italiana..
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.